La Creta delle poleis: un inquadramento
Se fino a pochi decenni fa lo studio della Creta postpalaziale prendeva convenzionalmente avvio a partire dall’VIII-VII secolo a.C., recenti ricerche archeologiche hanno consentito di retrodatare di alcuni secoli il momento storico in cui è possibile scorgere uno stadio embrionale di poleogenesi. Già nel corso del Tardo Minoico III C (1200-1050 a.C. ca.), in contemporanea alla distruzione definitiva degli ultimi palazzi, e ancor più nel Protogeometrico (1050 - 900 a.C. ca.) si assiste infatti al sorgere di comunità protopoleiche arroccate sulle alture e stanziate nei cosiddetti defensible sites, molte delle quali assumeranno la configurazione di vere e proprie poleis nel corso dei secoli successivi (cf. Nowicki 2000). Il processo di poleogenesi, intensificatosi sul finire dell’VIII secolo a.C. nel medio Geometrico (900 - 700 a.C. ca.) e in epoca arcaica (700 - 450 a.C. ca.), si manifesta, oltre che a livello urbanistico, nella realizzazione dei primi edifici pubblici sulle acropoli nel corso del VII secolo a.C., nel contemporaneo emergere delle istituzioni civiche, documentate da più iscrizioni di Dreros (cf. infra), e nella progressiva acquisizione del controllo sul territorio circostante fra VI e V secolo a.C. (cf. Haggis – Mook 2013, pp. 73-74, Niemeier et al. 2013, Seelentag – Pilz 2014; cf. inoltre Seelentag 2015, pp. 16-19 sul «‘lange archaische Zeit’ Kretas» e Wallace 2010, p. 26 sulla relazione fra Orientalising e Archaic). La vita autonoma delle città cretesi, fra neofondazioni, fusioni e distruzioni, prosegue durante l’epoca classica (450 - 323 a.C. ca.) e quella ellenistica (323 - 67 a.C. ca.), fino a che le campagne di Quinto Cecilio Metello Cretico fra il 69 e il 67 a.C. non portano alla conquista dell’isola da parte di Roma e alla sua conseguente riduzione a provincia romana (Dio XXXVI 18-19; cf. Muttelsee 1925, Kirsten 1942, Link 1994, Chaniotis 2004). Dopo l’effimero momento di libertà concesso all’isola da Marco Antonio, di cui era divenuta dominio diretto dopo la battaglia di Filippi del 42 a.C., la situazione amministrativa di Creta si avvia verso una stabilizzazione nel 31 a.C. con la battaglia di Azio, quando Ottaviano ne recupera il controllo per poi accorparla nel 27 a.C. alla Cirenaica nell’unica provincia di Creta et Cyrene con capitale Gortyna (Dio XLIX 32.4-5, LIII 12.4; cf. SEG 9.8).
La Creta delle poleis: un approccio geografico
Nonostante i riferimenti degli antichi ad una Kretike politeia unitaria (e.g. Arist. Pol. 1271b), di unità amministrativa per Creta è possibile parlare solamente a partire dalla conquista romana dell’isola. Per una corretta interpretazione dei dati relativi alle epoche anteriori, pertanto, è imprescindibile l’adozione di una prospettiva in primo luogo geografica, che consenta di valorizzare la specificità di ogni singola realtà politica. Per ragioni funzionali nel presente catalogo l’esame delle differenti realtà si articola secondo una quadripartizione geografica che ricalca l’attuale suddivisione amministrativa nelle quattro unità periferiche (ex nomoi) di Chania, Rethymno, Herakleion e Lasithi. All’assetto primario geografico fa seguito un subcriterio tipologico: per ciascuna area vengono illustrate nell’ordine le poleis, le comunità dipendenti (porti, santuari extraurbani non regionali e altre comunità dipendenti), i santuari regionali e di confine e le confederazioni locali, a cui fanno seguito le confederazioni e i sistemi di alleanze pancretesi, secondo un ordinamento alfabetico. Secondo tale criterio dispositivo geografico viene presentato l’assetto politico interno comunità per comunità, così come ricostruibile dalle fonti epigrafiche in primis, oltre che da quelle numismatiche, letterarie ed archeologiche (le informazioni sulle evidenze archeologiche e numismatiche si basano eminentemente sui seguenti lavori: Buondelmonti 1755, Falkener 1854, Svoronos 1890, IC I-IV, Le Rider 1966, Sanders 1982, Gondicas 1988, Alexiou et al. 1992, Nowicki 2000, Sporn 2002, Sjögren 2003, Inventory of Poleis, pp. 1144-1195, Prent 2005, Digital Crete, Coutsinas 2013; cf. inoltre Kitchell 1977, Cordano 1994, Counillon 2001).
Per ogni località sono segnalati il toponimo moderno (regione e località specifica), le eventuali varianti grafiche del toponimo antico e lo status, seguiti dall’indicazione del relativo numero di riferimento nel catalogo dell’Inventory of Poleis e nelle Inscriptiones Creticae (volume e sezione), delle tipologie di fonti che ne documentano il toponimo (I: iscrizioni; M: monete; L: fonti letterarie) e degli elementi istituzionali attestativi. Per ciascuna realtà politica – la cui esistenza si estende per l’intero periodo storico oggetto d’esame, salvo diversa segnalazione – segue un’analisi della situazione istituzionale interna, con rimandi ai testi epigrafici rilevanti inclusi nella raccolta e agli eventuali passi significativi di altri testi, con un esame dei singoli elementi suddivisi nelle seguenti categorie: comunità e assemblee, cariche individuali o collegiali, associazioni, ripartizioni civiche, status sociali, classi di età, calendario, celebrazioni, pratiche e strumenti istituzionali, spazi pubblici.
Fra le località testimoniate solo da fonti letterarie e che non hanno restituito iscrizioni non sono state incluse quelle menzionate esclusivamente da opere lessicografiche o dal forte sapore mitologico o eziologico (e.g. Korion, Katre, Rhokka, Methymna, Mykenai, Tegea, Thenai, Achaia, Hierapolis, Doulopolis). Non sono stati inclusi neppure i siti che hanno restituito cospicue testimonianze archeologiche ma che non sono stati associati ad alcun toponimo antico (come Keratokambos e Hagia Irini, dotati di cinte murarie), con la sola eccezione di Azoria, dovuta alla straordinarietà delle sue evidenze urbanistiche. Fra i luoghi sacri, invece, sono stati inclusi soltanto quelli che hanno restituito strutture templari o iscrizioni.
Chania
Poleis
Anopolis
Località moderna: Chania, Anopoli
Status: Polis (Inv. 945, IC II II; I, M, L)
Elementi istituzionali: patron, polise, theorodokos
Comunità e assemblee. La comunità poleica di Anopolis, indicata mediante il relativo etnico collettivo, risulta fra i contraenti del trattato fra Eumene II e trentun città cretesi del 183 a.C., IC IV 179; dalla loro presenza in tale documento sembra di poter ipotizzare l’appartenenza degli Ἀνω[πο]λῖται al koinon cretese perlomeno attorno a tale anno. La comunità compare attraverso la menzione dell’etnico collettivo come responsabile della stipulazione di accordi anche nel trattato della prima metà del III secolo a.C. SEG 58.369 fra Messene e più città di Creta occidentale, assieme ad Aptera, Sybrita, Eleutherna e probabilmente Phalasarna.
Cariche individuali o collegiali. Pur non essendo note cariche ricoperte da cittadini di Anopolis in relazione all’amministrazione della propria città, si ha notizia di due suoi cittadini, Tharsytas e Stesas, insigniti del ruolo di theorodokoi presso il santuario di Delfi, come documenta la lista delfica SEG 26.624 del 220-210 a.C. ca.
Status sociali. Per quanto riguarda la composizione sociale della polis, l’iscrizione funeraria IC II 2 1 di I secolo a.C., posta da un individuo che è probabile che sia un liberto, commemora due patroni dell’uomo, verosimilmente padre e figlio.
Spazi pubblici. Un epitaffio ellenistico, SEG 8.269, pur fra gli artifizi retorici propri di un epigramma funerario, presenta la definizione di Anopolis come patra del defunto, intesa in senso spaziale come luogo pubblico da difendere; il testo, verosimilmente risalente al 201 a.C., testimonia inoltre uno scontro fra la città e dei nemici, che forse è possibile identificare nei vicini abitanti di Araden. Della città non si è conservato alcun edificio pubblico; è documentata tuttavia per via archeologica l’esistenza di una cinta muraria di epoca ellenistica (cf. Coutsinas 2013, pp. 255-256).
Aptera
Località moderna: Chania, Palaiokastro
Varianti toponimiche: Aptara
Status: Polis (Inv. 947, IC II III; I, M, L)
Elementi istituzionali: agela, agones stephanitai, boule, damiorgos, damosia sphragis, demos, dogma, Diktynnaios, dokeo, epimeletes, euergetes, eunomia, heroon*, heros*, hestia, hieron, isopoliteia, karyx, klarotas (?), kosmos, magistrato monetario (incisore), meis, mnoia, mouseion*, nomos, oikeus, phrourion, Phthinoporios, polis, polites, presbeutes, proponente, proxenos, psephisma, psephizo, tamias, theorodokos, -aios
Comunità e assemblee. Ad Aptera la polis è attestata come responsabile della deliberazione – pur al di fuori di una formula di sanzione o mozione – nell’epistola contenente il decreto relativo al rinnovo della concessione di asylia a Teos del 170-140 a.C. ca. IC II 3 2, della quale risulta essere mittente assieme ai cosmi, e apparentemente nel decreto onorario del II secolo a.C. IC II 3 3; compare inoltre sotto forma dell’etnico collettivo Ἀπταραῖοι/Ἀπτεραῖοι in più trattati come responsabile della loro stipulazione fra il III e gli inizi del II secolo a.C. (SEG 41.731, SEG 58.369, SEG 63.747, SEG 41.742, IC IV 179), oltre che nel presunto falso documento relativo ad accordi con Magnesia del 200 a.C. ca. Magnesia 41, da cui risulta essere fra le città appartenenti al koinon cretese. All’età imperiale risalgono invece più dediche onorarie tributate dalla polis a individui riconosciuti pubblicamente come heroes (SEG 52.843, SEG 52.844, SEG 52.845, di I-II secolo d.C.). Il termine polis è attestato per Aptera anche in riferimento all’intera comunità poleica a proposito del buon comportamento mostratole da individui onorati nei decreti del 205-197 a.C. ca. IC II 3 4 C e di II secolo a.C. IC II 3 10 e IC II 3 3; un riferimento alla comunità di Aptera è presente anche in più ghiande missili di IV-I secolo a.C. pertinenti alla città recanti una forma abbreviata del suo etnico collettivo (SEG 61.721bis, IC II 30 17; cf. Martínez Fernández 2009).
Aptera è la sola città di Creta occidentale in cui è attestato epigraficamente il termine boule anteriormente all’epoca imperiale (cf. Ruzé 1997, pp. 121-128); il consiglio vi figura come responsabile della deliberazione assieme al demos all’interno delle formule di sanzione e mozione di più decreti, perlopiù onorari, di fine III e in particolar modo di II secolo a.C. (sanzione e mozione: IC II 3 3, 4 C, 10 A; solo sanzione: 4 B, forse 4 A, 5 A-B, forse 6 C, 8 C, 9, 10 B-C, 12 B-C e 17, forse non onorario).
Il demos compare assieme alla boule come assemblea responsabile della deliberazione nei casi appena ricordati, ai quali si aggiunge il decreto del 170-140 a.C. ca. IC II 3 2 relativo al rinnovo della concessione di asylia a Teos, in cui è il solo demos a comparire nella formula di mozione; nel decreto onorario di II secolo a.C. IC II 3 3, inoltre, nonostante nelle formule di sanzione e mozione compaiano sia la boule che il demos, è solamente quest’ultimo ad essere presentato come responsabile della decisione (ὁ δᾶμος φαίνηται τιμῶν; [τὸ ψάφισμα] τῶ δάμω).
Cariche individuali e collegiali. Ad Aptera la carica di cosmo, detenuta sempre collegialmente, sembra essere subordinata alla boule e al demos: i cosmi, infatti, non risultano mai essere coinvolti nel processo deliberativo, diversamente da quanto avviene nella maggioranza delle città cretesi. È possibile che i cosmi detengano l’eponimia nel decreto onorario del 189 a.C. IC II 3 5 ([κοσμιόντων τῶν] μετὰ Τυχαμένεος τ[οῦ - - -]), nei decreti del 201 a.C. ca. IC II 3 1 ([ἐπὶ κόσμων τῶν μετὰ] Βορθίω) e di II secolo a.C. IC II 3 17 ([- - -]ος Θρασυμήδη) e nel trattato di fine III secolo a.C. SEG 63.747 ([κοσμιόντων] ... τῶν σὺν Τιμώχω τῶ Στίβωνος); non è da escludere, tuttavia, che in tali occorrenze anziché i cosmi fossero i damiorgoi a comparire, come avviene in SEG 41.731. I cosmi risultano essere i responsabili sia dell’apposizione del sigillo pubblico sulla lettera di II secolo a.C. IC II 3 3 diretta a Cos e contenente un decreto onorario di Aptera per il medico Kallipos che del suo invio; il ruolo di mittenti di epistole ufficiali è documentato anche dalla lettera diretta a Teos del 170-140 a.C. ca. IC II 3 2, in cui i cosmi figurano assieme alla polis nella formula di saluto iniziale. Fra le mansioni documentate come proprie dei cosmi rientrano inoltre l’intervento in caso di contravvenzione rispetto a quanto stabilito nel decreto relativo alla concessione di asylia a Teos del 201 a.C. ca. IC II 3 1, operazione che però può essere compiuta anche da chiunque altro lo desideri (οἱ κόσμοι καὶ ἄλλ[ο]ς ὁ βουλόμενος), e l’emissione dell’ordine agli araldi di proclamare Attalo I come vincitore negli agoni stephanitai nel decreto del 205-197 a.C. ca. IC II 3 4 C e ai membri dell’agela di prestare il giuramento previsto nel trattato del 200-175 a.C. ca. SEG 41.742.
Il trattato fra Aptera e Kydonia del 300-270 a.C. SEG 41.731 documenta l’esistenza nella città di un collegio di damiorgoi, di cui è menzionato l’eponimo Taskos nella formula di datazione (ἐπὶ δαμιοργ[ῶν] ... Τάσ[κ]ω [- - -]); è possibile che anche il magistrato eponimo indicato nel trattato del 200-175 a.C. ca. SEG 41.742 sia un damiorgos ([ἐπὶ δαμιουργῶν - - -]ραι Τιμώχ[ῳ]). Un singolo ex damiorgos, Eteon figlio di Archetos, compare invece come dedicante nella dedica votiva a Hestia di II secolo a.C. SEG 60.984.
L’iscrizione edificatoria di II secolo a.C. IC II 3 21 documenta per Aptera l’esistenza del collegio dell’eunomia, responsabile della realizzazione o del restauro di più strutture pubbliche; i membri di tale collegio, in numero di almeno cinque se identificabili negli individui a cui è riferito il verbo epimeleomai (Eurymedes figlio di Andi-, ‑chos figlio di Archetos, Orsikles figlio di -, ‑skos figlio di Oxymachos?, - figlio di Alkimenes), sembrano avere la denominazione di eunomiotai, non nota altrove (ἐπὶ τ[.] εὐνομιῶτ[αν]).
Un collegio di tamiai è noto ad Aptera dal decreto onorario di II secolo a.C. IC II 3 3 per Kallipos di Cos, dove risultano essere incaricati della consegna di trecento stateri al medico per la realizzazione a Cos della corona d’oro tributatagli e per le sue spese di viaggio. Per Aptera è inoltre noto un incisore, Pythodoros, addetto alla coniazione delle monete negli anni attorno al 280 a.C. (cf. Le Rider 1966, pp. 36, 197-198).
Fra gli altri magistrati o funzionari attestati ad Aptera, inoltre, figurano uno o più araldi, documentati dai verbi καρυχθῆμεν e καρυχθῇ nel decreto onorario del 205-197 a.C. ca. IC II 3 4 C, responsabili della proclamazione dei vincitori negli agoni stephanitai, e apparentemente più ambasciatori ([πρειγηίας?]), dei quali è richiesta la presenza in occasione della prestazione del giuramento da parte di Eleutherna previsto dal trattato del 200-175 a.C. ca. SEG 41.742. Nella lista delfica del 220-210 a.C. ca. SEG 26.624, inoltre, sono designati due individui di Aptera, Pharos figlio di Xenotimos e Sosos figlio di Pasthenidas, come theorodokoi addetti all’accoglienza degli inviati sacri del santuario.
Aptera è la sola città cretese a contenere nei propri decreti il ricordo dei relativi proponenti: ciò avviene in più decreti perlopiù onorari di fine III e soprattutto II secolo a.C., nei quali è presente il nome del proponente fornito di patronimico seguito dal verbo εἶπε(ν) (IC II 3 4 C, nome non conservato; 5 B, Melandrys figlio di Tychamenes; 4 A, ‑otos figlio di Archetos; 4 B, Nikias figlio di Karaios; 10 A, Pheidon figlio di Archetos; 3, Sosos figlio di Abdias; 9, Klesthenes figlio di Sosos; 12 B, Archetos figlio di Dexikles; 12 C, Eury‑ figlio di Tychamenes; 17, Stratokles figlio di -).
Classi di età. Il trattato del 200-175 a.C. ca. SEG 41.742 documenta per Aptera l’esistenza di più agelai, ai cui membri è richiesta la prestazione del giuramento una volta terminato il periodo di addestramento efebico; sebbene il termine [τὰς ἀγέλας] sia in lacuna, il successivo verbo [ἐ]γδράμωντι rassicura tuttavia sulla correttezza dell’integrazione.
Status sociali. Oltre a coloro che detengono lo status di cittadini di Aptera (πολιτᾶν), menzionati nei decreti onorari di II secolo a.C. IC II 3 3 e 10 a proposito del comportamento meritevole mostrato nei loro confronti dagli individui onorati, due trattati ellenistici documentano l’esistenza nella città di classi servili denominate mnoia (fine III secolo a.C., SEG 63.747) e verosimilmente klaros e oiketeia (200-175 a.C. ca., SEG 41.742, in lacuna), nel caso di attacco alle quali è previsto l’invio di soccorsi da parte delle città alleate.
Lo status di proxenos è accordato come privilegio in un gran numero di decreti onorari di inizi II secolo a.C. (IC II 3 6 A, C-G, 8 A, C e forse B, 10 A-C, 14 A-C, forse 5 A-B, 4 A), II secolo a.C. (12 A, C, forse 3, 9), II-I secolo a.C. (7 A-D), III-I secolo a.C. (11 A-C, 13 A-C, 15 e 19, il cui testo non è stato trascritto; cf. Wescher 1864, p. 78, Haussoullier 1879, p. 436). Tali decreti, che interessano individui provenienti da più poleis cretesi (Apollonia, Herakleion, Hierapytna, Hyrtakina, Knossos, Lyttos, Malla, Priansos) e del restante mondo greco (Acaia, Ambracia, Aspendos, Ermione, Hierapolis siriaca o frigia, Kythera, Lampsaco, Magnesia, Messene, Patra, Paro, Sparta, Tracia) testimoniano la forte volontà di Aptera di intessere legami con città dislocate su una vasta area. Fra gli altri conferimenti onorari documentati per Aptera vi è quello di euergetes, concesso ad Attalo I (205-197 a.C. ca., IC II 3 4 C), assieme alla prossenia a Lucio Cornelio Scipione Asiatico, Publio Cornelio Scipione Africano, Gneo Cornelio Scipione Ispallo e Lucio Emilio Regillo (189 a.C., 5 A), a Prusia II (182-168 a.C., 4 A) e al medico Kallipos di Cos (II secolo a.C., 3); a due fratelli di Hierapolis, invece, assieme allo status di prosseni è accordato anche quello di isopolitai (150 a.C. ca., 9).
Pratiche e strumenti istituzionali. L’atto deliberativo è espresso nei decreti mediante le formule di sanzione e mozione, caratterizzate dal ricorso al verbo dokeo rispettivamente nelle forme ἔδοξε e δεδόχθαι. La sola formula di sanzione si è conservata nei decreti perlopiù onorari di II secolo a.C. IC II 3 5 A-B, 4 B e forse A, forse 6 C e 8 C, 10 B-C, 9, 12 A-B e 17. La sola formula di mozione è invece presente nel decreto del 170-140 a.C. ca. IC II 3 2, mentre compaiono entrambe nei decreti onorari IC II 3 4 C del 205-197 a.C. ca., 10 A di inizi II secolo a.C. e 3 di II secolo a.C. Il decreto del 201 a.C. ca. IC II 3 1, inoltre, documenta un’avvenuta votazione connessa all’emanazione del documento mediante il ricorso al verbo psephizo (ἐψήφιστ[αι]). Quanto ai documenti esito di un atto deliberativo, è documentata la definizione di δόγμα nel decreto 170-140 a.C. ca. IC II 3 2, mentre nel decreto onorario di II secolo a.C. IC II 3 3 è verosimile che fosse impiegato il termine ψάφισμα.
Quanto alle leggi della città, il decreto del 170-140 a.C. ca. IC II 3 2 documenta l’esistenza ad Aptera di un nomos pertinente alla hierosylia, mentre un riferimento ai nomoi riguardanti l’esportazione via mare e le relative tasse sembra essere presente nel trattato del 200-175 a.C. ca. SEG 41.742.
Il decreto onorario di II secolo a.C. IC II 3 3, infine, documenta l’esistenza della prassi di apporre un sigillo pubblico sulle epistole ufficiali della città ([δαμο]σίαι σφραγῖδι).
Calendario. Le datazioni di alcuni decreti e trattati di fine III e II secolo a.C. documentano l’esistenza dei mesi Diktynnaios (IC II 3 1), Phthinoporios (IC II 3 17) e di un mese terminante in -aios di cui non sono note le prime due lettere (SEG 63.747); un mese del quale non si è conservato il nome, inoltre, doveva essere indicato nella formula di datazione del trattato SEG 41.742.
Celebrazioni. Ad Aptera è documentata l’esistenza di agoni stephanitai, commemorati nel decreto onorario del 205-197 a.C. ca. IC II 3 4 C.
Spazi pubblici. Il termine polis è impiegato in senso spaziale per indicare il luogo in cui debba essere prestato il giuramento nel trattato del 200-175 a.C. ca. SEG 41.742 e nell’ambito della definizione dell’area di applicazione delle concessioni effettuate al sovrano Attalo I nel decreto onorario del 205-197 a.C. ca. IC II 3 4 C, aventi valore sia nel centro urbano che nei porti di Aptera.
Il decreto del 170-140 a.C. ca. IC II 3 2 documenta l’esistenza ad Aptera di una koina hestia, presso la quale sono invitati ἐπὶ ξένια gli ambasciatori di Teos; la divinità Hestia figura invece come destinataria della dedica di un altarino da parte di un ex damiorgos della città (II secolo a.C., SEG 60.984).
Due trattati ellenistici, SEG 63.747 di fine III secolo a.C. e SEG 41.742 del 200-175 a.C. ca., documentano l’esistenza di avamposti fortificati (φρώρια) dislocati nel territorio di Aptera, in caso di attacco militare ai quali è previsto l’invio di aiuti da parte delle città alleate.
Il solo luogo sacro di Aptera ad essere noto per via epigrafica è il santuario di Artemide Aptera, presso il quale è prevista la collocazione dei due decreti relativi alla concessione di asylia a Teos (170-140 a.C. ca., IC II 3 2); resti del santuario sono noti per via archeologica, in quanto i blocchi iscritti del tempio sono stati rinvenuti nel cosiddetto ‘Muro delle iscrizioni’ (cf. Niniou Kindeli 2006).
L’heroon di Aptera, del quale si sono conservate iscrizioni di I-II secolo d.C. relative al pubblico riconoscimento come heros concesso dalla polis ad individui meritevoli (SEG 52.843, SEG 52.844, SEG 52.845), anteriormente all’età imperiale è testimoniato soltanto da resti archeologici risalenti al periodo classico ed ellenistico (cf. Martínez Fernández – Niniou Kindeli 2000-2001, Martínez Fernández – Niniou Kindeli 2002).
Oltre al tempio di Artemide Aptera e all’heroon, della città si sono conservati per via archeologica una cinta muraria classico-ellenistica (cf. Coutsinas 2013, pp. 243-246), un teatro ellenistico (cf. Niniou Kindeli – Hatzidakis 2012), un tempio bipartito geometrico/arcaico - ellenistico di Artemide e Apollo (?), un tempio ellenistico di Demetra (?) e un tempio di Dioniso (?) (cf. Niniou Kindeli 2006). Le fonti letterarie, inoltre, documentano l’esistenza ad Aptera di un museion (St.Byz. s.v. Ἄπτερα) e la presenza nel suo territorio di un monte sacro di nome Berekynthos (Diod. V 64.5); la dedica votiva di epoca sconosciuta IC II 3 22, invece, vi testimonia l’esistenza del culto di Eleuthyia. I più porti di Aptera menzionati nelle iscrizioni (IC II 3 4 C, SEG 63.747 e verosimilmente SEG 41.742) sembrano da identificarsi in quello di Kissamos, omonimo a quello di Polyrrhenia e definito da Strabone suo epineion (Strabo X 4.13, sulle cui testimonianze su Creta cf. Zambianchi 2000), e verosimilmente in quello di Minoa (Stad. 344).
Araden
Località moderna: Chania, Aradina
Varianti toponimiche: Eraden
Status: Polis (Inv. p. 1149, IC II IV; I, L)
Elementi istituzionali: polise, theorodokos
Comunità e assemblee. La città di Araden, di cui non si hanno notizie anteriori all’epoca ellenistica, compare attraverso la menzione del suo etnico collettivo Ἠραδήννιοι fra le poleis appartenenti al koinon cretese che stringono accordi con Eumene II nel trattato del 183 a.C. IC IV 179. Sebbene le iscrizioni che menzionano Araden (IC IV 179, SEG 26.624) testimonino l’esistenza contemporanea di questa e Anopolis, Stefano di Bisanzio documenta invece la fusione fra le due città, avvenuta verosimilmente nella tarda epoca ellenistica o in quella imperiale (St.Byz. s.v. Ἀραδήν; per le altre fonti letterarie menzionanti Araden cf. IC II, p. 39).
Cariche individuali o collegiali. La lista delfica del 220-210 a.C. ca. SEG 26.624 documenta un cittadino di Araden, il cui nome non si è conservato nella sua interezza, insignito del ruolo di theorodokos per il santuario internazionale.
Elyros
Località moderna: Chania, Rodovani
Varianti toponimiche: Ilyros
Status: Polis (Inv. 959, IC II XIII; I, M, L)
Elementi istituzionali: dokeo, euergetes, hieron*, kosmos, polis, proxenos, theorodokos
Comunità e assemblee. La polis di Elyros è documentata come assemblea responsabile della deliberazione nei decreti onorari di II secolo a.C. IC II 13 1 A-B e 2, in cui compare all’interno della formula di sanzione da sola nei primi due casi, assieme ai cosmi nel terzo. La collettività civica, menzionata attraverso l’etnico collettivo Ἐλύριοι, è responsabile della stipulazione di accordi nel trattato del 200-189 a.C. ca. IC IV 185 con Gortyna e in quello del 183 a.C. IC IV 179 con Eumene II, sottoscritto da trentun città appartenenti al koinon cretese, e risulta beneficiaria di una concessione di grano da parte di Cirene in SEG 9.2 (cf. IGCyr010900).
Cariche individuali o collegiali. Il collegio dei cosmi di Elyros è noto solamente dal decreto onorario di II secolo a.C. IC II 13 2, nel quale figura assieme alla polis come responsabile dell’atto deliberativo. Nella datazione del medesimo documento, inoltre, è presente il ricordo del cosmo eponimo Tyrbasos figlio di Agesiphoos.
La lista delfica del 220-210 a.C. ca. SEG 26.624 documenta un cittadino di Elyros, Kosillos figlio di Parraisidas, insignito del ruolo di theorodokos presso il santuario panellenico. Il medesimo ruolo, inoltre, è conferito da Elyros ad un individuo di Delfi nel decreto onorario di II secolo a.C. IC II 13 1, fatto dal quale è possibile dedurre l’esistenza a Elyros di theoroi e verosimilmente di festività di un certo rilievo annunciate anche al di fuori di Creta.
Status sociali. Fra gli status sociali di Elyros sono noti solamente quelli concessi come privilegio in decreti onorari di II secolo a.C. Lo status di prosseno è concesso assieme a quello di euergetes in IC II 13 1 B, mentre è congiunto alla theorodokia in IC II 13 1 A; sembra invece essere accordato come unica concessione in IC II 13 2.
Pratiche e strumenti istituzionali. Il verbo dokeo è impiegato per indicare la prassi deliberativa in tutti i decreti della città che si sono conservati, i decreti onorari di II secolo a.C. IC II 13 1 A-B e 2, nei quali compare all’interno della formula di sanzione (ἔδοξε).
Spazi pubblici. Della città, che si avvale del porto di Syia (cf. St.Byz. s.v. Συΐα; per le altre fonti letterarie relative a Elyros cf. IC II, pp. 175-176), sono noti per via archeologica una doppia cinta muraria classico-ellenistica (cf. Coutsinas 2013, p. 256), un tempio (Pashley 1837, vol. II, pp. 105-106) e un teatro di epoca imperiale (cf. Kyriazopoulou 2011).
Hyrtakina
Località moderna: Chania, Temenia
Status: Polis (Inv. 963, IC II XV; I, M, L)
Elementi istituzionali: hestia, hieron, isopolites, polis, proxenos, temenos
Comunità e assemblee. La polis di Hyrtakina è menzionata attraverso l’etnico collettivo Ὑρτακίνιοι fra le città appartenenti al koinon cretese che stringono accordi con Eumene II nel trattato del 183 a.C. IC IV 179 e come responsabile della concessione di prossenia agli ambasciatori teii nel decreto del 170-140 a.C. ca. IC II 15 2, oltre che come beneficiaria di una concessione di grano da parte di Cirene in SEG 9.2. Nel decreto IC II 15 2 figura anche il termine polis, impiegato a proposito del buon comportamento tenuto nei suoi confronti dagli ambasciatori teii durante il loro soggiorno. Nel medesimo decreto, inoltre, è documentato il damos di Hyrtakina, che è tenuto a prestare aiuto a Teos in caso di necessità.
Status sociali. Fra gli status sociali di Hyrtakina sono noti soltanto quelli concessi come privilegio nei decreti onorari della città, ovvero quello di prosseno, conferito agli ambasciatori teii nel decreto del 170-140 a.C. ca. IC II 15 2, e quello di isopolites, accordato all’intera cittadinanza di Teos nel medesimo documento.
Spazi pubblici. Il decreto del 170-140 a.C. ca. IC II 15 2 testimonia la presenza a Hyrtakina di una koina hestia situata presso un Delphinion, nella quale è previsto l’invito ἐπὶ ξένια degli ambasciatori teii, e di un santuario di Hera, nel quale è stabilito che sia iscritto il documento in questione. L’horos classico-ellenistico BE 1953.166, inoltre, documenta l’esistenza di uno hieron e di un connesso temenos.
Della città, di cui non vi sono notizie successive all’epoca ellenistica, si sono conservati per via archeologica una cinta muraria classica (cf. Coutsinas 2013, pp. 256-257) e, sull’acropoli, un santuario a cielo aperto di Pan di epoca classico-ellenistica (cf. Theophanidis 1942-1944, pp. 35-38) e possibilmente un tempio (cf. Savignoni 1901, pp. 408-424; cf. inoltre Nowicki 2009, p. 86; per le fonti letterarie relative a Hyrtakina cf. IC II, p. 184).
Kantanos
Località moderna: Chania, Kantanos / Kadros
Status: Polis (Inv. -, IC II VI; I, M, L)
Comunità e assemblee. Kantanos, definita polis solamente da Stefano di Bisanzio, che cita Xenion (St.Byz. s.v. Κάντανος; per le altre fonti letterarie menzionanti Kantanos cf. IC II, pp. 84-85), sembra fare parte del koinon degli Oreioi nella seconda metà del III secolo a.C., periodo a cui risalgono le sue emissioni monetarie (cf. Stefanakis 2000b, Chaniotis, Verträge, pp. 421-422).
Status sociali. L’epitaffio di II secolo a.C. IC II 6 10, seppur in un contesto poetico intriso di topoi letterari, menziona le componenti sociali dei cittadini e degli stranieri (ἀστοῖς καὶ ξείνοισι), dai quali la defunta è rimpianta.
Spazi pubblici. La dedica votiva di II secolo a.C. IC II 6 1, posta a Zeus Agoraios, potrebbe essere un indizio dell’esistenza di un’agora a Kantanos, non documentata tuttavia per via archeologica; della città si sono invece conservati una cinta muraria di epoca classica presso il sito di Kadros e più fortificazioni ellenistiche nella valle del Kakodikianos (cf. Coutsinas 2013, pp. 257-260, 367-371).
Keraia
Località moderna: Chania, Meskla
Status: Polis (Inv. 966, IC s.v. Kissamos; I, M, L)
Elementi istituzionali: kosmos, polise, soma, theorodokos
Comunità e assemblee. La polis di Keraia compare attraverso l’etnico collettivo Κεραῖται come responsabile della stipulazione di accordi nel trattato del 183 a.C. IC IV 179 fra trentun città del koinon cretese ed Eumene II e nel presunto falso del 200 a.C. ca. Magnesia 41, in cui sono elencate più città appartenenti al koinon legate a Magnesia.
Cariche individuali o collegiali. La dedica votiva di II secolo a.C. IC II 22 1 conserva il ricordo del collegio dei cosmi di Keraia, commemorato nella datazione eponimica (ἐπὶ κόσ[μων - - -]) e composto da almeno quattro membri, fra i quali Tharsydamas figlio di -, Sosos figlio di Abdias e Kydimos figlio di -. La lista delfica del 220-210 a.C. ca. SEG 26.624 documenta inoltre due cittadini di Keraia, Oryas figlio di Rhianos e Leukos, insigniti del ruolo di theorodokoi del santuario panellenico.
Status sociali. L’unico status documentato a Keraia sembra essere quello del defunto commemorato nell’epitaffio di II-I secolo a.C. SEG 23.577, del quale non è indicato il nome proprio bensì il rango di σῶμα, ovvero schiavo.
Spazi pubblici. Della città, forse sotto il controllo di Polyrrhenia negli anni 220-190/180 a.C. (cf. Polyb. IV 53; cf. inoltre Stefanakis 2013, pp. 66-68), si è conservata per via archeologica una cinta muraria di epoca classica (cf. Coutsinas 2013, p. 248); la dedica votiva di II secolo a.C. IC II 22 1, inoltre, documenta l’esistenza a Keraia del culto di Halios.
Kydonia
Località moderna: Chania, Chania
Status: Polis (Inv. 968, IC II X; I, M, L)
Elementi istituzionali: agora*, apeleutheros, archon, damiorgos, dikasterion (?), doulos*, ekklesia, eleutheros*, epistole, euergetes, hiereus, hieron*, hoi peri -, Klarotai*, kosmos, magistrato monetario (e incisore), polis, proxenos, theatron*, theorodokos
Comunità e assemblee. La polis di Kydonia compare attraverso il proprio etnico collettivo Κυδωνιᾶται come responsabile della stipulazione di accordi nei trattati del 300-270 a.C. SEG 41.731 e del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6, oltre che come beneficiaria di una concessione di grano da parte di Cirene in SEG 9.2. La città, indicata invece attraverso il termine polis, è promotrice della dedica del 400-350 a.C. SEG 28.746a dovuta ai meriti del sacerdote Eunous nei suoi confronti (oltre che di quelle di I-II secolo d.C. SEG 45.1304 e SEG 28.746b), delle concessioni di terreni ed abitazioni elencate nel rendiconto del 250-200 a.C. IC II 10 1 e – assieme agli archontes – dell’invio dell’epistola del 201 a.C. ca. IC II 10 2 indirizzata a Teos. Il termine è inoltre impiegato per indicare le buone relazioni intercorrenti fra la comunità poleica di Kydonia e Teos (IC II 10 2) e Atene (IG II3 1 1190, 229-203 a.C.).
Il decreto del 201 a.C. ca. IC II 10 2 documenta l’esistenza a Kydonia dell’ekklesia, assemblea al cui cospetto si presentano gli ambasciatori teii.
Cariche individuali o collegiali. Il collegio dei cosmi a Kydonia è documentato dal decreto del 201 a.C. ca. IC II 10 2, nel quale è previsto che questo – o chiunque altro lo desideri – intevenga in caso di contravvenzione di quanto stabilito a proposito della concessione di asylia a Teos.
Kydonia è una delle poche città di Creta in cui l’eponimia è detenuta da uno dei membri del collegio dei damiorgoi, come testimonia la datazione eponimica presente nel trattato del 300-270 a.C. SEG 41.731.
Il termine archontes, menzionato assieme alla polis come mittente dell’epistola del 201 a.C. ca. IC II 10 2, non pare indicare una carica specifica bensì l’insieme dei magistrati della città, ovvero verosimilmente i cosmi e i damiorgoi.
L’esistenza di un sacerdote preposto a tutti i culti della città (?) è testimoniata dalla dedica del 400-350 a.C. SEG 28.746a, posta ad Apollo, Artemide e Latona in onore dell’ex hiareus Eunous. Un’altra dedica votiva, IC II 10 3 di I secolo a.C. - I secolo d.C., documenta inoltre l’esistenza di un collegio di incerta natura indicato mediante l’espressione οἱ περὶ [- - -] che vi figura come dedicante, possibilmente – ma non necessariamente – connesso alla sfera sacra.
A Kydonia sono noti più individui insigniti del ruolo di theorodokoi in relazione a santuari panellenici: per Epidauro Kratippos figlio di Sosos negli anni 260-240 a.C. (IG IV2, 1 96) ed i fratelli Menoitios e Philodamos figli di Hieron negli anni 220-200 a.C. ca. (SEG 11.414), mentre per Delfi Oryas figlio di Stasimenes negli anni 220-210 a.C. ca. (SEG 26.624).
Più legende monetarie classico-ellenistiche restituiscono i nomi di alcuni magistrati monetari di Kydonia, fra i quali Aithon, Pasion, Eupol‑ e forse Daimachos, oltre che degli addetti alla coniazione Neuantos e Pythodoros (cf. Svoronos 1890, pp. 96-119, Le Rider 1966, pp. 309-310).
Status sociali. A Kydonia è documentato per via epigrafica lo status di apeleutheros, detenuto dal defunto commemorato nell’epitaffio di II-I secolo a.C. IC II 10 17, mentre per via letteraria quelli di eleutheros e doulos (cf. Ephor. FGrHist 70 F 29). Il rendiconto del 250-200 a.C. IC II 10 1, inoltre, testimonia la concessione effettuata da Kydonia a più individui dello status di prosseno e, in un caso, di quello di euergetas.
Celebrazioni. Un passo di Eforo documenta l’esistenza nella città di festività denominate Klarotai, durante le quali avviene un’inversione di ruoli fra gli individui di status libero e i douloi (cf. Ephor. FGrHist 70 F 29).
Pratiche e strumenti istituzionali. Il decreto onorario ateniese del 228/7 a.C. IG II3 1 1137 documenta la consegna di epistolai da parte di Eumaridas di Kydonia ad un’ambasceria ateniese diretta a Polyrrhenia.
Spazi pubblici. È possibile che sia riconducibile a Kydonia il dikasterion menzionato nel trattato del 360-350 a.C. SEG 17.20, sebbene non sia da escludere che possa essere di pertinenza di Knossos o Atene, anch’esse menzionate nella frammentaria iscrizione.
Della città, dotata di un porto fortificato (cf. Scyl. 47, Stad. 343), sono noti per via archeologica una cinta muraria classica (cf. Coutsinas 2013, pp. 246-248, Andrianakis 2010, pp. 93, 103), l’agora classico-ellenistica ed imperiale (Milidakis 2013, pp. 27-33), un tempio ed un teatro visti per l’ultima volta da Onorio Belli (cf. Falkener 1854, p. 27; sull’insieme delle evidenze archeologiche della città cf. Andreadaki Vlasaki 2011). Le dediche votive SEG 44.719 di V secolo a.C., SEG 28.746a di IV secolo a.C. e Daux 1959, p. 749 di età imperiale, inoltre, documentano l’esistenza a Kydonia del culto di Herakles, della triade formata da Apollo, Artemide e Lato e forse di Zeus. Un passo di Erodoto, invece, vi testimonia l’esistenza di più santuari, che afferma essere stati fondati dai Samii che colonizzano Kydonia tra il 524 e il 519 a.C. (Hdt. III 59, τὰ ἱρὰ τὰ ἐν Κυδωνίῃ ἐόντα νῦν οὗτοί εἰσι οἱ ποιήσαντες καὶ τὸν τῆς Δικτύνης νηόν; per le altre fonti letterarie relative a Kydonia cf. IC II, pp. 104-113).
Lissos
Località moderna: Chania, Agios Kyrkos
Varianti toponimiche: Lisos, Lissa
Status: Polis (Inv. 973, IC II XVII; I, M, L)
Elementi istituzionali: astos (?), dokeo, hiereus (?), hieromnamon (?), hieromnamonika chremata, hieron, kosmos, magistrato monetario, polis, theorodokos, xenos (?)
Comunità e assemblee. La polis di Lissos compare attraverso l’etnico collettivo [Λίσσ]ιοι nel trattato IC IV 179 del 183 a.C., nel quale figura fra le trentun città appartenenti al koinon cretese firmatarie degli accordi con Eumene II. Il termine polis è impiegato invece nella presunta dedica onoraria di II secolo a.C. IC II 27 2, di cui la città di Lissos sembra essere la promotrice (così come il documento analogo di I secolo d.C. IC II 27 1), oltre che verosimilmente nel decreto ellenistico SEG 45.1314, nel quale parrebbe figurare assieme ai cosmi all’interno della formula di sanzione come assemblea responsabile della deliberazione.
Cariche individuali o collegiali. Un collegio dei cosmi a Lissos è documentato dal decreto ellenistico SEG 45.1314, nel quale figura all’interno della formula di sanzione come responsabile della deliberazione, verosimilmente assieme alla polis.
La presenza presso il complesso santuariale dell’Asklepieion di Lissos di uno o più hieromnamones è ipotizzabile sulla base della menzione di hieromnamonika chremata nell’iscrizione edificatoria ellenistica SEG 45.1317, ruolo che potrebbe essere stato ricoperto da Sositimos, il responsabile della realizzazione della meridiana che vi è ricordata. È plausibile, inoltre, che i promotori della realizzazione e della dedica di una statua di Asclepio, commemorata dall’iscrizione di III secolo a.C. SEG 28.750, rispettivamente Thymilos e suo figlio Tharsytas, siano sacerdoti o altre figure connesse all’amministrazione del santuario: così lascerebbe supporre, infatti, la presenza di una legge sacra in calce all’epigrafe, iscritta per volontà di tali personaggi.
A Lissos è documentata l’esistenza di un magistrato monetario, Alexandros (cf. Svoronos 1890, pp. 222-224, Le Rider 1966, pp. 309-310), e di un suo cittadino, Euarestas figlio di Euthales, insignito del ruolo di theorodokos del santuario di Delfi nella lista del 220-210 a.C. ca. SEG 26.624.
Status sociali. L’epigramma funerario di II secolo a.C. IC II 21 2, proveniente da Poikilasion ma verosimilmente pertinente a Lissos, seppur in un contesto poetico connotato da topoi letterari, documenta l’esistenza delle componenti sociali dei cittadini e degli stranieri (ἀστοῖσιν π[ᾶσι ξε]ίνοισι), menzionate a proposito del buon comportamento tenuto dal defunto nei loro confronti.
Pratiche e strumenti istituzionali. Il verbo dokeo è impiegato per indicare la prassi deliberativa nell’unico decreto noto di Lissos, SEG 45.1314, nel quale figura all’interno della formula di sanzione (ἔδοξε).
Presso l’Asklepieion della città sembra essere documentata l’esistenza di fondi sacri di pertinenza degli hieromnamones, impiegati per la realizzazione della meridiana commemorata dall’iscrizione edificatoria ellenistica SEG 45.1317 ([ἐκ τῶν] ἱερομναμονι[κῶν χρημάτων]).
Spazi pubblici. Il trattato fra gli Oreioi e Maga di Cirene del 278-270 a.C. IC II 17 1 documenta l’esistenza a Lissos di un Diktynnaion, nel quale è prevista la collocazione del documento; i resti del santuario sembrano identificabili nella chiesa di Panagia, nella quale risultano essere stati reimpiegati (cf. IC II, p. 210). Della città, dotata di un porto (cf. Scyl. 47; per le altre fonti letterarie relative a Lissos cf. IC II, p. 210), sono inoltre noti per via archeologica un santuario ellenistico-imperiale di Asclepio e Hygeia (cf. Platon 1959 e le dediche SEG 28.750, SEG 45.1316, SEG 53.977) e un teatro di età imperiale (cf. Sanders 1982, pp. 171–172).
Moda
Località moderna: Chania, Rokka?
Status: Polis (Inv. -, IC -; M)
La polis di Moda, il cui etnico è documentato dalle sue monete recanti la legenda Μωδαίων degli anni 330-270 a.C., è verosimile che finisca sotto il controllo di Polyrrhenia a partire dalla seconda metà del III secolo a.C. (cf. Stefanakis 2013, pp. 63-64). I resti archeologici della città, non anteriori all’epoca classica, includono un edificio pubblico situato sulla sua acropoli, verosimilmente una struttura templare (cf. Gondicas 1988, pp. 264-274, 275-276).
Pergamos
Località moderna: Chania, Agia Eirini, Grimbiliana?
Status: Polis (Inv. p. 1146, IC s.v. Kydonia; I, L)
La città, ricordata da più fonti letterarie (per le quali cf. IC II, pp. 106-107), è probabile che entro il IV o III secolo a.C. sia finita sotto il controllo di una delle proprie vicine, verosimilmente Polyrrhenia (cf. Andreadaki Vlasaki 1991, pp. 410-411, Perlman 1996, pp. 249-250). L’unica testimonianza epigrafica relativa a Pergamos sembra essere la stele funeraria di III secolo a.C. IC II 15 3, proveniente da Hyrtakina o da Lissos, che ricorda una donna «pergamena di stirpe» (ll. 2-4, Περγαμία τὸ γένος) la cui onomastica, propria e paterna, non ha paralleli nella Pergamo d’Asia Minore.
Phalasarna
Località moderna: Chania, Falasarna
Status: Polis (Inv. 981, IC II XIX; I, M, L)
Elementi istituzionali: agora*, hieron*, nomos, polis, presbeutes, theorodokos
Comunità e assemblee. La città di Phalasarna compare attraverso il proprio etnico collettivo Φαλασάρνιοι come responsabile della stipulazione di accordi nei trattati del 300-272 a.C. IC II 11 1 = SEG 50.936, del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6 e nel presunto falso del 200 a.C. ca. Magnesia 41, dove è elencata fra le città del koinon cretese legate a Magnesia. L’etnico collettivo è inoltre documentato da due ghiande missili di fine IV - inizi III secolo a.C., SEG 59.379 A-B, il cui ritrovamento all’interno della cinta muraria di Aigilia sembra provare l’appartenenza dell’isola a Phalasarna (sebbene le iscrizioni SEG 59.881, SEG 59.886, IG V, 1 1390 e IG V, 1 951 B sembrino attestare lo status di polis per Aigilia; cf. Tsaravopoulos 2004-2009, Tsaravopoulos et al. 2012, Sekunda 2004-2009). Il termine polis, invece, occorre nella dedica del 246-221 a.C. IC II 19 2, della quale la città di Phalasarna è promotrice.
Cariche individuali o collegiali. Di Phalasarna sono noti due cittadini insigniti del ruolo di theorodokoi presso i santuari panellenici di Epidauro e Delfi, rispettivamente Androkles figlio di Epigenes (IG IV2, 1 96, 260-240 a.C.) e Polyainos figlio di Geraisios (SEG 26.624, 220-210 a.C. ca.). Il primo individuo, inoltre, è documentato anche dal proprio epitaffio del 220/219 a.C., SEG 24.1177, rinvenuto ad Alessandria d’Egitto, dove è verosimile che si fosse recato come ambasciatore.
Pratiche e strumenti istituzionali. Nel trattato del 300-272 a.C. IC II 11 1 = SEG 50.936 è presente un riferimento ai nomoi vigenti a Phalasarna, dei quali è stabilito il mantenimento.
Spazi pubblici. La polis intesa in senso spaziale è menzionata nel trattato del 300-272 a.C. IC II 11 1 = SEG 50.936 fra Phalasarna e Polyrrhenia, nel quale è ribadito il possesso della propria città e del proprio territorio da parte delle due contraenti.
Della città, distrutta dai Romani nel 69 a.C. (cf. Hadjidaki 2001), si sono conservati per via archeologica una cinta muraria classica ed ellenistica (cf. Coutsinas 2013, pp. 250-254), due strutture pubbliche – possibilmente templi – sull’acropoli (di cui uno di Diktynna secondo Dion.Calliph. 120-122, ἔχουσαν χἱερόν Ἀρτέμιδος ἅγιον, καὶ καλεῖσθαι τὴν θεόν Δίκτυνναν; sull’acropoli è inoltre attestato il culto di Hermes e forse dei Theoi Megaloi, come documentano le dediche IC II 19 3 e IC II 19 2) e l’imponente porto fortificato di epoca classico-ellenistica (cf. Hadjidaki 1988, Hadjidaki 2001, Hadjidaki 2013; cf. inoltre Scyl. 47, Dion.Calliph. 118-122), nel quale è presente anche un’area sacra (cf. le dediche ad Aia e Akakallis SEG 47.1409 e SEG 46.1234). Lo Stadiasmo, che definisce Phalasarna emporion, documenta inoltre l’esistenza di un santuario di Apollo nel porto della sua isola di Iousagoura e di un’agora sulla sua isola di Myle (Stad. 336; per le altre fonti letterarie relative a Phalasarna cf. IC II, pp. 218-220).
Polichna
Località moderna: Chania, Vrysses?
Status: Polis (Inv. 982, IC II XXII; M, L)
Elementi istituzionali: hieron*
La città di Polichna, nota da più fonti letterarie (Hdt. VII 170.1, Thuc. II 85.5-6, St.Byz. s.v. Πολίχνα), è verosimile che prima dell’avvento dell’epoca ellenistica finisca sotto il controllo di Kydonia, con la quale è in contrasto nel 429 a.C. (cf. Thuc. II 85.5-6; sulle coniazioni di Polichna cf. Stefanakis 1996). Della città si è conservato per via archeologica un santuario di epoca arcaico-classico di Demetra (cf. Andreadaki Vlasaki 1991, pp. 410-411, Cross 2011, pp. 240-241).
Polyrrhenia
Località moderna: Chania, Polyrrinia, ex Palaiokastro
Varianti toponimiche: Polyr(r)hen(ia), Polyr(r)henion
Status: Polis (Inv. 983, IC II XXIII; I, M, L)
Elementi istituzionali: agela, boule, byblion, chreophylakion, damiorgos, dokeo, dromos, euergetes, eunomia, heros, hiereus, hieron*, kosmos, magistrato monetario (e incisore), meis, nomos, polis, polites, Potamios, presbeutes, proxenos, psephisma, soter, theorodokos, thesauros*
Comunità e assemblee. La polis di Polyrrhenia è attestata attraverso il proprio etnico collettivo come responsabile della stipulazione di accordi nei trattati del 300-272 a.C. IC II 11 1 = SEG 50.936, del 260-250 a.C. ca. IC I 23 1, del 183 a.C. IC IV 179 e nel presunto falso del 200 a.C. ca. Magnesia 41, negli ultimi due dei quali risulta essere fra le città appartenenti al koinon cretese. L’etnico collettivo è inoltre impiegato nel trattato di III secolo a.C. IC II 23 2, in cui sono menzionati i beni posseduti dai cittadini di Polyrrhenia e da quanti vi risiedono senza averne la cittadinanza.
La città, indicata attraverso il termine polis, figura invece assieme ai cosmi come assemblea responsabile della deliberazione in più decreti perlopiù di II secolo a.C., nei quali compare all’interno della formula di sanzione (forse SEG 50.911 A di inizi III secolo a.C. e B, IC II 23 5, SEG 64.798 A e forse B, IC II 23 6 B senza cosmi) o mozione (201 a.C. ca., IC II 23 3). Riferimenti al ruolo svolto dalla polis nell’attività deliberativa sono inoltre presenti nei decreti di II secolo a.C. IC II 11 2, dove il termine occorre in riferimento alla concessione di prossenia accordatavi, e IC II 23 4 A, in cui figura invece l’etnico collettivo Πολυρρηνίων. La polis di Polyrrhenia risulta essere anche la promotrice delle dediche onorarie del 275-265 a.C. IC II 23 12 A per Areo I, del 189 a.C. ca. IC II 23 13 per Cornelio Scipione Ispallo, del 69-67 a.C. IC II 23 14 per Metello Cretico e della prima età imperiale IC II 23 12 B per Augusto, oltre che di quella votiva di III secolo a.C. IC II 23 8. Alla polis è inoltre da ricondurre l’iniziativa dell’intervento edilizio commemorato nell’iscrizione edificatoria di inizi II secolo a.C. IC II 23 7 B e verosimilmente della realizzazione del monumento funerario di II secolo a.C. I.Polyr. 23 per i propri caduti. La funzione di rappresentanza nelle relazioni internazionali è invece documentata per la polis dall’epistola di fine III - inizi II secolo a.C. IC II 23 1 inviatale da Tebe, nella quale figura assieme ai cosmi come destinataria della missiva e come responsabile dell’invio di ambasciatori presso Tebe, e in quella del 201 a.C. ca. IC II 23 3 diretta a Teos, di cui risulta essere mittente assieme ai cosmi.
La collettività civica dei politai è ricordata nell’epitaffio di I secolo a.C. IC II 23 22, nel quale figura come responsabile del kydos pubblico riconosciuto al defunto.
Cariche individuali o collegiali. Il collegio dei cosmi di Polyrrhenia è attestato come responsabile dell’attività deliberativa in più decreti della città, nei quali figura assieme alla polis all’interno della formula di sanzione (SEG 50.911 A di inizi III secolo a.C. e forse B di inizi II secolo a.C., SEG 64.798 A e forse B e IC II 23 5 di II secolo a.C.) o mozione (IC II 23 3 del 201 a.C. ca.). I cosmi, inoltre, figurano come responsabili delle relazioni estere nell’epistola tebana di fine III - inizi II secolo a.C. IC II 23 1, in cui risultano essere assieme alla polis i destinatari della lettera e i responsabili dell’invio di ambasciatori presso Tebe, e in quella indirizzata a Teos del 201 a.C. ca. IC II 23 3, della quale è mittente assieme alla polis. A Polyrrhenia i cosmi risultano essere i detentori dell’eponimia nei decreti: sono documentati in tale ruolo il cosmo Ph‑ in SEG 50.911 A di inizi III secolo a.C., verosimilmente - figlio di ‑mos in SEG 50.911 B di inizi II secolo a.C. e, nel II secolo a.C., Talthybios figlio di Biaththos in IC II 23 6 e Kephalos figlio di Sosos in SEG 64.798 A; una datazione eponimica menzionante un cosmo è forse presente anche nel decreto di II secolo a.C. SEG 64.798 B. Un ex cosmo, Perballon figlio di Biettos, è inoltre attestato come promotore della dedica votiva di II secolo a.C. IC II 23 10 a Hermes Dromios.
A Polyrrhenia è documentata l’esistenza di un collegio di damiorgoi, che risultano detenere l’eponimia nelle iscrizioni connesse alla sfera sacra. Un collegio composto da cinque magistrati è ricordato nell’iscrizione edificatoria del 300-250 a.C. IC II 23 7 relativa alla costruzione del naiskos fluviale di Polyrrhenia, menzionante i damiorgoi Onasandros figlio di Parmenon, Oionikles figlio di Taskydas, Oryas figlio di Pithos, Taskainnadas figlio di Sosos e Thales figlio di Menedamos. Cinque è anche il numero di magistrati commemorati nell’iscrizione edificatoria di inizi II secolo a.C. IC II 23 7 B pertinente ad un restauro dello stesso naiskos, che ricorda i damiorgoi Sokrates figlio di Stratokydes, Boulagoras figlio di Orouas, Androitos figlio di Aristion, Theodoros figlio di Sosos e Androkles figlio di Sosos. È verosimile che siano damiorgoi anche i magistrati menzionati nella formula di datazione della dedica votiva di III secolo a.C. IC II 23 8 proveniente dal medesimo naiskos, nella quale sono ricordati Sosos figlio di Tasskos, Peisagoras figlio di Timomenes, - figlio di Theagenidas, Eumelos figlio di Karaitho e forse un quinto individuo di cui è andato perduto il nome.
Quanto alla sfera sacra, a Polyrrhenia sono inoltre attestati un collegio di syneunomiotai, che figurano come promotori della dedica votiva a Pan di II secolo a.C. IC II 23 9 e fra i cui membri è attestato un individuo figlio di un Taskos, e il sacerdote Aigylos, indicato come in carica nell’iscrizione edificatoria del 300-250 a.C. IC II 23 7 A (ἐπὶ Αἰγύλω ἱαριτεύοντος).
Il decreto tebano di fine III - inizi II secolo a.C. IC II 23 1 documenta l’invio da parte di Polyrrhenia di due ambascerie, la prima delle quali composta dagli inviati ‑aion figlio di Phlitos, Menodoros figlio di An‑ e Sosos figlio di Agesippos, la seconda formata da ‑os figlio di Taskannadas, Theodoros figlio di Xan-, ‑os figlio di Menedemos e Pyri‑ figlio di -. Due epitaffi alessandrini, SEG 24.1185 del 229 a.C. e SB 3999 di fine III secolo a.C., conservano i nomi di altri due ambasciatori di Polyrrhenia, ‑r figlio di Menon, il cui nome è accompagnato dal titolo di presbeutes, e Battos, verosimilmente anch’egli inviato in Egitto con il medesimo ruolo.
Di Polyrrhenia sono noti tre cittadini insigniti del ruolo di theorodokoi presso santuari panellenici, Pasinous e Timomenes figli di Andrytos negli anni 220-210 a.C. ca. in relazione a quello delfico (SEG 26.624) e Sosos figlio di Eurypidos negli anni 220-200 a.C. ca. per quello epidaurio (SEG 11.414).
A Polyrrhenia, infine, è attestata l’esistenza di un magistrato monetario, Charisthenes, e di un individuo addetto alla coniazione, Pythodoros (cf. Svoronos 1890, pp. 274-284, Le Rider 1966, pp. 309-310).
Status sociali. I politai, nominati nell’epitaffio di I secolo a.C. IC II 23 22, sono menzionati anche come termine di paragone nel decreto onorario di inizi II secolo a.C. SEG 50.911 B, il cui beneficiario è a questi equiparato. Più dediche o decreti onorari ellenistici, inoltre, prevedono la concessione ai rispettivi beneficiari dello status di prosseno, euergetes o soter. Il primo è attestato nei decreti SEG 50.911 A-B, IC II 23 4 A-B, IC II 23 5, IC II 11 2 e forse SEG 64.798 A, mentre il secondo nelle dediche onorarie IC II 23 13 e IC II 23 14, nel secondo caso assieme al riconoscimento come soter, e nei decreti IC II 23 4 A, IC II 23 5 e forse SEG 64.798 A. Lo status di heros, invece, sembra essere conferito come riconoscimento pubblico post mortem ad un cittadino di Polyrrhenia, Theagenidas figlio di Pasinoos, commemorato nell’epitaffio di I secolo a.C. IC II 23 22.
Classi di età. L’esistenza a Polyrrhenia dell’agela è documentata dall’epitaffio di II secolo a.C. IC II 23 20, posto in memoria del giovane Adrastos figlio di Archinos, deceduto prima del completamento del periodo di addestramento efebico.
Calendario. Il decreto di II secolo a.C. SEG 64.798 A attesta l’esistenza a Polyrrhenia del mese Potamios, menzionato all’interno della formula di datazione del documento successivamente al ricordo del cosmo eponimo. L’indicazione di un mese doveva essere inoltre presente nel decreto di Polyrrhenia di II secolo a.C. IC II 23 6 A, dove compare il termine μηνί apparentemente in relazione ad una scadenza.
Celebrazioni. L’esistenza a Polyrrhenia di gare di corsa denominate dromoi è fortemente suggerita dalla dedica votiva di II secolo a.C. IC II 23 10 posta in onore di Hermes Dromios, patrono di tali pratiche.
Pratiche e strumenti istituzionali. Il verbo dokeo è impiegato in riferimento all’attività deliberativa nei decreti di III e II secolo a.C. SEG 50.911 A-B, SEG 64.798 A-B, IC II 23 5 e IC II 23 6 B, nei quali compare all’interno della formula di sanzione (ἔδοξε), e in quello del 201 a.C. ca. IC II 23 3, dove invece figura all’interno di quella di mozione (δεδόχθαι). Il termine psephisma, inoltre, sembra essere impiegato nel decreto di II secolo a.C. IC II 11 2, forse ascrivibile a Polyrrhenia, in riferimento a decreti da iscrivere su più stele.
Fra gli strumenti connessi all’amministrazione, è attestatata nei rendiconti del 6 a.C. IC II 11 3 la conservazione presso la boule di Polyrrhenia di una copia del registro della contabilità (βυβλίῳ) del Diktynnaion di Rodopou, posto sotto il controllo della città.
Nel trattato del 300-272 a.C. IC II 11 1 = SEG 50.936 è presente un riferimento ai nomoi vigenti a Polyrrhenia, dei quali è stabilito il mantenimento.
Spazi pubblici. La polis intesa in senso spaziale è menzionata nel trattato fra Polyrrhenia e Phalasarna del 300-272 a.C. IC II 11 1 = SEG 50.936, in cui è ribadito il possesso della propria città e del proprio territorio da parte delle due contraenti. Fra gli edifici pubblici di Polyrrhenia sono noti un chreophylakion, menzionato nel decreto di II secolo a.C. IC II 23 6, e la boule, attestata nei rendiconti del 6 a.C. IC II 11 3 come luogo presso cui è depositata una copia del registro relativo alla contabilità del Diktynnaion di Rodopou.
Della città, la cui fondazione è ricordata da Strabone come sinecismo di villaggi di Achei e Laconi (Strabo X 4.13; cf. Guizzi 2013; per le altre fonti letterarie relative a Polyrrhenia cf. IC II, pp. 237-240), sono noti per via archeologica una cinta muraria ellenistica (cf. Coutsinas 2013, pp. 249-250), il recinto di un tempio di fine IV secolo a.C. sull’acropoli (cf. Theophanidis 1942-1944, pp. 17-31) e un naiskos ellenistico in località Ieros Kolymbos presso il torrente Kamarianos, da cui proviene il thesauros IC II 23 7 (cf. Sporn 2002, pp. 283-290). Presso la città dovevano inoltre trovarsi spazi consacrati a Pan e Boudamos, il cui culto è documentato dalle dediche votive di II secolo a.C. IC II 23 9 e IC II 23 11 (sulla verosimile presenza di numerosi santuari a Polyrrhenia cf. Suid. s.v. Πολύρρηνες, τὸ Πολύρρηνον, τόπος Κρήτης, ἔνθα τοῖς θεοῖς ἔθυον.).
Tarrha
Località moderna: Chania, Agia Roumeli
Status: Polis (Inv. 991, IC II XXIX; I, M, L)
Elementi istituzionali: hieron*, polise, theorodokos
Comunità e assemblee. La polis di Tarrha figura attraverso il proprio etnico collettivo Ταρραῖοι nel trattato del 183 a.C. IC IV 179, nel quale compare fra le trentun città cretesi appartenenti al koinon cretese firmatarie dell’accordo con Eumene II.
Cariche individuali o collegiali. La lista delfica del 220-210 a.C. ca. SEG 26.624 documenta un cittadino di Tarrha, Sosos figlio di Timomenes, come theorodokos del santuario panellenico.
Spazi pubblici. Della città, dotata di un porto (cf. Stad. 329), si è conservato per via archeologica il tempio di Apollo Tharraios (?) di epoca classica (cf. Sphakia Survey, Nixon 2012, pp. 195-196; sul culto di Apollo Tarrhaios cf. St.Byz. s.v. Τάρρα).
Comunità dipendenti e santuari extraurbani
Inachorion
Località moderna: Chania, Vathi-Kouneni?
Varianti toponimiche: Ina
Status: Comunità dipendente (Inv. p. 1147, IC s.v. Polyrrhenia; L)
La località di Ina(chorion), definita χωρίον da Tolemeo (Ptol. III 15.2) e frequentata dall’età arcaica a quella imperiale, è verosimile che sia dipendente da Polyrrhenia (cf. Perlman 1996, p. 243, Faraklas et al. 1998, n. 77).
Kaudos
Località moderna: Chania, Gavdos, Agios Ioannis
Varianti toponimiche: Klaudos, Klaudia, Kaudo, Gaudos
Status: Comunità dipendente (Inv. p. 1146, IC II VII; I, L)
Elementi istituzionali: autodikos, autonomos, dokeo, eleutheros, kosmos, nomos, oikiontes
Comunità e assemblee. L’isola di Kaudos, antistante la costa sud-occidentale di Creta ed abitata dall’epoca geometrica a quella imperiale, è fornita di un centro abitato omonimo, definito polis da Tolemeo (Ptol. III 15.8; cf. Stad. 328; per le altre fonti letterarie su Kaudos cf. IC II, pp. 90-91). Sull’isola, che dispone di più porti (cf. IC IV 184), ha sede il culto di Zeus Kaudios, documentato dalla dedica votiva di III secolo a.C. IC II 7 1. L’insieme degli abitanti dell’isola è noto dal trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC IV 184, stipulato fra Gortyna e coloro che risiedono a Kaudos (οἱ τὰν Καῦδον ϝοικίοντες), comunità dipendente da Gortyna ai cui membri è accordato collettivamente da quest’ultima lo status di eleutheroi, autonomoi e autodikoi.
Cariche individuali o collegiali. Kaudos è la sola comunità dipendente di Creta di cui sono indicati magistrati propri: il trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC IV 184, infatti, vi documenta l’esistenza di un collegio di cosmi, il cui rappresentante Ophelandros figlio di Porton è commemorato all’interno della datazione eponimica dell’iscrizione. In età imperiale, inoltre, è attestato dalla dedica onoraria di II secolo d.C. SEG 11.494 un ἐπιμελητὴς Καύδου (sul quale cf. Robert 1940b).
Pratiche e strumenti istituzionali. Il trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC IV 184 documenta per Kaudos l’esistenza di propri nomoi, dei quali le è concesso da Gortyna di avvalersi, oltre che verosimilmente la possibilità che ha di ricorrere alla prassi deliberativa per apportare modifiche agli accordi di comune accordo con Gortyna ([αἰ δέ τί κα δόξηι]).
Kissamos
Località moderna: Chania, Kasteli Kissamou
Varianti toponimiche: Kisamos
Status: Limen (Inv. p. 1147, IC II VIII; I, L)
La località di Kissamos, le cui più antiche testimonianze archeologiche risalgono al Tardo Minoico III C (nel sito sull’altura di Selli-Trachilos), perlomeno in epoca ellenistica è sotto il controllo di Polyrrhenia, di cui è porto (cf. Stad. 339) e di cui ospita i decreti SEG 50.911 A-B di III e II secolo a.C. sulla propria acropoli (sulle evidenze archeologiche di Kissamos cf. Markoulaki et al. 2004, Theophanidis 1942-1944, pp. 1-11; per le fonti letterarie menzionanti Kissamos cf. IC II, pp. 94-96). Kissamos acquisisce lo status di polis solo in età imperiale (cf. Kaibel, EG 384, IC II 8 1, IG XIV 1575), momento in cui è dotata di una boule (cf. IC II 8 11), di un teatro e di un anfiteatro (cf. Falkener 1854, p. 26).
Lachania
Località moderna: Chania, Varypetro?
Status: Comunità dipendente (Inv. p. 1146, IC -; I)
Lachania, definita κώμη nell’iscrizione del 250-200 a.C. IC II 10 1 (cf. Bile 1986, Perlman 1996, pp. 243-244), è situata nel territorio di Kydonia, da cui dipende; nei suoi pressi è stata rinvenuta una piccola torre di guardia (cf. Coutsinas 2013, pp. 366, 438). Dal toponimo Lachania – attraverso la deformazione veneziana La Chania / La Canea e quella turca Al Chania – deriva il nome attuale di Kydonia, Chania (cf. Tomadakis 1938).
Minoa
Località moderna: Chania, Marathi?
Varianti toponimiche: Minoium, Minos
Status: Limen (Inv. p. 1146, IC s.v. Aptera; I, L)
La località, i cui resti archeologici documentano una continuità abitativa dall’epoca arcaica a quella imperiale (cf. Theophanidis 1950-1951, pp. 1-13), è definita λιμήν da Tolemeo (Ptol. III 15.4; compare invece come oppidum in Plin. IV 59, come τόπος in Stad. 344). Minoa sembra essere in alcuni periodi sotto il controllo di Kydonia, che nel III secolo a.C concede ad un proprio euergetes ventidue pletri di vigneti situati in tale località (cf. IC II 10 1), mentre in altri sotto quello di Aptera, per la quale funge da punto di approdo (sui più porti di Aptera cf. IC II 3 4 C, SEG 63.747 e verosimilmente SEG 41.742).
Pelkis
Località moderna: Chania, Kontokynigi?
Status: Comunità dipendente (Inv. p. 1147, IC s.v. Kantanos; I)
Elementi istituzionali: theorodokos
Comunità e assemblee. La località di Pelkis, occupata dall’epoca classica a quella imperiale, non sembra aver mai detenuto lo status di polis ma essere dipendente della vicina Kantanos (cf. Gondicas 1988, pp. 56-66).
Cariche individuali o collegiali. La lista delfica del 220-210 a.C. ca. SEG 26.624 documenta un suo individuo, Archamenes figlio di Charinikos, insignito del ruolo di theorodokos relativamente al santuario panellenico.
Spazi pubblici. Della località si è conservata per via archeologica una cinta muraria (cf. Coutsinas 2013, pp. 259-260).
Phoinix 1
Località moderna: Chania, Foinikas, Loutro
Status: Limen (Inv. p. 1172, IC II XX; L)
La località di Phoinix, che funge da porto per le città di Anopolis e di Araden, è definita polis da più fonti letterarie (cf. Stad. 328-329, Ptol. III 15.3, St.Byz. s.v. Φοινικοῦς; per le altre fonti letterarie relative a Phoinix cf. IC II, pp. 226-227), status che pare aver assunto solamente in età imperiale, periodo in cui vi è attestato il culto di Serapide e Iuppiter Sol Optimus Maximus dalla dedica del 102-114 d.C. IC II 20 7.
Poikilasion
Località moderna: Chania, Trypiti?
Status: Hieron / Limen (Inv. pp. 1146, 1148-1149, IC II XXI; I, L)
Elementi istituzionali: hieron*
La località di Poikilasion in epoca ellenistica funge da porto verosimilmente per le città di Elyros e Hyrtakina (Stad. 330-331, in cui è definita anche polis oltre che hormos; cf. inoltre Ptol. III 15.3) ed è sede di un santuario in cui sono venerate più divinità, delle quali è fatta menzione nel giuramento del trattato del 278-270 a.C. IC II 17 1. In età imperiale Poikilasion è invece sede di un tempio di Serapide, il cui restauro è commemorato nell’iscrizione edificatoria di III secolo d.C. IC II 21 1.
Sipilen
Località moderna: Chania, ?
Status: Comunità dipendente (Inv. -, IC -; I)
La località, situata nel territorio di Kydonia o Aptera, è attestata solamente in epoca ellenistica dall’iscrizione IC II 10 4 di III-II secolo a.C., che documenta l’esistenza di un gruppo di cittadini di Eleutherna residenti a Sipilen.
Syia
Località moderna: Chania, Sougia
Varianti toponimiche: Syba
Status: Limen (Inv. -, IC II XXVII; L)
Elementi istituzionali: hieron*
L’abitato di Syia, occupato dall’epoca arcaica a quella imperiale e ospitante uno o due templi (sui cui resti archeologici cf. IC II, p. 299), è definito polis e porto nelle fonti letterarie (Stad. 331, St.Byz. s.v. Συΐα), status che è tuttavia improbabile che abbia detenuto. Oltre all’informazione fornita da Stefano di Bisanzio sulla pertinenza di Syia ad Elyros, di cui è detta essere epineion (St.Byz. s.v. Συΐα), il rinvenimento a Syia delle iscrizioni di Lissos IC II 27 1 di I secolo d.C. e verosimilmente 2 di II secolo a.C. sembrano documentare una dipendenza della località dalla/e vicina/e pol(e)is.
Santuari regionali e di confine
Arkoudospilia
La grotta sacra di Arkoudospilia, in uso nel Tardo Minoico III (1380-1050 a.C. ca.) e verosimilmente sotto il controllo di Kydonia o Aptera, in epoca classica ed ellenistica è dedicata al culto delle Ninfe, come testimoniano le dediche graffite SEG 31.816, e forse di Artemide e Apollo (cf. Guest-Papamanoli – Lambraki 1976; sui santuari rupestri cretesi cf. Kotsonas – Stampolidis 2013).
Diktynnaion di Rodopou
Località moderna: Chania, Menies, Rodopou
Status: Hieron (Inv. -, IC II XI; I, L)
Elementi istituzionali: apeleutheros, byblion, doulos, hieron, horos, naokoros
Spazi pubblici. Il santuario di Rodopou, le evidenze archeologiche delle cui attività cultuali risalgono almeno all’epoca geometrica, ospita dall’età arcaica a quella imperiale un tempio dedicato a Diktynna (cf. Prent 2005, pp. 311-312, Sporn 2001). Il santuario, situato nel territorio di Pergamos (Scyl. 47) e dotato di un approdo (ὅρμος, Stad. 341), è sotto il controllo di Polyrrhenia nel III e nel I secolo a.C., oltre che verosimilmente nel II secolo a.C. (cf. Strabo X 4.13, Πολυρρήνιοι, παρ᾽ οἷς ἐστι τὸ τῆς Δικτύννης ἱερόν, IC II 11 1, IC II 11 3; cf. però Strabo X 4.12, Κυδωνίας ὄρος ἐστὶ Τίτυρος, ἐν ᾧ ἱερόν ἐστιν οὐ Δικταῖον ἀλλὰ Δικτύνναιον). In età imperiale il santuario finisce sotto il controllo dei Romani, che utilizzano il tesoro conservatovi – la sacra pecunia deae Dictynnae – come fondo per gli interventi urbanistici dell’intera provincia di Creta (cf. Philostr. VA VIII 30, IC IV 333, IC IV 334, SEG 23.581, IC II 11 6; cf. inoltre Guarducci 1935, pp. 53-55). Il santuario, noto oltre che dai rinvenimenti archeologici anche da più fonti letterarie (Hdt. III 59, che ne attribuisce la fondazione ai Samii stanziatisi a Kydonia tra il 524 e il 519 a.C.; Scyl. 47; Stad. 340-341; Philostr. VA VIII 30), è menzionato nei suoi rendiconti del 6 a.C. IC II 11 3 conservati al suo interno come luogo di archiviazione del byblion di rendicontazione dello hieron di Diktynna. Nella stessa iscrizione, inoltre, è presente una menzione dei confini del santuario ([- - -] τῆς Σεβαστῆς Δικτύννης ὁρῶν).
Cariche individuali o collegiali. I rendiconti del 6 a.C. IC II 11 3 documentano l’esistenza di più neokoroi del santuario, responsabili di forniture di vino e olio destinate al Diktynnaion.
Status sociali. Fra i destinatari di pagamenti menzionati nei rendiconti del 6 a.C. IC II 11 3 figurano un doulos e un apeleutheros, che è verosimile che ricevano i compensi indicati per prestazioni lavorative da loro svolte presso il santuario.
Pratiche e strumenti istituzionali. Nei rendiconti del 6 a.C. IC II 11 3 è documentata l’esistenza di un byblion di rendicontazione del santuario conservato presso lo hieron stesso, di cui esiste un’altra copia depositata presso la boule di Polyrrhenia.
Grotta di Lera
La grotta sacra di Lera, in uso nel Tardo Minoico III B (1320-1200 a.C. ca.) e dal periodo geometrico a quello imperiale e verosimilmente sotto il controllo di Kydonia o Aptera, dal IV al I secolo a.C. è dedicata al culto delle Ninfe, di Kydon e di Pan, come testimoniano le dediche graffite SEG 31.815 e SEG 23.579 (cf. Guest-Papamanoli – Lambraki 1976; sui santuari rupestri cretesi cf. Kotsonas – Stampolidis 2013).
Santuario di Tsiskiana
Località moderna: Chania, Tsiskiana
Status: Hieron (Inv. -, IC -; -)
Elementi istituzionali: hieron*
Il santuario extraurbano a cielo aperto di Tsiskiana, in uso in epoca classica ed ellenistica e documentato solo per via archeologica, è dedicato a Poseidone, come testimonia la dedica SEG 45.1275. L’area sacra, verosimilmente pertinente a Elyros, ha restituito monete del IV e del III secolo a.C. di Kydonia, Polyrrhenia, Elyros, Gortyna e Argo, indici della dimensione regionale del santuario (cf. Niniou Kindeli 1995).
Santuario di Tylifos
Il santuario di Tylifos, noto per via archeologica e frequentato solamente in epoca ellenistica (cf. Markoulaki 2000), è pertinente ad una divinità maschile (Zeus? Apollo?), come testimonia il trattato fra Polyrrhenia e Phalasarna SEG 50.936 ivi deposto, in cui è previsto che entrambe le città dedichino parte del proprio bottino di guerra al dio veneratovi (l. 12, τῶι θεῶι). Il luogo sacro, possibilmente comune a Polyrrhenia e Phalasarna poiché situato apparentemente presso il confine fra le due poleis, è tuttavia verosimile che si trovi sotto il controllo della seconda, in quanto l’iconografia marina della copia conservatavi del trattato sembra identificare la stele come la copia di Phalasarna degli accordi, noti anche dalla copia comune conservata nel Diktynnaion di Rodopou IC II 11 1.
Koina locali
Oreioi
Località moderna: Chania, Lefka Ori
Status: Koinon (Inv. -, IC s.v. Kantanos; I, M, L)
Comunità e assemblee. La confederazione degli Oreioi, la cui esistenza è attestata solamente in epoca ellenistica, è formata dalle città di Lissos, Elyros, Hyrtakina e Tarrha e forse per un certo periodo anche Kantanos; la loro appartenenza al koinon è deducibile dalla loro adozione di una monetazione analoga e poi comune, contraddistinta quest’ultima dalla legenda Ὀρ(είων) (cf. Stefanakis 2000b, Traeger 2007; sulle fonti relative agli Oreioi cf. Chaniotis, Verträge 70, Chaniotis 2015). Gli Oreioi, nell’orbita di Gortyna agli inizi del III secolo a.C. e di Polyrrhenia negli anni della guerra di Lyttos (cf. IC II 17 1, Polyb. IV 53.6), sono i responsabili della stipulazione di accordi con il re Maga di Cirene nel trattato del 278-270 a.C. IC II 17 1, nel quale compaiono attraverso il proprio etnico collettivo. L’etnico Ὀρειοί, inoltre, figura in riferimento alla confederazione nell’epitaffio del 275-250 a.C. IG V, 1 723, nel quale il defunto afferma che la propria patris sono gli Oreioi.
Spazi pubblici. Nel trattato IC II 17 1 è prevista la collocazione del documento nel Diktynniaon di Lissos, luogo sacro che parrebbe dunque essere stato individuato come santuario federale della confederazione (cf. Capdeville 2011; sulle infrastrutture ellenistico-imperiali di collegamento fra alcune delle città della confederazione, Lissos, Elyros e Hyrtakina, cf. Niniou Kindeli 1990).
Rethymno
Poleis
Allaria
Località moderna: Rethymno, Chamalevri?
Status: Polis (Inv. 944, IC II I; I, M, L)
Elementi istituzionali: dokeo, ekklesia, gramma, hieron, isopoliteia, kosmos, phyle (?), polise, polis, votante
Comunità e assemblee. La polis di Allaria, non documentata successivamente all’epoca ellenistica (per le fonti letterarie relative alla città cf. IC II, p. 1), compare attraverso il proprio etnico collettivo Ἀλλαριῶται come stipulante di accordi nel trattato del 183 a.C. IC IV 179 e nel presunto falso del 200 a.C. ca. Magnesia 41 come città appartenente al koinon cretese.
Il termine polis è invece impiegato nei decreti del 201 a.C. ca. IC II 1 1 e di II secolo a.C. IC II 1 2, nei quali risulta essere resposabile dell’atto deliberativo assieme ai cosmi, comparendo all’interno della formula di mozione. Nel decreto di II secolo a.C. IC II 1 2 la polis è menzionata anche a proposito delle buone relazioni intercorrenti fra questa e Teos e come responsabile dell’iscrizione del documento, oltre che come mittente assieme ai cosmi della lettera contenente il decreto. La città è inoltre nominata nella lettera di Thera del 260 a.C. ca. IG XII 3 328, nella quale viene ricordato un attacco subito dall’isola da parte dei pirati di Allaria.
Il decreto del 201 a.C. ca. IC II 1 1 documenta l’esistenza ad Allaria di un’ekklesia, assemblea presso cui si presentano gli ambasciatori teii.
Cariche individuali o collegiali. Il collegio dei cosmi di Allaria figura come responsabile della deliberazione nei decreti del 201 a.C. ca. IC II 1 1 e del II secolo a.C. IC II 1 2, nei quali compare all’interno della formula di mozione assieme alla polis. Fra le prerogative dei cosmi di Allaria rientra l’eponimia, come testimoniano le datazioni di II secolo a.C. dell’iscrizione edificatoria SEG 56.1047 e del decreto IC II 1 2, nel quale è commemorato il cosmo eponimo Philonbrotos figlio di Euthymachos. I cosmi, inoltre, figurano assieme alla polis come mittenti dell’epistola contenente il decreto IC II 1 2 di II secolo a.C. e come autorità tenute ad intervenire – assieme a chiunque altro lo desideri – in caso di violazione di quanto previsto dal decreto del 201 a.C. ca. IC II 1 1. Il collegio dei cosmi risulta promotore del restauro di un tempio nell’iscrizione edificatoria di II secolo a.C. SEG 56.1047, nel quale sono elencati i nomi di tutti e undici i suoi membri: Aikolidas figlio di Basilokles, Ormesandros figlio di Martas, Pollakes figlio di Phrasikartes, Enosaios figlio di Sokartes, Akeusilas figlio di Aristarchos, Basilokles figlio di Sanarios, Zaulos figlio di Wanaxagoras, Aristarchos figlio di Tithonidas, Thaumon figlio di Kwasinomos, Aristarchos figlio di Wergaios e Lakartes figlio di Lakartidos e nipote di Menarchos. Nell’iscrizione è commemorato anche un dodicesimo individuo, Onasandros figlio di Krithon detto Tralios, indicato come responsabile della votazione (ἐψάφιξε) e quindi verosimilmente identificabile come il proponente del decreto mediante cui è stato stabilito il restauro ricordato nell’iscrizione edificatoria.
Ripartizioni civiche. Il nome di una phyle potrebbe essere menzionato all’interno della formula di datazione dell’iscrizione edificatoria di II secolo a.C. SEG 56.1047, nella quale il ricordo dei cosmi è seguito da una lacuna ([. . 2-3 .]φ[. .]ν).
Status sociali. L’unico status attestato ad Allaria è quello di isopolites, concesso collettivamente ai Parii mediante il decreto di II secolo a.C. IC II 1 2 (ἰσοπολιτείαν).
Pratiche e strumenti istituzionali. Il verbo dokeo è impiegato in riferimento alla prassi deliberativa nei due decreti noti della città, IC II 1 1 del 201 a.C. ca. e IC II 1 2 di II secolo a.C., nei quali compare all’interno della formula di mozione (δεδόχθαι). Nel decreto di II secolo a.C. IC II 1 2, inoltre, è documentato l’invio di lettere, definite γρά[μματα], da parte di Allaria a Paros.
Spazi pubblici. L’iscrizione edificatoria di II secolo a.C. SEG 56.1047 testimonia il restauro di un santuario situato ad Allaria, che è possibile che sia quello di Apollo commemorato dal coevo decreto IC II 1 2, che vi prevede la collocazione della stele del documento in questione.
Axos
Località moderna: Rethymno, Anogeia
Varianti toponimiche: Oaxos, Waxos
Status: Polis (Inv. 950, IC II V; I, M, L)
Elementi istituzionali: agora, Ai-, andreion, anebos, apokosmos, astos, basileus*, Boazromios, boule, demos, demosios, dika (?), dikastas, dokeo, Donokeis, doulos, ekdyomenos, ekklesia, Hekatonba ha megala, hetaireia, hiereus, hieron, horos, isopoliteia, kosmos, Kydanteia, Latosioi, naos, nomos, phylax, phyle, polis, polites, presbeutes, proedros, proxenos, psephizo, Pythia, syntheka, temenos, thiasos, xenos, -tidai, -s
Comunità e assemblee. La polis di Axos figura attraverso il proprio etnico collettivo Ἄξιοι come responsabile della stipulazione di accordi nei trattati del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6, 240-221 a.C. ca. SEG 23.563 e 183 a.C. IC IV 179, nel quale risulta essere fra le città appartenenti al koinon cretese.
La città, indicata con il termine polis, figura invece come responsabile della deliberazione nel decreto del 201 a.C. ca. IC II 5 17, nel quale compare all’interno delle formule di sanzione e mozione assieme ai cosmi e in riferimento ai timia concessi da questa, e in quello di I secolo a.C. IC II 5 35 in relazione a quanto votato dalla città e alla sua concessione di timia; in quest’ultimo, inoltre, è attestata l’imposizione di una multa ai trasgressori da parte della collettività civica, indicata mediante il termine [πο]λειτᾶν. La polis risulta essere la promotrice della dedica onoraria del 200 a.C. ca. Miletos 314, nella quale è indicata mediante l’etnico collettivo Ὀαξίων, e verosimilmente di quella di fine III secolo a.C. IG IX, 12 3 783, oltre che la mittente assieme ai cosmi dell’epistola di fine III - inizi II secolo a.C. IC II 5 19 indirizzata alla Lega Etolica. La città, inoltre, è menzionata nel decreto del 201 a.C. ca. IC II 5 17 a proposito della philia e syngeneia intercorrente fra questa e Teos e nella legge del 525-500 a.C. IC II 5 1 come ente per cui è previsto che prestino servizio i lavoratori pubblici interessati dalla regolamentazione. Altre occorrenze del termine polis in contesti poco chiari sono presenti nella presunta legge di III-II secolo a.C. ΘΕΤΙΜΑ E 259 e nel presunto decreto di II secolo a.C. IC II 5 33.
Ad Axos è documentata l’esistenza di una bola, tenuta a fornire ogni tre anni un contributo di dodici stateri per il compimento di sacrifici previsti in occasione dei Kydanteia dalla legge sacra del 500-450 a.C. IC II 5 9. L’ekklesia, invece, è attestata nel decreto del 201 a.C. ca. IC II 5 17 come assemblea deputata all’accoglienza degli ambasciatori teii e alla ricezione del decreto da questi consegnato. Il damos di Axos, indicato nel medesimo decreto come responsabile delle decisioni prese, è menzionato anche nella legge sacra di fine IV secolo a.C. SEG 23.566, nella quale sono menzionati alcuni individui designati come salvatori del damos.
Cariche individuali o collegiali. Il collegio dei cosmi di Axos è documentato come responsabile della deliberazione nel decreto del 201 a.C. ca. IC II 5 17, nel quale figura all’interno delle formule di sanzione e mozione assieme alla polis, congiuntamente alla quale compare anche come mittente dell’epistola di fine III - inizi II secolo a.C. IC II 5 19 diretta alla Lega Etolica. Fra le mansioni di pertinenza dei cosmi di Axos rientrano la supervisione e partecipazione attiva a sacrifici ed operazioni cultuali secondo quanto stabilito dalla legge sacra di fine IV secolo a.C. SEG 23.566, la promozione ogni anno da parte del collegio in carica della prestazione del giuramento relativo al trattato del 240-221 a.C. ca. SEG 23.563 e l’iscrizione su pietra da parte del collegio di cosmi di cui è eponimo Telemnastos figlio di Kydas del testo del decreto di I secolo a.C. IC II 5 35, nel quale sembra essere prevista anche la rendicontazione da parte loro e dei proedroi delle spese pubbliche della città. Un cosmo eponimo di cui non si è conservato il nome, inoltre, era originariamente indicato all’interno della formula di datazione del presunto decreto di fine III - inizi II secolo a.C. IC II 5 28. Quanto alla composizione del collegio, le leggi del 525-500 a.C. Bile 27 e del 500-450 a.C. IC II 5 9, che prescrivono l’esazione di multe da parte del cosmo in carica, paiono entrambe attestare l’esistenza di un solo cosmo. Il collegio risulta invece essere composto da cinque membri, Sosokles, ‑nomos, Ikeite-, Soarchos e Tomokles, nella legge sacra di fine IV secolo a.C. SEG 23.566, mentre il numero di cosmi attestati è di tre, Telemnastos figlio di Kydas, - figlio di Kallinomos e An-, nel decreto di I secolo a.C. IC II 5 35. Altre occorrenze di uno o più cosmi in contesti poco chiari sono presenti nelle leggi del 500-450 a.C. SEG 23.565, del 525-500 a.C. IC II 5 5-6, di III secolo a.C. 24, 25 e 26 e nell’iscrizione di inizi I secolo a.C. 34. Nella legge sacra di fine IV secolo a.C. SEG 23.566, inoltre, è attestato il termine apokosmos, indicante verosimilmente i cosmi usciti di carica.
La presenza ad Axos di più sacerdoti è documentata dalla legge sacra del 500-450 a.C. IC II 5 9, nella quale è prevista una multa per quanti di loro sottraggano illecitamente una parte delle offerte sacrificali, e possibilmente dall’iscrizione di III-II secolo a.C. IC II 5 53. Una sacerdotessa, inoltre, sembra essere coinvolta nel compimento di sacrifici nella legge sacra di fine IV secolo a.C. SEG 23.566.
Fra le altre figure attestate ad Axos vi sono i dikastai menzionati nella legge di III secolo a.C. IC II 5 27, gli ambasciatori nominati nella presunta legge del 525-500 a.C. IC II 5 7 ([πρεισ]γηίαι), i proedroi indicati assieme ai cosmi apparentemente come responsabili della rendicontazione della città nel decreto di I secolo a.C. IC II 5 35 e un phylax nell’iscrizione di III secolo a.C. IC II 5 30. Un re di Axos, Etearchos, è inoltre testimoniato per l’età arcaica da Erodoto (Hdt. IV 154.2-155; per le altre fonti letterarie relative ad Axos cf. IC II, pp. 43-47).
Associazioni. L’esistenza di thiasoi ad Axos è testimoniata dalla legge sacra di fine IV secolo a.C. SEG 23.566, che vieta di condurre ad un tiaso notturno le vittime sacrificali del Pythion durante la luna nuova, e dalla presunta legge di III-II secolo a.C. ΘΕΤΙΜΑ E 259, menzionante un thiasos in un contesto di difficile interpretazione.
Ripartizioni civiche. La legge sacra di fine IV secolo a.C. SEG 23.566 testimonia la presenza ad Axos delle tribù dei Donokeis, dei Latosioi e di una terza il cui nome pare terminare in -s. Una quarta tribù, terminante in -tidai, compare inoltre all’interno della formula di datazione del presunto decreto di fine III - inizi II secolo a.C. IC II 5 28. L’esistenza presso la città di più eterie è testimoniata dalla legge sacra di fine IV secolo a.C. SEG 23.566, che sembra prevedere che i cosmi o gli ex cosmi distribuiscano fra queste le offerte sacrificali in occasione dei Pythia.
Status sociali. Lo status di cittadino è indicato ad Axos mediante i termini astos e polites. Il primo, attestato anche in relazione a donne, è menzionato nella presunta legge del 525-500 a.C. IC II 5 5-6 (ἀσταί) e in quella sacra di fine IV secolo a.C. SEG 23.566, che vieta l’accesso al Pythion sia alle donne cittadine che a quelle straniere ([χσέ]νας ἢ ἀστάς) e prevede il compimento di sacrifici da parte di cittadini maschi e di consacrazioni da parte di donne straniere. Lo status di polites è invece attestato nell’epistola di fine III - inizi II secolo a.C. IC II 5 19, relativa ad individui in possesso della cittadinanza di Axos, e nei trattati del 221-200 a.C. ca. IC II 5 20 B (πολιτε[ύεσθαι]) e di fine III secolo a.C. IC II 5 18 (ἰσοπ[ολιτ- - -]), che ne prevedono la concessione ai membri delle città alleate. Ad Axos, inoltre, sono attestati lo status di dolos, documentato dalla legge di III - inizi II secolo a.C. ΘΕΤΙΜΑ E 214, e possibilmente quello di demosios, menzionato forse nella presunta legge di III secolo a.C. IC II 5 26 ([δ]αμοσι[- - -]). Un riferimento a quanti detengono lo status di prosseni di Axos, inoltre, è presente nel decreto di I secolo a.C. IC II 5 35.
Classi di età. L’unica classe di età nota ad Axos è quella degli aneboi, menzionati nella presunta legge di III secolo a.C. IC II 5 25. L’esistenza di agelai, tuttavia, sembra essere suggerita dalla presenza nella presunta legge di III secolo a.C. IC II 5 24 del verbo ekdyo (ἐγδύεν, ἐγδύσε[ι]), abitualmente impiegato a Creta in relazione all’uscita dei giovani dall’agela.
Calendario. Ad Axos è attestata l’esistenza del mese Boazromios, indicato verosimilmente come scadenza nella legge del 525-500 a.C. Bile 27, e di un mese il cui nome inizia in Ai-, verso la cui fine è previsto il compimento di consacrazioni dalla legge sacra di fine IV secolo a.C. SEG 23.566.
Celebrazioni. La Grande Ecatombe commemorata nella legge del 525-500 a.C. IC II 5 1, al finanziamento dei cui sacrifici è previsto che contribuiscano i lavoratori pubblici della città, è possibile che coincida con il sacrificio di cento buoi prescritto nella legge legge sacra di fine IV secolo a.C. SEG 23.566. Ad Axos sono inoltre attestate le festività dei Kydanteia, i cui sacrifici sono finanziati dal versamento da parte della bola di un contributo di dodici stateri ogni tre anni secondo quanto stabilito dalla legge sacra del 500-450 a.C. IC II 5 9, e i Pyt(h)ia, in occasione dei quali è prevista da quella di fine IV secolo a.C. SEG 23.566 una distribuzione delle vittime sacrificali fra le eterie.
Pratiche e strumenti istituzionali. Il verbo dokeo è impiegato in relazione all’attività deliberativa nel decreto del 201 a.C. ca. IC II 5 17, nel quale figura all’interno delle formule di sanzione e mozione (ἔδοξεν, δεδόχθαι). Il verbo psephizo, inoltre, compare in riferimento ad una votazione avvenuta in conformità alla legge nel decreto del 201 a.C. ca. IC II 5 17 (ψαφιξαμένοις κατὰ τὸν νόμον) e relativamente a quanto già votato dalla polis in quello di I secolo a.C. IC II 5 35. Un riferimento a procedure giudiziarie, possibilmente relativo a processi di Axos, è inoltre presente nel trattato di III secolo a.C. IC II 5 29. Quanto alla terminologia relativa alle tipologie documentarie, il termine syntheka è attestato in riferimento ai documenti stessi nei trattati di fine III secolo a.C. IC II 5 23 e del 240-221 a.C. ca. SEG 23.563.
Spazi pubblici. La polis intesa in senso spaziale è menzionata nel trattato del 221-200 a.C. ca. IC II 5 20 B fra Axos e Tylisos a proposito dell’invito presso la propria città dei cittadini dell’alleata. Gli horoi del territorio della città, inoltre, sono nominati all’interno della descrizione dei confini fra Gortyna e Knossos presente nel trattato del 166/165 a.C. IC IV 182.
L’esistenza di un andreion ad Axos è documentata dalla legge del 525-500 a.C. IC II 5 1, che prevede per i lavoratori pubblici della città una fornitura di pasti presso di questo, e da quella di III secolo a.C. IC II 5 25, in cui è menzionato possibilmente in connessione al divieto per gli aneboi di accedervi.
Il santuario di Apollo Pythios, dotato di un naos e di un temenos, è menzionato nella legge sacra di fine IV secolo a.C. SEG 23.566, nella quale è vietato l’accesso al Pythion alle donne cittadine e straniere. È probabile inoltre l’esistenza ad Axos di un luogo consacrato al culto di Zeus Agoraios (a cui è forse ricollegabile la notizia dell’antico santuario di Zeus della cretese Asos riportata in St.Byz. s.v. Ἄσος· πολίχνιον Κρήτης. ὁ πολίτης Ἄσιος. οὕτω γὰρ ὁ Ζεὺς ἐκεῖ τιμᾶται καὶ Ἀσίου Διὸς ἱερὸν ἀρχαιότατον) e verosimilmente di un’agora, come suggeriscono la menzione della divinità nel giuramento del trattato del 240-221 a.C. ca. SEG 23.563 e la prescrizione di un sacrificio di cento buoi in suo onore nella legge sacra di fine IV secolo a.C. SEG 23.566.
Della città, che si avvale dei porti di Pantomatrion e di Astale a Bali (cf. Stad. 345-347), si sono conservati per via archeologica una cinta muraria (cf. Coutsinas 2013, p. 229), un tempio arcaico di Apollo Pythios (?) sull’acropoli, un tempio ellenistico-imperiale di Afrodite Areia (?) sull’acropoli e un santuario suburbano arcaico-imperiale di Demetra e Persefone in località Stou Gerakaro (cf. Tegou 2014, Tegou 2014a; sulle evidenze archeologiche dell’area del Mylopotamos cf. Gavrilaki – Tzifopoulos 2006). Le iscrizioni IC II 5 5-6 del 525-500 a.C. e IC II 5 36 di II-I secolo a.C., inoltre, documentano l’esistenza ad Axos del culto di Poseidone e di Artemide.
Bionnos
Località moderna: Rethymno, Kerame? Pyrgos?
Status: Polis (Inv. 952, IC -; I)
Elementi istituzionali: dikasterion (?), dokeo (?), histor (?), Leschanoreios (?), theorodokos
Cariche individuali o collegiali. Il trattato di inizi III secolo a.C. IC II 30 1, rinvenuto a Kerame e verosimilmente relativo ad accordi di natura giudiziaria riguardanti Bionnos e la sua comunità dipendente di Psycheion, documenta l’esistenza di testimoni ufficiali denominati wistorai, forse di pertinenza di Bionnos. La lista delfica del 220-210 a.C. ca. SEG 26.624, inoltre, documenta un cittadino di Bionnos, Theutimos figlio di The-, insignito del ruolo di theorodokos relativamente al santuario panellenico.
Calendario. Nel trattato di inizi III secolo a.C. IC II 30 1 è presente un riferimento ad una scadenza fissata per la luna nuova del mese Leschanoreios, possibilmente parte del calendario di Bionnos.
Pratiche e strumenti istituzionali. Il trattato di inizi III secolo a.C. IC II 30 1 conserva il verbo δοκῆι, apparentemente indice dell’attività deliberativa di Bionnos.
Spazi pubblici. Il trattato di inizi III secolo a.C. IC II 30 1 documenta la possibilità per le parti coinvolte di ricorrere ad un tribunale, forse di pertinenza di Bionnos. Della città, non documentata successivamente all’epoca ellenistica, si è conservata per via archeologica una cinta muraria di età classica (cf. Coutsinas 2013, pp. 237-238; sulla localizzazione di Bionnos a Kerame cf. Papadakis 1999-2000).
Eleutherna
Località moderna: Rethymno, Eleutherna
Varianti toponimiche: Eleuthenna
Status: Polis (Inv. 957, IC II XII; I, M, L)
Elementi istituzionali: agela, agelatas, agora, allopoliatas, Ametoridai*, aphamia, archos, Damatrios, demosios, Dionysios, dokeo, dromeus, dromos, ekklesia, eleutheros, ephoros (?), epoikos, hiereus, hieron, klarotas (?), kosmos, magistrato monetario, nomos, oikeus, phrourion, poinikastas, polis, polites, presbeutes, psephizo, Sph-, symposion (?), syntheka, theoros, xenios
Comunità e assemblee. La polis di Eleutherna figura attraverso il proprio etnico collettivo come responsabile della stipulazione di accordi nei trattati del 300-250 a.C. SEG 58.369, del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6, del 250-200 a.C. SEG 54.841, del 200-189 a.C. ca. IC I 16 17, del 200-175 a.C. ca. SEG 41.742 e del 183 a.C. IC IV 179, nel quale risulta essere fra le città appartenenti al koinon cretese. L’etnico collettivo, inoltre, figura nella dedica onoraria del 200 a.C. ca. Miletos 314, di cui Eleutherna è promotrice.
La città, indicata mediante il termine polis, figura invece come responsabile della deliberazione nel decreto del 201 a.C. ca. IC II 12 21, in cui compare all’interno della formula di mozione assieme ai cosmi, e nel trattato del 250-230 a.C. ca. SEG 41.741. La città risulta essere la promotrice della dedica onoraria di I secolo a.C. IC II 12 30, oltre che di quella di II secolo d.C. SEG 45.1264. La polis è menzionata nel decreto onorario delfico del 94-86 a.C. ca. Syll.3 737 in riferimento al comportamento degno della propria città mostrato dall’hydraulos di Eleutherna Antipatros e come destinataria dell’invio dello psaphisma previsto nel documento stesso. Il termine, inoltre, occorre nel trattato del 227-224 a.C. ca. IC II 12 20, nel quale la città risulta essere tenuta a mettere ai voti l’invio degli aiuti militari richiesti al re Antigono, e in un contesto non ricostruibile nella presunta legge di VI-V secolo a.C. IC II 12 14.
L’ekklesia è attestata ad Eleutherna dal trattato del 227-224 a.C. ca. IC II 12 20, che informa della sua convocazione da parte dei cosmi finalizzata ad una votazione in merito all’invio degli aiuti richiesti ad Antigono e del ruolo da questa svolto nell’accoglienza degli ambasciatori giunti presso la città, documentato quest’ultimo anche dal decreto del 201 a.C. ca. IC II 12 21 a proposito degli inviati teii.
Cariche individuali o collegiali. Il collegio dei cosmi di Eleutherna è documentato come responsabile della deliberazione nel decreto del 201 a.C. ca. IC II 12 21, nel quale figura assieme alla polis all’interno della formula di mozione. Cosmi eponimi sono noti dalle formule di datazione dei trattati del 200-189 a.C. ca. IC I 16 17 e del 200-175 a.C. ca. SEG 41.742, che commemorano rispettivamente - figlio di ‑n e un magistrato il cui nome è andato perduto, e verosimilmente dalla presunta legge di VI-V secolo a.C. IC II 12 9, che ricorda Timarkos e un altro cosmo di cui non è pervenuto il nome. Fra le mansioni svolte dai cosmi di Eleutherna sono inoltre documentate la convocazione dell’ekklesia e l’invio di aiuti militari richiesti dagli alleati (trattato del 227-224 a.C. ca. IC II 12 20), l’obbligo di far prestare il giuramento previsto dagli accordi dai giovani uscenti dall’agela (trattato del 200-175 a.C. ca. SEG 41.742) e funzioni di natura giudiziaria nelle relazioni con la comunità dipendente degli Artemitai (trattato di fine III secolo a.C. IC II 12 22); uno o più cosmi, inoltre, sono menzionati in un contesto lacunoso nella presunta legge di VI-V secolo a.C. IC II 12 14. In età imperiale, invece, a Eleutherna è attestata anche la figura del protocosmo, menzionata nell’iscrizione nel I-II secolo d.C. SEG 59.1027.
La legge del 550-500 a.C. SEG 41.739 attesta l’esistenza ad Eleutherna di uno o più sacerdoti, ai quali è vietato bere in eccesso durante il compimento dei sacrifici tranne dove tale prassi sia un’usanza propria della tradizione (ἀρκαῖόν ἐστι).
Ambasciatori di Eleutherna sono noti dai trattati di fine III secolo a.C. IC II 12 22 (πρεσγη[ία]ς) e verosimilmente del 227-224 a.C. ca. IC II 12 20, in cui sembra essere prevista la possibilità di invio di suoi presbeutai presso Antigono, e del 200-175 a.C. ca. SEG 41.742, in cui pare essere richiesta la presenza di una delegazione ([πρειγηίας]) della città al momento della prestazione del giuramento da parte dell’alleata Aptera. Un ambasciatore sacro (θιαρός), inoltre, è documentato per la città dalla legge di VI-V secolo a.C. IC II 12 11.
Ad Eleutherna, inoltre, sono documentati i magistrati monetari Otea‑ e possibilmente Daimachos (cf. Svoronos 1890, pp. 128-136, Le Rider 1966, pp. 207-208, 309-310). Fra le figure istituzionali di Eleutherna è possibile che vi siano anche un poinikastas, come suggerisce l’impiego del verbo ποινικα[κσίε?] nella legge di VI-V secolo a.C. IC II 12 11, uno xenios, forse menzionato in quella coeva IC II 12 4 (κσεν[- - -]), e un collegio di ephoroi, ricordati nel trattato del 300-250 a.C. ca. SEG 59.1026 ma non necessariamente pertinenti ad Eleutherna.
Status sociali. Il possesso dello status di eleutheros è indicato come requisito necessario per i componenti del contingente militare che Eleutherna è tenuta ad inviare in caso di bisogno all’alleato Antigono secondo quanto previsto dal trattato del 227-224 a.C. ca. IC II 12 20. Lo status di polites, invece, è attestato come concessione nel trattato del 200-189 a.C. ca. IC I 16 17 (πολι[τεύεσθαι]). Quanto alle classi servili, i trattati del 200-189 a.C. ca. IC I 16 17 e del 200-175 a.C. ca. SEG 41.742 testimoniano l’esistenza ad Eleutherna di una oiketeia e verosimilmente di un klaros, prevedendo l’intervento militare delle città alleate in caso di loro attacco. Ad Eleutherna, inoltre, sono documentati lo status di allopoliatas, oggetto di regolamentazione nella legge di VI-V secolo a.C. IC II 12 3, quello di epoikos, detenuto dai membri della sua comunità dipendente degli Artemitai e menzionato nel trattato di fine III secolo a.C. IC II 12 22, e possibilmente quello di demosios, che pare attestato dalla legge di VI-V secolo a.C. IC II 12 4 (δα[μ]οσι[- - -]).
Classi di età. La presenza ad Eleutherna di più agelai è documentata dal trattato del 200-175 a.C. ca. SEG 41.742, nel quale è previsto che i cosmi in carica facciano loro prestare il giuramento connesso agli accordi. I suoi membri, gli agelatai, risultano inoltre essere i promotori della dedica onoraria di II secolo a.C. IC II 12 26, da loro posta per il proprio archos Dorkos figlio di Wanaxagoras. La classe di età degli adulti, i dromeis, è invece menzionata nella legge del 550-500 a.C. SEG 41.739, che consente loro di dedicarsi a pratiche simposiali nella località di Dion Akron.
Calendario. Ad Eleutherna sono attestati i mesi Dionnysios, di cui è nominata la luna nuova nella presunta legge di VI-V secolo a.C. IC II 12 9, Damatrios, menzionato nel calendario sacrificale del 150-100 a.C. SEG 41.744, e Sph-, ricordato nella formula di datazione del trattato del 200-175 a.C. ca. SEG 41.742.
Celebrazioni. L’esistenza di gare di corsa ad Eleutherna è documentata dalla presunta legge di V secolo a.C. SEG 23.572, menzionante un dromos in un contesto del tutto frammentario. L’esistenza di pratiche simposiali, inoltre, è testimoniata dalla legge del 550-500 a.C. SEG 41.739, che vieta le bevute collettive ma ammette la possibilità di συνινπίνοντα πίνεν qualora interessi adulti che si riuniscano a tale scopo presso il Dion Akron.
Una dimensione ‘pubblica’ della sfera musicale a Eleutherna, suggerita dalla menzione di un kitharistas nella legge di VI-V secolo a.C. IC II 12 16, sembra trovare conferma nella presenza di più fonti letterarie attestanti i suoi citaredi detti Ametoridai (Ath. XIV 42, Hsch. s.v. ἀμητορίδας, Etym. M. s.v. Ἀμήτορας; per le altre fonti letterarie relative a Eleutherna cf. IC II, pp. 141-145).
Pratiche e strumenti istituzionali. Il verbo dokeo è impiegato in riferimento all’attività deliberativa nel decreto del 201 a.C. ca. IC II 12 21, nel quale compare all’interno della formula di mozione (δεδόχθαι). Il verbo psephizo, invece, è utilizzato nel trattato del 227-224 a.C. ca. IC II 12 20 in riferimento alla votazione attuata dalla polis in merito all’invio di aiuti all’alleato Antigono.
Un riferimento alle leggi vigenti presso la città è presente nel trattato del 200-189 a.C. ca. IC I 16 17 e verosimilmente in quello del 200-175 a.C. ca. SEG 41.742.
Quanto alla terminologia relativa alle tipologie documentarie, il termine syntheka è attestato in riferimento ai documenti stessi nel trattato di fine III secolo a.C. IC II 12 22 e verosimilmente in quello del 227-224 a.C. ca. IC II 12 20.
Spazi pubblici. La polis intesa in senso spaziale è menzionata in opposizione all’ap(h)amia nella legge di VI-V secolo a.C. IC II 12 16 in relazione ad un divieto riguardante un kitharistas, come luogo in cui è previsto il compimento di sacrifici nel calendario sacrificale del 150-100 a.C. SEG 41.744, come sede della prestazione del relativo giuramento nel trattato del 200-175 a.C. ca. SEG 41.742 e in riferimento alla concessione dell’enktesis prevista dal trattato del 200-189 a.C. ca. IC I 16 17.
I trattati del 200-189 a.C. ca. IC I 16 17 e forse del 200-175 a.C. ca. SEG 41.742 documentano l’esistenza nel territorio di Eleutherna di fortificazioni, in caso di attacco alle quali è previsto l’intervento militare delle città alleate.
L’unico santuario di Eleutherna noto per via epigrafica è l’Artemision, indicato nel calendario sacrificale del 150-100 a.C. SEG 41.744 fra i luoghi in cui è previsto che siano compiuti sacrifici (per il culto di Artemide ad Eleutherna cf. le dediche votive IC II 12 24 di I-II secolo d.C. e IC II 12 23). Un luogo di culto connesso verosimilmente a Zeus sembra essere testimoniato dal toponimo Dion Akron, menzionato sia da Tolemeo (Ptol. III 15.5) che nella legge del 550-500 a.C. SEG 41.739, in cui è ammessa la possibilità che in tale località avvengano bevute collettive.
La probabile menzione di Zeus Agoraios nel giuramento del trattato del 300-250 a.C. SEG 41.743, inoltre, potrebbe suggerire l’esistenza ad Eleutherna di una non altrimenti attestata agora.
Della città, che si avvale del porto di Pantomatrion (cf. Stad. 345, IC I 16 17 e forse SEG 41.742), si sono conservati per via archeologica una cinta muraria ellenistica (cf. Coutsinas 2013, pp. 230-233), un tempio geometrico-ellenistico sull’acropoli e un naiskos in uso in età geometrico-arcaica ed ellenistico-imperiale in località Katsivelos (cf. Stampolidis 1996, Stampolidis 2004); ad Eleutherna è inoltre documentato il culto di Zeus Hyetios dalla dedica votiva SEG 39.958 di datazione sconosciuta.
Ilattia
Località moderna: Rethymno, Veni?
Status: Polis (Inv. p. 1147, IC -; L)
La città di Ilattia, di cui sono dubbie sia la localizzazione che l’epoca di esistenza, è nota solamente dalla sua menzione in Polibio citata da Stefano di Bisanzio (St.Byz. s.v. Ἰλαττία).
Kourtolia
Località moderna: Rethymno, Koxare?
Status: Polis (Inv. p. 1146, IC -; I)
La città di Kourtolia, di cui non si hanno notizie successive all’epoca ellenistica, è documentata dalla dedica votiva di III secolo a.C. SB 8864, nella quale è menzionato il suo etnico Κουρτωλῖαος. Della città si è conservata per via archeologica una cinta muraria (cf. Coutsinas 2013, pp. 238-239).
Kytaion
Località moderna: Rethymno, Almyrida?
Status: Polis (Inv. 969, IC -; M, L)
La località di Kytaion, di incerta localizzazione, è nota solo a partire dalla tarda epoca classica, quando sembra avere una propria emissione monetaria di conii contraddistinti dalla legenda Κυ(ταίων) (cf. Stefanakis 1998; per le fonti letterarie relative a Kytaion, definita polis in St.Byz. s.v. Κύτα e asty in Nonn. D. XIII 238, cf. Inventory of Poleis, p. 1172).
Lappa
Località moderna: Rethymno, Argyroupoli
Status: Polis (Inv. 970, IC II XVI; I, M, L)
Elementi istituzionali: basileuo (?), dokeo, ekklesia, hieron*, kosmos, magistrato monetario, nomos, patron, phrourion, polis, proxenos, theorodokos
Comunità e assemblee. La polis di Lappa figura attraverso il proprio etnico collettivo Λαππαῖοι come responsabile della stipulazione di accordi nei trattati del 216-189 a.C. ca. IC IV 186 e del 183 a.C. IC IV 179, nel quale compare fra le città appartenenti al koinon cretese, oltre che nella lista di II secolo a.C. IG XII, 5 723 di poleis legate ad Andros. L’etnico è inoltre impiegato in riferimento alla collettività civica di Lappa nella fistula aquaria di epoca ellenistica o imperiale Theophanidis 1948-1949, p. 11 n. 5, pertinente ad un acquedotto pubblico di cui la città rivendica la realizzazione ed il possesso, e nel decreto di II secolo a.C. SEG 42.1006, nel quale compare a proposito della syngeneia intercorrente fra la città e Mylasa.
La città, indicata mediante il termine polis, figura come responsabile della deliberazione in più decreti della città perlopiù di II secolo a.C., nei quali compare all’interno della formula di sanzione da sola (IC II 16 4, 5 B, 7 A-B, 8 A e verosimilmente 5 A e 6 A-B) o assieme ai cosmi (IC II 16 3 del 201 a.C. ca., 7 C). Nel decreto di II secolo a.C. SEG 57.846, invece, in riferimento all’atto deliberativo è impiegato l’etnico Λαππαίων. La polis risulta essere la promotrice delle dediche onorarie del 17-13 a.C. SEG 57.847 e di quelle di età imperiale inoltrata IC II 16 14 e forse IC II 16 13. Il termine polis, inoltre, pare essere impiegato nel decreto del 300-250 a.C. IC II 16 2 in riferimento al meritevole comportamento mostrato nei confronti della città dagli ambasciatori di Tenos.
A Lappa è documentata l’esistenza dell’ekklesia, assemblea presso cui si presentano gli ambasciatori teii secondo quanto narrato nel decreto del 201 a.C. ca. IC II 16 3.
Cariche individuali o collegiali. Il collegio dei cosmi di Lappa è attestato come responsabile della deliberazione nei decreti del 201 a.C. ca. IC II 16 3 e di II secolo a.C. IC II 16 7 C, nei quali figura assieme alla polis all’interno della formula di sanzione. Un cosmo eponimo, Archon figlio di Antiochos, è inoltre noto dalla formula di datazione del trattato del 216-189 a.C. ca. IC IV 186. Il ruolo eponimico è attestato per i cosmi anche dalla formula datante della dedica onoraria di II secolo d.C. IC II 16 13.
L’esistenza a Lappa di un un magistrato monetario, Sylokos, è documentata dalla legenda di una coniazione di II secolo a.C. (cf. Svoronos 1890, pp. 208-216, IC II, p. 195).
L’iscrizione frammentaria di inizi V secolo a.C. IC II 16 1, di problematica interpretazione, conserva in un contesto irricostruibile la sequenza βασιλι-, possibilmente pertinente ad una forma verbale di basileuo.
A Lappa sono noti due individui insigniti del ruolo di theorodokoi presso santuari panellenici, Archon figlio di Echaridas per quello delfico negli anni 220-210 a.C. ca. (SEG 26.624) e Archon figlio di Achaiadas per quello epidaurio negli anni 220-200 a.C. ca. (SEG 11.414).
Status sociali. Fra gli status di Lappa sono noti solamente quelli di prosseno e patrono concessi nell’ambito di conferimenti onorari: il primo è accordato nei decreto onorari di II secolo a.C. IC II 16 4, 5 A-B, 6 A-B, 7 B-C, 8 A e SEG 57.846, mentre il secondo nella dedica onoraria del 17-13 a.C. SEG 57.847 a Marco Vipsanio Agrippa, proclamato patrono della città.
Pratiche e strumenti istituzionali. Il verbo dokeo è impiegato in riferimento all’attività deliberativa in più decreti di Lappa: in quello del 201 a.C. ca. IC II 16 3 compare sia all’interno della formula di sanzione che di quella di mozione (ἔδοξε, δε[δόχθαι]), mentre nei decreti onorari di II secolo a.C. IC II 16 4, 5 A-B, 6 A-B, 7 A-C e 8 A figura all’interno di quella di sanzione (ἔδοξε).
L’esistenza di leggi portuali presso la città è documentata dal trattato del 216-189 a.C. ca. IC IV 186 fra Lappa e Gortyna, nel quale è stabilito che la tassazione dei trasporti via mare debba essere conforme ai nomoi hyper ton enlimenion.
Spazi pubblici. Il trattato del 216-189 a.C. ca. IC IV 186 documenta l’esistenza nel territorio di Lappa di più phrouria, oltre che della sua disponibilità di almeno due porti, identificabili in quelli di Hydramia e Phoinix 2 (cf. Stad. 346, Strabo X 4.3).
Della città si è conservata per via archeologica una cinta muraria (cf. Coutsinas 2013, p. 241). Un passo di Stefano di Bisanzio, inoltre, testimonia l’esistenza di un santuario di Atena Koresia presso il lago di Kournas (cf. St.Byz. s.v. Κόριον; sulle altre fonti letterarie relative a Lappa cf. IC II, pp. 191-192), mentre in età imperiale il culto di Nemesi, Persefone e del Theos Hypsistos è documentato a Lappa dalle iscrizioni SEG 59.1059, IC II 16 10 e SEG 57.849.
Phalanna
Località moderna: Rethymno, Onithi?
Status: Polis (Inv. p. 1146, IC II XVIII; I, L)
Elementi istituzionali: theorodokos
Cariche individuali o collegiali. La città di Phalanna, definita polis da Stefano di Bisanzio (St.Byz. s.v. Φάλαννα e Φαλάνναια), è menzionata anche nella lista delfica del 220-210 a.C. ca. SEG 26.624, che ne documenta un cittadino, Aulos, insignito del ruolo di theorodokos del santuario panellenico.
Spazi pubblici. Della città, non documentata successivamente all’epoca ellenistica, si è conservata per via archeologica una cinta muraria classica ed ellenistica (cf. Coutsinas 2013, pp. 239-240; sul sito di Onithe cf. Psaroudakis 2004).
Rhithymna
Località moderna: Rethymno, Rethymno
Varianti toponimiche: Rhithymnia, Arsinoe?
Status: Polis (Inv. 987, IC II XXIV; I, M, L)
Elementi istituzionali: polise (?), hieron*, theorodokos
Comunità e assemblee. La polis di Rhithymna, nota solo a partire dall’epoca classica, è probabile che in epoca ellenistica sia soggetta a rifondazione con il nome di Arsinoe (sulle cui monete cf. Le Rider 1968a, Lefebvre 2012, pp. 14-18; sulle fonti letterarie menzionanti Rhithymna cf. IC II, p. 268). L’etnico collettivo Ἀρσινοεῖς, indicante forse la comunità poleica di Rhithymna, figura nella lista di città appartenenti al koinon cretese stipulanti accordi con Magnesia nel presunto falso Magnesia 41 del 200 a.C. ca.
Cariche individuali o collegiali. La lista delfica del 220-210 a.C. ca. SEG 26.624 documenta un cittadino di Rhithymna, Epithetos figlio di Akousilaos, insignito del ruolo di theorodokos del santuario panellenico.
Spazi pubblici. Della città è noto per via archeologica un tempio, visto per l’ultima volta da Onorio Belli (cf. Falkener 1854, p. 25), che è possibile che sia sede del culto di Afrodite ed Hermes, documentato dalla dedica votiva di età imperiale Daux 1957, p. 623.
Sisai
Località moderna: Rethymno, Sises
Varianti toponimiche: Sisa?
Status: Polis (Inv. -, IC -; I)
Elementi istituzionali: polise
La località è attestata solamente in epoca ellenistica, periodo a cui risale l’horos SEG 25.1022 di III - inizi II secolo a.C. che reca l’etnico collettivo Σισαίων, impiegato in riferimento alla comunità di Sisai (cf. Alexiou 1966).
Sybrita
Località moderna: Rethymno, Thronos
Varianti toponimiche: Sibrytos, Soubrita
Status: Polis (Inv. 990, IC II XXVI; I, M, L)
Elementi istituzionali: agora (?), Dionnysia, dogma, dokeo, hestia (?), hegemon, hieron*, kosmos, polis, polites, proxenos, syntheka, theorodokos, -nios (?)
Comunità e assemblee. La polis di Sybrita compare attraverso il proprio etnico collettivo Συβρίτιοι come responsabile della stipulazione di accordi nei trattati del 300-250 a.C. SEG 58.369 e del 183 a.C. IC IV 179, nel quale figura fra le città appartenenti al koinon cretese, oltre che nella lista di poleis legate ad Andros di II secolo a.C. IG XII, 5 723. La città, indicata attraverso il termine polis, risulta essere assieme ai cosmi la mittente dell’epistola del 201 a.C. ca. IC II 26 1 e la promotrice del decreto in questa contenuto. Il ruolo di responsabile della deliberazione sembra essere attestato per la polis anche nel trattato del 216-189 a.C. ca. IC IV 183 e nei decreti onorari di fine III - II secolo a.C. SEG 60.1000 I-III e V-VIII, nei quali è indicata mediante l’etnico collettivo. La polis, inoltre, figura come destinataria del versamento di multe nel trattato del 216-189 a.C. ca. IC IV 183, oltre che come promotrice dell’intervento edilizio commemorato dall’iscrizione edificatoria di I secolo d.C. SEG 51.1180.
Cariche individuali o collegiali. Il collegio dei cosmi di Sybrita è attestato come mittente dell’epistola del 201 a.C. ca. IC II 26 1 assieme alla polis; nel decreto contenuto nella lettera, inoltre, i cosmi in carica sono indicati come le figure aventi autorità d’intervento in caso di violazione di quanto stabilito. Nel trattato del 216-189 a.C. ca. IC IV 183, invece, è previsto che i cosmi in carica diano annuncio anticipato presso la città alleata, Gortyna, della lettura pubblica annuale del testo degli accordi.
La lista delfica del 220-210 a.C. ca. SEG 26.624 documenta un individuo di Sybrita, Eurylaos figlio di -, insignito del ruolo di theorodokos del santuario panellenico. I decreti onorari di fine III - II secolo a.C. SEG 60.1000 III e V, inoltre, documentano la presenza a Sybrita di due forestieri, Meleagros figlio di Artemidoros di Alabanda e Menoitos figlio di Iatrokles di Stratonicea, beneficiari della concessione della prossenia e della cittadinanza e identificati come hegemones, ruolo che è verosimile che abbiano svolto presso la città.
Status sociali. Nel trattato del 216-189 a.C. ca. IC IV 183 è presente un riferimento a più cittadini di Sybrita, sebbene in un contesto di difficile interpretazione. Lo status di polites è documentato nella città anche dai decreti onorari di fine III - II secolo a.C. SEG 60.1000 III, V e forse VI, nei quali è concesso a più individui stranieri assieme alla prossenia. Lo status di prosseno, inoltre, è conferito anche nei decreti onorari SEG 60.1000 I-II, IV e VII-VIII.
Calendario. È possibile che appartenga al calendario di Sybrita il mese terminante in -nios di cui è menzionata la luna nuova nel trattato del 216-189 a.C. ca. IC IV 183 fra la città e Gortyna, sebbene non sia da escludere che possa essere di pertinenza di quest’ultima polis.
Celebrazioni. L’esistenza a Sybrita di festività denominate Dionnysia è documentata dall’iscrizione di III secolo a.C. SEG 58.1021. La pratica di danze in armi, forse connesse a particolari festività o rituali, è inoltre testimoniata per la città dalle iconografie di un cratere di epoca geometrica, decorato con scene di danze armate (per il quale cf. D’Agata 2012).
Pratiche e strumenti istituzionali. Il verbo dokeo sembra essere impiegato in riferimento all’attività deliberativa congiunta delle due contraenti del trattato del 216-189 a.C. ca. IC IV 183; in quest’ultimo, inoltre, è presente il termine syntheka, utilizzato in riferimento al documento stesso. Nel decreto del 201 a.C. ca. IC II 26 1, invece, è attestato il termine dogma in relazione al documento emanato dalla polis.
Spazi pubblici. Fra le divinità menzionate nel giuramento del trattato del 216-189 a.C. ca. IC IV 183 sembrano essere menzionati Hestia e Zeus Agoraios, possibili indici dell’esistenza a Sybrita di un’hestia e di un’agora.
Della città, che pare controllare il Cranaeum Antrum e si avvale del porto di Soulia (sulle fonti letterarie relative a Sybrita cf. IC II, pp. 289-290), si sono conservati per via archeologica una cinta muraria arcaica ed ellenistica (cf. Coutsinas 2013, pp. 234-236), il cosiddetto ‘edificio monumentale A1’ di epoca geometrica (cf. D’Agata 2000) e un tempio forse ellenistico possibilmente di Dioniso (cf. Karamaliki 2011). L’iscrizione edificatoria di I secolo a.C. SEG 51.1180, inoltre, vi testimonia l’esistenza di un santuario di Hermes, mentre la dedica votiva di II secolo d.C. IC II 26 3 vi documenta il culto del Theos Hypsistos.
Comunità dipendenti e santuari extraurbani
Artemitai
Località moderna: Rethymno, ?
Status: Comunità dipendente (Inv. p. 1159, IC s.v. Eleutherna; I)
Comunità e assemblee. L’esistenza della politeia degli Artemitai, attestata solamente in epoca ellenistica, è documentata dal trattato di fine III secolo a.C. IC II 12 22 stipulato fra questa ed Eleutherna. Gli Artemitai, indicati mediante il proprio etnico collettivo e definiti epoikoi, sembrano dunque costituire una comunità dipendente da Eleutherna (cf. IC II, p. 145), possibilmente una polis a questa soggetta (così Perlman 1996, pp. 252-254).
Pratiche e strumenti istituzionali. Il trattato di fine III secolo a.C. IC II 12 22 si configura come syntheka(i), testimoniando l’autorità detenuta dalla comunità degli Artemitai nella stipulazione di accordi.
Cranaeum Antrum
Località moderna: Rethymno, Patsos
Status: Hieron (Inv. -, IC II IX; I)
Elementi istituzionali: hieron*
La grotta sacra di Patsos, in uso dal Tardo Minoico III C all’età imperiale e probabilmente sotto il controllo di Sybrita, è consacrata perlomeno in epoca ellenistica ad Hermes Kranaios, come documenta la dedica votiva IC II 9 1 (cf. Prent 2005, pp. 156-158, 312-314, 606-608; sui santuari rupestri cretesi cf. Kotsonas – Stampolidis 2013).
Hydramia
Località moderna: Rethymno, Dramia?
Status: Limen (Inv. -, IC II XIV; L)
La località di Hydramia, di incerta localizzazione, a partire dall’epoca classica funge da approdo per Lappa sulla costa settentrionale di Creta (cf. Stad. 346); è definita polis da Stefano di Bisanzio (St.Byz. s.v. Ὑδραμία; per le altre fonti letterarie relative a Hydramia cf. IC II, p. 183).
Osmida
Località moderna: Rethymno, Pantanassa?
Status: Comunità dipendente (Inv. p. 1147, IC s.v. Eleutherna; L)
La località, menzionata solamente dallo Pseudo-Scilace (Scyl. 47) come prossima ad Eleutherna, da cui è dipendente, sembra essere occupata dall’epoca classica a quella imperiale ed essere dotata di una cinta muraria (cf. Coutsinas 2013, pp. 234-236).
Pantomatrion
Località moderna: Rethymno, Stavromenos? Sfakaki?
Varianti toponimiche: Amphimatrion, Pautomatrium
Status: Limen (Inv. pp. 1146, 1159, IC s.v. Axos, Eleutherna; I, L)
La località di Pantomatrion, di incerta localizzazione, funge da porto per Axos ed Eleutherna dall’epoca ellenistica a quella imperiale (cf. Ptol. III 15.5, Stad. 345, Plin. IV 59), quando arriva a detenere lo status di polis, come testimonia l’iscrizione Peek 1955, n. 784, che ne attesta l’etnico (cf. inoltre St. Byz. s.v. Παντομάτριον· πόλις Κρήτης).
Phoinix 2
Località moderna: Rethymno, Phoinikias?
Status: Limen (Inv. pp. 1147, 1172, IC s.v. Lappa; L)
La località di Phoinix, di incerta localizzazione, è dipendente da Lappa, per la quale funge da approdo sulla costa meridionale di Creta in epoca ellenistica ed imperiale (cf. Strabo X 4.3, Φοίνικα τὸν Λαμπέων).
Psycheion
Località moderna: Rethymno, Melissa Akra?
Status: Comunità dipendente (Inv. p. 1148, IC II XXX; I, L)
Elementi istituzionali: theorodokos
Comunità e assemblee. La località di Psycheion, non attestata anteriormente all’epoca ellenistica, possiede un porto definito come λιμὴν θερινός (Stad. 325; è invece detta polis in St.Byz. s.v. Ψύχιον; cf. inoltre Ptol. III 15.3), che è verosimile che sia di pertinenza della vicina Bionnos (cf. Perlman 1995, p. 139). Il trattato di inizi III secolo a.C. IC II 30 1, rinvenuto nel presunto sito di Bionnos e menzionante Psycheion, è verosimile che conservi parte del testo di accordi relativi alle due località; nel caso in cui l’integrazione proposta da Angelos Chaniotis [τ]ῶν τὸ Ψυχήιον [ϝοικιόντων] fosse corretta vi sarebbe la possibilità di ipotizzare che gli accordi siano stati stipulati da Bionnos e dalla comunità a questa soggetta costituita da coloro che risiedono a Psycheion.
Cariche individuali o collegiali. La lista delfica del 220-210 a.C. ca. SEG 26.624 testimonia l’esistenza a Psycheion di un suo individuo, Krios figlio di Arist-, insignito del ruolo di theorodokos del santuario panellenico.
Soulia
Località moderna: Rethymno, Agia Galini
Status: Hieron / Limen (Inv. -, IC II XXV; L)
Elementi istituzionali: hetaireia, hiereus, naos, pentekostys, preigistos
Spazi pubblici. Soulia, che funge da porto per Sybrita (cf. Stad. 324), in epoca ellenistica ed imperiale è sede di un santuario, nel quale sono ospitati i culti di Atena Samonia nel II secolo a.C. (cf. IC II 25 2), di Zeus Olympios ed Hera Olympia nel I secolo a.C. (cf. IC II 25 3) e di Artemide in età imperiale (cf. IC II 25 4-11, 14, 19, 21, 24-25). Nonostante non si sia conservato per via archeologica alcun edificio cultuale, la presenza di un tempio nel santuario è documentata dall’iscrizione edificatoria di III-II secolo a.C. SEG 28.753, che testimonia la realizzazione o un intervento di manutenzione di un naos.
Cariche individuali o collegiali. L’iscrizione di I secolo a.C. IC II 25 3 documenta l’esistenza di uno hiareus preposto al santuario di Soulia, Panares figlio di Hippokleidas, al cui periodo di carica è datata la dedica promossa dal sacerdote assieme alla moglie a Zeus Olympios ed Hera Olympia. L’iscrizione edificatoria di III-II secolo a.C. SEG 28.753, invece, conserva il ricordo di un ex preigistos, Soarchos figlio di Paithemidas detto Tribalis, responsabile dell’intervento edilizio commemorato relativo al tempio di Soulia, che è verosimile che abbia detenuto tale carica a Sybrita.
Ripartizioni civiche. L’iscrizione edificatoria di III-II secolo a.C. SEG 28.753, inoltre, documenta l’esistenza – a Sybrita? – di un’eteria di cui fanno parte Stryphidas e Hyrtaios, due individui di cui è ignoto il ruolo, e di una pentekostys «dei Dioscuri», raggruppamenti sociali che vi figurano assieme all’ex preigistos come responsabili dell’intervento edilizio relativo al tempio di Soulia.
Santuari regionali e di confine
Bilkon
Località moderna: Rethymno, presso Eleutherna?
Status: Hieron (Inv. -, IC -; I)
Elementi istituzionali: hieron
L’esistenza di un santuario di Apollo Bilkonios, di incerta localizzazione, è documentata da due iscrizioni di epoca ellenistica, il trattato fra Eleutherna e Knossos (?) SEG 41.743 (Ἀπέλλωνα τόμ Βιλκώ[νιον]) e il presunto falso decreto del koinon cretese del 200 a.C. ca. Magnesia 40, che menziona lo hieron situato a Bilkon come luogo di riunione delle città appartenenti al koinon e come spazio pubblico destinato alla collocazione di una stele recante una copia del decreto stesso (cf. Van Effenterre et al. 1991, pp. 28-30).
Idaeum Antrum
Località moderna: Rethymno, Nida, Psiloritis
Status: Hieron (Inv. -, IC I XII; I, L)
Elementi istituzionali: hieron*
La grotta sacra sul monte Ida, in uso dal Medio Minoico III (1700-1600 a.C. ca.) all’età imperiale, è un santuario di dimensione pancretese dedicato al culto di Zeus Idaios (sebbene il santuario si trovi nell’attuale area di Herakleion, è stata ritenuta più opportuna una sua inclusione in quella di Rethymno in quanto è in quest’ultima che è dislocato il principale sentiero di accesso alla grotta; cf. Prent 2005, pp. 158-160, 314-318, 565-604, Matthäus 2000, Chaniotis 2006; sui santuari rupestri cretesi cf. Kotsonas – Stampolidis 2013; il santuario è direttamente menzionato in IC IV 80 da Gortyna e IC II 5 5-6 da Axos; per evidenze della persistenza del culto in epoca imperiale cf. le dediche a Zeus di tale periodo IC I 12 1 e Daux 1957, p. 632, promossa dai cosmi di una delle città che vi afferiscono: ἐπὶ τῶν [- - -]ων κορμιόντων [- - -] Διί). Sebbene nessuna iscrizione di tale natura vi sia stata rinvenuta, nel santuario perlomeno in epoca ellenistica vengono deposti documenti di importanza sovracittadina, come è il caso della stele relativa al trattato fra Kydonia e Apollonia, della cui collocazione nell’Idaeum Antrum informa Polibio (Polyb. XXVIII 14-15; sulle altre fonti letterarie relative al santuario cf. IC I, p. 96).
Tallaeum Antrum
Località moderna: Rethymno, Melidoni
Status: Hieron (Inv. -, IC II XXVIII; I)
Elementi istituzionali: hieron*
La grotta sacra di Melidoni, in uso dall’età arcaica a quella imperiale e verosimilmente sotto il controllo di Eleutherna, è sede del culto di Hermes Tallaios, testimoniato dalla dedica di II-I secolo a.C. IC II 28 1 e dall’inno sacro di II secolo d.C. IC II 28 2 (sulla dimensione regionale del santuario cf. Kotsonas – Stampolidis 2013, p. 191).
Herakleion
Poleis
Apollonia
Località moderna: Herakleion, Agia Pelagia o Panormos?
Varianti toponimiche: Apellonia
Status: Polis (Inv. 946, IC I III; I, M, L)
Elementi istituzionali: dogma, grammateus (?), hieron, kosmos (?), polis, prytaneion*, theoros
Comunità e assemblee. La polis di Apollonia compare attraverso il suo etnico collettivo Ἀπολλωνιᾶται come responsabile della stipulazione di trattati fra le città alleate di Knossos in IC I 8 6 del 260-250 a.C. ca. e fra quelle appartenenti al koinon cretese in IC IV 179 del 183 a.C. Il termine polis, invece, è verosimilmente impiegato nel decreto del 201 a.C. ca. IC I 3 1 a proposito di un precedente dogma da questa emanato e in riferimento al segretario della città.
Cariche individuali o collegiali. Il collegio dei cosmi di Apollonia figura verosimilmente nel decreto del 201 a.C. ca. IC I 3 1, nel quale sembra essere accordata ai cosmi in carica autorità d’intervento in caso di violazione di quanto previsto dagli accordi. Nel medesimo decreto sembra essere menzionato anche un segretario della città, incaricato dell’iscrizione del documento. L’epitaffio del 233 a.C. SEG 24.1175, inoltre, documenta per Apollonia un theoros, ‑a‑ar‑ figlio di Tharsyphas, inviato dalla città ad Alessandria d’Egitto.
Pratiche e strumenti istituzionali. Nel decreto del 201 a.C. ca. IC I 3 1 è attestato l’utilizzo del termine dogma in riferimento al documento stesso.
Spazi pubblici. Il decreto del 201 a.C. ca. IC I 3 1 testimonia l’esistenza ad Apollonia di un santuario di Apollo Dekataphoros – il cui culto vi è documentato anche dalla dedica votiva di V secolo a.C. SEG 34.913 –, nel quale è prevista la collocazione del relativo documento.
Della città, conquistata da Kydonia nel 170 a.C. (cf. Polyb. XXVIII 14, Diod. XXX 13; sulle altre fonti letterarie relative ad Apollonia cf. IC I, pp. 3-4), si è conservato per via archeologica un pritaneo di epoca arcaica e classica (cf. Inventory of Poleis, p. 1151).
Aria
Località moderna: Herakleion, Arvi?
Status: Polis (Inv. p. 1146, IC -; I, M)
Elementi istituzionali: polise
Comunità e assemblee. La polis, di incerta localizzazione e nota solo in epoca ellenistica, compare nel trattato del 260-250 a.C. ca. IC IV 161, in cui il suo etnico collettivo Ἀριαῖοι figura fra le comunità poleiche alleate di Gortyna firmatarie degli accordi con Mileto (l’etnico Ἀριαῖος è inoltre attestato nella dedica ellenistica SB 4046, mentre quello collettivo figura nella legenda delle coniazioni della città, per le quali cf. Le Rider 1966, pp. 227-229).
Arkades
Località moderna: Herakleion, Ini, Kefala
Status: Polis (Inv. 948, IC I V; I, M, L)
Elementi istituzionali: agela, agora, Asklapieia, boule, dapanama, dekaplethros entheos, demos, dogma, dokeo, ergepistates, euergetes, grammateus, hestia, hieron, isopoliteia, karyx, koinon, kosmos, naos, nomos, oikonomos, polis, proxenos, psephisma, tamias, theorodokos
Comunità e assemblee. La polis di Arkades figura attraverso il proprio etnico collettivo come responsabile della stipulazione di accordi nei trattati del 260-250 a.C. ca. IC IV 161, di metà III secolo a.C. IC IV 171, in cui è ricordata l’avvenuta prestazione da parte sua del relativo giuramento, e del 183 a.C. IC IV 179, nel quale risulta essere fra le città appartenenti al koinon cretese.
La città, indicata mediante il termine polis, compare invece come responsabile della deliberazione nei decreti del 201 a.C. ca. IC I 5 52 e del 170-140 a.C. ca. IC I 5 53, nei quali figura assieme ai cosmi all’interno della formula di sanzione oltre che in riferimento all’emanazione del dogma nel primo caso e al conferimento della prossenia agli ambasciatori teii nel secondo, e in quelli di II secolo a.C. IC I 5 20 A e di fine II - I secolo a.C. IC I 5 19 A in relazione rispettivamente alle decisioni prese da questa e alle sue concessioni onorarie. La polis è più volte menzionata nei quattro decreti anche a proposito delle buone relazioni intercorrenti fra questa e altre realtà esterne e del comportamento meritevole mostrato nei suoi confronti dagli ambasciatori di tali comunità, oltre che in riferimento al segretario della città in IC I 5 52. La città, inoltre, compare nelle iscrizioni edificatorie di II secolo a.C. IC I 5 5 e del 14-37 d.C. ca. SEG 26.1044, commemoranti interventi edilizi avvenuti grazie al ricorso ai suoi fondi, e nel trattato del 227-221 a.C. ca. IC III 3 1 fra Arkades e Hierapytna, in cui sembra essere previsto un invito dei cittadini di quest’ultima presso la città. In età imperiale, infine, la polis di Arkades risulta essere la promotrice della dedica votiva di I secolo d.C. IC I 5 22 e di quella onoraria di I-II secolo d.C. IC I 5 9.
Ad Arkades sono documentati il damos e forse la boula come responsabili della deliberazione nel decreto di fine II - I secolo a.C. IC I 5 19 A, nel quale sembrano figurare all’interno della formula di sanzione.
Il κοινὸν τῶν Ἀρκάδων, invece, è menzionato come assemblea presso cui si recano gli ambasciatori teii secondo quanto narrato nei decreti del 201 a.C. ca. IC I 5 52 e del 170-140 a.C. ca. IC I 5 53, nel secondo dei quali occorre anche a proposito delle buone relazioni intercorrenti fra questo e Teos. Il koinon, inoltre, è verosimile che sia menzionato anche nel decreto di fine II - I secolo a.C. IC I 5 19 a proposito delle buone relazioni intercorrenti fra questo e Hierapytna.
Cariche individuali o collegiali. Il collegio dei cosmi di Arkades è attestato come responsabile della deliberazione nei decreti del 201 a.C. ca. IC I 5 52 e del 170-140 a.C. ca. IC I 5 53, nei quali compare assieme alla polis all’interno della formula di sanzione. I cosmi risultano essere i promotori degli interventi edilizi commemorati nelle iscrizioni edificatorie di II secolo a.C. IC I 5 5 e del 14-37 d.C. ca. SEG 26.1044, risalenti rispettivamente all’iniziativa del collegio di cui è eponimo Soteridas figlio di Nikandros e composto anche da Agathon figlio di Sosikles e Aristokles figlio di Apollonidas e di quello di cui è eponimo Pratomenios di cui fanno parte anche Karanos figlio di Somenos, Dinokles figlio di Agesippos e Hieronymos figlio di Apollonios. Non è noto, invece, quanti siano i cosmi ricordati nel trattato di metà III secolo a.C. IC IV 171, nel quale si sono conservati i nomi di due soli membri del collegio, Kleachos figlio di Nikol‑ e Karton figlio di Kleon-. Due sono anche i cosmi commemorati all’interno della formula di datazione della dedica votiva di V secolo a.C. IC I 5 4, Thamyndaris figlio di Telegnotos e Pantandridas figlio di Nikolaos, apparentemente entrambi detentori dell’eponimia. Fra le mansioni di pertinenza dei cosmi, inoltre, è documentata dal decreto del 201 a.C. ca. IC I 5 52 l’autorità di intervento accordata al collegio in carica in caso di contravvenzione di quanto stabilito, mentre il trattato del 227-221 a.C. ca. IC III 3 1 testimonia il loro obbligo di far prestare il giuramento previsto ai giovani uscenti dall’agela, pena l’imposizione su di loro di multe, e forse il loro coinvolgimento in procedure giudiziarie. In età imperiale, invece, un protocosmo è attestato ad Arkades dalle iscrizioni IC I 5 9, IC I 5 20 B e forse IC I 5 22.
La figura del segretario della città ad Arkades è attestata dai decreti di fine II - I secolo a.C. IC I 5 19 A (γραμμα[τέα]) e del 201 a.C. ca. IC I 5 52 (γραμματέα τᾶς πόλεος), nei quali è indicata come responsabile dell’iscrizione su pietra dei documenti. Un segretario del collegio dei cosmi è invece documentato nelle iscrizioni edificatorie di II secolo a.C. IC I 5 5 e del 14-37 d.C. ca. SEG 26.1044, che ricordano in tale ruolo rispettivamente Charmistas figlio di Kallibios e Pratomenios figlio di Exakestas, oltre che nella lista di II secolo d.C. SEG 58.970.
Fra le figure coinvolte nelle attività edilizie di Arkades sono noti due oikonomoi, Sokles figlio di Pratomedes e Philinos figlio di Dinokles, promotori assieme ai cosmi dell’intervento commemorato nell’iscrizione edificatoria del 14-37 d.C. ca. SEG 26.1044, e gli ergepistatai Kallikrates figlio di Aristokles e Myrtos figlio di Myrtos, ricordati in quella di II secolo a.C. IC I 5 5.
Ad Arkades è documentato anche un tesoriere, indicato come responsabile della fornitura dei fondi necessari alla pubblicazione su pietra dei documenti nei decreti di II secolo a.C. IC I 5 20 A e forse di fine II - I secolo a.C. IC I 5 19, nel quale potrebbe esservi un riferimento indiretto all’esistenza nella città di araldi ([ἀνακαρύξασθαι?]). Un cittadino di Arkades, Mallaios figlio di Apo‑ e nipote di Theodoros (?), è inoltre attestato come theorodokos del santuario delfico, come testimonia la lista del 220-210 a.C. ca. SEG 26.624.
Status sociali. Fra gli status di Arkades sono noti solamente quelli accordati come privilegio in decreti e trattati. Lo status di prosseno è attestato nei decreti del 170-140 a.C. ca. IC I 5 53 e di fine II - I secolo a.C. IC I 5 19 A, nel secondo caso assieme a quello di euergetas. Lo status di cittadino, invece, è accordato mediante la concessione dell’isopoliteia nel trattato di II secolo a.C. IC III 3 5 e nel decreto del 170-140 a.C. ca. IC I 5 53.
Classi di età. L’esistenza di più agelai ad Arkades è documentata dal trattato del 227-221 a.C. ca. IC III 3 1, nel quale è previsto che queste prestino il giuramento relativo agli accordi.
Celebrazioni. Le festività degli Asklapieia sono note per Arkades dal trattato del 227-221 a.C. ca. IC III 3 1, che le indica come occasione in cui gli abitanti di Hierapytna sono invitati a recarsi presso la città.
Pratiche e strumenti istituzionali. Il verbo dokeo è impiegato in riferimento all’attività deliberativa nei decreti del 201 a.C. ca. IC I 5 52 e di fine II - I secolo a.C. IC I 5 19 A, nei quali figura all’interno della formula di sanzione (ἔδοξεν, [ἔδοξε]), e di quello del 170-140 a.C. ca. IC I 5 53, dove compare sia nella formula di sanzione che in quella di mozione (ἔδοξεν, δε[δ]όχθαι); il verbo, inoltre, è presente nel trattato di II secolo a.C. IC III 3 5, dove occorre in riferimento all’attività deliberativa congiunta delle due contraenti (δόξηι).
Quanto alla terminologia relativa alle tipologie documentarie, è attestato il termine dogma nei decreti del 201 a.C. ca. IC I 5 52 e del 170-140 a.C. ca. IC I 5 53, mentre psaphisma occorre in quelli di II secolo a.C. IC I 5 20 A e forse di fine II - I secolo a.C. IC I 5 19 A. Il termine isopoliteia, invece, è impiegato in riferimento al documento stesso nel trattato di II secolo a.C. IC III 3 5.
Un riferimento a nomoi della città è presente nei decreti del 201 a.C. ca. IC I 5 52 e del 170-140 a.C. ca. IC I 5 53, in cui sono citate leggi relative alla concessione di doni ospitali, e verosimilmente nel trattato del 227-221 a.C. ca. IC III 3 1.
L’esistenza di fondi della città è documentato dalle iscrizioni edificatore di II secolo a.C. IC I 5 5 e del 14-37 d.C. ca. SEG 26.1044, i cui interventi edilizi commemorati sono avvenuti grazie al loro ricorso.
Spazi pubblici. L’esistenza di un’agora ad Arkades è documentata dal trattato del 227-221 a.C. ca. IC III 3 1, nel quale è indicata come sede delle riunioni dell’assemblea mediante l’espressione [ἀγ]ορᾶς πληθυώσας (cf. inoltre la menzione di Zeus Agoraios nel giuramento del trattato di metà III secolo a.C. IC IV 171). La presenza di una koina hestia, invece, vi è testimoniata dal decreto di II secolo a.C. IC I 5 20 A I-II e verosimilmente da quello di fine II - I secolo a.C. IC I 5 19 A, nei quali è previsto l’invito presso di questa di ambasciatori stranieri (la divinità Hestia, inoltre, è menzionata nei giuramenti dei trattati di II secolo a.C. IC III 3 5 e forse di metà III secolo a.C. IC IV 171).
Come sede della pubblicazione su pietra dei documenti è indicato il santuario di Thelphousa nel decreto onorario di II secolo a.C. IC I 5 20 A, mentre quello di Asclepio nei decreti del 201 a.C. ca. IC I 5 52 e del 170-140 a.C. ca. IC I 5 53 e nel trattato di II secolo a.C. IC III 3 5 (sul culto di Asclepio ad Arkades cf. le iscrizioni di età imperiale Daux 1957, pp. 617-618 e IC I 5 20 b, mentre su quello di Atena nel V secolo a.C. cf. IC I 5 4; per le fonti letterarie relative ad Arkades cf. IC I, pp. 6-7). La pubblicazione è invece prevista in un tempio non meglio definito nel decreto di fine II - I secolo a.C. IC I 5 19 A, che potrebbe coincidere con quello di Artemide di cui è commemorata la realizzazione o un restauro nell’iscrizione edificatoria di II secolo a.C. IC I 5 5. L’iscrizione di II secolo a.C. IC I 5 21, inoltre, documenta l’esistenza ad Arkades di terreni sacri, indicati mediante l’espressione δεκάπλεθρος ἔνθεος.
Biannos
Località moderna: Herakleion, Ano Viannos – Korakia
Varianti toponimiche: Biennos
Status: Polis (Inv. 951, IC I VI; I, M, L)
Elementi istituzionali: dogma, dokeo, ekklesia, Eleusinios, hekatomphonia*, hestia, hieron, isopoliteia, isopolites, kosmos, polis, preigistos, proxenos, prytaneion
Comunità e assemblee. La polis di Biannos compare attraverso il proprio etnico collettivo Βιάννιοι fra le trentun città del koinon cretese che stipulano accordi con Eumene II nel trattato del 183 a.C. IC IV 179. Il termine polis, invece, è attestato nei decreti del 201 a.C. ca. IC I 6 1 e del 170-140 a.C. ca. IC I 6 2, nel quale risulta essere l’assemblea responsabile della deliberazione, comparendo in particolare nel secondo testo assieme ai cosmi all’interno di una reiterata formula di sanzione. La polis, inoltre, compare nel decreto IC I 6 2 a proposito del comportamento meritevole mostrato nei suoi confronti dagli ambasciatori teii.
Il decreto del 170-140 a.C. ca. IC I 6 2 documenta l’esistenza a Biannos dell’ekklesia, assemblea presso cui si recano gli ambasciatori teii.
Cariche individuali o collegiali. Il collegio dei cosmi di Biannos è attestato come responsabile della deliberazione nel decreto del 170-140 a.C. ca. IC I 6 2, nel quale figura assieme alla polis all’interno delle due formule di sanzione. Nel decreto del 201 a.C. ca. IC I 6 1, invece, è previsto che i cosmi in carica intervengano in caso di violazione di quanto stabilito. Fra le prerogative dei cosmi di Biannos rientra l’eponimia, come documenta la presenza del cosmo eponimo Dexios figlio di Glaukos nella datazione del decreto del 170-140 a.C. ca. IC I 6 2.
L’autore della dedica votiva di epoca ellenistico-imperiale BE 1973.355 proveniente dal santuario di Symi Viannou, un individuo che detiene il ruolo di preigistos, è verosimile che sia un membro del collegio degli anziani di Biannos.
Status sociali. Fra gli status di Biannos sono noti quello di isopolites, accordato collettivamente alla comunità di Teos nel decreto del 170-140 a.C. ca. IC I 6 2, e quello di prosseno, concesso agli ambasciatori teii nel medesimo documento.
Calendario. La formula di datazione del decreto del 170-140 a.C. ca. IC I 6 2 documenta l’esistenza a Biannos del mese Eleusinios.
Celebrazioni. Un passo di Stefano di Bisanzio attesta l’esistenza a Biannos di sacrifici denominati hekatomphonia (St.Byz. s.v. Βίεννος; per le altre fonti letterarie relative a Biannos cf. IC I, p. 29).
Pratiche e strumenti istituzionali. Il verbo dokeo è impiegato in riferimento all’attività deliberativa nel decreto del 170-140 a.C. ca. IC I 6 2, nel quale compare all’interno delle due formule di sanzione (ἔδοξεν). In entrambi i decreti pervenuti da Biannos, IC I 6 1 del 201 a.C. ca. e IC I 6 2 del 170-140 a.C. ca., figura il termine dogma in relazione al primo dei due documenti.
Spazi pubblici. In entrambi i decreti pervenuti da Biannos, IC I 6 1 del 201 a.C. ca. e IC I 6 2 del 170-140 a.C. ca., è prevista l’iscrizione del primo dei due documenti in un santuario di Ares, verosimilmente quello situato a Symi Viannou. Il decreto IC I 6 2, inoltre, documenta l’esistenza nella città di una koina hestia situata nel pritaneo, presso la quale sono invitati [ἐπὶ ξενισ]μόν gli ambasciatori teii.
Della città si è conservato per via archeologica un santuario extraurbano in località Amiras in uso in epoca geometrica ed in quella ellenistica (cf. Sporn 2002, p. 91).
Chersonesos
Località moderna: Herakleion, Koutouloufari
Varianti toponimiche: Chersonasos, Cherronasos, Lyttos epi thalassa
Status: Polis (Inv. 953, IC I VII; I, M, L)
Elementi istituzionali: agora, cheirotonia meniaia, dikastas, Diphyloi, doulos, hieron*, kosmos, meis, polis
Comunità e assemblee. La città di Chersonesos successivamente al 183 a.C. è unita da un legame di sympoliteia con Lyttos, di cui è porto, assumendo il nome di Lyttos epi thalassa (cf. Strabo X 4.14, Stad. 349; per le altre fonti letterarie relative a Chersonesos cf. IC I, pp. 33-34; cf. inoltre Chaniotis, Verträge 73; sulla discesa verso il mare degli insediamenti in epoca ellenistica cf. Gaignerot-Driessen 2006).
La polis compare come responsabile della stipulazione di accordi attraverso il proprio etnico collettivo Χερσονήσιοι/Χερ[σ]ονάσιοι nei trattati del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6 e del 183 a.C. IC IV 179, nel secondo dei quali come città appartenente al koinon cretese, mentre mediante l’espressione Λύττιοι οἱ πρὸς θαλάσσηι nella lista di II secolo a.C. di città cretesi che hanno stipulato accordi con Andros IG XII, 5 723.
Il termine polis, invece, è impiegato nel trattato di fine III - II secolo a.C. IC I 7 1, dove la città è detta [Χ]ερσονασίων πόλιν, e nel decreto onorario di fine II secolo a.C. IC I 19 3 A, dove la città – definita Lyttos epi thalassa – è responsabile dell’invio di un giudice presso Malla ed è commemorata a proposito della propria kalokagathia nei confronti di quest’ultima. La polis, inoltre, in età imperiale è promotrice della dedica onoraria di I secolo d.C. IC I 7 8 ed è menzionata nell’iscrizione edificatoria di II secolo d.C. SEG 52.848.
Cariche individuali o collegiali. Il collegio dei cosmi di Chersonesos, composto da almeno quattro membri, è attestato dalla dedica votiva di I secolo a.C. IC I 7 5, nella quale sono ricordati l’eponimo figlio di Exakestidas ed i colleghi - figlio di Timotheos, Alexas figlio di D‑ e Oikonomos figlio di Diosk-. Cosmi eponimi sono noti anche dalle datazioni dei trattati del 145-121 a.C. SEG 41.770, in cui è commemorato X‑ figlio di Hyperphanes, e del 111/110 a.C. IC I 18 9, che ricorda Sotadas figlio di Sotadas. L’iscrizione edificatoria di II secolo d.C. SEG 52.848, inoltre, documenta l’esistenza di un protocosmo a Chersonesos in epoca imperiale.
Il decreto onorario di fine II secolo a.C. IC I 19 3 A testimonia l’invio da parte di Chersonesos di un giudice a Malla, Aristias figlio di Monnas, verosimilmente su richiesta di quest’ultima.
Ripartizioni civiche. Il trattato del 145-121 a.C. SEG 41.770 documenta l’esistenza a Chersonesos della tribù dei Diphyloi, menzionata all’interno della formula di datazione.
Status sociali. Fra gli status sociali di Chersonesos è attestato solamente quello di doulos, termine con il quale è connotato l’offerente della dedica votiva di I secolo a.C. IC I 7 6.
Calendario. Un mese di Chersonesos doveva essere originariamente indicato nel trattato di 111/110 a.C. IC I 18 9, nella cui datazione il ricordo del cosmo eponimo è seguito dal termine μη[νός].
Pratiche e strumenti istituzionali. La dedica votiva di I secolo a.C. IC I 7 5 documenta un’avvenuta riunione mensile dell’assemblea ([χει]ροτονίᾳ μην[ιαίᾳ]), mediante la quale è stata presa la decisione di porre l’offerta ad Asclepio commemorata.
Spazi pubblici. Il termine polis sembra essere attestato in senso spaziale nella copia di Atene del trattato fra Lyttos e Olous del 111/110 a.C. IC I 18 9, nella quale sono menzionati i Lyttii stanziati presso la città epi thalassa. Nella copia di Chersonesos SEG 61.722, invece, è documentata l’esistenza di un’agora nella città, nella quale è prevista la collocazione della relativa stele.
Della città si è conservata per via archeologica una cinta muraria ellenistica (cf. Coutsinas 2013, pp. 210-211); Strabone, inoltre, vi attesta l’esistenza di un santuario di Britomartis (cf. Strabo X 4.14, Χερρόνησος, ἐν ᾗ τὸ τῆς Βριτομάρτεως ἱερόν), il cui culto è documentato dalla dedica votiva del 150-100 a.C. IC I 7 4. Le dediche di II secolo a.C. IC I 7 3, di I secolo a.C. IC I 7 5 e IC I 7 6 e di I secolo d.C. IC I 7 7, inoltre, testimoniano l’esistenza a Chersonesos del culto di Serapide, Asclepio, Artemide e del Theos Hypsistos.
Datala
Località moderna: Herakleion, Afrati
Varianti toponimiche: Dat(t)al(l)a, Det(t)al(l)a
Status: Polis (Inv. 954, IC -; I)
Elementi istituzionali: andano, andreion, dika, dromeus, hiereus, kosmos, mnamon, phyle, poinikastas, polis, temenos
Comunità e assemblee. La polis di Datala figura come responsabile dell’atto deliberativo nel decreto del 500 a.C. ca. SEG 27.631, nel quale il suo etnico collettivo Δαταλεῦσι è presente all’interno della formula di sanzione, seguita dal ricordo di una solenne promessa compiuta dalla città (ἐσπένσαμες πόλις). Nel medesimo decreto la polis figura inoltre come comunità al cui servizio è previsto che lavori il poinikastas Spensitheos.
Cariche individuali o collegiali. A Datala è verosimile che vi sia solamente un cosmo: tutti i riferimenti a tale figura presenti nel decreto del 500 a.C. ca. SEG 27.631, infatti, sono al singolare e testimoniano il suo coinvolgimento in procedure giudiziarie, la sua presenza nelle circostanze pubbliche della vita della polis e la responsabilità del cosmo in carica (ϙόσμος ἐπεσταϙώς) in caso di mancata consegna al poinikastas del pagamento pattuito.
Il decreto SEG 27.631, inoltre, documenta l’esistenza a Datala di un poinikastas investito anche delle funzioni di mnamon (μναμονεῦϝην, μναμονεῦϝεν), incaricato di registrare per iscritto e ricordare gli avvenimenti pubblici della città, compiere sacrifici, avere autorità sui recinti sacri (?) e partecipare alle circostanze ufficiali in cui è presente il cosmo. Il decreto informa inoltre dell’esistenza di sacerdoti e, in particolare, della possibilità che vi siano culti per i quali non è stato designato uno hiareus specifico.
Ripartizioni civiche. La presenza di più tribù è documentata per Datala dal decreto del 500 a.C. ca. SEG 27.631, che testimonia la selezione di cinque individui da ogni pyla come rappresentanti della città nell’ambito della deliberazione e della connessa libagione.
Classi di età. L’unica classe di età nota per Datala è quella dei dromeis, menzionata nel decreto del 500 a.C. ca. SEG 27.631 a proposito della possibilità decisionale in merito alle proprie prerogative accordata alla maggioranza dei figli adulti del poinikastas Spensitheos.
Pratiche e strumenti istituzionali. Il verbo andano è impiegato in riferimento all’attività deliberativa nel decreto del 500 a.C. ca. SEG 27.631, nel quale figura all’interno della formula di sanzione (ἔϝαδε). Il medesimo decreto, inoltre, documenta l’esistenza a Datala di più tipi di processi (δίκα), fra cui una tipologia che prevede il coinvolgimento del cosmo.
Spazi pubblici. Il decreto del 500 a.C. ca. SEG 27.631 documenta l’esistenza a Datala di un andreion, presso il quale Spensitheos è tenuto a fornire una quantità di carne dal valore di dieci pelekys, e più recinti sacri, sui quali sembra essere previsto che costui abbia autorità.
Della città, di cui non si hanno notizie successive alla menzione del toponimo come punto di riferimento spaziale nel trattato del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, si sono conservati per via archeologica forse una cinta muraria (sulle sue fortificazioni di epoca ellenistica cf. Coutsinas 2013, pp. 348-354) e un edificio pubblico identificabile come tempio, bouleuterion o andreion (cf. Erickson 2002-2003).
Diatonion
Località moderna: Herakleion, Kefala?
Varianti toponimiche: Detonnion
Status: Polis (Inv. p. 1147, IC s.v. Knossos; I, L)
La polis di Diatonion, della quale non vi sono notizie successive all’epoca ellenistica, stando alla testimonianza di Polibio è soggetta a Knossos, situazione che è interrotta da una temporanea fase di dipendenza da Lyttos, alla quale è assegnata da Gortyna in un momento di poco anteriore al 184 a.C. (Polyb. XXII 15). L’etnico di Diatonion, inoltre, è documentato dall’epitaffio di II secolo a.C. SEG 26.1679.
Eltynia
Località moderna: Herakleion, Kounavi
Status: Polis (Inv. 958, IC I X; I)
Elementi istituzionali: agela, agelaos, andreion, aner, choros, hieron*, kosmos, peiskos, polis, synboletra
Comunità e assemblee. La polis di Eltynia figura attraverso il proprio etnico collettivo come responsabile della stipulazione di accordi nei trattati del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6 apparentemente fra le città alleate di Knossos e nel presunto falso del 200 a.C. ca. Magnesia 41 e in IC IV 179 del 183 a.C. come parte del koinon cretese. L’etnico collettivo, inoltre, sembra indicare la città come responsabile di quanto stabilito nella legge del 500 a.C. ca. IC I 10 2, dove pare comparire all’interno di una formula di sanzione. Il termine polis, invece, è impiegato nella medesima legge per indicare la città come destinataria del versamento delle multe stabilite e a proposito di un giuramento che deve essere prestato ἐπὶ πόλεος.
Cariche individuali o collegiali. La legge del 500 a.C. ca. IC I 10 2 documenta l’esistenza ad Eltynia di un collegio di cosmi composto da almeno due membri, tenuto ad emettere un giudizio nelle cause relative ad aggressioni fisiche dopo aver prestato giuramento; uno dei cosmi, inoltre, è indicato come responsabile dell’esazione di multe e del loro versamento alla città.
Classi di età. Ad Eltynia sono attestate le classi di età degli uomini adulti, definiti andres, degli agelaoi, i giovani appartenenti all’agela, e dei peiskoi, ragazzi di età inferiore, menzionati nella legge del 500 a.C. ca. IC I 10 2 a proposito delle differenti ammende pecuniarie relative ad aggressioni a questi ultimi da parte di individui di età maggiore.
Spazi pubblici. La legge del 500 a.C. ca. IC I 10 2 testimonia la presenza ad Eltynia di più spazi pubblici, ovvero l’andreion, l’agela, la synboletra ed il choros, le aggressioni avvenute nei quali sono soggette ad una punizione differente rispetto a quanto previsto dalla regolamentazione generale. Della città, non documentata successivamente all’epoca ellenistica, si è conservato per via archeologica un tempio possibilmente di età arcaica (cf. Xanthoudidis 1920, pp. 75-81).
Gortyna
Località moderna: Herakleion, Gortyna
Varianti toponimiche: Gortys, Gortyns
Status: Polis (Inv. 960, IC IV; I, M, L)
Elementi istituzionali: agora, agoranomos, agreion, Ainai, Ainaones, Aithaleis, allopoliatas, Amyklaios, andano, andreion, anebos, aner, anoros, antithens, apeleutheros, apetairos, apodromos, apolagasantes, apolagathes, Ap-, Archeia, archo (?), archon, archos, Autoletai, bomos, boule, chreophylakion, damosia hodos, Dek-, demos, dika, dikastas, dikasterion, dogma, dokeo, doulos, dromeus, Dymanes, ebion, ekklesia, Eleusinios, eleutheros, ephoros (?), epidamos, epikriterion, epimeletes, epistole, eponymos, epottas, esprattas, euergetes, gnomon, gramma, gymnasion, gynaikonomos, hekatontarchas, Hellotia*, heroon*, hestia, hetaireia, hiarorgos, hiereus, hieron, hoi hepta, homologia, horos, hypoboikos, Ionios, Kanneios, Karneios, karpodaistas, karyx, katoikos, klaros, kosmos, kosmon mnamon, krino, krisis, laos, Leschanoreios, magistrato monetario, meis, mnamon, mnamon to xenio, mnamon ton esprattan, naos, naosantes, neotas, nomos, nomos proxenikos, oikeus, orimos, oros, orpanodikastas, patron, pentekaidekadromos, perioikos, phrourion, phyle, polis, polites, preigistos, presbeutes, prokosmos, propolos, protokosmos, proxenos, prytaneion, psephisma, psephizo, Pythia (?), soter, speusdos, stadio*, startagetas, startos, stoa*, stratiotes, syntheka, tamias, theatron, theorodokos, Thermoloia, thesauros, thiasos, thiasos ton Priapistan, titas, triakatioi, votante, Welchanios, xenia dika, xenios, xenios kosmos, -nios (?)
Comunità e assemblee. La polis di Gortyna è attestata attraverso il proprio etnico collettivo come responsabile della stipulazione di accordi nei trattati del 278-270 a.C. IC II 17 1, 260-250 a.C. ca. IC IV 161, 240-221 a.C. ca. SEG 23.563, 219-216 a.C. ca. IC I 16 1 = SEG 58.988, 216-189 a.C. ca. IC IV 186, 205-200 a.C. ca. IC IV 174, 183 a.C. IC IV 179 – in cui risulta essere fra le città appartenenti al koinon cretese –, di fine III - inizi II secolo a.C. IC IV 184 e nella lista di città cretesi legate ad Andros di II secolo a.C. IG XII, 5 723, oltre che in relazione alla prestazione del giuramento nei trattati del 205-200 a.C. SEG 53.942 e verosimilmente di metà III secolo a.C. IC IV 171. L’etnico collettivo di Gortyna, inoltre, è impiegato in più ghiande missili classico - ellenistiche (IC I 16 12, IC I 28 28) e in relazione alla fornitura di grano alla città da parte di Cirene in SEG 9.2.
La città, indicata mediante il termine polis, figura come responsabile della deliberazione all’interno delle formule di sanzione della manomissione di inizi III secolo a.C. IC IV 231 e dei decreti di III secolo a.C. IC IV 378 B-C e forse del 200-150 a.C. IC IV 195 e del 250-200 a.C. IC IV 162, nel quale risulta anche come responsabile dell’emissione di monetazione bronzea, oltre che nella formula di sanzione congiunta con Phaistos in quello del 240-222 a.C. ca. IC IV 165 dovuta all’esistente legame di sympoliteia fra le due città (cf. Chaniotis, Verträge 71). La polis figura inoltre assieme ai cosmi all’interno delle formule di sanzione dei decreti del 184-180 a.C. IC IV 176, dove è indicata anche come responsabile della decisione presa, e forse del 250-200 a.C. IG XII, 6 1 144. Nel decreto del 450-400 a.C. IC IV 78 e nel trattato del 219-216 a.C. ca. IC I 16 1, invece, è impiegato l’etnico collettivo cittadino all’interno di tale formula, che nel secondo caso è congiunta con l’alleata Lato; nel trattato del 216-189 a.C. ca. IC IV 183, inoltre, è verosimile che la polis sia menzionata in riferimento alla possibilità di modifiche future comuni da parte delle due città interessate. La polis risulta anche essere la responsabile assieme alla comunità di Aulon delle concessioni effettuate nel decreto onorario del 525-500 a.C. IC IV 64, nel quale è definita Γόρτυνς ἐπίπανσα, oltre che della cessione di terreni pubblici situati nelle località di Keskora e Pala destinati ad essere coltivati documentata dalla legge del 500-450 a.C. IC IV 43 Ba. Un richiamo al ruolo svolto dalla polis nel conferimento di onori è inoltre presente in numerosi decreti onorari di III, II e I secolo a.C. mediante la specificazione Γορτυνίων in riferimento alle concessioni effettuate (IC IV 204 A, 205 A e C, 206 B-L e forse A e M, 207, 208 A-D, 209 A-C, 210 A-B, 211, 212, 213 A-B, 214, 215 A-C, 216, 218 A, C, E e forse B e D, 219, 220, 221 A-C, 222 B-C e forse A, 223, 224 B e forse A, 225 A-B, 227, 228, SEG 38.906, SEG 48.1210 A-C, SEG 58.991 e forse SEG 58.987 A-B, IC IV 202 e IC IV 217).
La città di Gortyna figura come promotrice delle dediche onorarie IG V, 1 475 di epoca ellenistica, del 200 a.C. ca. Miletos 314, in cui è indicata mediante il proprio etnico collettivo, e verosimilmente di quella di fine I secolo a.C. - inizi I secolo d.C. IC IV 293, dovuta ad un decreto dei politai, oltre che di quelle di età imperiale IC IV 289 e IC IV 324 (per la polis di Gortyna in età imperiale cf. inoltre IC IV 201, 285, 303, 373, SEG 23.591, SEG 28.738). La polis è inoltre indicata come responsabile degli interventi edilizi relativi all’Asklepieion di Lebena ricordati nell’iscrizione edificatoria di fine II - inizi I secolo a.C. IC I 17 6, mentre figura come dedicataria in quella di I secolo a.C. - I secolo d.C. IC IV 262. La città è mittente assieme ai cosmi dell’epistola indirizzata a Itanos citata alle linee 116-121 dell’arbitrato del 112/111 a.C. IC III 4 9 e di quella diretta a Cos del 218-217 a.C. ca. IC IV 168 – in cui è menzionata anche a proposito del buon comportamento del medico onorato nei suoi confronti –, mentre risulta essere la destinataria di un’ambasceria di Tolemeo VI nel trattato del 168/167 a.C. IC IV 181. La polis è inoltre indicata come responsabile degli atti di affrancamento commemorati nelle manomissioni di III secolo a.C. IC IV 233 e del 350-250 a.C. IC IV 236, oltre che dei sacrifici da compiersi sul monte Ida previsti dalla legge sacra del 500-475 a.C. IC IV 146 e assieme a Knossos dell’iscrizione su pietra del testo degli accordi nel trattato del 166/165 a.C. IC IV 182.
La città di Gortyna è indicata come destinataria del versamento di pagamenti connessi all’affrancamento nelle manomissioni di metà II secolo a.C. SEG 48.1208 e del 200-150 a.C. IC IV 235, oltre che di τέλη nel trattato di inizi II secolo a.C. IC IV 180. È invece stabilito che a questa sia versato l’importo totale o parziale delle multe previste nelle leggi del 500-450 a.C. IC IV 41, del 450-400 a.C. 79 e forse del 600-525 a.C. 13 e del 450-400 a.C. 84 e 144, oltre che nei decreti del 450-400 a.C. 78, del 240-222 a.C. ca. 165 e forse del 250-200 a.C. 162 e nei trattati del 219-216 a.C. ca. IC I 16 1 e del 216-189 a.C. ca. 183. Menzioni della polis, inoltre, occorrono in contesti di difficile interpretazione nelle leggi del 500-450 a.C. IC IV 45, di fine V secolo a.C. 148 e 150 e nel trattato del 216-204 a.C. ca. 380.
Riferimenti a riunioni dell’assemblea dei cittadini sono presenti nel Grande Codice del 450 a.C. ca. IC IV 72, che prevede che avvengano in tale contesto le proclamazioni ufficiali relative alle adozioni, e nel trattato del 220 a.C. ca. SEG 49.1217, nel quale è richiesto che la cittadinanza sia radunata per la prestazione del relativo giuramento. Un riferimento alla presenza di (almeno) trecento cittadini ad una votazione – numero che pare costituire un quorum – compare inoltre nei decreti di fine IV - metà III secolo a.C. SEG 38.900 e del 250-200 a.C. IC IV 162 e nel trattato del 168/167 a.C. IC IV 181. Il termine ekklesia, invece, occorre nei decreti del 218-217 a.C. ca. IC IV 168, in cui è indicata come l’assemblea a cui si rivolge il medico di Cos Hermias per richiedere la possibilità di ritorno a casa, e in quello del 184-180 a.C. IC IV 176, in un contesto che tuttavia non è ricostruibile. Il demos, inoltre, è attestato come promotore della dedica onoraria di III secolo a.C. IG XI, 4 1132 B e forse di quella di I secolo a.C. IC IV 298 assieme alla boule, oltre che in contesti di difficile interpretazione nelle leggi del 600-525 a.C. 10 e 25 e forse nell’iscrizione di II-I secolo a.C. 395. Nel I e II secolo d.C., inoltre, sono noti decreti onorari promossi dal demos assieme agli archontes (IC IV 200) e alla boule (IC IV 300 e 297).
La bola/boule a Gortyna sembra essere attestata nella legge di V secolo a.C. SEG 49.1221 e come promotrice della dedica onoraria di I secolo a.C. IC IV 298, oltre che in più iscrizioni di età imperiale (IC IV 201, 292, 297, 300, 307, 316, 324, 318, 323, SEG 54.853, SEG 62.636).
Cariche individuali o collegiali. Il collegio dei cosmi di Gortyna è documentato come responsabile della deliberazione nei decreti del 184-180 a.C. IC IV 176 e verosimilmente del 250-200 a.C. IG XII, 6 1 144, nei quali figura assieme alla polis all’interno della formula di sanzione. Il collegio dei cosmi, inoltre, risulta essere assieme allo hiarorgos il responsabile del compimento dei sacrifici ricordati nell’iscrizione di fine II - inizi I secolo a.C. IC IV 260. A Gortyna cosmi eponimi sono ricordati all’interno delle formule di datazione di più documenti della città, perlopiù trattati, decreti, iscrizioni edificatorie e manomissioni: sono noti Kyllos (450 a.C. ca., IC IV 72), Samagoras figlio di Kalidamos (350-250 a.C., IC IV 236), ‑es (?) figlio di Amnatos (fine IV - metà III secolo a.C., SEG 38.900 A), Euryboitas figlio di Damasilas (240-222 a.C. ca., IC IV 165), - figlio di Aristonymos (237/236 a.C., IC IV 167), Euryanax figlio di - (219-216 a.C. ca., IC I 16 1 = SEG 58.988), Eurytton figlio di Menontidas (216-189 a.C. ca., IC IV 186), ‑andros figlio di ‑onymos (205-200 a.C. ca., IC IV 174 = SEG 53.942), Archemachos figlio di Gastris (III secolo a.C., IC IV 233), Kyd‑ figlio di - (III secolo a.C., IC IV 173), Ertaios figlio di Amnatos (fine III - inizi II secolo a.C., IC IV 184), Pyroos figlio di Kallidamos (200-150 a.C., IC IV 195), Erason figlio di Antiphatas (200-150 a.C., IC IV 259), ‑ios figlio di Allodamos, in carica per la seconda volta (200-150 a.C., IC IV 197), Sa‑ (183 a.C., IC IV 179), Archemachos figlio di Men‑ (168/167 a.C., IC IV 181), Kartaidamas figlio di Onymarchos (166/165 a.C., IC IV 182), Akrisios figlio Dorios (metà II secolo a.C., SEG 48.1208), Paraon figlio di Menedamos (II secolo a.C., IC I 17 2), Kalabis figlio di Soarchos (fine II - inizi I secolo a.C., IC I 17 38), Aratogonos figlio di Artemon (fine II - inizi I secolo a.C., IC IV 260) ed Ertaios figlio di Paraon (fine II - inizi I secolo a.C., IC I 17 6, in cui è indicato anche come responsabile della votazione), ai quali è da aggiungere Kydas figlio di Antalkas, eponimo nel 184 a.C., noto da un passo di Polibio (Polyb. XXII 15). È verosimile, inoltre, che siano cosmi anche i magistrati eponimi G‑ (fine IV - metà III secolo a.C., SEG 38.900 B), Kydas figlio di Kynnios (200 a.C. ca., Magnesia 40), Antiphatas figlio di Kydas (200-150 a.C., IC IV 235), Kydas figlio di Kydas (II secolo a.C., IC IV 251), Pa‑ figlio di - (inizi I secolo a.C., IC III 4 44) e ‑idas figlio di Kydas (I secolo a.C., IC IV 254). Il ricordo di cosmi eponimi di cui non si sono conservati i nomi era originariamente presente anche nelle iscrizioni edificatorie di III secolo a.C. IC I 17 4 A-B, del 150-50 a.C. IC IV 261 e di fine II - inizi I secolo a.C. IC I 17 5, nei decreti di III secolo a.C. IC IV 378 B e del 200-150 a.C. IC IV 196, nei trattati del 525-500 a.C. IC IV 63 e di metà III secolo a.C. IC IV 171, nella sanatio di II secolo a.C. IC I 17 8 e nella presunta legge di V-IV secolo a.C. IC IV 142.
Altre iscrizioni della città, invece, conservano il ricordo di tutti i membri del collegio dei cosmi in carica, che risulta essere composto da almeno quattro magistrati nel decreto onorario di fine I secolo a.C. - inizi I secolo d.C. IC IV 293 (il protocosmo Hagesandros figlio di -, Rhanios figlio di So‑, ‑phon figlio di Kallippos, più altri magistrati di cui non si sono conservati i nomi), cinque nella dedica votiva di fine II - inizi I secolo a.C. SEG 48.1209 (- figlio di Amnatos, lo hiarorgos On‑ figlio di -, A‑ figlio di ‑os, Soarchos figlio di -, - figlio di Kallidamos), almeno cinque nel trattato di metà III secolo a.C. IC IV 171 (Soarchos figlio di Pheid-, Hippokleidas figlio di -, Praxias figlio di Arist-, Magos figlio di Eumnast‑ e lo hiarorgos di cui non si è conservato il nome), sei nell’iscrizione edificatoria di fine II - inizi I secolo a.C. IC IV 260 (Aratogonos figlio di Artemon, lo hiarorgos Kydans figlio Onymarchos, Pyrgos figlio di Arklesilaos, Euchartos figlio di Soarchos, Alexandros figlio di Alexandros di Pyranthos, Dionysios figlio di Mikkalos), sette in quella del 150-50 a.C. IC IV 261 (Euryanax figlio di Rhanios, Hiar‑ figlio di ‑os, Aboulios di Kyrtanos, Amnatos figlio di -, Telemnastos figlio di Telemnastos, Onymarchos figlio di Amnatos e un altro magistrato di cui non si è conservato il nome), nove nel decreto del 200-150 a.C. IC IV 195 (Pyroos figlio di Kallidamos, lo hiarourgos - figlio di ‑andros, Damagoras figlio di Aristophos, ‑anax figlio di Euryanax, Kalabis figlio di Nikandros, ‑enos figlio di Thilaios e apparentemente altri tre magistrati di cui è andato perduto il nome), undici nell’iscrizione edificatoria del 200-150 a.C. IC IV 259 (Erason figlio di Antiphatas, Agesandros figlio di Morautas, Amnatos figlio di Aristophoos, lo hiarorgos Ertaios figlio di Krios, Amnatos figlio di Soarchos, Me-llos figlio di Diognetos, Epicharmos figlio di Aristodamos, Artyas figlio di Antaukes, ‑lliarnattos figlio di Damagoras, Sotadas figlio di Kleainetos e Kydans figlio di Nemoneios). Tre liste frammentarie di nomi, verosimilmente relative a cosmi in carica, conservano inoltre il ricordo dei magistrati - figlio di ‑oiton, ‑s figlio di Kallidamos, - figlio di Empedokles e - figlio di Ertaios (fine III - inizi II secolo a.C., IC IV 384), Soteridas figlio di -, Philys figlio di Noemon, Wikadion figlio di -, Philoxen‑ figlio di -, Aristobol‑ figlio di -, Thychon figlio di Nik‑ e Nikomachos figlio di - (200-150 a.C., IC IV 388) e Akrision figlio di - e Soarchos figlio di - (I secolo a.C., IC IV 399). Un cosmo, Namo‑ figlio di -, è inoltre attestato come beneficiario della dedica di I secolo a.C. IC IV 267.
I cosmi risultano essere i mittenti assieme alla polis dell’epistola diretta a Itanos citata alle linee 116-121 dell’arbitrato del 112/111 a.C. IC III 4 9 e di quella indirizzata a Cos del 218-217 a.C. ca. IC IV 168. Il collegio dei cosmi, inoltre, risulta essere coinvolto in procedure giudiziarie nel Grande Codice del 450 a.C. ca. IC IV 72 e nei trattati del 260-250 a.C. ca. IC IV 161, che prevede che spetti a questo l’emissione del giudizio in caso di dispute relative a quanto stabilito, di fine III - inizi II secolo a.C. IC IV 184 e del 219-216 a.C. ca. IC I 16 1, in cui sono previste multe per i cosmi inadempienti. Multe per i cosmi che vengono meno ai propri doveri sono inoltre previste nel decreto del 240-222 a.C. ca. IC IV 165 e nei trattati di fine III secolo a.C. IC IV 172 e del 222-189 a.C. IC IV 175. Quanto ai trattati, i cosmi in carica sono tenuti ogni anno a promuovere la lettura pubblica del testo degli accordi (205-200 a.C., ca. IC IV 174, apparentemente), a darne annuncio anticipato all’alleata (216-189 a.C. ca., IC IV 183) e in un caso a far pronunciare la relativa epara dopo aver radunato la cittadinanza (220 a.C. ca., SEG 49.1217). I cosmi, inoltre, risultano incaricati di dare istruzioni ai naokoroi dell’Asklepieion di Lebena quanto alla riconsegna da parte loro delle suppellettili cultuali nel decreto di II secolo a.C. IC I 17 2. Nella legge del 600-525 a.C. IC IV 14 sono previsti l’esazione di una multa da parte del cosmo in carica, pena la fornitura da parte sua dell’importo non riscosso, e il divieto per i cosmi di reiterare la propria carica in un intervallo di tempo di tre anni. La legge del 500-450 a.C. IC IV 41, inoltre, stabilisce l’impossibilità di vendita di un servo fuggitivo nel caso in cui questo appartenga ad un cosmo fintantoché dura il suo mandato. La presenza di un cosmo – oltre che di un antithens – è richiesta invece in occasione dell’offerta di una phiala d’argento ad Hera Kydista da parte dell’affrancato nella manomissione di metà II secolo a.C. SEG 48.1208. Il trattato del 450-400 a.C. IC IV 80, inoltre, stabilisce che i cosmi in carica di Gortyna possano esercitare le proprie funzioni di cosmo a Rhittenia quando vi si recano. Riferimenti a uno o più cosmi occorrono inoltre in contesti di difficile interpretazione nelle leggi del 600-525 a.C. IC IV 10, 25 e 29, del 525-500 a.C. 62, del 450-400 a.C. 104, del 250-200 a.C. 163, e del 27-1 a.C. 416, nei presunti decreti di IV secolo a.C. 377 e di III secolo a.C. 379 e nei trattati di III secolo a.C. 173, di fine III secolo a.C. 172 e del 219-216 a.C. ca. IC I 16 1.
L’esistenza di un protocosmo a Gortyna è documentata solamente a partire dal tardo I secolo a.C., periodo a cui risalgono il protokosmos eponimo Hagesandros figlio di - del decreto onorario IC IV 293 e quello menzionato nella presunta legge del 27-1 a.C. IC IV 416. In età imperiale, inoltre, la figura del protocosmo è attestata nelle dediche votive IC IV 294, 309 e forse 311, 431, 433, 447 e nel decreto onorario IC IV 300.
A Gortyna è documentata la carica di prokormos, verosimilmente avente le funzioni di vice cosmo, ricoperta da Barythenes figlio di Samagoras nella manomissione del 200-150 a.C. IC IV 235.
Lo xenios kosmos, invece, è attestato in contesti di difficile interpretazione all’interno delle leggi del 600-525 a.C. IC IV 30, del 500-450 a.C. 53 e del 450-400 a.C. 89, oltre che apparentemente come figura responsabile della tutela degli apeleutheroi nel decreto del 450-400 a.C. IC IV 78. La figura dello xenios, verosimilmente coincidente con quella dello xenios kosmos, è menzionata nella legge del 600-525 a.C. IC IV 14 nell’ambito del divieto di iterazione di tale carica in un intervallo di tempo di cinque anni, mentre in quella del 450-400 a.C. IC IV 79 e apparentemente IC IV 144 come responsabile dell’esazione di multe imposte sui lavoratori pubblici, oltre che in quella del 450-400 a.C.
Lo hiarorgos, figura che a Gortyna pare appartenere al collegio dei cosmi, è incluso all’interno dell’elenco di tali magistrati in carica nelle iscrizioni edificatorie del 200-150 a.C. IC IV 259 (Ertaios figlio di Krios) e del 150-50 a.C. IC IV 261 (Euryanax figlio di Rhanios), nella dedica votiva di fine II - inizi I secolo a.C. SEG 48.1209 (On‑ figlio di -), nel decreto del 200-150 a.C. IC IV 195 (- figlio di ‑andros) e nel trattato di metà III secolo a.C. IC IV 171 (nome perduto). Nell’iscrizione edificatoria di fine II - inizi I secolo a.C. IC IV 260, invece, oltre allo hiarorgos Kydans figlio di Onymarchos, elencato fra i cosmi, ne compare anche un altro, Enation figlio di Hermias, menzionato a parte e indicato assieme a questi come responsabile del compimento dei sacrifici commemorati. Un ex hiarorgos, ‑s figlio di Eukleis, sembra inoltre essere attestato come promotore dell’intervento edilizio commemorato nell’iscrizione edificatoria del 100-75 a.C. SEG 58.992. Menzioni di hiarorgoi occorrono anche in più contesti frammentari quali il trattato del 250-200 a.C. ca. SEG 58.986, l’iscrizione di II secolo a.C. IC IV 408 ([ἱ]αροργείαι), quella di I secolo a.C. IC IV 409, la presunta legge sacra di I secolo a.C. SEG 58.993 e la presunta legge del 27-1 a.C. IC IV 416.
Più iscrizioni gortynie di V secolo a.C. documentano l’esistenza presso la città di un solo giudice, che risulta implicato in procedure giudiziarie nelle leggi del 500-450 a.C. IC IV 41, 42 e 45, del 450 a.C. ca. 72 – che testimonia anche la figura dell’orpanodikastas – e del 450-400 a.C. 76, oltre che apparentemente incaricato dell’esazione di multe in quella del 450-400 a.C. 75. Un collegio di più dikastai, invece, è attestato dal trattato del 219-216 a.C. ca. IC I 16 1, nel quale risultano coinvolti nella risoluzione di questioni di natura giudiziaria.
Il collegio di titai, responsabile della riscossione delle multe, è attestato con tale mansione nella legge del 450-400 a.C. IC IV 79 e nel decreto coevo IC IV 78, in cui risulta anche essere passibile a sua volta di sanzioni pecuniarie in caso di inadempienza ai propri doveri. È un solo titas, invece, ad essere documentato in connessione con l’esazione di multe nelle leggi del 600-525 a.C. IC IV 14-15, nel decreto del 240-222 a.C. ca. IC IV 165 e nel trattato del 219-216 a.C. ca. IC I 16 1, oltre che nei contesti frammentari delle leggi del 450-400 a.C. IC IV 102 e 107.
Fra i magistrati gortynii incaricati della riscossione delle multe figurano anche gli esprattai, attestati con tale compito nella legge del 450-400 a.C. IC IV 87, nel quale è anche previsto che costoro presenzino a una particolare circostanza specificata assieme al proprio mnamon, e verosimilmente in quella coeva IC IV 75, dove è fatto riferimento ad un solo magistrato. Gli esprattai, inoltre, risultano coinvolti in procedure giudiziarie nella legge di fine IV - inizi III secolo a.C. IC IV 160; non è chiaro, invece, quale sia la loro funzione nella legge del 450-400 a.C. IC IV 91. Connessa alla riscossione di multe sembra essere anche la figura dell’epottas, documentata apparentemente con tale funzione nella legge del 450-400 a.C. IC IV 84.
Il collegio della neotas è anch’esso attestato come responsabile dell’esazione di multe nel trattato del 250-200 a.C. ca. SEG 58.986 e nel decreto del 250-200 a.C. IC IV 162, nel quale è l’organo a cui devono essere denunciate le contravvenzioni relative a quanto stabilito riguardo all’uso di monetazione bronzea, materia in cui sono chiamati ad emettere un giudizio sette suoi membri. I componenti della neotas, inoltre, risultano essere coinvolti in procedure giudiziarie anche nella presunta legge di III secolo a.C. IC IV 164, mentre figurano come promotori della dedica votiva di fine II - inizi I secolo a.C. SEG 48.1209, nella quale è indicato anche il nome del suo leader, - figlio di Theugines. Non è chiaro, invece, a quale proposito occorra la sua menzione nella legge del 250-200 a.C. IC IV 163.
La figura dello mnamon è attestata a Gortyna in stretta connessione con altri magistrati. Sono infatti documentati uno mnamon dello xenios nel Grande Codice del 450 a.C. ca. IC IV 72, incaricato di consegnare all’ex adottato i dieci stateri depositati dall’adottante che ha annullato l’adozione, e uno mnamon degli esprattai nella legge del 450-400 a.C. IC IV 87, del quale è richiesta la presenza in una circostanza non determinabile. Nel Grande Codice e nella legge del 500-450 a.C. IC IV 42, inoltre, lo mnamon risulta essere coinvolto in processi in associazione con il dikastas; non è chiaro, invece, a quale proposito occorra la sua menzione nella legge di fine IV - inizi III secolo a.C. IC IV 160. La figura dello mnamon dei cosmi, invece, è documentata da due iscrizioni edificatorie e una dedica votiva di fine II - inizi I secolo a.C. che ricordano in tale ruolo Dionysokles figlio di Artemon (IC IV 260), - figlio di Enation (IC IV 261) e un individuo di cui non si è conservato il nome (SEG 48.1209). È verosimile che uno mnamon dei cosmi fosse originariamente ricordato anche nell’iscrizione edificatoria di II secolo a.C. IC IV 251 e che tale carica sia quella ricoperta da Theodotos figlio di Polytimos, che figura fra i promotori della dedica votiva del 100-50 a.C. IC IV 253 con il solo titolo di mnamon privo di ulteriori specificazioni. La presenza di uno mnamon, inoltre, è richiesta nella manomissione di inizi III secolo a.C. IC IV 231 in caso di contestazioni relative all’affrancamento.
L’esistenza a Gortyna di più sacerdoti è attestata dal trattato del 250-200 a.C. ca. SEG 58.986, che sembra prevedere l’invito presso la città alleata di un collegio di hiareis, e dall’iscrizione del 100-50 a.C. IC IV 410. Le leggi sacre del 500-450 a.C. IC IV 65 e del 500-475 a.C. IC IV 145, invece, documentano un sacerdote rispettivamente coinvolto in sacrifici a Zeus e incaricato della fornitura di oggetti cultuali. Un propolos, inoltre, sembra essere menzionato nella legge del 600-525 a.C. IC IV 9 (προπολ[- - -]).
Il collegio degli agoranomoi è attestato in qualità di autore delle dediche votive di inizi I secolo a.C. IC III 4 44, di I secolo a.C. IC IV 254, nella quale sono indicati i nomi del suo leader Korthys figlio di Korthys e dei suoi membri - figlio di Neokles, ‑is figlio di La-o-, - figlio di ‑philos e forse ‑erma‑ figlio di -, e verosimilmente del 100-50 a.C. IC IV 253, nella quale sono ricordati Paithemidas figlio di Rhanios, Gypselos figlio di Eukranis e Geron figlio di Somenos, oltre che di quella onoraria di II secolo d.C. IC IV 302. Sono invece promosse da un solo ex agoranomos le dediche votive del 100-50 a.C. IC IV 252, che ricorda Satyridas figlio di Peithon, che ha detenuto anche la carica di gynaikonomos, e SEG 51.1141, menzionante ‑lianos figlio di Dionysios, e del 67-31 a.C. ca. IC IV 250, opera di Kydas figlio di Apnatos Pontikos, detenente anche il ruolo di Kretarchas e di archos per la nona volta. L’agoranomos Iason figlio di Kan-, inoltre, è ricordato nell’iscrizione edificatoria di II secolo a.C. IC IV 251.
Il termine archontes, indicante i magistrati della città nel loro insieme, è impiegato nel trattato di inizi II secolo a.C. IC IV 180 a proposito della scelta del capo militare delle spedizioni comuni alle due città che deve essere compiuta fra questi; gli archontes, inoltre, sono indicati assieme al damos come i responsabili dell’emanazione del decreto di epoca augustea IC IV 200. Il termine archos, invece, a Gortyna è impiegato nella legge del 450-400 a.C. IC IV 75 in relazione ad una figura incaricata della fornitura di quanto necessario all’andreion (ἀρκός) e nella dedica votiva del 67-31 a.C. ca. IC IV 250, il cui autore è detto essere archos per la nona volta. Il verbo archo, inoltre, sembra essere attestato nell’iscrizione di I secolo a.C. IC I 25 9.
L’invio di due ambascerie gortynie a Cos, la seconda delle quali costituita dai presbeutai Soarchos e Kydas, è documentato dai decreti onorari del 218-217 a.C. ca. IC I 8 7 e IC IV 168, mentre una diretta a Knossos è nota dal trattato del 166/165 a.C. IC IV 182. La presenza di un’ambasceria della città presso le sue alleate in occasione della prestazione del giuramento è prevista invece nel trattato del 220 a.C. ca. SEG 49.1217. Un cittadino di Gortyna, Archemachos figlio di E-, è inoltre insignito del ruolo di theorodokos del santuario delfico nella lista del 220-210 a.C. ca. SEG 26.624.
A Gortyna è noto un tamias, Rhanios figlio di Soarchos, al quale deve essere versata da parte della donna affrancata la somma di denaro prevista dalla manomissione del 200-150 a.C. IC IV 235. I magistrati monetari Aris-, Thibos e forse Menantios e Daimachos sono inoltre documentati per la città per via numismatica (cf. Svoronos 1890, pp. 153-182, Le Rider 1966, pp. 309-310, IC IV, pp. 37-39). Il trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC IV 184, invece, testimonia l’esistenza di un collegio di oroi e di un preigistos addetti alla raccolta del sale che Kaudos è tenuta a fornire a Gortyna. Un collegio di preigistoi, inoltre, è indicato nel trattato del 450-400 a.C. IC IV 80 come responsabile dell’esazione di multe nel caso in cui tale compito non sia svolto dai cosmi di Rhittenia. Un collegio di karpodaistai, incaricato della distribuzione pubblica di alimenti, è invece documentato dalla legge del 450-400 a.C. IC IV 77.
Fra le cariche militari attestate a Gortyna vi sono un hekatontarchas e uno stratiotes, beneficiari dei decreti onorari di metà I secolo a.C. IC IV 220 e di fine I secolo a.C. IC IV 215 C, oltre alle sentinelle che paiono essere menzionate nel trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC IV 184 (ὤρων). Un araldo, inoltre, è documentato dalla legge del 450-400 a.C. IC IV 87 (κᾶρυκς) e dal trattato di fine III secolo a.C. IC IV 172 (καρύξαντι).
Fra le altre figure attestate a Gortyna vi sono il kapaneus Amarantos figlio di Matros, responsabile di un intervento edilizio relativo a strutture per l’incubazione ricordato nell’iscrizione edificatoria di II secolo a.C. IC I 25 2, lo speusdos Athanion figlio di Athanion, fra gli autori della dedica votiva del 100-50 a.C. IC IV 253, un eponymos, menzionato nell’iscrizione di I secolo a.C. IC I 25 9, e verosimilmente un ephoros, che pare occorrere nel trattato del 450-400 a.C. IC IV 80. L’esistenza di più gnomones vi è inoltre provata dalla legge del 600-525 a.C. IC IV 14, che prevede il divieto di iterazione di tale carica in un intervallo di tempo di dieci anni, mentre quella dello startagetas è documentata dal trattato del 450-400 a.C. IC IV 80, nel quale è stabilito che costui possa svolgere le funzioni di cosmo a Rhittenia assieme ai cosmi di Gortyna e di quest’ultima. Nell’iscrizione edificatoria di II secolo a.C. IC IV 258, infine, doveva essere originariamente indicato il nome del collegio o del magistrato promotore dell’intervento commemorato, del quale tuttavia non si è conservata né l’onomastica né la carica.
Associazioni. L’esistenza a Gortyna di un tiaso di Priapistai è documentata dalla dedica di I secolo a.C. IC IV 266 di cui questo è autore, promossa in onore di Hermias figlio di Sodatas per la propria philagathia nei confronti del thiasos. La dedica coeva IC IV 267, dovuta alle stesse motivazioni, risulta invece essere promossa dal tiaso di cui è leader Er‑ figlio di ‑nikos. La presenza di un tiaso gortynio a Lebena, inoltre, è documentato dalla sanatio di II secolo a.C. IC I 17 11, mentre l’invio di un tiaso presso le città alleate in occasione di particolari festività è previsto dal trattato del 205-200 a.C. ca. IC IV 174.
Ripartizioni civiche. Il termine pyla, indicante la tribù, è menzionato nelle leggi del 600-525 a.C. IC IV 19 e del 450-400 a.C. IC IV 104, oltre che nel Grande Codice del 450 a.C. ca. IC IV 72 a proposito dell’appartenenza a questa di particolari individui. Le formule di datazione di documenti di epoca perlopiù successiva – iscrizioni edificatorie, trattati, decreti, manomissioni e sanationes – conservano il ricordo di almeno otto tribù gortynie. Sono note quelle degli Ainai (III secolo a.C., IC I 17 4 A), degli Ainaones (fine II - inizi I secolo a.C., IC I 17 6; 200-150 a.C., IC IV 196), degli Aithaleis (237/236 a.C., 167; fine III - inizi II secolo a.C., 184; 200-150 a.C., 259; II secolo a.C., IC I 17 4 B; metà II secolo a.C. SEG 48.1208), l’Archeia (III secolo a.C., IC IV 233; 216-189 a.C. ca., 186; II secolo a.C., IC I 17 8; fine II - inizi I secolo a.C., IC I 17 38), degli Autoletai (fine II - inizi I secolo a.C., IC I 17 5; 150-50 a.C., IC IV 261) e dei Dymanes (240-222 a.C. ca., IC IV 165; 200-150 a.C., 197; 166/165 a.C., 182), oltre che una tribù iniziante in Ap- (350-250 a.C., IC IV 236) e una in Dek- (metà III secolo a.C., IC IV 171). Il nome della tribù dei cosmi in carica, inoltre, doveva essere originariamente specificato anche all’interno delle formule di datazione delle iscrizioni di III secolo a.C. IC IV 173, del 205-200 a.C. SEG 53.942, del 200-150 a.C. IC IV 195 A, del 168/167 a.C. IC IV 181 e di II secolo a.C. IC I 17 2.
Lo startos Aithaleus, menzionato nel Grande Codice del 450 a.C. ca. IC IV 72 all’interno di un riferimento cronologico e in un contesto frammentario nella legge di V-IV secolo a.C. IC IV 142, è verosimile che coincida con la tribù degli Aithaleis. Uno startos, inoltre, è attestato nel trattato del 450-400 a.C. IC IV 80, nel quale è previsto che questo possa disporre assieme al cosmo di Rhittenia dell’importo ricavato da una multa.
La presenza di eterie a Gortyna è documentata dalla legge del 500-450 a.C. IC IV 42, che attesta l’esistenza di un giudice delle hetaireiai, e dal Grande Codice del 450 a.C. ca. IC IV 72, nel quale è previsto che gli adottanti offrano una quantità di vino e una vittima sacrificale alla propria eteria. Il Grande Codice, inoltre, testimonia anche l’esistenza del klaros, un raggruppamento sociale fra i cui membri è previsto che sia divisa un’eredità nel caso di assenza di parenti prossimi dell’originario proprietario dei beni.
Status sociali. Lo status di cittadino a Gortyna è indicato nel Grande Codice del 450 a.C. ca. IC IV 72 come requisito per poter svolgere il ruolo di testimone in un processo, mentre nella legge del 500-450 a.C. IC IV 51 per poter prestare giuramento relativamente a cause dal valore di dieci o più stateri. Menzioni di politai, inoltre, occorrono nel decreto onorario del 218-217 a.C. ca. IC IV 168 a proposito dei meriti del medico Hermias di Cos nei loro confronti ed in riferimento a due cittadini inviati con lui presso la sua patria, Soarchos e Kydas. Lo status di cittadino è accordato come privilegio in numerosi decreti onorari di tardo III, II e in particolar modo I secolo a.C. (IC IV 205 C, 210 A-B, 211, 212, 214, 215 A e C, 216, 217, 219, 220, 221 A-C, 222 A-C, 223 A, 224 B, 225 B, SEG 48.1210 A-C e forse IC IV 168, 205 A, 213 B, 226). Riferimenti a cittadini, inoltre, sono presenti nella legge del 450-400 a.C. IC IV 83 e nei trattati del 216-189 a.C. ca. IC IV 183 e del 168/167 a.C. IC IV 181.
Lo status di eleutheros è attestato in più leggi del 525-400 a.C. a proposito delle diverse sanzioni pecuniarie che interessano uomini e donne liberi e quelli di status differente (IC IV 41, 43, 57, 62, 72 – in cui è impiegato anche il termine aner in riferimento agli uomini di status libero –, 75, 79 e verosimilmente 144), oltre che nel trattato del 260-250 a.C. ca. IC IV 161 a proposito del divieto di sequestro di cittadini liberi e della loro vendita come douloi. Il termine eleutheros, inoltre, occorre nelle manomissioni di inizi III secolo a.C. IC IV 231, di III secolo a.C. 233, del 200-150 a.C. 235 e di metà II secolo a.C. SEG 48.1208 in riferimento al nuovo status acquisito dai liberti, denominati apolagathentes nelle ultime due iscrizioni. Nelle manomissioni di III secolo a.C. IC IV 234, del 200-150 a.C. 235 e di metà II secolo a.C. SEG 48.1208, inoltre, è attestato il termine apolagasantes verosimilmente in riferimento all’ex padrone dei liberti, del quale è richiesta la presenza al momento dell’affrancamento. Il termine apeleutheros, invece, è impiegato in riferimento ai liberti nel decreto del 450-400 a.C. IC IV 78 e nella dedica onoraria di I secolo a.C. IC IV 263, promossa da una apeleuthera.
Lo status di apetairos, intermedio fra quello di uomo libero e di servo o schiavo, è attestato nella legge del 450-400 a.C. IC IV 84 e nel Grande Codice del 450 a.C. ca. IC IV 72, nel quale in caso di reato risulta essere passibile di multe inferiori a quelle dei douloi e superiori a quelle degli eleutheroi.
Riferimenti ai do(u)loi e alle do(u)lai nell’ambito della regolamentazione sono presenti nel Grande Codice del 450 a.C. ca. IC IV 72 e nelle leggi del 525-500 a.C. 62, del 500-450 a.C. 43, 47 e 55 e del 450-400 a.C. 144 e verosimilmente 79, oltre che nel trattato del 260-250 a.C. ca. IC IV 161 a proposito del divieto di vendita come schiavi di individui di status libero. I termini woikeus o woikea, invece, occorrono nell’ambito della regolamentazione di individui di status differente nel Grande Codice del 450 a.C. ca. IC IV 72 e nelle leggi del 600-525 a.C. 23 e del 500-450 a.C. 41. Riferimenti alla possibilità per gli woikeis e i do(u)loi di trovare rifugio in un tempio, inoltre, sono presenti nel Grande Codice del 450 a.C. ca. IC IV 72 e nelle leggi del 500-450 a.C. 41 e 47 e del 450-400 a.C. 83 e 86, sebbene in questi ultimi due casi la prassi non sia messa direttamente in connessione con individui di status servile. In riferimento alle comunità soggette a Gortyna, invece, sono attestati i termini hypoboikos nel trattato del 219-216 a.C. ca. IC I 16 1 e apparentemente periwoikos nella legge sacra del 500-450 a.C. IC IV 65.
Fra gli altri status sociali documentati a Gortyna, inoltre, vi è quello di allopoliatas (ἐκς ἀλλοπολίας), indicante stranieri in possesso della cittadinanza presso un’altra polis, e quello di epidamos, che designa chi si trovi temporaneamente al di fuori della città, entrambi attestati nel Grande Codice del 450 a.C. ca. IC IV 72. Lo status di katoikion, indicante i residenti non in possesso della cittadinanza, è documentato dal decreto onorario del 218-217 a.C. ca. IC IV 168, menzionante i meriti del medico Hermias di Cos nei confronti sia dei cittadini che dei katoikiontes di Gortyna.
Lo status di prosseno è accordato come privilegio in numerosi decreti onorari di tardo III, II e in particolar modo I secolo a.C. (IC IV 202, 205 A, 206 A-M, 207, 208 A-D, 209 A-B, 210 A-B, 211, 212, 213 B, 215 A e C, 216, 217, 218 B-D, 219, 221 A-B, 222 A-C, 223 A, 224 A, 225 B, 226, 227, SEG 38.906, SEG 58.991, SEG 48.1210 A-C e forse IC IV 204 A, 205 C, 209 C, 213 A, 215 B, 218 A ed E, 225 A, 228, SEG 58.987 A-B), oltre che nella dedica onoraria di epoca ellenistica IG V, 1 475; Tucidide, inoltre, informa del fatto che nel 429 a.C. l’ateniese Nicia sia prosseno di Gortyna (Thuc. II 85.5, Νικίας γὰρ Κρὴς Γορτύνιος πρόξενος ὢν). Lo status di euergetas, inoltre, è accordato nel decreto onorario di metà III - II secolo a.C. IC IV 206 F, mentre il riconoscimento come patron e soter è documentato in quello di fine I secolo a.C. - inizi I secolo d.C. IC IV 293.
Classi di età. Il termine anebos è attestato in riferimento ai giovani non ancora in età da nozze nel Grande Codice del 450 a.C. ca. IC IV 72, dove è impiegato con tale valore anche anoros, e nella legge del 600-525 a.C. IC IV 14, dove è utilizzato in contrapposizione ad aner, designante in questo caso gli individui di età adulta. Gli adulti sono invece definiti dromeis nel Grande Codice, nel quale è attestato anche l’utilizzo dei termini apodromos in riferimento ai minorenni non aventi ancora accesso al dromos e pentekaidekadromos relativamente a coloro che sono adulti da (almeno) quindici anni. Nel Grande Codice, inoltre, sono impiegati i termini ebion e orimos in riferimento ai giovani in età da nozze, il primo dei quali è attestato anche nella legge del 500-450 a.C. IC IV 51.
Calendario. A Gortyna le formule di datazione di trattati e decreti documentano l’esistenza dei mesi Amyklaios (166/165 a.C., IC IV 182), Ionios (168/167 a.C., 181), Karneios (200-150 a.C., 197) e Weuchanios (fine III - inizi II secolo a.C. 184), mese quest’ultimo che è attestato nella forma Welkanios nel calendario sacrificale del 600-525 a.C. 3. In altri trattati e manomissioni, invece, è indicata come scadenza la luna nuova dei mesi Eleusinios (metà II secolo a.C., SEG 48.1208), Leschanorios (168/167 a.C., IC IV 181) e Kanneios, forse coincidente con quello di Karneios (fine III secolo a.C., IC IV 172; 200-150 a.C., IC IV 235, in cui è indicato il tredicesimo giorno del mese). È possibile che appartenga al calendario di Gortyna anche il mese terminante in -nios di cui è indicata la luna nuova come scadenza nel trattato del 216-189 a.C. ca. IC IV 183 fra la città e Sybrita. L’indicazione di un mese, inoltre, doveva essere presente nella scadenza fissata nel trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC IV 184.
Celebrazioni. A Gortyna sono documentate le festività Thermoloia dalla legge sacra di fine V secolo a.C. IC IV 143, che stabilisce quali offerte debbano essere presentate in tale occasione. È verosimile che siano di pertinenza della città anche i Pythia menzionati nel trattato del 205-200 a.C. ca. IC IV 174 fra Gortyna, Hierapytna e Priansos, nel quale è previsto in loro occasione il compimento di sacrifici e l’invio di un tiaso verso le città alleate. Per Gortyna è inoltre documentata per via letteraria una festività in onore di Europa denominata Hellotia (cf. Ath. XV 22; Hsch. s.v. ἑλλωτίς e Ἑλλώτια; Etym. M. s.v. Ἑλλωτία e Ἑλλωτίς).
Pratiche e strumenti istituzionali. Il verbo andano è impiegato nella forma ἔϝαδε/ἔαδε/ἔβαδε in riferimento all’attività deliberativa all’interno della formula di sanzione dei decreti del 450-400 a.C. IC IV 78, di III secolo a.C. 378 C e forse B, del 240-222 a.C. ca. 165, del 200-150 a.C. 195 e forse del 250-200 a.C. 162, oltre che della manomissione di metà II secolo a.C. SEG 48.1208 e del trattato del 219-216 a.C. ca. IC I 16 1 = SEG 58.988. Il verbo dokeo, invece, è impiegato con il medesimo valore nelle formule di sanzione della manomissione di inizi III secolo a.C. IC IV 231 e dei decreti del 218-217 a.C. ca. IC IV 168, del 250-200 a.C. IG XII, 6 1 144 e del 184-180 a.C. IC IV 176 (ἔδοξε), nel quale figura anche all’interno della formula di mozione (δ[εδόχθαι]). Il verbo, inoltre, sembra impiegato nei trattati del 216-189 a.C. ca. IC IV 183 e di fine III - inizi II secolo a.C. IC IV 184 riguardo alla possibilità di modifiche future apportabili su decisione congiunta delle città interessate. Il verbo krino, invece, è utilizzato in relazione all’emissione di sentenze da parte del giudice nelle leggi di V secolo a.C. IC IV 72 e IC IV 41, di sette membri della neotas in quella del 250-200 a.C. IC IV 162, dei cosmi nel trattato del 260-250 a.C. ca. IC IV 161 e di figure istituzionali non meglio identificabili nella legge di fine IV - inizi III secolo a.C. IC IV 160. Il verbo psaphizo, inoltre, è impiegato in riferimento ad avvenute votazioni nel trattato del 168/167 a.C. IC IV 181 e nei decreti del 450-400 a.C. 78, del 250-200 a.C. 162, di III secolo a.C. 378 B e forse C e di fine IV - metà III secolo a.C. SEG 38.900 B, oltre che nell’iscrizione edificatoria di fine II - inizi I secolo a.C. IC I 17 6.
Quanto alla terminologia relativa alle tipologie documentarie, il termine psaphisma è attestato nell’iscrizione edificatoria di fine II - inizi I secolo a.C. IC I 17 6, nella manomissione di metà II secolo a.C. SEG 48.1208 e nei decreti del 184-180 a.C. IC IV 176, di II secolo a.C. IC I 17 2 e verosimilmente di fine I secolo a.C. - inizi I secolo d.C. IC IV 293, mentre è impiegato il termine dogma in quello del 200-150 a.C. IC IV 196. Il termine krisis, inoltre, è attestato nel trattato del 450-400 a.C. ca. IC IV 80 fra Gortyna e Rhittenia in riferimento a decisioni da prendere relativamente a possibili dispute future fra le due città. Il termine syntheka, invece, occorre nei trattati del 240-221 a.C. ca. SEG 23.563, del 220 a.C. ca. SEG 49.1217, del 216-189 a.C. ca. IC IV 183, del 205-200 a.C. ca. 174 e del 168/167 a.C. 181, mentre homologia compare in quello del 166/165 a.C. IC IV 182. L’invio di epistolai da parte della città, inoltre, è documentato dall’arbitrato del 112/111 a.C. IC III 4 9.
In riferimento alle leggi scritte è documentato l’uso del termine grammata nel Grande Codice del 450 a.C. ca. IC IV 72. Riferimenti a specifici nomoi, invece, sono presenti nella legge sacra del 500-475 a.C. 146 (legge portuale), nei trattati del 216-189 a.C. ca. 186 e forse del 205-200 a.C. ca. 174 (leggi relative ai tributi pertinenti all’esportazione via mare), in quello del 260-250 a.C. ca. 161 (nomos proxenikos) e nel decreto onorario di I secolo a.C. 222 (legge relativa al conferimento di corone auree). Nel trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC IV 184, nel quale è presente un riferimento ad un nomos specifico non meglio identificabile, è inoltre concessa a Kaudos la possibilità di usufruire delle proprie leggi.
Riferimento a processi sono presenti nelle leggi del 600-525 a.C. IC IV 9, del 500-450 a.C. 41, 42 e 47, del 450 a.C. ca. 72, del 450-400 a.C. 81 e forse 75 e nei trattati di III secolo a.C. 173, del 222-189 a.C. 175 e di fine III - inizi II secolo a.C. 184. Una procedura giudiziaria denominata xeneia dika è inoltre attestata nel trattato del 450-400 a.C. IC IV 80, mentre una wastia dika è documentata dalla legge del 600-525 a.C. 13 e dal decreto onorario del 525-500 a.C. 64. Il termine epikriterion, indicante apparentemente una città a cui ricorrere come corte d’appello, è invece attestato nel trattato del 205-200 a.C. ca. IC IV 174.
Spazi pubblici. La polis intesa in senso spaziale è menzionata nel trattato del 240-221 a.C. ca. SEG 23.563 a proposito di possibili attacchi militari al centro urbano o alla chora di Gortyna e in riferimento alla localizzazione della città, definita «città superiore» in opposizione a Phaistos, unita in tale momento a questa da un legame di sympoliteia e definita a sua volta nel documento «città inferiore» (cf. Chaniotis, Verträge 71). Il termine polis occorre inoltre in riferimento a coloro che risiedono nel centro urbano nel Grande Codice del 450 a.C. ca. IC IV 72 e nelle leggi del 450-400 a.C. 79 e 144, mentre come sede in cui prestare i relativi giuramenti o eparai nei trattati del 220 a.C. ca. SEG 49.1217 e verosimilmente di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4 e come teatro di una battaglia nel decreto onorario del 218-217 a.C. ca. IC I 8 7. Le poleis di Gortyna e Knossos, inoltre, sono menzionate come coordinate spaziali di riferimento nel decreto del 221/220 a.C. ca. Magnesia 158 a proposito di una città situata fra queste due. Quanto al territorio di Gortyna, una descrizione dei suoi horoi è presente nel trattato del 205-200 a.C. SEG 53.942. La presenza nella chora della città di una damosia hodos, inoltre, è documentata dalla legge del 500-450 a.C. IC IV 46, mentre quella di più phroria è testimoniata dal trattato del 216-189 a.C. ca. IC IV 186, nel quale è prevista la possibilità che questi subiscano attacchi militari.
La pubblicazione su pietra dei documenti è prevista nel Pytion nel trattato del 166/165 a.C. IC IV 182, mentre in un non meglio identificabile hieron in quello di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 B. L’esistenza di un santuario di Atena è documentata dal trattato del 168/167 a.C. IC IV 181, mentre altri hiara sono menzionati nella presunta legge sacra di fine V secolo a.C. IC IV 147 forse a proposito di purificazioni e nel trattato del 250-200 a.C. ca. SEG 58.986 come sede del versamento di una parte di una multa. Un naos è inoltre menzionato nel Grande Codice 450 a.C. ca. IC IV 72 come luogo presso cui è possibile che trovi rifugio un dolos, mentre nella legge del 500-450 a.C. IC IV 41 a proposito della possibilità di condurre beni presso un tempio. Un bomos è invece attestato nella presunta legge di V-IV secolo a.C. IC IV 142 come sede in cui compiere il sacrificio di buoi previsto. L’esistenza di un luogo di culto consacrato a Hestia, inoltre, è suggerito dalla menzione della divinità all’interno del giuramento nei trattati del 205-200 a.C. ca. IC IV 174 e verosimilmente di metà III secolo a.C. 171 e del 216-189 a.C. ca. 183.
L’agora di Gortyna è indicata come sede di svolgimento di processi nelle leggi del 600-525 a.C. IC IV 13 e del 450-400 a.C. 75 e 81 e come luogo in cui debbano avvenire le proclamazioni ufficiali – da compiersi nella sua tribuna denominata laos – nel Grande Codice del 450 a.C. ca. IC IV 72, nel quale è anche attestata come sede del mercato degli schiavi (per le menzioni di Zeus Agoraios nei giuramenti cf. i trattati di metà III secolo a.C. IC IV 171 e forse del 216-189 a.C. ca. IC IV 183). L’agora figura inoltre come sede della prestazione di un giuramento da parte dei sette membri della neotas nel decreto del 250-200 a.C. IC IV 162, mentre è menzionata come punto di riferimento spaziale nella legge del 500-450 a.C. IC IV 43 a proposito di un ponte situato nei suoi pressi; non è chiaro, invece, a quale proposito occorra la sua menzione nella presunta legge del 450-400 a.C. IC IV 102.
L’esistenza a Gortyna di un andreion è documentata dalle leggi del 600-525 a.C. IC IV 4 e del 450-400 a.C. IC IV 75, nelle quali è menzionato apparentemente in connessione con pratiche simposiali nel primo caso, mentre in riferimento alle suppellettili o agli alimenti che l’arkos debba procurare per questo nel secondo. La presenza di un pritaneo è invece testimoniata dal trattato del 219-216 a.C. ca. IC I 16 1, nel quale è indicato come sede della pubblicazione su pietra del testo degli accordi. Un tribunale, inoltre, è menzionato nel Grande Codice del 450 a.C. ca. IC IV 72 come luogo presso cui debbano essere depositati dieci stateri da parte di un adottante che voglia annullare l’adozione, mentre è il chreophylakion ad essere indicato come sede di transazioni economiche nella manomissione di metà II secolo a.C. SEG 48.1208. In un teatro, invece, è previsto che avvenga l’incoronazione con una corona aurea del beneficiario del decreto onorario di I secolo a.C. IC IV 222 A. Il decreto onorario del 525-500 a.C. IC IV 64, inoltre, sembra includere fra i propri conferimenti anche quello del diritto di accedere al gymnasion della città, a meno che la sua menzione non occorra nell’ambito della descrizione del luogo in cui si trova il terreno concesso al beneficiario del documento, situato possibilmente nei suoi pressi. A Gortyna sembra essere attestata anche l’esistenza di uno spazio pubblico denominato agreion, menzionato nella legge del 600-525 a.C. IC IV 9, e di un edificio apparentemente di pertinenza degli efori, indicato come sede di conservazione di leggi scritte nel trattato del 450-400 a.C. IC IV 80.
Della città, che si avvale dei porti di Lebena e in un secondo momento Matala (cf. Strabo X 4.11, 14, IC IV 186; sulle altre fonti letterarie relative a Gortyna cf. IC IV, pp. 14-16), si sono conservati per via archeologica – relativamente alle epoche anteriori a quella imperiale – una cinta muraria ellenistica (cf. Coutsinas 2013, pp. 214-220), il tempio tripartito geometrico-ellenistico di Atena Poliouchos sull’acropoli, l’area dell’agora – con il tempio e l’altare ellenistici di Zeus (?), un teatro, un pritaneo o bouleuterion ellenistico ed una stoa arcaica (?) –, l’area del Pythion con il tempio arcaico-imperiale di Apollo Pythios (al quale è verosimile che si riferisca la notizia in St.Byz. s.v. Πύθιον· τὸ πάλαι μεσαίτατον τῆς ἐν Κρήτῃ Γόρτυνος. οἱ κατοικοῦντες Πυθιεῖς καὶ οἱ τὸ Πύθιον οἰκοῦντες. ἐν ᾧ Ἀπόλλωνος ἱερόν ἐστι), l’Iseo e Serapeo ellenistico-imperiale (cf. le dediche votive IC IV 243-247, 249), uno stadio ellenistico, un altare ellenistico-imperiale del Theos Hypsistos (cf. le dediche votive IC IV 241-242, SEG 50.903), un heroon ellenistico (cf. Lippolis 2011, Bonetto et al. 2016), un ginnasio ellenistico (cf. Livadiotti 2011) ed il santuario extraurbano classico-ellenistico di Demetra e Kore, quello ellenistico sull’altura di Prophitis Ilias (?) e quello in uso dal Tardo Minoico III C all’epoca ellenistica sulla collina di Armi (cf. Anzalone 2013; sulle evidenze archeologiche gortynie cf. inoltre Di Vita 2010, Marginesu 2013, Perlman 2000a e in particolare sugli edifici pubblici e l’esposizione delle iscrizioni Marginesu 2014). L’iscrizione edificatoria di II secolo d.C. IC IV 334, inoltre, vi documenta l’esistenza di un Ninfeo. Nella città sono noti per via epigrafica anche i culti di Apollo, Hera e Demetra (600-525 a.C., IC IV 3), Halios (500-450 a.C., IC IV 65), Zeus (500-450 a.C., IC IV 65, SEG 40.774), Dioniso (II secolo a.C., IC IV 238), Hera Kydista (metà II secolo a.C., SEG 48.1208), Hermes Polykarpos (100-50 a.C., SEG 51.1141), Asclepio (II-I secolo a.C.: IC IV 239, IC IV 240), Gortys archagetas ed Eueteria (100-50 a.C., IC IV 252; 67-31 a.C. ca. IC IV 250), Priapos (I secolo a.C., IC IV 266), dei Cureti (I secolo a.C. SEG 23.593) e forse Britomartis (III-II secolo a.C., IC IV 237) e Poseidone (V secolo a.C., IC IV 66).
Herakleion
Località moderna: Herakleion, Herakleion
Status: Polis (Inv. 961, IC I XI; I, L)
Elementi istituzionali: polise
La località di Herakleion, non attestata anteriormente all’epoca classica, è originariamente approdo di Knossos ed in seguito polis (cf. Stad. 348, Strabo X 4.7; per le altre fonti letterarie relative ad Herakleion cf. IC I, p. 93; sulle evidenze archeologiche dell’abitato e del porto cf. Ioannidou-Karetsou et al. 2008, pp. 54-74). Il suo status di città autonoma è documentato dalla presenza del suo etnico collettivo Ἡρακλεῶται in riferimento alla sua comunità poleica fra i contraenti del trattato del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6 alleati di Knossos, oltre che di quello individuale in riferimento a suoi singoli cittadini nei decreti onorari ellenistici IC II 3 11 e IC IV 218.
Hyrtaia
Località moderna: Herakleion, Kastriotis, Melidochori?
Varianti toponimiche: Ertaia?
Status: Polis (Inv. p. 1147, IC -; I)
Elementi istituzionali: polise
Comunità e assemblee. La polis di Hyrtaia – che non è sicuro che sia la stessa località a cui si riferisce l’etnico Ἐρταίων, attestato dall’epigramma di II secolo a.C. IC I 8 33 –, è documentata con certezza solamente dal trattato del 260-250 a.C. ca. IC IV 161, in cui l’etnico collettivo Ὑρταῖοι figura fra le comunità poleiche alleate di Gortyna firmatarie degli accordi con Mileto.
Spazi pubblici. Della città, la cui esistenza è nota solamente per l’epoca ellenistica, si è conservata per via archeologica una cinta muraria risalente a tale periodo (cf. Coutsinas 2013, pp. 211-213).
Knossos
Località moderna: Herakleion, Knossos
Varianti toponimiche: Knosos
Status: Polis (Inv. 967, IC I VIII; I, M, L)
Elementi istituzionali: agela, agora, Agyeios, Aithaleis, apetairos, archai (?), Archeia, archeion, archon, Bakinthios, boule, chreophylakion, damokratia, damosia sphragis, demos, demosios, dika, dikastas, dogma, dokeo, doulos, dromeus, Echanoreis (?), ekklesia, eleutheros, epilykos, ereutas, euergetes, eunomia, gramma, grammateus, heros*, hiereus, hieron, homeros, homologia, horos, Hylleis, iscrivente, Karneios, Karonios, Koronios, kosmos, krima, krino, krisis, magistrato monetario, teletai*, naos, Nekysios, nomos, nomos proxenikos, oureion, Pamphyloi, pastas, plethos, polis, polites, presbeutes, proxenos, psephisma, psephizo, Spermios, syndokeo, syntheka, Wakinthia, Welchanios, -is
Comunità e assemblee. La polis di Knossos figura attraverso il proprio etnico collettivo come responsabile della stipulazione di accordi nei trattati del 460-450 a.C. ca. IC I 8 4, del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6, di II secolo a.C. IG XII Suppl. 256 e del 183 a.C. IC IV 179, nel quale risulta essere fra le città appartenenti al koinon cretese. L’etnico collettivo è inoltre attestato sul suo sigillo di III secolo a.C. SEG 30.512, n. 2, su più ghiande missili ellenistiche della città (IC I 8 43-45, Foss 1974-1975, p. 40 nn. 12-13), oltre che in riferimento al suo conferimento di una corona d’oro ad Atene (IG II2 1443 del 344/3 a.C., ll. 121-122: στέφανος, ὧι Κνώ[σιοι ἐστεφάνωσαν τὸν δῆμ]ον τὸν Ἀθηναίων), alla fornitura di grano garantita alla città da Cirene nel 330-326 a.C. (SEG 9.2) e al riconoscimento collettivo di prossenia concessole da Maussollo e Artemisia nel decreto onorario del 357 a.C. ca. Labraunda 1.
La città, indicata con il termine polis, compare invece come responsabile della deliberazione all’interno della formula di sanzione assieme ai cosmi nel trattato del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6 e nei decreti di fine III - inizi II secolo a.C. IC I 8 10, di II secolo a.C. IC I 8 14, del 170-140 a.C. ca. IC I 8 11, del 184-180 a.C. IC I 8 9 e di fine II secolo a.C. IC I 8 12, negli ultimi due dei quali figura anche all’interno della formula di mozione. Riferimenti alla città in relazione alle decisioni da questa prese o alle concessioni effettuate sono inoltre presenti nei decreti del 201 a.C. ca. IC I 8 8, dove è menzionato anche un segretario della città, del 170-140 a.C. ca. IC I 8 11 e di fine II secolo a.C. IC I 8 12, oltre che riguardo la possibilità di apportare modifiche future su decisione comune delle città interessate nei trattati del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B e forse del 145-100 a.C. IC I 8 13. La città è indicata come la responsabile delle dediche onorarie del 166-100 a.C. ca. ID 1602 e – attraverso la menzione del suo etnico collettivo – del 154-152 a.C. I.Orop. 433 e FD 2 135 e di quelle votive di III secolo a.C. IC III 2 3 e IC III 2 4. Nei trattati del 118 a.C. IC I 16 3 e del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B la polis di Knossos è indicata come arbitro nella disputa in corso fra Lato e Olous e come responsabile dell’invio di ambascerie presso le due città e nel secondo caso anche a Delos, oltre che come destinataria della consegna dei documenti in questione. Il ruolo di arbitro nella contesa fra Lato e Olous è inoltre documentato per Knossos anche negli arbitrati del 115 a.C. Chaniotis, Verträge 54-56a, emesso da questa, e del 113 a.C. Chaniotis, Verträge 54-56b, nel quale è indicata mediante il suo etnico collettivo. Della città è ricordato inoltre l’invio di un giudice a Malla nel decreto onorario di fine II secolo a.C. IC I 19 3 A, motivo – assieme alla sua kalokagathia – per cui è onorata nel medesimo documento. Un altro decreto onorario coevo, IC I 8 12, ricorda invece la riconoscenza della città per l’eunoia, la hairesis e la proairesis mostrate nei suoi confronti dal beneficiario delle concessioni. Nell’epistola del 112/111 a.C. IC III 4 10, invece, è menzionato il fatto che Knossos non abbia mai commesso ingiustizie nei confronti di Itanos. La polis, inoltre, figura come mittente di lettere nel decreto onorario di fine II secolo a.C. IC I 8 12, in cui è previsto che spedisca una copia del documento a Tarso, e nell’epistola del 218-217 a.C. ca. IC I 8 7, nella quale è presente assieme ai cosmi nella formula di saluto iniziale. Nel trattato del 460-450 a.C. ca. IC I 8 4, invece, è stabilita l’appartenenza della decima del bottino comune a Knossos e Tylisos alla prima città, mentre in quello del 168/167 a.C. IC IV 181 è previsto che la polis saldi i prestiti e le obbligazioni che deve alla città di Gortyna. La città, infine, è menzionata nel trattato del 166/165 a.C. IC IV 182 a proposito della collocazione di una copia degli accordi comune a questa e a Gortyna.
A Knossos il demos è attestato solamente dalla dedica onoraria di III secolo a.C. IG XI, 4 1132 B, della quale risulta essere promotore. Il termine ekklesia, invece, è documentato dal decreto onorario di fine II secolo a.C. IC I 8 12, nel quale indica l’assemblea presso cui giunge Myrinos, l’allievo di Dioskourides di Tarso. Il termine plethos, inoltre, è impiegato nel decreto onorario di fine II secolo a.C. IC I 8 12 in riferimento all’insieme della cittadinanza, apparentemente coincidente con l’ekklesia a cui si rivolge Myrinos; il suo ricorso nel trattato del 460-450 a.C. ca. IC I 30 1, invece, sembra essere in riferimento alle decisioni prese dalla maggioranza nell’ambito di una deliberazione congiunta di Knossos, Tylisos e Argo.
La bo(u)la a Knossos è indicata nel trattato del 460-450 a.C. ca. IC I 8 4 come l’organo responsabile dell’imposizione di multe sui cosmi che vengono meno ai propri doveri, mentre in quello del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6 è incaricata assieme ai cosmi dell’emissione di un giudizio nel caso in cui sorgano dispute relative a quanto stabilito; non è chiaro, invece, a che proposito occorra la sua menzione nel trattato del 145-100 a.C. IC I 8 13.
Cariche individuali o collegiali. I cosmi di Knossos sono attestati come responsabili della deliberazione comparendo assieme alla polis all’interno della formula di sanzione dei decreti di fine III - inizi II secolo a.C. IC I 8 10, di II secolo a.C. IC I 8 14, del 184-180 a.C. IC I 8 9, del 170-140 a.C. ca. IC I 8 11, di fine II secolo a.C. IC I 8 12 e del trattato del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6, nel quale è impiegato il singolare κόσμωι verosimilmente in riferimento all’intero loro collegio. Il ruolo svolto dai cosmi relativamente alla deliberazione, inoltre, sembra essere attestato anche per l’età imperiale dal decreto di I secolo d.C. SEG 33.733. Più dediche votive di II-I secolo a.C. rinvenute ad Amnisos conservano il ricordo del collegio di cosmi in carica, molto verosimilmente di pertinenza di Knossos. Risulta essere il promotore della dedica SEG 33.718 il collegio di cosmi di cui è eponimo Hypergenes figlio di Koichis, di SEG 33.721 quello guidato da ‑nion figlio di Teisimos e di SEG 33.722 quello di Tauriadas figlio di Epimenidas, in carica per la seconda volta. Nella maggioranza delle iscrizioni di Amnisos, tuttavia, il collegio non è indicato direttamente come promotore della dediche bensì è ricordato all’interno delle formule di datazione, che restituiscono i nomi dei cosmi eponimi Hypergenes figlio di Koichis, in carica per la seconda volta (SEG 33.719), Teisilas figlio di Koichis (SEG 33.720), Kloumenidas figlio di Koichis, in carica per la seconda volta (SEG 33.723), Lasthenes figlio di Sosamenos e di Peiso (SEG 33.724), Lasthenes figlio di Sosamenos (SEG 33.725), Tharsymachos figlio di Andromenes, in carica per la seconda volta (SEG 33.726), Teisilas figlio di Andromenes detto Pheidon (SEG 33.727), Tharsymachos figlio di Anaxilas (SEG 33.729) e verosimilmente Eurymachos figlio di Kydas (SEG 33.728). Altri cosmi eponimi di Knossos commemorati nelle datazioni di decreti, trattati o arbitrati sono Zoarchos (fine III - inizi II secolo a.C., IC I 8 10), Timokrates (II secolo a.C., IC I 8 14), Kypselos figlio di ‑retos (200-150 a.C., IC IV 197), Euryththenias figlio di - (168/167 a.C., IC IV 181), Mopseios figlio di Hyperteros (166/165 a.C., IC IV 182), Kydas figlio di Kydas (118 a.C., IC I 16 3), Nennaios figlio di Mopseios (116 a.C., IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B), Agemon (115 a.C., IC I 16 4 B = Chaniotis, Verträge 56B) e verosimilmente Tharsiphanes figlio di Koryptas (115 a.C., Chaniotis, Verträge 54-56a). L’iscrizione edificatoria di II-I secolo a.C. SEG 44.728, inoltre, indica come promotore dell’intervento edilizio ricordato il collegio di cosmi di cui è eponimo Moschos figlio di Archonidas. I cosmi, inoltre, sono attestati come le figure istituzionali di rappresentanza nelle relazioni estere, risultando essere i mittenti assieme alla polis dell’epistola del 218-217 a.C. ca. IC I 8 7 indirizzata a Cos ed il collegio da cui viene accolto – assieme all’ekklesia – l’allievo di Dioskourides di Tarso Myrinos secondo quanto narrato nel decreto onorario di fine II secolo a.C. IC I 8 12, oltre ad essere incaricati della consegna di una copia del decreto del 170-140 a.C. ca. IC I 8 11 agli ambasciatori teii. Fra le mansioni di pertinenza dei cosmi in carica, inoltre, il trattato del 145-100 a.C. IC I 8 13 documenta l’obbligo di far prestare il relativo giuramento ai giovani uscenti dall’agela e di promuovere la pubblica lettura annuale del testo degli accordi dandone annuncio anticipato alla città alleata, pena l’imposizione di multe sugli inadempienti, oltre che di recarsi presso l’archeion (?) dell’alleata qualora si rechino in visita presso di questa. La responsabilità dei cosmi relativamente alla prestazione del giuramento da parte della cittadinanza sembra essere inoltre testimoniata dal trattato del 220 a.C. ca. SEG 49.1217, mentre il loro ruolo nell’esazione di multe è documentato da quello del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B. I cosmi, inoltre, sono tenuti assieme alla boule all’emissione di un giudizio nel caso in cui sorgano dispute relative a quanto stabilito nel trattato del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6, mentre nel decreto del 201 a.C. ca. IC I 8 8 è accordata loro autorità d’intervento in caso di contravvenzione rispetto a quanto deciso. Sanzioni pecuniarie per i cosmi in carica che vengono meno ai propri doveri sono previste nei trattati del 460-450 a.C. ca. IC I 8 4 e del 222-189 a.C. IC IV 175. Un riferimento ad uno o più cosmi, inoltre, è presente nell’iscrizione di I secolo a.C. IC I 8 39 in un contesto che tuttavia non è ricostruibile.
È verosimile che si riferisca ai cosmi di Knossos il termine archontes, impiegato nel trattato del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6 a proposito dell’autorità d’intervento loro accordata in caso di violazione di quanto stabilito, così come le archai indicate apparentemente come destinatarie dell’invio di una copia del decreto di Arkesine del 200-150 a.C. IG XII, 7 32.
L’invio di ambascerie da parte di Knossos è ricordato o previsto nei trattati del 460-450 a.C. ca. IC I 8 4 verso Tylisos, del 220 a.C. ca. SEG 49.1217 e del 166/165 a.C. IC IV 182 verso Gortyna, del 118 a.C. IC I 16 3 verso Lato e Olous, del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B verso Lato, Olous e Delos – consistente nel presbeutas Agesipolis figlio di Agathandros nell’ultimo caso – e verosimilmente del 145-100 a.C. IC I 8 13 verso Hierapytna. L’epitaffio di III secolo a.C. SEG 55.1786, inoltre, documenta l’invio dell’ambasciatore Antimachos figlio di Ape‑ ad Alessandria, mentre il decreto onorario di fine II secolo a.C. IC I 19 3 A testimonia quello del giudice Eumelos figlio di - presso Malla.
A Knossos è documentata inoltre l’esistenza di un sacerdote, al quale è richiesto nel trattato del 460-450 a.C. ca. IC I 8 4 di compiere sacrifici per Poseidone, Ares, Afrodite ed Hera. Fra le figure incaricate dell’iscrizione su pietra dei documenti sono attestati un segretario della città nel decreto del 201 a.C. ca. IC I 8 8, mentre in quello di fine II secolo a.C. IC I 8 12 è ricordata la scelta per il compimento di tale operazione di due privati cittadini, Makkiadon figlio di Tharymachos e Leontios figlio di Klymenidas. Non è chiaro invece che funzione svolgano a Knossos il collegio dell’eunomia, menzionato nel decreto del 200-150 a.C. IC IV 178, e gli ereutai, attestati dal trattato del 145-100 a.C. IC I 8 13 e verosimilmente connessi alla riscossione di multe. Della città, inoltre, sono noti per via numismatica i magistrati monetari Agei-, Aristion, Bir-, Brion, Tharsydikas, Kydas, Mnasitheos/Mnesitheos, Pan-, Polchos, Tauriadas e forse Daimachos (cf. Svoronos 1890, pp. 59-95, Le Rider 1966, pp. 309-310).
Associazioni. La legge sacra di II-I secolo a.C. SEG 35.989 documenta l’esistenza a Knossos di un’associazione di epilykoi, possibilmente connessa al culto di Apollo Lykeios, di cui sono elencati i nomi di sei membri (Thychasis, Theangelos, Aiolos figlio di Etearchos, Perantas figlio di Latimos, Deinomenes figlio di Dexinas, Exakon figlio di Samos e Peithias figlio di Koichis).
Ripartizioni civiche. A Knossos è documentata l’esistenza di almeno cinque tribù, note perlopiù in quanto indicate come phylai in carica all’interno delle formule di datazione di più documenti. La tribù degli Aithaleis è commemorata nel decreto del 200-150 a.C. IC IV 197 e nel trattato del 118 a.C. IC I 16 3, l’Archeia nel decreto di fine III - inizi II secolo a.C. IC I 8 10 e nella presunta dedica votiva di I secolo a.C. SEG 33.729, quella degli Echanoreis verosimilmente nel trattato del 166/165 a.C. IC IV 182 e quella dei Pamphyloi nel decreto di II secolo a.C. IC I 8 14 e nel trattato del 168/167 a.C. IC IV 181. Una tribù terminante in -is, inoltre, è ricordata nella formula di datazione dell’iscrizione edificatoria di II-I secolo a.C. SEG 44.728, mentre la phyle degli Hylleis (oἱ Ὑλλέεν) sembra figurare come autrice della presunta dedica votiva di I secolo a.C. SEG 33.728.
Status sociali. Lo status di cittadino a Knossos è attestato nel trattato del 220 a.C. ca. SEG 49.1217, che prevede che i politai siano radunati per la prestazione del relativo giuramento, e nel decreto onorario del 218-217 a.C. ca. IC I 8 7, menzionante i meriti del medico onorato nei confronti dei cittadini. Nel decreto del 184-180 a.C. IC I 8 9, inoltre, è presente un riferimento all’interesse di Magnesia che i cittadini di Knossos continuino a beneficiare del proprio status di politai ed eleutheroi in un regime democratico, similmente a quanto avviene in quello coevo IC IV 176. Lo status di polites, conferito al beneficiario del decreto onorario di fine II secolo a.C. IC I 8 12, è inoltre attestato nella dedica votiva di I secolo a.C. - I secolo d.C. Demeter p. 167 n. 292, il cui autore si presenta come cives, e in un contesto frammentario nel trattato del 168/167 a.C. IC IV 181. Lo status di eleutheros, invece, è attestato anche nel trattato del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6 a proposito del divieto di sequestro di cittadini liberi e della loro vendita come douloi.
A Knossos sono inoltre documentati gli aphetairoi, ai quali è interdetto l’accesso ad un tempio nella legge sacra di II-I secolo a.C. SEG 35.989, oltre ad uno schiavo pubblico, autore della dedica votiva di I-II secolo d.C. IC I 8 18, e ad un ostaggio detenuto ad Alessandria, ricordato nell’epitaffio del 233-221 a.C. ca. SEG 48.1973.
Fra gli status accordati come riconoscimento onorario è noto – oltre a quello di polites – quello di prosseno, concesso nei decreti del 201 a.C. ca. IC I 8 8, di fine III - inizi II secolo a.C. IC I 8 10 – dove è conferito assieme a quello di euergetes – e di fine II secolo a.C. IC I 8 12, nel quale è presente un riferimento all’εὐεργετῆν del beneficiario.
Classi di età. Il trattato del 145-100 a.C. IC I 8 13 documenta l’esistenza a Knossos della classe dei dromeis, di cui è previsto l’invio presso la città alleata in occasione di particolari festività, e verosimilmente dell’agela, ai giovani uscenti dalla quale è richiesto di prestare il giuramento relativo agli accordi.
Calendario. A Knossos le formule di datazione di più documenti testimoniano l’esistenza dei mesi Agyeios (decreto del 200-150 a.C. IC IV 197), Elchanios (trattato del 118 a.C. IC I 16 3), Nekysios (trattati del 166/165 a.C. IC IV 182 e del 116 a.C. IC I 16 4 B = Chaniotis, Verträge 56B), Karneios (trattato del 168/167 a.C. IC IV 181) e Spermios (trattato del 116 a.C. IC I 16 4 A = Chaniotis, Verträge 55B). Nel contesto della fissazione di scadenze, invece, sono documentati i mesi Bakinthios (arbitrato del 115 a.C. Chaniotis, Verträge 54-56a), Karonios (trattato del 116 a.C. IC I 16 4 A = Chaniotis, Verträge 55B) e Koronios, di cui è menzionata la luna nuova (trattato del 168/167 a.C. IC IV 181).
Celebrazioni. Le sole festività di Knossos attestate per via epigrafica sono i Wakinthia, documentati dal trattato del 460-450 a.C. ca. IC I 8 4, nel quale è previsto che siano compiuti sacrifici ad Hera prima del loro arrivo. Tre passi di Diodoro, inoltre, testimoniano l’esistenza presso la città di culti di tipo eroico tributati ad Idomeneo e Merione (Diod. V 79.4), di riti iniziatici (Diod. V 77.3-4) e di una riattualizzazione rituale della ierogamia di Zeus ed Hera (Diod. V 72.4; per le altre fonti letterarie relative a Knossos cf. IC I, p. 45).
Pratiche e strumenti istituzionali. Il verbo dokeo è impiegato in riferimento all’attività deliberativa all’interno delle formule di sanzione del trattato del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6 e dei decreti di fine III - inizi II secolo a.C. IC I 8 10, di II secolo a.C. IC I 8 14, del 184-180 a.C. IC I 8 9, del 170-140 a.C. ca. IC I 8 11 e di fine II secolo a.C. IC I 8 12 (ἔδοξε), negli ultimi tre dei quali figura anche all’interno di quella di mozione (δεδόχθαι). Il verbo compare anche in riferimento alla possibilità di apportare modifiche future su deliberazione congiunta delle città interessate nei trattati del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B e forse del 145-100 a.C. IC I 8 13, mentre in relazione alla decisione arbitrale di Knossos in quello del 118 a.C. IC I 16 3. Il verbo syndokeo, inoltre, è attestato nel trattato del 460-450 a.C. ca. IC I 30 1 in riferimento a decisioni future che devono essere prese congiuntamente dalle poleis coinvolte. Il verbo krino, invece, è utilizzato in riferimento all’emissione di un giudizio arbitrale da parte di Knossos in più iscrizioni del II secolo a.C. (Chaniotis, Verträge 54-56a e 54-56b, IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B e IC I 16 3) e in relazione alla sentenza richiesta ai cosmi e alla boule della città in caso di dispute relative a quanto stabilito nel trattato del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6. Un riferimento ad un’avvenuta votazione è inoltre presente nel decreto del 184-180 a.C. IC I 8 9, indicata attraverso il verbo psephizo.
Quanto alla terminologia relativa alle tipologie documentarie, a Knossos è attestato l’uso del termine psaphisma nei decreti di fine III - inizi II secolo a.C. IC I 8 10, del 170-140 a.C. ca. IC I 8 11 e di fine II secolo a.C. IC I 8 12, mentre di dogma verosimilmente in quello del 201 a.C. ca. IC I 8 8. Il termine syntheka occorre nei trattati del 220 a.C. ca. SEG 49.1217, del 168/167 a.C. IC IV 181 e del 145-100 a.C. IC I 8 13, mentre è utilizzato homologia in quelli del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6 e del 166/165 a.C. IC IV 182. Il termine krima, invece, è impiegato in riferimento alla decisione arbitrale di Knossos nel trattato del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B, dove occorre anche l’equivalente krisis, e negli arbitrati del 115 a.C. Chaniotis, Verträge 54-56a e del 113 a.C. 54-56b, oltre che verosimilmente nell’iscrizione edificatoria del 111/110 a.C. 54-56c. Il trattato del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B, inoltre, testimonia l’invio di grammata a Delos da parte della città.
Un riferimento a procedure giudiziarie di Knossos sembra essere presente nel trattato del 222-189 a.C. IC IV 175, mentre richiami a sue specifiche leggi occorrono in quello del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6 e nel decreto del 201 a.C. ca. IC I 8 8, menzionanti rispettivamente un nomos proxenikos ed una legge relativa ai doni ospitali. L’apposizione di una damosia sphragis sui documenti ufficiali della città, testimoniata dal decreto del 170-140 a.C. ca. IC I 8 11, è inoltre confermata dal rinvenimento del sigillo di Knossos SEG 30.512, n. 2 di III secolo a.C. a Kallipolis. Due decreti del 184-180 a.C., IC I 8 9 e IC IV 176, attestano inoltre il ricorso al termine damokratia in riferimento all’assetto istituzionale detenuto dalla polis di Knossos nel periodo in questione.
Spazi pubblici. La polis intesa in senso spaziale è menzionata in relazione al soggiorno che vi hanno trascorso gli ambasciatori teii nel decreto del 170-140 a.C. ca. IC I 8 11 e a proposito del luogo in cui debba essere pronunciata una epara nel trattato del 220 a.C. ca. SEG 49.1217. Una descrizione degli horoi del territorio della città è invece presente nel trattato del 460-450 a.C. ca. IC I 8 4.
Quanto ai luoghi sacri di Knossos, il santuario di Apollo Delphinios/Delphidios è indicato come sede della pubblicazione dei documenti iscritti su pietra nei trattati del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6 – in cui è ricordato un incendio subito dal tempio –, del 166/165 a.C. IC IV 182, del 145-100 a.C. IC I 8 13, del 118 a.C. IC I 16 3, del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B – nel quale è previsto che Knossos curi anche la deposizione di una stele nel santuario di Dera –, del 111/110 a.C. SEG 61.722 e del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, oltre che nei decreti del 201 a.C. ca. IC I 8 8, di fine III - inizi II secolo a.C. IC I 8 10 e di fine II secolo a.C. IC I 8 12. Un santuario forse consacrato ad Artemide Skopelitis e Apollo Lykeios (sul culto del quale cf. la dedica votiva di II secolo a.C. IC I 8 15) è documentato dalla legge sacra di II-I secolo a.C. SEG 35.989, mentre un Artamition situato sul confine fra Knossos e Tylisos è menzionato nel trattato del 460-450 a.C. ca. IC I 8 4 (per il culto di Artemide a Knossos cf. inoltre la dedica votiva di I secolo d.C. SEG 33.737). Nel trattato, inoltre, è previsto il compimento di sacrifici presso un Heraion e in un luogo di culto consacrato a Poseidone ἐν Ἰυτο͂ι, espressione che è verosimile che indichi il santuario in uso nel Tardo Minoico e dal periodo geometrico a quello classico sul monte Iouktas, sotto il controllo di Knossos (per il quale cf. Prent 2005, pp. 160-162, 319-320). La probabile menzione di Zeus Agoraios nel giuramento del trattato del 300-250 a.C. SEG 41.743, inoltre, potrebbe suggerire l’esistenza a Knossos di un luogo di culto consacrato alla divinità e di un’agora.
A Knossos è documentata l’esistenza di un archeion, la sede dei magistrati dove è previsto che si rechino coloro che sono coinvolti in dispute nel trattato del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6 e presso cui sembrano essere invitati i cosmi della città alleata in quello del 145-100 a.C. IC I 8 13. Un chreophylakion, inoltre, è attestato nel trattato del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B a proposito del deposito presso di questo di dieci talenti come garanzia da parte di Lato e Olous. La realizzazione o ristrutturazione di un portico, possibilmente ma non necessariamente pertinente ad una struttura sacra, è inoltre documentata dall’iscrizione edificatoria di II-I secolo a.C. SEG 44.728. L’esistenza di fortificazioni nel territorio della città, invece, è testimoniato dal giuramento di Dreros di fine III secolo a.C. IC I 9 1, che prevede l’impegno a non tradire gli oureia di Knossos.
Della città, che si avvale dei porti di Amnisos e Herakleion (cf. IC I 8 12), si sono conservati per via archeologica il tempio geometrico-ellenistico di Rhea (?), quello classico-ellenistico di Glaukos (?) e quello geometrico-imperiale di Demetra in località Gypsades (cf. Coldstream 2006, Sackett 1992, Callaghan 1994, Sporn 2002, pp. 113-130; cf. inoltre Huxley 1994). A Knossos sono inoltre documentati i culti di Asclepio dalle iscrizioni edificatorie di I secolo d.C. IC I 8 49 e IC I 8 55 e di Zeus Soter, dei Cureti, di Kore e del Theos Hypsistos dalle dediche votive IC I 8 17 di I secolo a.C., SEG 56.1057 di I secolo d.C. e IC I 8 21 e IC I 8 18 di I-II secolo d.C.
Lebena
Località moderna: Herakleion, Lendas
Status: Polis (Inv. 972, IC I XVII; I, L)
Elementi istituzionali: abaton / adyton, archon (?), bomos, choros, chremata, diagramma, doulos, hiarorgos, katalogos, kosmos, naokoros, naos, nomos, polise, sanis, stoa, theorodokos, thesauros, to thio prosodia
Comunità e assemblee. La città di Lebena, mai attestata esplicitamente come polis, è menzionata attraverso il proprio etnico collettivo Λεβηναῖοι nella sanatio di fine II secolo a.C. IC I 17 7, in cui è ricordata l’usanza della comunità di compiere sacrifici alle Ninfe e ad Acheloo.
Cariche individuali o collegiali. Presso l’Asklepieion di Lebena è documentata l’esistenza di uno hiarorgos, figura che è menzionata in connessione con la prassi incubatoria nell’iscrizione di III-II secolo a.C. IC I 17 3 e che risulta essere dotata di autorità di intervento in relazione ad inadempienze compiute da parte dei naokoroi nel decreto di II secolo a.C. IC I 17 2. L’ex hiarorgos - figlio di Kartaidamas, inoltre, figura come promotore dell’intervento edilizio commemorato dall’iscrizione edificatoria di III secolo a.C. IC I 17 4 B.
Presso il santuario è documentata l’esistenza di un solo naokoros nel II secolo a.C., periodo a cui risalgono la sanatio IC I 17 8, nella quale è commemorato il naokoros in carica Ischonidas figlio di -, e il decreto IC I 17 2, che attesta la prassi del passaggio delle suppellettili cultuali di naokoros in naokoros al termine del proprio mandato, in alcuni casi sostituibile con il pagamento da parte di tale figura di un importo pari al valore degli oggetti non restituiti. Nell’iscrizione edificatoria di fine II - inizi I secolo a.C. IC I 17 21, inoltre, sono documentati come promotori di interventi edilizi il naokoros Soarchos figlio di Sosos (?) e, una generazione prima, suo padre Sosos (?) figlio di Aristonymos, detentore della medesima carica. A partire dalla fine del II secolo o dagli inizi del I secolo a.C., invece, il numero di naokoroi presenti a Lebena sale a due, come testimoniano le iscrizioni edificatorie promosse dagli ex naokoroi Soarchos figlio di -, in carica per la seconda volta, e un collega di cui è andato perduto il nome (IC I 17 5), - figlio di Ertaios e Perikles figlio di - (IC I 17 38) e - figlio di Antiphatas e Kartaidamas figlio di Mostylion (SEG 47.1403).
La lista delfica del 220-210 a.C. ca. SEG 26.624 documenta un cittadino di Lebena, Hippaithos figlio di Kar-, insignito del ruolo di theorodokos per il santuario panellenico.
Il frammento di II secolo a.C. IC I 17 43, inoltre, restituisce la sequenza ἀρχω-, possibilmente pertinente al termine archon.
Status sociali. La presunta dedica votiva di I secolo a.C. - inizi I secolo d.C. IC I 17 39, posta da un doulos, potrebbe documentare l’esistenza di schiavi presso l’Asklepieion di Lebena, sebbene sia piuttosto probabile che l’individuo attestato, di proprietà di un Romano di nome Rufo, fosse solamente di passaggio presso il santuario.
Pratiche e strumenti istituzionali. L’esistenza di fondi pertinenti all’Asklepieion di Lebena è documentata dal decreto di II secolo a.C. IC I 17 2, menzionante ta to thio prosodia, e dall’iscrizione edificatoria di fine II - inizi I secolo a.C. IC I 17 6, che testimonia la presenza di chremata all’interno di un thesauros.
L’iscrizione di II secolo a.C. IC I 17 8, che commemora l’istituzione del katalogos delle sanationes del santuario, testimonia la loro originaria registrazione su tavolette lignee, le sanides, anteriore alla loro redazione su pietra.
Il decreto di II secolo a.C. IC I 17 2 documenta l’esistenza di un regolamento relativo all’amministrazione del santuario definito diagramma, in conformità al quale deve agire l’operato dello hiarorgos; la sanatio di fine II secolo a.C. IC I 17 7, inoltre, attesta nomoi antichi, evidentemente leggi sacre, che regolamentano il compimento di sacrifici.
Spazi pubblici. Più iscrizioni edificatorie di fine II - inizi I secolo a.C. di Lebena ricordano interventi edilizi relativi a differenti parti dell’Asklepieion, fra cui l’allontanamento di un choros dall’adyton (SEG 47.1403), la sistemazione delle sorgenti di acqua sacra vicine al naos (IC I 17 21) e del thesauros (IC I 17 6) e la realizzazione o ristrutturazione di una stoa (IC I 17 5, oltre che in IC I 17 4 B di III secolo a.C.). L’adyton del tempio è inoltre menzionato nelle sanationes di II secolo a.C. IC I 17 15, IC I 17 9 e come abaton in IC I 17 11, iscrizione nella quale è ricordata la prevista realizzazione di un altare ad Asclepio da parte dell’individuo risanato. L’esistenza a Lebena di più altari di Hermes è inoltre documentata dalla sanatio di II secolo a.C. IC I 17 10, mentre in quella di fine I secolo a.C. - inizi I secolo d.C. IC I 17 17 è ricordato un bomos di Asclepio presso cui vengono compiuti sacrifici.
Della città, che funge da porto per Gortyna (è detta suo emporion in Strabo X 4.11, 14; per le altre fonti letterarie relative a Lebena cf. IC I, pp. 150-151), si è conservato per via archeologica l’Asklepieion in uso dall’epoca classica a quella imperiale, sede del culto di Asclepio ed Hygeia (sulla quale cf. la dedica votiva imperiale IC I 17 23; cf. Sineux 2006a, Melfi 2007) e, in epoca anteriore, di Acheloo e delle Ninfe, come testimoniato dall’iscrizione di fine II secolo a.C. IC I 17 7.
Lykastos
Località moderna: Herakleion, Rokka?
Status: Polis (Inv. p. 1146, IC s.v. Knossos; L)
La città di Lykastos, di incerta localizzazione, è documentata da un passo di Polibio (Polyb. XXII 15; cf. inoltre Hom. Il. II 646-648), il quale informa della sua appartenenza a Knossos, della sua temporanea soggezione a Rhaukos dovuta all’iniziativa di Gortyna ed infine del suo ritorno sotto il controllo di Knossos in seguito ad un intervento romano nel 184 a.C. (cf. Anzalone 2011, pp. 150-151).
Lyttos
Località moderna: Herakleion, Xidas
Varianti toponimiche: Lyktos
Status: Polis (Inv. 974, IC I XVIII; I, M, L)
Elementi istituzionali: agela, allopoliatas, andano, andreion*, anniversario, apokosmos, Archeia, archeion, Belchania, bomos, boule, demosia*, dika, dikastas, Diphyloi, dokeo, doulos*, dromeus, Dymanes, ekdyomenos, eleutheros, epimeletes, epiouros, eszikaioter, hestia, hetaireia*, hieromnamon (?), hieromnamonika chremata, hieron, horos, isopoliteia, kosmos, kouros (?), Lasynthioi, magistrato monetario, naos, nomos, oureion (?), Panamos, Periblemaia, phyle, poletes, polis, polites, presbeutes, protokosmos, soma, startos, syntheka, syssition*, tamias, theatron*, therapon*, thiasos, Thiodaisia, wada
Comunità e assemblee. La polis di Lyttos figura attraverso il proprio etnico collettivo come responsabile della stipulazione di accordi nei trattati di fine V secolo a.C. Lindos II 13, del 260-250 a.C. ca. IC IV 161, di III secolo a.C. SEG 45.1528, di inizi II secolo a.C. IC I 18 10, del 183 a.C. IC IV 179 – nel quale risulta essere fra le città appartenenti al koinon cretese –, del 111/110 a.C. IC I 18 9 = SEG 61.722, in cui è impiegato a tale riguardo anche il termine polis, e nella lista di città legate ad Andros di II secolo a.C. IG XII, 5 723. L’etnico collettivo occorre inoltre in relazione all’attività deliberativa della città nella legge del 500 a.C. ca. SEG 35.991 A-B e nel trattato del 111/110 a.C. IC I 18 9, in cui compare all’interno della formula di sanzione.
La città, indicata mediante il termine polis, figura invece come responsabile della deliberazione nel decreto del 250 a.C. IC I 18 8, in cui compare assieme ai cosmi all’interno della formula di mozione, e nei trattati di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 B e del 111/110 a.C. SEG 61.722 in riferimento alla possibilità di modifiche future tramite decisione congiunta delle città contraenti. Nel decreto onorario di fine II secolo a.C. IC I 19 3 A la polis di Lyttos è ricordata per aver inviato un giudice a Malla e onorata per la propria kalokagathia nei confronti di quest’ultima. La città è menzionata nell’iscrizione edificatoria di I secolo d.C. IC I 18 13 a proposito dei propri fondi, impiegati per il restauro di un altare; è alla polis, inoltre, che devono essere versate le multe imposte sui cosmi che vengono meno ai propri doveri previste nei trattati di metà III secolo a.C. IC I 19 1, di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 B e del 111/110 a.C. SEG 61.722. Un riferimento alla polis di Lyttos è presente anche nel giuramento di Dreros di fine III secolo a.C. IC I 9 1, che include una promessa di ostilità alla città. Da Lyttos non è nota alcuna dedica promossa dalla città anterioriente all’epoca imperiale, periodo a cui risalgono invece le iscrizioni onorarie IC I 18 16-43, 45-46, forse 49, 50-57, SEG 36.815bis, SEG 37.753 e SEG 40.777.
L’esistenza a Lyttos di una bo(u)la è documentata dalla legge del 500 a.C. ca. SEG 35.991, nella quale è presente un riferimento ad una decisione presa da questa (ϝωλᾶς ϝαδᾶς), e dal trattato di III secolo a.C. SEG 45.1528, in cui è previsto che presti assieme ai cittadini il giuramento richiesto. La boule è inoltre attestata in età imperiale nelle dediche onorarie IC I 18 45 e SEG 55.998ter, nel secondo caso verosimilmente assieme al demos.
Cariche individuali o collegiali. Il collegio dei cosmi di Lyttos figura come responsabile della deliberazione nel decreto del 250 a.C. IC I 18 8, nel quale compare all’interno della formula di mozione assieme alla polis. Più iscrizioni edificatorie della città di epoca ellenistica conservano all’interno della propria formula di datazione il ricordo del cosmo eponimo: sono noti in tale ruolo Lasthenes figlio di Komastas (fine I secolo a.C. - inizi I secolo d.C., IC I 18 12), Endialos figlio di Komastas (I secolo d.C., IC I 18 13) e verosimilmente Kyrnios figlio di Komastas (IC I 18 63) e ‑itas (150-100 a.C., SEG 50.937 B), oltre ad un cosmo di cui non si è conservato il nome (III-II secolo a.C., IC I 18 61). Nell’iscrizione edificatoria del 200-150 a.C. SEG 50.937 A, invece, il collegio di cosmi (?) di cui è eponimo Libyrnos figura come responsabile dell’intervento edilizio ricordato. Altri cosmi eponimi di Lyttos sono inoltre noti dalle formule di datazione del decreto del 250 a.C. IC I 18 8 (Amnatos) e dei trattati di III secolo a.C. SEG 45.1528 (Porthesilas figlio di Kyrnios), del 145-121 a.C. SEG 41.770 (-das figlio di Zo-) e del 111/110 a.C. IC I 18 9 (nome perduto), oltre che dalla data di una scadenza fissata nel trattato del 111/110 a.C. SEG 26.1049 (Sokl-). Fra le mansioni di pertinenza dei cosmi sono documentate dal trattato di metà III secolo a.C. IC I 19 1 l’obbligo di condurre i giovani uscenti dall’agela presso un tempio per la lettura annuale dei testi degli accordi e di far applicare quanto stabilito in merito alla concessione di asylia, pena in entrambi i casi l’imposizione su costoro di una multa. Il trattato del 111/110 a.C. IC I 18 9 = SEG 61.722, inoltre, indica i cosmi in carica come i responsabili della prestazione annuale da parte dei giovani uscenti dall’agela del giuramento previsto, della lettura pubblica del testo degli accordi e dell’annunciazione presso la città alleata delle festività a cui questa è invitata, pena il pagamento di una multa. Nel trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 B, invece, è previsto che il collegio compia i sacrifici prescritti pena il pagamento di una multa e apparentemente che i cosmi di ciascuna città siano invitati presso l’archeion dell’alleata. Uno o più cosmi in carica di Lyttos figurano inoltre in due leggi del 500 a.C. ca., SEG 35.991 e IC I 18 2, nella prima delle quali a proposito della multa a cui costoro vanno incontro nel caso in cui contravvengano a quanto stabilito, sorte che condividono con gli ex cosmi, gli apokosmoi.
A Lyttos un protokosmos è noto solamente a partire dall’età imperiale, periodo in cui figura come responsabile di una distribuzione annuale di denaro in occasione dei Theodaisia nella legge del 161-212 d.C. ca. IC I 18 11; nel I e II secolo d.C., inoltre, la figura del protocosmo è attestata anche dalle dediche onorarie IC I 18 16, 18-43, 45-46, 49-50, 55-56, SEG 36.815bis, SEG 37.753, SEG 40.777 e SEG 55.998ter.
Il trattato di III secolo a.C. SEG 45.1528 sembra documentare l’esistenza a Lyttos di un collegio di poletai e di tesorieri, incaricati della fornitura di una somma di denaro destinata apparentemente al compimento di sacrifici. A Lyttos sono inoltre noti i magistrati monetari Panchares e forse Daimachos (cf. Svoronos 1890, pp. 225-239, Le Rider 1966, pp. 309-310). Un curatore (ἐπιμελούμενος) è invece indicato come responsabile in alternativa al protocosmo della distribuzione di denaro prevista in occasione dei Theodaisia nella legge del 161-212 d.C. ca. IC I 18 11, nella quale è ricordato in tale ruolo Symmachos figlio di Agathopous.
L’invio a Malla di un giudice di Lyttos, Latos figlio di Stasis, è ricordato dal decreto onorario di fine II secolo a.C. IC I 19 3 A; l’esistenza presso la città di più giudici, inoltre, è documentata dalla presunta legge del 500 a.C. ca. IC I 18 3. La legge del 500 a.C. ca. SEG 35.991, invece, testimonia la presenza a Lyttos di un collegio di eszikaioteres, figure che paiono responsabili della riscossione di multe, e apparentemente di un guardiano ([ἐπιϝό]ρϝωι). L’esistenza a Lyttos di uno o più hieromnamones, inoltre, è suggerita dall’iscrizione edificatoria di fine I secolo a.C. - inizi I secolo d.C. IC I 18 12, che commemora un restauro avvenuto ἐ[κ] τῷ ἱερομνάμονικῶ χρήματος.
L’invio di un’ambasceria (πρει[γηί]ας) ad Atene e Rodi prevista dalla copia di Chersonesos del trattato del 111/110 a.C. SEG 61.722 finalizzata alla collocazione di una copia degli accordi anche in tali città è confermato nel secondo caso dalla copia rodia del documento, SEG 33.638, che documenta l’avvenuto invio degli ambasciatori Chairylos figlio di Bisos, Monas figlio di Aristias e un terzo individuo di cui è andato perduto il nome.
Associazioni. L’esistenza a Lyttos di tiasi è documentata dal trattato del 111/110 a.C. IC I 18 9 = SEG 61.722, nel quale è previsto l’invio di un thiasos presso la città alleata in occasione di particolari festività.
Ripartizioni civiche. A Lyttos sono noti i nomi di quattro tribù, commemorate all’interno delle formule di datazione di più documenti: la phyle dei Dymanes occorre nel decreto del 250 a.C. IC I 18 8, quella dei Diphyloi nel trattato del 111/110 a.C. IC I 18 9, quella dei Lasynthioi nelle iscrizioni edificatorie di I secolo d.C. IC I 18 13 e del 150-100 a.C. SEG 50.937 B e l’Archeia in quella di fine I secolo a.C. - inizi I secolo d.C. IC I 18 12; il nome di una tribù doveva originariamente essere presente anche nella formula di datazione del trattato del 145-121 a.C. SEG 41.770. Un riferimento a tutte le phylai della città, inoltre, è presente nella legge del 161-212 d.C. ca. IC I 18 11, nella quale sono previste due distribuzioni finanziate rispettivamente con i chremata in precedenza assegnati alle tribù e con la dosis ricevuta dagli startoi, altre suddivisioni civiche attestate a Lyttos solamente in età imperiale.
Status sociali. Lo status di politas è documentato a Lyttos dal trattato di III secolo a.C. SEG 45.1528, che prevede che il relativo giuramento sia prestato dai cittadini assieme alla boula, e nella presunta legge del 500 a.C. ca. IC I 18 2, in un contesto tuttavia non ricostruibile. Lo status di cittadino di Lyttos è inoltre accordato collettivamente ai membri delle altre contraenti dei trattati di inizi II secolo a.C. IC I 18 10 (πολίτας) e del 111/110 a.C. IC I 18 9 = SEG 61.722 = SEG 33.638 (ἰσοπολιτείας, ἰσοπολιτείαι). Un riferimento ad individui di status libero (ἐλούθερον) è presente nel trattato di metà III secolo a.C. IC I 19 1, mentre quello del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B testimonia l’esistenza in connessione con il santuario di Atena a Lyttos di schiavi identificati mediante l’espressione δραπετικῶν σωμάτων. La presenza di douloi e di servi indicati con il termine θεράποντες è invece documentata per via letteraria grazie alla descrizione dei sissizi della città offerta da Dosiadas (Dosiad. FGrHist 458 F 1), che informa del contributo economico fornito dai primi per il finanziamento dei pasti comuni e il ruolo svolto nella loro organizzazione dai secondi – detti anche kalophoroi – come portatori del legname per il fuoco. La legge del 500 a.C. ca. SEG 35.991, inoltre, fornisce un’attestazione dello status di allopoliatas, indicante gli stranieri in possesso della cittadinanza di un’altra polis.
Classi di età. L’esistenza a Lyttos di un’agela è documentata dai trattati di metà III secolo a.C. IC I 19 1 e del 111/110 a.C. IC I 18 9 = SEG 61.722, che prevedono che ogni anno i giovani al termine del periodo di addestramento – indicati anche mediante l’espressione [ἀγέ]λαν τὰν τόκα ἐσδυομέναν nel primo caso – siano condotti presso un tempio verosimilmente per la pubblica lettura del testo degli accordi e che prestino il relativo giuramento. Un ephebos di diciotto anni, inoltre, è attestato a Lyttos in età imperiale dall’epitaffio IC I 18 123. È possibile che il termine kouros, apparentemente menzionato nella presunta legge del 500 a.C. ca. IC I 18 4 (ϙοροι), sia impiegato in riferimento a ragazzi di età inferiore a quelli facenti parte dell’agela. La classe di età degli adulti, i dromeis, è attestata per Lyttos dal trattato del 111/110 a.C. IC I 18 9 = SEG 61.722, nel quale è previsto che costoro siano invitati presso la città alleata in occasione delle festività indicate.
Calendario. Il mese Panamos è documentato per Lyttos dal trattato del 111/110 a.C. IC I 18 9, nel quale figura all’interno della formula di datazione dopo il ricordo del cosmo eponimo.
Celebrazioni. Fra le festività di Lyttos sono noti i Periblemaia, in occasione dei quali è prevista la lettura pubblica annuale del testo del trattato di metà III secolo a.C. IC I 19 1, ed i Belchania e i Theodaisia, durante i quali la legge del 161-212 d.C. ca. IC I 18 11 stabilisce che avvengano distribuzioni di denaro. Il trattato del 111/110 a.C. SEG 61.722, inoltre, documenta l’esistenza di ricorrenze connesse alla rifondazione di Lyttos e alla sua conquista di Dreros, in occasione delle quali è previsto l’invito dei cittadini dell’alleata presso la città.
La pratica dei sissizi è ben documentata per Lyttos dalla descrizione dettagliata che ne offre Dosiadas (Dosiad. FGrHist 458 F 1; per le altre fonti letterarie relative a Lyttos cf. IC I, pp. 179-180). Secondo la testimonianza dello storico i pasti collettivi sono finanziati dalle entrate della città, dalla decima del raccolto versata da ciascuno alla propria eteria e dal contributo fornito dai douloi ed avvengono divisi per eterie/andreia, sotto la supervisione di una donna, assistita da tre o quattro persone τῶν δημοτικῶν a loro volta aiutate da due servi ciascuna.
Pratiche e strumenti istituzionali. Il verbo andano è impiegato in riferimento all’attività deliberativa nella legge del 500 a.C. ca. SEG 35.991 A-B, nella quale figura all’interno della formula di sanzione (ἔϝαδε). In epoca ellenistica, invece, in tale ambito è utilizzato il verbo dokeo, attestato nei trattati di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 B, del 111/110 a.C. SEG 61.722 e IC I 18 9 all’interno della formula di sanzione ([ἔδ]οξε) e nel decreto del 250 a.C. IC I 18 8, nel quale figura all’interno della formula di mozione (δεδόχθαι).
I fondi della città sono attestati per via letteraria da Dosiadas (Dosiad. FGrHist 458 F 1), che documenta il loro impiego per il finanziamento dei sissizi, e dall’iscrizione edificatoria di I secolo d.C. IC I 18 13, che testimonia il loro uso per il restauro di un altare. L’esistenza di un fondo pertinente ad uno o più hieromnamones è inoltre documentata dall’iscrizione edificatoria di fine I secolo a.C. - inizi I secolo d.C. IC I 18 12, che ne testimonia l’utilizzo per il restauro del tempio di Artemide Soteira.
Un riferimento a procedure giudiziarie della città è presente nel trattato del 111/110 a.C. IC I 18 9, nel quale sembra esservi anche una menzione delle sue leggi relative ai tributi connessi all’esportazione via mare.
Quanto alla terminologia relativa alle tipologie documentarie, è attestato il termine wada nella legge del 500 a.C. ca. SEG 35.991, mentre syntheka nei trattati di fine V secolo a.C. Lindos II 13, di metà III secolo a.C. IC III 6 11 e del 111/110 a.C. IC I 18 9 = SEG 61.722 = SEG 33.638.
Spazi pubblici. La polis intesa in senso spaziale è menzionata a proposito della collocazione presso la città di una copia iscritta dei trattati di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 B e del 111/110 a.C. IC I 18 9 = SEG 61.722, nel quale compare anche in riferimento alla prestazione del giuramento e alla propria fondazione. Il termine occorre inoltre nella locuzione τὰν ἄνω πόλιν / τᾶι ἄνω πόλι impiegata nel decreto onorario di fine II secolo a.C. IC I 19 3 A e nel trattato del 111/110 a.C. IC I 18 9 per distinguerla da Chersonesos, denominata Lyttos epi thalassa a causa del legame di sympoliteia esistente fra le due città. La città sembra essere menzionata anche nel trattato del 145-121 a.C. SEG 41.770 a proposito di possibili attacchi al suo centro urbano o alla sua chora; nel trattato di metà III secolo a.C. IC I 19 1, invece, pare essere previsto un versamento di denaro da effettuarsi in città.
Un santuario di Atena Polias (per il cui culto cf. la dedica di età imperiale IC I 18 14) è indicato come sede della pubblicazione su pietra dei documenti nei trattati di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 B, del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B e verosimilmente del 111/110 a.C. SEG 26.1049. Il santuario di Apollo Pytios, invece, è ricordato con la medesima finalità nel decreto del 250 a.C. IC I 18 8 e nei trattati di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 B e del 111/110 a.C. SEG 61.722; nel suo tempio, inoltre, sembra essere prevista la lettura del testo del trattato di metà III secolo a.C. IC I 19 1. A Lyttos è documentata l’esistenza anche di un tempio di Artemide Soteira e di un bomos, dei quali è ricordato il restauro nelle iscrizioni edificatorie rispettivamente di fine I secolo a.C. - inizi I secolo d.C. IC I 18 12 e di I secolo d.C. IC I 18 13. La presenza a Lyttos di un luogo consacrato al culto di Hestia è inoltre suggerita dalla menzione della divinità nel giuramento dei trattati di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 B e del 111/110 a.C. IC I 18 9 = SEG 61.722 = SEG 33.638.
A Lyttos è documentato un edificio pubblico di pertinenza dei magistrati della città, l’archeion, presso il quale sono invitati i cosmi della città alleata nel trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 B.
La legge del 500 a.C. ca. SEG 35.991 B, inoltre, documenta l’esistenza di strade connesse alla pratica della transumanza, delle quali sono descritti i confini, mentre il trattato fra Lyttos e Olous del 145-121 a.C. SEG 41.770 offre la menzione di più oureia, possibilmente di pertinenza della città.
Della città, che è ritenuta un’apoikia di Sparta da più autori antichi (così Arist. Pol. II 1271b, Polyb. IV 54.6, Ephor. FGrHist 70 F 149) e che si avvale del porto di Chersonesos (cf. Strabo X 4.14), è noto per via archeologica un teatro, visto per l’ultima volta da Onorio Belli (cf. Falkener 1854, pp. 18-19).
Matala
Località moderna: Herakleion, Matala
Varianti toponimiche: Matalon
Status: Polis (Inv. 976, IC I XX; I, L)
Elementi istituzionali: heroon* (?), hieron*, polise, theorodokos
Comunità e assemblee. La località di Matala, che funge da porto dapprima per Phaistos e successivamente – in seguito alla conquista di quest’ultima attorno alla metà del II secolo a.C. – per Gortyna (cf. Strabo X 4.11, 14, Stad. 323), è verosimile che detenga lo status di polis solamente nel III secolo a.C. A tale periodo risale infatti la presenza del suo etnico collettivo Ματάλιοι fra le città alleate di Phaistos che stringono accordi con Mileto nel trattato del 260-250 a.C. ca. IC I 23 1 (Matala è detta polis anche in Stad. 323; sulle altre fonti letterarie relative a Matala cf. IC I, p. 239; l’etnico individuale Ματάλιος è inoltre attestato dall’epitaffio ellenistico SB 5860).
Cariche individuali o collegiali. La lista delfica del 220-210 a.C. ca. SEG 26.624 documenta un suo cittadino, Hedynous figlio di Mel-, in qualità di theorodokos del santuario panellenico.
Spazi pubblici. Della città si sono conservati per via archeologica una cinta muraria e un possibile heroon di IV-II secolo a.C. in località Orthes Petres (cf. Coutsinas 2013, pp. 223-225, Inventory of Poleis, p. 1178). Una legge sacra di epoca sconosciuta, inoltre, documenta l’esistenza a Lyttos di un tempio (IC I 20 2), mentre la dedica votiva di II-III secolo d.C. SEG 25.1018 vi testimonia la presenza del culto di Artemide Oxychia.
Phaistos
Località moderna: Herakleion, Festos
Status: Polis (Inv. 980, IC I XXIII; I, M, L)
Elementi istituzionali: agora, andano, demos, dikasterion, dogma, doulos, Ekdysia*, eleutheros, euergetes, hiarorgos, hieron, isopoliteia, katoikos, kosmos, krino, naos, polis, proxenos, prytaneion, psephisma, skotios*, syntheka, theorodokos, titas (?)
Comunità e assemblee. La polis di Phaistos è attestata mediante il proprio etnico collettivo Φαίστιοι come responsabile della stipulazione di accordi nei trattati del 260-250 a.C. ca. IC I 23 1 e del 183 a.C. IC IV 179, nel quale figura fra le città appartenenti al koinon cretese, oltre che in quello del 240-221 a.C. ca. SEG 23.563, nel quale i suoi membri sono definiti «Gortynioi della città inferiore» a causa del vigente legame di sympoliteia che la unisce a Gortyna, precursore della sua conquista da parte di quest’ultima nel corso del II secolo a.C. (cf. IC IV 165, Polyb. IV 53-55, Strabo X 4.14; cf. inoltre Chaniotis, Verträge 71). L’etnico collettivo è inoltre impiegato in riferimento alla cittadinanza di Phaistos nel decreto del 242 a.C. SEG 51.1056, dove è usato in opposizione all’insieme dei suoi residenti non cittadini, e nei decreti onorari di III secolo a.C. IC IV 229 e del 200-150 a.C. IC IV 230, nei quali è ricondotta alla città la responsabilità delle concessioni effettuate.
Il termine polis, invece, è attestato nel trattato del 250-230 a.C. ca. SEG 41.741 fra Phaistos ed Eleutherna in relazione alla congiunta attività decisionale delle due città, e nel decreto del 240-222 a.C. ca. IC IV 165, nel quale figura assieme a quella di Gortyna come responsabile della deliberazione all’interno della formula di sanzione. La polis, inoltre, sembra essere assieme ai cosmi la mittente dell’epistola del 242 a.C. SEG 51.1056 indirizzata a Cos.
Nella dedica onoraria di III secolo a.C. IG XI, 4 1132 B III, invece, a comparire come suo promotore è il demos di Phaistos, termine che pare indicare in tale contesto l’intera collettività civica.
Cariche individuali o collegiali. Il collegio dei cosmi di Phaistos figura come mittente verosimilmente assieme alla polis nell’epistola del 242 a.C. SEG 51.1056 diretta a Cos, mentre come responsabile dell’attuazione di provvedimenti in caso di mancato rispetto degli accordi nel trattato del 260-250 a.C. ca. IC I 23 1; nella formula di datazione di quest’ultimo, inoltre, è ricordato l’unico cosmo eponimo noto per Phaistos, Metiochos.
Nella città sono noti un ex hiarorgos, Arkesilas figlio di Hyperballon, responsabile dell’intervento edilizio commemorato nell’iscrizione edificatoria di inizi II secolo a.C. IC I 23 4, forse un titas, incaricato della riscossione delle multe imposte ai cosmi nel decreto del 240-222 a.C. ca. IC IV 165, e due individui, Moschos figlio di Chor‑ e Moiseatas figlio di Philostratos (?), insigniti del ruolo di theorodokoi per il santuario delfico nella lista del 220-210 a.C. ca. SEG 26.624.
Status sociali. A Phaistos è documentata l’esistenza di individui di status libero (σῶμα ἐλεύθερον) e di douloi, menzionati nel trattato del 260-250 a.C. ca. IC I 23 1. Il decreto del 242 a.C. SEG 51.1056, inoltre, sembra attestare la presenza di individui residenti presso la città che non ne detengono la cittadinanza, identificati collettivamente come suoi katoikontes.
Fra gli status accordati come privilegio nei decreti della città sono noti quelli di prosseno ed euergetes, concessi a più individui rispettivamente in IC IV 229 di III secolo a.C. e in IC IV 230 del 200-150 a.C., e verosimilmente quello di isopolites, che pare essere garantito collettivamente all’intera comunità di Tenos in IC I 17 1 del 278-260 a.C. ca.
Celebrazioni. Un racconto di Antonino Liberale documenta l’esistenza a Phaistos di festività denominate Ekdysia (Ant. Lib. Met. XVII).
Pratiche e strumenti istituzionali. Il verbo krino è impiegato nel trattato del 260-250 a.C. ca. IC I 23 1 in relazione all’emissione di un giudizio da parte del tribunale cittadino nel caso in cui sorgano dispute relativamente a quanto stabilito. Il verbo andano, invece, compare in riferimento all’attività deliberativa della polis all’interno della formula di sanzione del decreto del 240-222 a.C. ca. IC IV 165 (ἔαδε).
Quanto alla terminologia impiegata in riferimento alle tipologie documentarie in uso presso la città, sono attestati i termini psaphisma nel decreto del 242 a.C. SEG 51.1056, forse dogma in quello del 278-260 a.C. ca. IC I 17 1 e syntheka nei trattati del 260-250 a.C. ca. IC I 23 1 e del 240-221 a.C. ca. SEG 23.563.
Fra le usanze della città legate alla paideia, invece, è testimoniata da un passo di Sosicrate quella di apprendere τὸ γέλοιον dai bambini (Sosicr.Hist. FGrHist 461 F 1; per le altre fonti letterarie relative a Phaistos cf. IC I, pp. 268-270).
Spazi pubblici. La polis intesa in senso spaziale è menzionata come punto di riferimento nel decreto di Magnesia del 221/220 a.C. ca. Magnesia 158.
In due decreti, IC I 17 1 del 278-260 a.C. ca. e SEG 51.1056 del 242 a.C., è prevista l’iscrizione dei documenti in questione nel santuario di Apollo Pythios, il cui culto è attestato anche dalla dedica votiva di III-II secolo a.C. IC I 23 2; nel trattato del 260-250 a.C. ca. IC I 23 1, diversamente, la pubblicazione del documento è prevista nel prytaneion della città. Presso la città sono documentati dalle fonti letterarie anche un santuario di Afrodite Skotia (cf. Etym. M. s.v. Κυθέρεια) e uno di Latona (Ant. Lib. Met. XVII, τὸ τῆς Λητοῦς ἱερόν). La dedica votiva di II secolo a.C. IC I 23 3, inoltre, testimonia l’esistenza a Phaistos di un tempio della Megale Mater.
Nella città sono documentati anche un’agora, luogo nel quale deve avvenire una pubblica proclamazione secondo la legge del 550-500 a.C. SEG 32.908, e il dikasterion politikon menzionato nel trattato del 260-250 a.C. ca. IC I 23 1, sede di riunione dell’omonima giuria.
Della città si sono conservati per via archeologica una cinta muraria ellenistica (cf. Coutsinas 2013, pp. 220-223), un tempio arcaico-ellenistico di Rhea o Leto, un tempio (?) arcaico sull’Acropoli Mediana, un tempio arcaico-ellenistico ad Agios Georgios, un santuario ellenistico di Welchanos ad Hagia Triada (cf. la dedica IC I 23 5) e un santuario classico-imperiale di Artemide a Kalamaki (cf. la dedica votiva di I secolo a.C. - I secolo d.C. IC I 23 6; cf. inoltre Sporn 2002, pp. 197-212, Watrous et al. 2004, Cucuzza 2005, Lefèvre-Novaro 2007, Lefèvre-Novaro 2009, Lefèvre-Novaro 2014, Lefèvre-Novaro 2014a, Pautasso 2014).
Priansos
Località moderna: Herakleion, Kastellos
Varianti toponimiche: Priampsos
Status: Polis (Inv. 985, IC I XXIV; I, M)
Elementi istituzionali: andreion, archeion, dika, dokeo, Dromeios, ekklesia, enphylos, epikriterion, Heraia, hestia, hieron, horos, Hyperboia, idiotas, isopoliteia, kosmos, magistrato monetario, nomos, polis, polites, presbeutes, prodikos, protokosmos, psaphos, Pythia (?), symbolon, syntheka, theorodokos, thiasos, -sikartidai
Comunità e assemblee. La polis di Priansos figura attraverso il proprio etnico collettivo Πριάνσιοι o Πριανσιέες come responsabile della stipulazione di accordi nei trattati del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6, del 205-200 a.C. ca. IC IV 174 = SEG 53.942, di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4 e del 183 a.C. IC IV 179, nel quale risulta fra le città appartenenti al koinon cretese.
La città, indicata mediante il termine polis, figura invece come responsabile della deliberazione nel decreto del 170-140 a.C. ca. IC I 24 1, in cui è menzionata all’interno della formula di sanzione assieme ai cosmi e in quella di mozione da sola, e nel trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4 fra Hierapytna e Priansos, dove è nominata in riferimento all’azione deliberativa congiunta delle due contraenti. Nel trattato, inoltre, è indicata come destinataria del pagamento delle multe ai cosmi delle due città che vengono meno ai propri doveri, di una parte del risarcimento previsto in caso di processi interessanti cittadini di Hierapytna e Priansos e della decima del bottino derivante da spedizioni militari congiunte.
Il trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4 documenta l’esistenza a Priansos dell’ekklesia, assemblea alla quale sono invitati a partecipare i cosmi di Hierapytna, sedendo in tale contesto accanto ai colleghi locali.
Cariche individuali o collegiali. Il collegio dei cosmi di Priansos è attestato come responsabile della deliberazione nel decreto del 170-140 a.C. ca. IC I 24 1, nel quale figura all’interno della formula di sanzione assieme alla polis. Cosmi eponimi sono noti a Priansos dai trattati di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4 e del 205-200 a.C. ca. IC IV 174 = SEG 53.942, nelle cui formule di datazione sono ricordati rispettivamente Neon figlio di Chimaros e Aisimos figlio di Habrax. I cosmi in carica, inoltre, risultano essere responsabili della lettura pubblica annuale del testo degli accordi del trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4 – nel quale è anche previsto che ne annuncino l’occasione alla città alleata, pena il pagamento di una multa – e verosimilmente di quello del 205-200 a.C. ca. IC IV 174. Nel trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4 fra Priansos e Hierapytna è previsto che i cosmi di ciascuna città siano invitati a sedere presso l’ekklesia dell’altra contraente assieme ai colleghi locali, che forniscano quanto richiesto alle ambascerie dell’altra polis o che le diano in alternativa dieci stateri; i cosmi in carica sono inoltre tenuti a risolvere le cause giudiziarie pendenti – interessanti cosmi o privati – durante il proprio anno di carica secondo le modalità stabilite nel documento dopo aver designato un epikriterion e dei garanti entro due mesi dall’inizio del proprio mandato (ἐπιστᾶντι ἐπὶ τὸ ἀρχεῖον), pena una multa di cinquanta stateri, e a far iscrivere su pietra il testo degli accordi. La carica di protocosmo, documentata a Priansos nel I secolo a.C. (cf. IC I 24 5), è possibile che vi sia presente già dall’epoca ellenistica, periodo a cui potrebbe essere datata l’iscrizione Lempesi 1970, p. 461, che pare conservare l’espressione ἐπὶ πρω[τοκόσμου].
Nel trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4 è prevista la possibilità di invio di ambascerie (πρειγήια, πρειγείαι) di Priansos a Hierapytna che possano aver bisogno di finanziamenti da parte della città presso cui si trovano.
Un cittadino di Priansos, Erasiptolemos, è documentato nella lista delfica del 220-210 a.C. ca. SEG 26.624 come theorodokos del santuario panellenico.
A Priansos sono inoltre attestati due magistrati monetari, Pyrgias figlio di Kl‑ (cf. Svoronos 1890, pp. 293-299, IC I, p. 280) e, nel I secolo a.C., Exakestas figlio di Sodamos (Bile 115).
Associazioni. L’esistenza di tiasi a Priansos è documentata dal trattato del 205-200 a.C. ca. IC IV 174 fra questa, Gortyna e Hierapytna, nel quale è previsto l’invio reciproco di thiasoi presso le città alleate in occasione di particolari festività.
Ripartizioni civiche. La tribù dei -sikartidai è attestata nel trattato del 205-200 a.C. SEG 53.942 = IC IV 174, nel quale è menzionata all’interno della formula di datazione precedentemente al ricordo del cosmo eponimo.
Status sociali. Fra gli status di Priansos è noto quello di enphylos, indicato come requisito necessario per ottenere la cittadinanza presso Hierapytna nel trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4, nel quale è anche documentata la possibilità di concessione dello status di isopolites (ἰσοπολιτείαν) a quanti fra i cittadini di Hierapytna siano parte di una tribù; il trattato, inoltre, informa del diritto di accesso all’andreion di cui beneficiano i politai e del loro obbligo di pagare tributi connessi alla lavorazione della terra.
Calendario. Il mese Dromeios è attestato a Priansos nel trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4, nel quale figura all’interno della formula di datazione successivamente al ricordo del cosmo eponimo.
Celebrazioni. A Priansos sono note le festività degli Heraia e degli Hyperboia, indicate nel trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4 rispettivamente come occasioni annuali in cui i cittadini di Hierapytna sono invitati presso il suo andreion e in cui deve essere promossa la pubblica lettura del testo degli accordi. È possibile, inoltre, che siano celebrati a Priansos anche i Pythia, indicati nel trattato del 205-200 a.C. ca. IC IV 174 fra la città, Gortyna e Hierapytna come occasione in cui compiere sacrifici ed inviare un tiaso presso le alleate.
Pratiche e strumenti istituzionali. Il verbo dokeo è impiegato in riferimento all’attività deliberativa nel decreto del 170-140 a.C. ca. IC I 24 1, nel quale figura all’interno delle formule di sanzione e mozione (ἔδοξε, δεδόχθαι), e nel trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4 (δόξηι).
Un riferimento ad una votazione è presente nel trattato di inizi III secolo a.C. fra Hierapytna e Praisos IC III 4 1, in cui è previsto che la concessione della politeia a singoli cittadini dell’altra polis debba essere approvata dall’ekklesia tramite una votazione dalla quale non possano risultare più di due voti negativi (ἀντίθετοι ψᾶφοι).
Il trattato fra Hierapytna e Priansos di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4 documenta più elementi connessi alla gestione di dispute giudiziarie interessanti le due città: oltre ai processi (δίκας) vi sono menzionati un giudice di primo grado denominato prodikos e la possibilità di fare ricorso ad una terza polis apparentemente come corte d’appello (ἐπικριτήριον), termine che è attestato anche nel trattato del 205-200 a.C. ca. IC IV 174. In entrambi i trattati, inoltre, vi è la menzione dei nomoi di Priansos che regolano la tassazione relativa all’esportazione via mare (in lacuna in IC IV 174), oltre che delle leggi pertinenti ai tributi connessi alle transazioni commerciali e alla lavorazione della terra e ai risarcimenti previsti per i danni causati dagli animali da pascolo in IC III 3 4.
Quanto alla terminologia relativa alle tipologie documentarie, è attestato l’uso del termine symbolon in riferimento alle convenzioni di natura giuridica del trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4, documento che è definito al tempo stesso syntheka, termine che è impiegato anche nel trattato del 205-200 a.C. ca. IC IV 174.
Spazi pubblici. La polis intesa in senso spaziale è menzionata nel trattato del 205-200 a.C. ca. IC IV 174 in riferimento alla possibilità di esportazione, apparentemente in quello di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4 come luogo in cui debba essere prestato il giuramento previsto e nel decreto del 170-140 a.C. ca. IC I 24 1 in relazione al soggiorno presso la città di Priansos compiuto dagli ambasciatori teii.
Fra gli edifici pubblici di Priansos sono noti grazie al trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4 un andreion, indicato come luogo di ritrovo della cittadinanza e presso cui sono invitati i politai di Hierapytna, un archeion, presso il quale sono invece i cosmi di quest’ultima ad essere invitati, e il santuario di Atena Polias, nel quale è prevista la collocazione di una copia degli accordi. Il trattato del 205-200 a.C. ca. IC IV 174 = SEG 53.942 fra Gortyna, Hierapytna e Priansos, inoltre, conserva una sezione pertinente alla descrizione degli horoi fra le città interessate e, all’interno del proprio giuramento, menziona la divinità Hestia, il cui culto è verosimile che avesse sede in uno degli edifici pubblici della città, possibilmente l’archeion.
Della città, nota solo a partire dall’epoca classica (sulle fonti letterarie relative a Priansos cf. IC I, p. 279), si è conservato per via archeologica un santuario ellenistico-imperiale a Skinias (cf. Sporn 2002, p. 94); la dedica votiva di I-II secolo d.C. IC I 24 3, inoltre, vi documenta l’esistenza del culto di Artemide.
Pyranthos
Località moderna: Herakleion, Pyrathi
Status: Polis (Inv. p. 1163, IC I XXVI; I, L)
La località di Pyranthos, non documentata anteriormente all’epoca ellenistica, è definita polis solamente da Stefano di Bisanzio (St.Byz. s.v. Πύρανθος· πόλις μικρὰ ἢ κώμη; l’etnico della città, inoltre, sembra essere indicato nella formula onomastica del cosmo di Gortyna Alexandros figlio di Alexandros, ricordato nell’iscrizione di fine II - inizi I secolo a.C. IC IV 260).
Rhaukos
Località moderna: Herakleion, Agios Myronas
Status: Polis (Inv. 986, IC I XXVII; I, M, L)
Elementi istituzionali: agora, dokeo, ekklesia, hieron*, kosmos, polis, presbeutes, prytaneion
Comunità e assemblee. La polis di Rhaukos figura come assemblea responsabile della deliberazione assieme ai cosmi all’interno delle formule di sanzione e mozione dell’unico decreto della città conservatosi, IC I 27 1 del 201 a.C. ca. La collettività civica è invece indicata mediante l’etnico collettivo Ῥαύκιοι in tre trattati, IC I 8 6 del 260-250 a.C. ca., SEG 54.841 del 250-200 a.C. e – come parte del koinon cretese – IC IV 179 del 183 a.C., nei quali figura come responsabile della stipulazione degli accordi.
Il decreto del 201 a.C. ca. IC I 27 1 documenta l’esistenza dell’ekklesia a Rhaukos, assemblea al cui cospetto si presentano gli ambasciatori teii.
Cariche individuali o collegiali. Il collegio dei cosmi di Rhaukos è noto dal decreto del 201 a.C. ca. IC I 27 1, nel quale figura assieme alla polis come responsabile della deliberazione comparendo all’interno delle formule di sanzione e mozione. Nel decreto sono inoltre menzionati più ambasciatori di Rhaukos recatisi in precedenza a Teos.
Pratiche e strumenti istituzionali. Il verbo dokeo è impiegato in riferimento all’attività deliberativa nel decreto del 201 a.C. ca. IC I 27 1, nel quale figura all’interno delle formule di sanzione e mozione (ἔδοξε, δεδόχθαι).
Spazi pubblici. Il trattato fra Gortyna e Knossos del 166/165 a.C. IC IV 182 relativo alla spartizione fra le due città di Rhaukos, da queste conquistata attorno al 166 a.C., fornisce la notizia dell’esistenza nel centro urbano di quest’ultima di un’agora e di un pritaneo (sulla conquista di Rhaukos cf. Polyb. XXX 23.1 e IC IV 182; cf. inoltre De Sanctis 1934, Marginesu 2003; per le altre fonti letterarie relative a Rhaukos cf. IC I, pp. 290-291). L’unico edificio pubblico della città ad essersi conservato per via archeologica è un santuario geometrico-classico di Hermes (cf. Sporn 2002, p. 143).
Rhittenia
Località moderna: Herakleion, Patela Prinias?
Varianti toponimiche: Rhitten, Rhizenia
Status: Polis (Inv. 988, IC I XXVIII; I, L)
Elementi istituzionali: agora, autodikos, autonomos, karyx, kosmos, naos, polise (?), preisgeia
Comunità e assemblee. La città di Rhittenia, definita polis solamente da Stefano di Bisanzio (St.Byz. s.v. Ῥιζηνία), è menzionata attraverso il suo toponimo nel frammento di VII-VI secolo a.C. IC I 28 2 proveniente da Prinias e nel trattato fra Gortyna e Knossos del 166/165 a.C. IC IV 182. Il suo etnico collettivo, invece, figura soltanto nel trattato fra Rhittenia e Gortyna del 450-400 a.C. IC IV 80, nel quale i Ῥιττένιοι, a cui è concesso lo status di autonomoi e autodikoi, risultano essere parte attiva nella stipulazione degli accordi.
Cariche individuali o collegiali. Il trattato del 450-400 a.C. IC IV 80 documenta l’esistenza a Rhittenia di un cosmo, addetto all’esazione di multe, e di un araldo, incaricato della convocazione dei Gortynii nell’eventualità in cui Rhittenia voglia muovere un’accusa contro di loro. La legge del 600-575 a.C. IC I 28 7, invece, menziona in un contesto del tutto frammentario il termine preisgeia, molto probabilmente indicante il collegio degli anziani.
Spazi pubblici. A Rhittenia è presente un tempio di Atena, menzionato nel trattato del 166/165 a.C. IC IV 182 come sede della collocazione di una delle copie degli accordi fra Gortyna e Knossos. Il trattato del 450-400 a.C. IC IV 80, inoltre, restituisce l’espressione κατ’ ἀγορὰν ϝευμέναν indicante la cittadinanza riunita in assemblea nell’agora.
Della città si sono conservati per via archeologica una cinta muraria, fortificazioni di epoca ellenistica (cf. Coutsinas 2013, pp. 359-364), sull’acropoli il ‘tempio A’ arcaico, il ‘tempio B’ o pritaneo in uso dal Tardo Minoico III C all’epoca arcaica e il ‘tempio C’ arcaico e nell’abitato un santuario ellenistico di Atena, documentato anche dalle dediche votive IC I 28 19-20 (cf. Sporn 2002, pp. 176-177, Rizza 2008).
Tylisos
Località moderna: Herakleion, Tylissos
Varianti toponimiche: Tylissos
Status: Polis (Inv. 992, IC I XXX; I, M, L)
Elementi istituzionali: boule, ekklesia, choros, hieron, horos, kosmos, meis, plethos, polis, polites, presbeutes, psaphos, syndokeo, Wakinthia
Comunità e assemblee. La polis di Tylisos figura attraverso il proprio etnico collettivo Τυλίσιοι come responsabile della stipulazione di accordi nel trattato del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6. Il termine polis, invece, è menzionato nel decreto del 300-250 a.C. IC I 30 2 a proposito delle buone relazioni intercorrenti fra Tylisos e Tenos e nell’epitaffio di fine III secolo a.C. Thess. Mnemeia, pp. 155-164 n. 20, in cui la città è indicata come luogo d’origine della defunta.
La copia di Argo del trattato del 460-450 a.C. ca. fra Tylisos e Knossos IC I 8 4 documenta l’esistenza presso la città di una bola, la quale è tenuta ad imporre una multa ai cosmi nel caso in cui questi non offrano i doni ospitali previsti. Nel decreto del 300-250 a.C. IC I 30 2, inoltre, è attestata l’esistenza dell’ekklesia, assemblea al cui cospetto si presentano gli ambasciatori di Tenos.
Cariche individuali o collegiali. L’esistenza di un collegio di cosmi a Tylisos è testimoniata dal trattato del 460-450 a.C. ca. IC I 8 4, nel quale è previsto che sia loro imposta una multa nel caso in cui non offrano i doni ospitali stabiliti. Il magistrato eponimo ricordato nella formula di datazione del decreto del 300-250 a.C. IC I 30 2, - figlio di Kallidromos, è verosimile che sia parte del collegio dei cosmi.
Nel trattato del 460-450 a.C. ca. IC I 8 4 fra Tylisos e Knossos è menzionata la possibilità per i cittadini delle due poleis di richiedere l’ausilio di un ambasciatore (πρεσγέαν) mentre si trovano presso l’alleata.
Associazioni. Il trattato del 460-450 a.C. ca. IC I 8 4 documenta l’esistenza a Tylisos di un coro (χορο͂ι), al quale è previsto che Argo offra doni ospitali.
Status sociali. Il solo status noto per Tylisos è quello di polites (πολιτεύεσθαι), concesso collettivamente alla comunità di Axos nel trattato del 221-200 a.C. ca. IC II 5 20 B.
Calendario. Il nome di un mese di Tylisos doveva essere originariamente indicato nel decreto del 300-250 a.C. IC I 30 2, nella cui formula di datazione il ricordo del cosmo eponimo è seguito dal termine μην[ός].
Celebrazioni. Il trattato del 460-450 a.C. ca. IC I 8 4 documenta l’esistenza a Tylisos di festività denominate Wakinthia, entro le quali è previsto il compimento di un sacrificio ad Hera.
Pratiche e strumenti istituzionali. Il verbo syndokeo è impiegato nel trattato del 460-450 a.C. ca. IC I 30 1 fra Tylisos e Knossos in riferimento all’attività deliberativa congiunta delle due città; nel trattato sembra inoltre essere attestata la possibilità per Tylisos, Knossos e Argo di ricorrere ad una votazione per principio maggioritario, indicata mediante i termini ψάφον e πλέθει.
Spazi pubblici. La polis intesa in senso spaziale è menzionata nel trattato del 221-200 a.C. ca. IC II 5 20 B, nel quale è previsto l’invito presso la città degli abitanti di Axos. Il trattato del 460-450 a.C. ca. IC I 8 4, invece, documenta l’esistenza di un Artamition posto sul confine fra Tylisos e Knossos, menzionato nella descrizione degli horoi fra le due città, e di un Heraion, presso cui è previsto il compimento di sacrifici (contra IC I, pp. 58 e 307, dove ἐν Ἑραίοι è interpretato come «nel mese di Heraios»).
Della città si sono conservati per via archeologica un tempio di età classica e un altare monumentale ellenistico (cf. Kanta 2005, Kyriakidis 2011; sulle fonti letterarie relative a Tylisos cf. IC I, p. 306).
Comunità dipendenti e santuari extraurbani
Amnisos
Località moderna: Herakleion, Karteros
Status: Hieron / Limen (Inv. pp. 1169-1170, IC I II; L)
Elementi istituzionali: hieron*
La località di Amnisos, che costituisce assieme ad Herakleion uno dei due approdi impiegati da Knossos (cf. la menzione dei λιμένας di Knossos in IC I 8 12), è sede di un santuario in uso dal Medio Minoico III (1700-1600 a.C. ca.) all’età arcaica e da quella ellenistica a quella imperiale (sulle evidenze archeologiche cf. Marinatos 1996, Prent 2005, pp. 527-532; cf. inoltre Chaniotis 1992b). Il santuario, che più fonti letterarie a partire da Omero indicano come sede del culto di Eleuthyia (per le quali cf. IC I, p. 2), in epoca ellenistica ed imperiale ospita anche quello di Zeus Thenatas, come documentano le iscrizioni SEG 33.718-729 di II-I secolo a.C., promosse da Knossos, e SEG 33.717 di epoca imperiale (oltre che forse di Artemide, il cui santuario sembra essere menzionato nella dedica votiva di I secolo a.C. IC I 2 1).
Amyklaion
Località moderna: Herakleion, Kommos
Status: Hieron / Limen (Inv. p. 1145, IC s.v. Gortyna; I, L)
Elementi istituzionali: hieron*
La località di Amyklaion è molto probabilmente da identificarsi nell’importante sito di Kommos (contra da ultimo Pałuchowski 2017b, secondo cui andrebbe identificata nel sito di Apesokari), del quale si sono conservati per via archeologica un imponente complesso santuariale comprendente un tempio e un altare di Atena e Zeus (?) in uso dall’epoca geometrica a quella imperiale e una cinta muraria (cf. Shaw – Shaw 2000, Kotsonas – Stampolidis 2006, Melfi 2013, Coutsinas 2013, pp. 223-225). I rinvenimenti epigrafici, inoltre, vi documentano l’esistenza nel V secolo a.C. del culto di Artemide Toxia (IC IV 72), mentre in epoca ellenistica ed imperiale di Apollo (Shaw – Shaw 2000, p. 129 n. 83, III-II secolo a.C.), Poseidone (SEG 53.953, II secolo a.C.), Zeus Phytalmios, Euangelos e Atena (SEG 53.954, II secolo a.C.) e Artemide (SEG 47.1397, I-II secolo d.C.). Amyklaion, dotata di un approdo (cf. St.Byz. s.v. Ἀμύκλαι, che la definisce anche polis), si trova verosimilmente sotto il controllo di Gortyna: nel suo Grande Codice del 450 a.C. ca. IC IV 72 è previsto che particolari giuramenti siano pronunciati ad Amyklaion presso la statua di Artemide Toxia, mentre i trattati di III secolo a.C. IC IV 172 e IC IV 173 fra Gortyna e gli Ἀμυκλαῖοι sembrano regolamentare le procedure giudiziarie fra le due contraenti, suggerendo che la seconda sia una comunità dipendente della prima (cf. Perlman 1996, pp. 252, 260-261).
Aulon
Località moderna: Herakleion, Agioi Deka?
Status: Comunità dipendente (Inv. 949, IC s.v. Gortyna; I, L)
Elementi istituzionali: oikiontes
Comunità e assemblee. La località di Aulon, di incerta localizzazione, è documentata solo per l’epoca arcaica, quando è menzionata nel decreto onorario del 525-500 a.C. IC IV 64. Nel documento i responsabili della decisione risultano essere l’intera Gortyna e la comunità di coloro che risiedono ad Aulon, dipendente da Gortyna (οἰ ἐν Ἀϝλο͂νι ϝοικίοντες, espressione indicante una polis dipendente secondo Perlman 1996, pp. 266-268; cf. St.Byz. s.v. Αὐλών· πόλις Κρήτης ἢ τόπος).
Inatos
Località moderna: Herakleion, Dermatos, Tsoutsouros?
Status: Hieron / Limen (Inv. p. 1184, IC I XIII; I, L)
Elementi istituzionali: hieron*
La località di Inatos è sede di un santuario rupestre in uso dal periodo geometrico all’epoca imperiale sacro ad Eleuthyia Binatia/Einatia, come documentano la dedica votiva di I secolo a.C. SEG 45.1296 e la menzione della divinità nel giuramento del trattato del 205-200 a.C. ca. fra Gortyna, Hierapytna e Priansos IC IV 174, oltre che più fonti letterarie (per le quali cf. IC I, p. 98; sui santuari rupestri cretesi cf. Kotsonas – Stampolidis 2013). La località, definita polis da Tolemeo e Stefano di Bisanzio (Ptol. III 15.3 e St.Byz. s.v. Εἴνατος), è probabile che non abbia mai detenuto tale status ma che funga piuttosto da porto per la vicina Priansos, il legame con la quale è suggerito dalla menzione di Eleuthyia Binatia nel suo trattato IC IV 174.
Lasaia
Località moderna: Herakleion, Kali Limenes
Varianti toponimiche: Lassoia, Lassaia, Alas
Status: Hieron / Limen (Inv. p. 1146, IC I XV; I, L)
Elementi istituzionali: hieron*, theorodokos
Spazi pubblici. La località di Lasaia, occupata dall’epoca classica a quella imperiale e definita polis negli Atti degli Apostoli (Act.Ap. XXVII 8; cf. Stad. 322; sulle altre fonti letterarie relative a Lasaia cf. IC I, p. 105), non sembra aver detenuto lo status di città ma essere piuttosto uno dei porti di Gortyna (cf. Anzalone 2012). Lasaia è inoltre sede in epoca ellenistico-imperiale dei culti di Asclepio e di Iside, come documentano le dediche votive IC I 15 3 di I secolo a.C. - I secolo d.C., SEG 42.804 e IC I 15 2 di I-II secolo d.C. (sul possibile naiskos di IV secolo a.C. in località Martsalos cf. Sporn 2002, p. 194).
Cariche individuali o collegiali. La lista delfica del 220-210 a.C. ca. SEG 26.624 documenta l’esistenza a Lasaia di un suo individuo, Kyllon figlio di Nau-, insignito del ruolo di theorodokos del santuario panellenico.
Latosion
Località moderna: Herakleion, ?
Status: Comunità dipendente (Inv. p. 1146, IC s.v. Gortyna; I)
La località di Latosion, di incerta localizzazione, è attestata solamente nel V secolo a.C. da due iscrizioni di Gortyna (IC IV 58, IC IV 78), dalle quali risulta essere una sua comunità dipendente (cf. Perlman 1996, p. 254).
Pyloros
Località moderna: Herakleion, Plora?
Status: Hieron (Inv. p. 1163, IC I XXV; L)
Elementi istituzionali: hieron*
La località di Pyloros, menzionata da Plinio il Vecchio (Plin. IV 59) e verosimilmente sotto il controllo di Gortyna, è frequentata dall’epoca arcaica a quella imperiale e perlomeno nel I secolo a.C. è sede di un santuario dedicato ai Cureti, come documentato dalla dedica votiva IC I 25 3 (cf. Perlman 1996, p. 262). L’iscrizione edificatoria di II secolo a.C. IC I 25 2, inoltre, potrebbe suggerire l’esistenza di alloggi o letti per la pratica dell’incubazione connessi al culto di Asclepio, sebbene non sia da escludere che l’iscrizione possa riferirsi a strutture pertinenti al non lontano Asklepieion di Lebena.
Rhytion
Località moderna: Herakleion, Kophinas
Status: Comunità dipendente (Inv. pp. 1146, 1163, IC I XXIX; I, L)
La località di Rhytion, menzionata come polis in più fonti letterarie (Hom. Il. II 648, Plin. IV 59; Hsch., St.Byz. e Suid. s.v. Ῥύτιον; per le altre fonti letterarie menzionanti Rhytion cf. IC I, p. 303), dall’età ellenistica è sotto il controllo di Gortyna (cf. Strabo X 4.14, Γορτυνίων δ᾽ ἐστὶ καὶ τὸ Ῥύτιον), possibilmente come città dipendente (cf. Anzalone 2011, pp. 151-155, Perlman 1996, pp. 256–257, 268–270), per poi diventarne una kome in età imperiale, come documentato dell’iscrizione di II secolo d.C. IC I 29 1, che vi attesta inoltre l’esistenza del culto di Zeus Skylios.
Santuari regionali e di confine
Acharna
Località moderna: Herakleion, Archanes?
Status: Hieron (Inv. p. 1145, IC s.v. Knossos; I)
Elementi istituzionali: temenos
La località, posta al confine fra Knossos e Tylisos, è documentata solamente dal trattato del 460-450 a.C. ca. IC I 8 4, che vi attesta l’esistenza di un temenos di Archos, dipendente forse da Knossos (cf. Faraklas et al. 1998, n. 31).
Santuario di Hermes e Afrodite, Symi Viannou
Località moderna: Herakleion, Kato Symi Viannou
Status: Hieron (Inv. -, IC -; -)
Elementi istituzionali: naos
Il santuario di Symi Viannou, in uso dal Medio Minoico III (1700-1600 a.C. ca.) all’età imperiale, è consacrato al culto di Hermes Kedrites e Afrodite, come testimoniano le dediche ellenistiche Lempesi 1972, p. 197 nn. 1-2 e quella di III secolo d.C. SEG 26.1046. Il santuario, inoltre, è sede di riti di passaggio maschili connessi all’uscita dall’agela, come documentano le iconografie di numerosi rinvenimenti archeologici (cf. Lempesi – Muhly 2003, Prent 2005, pp. 170-174, 342-348, 565-604, Lempesi 2009, Lamaze 2010). Nonostante il santuario si trovi in prossimità di Biannos, non è noto se il luogo di culto dipenda da questa o da un’altra polis, ad esempio Lyttos (cf. Chaniotis 2006, pp. 200-202): lo hieron, infatti, ha una dimensione regionale, come testimoniano le dediche classico-ellenistiche ivi rinvenute promosse da individui di Arkades (Lempesi 1972, p. 202 n. 4, Lempesi 1973, p. 197 n. 4), Knossos (Lempesi 1972, p. 202 n. 7) e Lyttos (Lempesi 1972, p. 202, n. 1; sembrano essere dovute a Lyttos anche le iscrizioni edificatorie di II secolo a.C. SEG 50.937 A-B; cf. inoltre la firma di un individuo di Datala sul calderone di VI secolo a.C. SEG 52.864). Nel santuario è ospitata almeno una struttura templare, alla quale fanno riferimento due tegole iscritte di epoca ellenistica, su cui è leggibile il genitivo ναοῦ (Lempesi 1972, p. 202 n. 4, Lempesi 1973, p. 197 n. 5).
Lasithi
Poleis
Azoria
Il sito di Azoria – di cui è ignoto il toponimo antico – conserva ingenti resti di età geometrica e arcaica che comprendono più edifici pubblici, fra i quali vi sono i cosiddetti ‘Monumental Civic Building’, ‘Communal Dining Building’ – verosimilmente un andreion –, ‘Service Building’, ‘Hearth Shrine’ e una cinta muraria (cf. Haggis et al. 2011, Haggis 2014, Gaignerot-Driessen 2016; sulle fortificazioni di epoca ellenistica cf. Coutsinas 2013, pp. 340-343).
Dragmos
Località moderna: Lasithi, Koutsoulopetres/Pyrgos
Status: Polis (Inv. 955, IC s.v. Itanos; I, L)
Elementi istituzionali: horos
La città di Dragmos, inglobata da Praisos in epoca ellenistica (entro il 270-260 a.C. secondo Perlman 1995a, p. 165; cf. IC III 4 9-10; è detta polis in St.Byz. s.v. Δραγμός), compare nell’arbitrato di Magnesia fra Itanos e Hierapytna 112/111 a.C. IC III 4 9, nel quale vengono descritti i confini fra il suo territorio e quello di Itanos, così come erano anteriormente alla sua conquista da parte di Praisos. Della città si è conservata per via archeologica una cinta muraria (cf. Coutsinas 2013, pp. 198-202).
Dreros
Località moderna: Lasithi, Neapoli
Status: Polis (Inv. 956, IC I IX; I, M, L)
Elementi istituzionali: agela, agelaos, agora, agretas, Aithaleis, andano, azostos, boule, damios, demos, dika, dokeo, Dymanes, ekdyomenos, ereutas, euergetes, grammateus, Haliaios, hestia, hetaireia, hieron, hoi ikati hoi tas polios, Hyperboios, hypomnama, katoikos, Komnokarios, kosmos, oros, oureion, phyle, polis, polites, Prepsidai (?), propolos, proxenos, prytaneion, thystas
Comunità e assemblee. La polis di Dreos, definita come tale nelle fonti letterarie solamente da Teognosto (Theognost. Can. 382, Δρῆρος πόλις Κρητική), è attestata nelle iscrizioni mediante il suo etnico collettivo Δρήριοι nel trattato del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6, nel quale risulta essere responsabile della stipulazione degli accordi.
La città, indicata mediante il termine polis, figura invece come responsabile della deliberazione all’interno della formula di sanzione delle iscrizioni normative di VII secolo a.C. SEG 27.620, Bile 4 e verosimilmente SEG 23.530 (sulla difficoltà nella determinazione della tipologia documentaria delle iscrizioni arcaiche di Dreros per la presenza in queste di elementi propri sia delle leggi che dei decreti cf. Seelentag 2015, p. 232). Il termine polis, inoltre, compare nel giuramento di fine III secolo a.C. IC I 9 1, in cui è ricordato un attacco militare sferrato da Milatos alla città di Dreros.
La bola a Dreros è attestata nel giuramento di fine III secolo a.C. IC I 9 1, alla quale devono essere denunciati i cosmi rei di non aver fatto prestare l’horkos previsto e che deve riscuotere da questi la multa loro comminata entro tre mesi. La boula figura inoltre come responsabile della deliberazione assieme al damos comparendo all’interno della formula di sanzione del decreto onorario di fine III - inizi II secolo a.C. Bile 50.1 = 50.2.
Cariche individuali o collegiali. La figura del cosmo a Dreros è attestata fin dal VII secolo a.C., periodo a cui risale la legge SEG 27.620 del 650 a.C. ca. che vieta l’iterazione del cosmato nei dieci anni successivi alla detenzione della carica, pena l’invalidamento di quanto compiuto da chi continui a svolgere illegalmente le mansioni proprie della carica, principalmente – o almeno in parte – di natura giudiziaria, la sua dichiarazione come akrestos e l’imposizione su di lui di una multa. È verosimile che nel periodo arcaico il cosmato sia detenuto da un solo magistrato e non collegialmente, come suggerisce l’indicazione nella legge di un solo cosmo fra coloro che hanno prestato il giuramento previsto. In epoca ellenistica, invece, è documentata l’esistenza a Dreros di un collegio di cinque cosmi, come testimoniano l’iscrizione edificatoria di fine III secolo a.C. Bile 48 e il giuramento risalente allo stesso anno IC I 9 1, in cui sono ricordati i cosmi eponimi Kyias e Kephalos ed i colleghi in carica Pyros, Pios e Bision, e il decreto onorario di fine III - inizi II secolo a.C. Bile 50.1 = 50.2, commemorante i cosmi in carica Argas figlio di Soteles, Phalakrion figlio di Kimon, Sogenes figlio di Praxios, Pyron figlio di Androcharis ed Eumedes figlio di Nikis. Il giuramento di fine III secolo a.C. IC I 9 1, inoltre, mostra i cosmi come le figure presso cui debbano essere denunciate le cospirazioni e tenute a far prestare l’horkos previsto dai giovani uscenti dall’agela, pena la loro denuncia presso la bola e l’imposizione su di loro di una multa.
Fra coloro che prestano assieme al cosmo il giuramento ricordato nella legge del 650 a.C. ca. SEG 27.620 figurano i damioi e hoi ikati hoi tas polios, identificabili rispettivamente forse come esponenti del damos e rappresentanti della polis. Il decreto del 650-600 a.C. Bile 4, inoltre, documenta l’esistenza a Dreros di un agretas, figura che risulta essere incaricata dell’inflizione di punizioni, e di uno o più propoloi, i quali non possono essere puniti dal primo. Un collegio di thystai, invece, figura come responsabile della deliberazione nel decreto del 650-600 a.C. Bile 6, nel quale compare all’interno della formula di sanzione. In epoca ellenistica, inoltre, sono documentati dal giuramento di fine III secolo a.C. IC I 9 1 un segretario, Philippos, ricordato subito dopo i cosmi, un collegio di ereutai che si occupano di questioni civili, attestati come responsabili dell’esazione delle multe imposte ai cosmi, e più sentinelle stanziate sui confini.
Ripartizioni civiche. La prima attestazione delle tribù a Dreros risale al decreto del 650-600 a.C. Bile 4, nel quale in connessione all’attività deliberativa è ricordata mediante l’espressione διαλείσασι πυλᾶσι una riunione – separata? – delle phylai della città. In epoca ellenistica, invece, sono attestate la tribù degli Aithaleis e quella dei Dymanes, ricordate all’interno della formula di datazione rispettivamente dell’iscrizione edificatoria di fine III secolo a.C. Bile 48 e del giuramento dello stesso anno IC I 9 1 la prima, del decreto onorario di fine III - inizi II secolo a.C. Bile 50.1 = 50.2 la seconda. Il termine Prepsidai, menzionato nel decreto del 650-600 a.C. Bile 3, è possibile che indichi un raggruppamento civico di Dreros – forse una tribù –, sebbene non sia da escludere l’eventualità che sia pertinente ad una comunità esterna alla città come gli abitanti di Milatos, nominati nella stessa iscrizione.
L’esistenza di più eterie a Dreros è testimoniata dalla legge del 650-600 a.C. SEG 23.530, in cui l’espressione ἐταρηιᾶν ἔϝαδε sembra indicare che le decisioni prese nel documento siano relative alle hetaireiai della città; il giuramento di fine III secolo a.C. IC I 9 1, inoltre, informa della dislocazione delle eterie nel centro urbano della città e ai suoi confini e prevede la redistribuzione fra queste del denaro ricavato dalle multe imposte sui cosmi.
Status sociali. Il decreto onorario di fine III - inizi II secolo a.C. Bile 50.1 = 50.2 documenta la concessione ad un individuo di Aspendos dello status di prosseno, euergetas e cittadino di Dreros, presso cui può essere residente (κατοικεῖν).
Classi di età. Le agelai a Dreros sono documentate già dalla legge del 650-600 a.C. SEG 23.530, che stabilisce il ventesimo giorno del mese Hyperboios come scadenza per qualche attività a loro connessa. Il giuramento di fine III secolo a.C. IC I 9 1, inoltre, è detto essere stato pronunciato dai centottanta membri dell’agela (di tale anno), gli agelaoi, indicati anche con i termini azostoi, panazostoi ed ekdyomenoi; nel giuramento è inoltre menzionato un suo membro, di cui è andato perduto il nome, indentificato come il νικατὴρ τᾶς ἀγέλας.
Calendario. A Dreros è documentata l’esistenza del mese Hyperboios, il cui ventesimo giorno è indicato come scadenza relativa a qualche attività connessa alle agelai nella legge del 650-600 a.C. SEG 23.530, e di quelli di Haliaios e Komnokarios, menzionati nel giuramento di fine III secolo a.C. IC I 9 1 come momento di uscita di carica dei cosmi in cui è possibile che costoro siano denunciati.
Pratiche e strumenti istituzionali. Il verbo andano è impiegato in riferimento all’attività deliberativa in più leggi e decreti del VII secolo a.C., Bile 3, Bile 4, Bile 6, Van Effenterre 1946a, pp. 131-138, SEG 23.530, SEG 27.620, nei quali compare all’interno della formula di sanzione (ἔϝαδε). Il verbo dokeo, avente il medesimo valore, è impiegato anch’esso all’interno della formula di sanzione nel decreto onorario di fine III - inizi II secolo a.C. Bile 50.1 = 50.2 (ἔδοξε).
Il giuramento di fine III secolo a.C. IC I 9 1 attesta l’esistenza a Dreros di hypomnamata contenenti una descrizione degli antichi confini della chora di Dreros, sui quali è previsto che giurino i giovani uscenti dall’agela, e di procedure penali (δικᾶν δὲ καὶ πρ[αξί]ων) di cui è vietata l’attuazione con la nemica Lyttos.
Spazi pubblici. La polis intesa in senso spaziale è menzionata nel giuramento di fine III secolo a.C. IC I 9 1, che prevede la promessa di non consegnare ai nemici il centro urbano e le fortificazioni (οὐρεῖα) di Dreos e non dare vita a sedizioni o cospirazioni interne o esterne alla polis e che documenta lo stanziamento in città di alcune eterie. La conquista da parte di Lyttos della città, indicata mediante il proprio toponimo, è invece commemorata nel trattato del 111/110 a.C. SEG 61.722.
Il Pythion e l’Agoraion di Dreros sono menzionati nella presunta legge sacra del 650-600 a.C. Bile 8 apparentemente a proposito di sacrifici che vi devono essere compiuti (sul culto di Zeus Agoraios cf. inoltre la menzione della divinità nel giuramento di fine III secolo a.C. IC I 9 1). Il Delphinion della città, invece, è indicato come luogo in cui debbano essere iscritti i nomi dei cosmi che non hanno pagato le multe loro comminate nel giuramento di fine III secolo a.C. IC I 9 1, documento in cui è anche menzionata la divinità Hestia, il cui culto ha sede nel pritaneo (τὰν Ἑστίαν τὰν ἐμ πρυτανείωι).
Della città, conquistata da Lyttos attorno al 200 a.C. (cf. SEG 61.722; cf. inoltre Gaignerot-Driessen 2013), si sono conservati per via archeologica una doppia cinta muraria (cf. Coutsinas 2013, pp. 208-210), un altare sull’acropoli orientale, il tempio arcaico-ellenistico forse di Apollo Pythios sull’acropoli occidentale e nell’avvallamento fra le due alture un’agora arcaica a gradoni nella quale si trovano il tempio arcaico di Apollo Delphinios (cf. Bile 48) e un secondo edificio pubblico forse identificabile come pritaneo (cf. Marinatos 1936, Demargne – Van Effenterre 1937a, Sporn 2002, pp. 81-83, D’Acunto 2002-2003).
Erannos
Località moderna: Lasithi, Avgousti?
Varianti toponimiche: Eronos
Status: Polis (Inv. p. 1146, IC -; I)
Elementi istituzionali: demos, dogma, dokeo, hestia, hieron, kosmos, polis, polites, proxenos
Comunità e assemblee. La città di Erannos, non documentata successivamente all’età ellenistica, figura attraverso il proprio etnico collettivo Ἐρώνιοι come responsabile della stipulazione di accordi nel trattato del 183 a.C. IC IV 179 fra trentun città del koinon cretese ed Eumene II. Il termine polis, invece, è attestato per la città nel decreto del 170-140 a.C. ca. Teos 19, nel quale risulta essere l’assemblea promotrice della deliberazione, comparendo all’interno della formula di sanzione assieme ai cosmi e come responsabile delle decisioni prese nel documento stesso ed in particolare della concessione della prossenia agli ambasciatori teii. Nel decreto la polis è inoltre menzionata a proposito delle buone relazioni intercorrenti fra questa e Teos e per il comportamento meritevole mostrato nei suoi confronti dagli ambasciatori teii.
Nel medesimo decreto è attestato anche il damos di Erannos, chiamato ad intervenire militarmente nel caso in cui qualcuno attacchi Teos.
Cariche individuali o collegiali. Il collegio dei cosmi di Erannos figura come responsabile della deliberazione nel decreto del 170-140 a.C. ca. Teos 19, nel quale compare assieme alla polis all’interno della formula di sanzione.
Status sociali. Fra gli status di Erannos sono noti solamente quelli accordati come privilegio nel decreto del 170-140 a.C. ca. Teos 19, ovvero quello di politai concesso all’intera comunità di Teos e quello di prosseno conferito agli ambasciatori di quest’ultima.
Pratiche e strumenti istituzionali. Il verbo dokeo è impiegato in riferimento all’atto deliberativo nelle formule di sanzione e mozione del decreto del 170-140 a.C. ca. Teos 19 (ἔδοξεν, δεδόχθαι), nel quale è attestato anche il termine dogma in relazione ad un precedente decreto della città.
Spazi pubblici. Ad Erannos è documentata l’esistenza di una koina hestia, presso la quale sono invitati ἐπὶ ξενισμόν gli ambasciatori teii nel decreto del 170-140 a.C. ca. Teos 19, ed un santuario di Asclepio, nel quale è prevista la collocazione del decreto in questione e di un altro documento analogo emanato in precedenza relativo anch’esso alla concessione di asylia a Teos.
Hierapytna
Località moderna: Lasithi, Ierapetra
Varianti toponimiche: Hiarapytna, Hierapydna
Status: Polis (Inv. 962, IC III 3; I, M, L)
Elementi istituzionali: agela, agones mousikoi, andreion, aner, Archeia, archeion, archon, boule, choros, damokratia, demos, dika, dokeo, dromeus, dromos, Dymanes, ekklesia, eleutheros, enphylos, epoikos, epikriterion, epimeletes, epistole, ereutas, E-, gramma, grammateus, hegemon, Heraia, hestia, hiereus, hieron, Himalios, horos, Hyperboia, idiotas, isopoliteia, Kamiris, katoikos, kosmeter, kosmos, krisis, magistrato monetario, meis, mnoia, nomos, oiketas, Oleria*, oros, Pamphyloi, patron, phrourion, polis, polites, Poseidanios, preigistos, presbeutes, prodikos, proxenos, prytaneion, psaphos, psephisma, psephizo, Pythia (?), stratiotes, symbolon, syndokeo, synkritas, syntheka, theatron*, theorodokos, thiasos, Thiodaisia
Comunità e assemblee. La città di Hierapytna figura attraverso il proprio etnico collettivo come responsabile della stipulazione di accordi nei trattati di fine III secolo a.C. SEG 63.747, di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 A – in cui è detta anche polis – e IC III 3 4, del 205-200 a.C. ca. IC IV 174, del 183 a.C. IC IV 179, in cui compare fra le città appartenenti al koinon cretese, e del 111/110 a.C. SEG 26.1049. L’etnico collettivo è impiegato anche in riferimento all’attività deliberativa della città nei decreti del 242 a.C. SEG 51.1056 e del 150-100 a.C. ca. Papachristodoulou 2006, nei quali compare all’interno della formula di mozione. L’etnico collettivo è inoltre attestato nei trattati di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 A e del 205-200 a.C. SEG 53.942 a proposito della prestazione del relativo giuramento, nel decreto del 205-202 a.C. ca. Syll.3 567 riguardo ad una guerra mossa da Hierapytna e nei bolli d’anfora di III secolo a.C. SEG 42.805 1-3 e SEG 47.1410 di pertinenza della polis.
La città, indicata mediante il termine polis, è invece attestata come responsabile della deliberazione assieme ai cosmi nelle formule di sanzione dei trattati del 246-236 a.C. SEG 63.746 e del decreto di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 C, mentre in riferimento a possibili decisioni future comuni alle città interessate nei trattati di fine III secolo a.C. IC III 4 6, di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 A-B e IC III 3 4, del 111/110 a.C. SEG 26.1049 e verosimilmente del 219-204 a.C. ca. IC III 4 5 e del 145-100 a.C. IC I 8 13. Un invio di ambasciatori ad Arkades da parte della città sembra essere ricordato nel decreto di fine II - I secolo a.C. IC I 5 19 A, nel quale sono onorati per il loro comportamento degno di entrambe le poleis. La città, inoltre, compare come mittente assieme ai cosmi dell’epistola diretta ad Itanos citata alle linee 125-130 dell’arbitrato del 112/111 a.C. IC III 4 9. È alla polis che devono essere versate le multe previste perlopiù nei confronti dei cosmi nei trattati del 216-200 a.C. ca. IC I 16 16, di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 B, del 227-221 a.C. ca. IC III 3 1 A e di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4, nel quale vi è destinata anche la decima del bottino di guerra. Menzioni della città occorrono nel trattato del 227-221 a.C. ca. IC III 3 1 B a proposito dell’invito da parte della polis dei cittadini di Arkades presso la propria città in occasione di particolari festività, mentre riguardo a sue spedizioni militari in quello del 111/110 a.C. SEG 26.1049. La città figura come dedicataria nell’iscrizione di I secolo a.C. - I secolo d.C. IC III 3 12, mentre risulta essere promotrice della dedica onoraria di I secolo d.C. IC III 3 22; in età imperiale, inoltre, la polis è documentata anche dalle iscrizioni di II secolo d.C. IC III 3 30 e SEG 32.869.
Il damos di Hierapytna è attestato come responsabile della deliberazione nel decreto del 242 a.C. SEG 51.1056, nel quale figura all’interno della formula di sanzione assieme ai cosmi e in cui è menzionato anche a proposito delle buone relazioni intercorrenti fra questo e Cos. Il demos, inoltre, compare assieme alla boule e agli archontes come destinatario dell’epistola del 112/111 a.C. IC III 4 10 spedita a Hierapytna dal romano Lucio Calpurnio Pisone.
L’ekklesia a Hierapytna è documentata dal trattato di inizi III secolo a.C. IC III 4 1, nel quale è prevista una votazione relativa alla concessione della cittadinanza che è richiesto che avvenga ἐν κυρ[ία]ι ἐκκλησ[ία]ι, e in quello di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4, in cui è stabilito che i cosmi di Priansos in visita presso la città siedano nell’assemblea assieme ai colleghi locali.
La boule di Hierapytna, oltre a figurare assieme al demos e agli archontes come destinataria dell’epistola del 112/111 a.C. IC III 4 10 inviata da Lucio Calpurnio Pisone, è attestata anche dal trattato del 145-100 a.C. IC I 8 13 in un contesto che tuttavia non è ricostruibile.
Cariche individuali o collegiali. Il collegio dei cosmi di Hierapytna è attestato come responsabile della deliberazione all’interno della formula di sanzione nel decreto del 242 a.C. SEG 51.1056, dove compare assieme al damos, e in quello di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 C e verosimilmente nel trattato del 246-236 a.C. SEG 63.746, nei quali figura invece assieme alla polis. Più cosmi eponimi di Hierapytna sono documentati dalle formule di datazione di decreti e trattati della città: sono noti Enipas figlio di Hermaios (fine III - inizi II secolo a.C., IC III 3 4), - figlio di Mentor (205-200 a.C. ca., IC IV 174 = SEG 53.942), ‑kas figlio di ‑ke‑obolos (111/110 a.C., SEG 26.1049), Elaiinas figlio di - (fine III secolo a.C., SEG 63.747) e verosimilmente Etearchos figlio di - (fine I secolo a.C. - I secolo d.C., SEG 32.871), ai quali si aggiunge Alexandros, menzionato eccezionalmente all’interno della formula di sanzione del decreto di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 C. La formula di datazione del trattato del 246-236 a.C. SEG 63.746, invece, ricorda i nomi di tutti i dieci membri del collegio, Antimenes, Exakestidas, Herakleidas, Hyperochos, Charmylos, Leptinas, Samagoras, Kalon, Euphranor e Anaxagoras. Un collegio di cinque cosmi, denominati kosmeteres come i magistrati di Itanos a causa della redazione da parte di quest’ultima del documento, è ricordato inoltre all’interno della formula di datazione del trattato di fine III secolo a.C. IC III 4 6 (‑ausilos, Samagoras, Kydikles, Menesthenes, Menias). L’iscrizione edificatoria del 150-100 a.C. IC III 2 1, inoltre, conserva nella formula di datazione il ricordo dell’eponimo Bouaos figlio di Ampheron, seguito a breve distanza da un elenco mutilo inferiormente di tutti i cosmi in carica, almeno sei (Bouaos figlio di Ampheron, Akasson figlio di Bramisal, ‑os figlio di Eurykartes, - figlio di Eurykartes, - figlio di ‑ythes, ‑s figlio di Moirilos). Anche l’iscrizione edificatoria di II secolo a.C. IC III 3 9 include la menzione di tutti i membri del collegio dei cosmi in carica, in questo caso dieci (Agesimachos figlio di Soteles, Sosis figlio di Melion, Euphamos figlio di Askan-, Euphamos figlio di Teuphilos, Pratophanes figlio di Eparchos, Thion figlio di Melion, Thorax figlio di Kleobolos, Thyon figlio di Polykrates, Xenophilos figlio di Himeraios, Boulos figlio di Portesilas), così come avviene in quella di fine II - inizi I secolo a.C. IC III 5 1, in cui invece il numero di magistrati è di otto (- figlio di Himeraios, Xenophilos figlio di -, Proagoros figlio di Aristoph-, - figlio di Thorax, Dion figlio di Kais-, Agamedes figlio di Aidopos, N‑ figlio di ‑tos, Dion figlio di Kleosthesilas). È verosimile che siano cosmi anche i magistrati eponimi di nome Sosos ricordati sui bolli d’anfora di III secolo a.C. SEG 42.805 1-2 e SEG 47.1410 e del 150-100 a.C. ca. SEG 61.666 e i curatori dell’intervento edilizio ricordato nell’iscrizione edificatoria di II secolo a.C. IC III 3 10, di cui sono andati perduti sia i nomi che la carica ricoperta (ἐπεμ[ελῆθεν - - -]). I cosmi, inoltre, risultano essere assieme alla polis i mittenti dell’epistola indirizzata ad Itanos citata alle linee 125-130 dell’arbitrato del 112/111 a.C. IC III 4 9; è verosimile che si riferisca a loro anche il termine archontes, impiegato assieme boule e demos per indicare i destinatari dell’epistola del 112/111 a.C. IC III 4 10 spedita a Hierapytna da Lucio Calpurnio Pisone. L’intero collegio dei cosmi, invece, è indicato come incaricato della presidenza nel decreto di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 C, in cui è inoltre previsto che siano costoro ad occuparsi della pubblicazione su pietra del documento. Quest’ultimo compito rientra fra le mansioni dei cosmi in carica anche nel trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4, in cui vi è indicato pure l’obbligo per costoro di fornire quanto richiesto dalle ambascerie di Priansos in visita o che in alternativa i cosmi presenti in città consegnino loro dieci stateri, di promuovere ogni anno la pubblica lettura del testo degli accordi in occasione delle festività specificate e di darne annuncio a Priansos e di occuparsi della risoluzione di cause pendenti – interessanti privati o cosmi –, pena l’imposizione su di loro di multe in caso di inadempienza. Nel trattato è inoltre previsto che i cosmi di Hierapytna in visita a Priansos siano ospitati presso l’archeion e possano sedere nell’ekklesia assieme ai colleghi locali. Anche nei trattati del 145-100 a.C. IC I 8 13 e del 111/110 a.C. SEG 26.1049 è previsto che ogni anno i cosmi in carica promuovano la pubblica lettura del testo degli accordi in particolari festività oltre che la prestazione del giuramento da parte dei giovani uscenti dall’agela e ne diano annuncio all’alleata, pena il pagamento di una multa, e che siano invitati presso l’archeion di Knossos nel primo caso e verosimilmente presso il pritaneo di Lato nel secondo. La lettura degli accordi sembra essere incombenza dei cosmi anche nel trattato del 205-200 a.C. ca. IC IV 174, mentre loro inviti presso l’archeion dell’alleata sono previsti anche nel trattato con Lyttos di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 B, nel quale è richiesto loro anche il compimento di sacrifici, pena il pagamento di una multa in caso di inadempienza. Nel trattato del 227-221 a.C. ca. IC III 3 1 A i cosmi sembrano essere i responsabili dell’invio di aiuti militari all’alleato Antigono, il cui mancato compimento può costare loro l’imposizione di una multa, mentre in quello coevo IC III 3 1 B sembrano essere coinvolti in procedure giudiziarie ed essere incaricati di far prestare il giuramento ai giovani uscenti dall’agela e del compimento di sacrifici, anche in questo caso risultando sottoponibili a multe qualora vengano meno ai propri doveri. Nel decreto del 201 a.C. ca. IC III 3 2, inoltre, sembra essere accordata ai cosmi in carica autorità d’intervento in caso di contravvenzione rispetto a quanto stabilito. Una menzione dei cosmi, infine, occorre nel trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 6, sebbene in un contesto irricostruibile. In età imperiale, invece, l’esistenza a Hierapytna di un protocosmo è attestata nell’iscrizione di II secolo d.C. SEG 32.869 e in quella di III secolo d.C. SEG 32.872.
A Hierapytna è documentata l’esistenza di hagemones, di cui è previsto l’invio assieme ai propri uomini nel trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 A e che risultano essere passibili di multe apparentemente assieme ai propri stratiotai nel trattato del 227-221 a.C. ca. IC III 3 1 in caso di tradimento. L’epitaffio del 100 a.C. ca. SEG 39.967, inoltre, attesta l’esistenza di un gruppo di giovani sentinelle, gli oroi, guidati da Onasandros ed incaricati di pattugliare i confini della città, e di una formazione di militari più anziani, i preigistoi, sopraggiunti apparentemente in loro soccorso in un momento di necessità.
Il decreto di fine II - I secolo a.C. IC I 5 19 A testimonia l’invio ad Arkades di due presbeutai di Hierapytna, Apollonidas figlio di Th‑ e un altro individuo di cui non si è conservato il nome, oggetto di onori da parte della città presso cui si sono recati. L’invio a Roma di quattro ambasciatori, Pheidon figlio di Eteanor, Komon figlio di ‑r, Mnasippos figlio di Dion ed Eubetes figlio di Beidylos è invece ricordata dall’epistola del romano Lucio Calpurnio Pisone del 112/111 a.C. IC III 4 10. L’invio di ambascerie presso Antigono per richiedere il suo aiuto militare pare essere previsto nel trattato del 227-221 a.C. ca. IC III 3 1 A, mentre presso le alleate Knossos, Lato e Rodi in occasione della prestazione del giuramento è richiesto rispettivamente in quelli del 145-100 a.C. IC I 8 13, del 111/110 a.C. SEG 26.1049 e di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 A, nel quale è specificato che anche gli ambasciatori debbano pronunciare l’horkos ed è ammessa la possibilità di modifiche future agli accordi previo scambio di ambascerie fra le due città. Il trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4, inoltre, richiede che i cosmi di Priansos forniscano quanto possa essere necessario alle ambascerie di Hierapytna in visita presso di loro o che consegnino loro in alternativa dieci stateri.
Più nomi di magistrati monetari di Hierapytna sono documentati per via numismatica: nel II-I secolo a.C. sono noti Arganos, Euchrestas, Libys, Kausilos, Kydas, Samagoras e Phauos (SEG 29.827), mentre nel I secolo a.C. Zenophilos (Bile 116), Kyrannis (Bile 117) ed Euchrestas figlio di Sotad‑ (Bile 118, Bile 119). Legende monetarie di epoca ellenistica non meglio databili restituiscono inoltre i nomi dei magistrati monetari Aristagoras, Asbantos, Libys figlio di Arganos, Kloumenidas, Menesthenes, Himeraios, Neon figlio di Kausilos e Sote‑ (cf. Svoronos 1890, pp. 183-195, Le Rider 1966, pp. 309-310, IC III, p. 24).
A Hierapytna è attestata l’esistenza di un sacerdote dal trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 6, nel quale è previsto che compia sacrifici. Un suo cittadino, Eurybatos, è inoltre insignito del ruolo di theorodokos del santuario delfico nella lista del 220-210 a.C. ca. SEG 26.624. Fra le altre figure istituzionali documentate a Hierapytna rientrano anche un grammateus, menzionato nell’iscrizione cipriota di II secolo a.C. Salamine 239, un synkritas, apparentemente incaricato dell’assegnazione dei pascoli nel trattato di inizi III secolo a.C. IC III 4 1, e un collegio di ereutai, attestati in quello del 145-100 a.C. IC I 8 13 forse come responsabili dell’esazione di multe.
Associazioni. L’esistenza a Hierapytna di tiasi è documentata dal trattato del 205-200 a.C. ca. IC IV 174, che prevede l’invio di un thiasos presso le città alleate in occasione di particolari festività.
Ripartizioni civiche. Le formule di datazione di alcuni trattati ed iscrizioni edificatorie di Hierapytna conservano il ricordo di almeno quattro tribù della città: l’Archeia (205-200 a.C., SEG 53.942 = IC IV 174), la Kamiris (150-100 a.C., IC III 2 1) e quelle dei Dymanes (II secolo a.C., IC III 3 9) e dei Pamphyloi (fine II - inizi I secolo a.C., IC III 5 1). Il nome di una tribù, inoltre, doveva essere originariamente indicato anche nella formula di datazione del trattato del 111/110 a.C. SEG 26.1049.
Status sociali. Lo status di cittadino a Hierapytna è attestato nel trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 A, in cui è specificato che la città debba mostrarare pronoia nei confronti dei soldati inviati da Rodi come se fossero propri politai, e in quello coevo IC III 3 4 in riferimento ai tributi legati alla coltivazione pagati dai cittadini e al loro uso di recarsi presso l’andreion in occasione delle festività. Nel trattato di inizi III secolo a.C. IC III 4 1 lo status di polites è accordato a quanti degli abitanti di Praisos siano enphyloi nella propria città d’origine e lascino (?) la propria polis, a patto che la concessione sia votata dall’ekklesia di Hierapytna con meno di tre voti negativi. La concessione di cittadinanza mediante isopoliteia è inoltre attestata nei trattati di fine III secolo a.C. IC III 4 6, di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4 e di II secolo a.C. IC III 3 5. Lo status di uomo libero, invece, pare documentato dal trattato del 227-221 a.C. ca. IC III 3 1 A, nel quale sembra essere previsto che gli aiuti militari inviati da Hierapytna ad Antigono debbano essere costituiti da uomini eleutheroi. Il termine aner, invece, figura nell’epistola del 112/111 a.C. IC III 4 10 in contrapposizione ad oiketas a proposito di questioni giudiziarie interessanti uomini sia di status libero che servile.
Oltre agli oiketai, a Hierapytna è documentata anche l’esistenza di una classe servile denominata mnoia, menzionata nel trattato di fine III secolo a.C. SEG 63.747 a proposito di attacchi militari che è possibile che questa subisca. Lo status di enphylos, inoltre, è attestato dai trattati di inizi III secolo a.C. IC III 4 1 e di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4, nei quali il suo possesso è indicato come requisito per l’ottenimento della cittadinanza presso le città alleate. Il trattato di II secolo a.C. IC III 3 5 documenta lo stanziamento di un gruppo di cittadini di Hierapytna nel territorio di Arkades, definiti come οἱ κατοικόντες in quanto non in possesso della cittadinanza del luogo di residenza, che risultano essere i responsabili della stipulazione degli accordi con la propria polis di origine e che è previsto che provvedano all’iscrizione su pietra di una delle copie del documento. A Hierapytna, invece, è attestata dalla firma del 145-100 a.C. IC III 3 31 la presenza di un artista di Itanos, Damokrates figlio di Aristomedes, definito come epoikos in quanto non in possesso della cittadinanza della polis in cui è residente. Un riferimento ai prosseni della città, inoltre, è presente nel decreto di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 C, nel quale è concessa ai cittadini di Magnesia la possibilità di avvalersi dello stesso diritto dei proxenoi di Hierapytna. Un patrono, invece, è attestato dalla dedica di I secolo a.C. - I secolo d.C. IC III 3 11, consacrata ad Atena Polias in suo onore.
Classi di età. L’esistenza a Hierapytna di più agelai è documentata dai trattati del 227-221 a.C. ca. IC III 3 1, del 111/110 a.C. SEG 26.1049 e verosimilmente del 145-100 a.C. IC I 8 13, nei quali è previsto che i giovani uscenti dal periodo di addestramento prestino il giuramento relativo agli accordi. Il terzo trattato, inoltre, vi attesta l’esistenza della classe dei dromeis, che è previsto che si rechino a Knossos in occasione di particolari festività.
Calendario. Le formule di datazione di alcuni trattati e decreti della città documentano l’esistenza a Hierapytna dei mesi Himalios (fine III - inizi II secolo a.C., IC III 3 4) e Poseidanios (fine I secolo a.C. - I secolo d.C., SEG 32.871), oltre che di un mese il cui nome inizia in E- (fine III secolo a.C., SEG 63.747) e del mese Theodaisios, attestatovi solamente in età imperiale nell’iscrizione del 125 d.C. IC III 3 7. Il ricordo di un mese di cui non si è conservato il nome, inoltre, doveva essere originariamente presente nella formula di datazione del trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 6.
Celebrazioni. Fra le festività celebrate a Hierapytna sono note dalla loro menzione in più trattati come occasione d’incontro per i membri delle città alleate gli Heraia (fine III - inizi II secolo a.C., IC III 3 4; forse 145-100 a.C., IC I 8 13), i Theudaisia (227-221 a.C. ca., IC III 3 1 B; 145-100 a.C., IC I 8 13) e gli Hyperboia (fine III - inizi II secolo a.C., IC III 3 4; 145-100 a.C., IC I 8 13; forse 111/110 a.C., SEG 26.1049), in occasione dei quali in particolare è prevista la lettura annuale del testo degli accordi. È possibile che siano di pertinenza di Hierapytna anche i Pythia documentati dal trattato del 205-200 a.C. ca. IC IV 174 fra la città, Gortyna e Priansos. Alle festività note per via epigrafica sono da aggiungere gli Oleria, documentati per Hierapytna da Stefano di Bisanzio (St.Byz. s.v. Ὤλερος). A Hierapytna, inoltre, è attestata l’esistenza di agoni musicali, in occasione dei quali è prevista dal decreto di fine II - I secolo a.C. IC I 5 19 A la proclamazione come prosseni ed euergetai di due suoi ambasciatori insigniti di tali riconoscimenti da parte di Arkades. L’organizzazione di gare di corsa – i dromoi – e di danze comuni a Hierapytna e Praisos è invece testimoniata dal trattato di inizi III secolo a.C. IC III 4 1.
Pratiche e strumenti istituzionali. Il verbo dokeo è impiegato in riferimento all’attività deliberativa all’interno della formula di sanzione (ἔδοξεν) nei decreti di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 C e forse del 242 a.C. SEG 51.1056 e nei trattati del 246-236 a.C. SEG 63.746 e di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 6. Il verbo figura inoltre all’interno della formula di mozione (δεδόχθαι) nei decreti del 242 a.C. SEG 51.1056 e del 150-100 a.C. ca. Papachristodoulou 2006. Il verbo è impiegato a proposito di possibili decisioni future congiunte delle città interessate nei trattati di fine III secolo a.C. IC III 4 6, del 111/110 a.C. SEG 26.1049, di II secolo a.C. IC III 3 5 e verosimilmente del 145-100 a.C. IC I 8 13, oltre che in quelli di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4 – in cui compare anche in riferimento alla scelta comune di un tribunale e di un epikriterion – e IC III 3 3 A-B, in cui figura anche in relazione alla scelta da parte di Hierapytna di un santuario in cui esporre il testo e a proposito di quanto già stabilito dalle città contraenti. Il verbo dokeo, inoltre, è utilizzato in concomitanza con diapsaphizo nel trattato di inizi III secolo a.C. IC III 4 1 in riferimento alla votazione da parte dell’ekklesia relativa ad una concessione di cittadinanza, accordata solamente se i voti negativi (ἀντίθετοι ψᾶφοι) sono inferiori a tre. Nel trattato del 219-204 a.C. ca. IC III 4 5, invece, è documentato l’uso del verbo syndokeo in relazione a decisioni future comuni alle due contraenti.
Quanto alla terminologia relativa alle tipologie documentarie, il termine syntheka occorre nei trattati del 227-221 a.C. ca. IC III 3 1, del 205-200 a.C. ca. IC IV 174, di fine III secolo a.C. IC III 4 6, di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 A, IC III 3 4 e IC III 3 6, del 145-100 a.C. IC I 8 13 e del 111/110 a.C. SEG 26.1049. Anche il termine isopoliteia è impiegato nel trattato di II secolo a.C. IC III 3 5 in riferimento al documento stesso, mentre è utilizzato il termine symbolon in quello di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4. Il termine psaphisma, invece, sembra essere attestato nel decreto del 242 a.C. SEG 51.1056. L’invio da parte della città di epistolai e grammata è inoltre documentato dall’arbitrato del 112/111 a.C. IC III 4 9.
Nel trattato fra Hierapytna e Priansos di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4, relativo alla gestione di cause giudiziarie interessanti cittadini delle due poleis, è attestata la possibilità di fare ricorso ad un giudice di primo grado denominato prodikos e ad una terza città che funga apparentemente da corte d’appello definita epikriterion, termine quest’ultimo che è documentato anche dal trattato del 205-200 a.C. ca. IC IV 174. Nell’arbitrato del 112/111 a.C. IC III 4 9, inoltre, è documentato il termine krisis in riferimento alla contesa arbitrale in corso fra Hierapytna e Itanos.
Riferimenti a leggi di Hierapytna sono presenti nei trattati di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4, in particolare a nomoi relativi a transazioni commerciali e ai tributi pertinenti alla coltivazione e all’esportazione via mare. Questi ultimi sono menzionati verosimilmente anche nei trattati del 205-200 a.C. ca. IC IV 174 e del 111/110 a.C. SEG 26.1049, nel quale è inoltre presente un richiamo al rispetto delle leggi della città, come sembra avvenire anche in quello del 227-221 a.C. ca. IC III 3 1.
Il trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 A, inoltre, attesta il ricorso al termine damokratia in riferimento all’assetto istituzionale detenuto dalla polis di Hierapytna nel periodo in questione.
Spazi pubblici. La polis intesa in senso spaziale è menzionata nel trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 A a proposito della sua difesa militare e come luogo in cui è concesso a Rodi di reclutare mercenari in sicurezza. La città, inoltre, è indicata come luogo in cui prestare il relativo giuramento nei trattati del 111/110 a.C. SEG 26.1049 e verosimilmente di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4. Nel trattato di inizi III secolo a.C. IC III 4 1 fra Praisos e Hierapytna, invece, occorre a proposito della possibilità per i membri delle due contraenti di diventare cittadini residenti dell’altra città a patto di lasciare apparentemente la propria polis di origine. Nella dedica onoraria di I secolo a.C. IC III 3 8, inoltre, è ricordata la fondazione della città, indicata mediante il suo toponimo. Descrizioni degli horoi del territorio della città, invece, sono presenti nell’arbitrato del 112/111 a.C. IC III 4 9 relativamente ai confini con Itanos e nei trattati del 112-110 a.C. IC I 16 18 e del 111/110 a.C. SEG 26.1049 in relazione a quelli con Lato e Olous. L’esistenza di più phroria nel territorio di Hierapytna, inoltre, è documentata dal trattato di fine III secolo a.C. SEG 63.747, che prevede l’aiuto militare dell’alleata nel caso in cui questi o i porti o le isole pertinenti alla città subiscano attacchi.
La presenza a Hierapytna di un archeion è attestata dai trattati di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 B e IC III 3 4 e verosimilmente del 145-100 a.C. IC I 8 13, nei quali è previsto l’invito presso di questo dei cosmi delle città alleate. Nel trattato IC III 3 4, in cui il termine archeion è impiegato anche in riferimento al collegio di cosmi in carica nell’espressione ἐπιστᾶντι ἐπὶ τὸ ἀρχεῖον, è documentata inoltre l’esistenza di un andreion, indicato come luogo in cui si recano i politai in occasione delle festività e presso cui sono invitati in tali circostanze i cittadini di Priansos. Il pritaneo, inoltre, è indicato come luogo presso cui sono invitati gli ambasciatori di Magnesia nel decreto di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 C e forse i cosmi di Lato nel trattato del 111/110 a.C. SEG 26.1049.
La pubblicazione su pietra di documenti è prevista nel santuario di Atena Polias nei trattati di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4 e di II secolo a.C. IC III 3 5 e nel decreto di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 C (per il cui culto a Hierapytna cf. la dedica votiva di I secolo a.C. - I secolo d.C. IC III 3 11). A tale scopo sono invece indicati il santuario di Asclepio nel decreto del 242 a.C. SEG 51.1056, il Dodekatheon nei trattati del 111/110 a.C. SEG 26.1049 e del 145-100 a.C. IC I 8 13 e il santuario di Apollo in quello di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 B, negli ultimi due dei quali è prevista anche la collocazione di una copia del documento a Oleros. Interventi edilizi interessanti i santuari di Apollo Dekataphoros, degli Dodici Dèi e di Atena Polias sono inoltre commemorati dalle iscrizioni edificatorie di II secolo a.C. IC III 3 9 e IC III 3 10. L’esistenza di un santuario di Hermes Kornisaios sul confine fra Lato e Hierapytna, invece, è documentata dalla descrizione degli horoi delle due città presente nel trattato del 111/110 a.C. SEG 26.1049. La presenza di un luogo consacrato al culto di Hestia, inoltre, è suggerita dalla menzione della divinità nel giuramento dei trattati di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 B e del 205-200 a.C. ca. IC IV 174.
Della città, che ingloba Larisa tramite sinecismo (cf. Strabo IX 5.19; cf. inoltre Guizzi – Stefanaki 2011) e dispone di un proprio porto (cf. Stad. 319-320, che documenta l’esistenza di un altro porto pertinente a Hierapytna sulla sua isola di Chryse; cf. inoltre SEG 63.747, IC III 3 3 A; per le altre fonti letterarie relative a Hierapytna cf. IC III, pp. 18-20), sono noti per via archeologica due teatri, un anfiteatro e più templi, visti per l’ultima volta da Onorio Belli (cf. Falkener 1854, pp. 12-14). A Hierapytna, inoltre, sono documentati i culti di Artemide, Demetra e Kore, Zeus Brontaios e Zeus Melichios ed Hera Melichia dalle dediche votive SEG 32.873 di IV-III secolo a.C., IC III 3 12 di I secolo a.C. - I secolo d.C., IC III 3 13 di I secolo a.C. e IC III 3 14 di I secolo d.C.
Istron
Località moderna: Lasithi, Kalo Chorio
Status: Polis (Inv. 964, IC I XIV; I, L)
Elementi istituzionali: dogma, dokeo, grammateus, hieron, katoikos, koinon, kosmos, polis, prytaneion, psephisma
Comunità e assemblee. La polis di Istron compare attraverso il proprio etnico collettivo Ἰστρώνιοι come responsabile della stipulazione di accordi nei trattati del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6 e del 183 a.C. IC IV 179, nel quale risulta essere fra le città appartenenti al koinon cretese.
Il termine polis, invece, occorre nei decreti del 201 a.C. ca. IC I 14 1 e del 242 a.C. SEG 51.1056, nei quali figura come responsabile della deliberazione comparendo all’interno delle formule rispettivamente di sanzione e di mozione, nel primo caso assieme ai cosmi. Nel decreto del 201 a.C. ca. IC I 14 1, inoltre, la polis è menzionata a proposito delle buone relazioni intercorrenti fra questa e Teos e in riferimento al segretario della città. È probabile che la polis figuri anche assieme ai cosmi come mittente della lettera indirizzata a Cos contenente il decreto del 242 a.C. SEG 51.1056.
Il decreto del 201 a.C. ca. IC I 14 1 attesta l’esistenza a Istron di un koinon, termine con cui è definita l’assemblea al cui cospetto si presentano gli ambasciatori teii.
Cariche individuali o collegiali. Il collegio dei cosmi di Istron figura nel decreto del 201 a.C. ca. IC I 14 1, in cui risultano essere i responsabili della deliberazione assieme alla polis, comparendo all’interno della formula di sanzione, e nel quale è previsto che i cosmi in carica abbiano autorità d’intervento in caso di violazione di quanto stabilito. È possibile, inoltre, che i cosmi siano assieme alla polis i mittenti dell’epistola diretta a Cos contenente il decreto del 242 a.C. SEG 51.1056.
L’esistenza di un segretario della città è testimoniata per Istron dal decreto del 201 a.C. ca. IC I 14 1, nel quale è previsto che si occupi dell’iscrizione del documento in questione.
Status sociali. Il decreto del 242 a.C. SEG 51.1056 documenta l’esistenza a Istron di individui residenti presso la città senza essere in possesso dello status di cittadini, definiti come katoikontes, i quali sono tenuti a rispettare la concessione di asylia a Cos proprio come i politai (Ἰστρωνίων).
Pratiche e strumenti istituzionali. Il verbo dokeo è impiegato in riferimento all’attività deliberativa nei due decreti conservatisi della città, IC I 14 1 del 201 a.C. ca. e SEG 51.1056 del 242 a.C., nei quali figura rispettivamente all’interno della formula di sanzione (ἔδοξεν) e di quella di mozione (δεδόχθαι).
Il decreto del 242 a.C. SEG 51.1056 attesta l’utilizzo del termine psaphisma in riferimento al documento stesso, mentre quello del 201 a.C. ca. IC I 14 1 è definito come dogma.
Spazi pubblici. Un santuario di Atena Polias è documentato a Istron dal decreto 201 a.C. ca. del IC I 14 1, nel quale è prevista l’iscrizione del documento in questione. La collocazione dell’iscrizione è invece prevista nel pritaneo nel decreto del 242 a.C. SEG 51.1056.
Della città si è conservata per via archeologica una cinta muraria (cf. Coutsinas 2013, pp. 202-204; cf. inoltre Hayden et al. 2004 e Gaignerot-Driessen 2016; sulle fonti letterarie relative ad Istron cf. IC I, p. 100).
Itanos
Località moderna: Lasithi, Erimoupoli
Status: Polis (Inv. 965, IC III IV; I, M, L)
Elementi istituzionali: agela, agora, alsos, andreion* (?), arche, archon, boule, dika xenika, dogma demosion, dokeo, dromos, ekklesia, epidamos, euergetes, gnoma, gramma, heros, hiereus, hieron, horos, isopoliteia, kosmeter, kosmos, krisis, leukoma, logistes, magistrato monetario, naos, nomos, oikonomos (?), paradeisos, patron, phrourarchon, phrourarchos, phrourion, polis, politeia, polites, pothodos, praktor, preigistos, presbeutes, proxenos, psephisma, strategos, syndokeo, syntheka, temenos
Comunità e assemblee. La polis di Itanos figura attraverso il proprio etnico collettivo Ἰτάνιοι come responsabile della stipulazione di accordi nel trattato del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6 e in relazione all’horkos da questa prestato nel giuramento di inizi III secolo a.C. IC III 4 8. L’etnico collettivo, inoltre, è impiegato in riferimento all’attività deliberativa nel trattato citato alle linee 61-65 dell’arbitrato del 112/111 a.C. IC III 4 9 e nel decreto onorario del 269-262 a.C. ca. IC III 4 2 = 3, nei quali figura all’interno rispettivamente di una formula di sanzione congiunta e di una formula di mozione.
La città, indicata mediante il termine polis, è attestata come responsabile della deliberazione nel trattato di fine III secolo a.C. IC III 4 6 all’interno della formula di sanzione e verosimilmente in quello del 219-204 a.C. ca. IC III 4 5 e figura come destinataria assieme ai cosmi delle epistole inviate da Gortyna e Hierapytna citate alle linee 116-121 e 125-130 dell’arbitrato del 112/111 a.C. IC III 4 9. Alla polis è richiesto il compimento di sacrifici in onore di Tolemeo III e Berenice II e l’organizzazione di gare di corsa nel decreto onorario del 246-222 a.C. IC III 4 4, nel quale è prevista inoltre l’iscrizione su pietra del documento mediante il ricorso ai suoi fondi. Alla polis – e quindi ai suoi fondi – è inoltre indicato che sia versata la multa prevista per i magistrati di Itanos nel decreto di inizi III secolo a.C. IC III 4 7. La città, indicata come πατρίς, risulta essere la promotrice della realizzazione dei monumenti funerari ricordati dagli epitaffi di III-II secolo a.C. IC III 4 43 e di I secolo a.C. IC III 4 38, nel quale è commemorata anche l’usanza della polis di onorare gli eroi con offerte di miele e incenso, e in età imperiale della dedica onoraria di inizio III secolo d.C. IC III 4 20. La polis di Itanos, inoltre, è menzionata nell’epitaffio di II - I secolo a.C. IC III 4 37 sia come patria del defunto che in riferimento alle proprie cariche pubbliche, non ricoperte dal giovane, nel decreto onorario 269-262 a.C. ca. IC III 4 2 = 3 in relazione al buon comportamento mostrato verso questa dallo strategos Patroklos e nel giuramento di inizi III secolo a.C. IC III 4 8 in cui è prevista la promessa di non tradire né la città né la collettività civica, indicata mediante i termini πολιτε[ί]αν e πολιτᾶν. L’insieme dei politai è menzionato anche nel decreto onorario di 246-222 a.C. IC III 4 4, nel quale è detto essere stato ricevuto in eredità dal padre assieme alla polis di Itanos da parte di Tolemeo III.
La boule e l’ekklesia di Itanos sono attestate come responsabili della deliberazione nei decreti del 269-262 a.C. ca. IC III 4 2 = 3, del 246-222 a.C. IC III 4 4 e verosimilmente di inizi III secolo a.C. IC III 4 7, nei quali figurano assieme all’interno della formula di sanzione.
Cariche individuali o collegiali. Il collegio dei cosmi, a Itanos denominati kosmeteres, è documentato come responsabile dell’iscrizione su pietra dei relativi documenti nei decreti onorari del 269-262 a.C. ca. IC III 4 3 e del 246-222 a.C. IC III 4 4, nei quali sono commemorati i collegi di cui sono eponimi rispettivamente Aigon e Soterios. Nella formula di datazione del trattato di fine III secolo a.C. IC III 4 6 sono invece ricordati i nomi di tutti i membri del collegio, Peisandros, Charidamos, Archemenidas, Kanako-os e Pheidon. Un collegio di kosmeteres è inoltre attestato nel decreto di inizi III secolo a.C. IC III 4 7, in cui è previsto che presso di loro siano iscritti i nomi e patronimici dei cittadini che non prestano il giuramento come stabilito.
Il termine kosmos, invece, a Itanos è impiegato come sostantivo collettivo per indicare l’intero collegio dei kosmeteres: compare nel decreto del 269-262 a.C. ca. IC III 4 2 = 3 nell’espressione κόσμου γνώμα in riferimento al ruolo svolto dal collegio nel processo deliberativo, mentre in quello di inizi III secolo a.C. IC III 4 7 è previsto che il collegio in carica guidi la prestazione del giuramento prescritta, pena l’imposizione di una multa il cui importo deve essere consegnato dai logistai al collegio dell’anno successivo. Il plurale kosmoi/kormoi è attestato in relazione ai magistrati di Itanos solamente nelle epistole inviate da Gortyna e Hierapytna citate alle linee 116-121 e 125-130 dell’arbitrato del 112/111 a.C. IC III 4 9, delle quali i cosmi risultano essere i destinatari assieme alla polis. In età imperiale, inoltre, a Itanos è documentata l’esistenza di un protocosmo, promotore della dedica onoraria di inizio III secolo d.C. IC III 4 20.
Il termine archontes, indicante i magistrati della città ed includente i kosmeteres, è attestato nel decreto di inizi III secolo a.C. IC III 4 7 e nel giuramento a questo connesso IC III 4 8, nei quali è previsto che costoro guidino l’horkos, pena l’imposizione su di loro di una multa, che registrino i nomi dei cittadini che hanno prestato il giuramento e che siano denunciate presso di loro eventuali cospirazioni. Il termine arche, indicante le cariche pubbliche della città, occorre invece nell’epitaffio di II - I secolo a.C. IC III 4 37, nel quale il defunto rimpiange di non avervi avuto accesso.
Il decreto di inizi III secolo a.C. IC III 4 7 testimonia l’esistenza a Itanos di un collegio di logistai, ai quali è previsto che siano denunciate inadempienze compiute da parte dei magistrati della città, e di praktores, incaricati della riscossione delle multe imposte sugli archontes e della loro consegna ai logistai, a loro volta tenuti ad affidarli al collegio successivo di kosmeteres. Nel decreto sono coinvolti anche più sacerdoti, ai quali è richiesto di prestare il giuramento previsto e di pronunciare un’ara; un ex sacerdote di Apollo Pyt(h)ios, Pheidon figlio di Pheidon, è inoltre ricordato assieme ad una donna come autore della dedica di una statuetta e di una corona d’oro commemorata nell’iscrizione di fine II - inizi I secolo a.C. IC III 4 16.
Fra le altre figure note ad Itanos vi sono il magistrato monetario Euphamos (cf. Svoronos 1890, pp. 200-207, Le Rider 1966, pp. 309-310), più ambasciatori inviati dalla città a Roma, menzionati nell’epistola di Calpurnio Pisone del 112/111 a.C. IC III 4 10 (πρεσβευτῶν, πρεσβεία, πρεσβευταί) e un individuo, Bergis figlio di Eudikos, connotato come preigon nella dedica votiva di III secolo a.C. SEG 45.1298 di cui è autore, termine che potrebbe identificarlo come membro del collegio degli anziani o alternativamente come ambasciatore.
Ad Itanos, inoltre, sono attestate più cariche legate all’amministrazione tolemaica del phrourion lagide stanziato presso la città (sulle relazioni fra Creta ed in particolare Itanos e i Tolemei cf. Spyridakis 1970, Paraskevas 1997, Viviers 2011, Criscuolo 2013). Oltre allo strategos Patroklos figlio di Patron, inviatovi temporaneamente da Tolemeo II e oggetto di onori nel decreto del 269-262 a.C. ca. IC III 4 2 = 3, nella città sono documentati il phrourarchon di origni romane Lucio figlio di Gaio, promotore della realizzazione di un Nymphaion commemorata nell’iscrizione edificatoria del 244-209 a.C. IC III 4 18 e il phrourarchos e chiliarchos Philotas figlio di Genthios di Epidamnos, autore della dedica votiva del 180-145 a.C. ca. IC III 4 14. L’ufficiale tolemaico Eirenaios figlio di Nikios, onorato nella dedica del 160 a.C. ca. da Thera IG XII, 3 466, è inoltre indicato come segretario dei soldati e dei combattenti presso Creta, Thera e Arsinoe nel Peloponneso ed oikonomos di tali luoghi, specificazione che nel caso di Creta lascia supporre che tali cariche siano detenute in relazione alla sola Itanos.
Status sociali. Lo status di polites è attestato a Itanos da più documenti. Nel decreto di inizi III secolo a.C. IC III 4 7 è richiesto che i cittadini presenti in patria (ἐπίδαμοι) prestino il giuramento previsto, pena la revoca dello status di polites; il connesso giuramento IC III 4 8, inoltre, prevede l’impegno a godere del diritto di cittadinanza (πολιτεοσέομαι) in modo giusto e nel rispetto delle leggi. Il poter beneficiare di tale status è inoltre indicato come una concessione effettuata ai cittadini di Itanos dallo strategos Patroklos e da Tolemeo III nei decreti onorari del 269-262 a.C. ca. IC III 4 2 = 3 e del 246-222 a.C. IC III 4 4.
Fra gli status onorari concessi da Itanos, invece, sono noti quello di prosseno, euergetas e cittadino, accordati allo strategos Patroklos nel decreto onorario del 269-262 a.C. ca. IC III 4 2 = 3, e quello di heros, conferito post mortem ai tre fratelli commemorati nell’epitaffio di I secolo a.C. IC III 4 38. La cittadinanza, inoltre, risulta essere accordata collettivamente nel trattato di fine III secolo a.C. IC III 4 6 fra Itanos e Hierapytna mediante la concessione reciproca dell’isopoliteia fra le due città. Un patron è inoltre documentato dalla dedica di I secolo a.C. IC III 4 17, posta possibilmente dalla città per un suo patrono di cui non si è conservato il nome.
Classi di età. La presenza presso la città di agelai è testimoniata dall’epitaffio di I secolo a.C. IC III 4 38, in cui è ricordato l’ingresso nell’agela dei tre giovani defunti.
Celebrazioni. L’esistenza a Itanos di gare di corsa è documentata dal decreto onorario del 246-222 a.C. IC III 4 4, nel quale è previsto che la polis organizzi un dromos in occasione dei genetliaci di Tolemeo III e Berenice II.
Pratiche e strumenti istituzionali. Il verbo dokeo è impiegato in riferimento all’attività deliberativa nei decreti del 269-262 a.C. ca. IC III 4 2 = 3, del 246-222 a.C. IC III 4 4 e verosimilmente in quello di inizi III secolo a.C. IC III 4 7, nei quali figura all’interno della formula di sanzione e mozione nel primo caso (ἔδοξε, δεδόχθαι), di quella di sanzione nei restanti (ἔδοξε). Il verbo, inoltre, occorre in una formula di sanzione congiunta nel trattato di fine III secolo a.C. IC III 4 6, dove è impiegato anche in riferimento alla possibilità di modifiche future su decisione comune delle due contraenti, e in quello citato alle linee 61-65 dell’arbitrato del 112/111 a.C. IC III 4 9; il verbo syndokeo, inoltre, sembra figurare nel trattato del 219-204 a.C. ca. IC III 4 5.
Quanto alla terminologia relativa alle tipologie documentarie, ad Itanos è attestato l’uso di psaphisma e gnoma, impiegati in riferimento ai documenti stessi nei decreti onorari rispettivamente del 246-222 a.C. IC III 4 4 e del 269-262 a.C. ca. IC III 4 2 = 3, e di dogma demosion, utilizzato nell’epitaffio di I secolo a.C. IC III 4 38 a proposito dei δόγμασι δημοσίοις mediante cui è avvenuta la proclamazione come heroes dei defunti. Il termine syntheka, inoltre, è attestato nel trattato di fine III secolo a.C. IC III 4 6, mentre l’esistenza di più grammata spediti dalla città è documentata dall’arbitrato del 112/111 a.C. IC III 4 9.
Il ricorso a leukomata a scopi di archiviazione è attestato dal decreto di inizi III secolo a.C. IC III 4 7, che prevede l’iscrizione su una tavoletta dei nomi di coloro che prestano il giuramento stabilito da depositare poi nel Pythion, e dall’arbitrato del 112/111 a.C. IC III 4 9, nel quale sono menzionati più leukomata pertinenti all’amministrazione del phrourion tolemaico.
L’esistenza ad Itanos di procedure giudiziarie riservate agli stranieri è testimoniata dal giuramento di inizi III secolo a.C. IC III 4 8, nel quale è previsto l’impegno a non avviare una dika xenika fraudolenta. Quanto alle dispute intercittadine, il ricorso ad un intervento arbitrale (κρίσεως) è documentato in relazione alla contesa fra Itanos e Hierapytna dall’arbitrato di Magnesia del 112/111 a.C. IC III 4 9.
Riferimenti alle leggi della città sono presenti nei decreti onorari del 269-262 a.C. ca. IC III 4 2 = 3 e del 246-222 a.C. IC III 4 4 a proposito del rispetto mostrato dallo strategos e dai sovrani tolemaici nei confronti dei suoi nomoi, e nel giuramento di inizi III secolo a.C. IC III 4 8, in cui è prevista la loro osservanza da parte dei cittadini; l’arbitrato del 112/111 a.C. IC III 4 9, inoltre, testimonia l’esistenza di leggi sacre, arai e pene verosimilmente pertinenti ad Itanos che vietano le attività produttive nel territorio del santuario di Zeus Diktaios.
Un riferimento a fondi della città è presente nel decreto onorario del 246-222 a.C. IC III 4 4, nel quale è previsto il loro impiego per il finanziamento dell’iscrizione su pietra del documento ([ἀπὸ τῶ]ν ποθόδων τᾶς πόλιος).
Spazi pubblici. La polis intesa in senso spaziale è menzionata in relazione alla difesa militare fornitale dallo strategos Patroklos nel decreto onorario del 269-262 a.C. ca. IC III 4 2 = 3 e da Tolemeo VI nell’arbitrato del 112/111 a.C. IC III 4 9, dove occorre anche a proposito del possesso da parte degli Itanii della propria città e del proprio territorio e nel quale vengono menzionati i suoi confini. La città di Itanos assieme alla sua cittadinanza è invece detta essere stata ereditata dal padre da parte di Tolemeo III nel decreto onorario del 246-222 a.C. IC III 4 4. Quanto al phrourion tolemaico, l’unica sua menzione diretta occorre nell’arbitrato del 112/111 a.C. IC III 4 9, dal quale sembrerebbe di poter evincere la sua collocazione sull’isola di Leuke, sotto il controllo della città.
A Itanos è noto un santuario di Atena Polias, indicato come sede per la pubblicazione su pietra di documenti nei decreti del 269-262 a.C. ca. IC III 4 3, del 246-222 a.C. IC III 4 4 e di quello ellenistico Spratt II p. 415, n. 4 (per il culto della dea cf. inoltre la dedica votiva di IV secolo a.C. IC III 4 12). Un santuario di Asclepio è invece indicato con la medesima finalità nei decreti del 269-262 a.C. ca. IC III 4 3 e di inizi III secolo a.C. IC III 4 7, nel secondo dei quali è indicato come sede per l’iscrizione su pietra del relativo giuramento anche un Pythion (il cui culto è documentato anche dall’iscrizione edificatoria di fine II - inizi I secolo a.C. IC III 4 16), presso cui è prevista inoltre la deposizione del leukoma recante i nomi di coloro che hanno prestato l’horkos. Fra i luoghi sacri di Itanos sono inoltre attestati un paradeisos presso la porta della città riconverito a recinto sacro a Tolemeo III e Berenice II, documentato dal decreto onorario del 246-222 a.C. IC III 4 4, il Nymphaion di cui è commemorata la realizzazione assieme a quella di un acquedotto nell’iscrizione edificatoria del 244-209 a.C. IC III 4 18, il temenos di Leukothea menzionato nella dedica di I secolo a.C. SEG 60.990 e un alsos e un naos consacrati al culto dei defunti eroizzati ricordati nell’epitaffio di I secolo a.C. IC III 4 38. L’esistenza ad Itanos di un luogo consacrato al culto di Zeus Agoraios e verosimilmente di un’agora è inoltre suggerita dalla menzione della divinità nel giuramento di inizi III secolo a.C. IC III 4 8.
Della città si sono conservati per via archeologica una cinta muraria ellenistica (cf. Coutsinas 2013, pp. 175-193), un andreion arcaico (?), una terrazza ellenistica sull’acropoli, un tempio suburbano arcaico-ellenistico di Demetra e un tempio ellenistico o imperiale sull’isola di Leuke (cf. Schnapp et al. 2009, Tsingarida – Viviers 2014; sulle fonti letterarie relative a Itanos cf. IC III, pp. 76-77). A Itanos sono inoltre documentati i culti di Zeus Epopsios, Artemide Soteira, della Megale Mater e di Zeus Soter e Tyche Protogenes Aienaos dall’iscrizione edificatoria di IV secolo a.C. IC III 4 11 e dalle dediche votive IC III 4 13 di IV-III secolo a.C., IC III 4 15 di III-II secolo a.C. e IC III 4 14 del 180-145 a.C. ca.
Lato
Località moderna: Lasithi, Goulas, Kritsa
Status: Polis (Inv. 971, IC I XVI; I, M, L)
Elementi istituzionali: agela, agora*, Aischeis, allopoliatas, andano, aphamia, arche, astos, Bakinthios, choregos, choros, chreophylakion, damosia hodos, demos, dika, dikastas, dogma, dokeo, doulos, dromeus, Echanoreis, eunomia, gramma, grammateus, hestia, hiereus, hieron, horos, Hylleis, isopoliteia, klarotas (?), koinon, kosmos, naos, nomos, oikeus, phrourion, polis, polites, preigistos, presbeutes, proxenos, prytaneion, psephisma, Sartiobiarios, stoa, Synaneis, syntheka, Thermolaios, Thesmophorios, thiasos, Thiodaisia, Thiodaisios, titas, -eis, -s
Comunità e assemblee. La polis di Lato è attestata attraverso il proprio etnico collettivo Λάτιοι come responsabile della stipulazione di accordi nei trattati del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6, del 219-216 a.C. ca. SEG 58.988, del 200-189 a.C. ca. IC I 16 17, del 183 a.C. IC IV 179, nel quale è fra le città appartenenti al koinon cretese, del 111/110 a.C. SEG 26.1049 e del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B e nella lista di II secolo a.C. IG XII, 5 723 di città legate ad Andros. L’etnico collettivo, inoltre, è impiegato in relazione all’attività deliberativa della città nelle formule di sanzione congiunte dei trattati del 219-216 a.C. ca. IC I 16 1, del 118 a.C. IC I 16 3, del 116 a.C. IC I 16 4 A-B = Chaniotis, Verträge 55B-56B e del 110-108 a.C. Chaniotis, Verträge 61B.
La città, indicata mediante il termine polis, figura invece come responsabile della deliberazione nel decreto del 201 a.C. ca. IC I 16 2, dove compare assieme ai cosmi all’interno della formula di sanzione, e in riferimento a possibili decisioni future delle città interessate nei trattati del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B, del 111/110 a.C. SEG 26.1049 e del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B. La polis risulta essere la promotrice degli interventi edilizi commemorati nelle iscrizioni edificatorie del 112/111 a.C. ca. Bile 47, del 150-100 a.C. IC I 16 25, del 116/115 a.C. 26, del 120/119 o 109-100 a.C. 29, del II secolo a.C. 30, del 110/109 a.C. 31 e verosimilmente del 111/110 a.C. Chaniotis, Verträge 54-56c, del 150-100 a.C. 27, del II secolo a.C. 28 e del 113-100 a.C. ca. IC I 22 2. La città, inoltre, è l’autrice della dedica votiva ad Afrodite del 113-110 a.C. Chaniotis, Verträge 54-56d, nel quale è ricordata mediante il suo etnico collettivo, e in quella onoraria di I secolo a.C. - I secolo d.C. IC I 16 37, oltre che di quelle di età imperiale IC I 16 36-36bis. La polis di Lato è indicata come destinataria dell’apokrima romano del 113 a.C. Chaniotis, Verträge 54-56b – dove compare mediante il proprio etnico collettivo – e di un’ambasceria cnossia nei trattati del 118 a.C. IC I 16 3 e del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B, nel quale risulta anche essere mittente di un ambasciatore e di lettere dirette a Delos. La città è inoltre menzionata a proprosito della disputa intercorrente fra questa e Olous nei trattati del 118 a.C. IC I 16 3 e del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B e nell’arbitrato del 115 a.C. Chaniotis, Verträge 54-56a. Riferimenti a possibili attacchi militari sferrati dalla polis assieme alle alleate sono presenti nel trattato del 111/110 a.C. SEG 26.1049 e in quello del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, nel quale è presente anche un richiamo alle leggi della città in materia di transazioni economiche. Nei trattati del 219-216 a.C. ca. IC I 16 1 e verosimilmente del 216-200 a.C. ca. IC I 16 16, invece, la città è indicata come destinataria del versamento di multe. La polis di Lato è inoltre menzionata nel decreto del 201 a.C. ca. IC I 16 2 a proposito della syngeneia esistente fra questa e Teos e nell’iscrizione edificatoria di inizi II secolo a.C. IC I 16 33 in un contesto che tuttavia è di difficile interpretazione.
Il demos di Lato è menzionato nell’arbitrato del 113 a.C. Chaniotis, Verträge 54-56b, nel quale Roma riconosce a questo il possesso del santuario di Dera, e nell’epitaffio del 116-100 a.C. ca. SEG 39.972, il cui defunto commemorato è detto essere da questo compianto. Il decreto del 201 a.C. ca. IC I 16 2, inoltre, documenta l’esistenza di un κοινὸν τὸ Λατίων, assemblea verosimilmente costituita da Lato e Lato pros Kamara, presso la quale giungono gli ambasciatori teii e a cui consegnano un decreto della propria città.
Cariche individuali o collegiali. Il collegio dei cosmi di Lato figura come responsabile della deliberazione solamente nel decreto del 201 a.C. ca. IC I 16 2, nel quale è ricordato assieme alla polis all’interno della formula di sanzione. Le formule di datazione di più trattati e di un decreto di Lato restituiscono i nomi di un buon numero di suoi cosmi eponimi: sono noti Homaros figlio di - (219-216 a.C. ca., IC I 16 1 = SEG 58.988), Lattygos figlio di Komaros di Rhaukos (fine II secolo a.C., SEG 32.895), Diokles figlio di Heroidas (118 a.C., IC I 16 3; 116 a.C., IC I 16 4 A = Chaniotis, Verträge 55B), Kydannos figlio di Enipas (116 a.C., IC I 16 4 B = Chaniotis, Verträge 56B), Pyleros figlio di Tallaios (110-108 a.C., IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B), Mainaios figlio di Chairnetadas (110-108 a.C., Chaniotis, Verträge 61B) e Aution figlio di Podaithos (111/110 a.C. SEG 26.1049, in cui è menzionato a proposito di una scadenza un altro eponimo di cui non si è conservato il nome), oltre al cosmo eponimo del trattato del 200-189 a.C. ca. IC I 16 17, del quale è andato perduto il nome. Numerose iscrizioni edificatorie, inoltre, conservano il ricordo del collegio dei cosmi in carica, di cui è indicato l’eponimo: sono noti Kydannos figlio di Enipas (116/115 a.C., IC I 16 26 e 32), Aution figlio di Podaithon (111/110 a.C., Chaniotis, Verträge 54-56c), - figlio di Ikadion (150-100 a.C., IC I 16 27), Tymon figlio di Androlas (II secolo a.C., 28), Panthos figlio di Dieitilos (120/119 o 109-100 a.C., 29) e - figlio di Aristion (II secolo a.C., 30). Altre iscrizioni edificatorie della città, invece, conservano all’interno della formula di datazione solamente il ricordo della tribù a cui appartengono i cosmi in carica mediante l’espressione ἐπὶ τῶν ... κοσμιόντων, seguita dall’elenco di tutti i membri del collegio, introdotto o meno dal verbo ἐκόσμιον. I collegi attestati sono costituiti da cinque cosmi (inizi II secolo a.C., IC I 16 33: Antis figlio di Polytimos, Mnastokles figlio di Pyron, Lykos figlio di Peteliagoras, Pratomenes figlio di Theotimos, Bergis figlio di Koryptas; 150-100 a.C., IC I 16 25: Herakletos figlio di Thiopheides, Polytimos figlio di Tymon, Enipas figlio di Pyron, Kleanor figlio di Chyrilos, Pollias figlio di Apellas), sei (120/119 o 109-100 a.C., IC I 16 29: Panthos figlio di Deitilos, Melanos figlio di Thyios, Androlas figlio di Echedamos, Nikagoras figlio di Lysiomeles, Dam‑ figlio di Oikostylos, Hippo‑ figlio di -), sette (116/115 a.C., IC I 16 26 e IC I 16 32: Kydannos figlio di Enipas, Bergis figlio di Euagoros, Lattygos figlio di Damochares, Porthesilas figlio di Anipatas, Pheidon figlio di Dallos, Porthesilas figlio di Klesippos, Kletonymos figlio di Mnastokles; 112/111 a.C. ca., Bile 47: Charisthenes figlio di Kostylos, Nemonios figlio di Lydos, Pyrias figlio di Sarapion, Kypelos figlio di Ischolas, Mnastokles figlio di Lattygos, Agaklytos figlio di Stasagoras, Dorkos figlio di Boulias; 150-100 a.C., IC I 16 23: Lirgos figlio di Pol‑, - figlio di Korthys, Somyl‑ figlio di -, ‑ychos figlio di Damokartes, - figlio di Damokartes, Agoratos figlio di Is‑, - figlio di Nemoneios; 111/110 a.C., Chaniotis, Verträge 54-56c e 110/109 a.C., IC I 16 31: Aution figlio di Podaithon, Thiaris figlio di Laston, Somantis figlio di Laston, Xenos figlio di Enipas, Sophios figlio di Kleanor, Praxon figlio di Kolakas, Polytimos figlio di Polytimos) e forse otto (113-100 a.C. ca., IC I 22 2: ‑on figlio di Eumelos, Apellas figlio di Pollias, Kletonymos figlio di Polytimos, Thiopheides figlio di Agaglitos figlio di Byschos, Telon figlio di Hiaron, Byschos figlio di Orthokles, Bouarion figlio di Sosimenes e forse Dioskouridas figlio di Kleon). Almeno cinque cosmi sono inoltre ricordati nell’iscrizione edificatoria di II secolo a.C. IC I 16 34, la cui lista è mutila inferiormente (Polytimos figlio di Tharsiphanes, Pyron figlio di Androlas, Danithales figlio di Ankyros, Tymon figlio di Charimyrtos, Charimortos figlio di -), mentre nessuno dei nomi dei magistrati si è conservato in quella di II secolo a.C. IC I 16 30 (sul numero dei cosmi di Lato cf. Tréheux 1984, che ipotizza sulla base del ridotto numero di triclini nel pritaneo della città che vi fosse un collegio di dieci magistrati diviso in sottocommissioni al potere in periodi differenti, sì che i dieci cosmi non si trovassero mai tutti in carica contemporaneamente). I cosmi in carica, inoltre, sono indicati come le figure investite di autorità d’intervento in caso di contravvenzione rispetto a quanto stabilito nel decreto del 201 a.C. ca. IC I 16 2, mentre nel trattato del 219-216 a.C. ca. IC I 16 1 risultano coinvolti nel regolamento di questioni giudiziarie fra Lato e Gortyna e passibili di multe in caso di loro inadempienza ai doveri. I trattati del 111/110 a.C. SEG 26.1049 e del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, invece, attestano per i cosmi in carica ogni anno il compito di far prestare il relativo giuramento ai giovani uscenti dall’agela, di promuovere la pubblica lettura del testo degli accordi in particolari festività e di darne annuncio all’alleata, pena il pagamento di una multa in caso di sua inadempienza, oltre a quello di indossare un abito da cerimonia quando in visita presso la città alleata.
L’eunomia a Lato è attestata come promotrice degli interventi edilizi commemorati nelle iscrizioni edificatorie del 120/119 a.C. IC I 14 2, che commemora un collegio guidato da Damatrios figlio di Kilikos e composto da altri otto magistrati (Polytimos figlio di Tharsyphanes, Thion figlio di Damochares, Antipatas figlio di Pyron, Thiokles figlio di Phylax, Enipas figlio di Mnastion, Tymon figlio di Koryptas, Pagon figlio di Pagon e nipote di Thiopheides, Pagon figlio di Euthyphron) e del 150-100 a.C. IC I 16 21, che ricorda il leader Aristodamos figlio di Tharsymachos ed i suoi sei colleghi Eupham‑ figlio di ‑ibetis, Kallistratos figlio di Polytimos, Mikos figlio di Ka-, Aristandros figlio di Glaukias, - figlio di Thiodoros e Thiodoros figlio di ‑tas. L’iscrizione edificatoria di fine II secolo a.C. IC I 16 24, invece, conserva solamente il ricordo del leader dell’eunomia Aution, che doveva essere in origine seguito da una lista recante i nomi dei suoi colleghi. Il trattato del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, inoltre, documenta l’esistenza di preigistoi responsabili delle eunomiai, investiti di autorità d’intervento in caso di contrasti sorti fra cittadini di Lato e Olous.
Più iscrizioni edificatorie di Lato conservano il ricordo del segretario (dei cosmi), menzionato alla fine della lista dei cosmi in carica: sono noti i grammateis Lithos figlio di Kostylos (112/111 a.C. ca., Bile 47), Polytimos figlio di Androlas (111/110 a.C., Chaniotis, Verträge 54-56c; 110/109 a.C., IC I 16 31), - figlio di Damochares (150-100 a.C., 23), Lamyros figlio di Thiodotos (150-100 a.C., 25), Mnaston figlio di Mnastokles (116/115 a.C., 26 e 32), Damokartes figlio di - (120/119 o 109-100 a.C., 29) e Polytimos figlio di Kletonymos (113-100 a.C. ca., IC I 22 2). L’ex choragos - figlio di Lattygos, invece, è commemorato nell’iscrizione edificatoria del 150-100 a.C. IC I 16 27.
L’esistenza a Lato di più sacerdoti è documentata dalla legge sacra di II secolo a.C. IC I 16 6, nella quale risultano implicati in purificazioni. Più giudici vi sono invece attestati dal trattato del 219-216 a.C. ca. IC I 16 1, nel quale risultano essere coinvolti assieme ai cosmi nel regolamento di questioni giudiziarie fra Lato e Gortyna e in cui è documentato anche un titas come figura incaricata della riscossione delle multe imposte ai cosmi inadempienti. Il termine archa, impiegato in riferimento ad una carica pubblica non meglio identificata, è inoltre attestato nel decreto onorario di III secolo a.C. IC I 16 20.
L’invio di un’ambasceria di Lato presso le città alleate in occasione della prestazione del relativo giuramento è previsto dai trattati del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B con Olous e verosimilmente del 111/110 a.C. SEG 26.1049 con Hierapytna. L’invio dell’ambasciatore Arisstandros figlio di Glaukias a Delos finalizzato all’iscrizione sull’isola del documento in questione è invece testimoniato dal trattato del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B.
Associazioni. L’esistenza a Lato di cori e di un tiaso è testimoniata dal trattato del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, nel quale è previsto il loro invio presso la città alleata in occasione di particolari festività.
Ripartizioni civiche. Le formule di datazione di più iscrizioni di Lato, in prevalenza edificatorie, documentano l’esistenza nella città di almeno quattro tribù: quella degli Aischeis (113-110 a.C., Chaniotis, Verträge 54-56d; 120/119 o 109-100 a.C., IC I 16 29; II secolo a.C., IC I 16 30), degli Echanoreis (111/110 a.C., SEG 26.1049 e Chaniotis, Verträge 54-56c; 110/109 a.C., IC I 16 31; 150-100 a.C., IC I 16 25; forse 113-100 a.C. ca., IC I 22 2), degli Hylleis (110-108 a.C., Chaniotis, Verträge 61B; 116/115 a.C., IC I 16 26 e 32; fine II secolo a.C., SEG 32.895) e dei Synaneis (112/111 a.C. ca., Bile 47). Le formule di datazione di altre iscrizioni edificatorie di II secolo a.C. conservano inoltre il ricordo di una tribù terminante in -eis (IC I 16 34), di una in -s (IC I 16 28; 150-100 a.C., IC I 16 23) e di una di cui è andato perduto il nome (IC I 16 33).
Status sociali. Lo status di cittadino a Lato è attestato nei trattati del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B e del 200-189 a.C. ca. IC I 16 17, nei quali è accordato collettivamente ai membri delle città alleate, nel primo caso anche attraverso la menzione esplicita della concessione dell’isopoliteia. Il termine astos è inoltre impiegato in riferimento alla cittadinanza nell’epitaffio di fine II secolo a.C. IC I 16 48, nel quale questa risulta essere la promotrice della realizzazione del monumento funerario del defunto commemorato. Lo status di prosseno, invece, è conferito individualmente al beneficiario del decreto onorario di III secolo a.C. IC I 16 20. Quanto alle classi servili della città, il trattato del 200-189 a.C. ca. IC I 16 17 prevede l’intervento militare da parte della città alleata in caso di attacco all’oiketeia e verosimilmente al klaros di Lato, mentre la legge sacra di II secolo a.C. IC I 16 6 vi documenta l’esistenza di douloi e doulai, oltre che di stranieri in possesso della cittadinanza presso un’altra città (ἀλλοπ[- - -]).
Classi di età. La presenza a Lato di più agelai è testimoniata dai trattati del 111/110 a.C. SEG 26.1049 e del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, nei quali è previsto che i giovani al termine del periodo di addestramento prestino il giuramento relativo agli accordi; il secondo trattato, inoltre, documenta l’esistenza a Lato della classe dei dromeis, i quali sono invitati a recarsi presso la città alleata in occasione delle festività specificate.
Calendario. Le formule di datazione di più trattati attestano l’esistenza a Lato dei mesi Bakinthios (118 a.C., IC I 16 3), Thermolaios (110-108 a.C., Chaniotis, Verträge 61B) e Thiodaisios (116 a.C., IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B; 110-108 a.C., IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B). Nel trattato del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B, inoltre, sono menzionati all’interno di scadenze i mesi Thesmophorios e Sartiobiarios.
Celebrazioni. Le sole festività note per Lato sono i Thiodaisia, in occasione delle quali sono previsti nei trattati del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B e forse del 111/110 a.C. SEG 26.1049 l’invito presso la città dei cittadini dell’alleata, la prestazione del giuramento e la pubblica lettura del testo degli accordi.
Pratiche e strumenti istituzionali. Il verbo andano è impiegato in riferimento all’attività deliberativa nel trattato del 219-216 a.C. ca. IC I 16 1 = SEG 58.988, nel quale figura all’interno di una formula di sanzione congiunta (ἔβαδε). Il verbo dokeo, invece, è utilizzato con il medesimo valore all’interno delle formule di sanzione del decreto del 201 a.C. ca. IC I 16 2 e dei trattati del 118 a.C. IC I 16 3, del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B e del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B; negli ultimi due trattati il verbo figura anche in relazione alla possibilità di apportare modifiche future agli accordi tramite decisione congiunta delle città interessate – come pure in quello del 111/110 a.C. SEG 26.1049 – e nell’ultimo caso anche riguardo a quanto stabilito dalle due poleis.
Quanto alla terminologia relativa alle tipologie documentarie, il termine dogma è attestato nell’iscrizione edificatoria del 111/110 a.C. Chaniotis, Verträge 54-56c e nel decreto del 201 a.C. ca. IC I 16 2, mentre psaphisma è impiegato nel trattato del 116 a.C. IC I 16 4. Il termine syntheka, invece, occorre nei trattati del 111/110 a.C. SEG 26.1049 e del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B. L’invio di grammata a Delos, inoltre, è testimoniato dal trattato del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B.
Riferimenti a processi giudiziari pertinenti alla città sono presenti nel trattato del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, nel quale sono definite le modalità di svolgimento delle dikai che interessano cittadini di Lato e Olous. Quanto ai nomoi della città, nel trattato del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B è presente un riferimento alle leggi relative alle transazioni commerciali e ai tributi relativi all’esportazione via mare, queste ultime verosimilmente menzionate anche nel trattato del 111/110 a.C. SEG 26.1049. In quest’ultimo, così come in quello del 200-189 a.C. ca. IC I 16 17, è presente invece un richiamo al rispetto delle leggi vigenti presso ciascuna città. Nell’epitaffio del 116-100 a.C. ca. SEG 39.972, inoltre, il defunto commemorato, con tutta probabilità un ex magistrato della polis, è ricordato come difensore delle leggi.
Spazi pubblici. La polis intesa in senso spaziale è menzionata come luogo in cui è previsto che sia prestato il relativo giuramento e a proposito di possibili attacchi al centro urbano o al territorio di Lato nei trattati del 111/110 a.C. SEG 26.1049 e del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, nel secondo dei quali è indicata anche come sede della collocazione di una stele contenente il testo degli accordi. Un riferimento alla polis occorre inoltre nel trattato del 200-189 a.C. ca. IC I 16 17 a proposito della concessione di enktesis all’alleata. Gli horoi del territorio di Lato, invece, sono menzionati negli arbitrati del 115 a.C. Chaniotis, Verträge 54-56a e del 113 a.C. 54-56b, nell’iscrizione edificatoria del 111/110 a.C. 54-56c e nei trattati del 111/110 a.C. SEG 26.1049 e del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, negli ultimi due dei quali è attestata anche l’aphamia di Exakon, un’area marginale situata ai confini del territorio della città. Il trattato del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, inoltre, documenta l’esistenza nel territorio di Lato di una strada pubblica – nota anche da quello del 112-110 a.C. IC I 16 18 – e di phro(u)ria di cui è prevista la difesa, analogamente a quanto stabilito in quello del 200-189 a.C. ca. IC I 16 17.
Il santuario di Eleuthyia è documentato come sede destinata alla pubblicazione su pietra di più decreti e trattati di III e II secolo a.C. (201 a.C. ca.: IC I 16 2, 15; 118 a.C., IC I 16 3; 116 a.C., IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B; 110-108 a.C., IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B; forse 111/110 a.C., SEG 26.1049, in cui è menzionato anche un altro hiaron di Lato o Hierapytna). L’esistenza presso i confini di Lato di un antico Aphrodision, inoltre, è documentata dalle descrizioni degli horoi della città presenti nell’arbitrato del 115 a.C. Chaniotis, Verträge 54-56a e nei trattati del 112-110 a.C. IC I 16 18, del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B e del 111/110 a.C. SEG 26.1049, nel quale è attestato anche un santuario di Hermes Kornisaios, di pertinenza di Lato o Hierapytna. Un luogo consacrato a Hestia è documentato inoltre dall’iscrizione edificatoria del 150-100 a.C. IC I 16 23, relativa alla dedica di una struttura cultuale alla dea, che figura fra le divinità menzionate nel giuramento del trattato del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B. La realizzazione di un tempio di Latona, divinità eponima di Lato, è commemorata dall’iscrizione edificatoria del 150-100 a.C. IC I 16 21 e da quella di II secolo a.C. IC I 16 22; non è invece noto a quali divinità siano consacrati i naoi oggetto di interventi edilizi ricordati nelle iscrizioni edificatorie di II secolo a.C. IC I 16 28 e 30 né la stoa commemorata in quella del 110/109 a.C. 31. Un tempio di Afrodite, inoltre, è documentato dall’iscrizione edificatoria di fine II secolo a.C. IC I 16 24 (per il cui culto a Lato cf. la dedica votiva di II secolo a.C. BE 1940.135 n. 2 e l’iscrizione edificatoria del 150-100 a.C. IC I 16 25, che ricorda la consacrazione di una statua alla dea), mentre i naoi di Atena Deramis ed Eleuthyia, dotati di peribolos, sono attestati da quella del 116/115 a.C. IC I 16 26. Una stoa di pertinenza del santuario di Eleuthyia sembra inoltre essere ricordata nell’iscrizione edificatoria del 150-100 a.C. IC I 16 27, mentre quella di Zeus Melichios è menzionata nell’iscrizione del 120/119 o 109-100 a.C. IC I 16 29.
A Lato è documentata l’esistenza di un chreophylakion, edificio indicato come sede delle transazioni economiche nel trattato del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B. Il prytaneion, invece, è menzionato come sede della pubblicazione su pietra del testo degli accordi del trattato del 219-216 a.C. ca. IC I 16 1 e come edificio di rappresentanza presso cui è previsto l’invito dei cosmi delle città alleate in quelli del 111/110 a.C. SEG 26.1049 e del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B. Un edificio pubblico di pertinenza del collegio dell’eunomia è inoltre documentato a Lato dall’iscrizione edificatoria di fine II secolo a.C. IC I 16 24, che lo localizza di fronte al nuovo tempio di Afrodite.
Della città, che dispone di più porti (cf. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B e IC I 16 17) e di due acropoli, si sono conservati per via archeologica una cinta muraria ellenistica (cf. Coutsinas 2013, pp. 206-208) e, nell’avvallamento fra le due alture, un’agora a gradoni classico-ellenistica, una stoa ellenistica, un pritaneo arcaico-classico, un teatro o ekklesiasterion, un tempio arcaico (?) ed uno ellenistico, oltre che un tempietto geometrico-ellenistico sul monte Phylakas (cf. Ducrey – Picard 1972, Ducrey – Picard 1978, Ducrey – Picard 1980, Sporn 2002, pp. 63-65, Farnoux et al. 2008, Gaignerot-Driessen 2016; per le fonti letterarie relative alle due Lato cf. IC I, p. 107). A Lato sono inoltre documentati il culto di Pan dalla dedica votiva di II-I secolo a.C. IC I 16 7 e quello di Ares e Zeus dalla legge sacra di II secolo a.C. IC I 16 6.
Lato pros Kamara
Località moderna: Lasithi, Agios Nikolaos
Varianti toponimiche: Kamara
Status: Polis (Inv. pp. 1173-1174, IC s.v. Lato; I, M, L)
Elementi istituzionali: dogma, dokeo, koinon, kosmos, phyle (?), polis, polites, xenos
Comunità e assemblee. La località di Lato pros Kamara, non documentata anteriormente all’epoca ellenistica, dal tardo III secolo a.C. pare essere legata alla città di Lato da un rapporto di sympoliteia, come suggeriscono le iscrizioni IC I 16 15 e IC I 16 19 (cf. Chaniotis, Verträge 72, Perlman 1995, p. 133). La stretta unione fra le due città – o anzi, lo spostamento del baricentro politico di Lato verso l’adiacente località costiera – sembrano essere inoltre testimoniati dalla collocazione a Lato pros Kamara della maggior parte delle iscrizioni di pertinenza di Lato finora rinvenute (IC I 16 16-18, 20-34, 37, 48, SEG 16.524, SEG 26.1049, SEG 32.895, SEG 39.972), oltre che da quanto riportato dalle fonti letterarie, che in più casi documentano l’esistenza di (Lato pros) Kamara ma non di Lato, suggerendo che la città costiera abbia di fatto preso il posto di quella più antica (così Ptol. III 15.4, che la definisce polis, e St.Byz. s.v. Καμάρα, che la definisce polis ed afferma che sia anche nota come Lato). Nello Stadiasmo, invece, sono menzionate sia Kamara che una località di nome Etera, forse l’«altra (Lato)» rispetto a Lato pros Kamara (Stad. 351-353; contra Picard 1990; sulle presunte monete di Lato Etera cf. Svoronos 1890, pp. 217-219; per le altre fonti letterarie relative alle due Lato cf. IC I, p. 107).
La comunità poleica è menzionata attraverso l’etnico collettivo seguito dalla specificazione geografica ἐπὶ Καμάρᾳ nel trattato del 216-200 a.C. ca. IC I 16 19, della cui stipulazione risulta essere responsabile. Il termine polis, invece, è attestato nel decreto del 201 a.C. ca. IC I 16 15, nel quale figura come responsabile della deliberazione assieme ai cosmi comparendo all’interno della formula di sanzione; nel medesimo documento il termine figura anche a proposito delle buone relazioni intercorrenti fra la polis e Teos. Il termine, inoltre, compare nell’epitaffio di I secolo a.C. - I secolo d.C. SEG 52.871, nel quale la πόλις Καμάρα è indicata come comunità di appartenenza dei defunti commemorati.
Nel decreto del 201 a.C. ca. IC I 16 15 è attestata l’espressione τὸ κοινὸν τὸ Λατίων, apparentemente impiegata in riferimento ad un’assemblea a cui partecipano sia la città di Lato che quella di Lato pros Kamara (cf. il ricorso alla medesima espressione in riferimento a Lato in IC I 16 2).
Cariche individuali o collegiali. Il collegio dei cosmi di Lato pros Kamara è documentato dal trattato del 216-200 a.C. ca. IC I 16 19, nella cui datazione è commemorato il cosmo eponimo, di cui è andato perduto il nome, e dal decreto del 201 a.C. ca. IC I 16 15, nel quale compare all’interno della formula di sanzione assieme alla polis come responsabile della deliberazione; nel decreto, inoltre, i cosmi in carica sono indicati come le figure investite di autorità d’intervento nei casi di violazione di quanto stabilito.
Ripartizioni civiche. Il nome di una tribù di Lato pros Kamara doveva originariamente essere menzionato nella formula di datazione del trattato del 216-200 a.C. ca. IC I 16 19, seguito dal ricordo del cosmo eponimo.
Status sociali. L’epitaffio di I secolo a.C. - I secolo d.C. SEG 52.871, seppur in un contesto poetico caratterizzato dal ricorso a topoi letterari, menziona le componenti sociali dei cittadini e degli stranieri (πᾶσι πολίταις καὶ ξένοισι), ai quali è detto essere caro il ricordo dei defunti commemorati.
Pratiche e strumenti istituzionali. Il verbo dokeo è impiegato in riferimento all’attività deliberativa nel decreto del 201 a.C. ca. IC I 16 15, nel quale compare all’interno della formula di sanzione (ἔδοξεν); nel decreto, inoltre, è utilizzato anche il termine dogma in riferimento al documento stesso.
Malla
Località moderna: Lasithi, Malles
Status: Polis (Inv. 975, IC I XIX; I, M)
Elementi istituzionali: agela, agora, Aithaleis, Bakinthios, demos, dokeo, dromos, ekdyomenos, ekklesia, eleutheros, euergetes, hetaireia, hieron, homologia, Hyperboia, isopoliteia, kosmos, naos, polis, polites, proxenos, prytaneion, psephizo, soter, syntheka
Comunità e assemblee. La polis di Malla figura attraverso il proprio etnico collettivo Μαλλαῖοι come responsabile della stipulazione di accordi nel trattato del 183 a.C. IC IV 179, nel quale compare fra le città appartenenti al koinon cretese.
La città, indicata mediante il termine polis, è attestata invece come responsabile della deliberazione nei decreti del 170-140 a.C. ca. IC I 19 2 e di fine II secolo a.C. IC I 19 3 A, nei quali compare assieme ai cosmi all’interno della formula di sanzione. Nel primo decreto la polis è anche menzionata a proposito delle questioni di interesse per la città affrontate dagli ambasciatori di Teos e verosimilmente in relazione alla promessa di aiuto militare in caso di necessità fatta a Teos, mentre nel secondo riguardo all’atteggiamento benevolo mostrato nei suoi confronti da Knossos, Lyttos e Chersonesos e in riferimento ad una peristasis avvenuta fra la polis ed il restante damos, termine quest’ultimo che pare indicare le componenti sociali non in possesso della cittadinanza. Nel trattato di metà III secolo a.C. IC I 19 1, inoltre, la polis figura come destinataria delle multe imposte ai cosmi.
A Malla è testimoniata l’esistenza dell’ekklesia, assemblea presso cui si recano gli ambasciatori teii secondo la narrazione del decreto del 170-140 a.C. ca. IC I 19 2.
Cariche individuali o collegiali. Il collegio dei cosmi di Malla è attestato come responsabile dell’attività deliberativa nei decreti del 170-140 a.C. ca. IC I 19 2 e in quello di fine II secolo a.C. IC I 19 3 A, nei quali è menzionato all’interno della formula di sanzione assieme alla polis. Nel secondo decreto sono ricordati all’interno della formula di datazione quattro cosmi, Tychon figlio di Peithias, Dioteles figlio di Elyros, Phalakros figlio di Somenes e Diophantos figlio di Sotokydes, ed è previsto che ogni anno i cosmi in carica organizzino gare di corsa e convochino le eterie; nel decreto è inoltre documentata la prassi dei cosmi di consumare i pasti assieme nel pritaneo. I cosmi in carica sono invece almeno cinque nell’iscrizione edificatoria di II secolo a.C. IC I 19 4, che ricorda Aploidas figlio di Kyd-, Philodromos figlio di Diophantos, Somenes figlio di Phrasikartes, Oreichares figlio di Kauos e Parmenion figlio di Damatrios. Fra le mansioni proprie dei cosmi il trattato di metà III secolo a.C. IC I 19 1 testimonia l’obbligo di condurre ogni anno i giovani uscenti dall’agela presso un tempio e promuovervi la pubblica lettura del testo degli accordi oltre che di far sì che quanto stabilito nel documento sia applicato, pena l’imposizione di multe sui cosmi che vengono meno al proprio dovere.
Ripartizioni civiche. La formula di datazione del decreto onorario di fine II secolo a.C. IC I 19 3 A documenta l’esistenza a Malla della tribù degli Aithaleis, alla quale appartengono i cosmi ricordati; il decreto, inoltre, testimonia la presenza nella città di eterie, la cui convocazione in occasione di festività è responsabilità dei cosmi.
Status sociali. Fra gli status esistenti a Malla è noto quello di eleutheros, menzionato nel trattato di metà III secolo a.C. IC I 19 1 a proposito delle modalità di restituzione di uomini liberi illegalmente sequestrati. Il decreto onorario di fine II secolo a.C. IC I 19 3A, inoltre, documenta la concessione dello status di euergetes, polites ([πολι]τείαν) e verosimilmente prosseno, accordata ai giudici inviati a Malla da Knossos, Lyttos e Chersonesos, città che a loro volta vengono definitite σωτῆρας della polis. Nel decreto del 170-140 a.C. ca. IC I 19 2, invece, è accordato collettivamente lo status di isopolites (ἰσοπολιτείαν) all’intera comunità di Teos.
Classi di età. Il trattato di metà III secolo a.C. IC I 19 1 documenta l’esistenza a Malla di una sola agela, ai cui membri è richiesto al termine del proprio periodo di addestramento ([τὰν ἀγέ]λαν τὰν τόκα ἐσδυομέναν) di recarsi presso un tempio apparentemente per la pubblica lettura del testo degli accordi.
Calendario. Il decreto onorario di fine II secolo a.C. IC I 19 3 A testimonia l’esistenza nel calendario di Malla del mese Bakinthios, il cui sesto giorno vi è indicato come giornata di festeggiamenti (εὐάμερον).
Celebrazioni. Le festività degli Hyperboia sono indicate nel trattato di metà III secolo a.C. IC I 19 1 come occasione in cui i cosmi devono promuovere ogni anno la lettura degli accordi stipulati con Lyttos. Nel decreto onorario di fine II secolo a.C. IC I 19 3 A, invece, è prevista l’organizzazione ogni anno di una gara di corsa (δρόμον) per il sesto giorno del mese Bakinthios.
Pratiche e strumenti istituzionali. Il verbo dokeo è impiegato in riferimento all’attività deliberativa nel decreto del 170-140 a.C. ca. IC I 19 2, in cui compare all’interno di una doppia formula di sanzione (ἔδοξε, ἔδοξεν), e in quello onorario di fine II secolo a.C. IC I 19 3 A, dove figura sia nella formula di sanzione che in quella di mozione (ἔδοξε, δεδόχθαι); in quest’ultimo, inoltre, è presente un riferimento ad un’avvenuta votazione mediante il ricorso al verbo psaphizo (ψαφιξαμένοις).
Quanto alla terminologia relativa alle tipologie documentarie, nel trattato del 200 a.C. ca. SEG 46.1232 è attestato l’uso dei termini homologia e syntheka in riferimento all’iscrizione stessa.
Spazi pubblici. La polis intesa in senso spaziale è menzionata nel decreto onorario di fine II secolo a.C. IC I 19 3 A come luogo presso cui sono invitati i giudici di Knossos, Lyttos e Chersonesos e come specificazione dell’area di applicazione del diritto di enktesis a loro accordato, oltre che nel trattato di metà III secolo a.C. IC I 19 1 apparentemente come luogo presso cui effettuare il versamento di una multa.
Come luoghi deputati alla collocazione di iscrizioni a Malla sono noti l’agora, scelta con tale finalità nel decreto onorario di fine II secolo a.C. IC I 19 3 A, e il santuario di Zeus Monnitios, indicato a tale scopo nel decreto del 170-140 a.C. ca. IC I 19 2. Il santuario di Zeus Monnitios, e in particolare il suo tempio, è indicato inoltre nel trattato di metà III secolo a.C. IC I 19 1 come luogo in cui i cosmi devono condurre i giovani uscenti dall’agela apparentemente per la lettura del testo degli accordi. È possibile che a Malla vi sia anche un altro santuario consacrato ad Apollo Pythios, il cui culto è documentato dalla dedica votiva di II secolo a.C. IC I 19 5.
Il pritaneo, noto per Malla dal decreto onorario di fine II secolo a.C. IC I 19 3 A, vi è attestato come edificio pubblico dove i cosmi consumano i propri pasti e presso cui sono invitati i giudici di Knossos, Lyttos e Chersonesos, ai quali è concessa la sitesis.
Milatos
Località moderna: Lasithi, Milatos
Varianti toponimiche: Miletos
Status: Polis (Inv. 977, IC I XI; I, L)
Comunità e assemblee. La città di Milatos, che trova la sua più antica menzione nell’Iliade (Hom. Il. II 646-648), è distrutta da Lyttos durante il periodo ellenistico, verosimilmente nel II secolo a.C. (cf. Strabo X 4.14; per le altre fonti letterarie relative a Milatos cf. IC I, p. 241). La polis, indicata mediante il proprio etnico collettivo Μιλάτιοι, compare nel decreto di Dreros del 650-600 a.C. Bile 3 in un contesto dal significato oscuro e, quattro secoli dopo, fra le alleate di Knossos che stringono accordi con Mileto nel trattato del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6 e fra quelle appartenenti al koinon cretese legate a Magnesia nel presunto falso documento del 200 a.C. ca. Magnesia 40.
Cariche individuali o collegiali. L’esistenza di un collegio di cosmi a Milatos è testimoniata da due iscrizioni di III-II secolo a.C., IC I 21 1 e IC I 21 2, sebbene lo stato di frammentarietà dei documenti non consenta di comprenderne il contesto di occorrenza.
Olous
Località moderna: Lasithi, Elounda, istmo di Poros
Varianti toponimiche: *Bolous
Status: Polis (Inv. 978, IC I XXII; I, M, L)
Elementi istituzionali: agela, agora, Agrianios, Apellaios, azostos, boule, Britomarpeia, choregos, choros, chreophylakion, damiorgos, Delphinios, demos, dika, dokeo, dromeus, Dymanes, Eleusinios, eleutheros, epistates, euergetes, eunomia, gramma, grammateus, hegemon, Heraios, hestia, hieron, horos, isopoliteia, kosmos, meis, naos, nomos, oiketas, oreion, Pamphyloi, phrourion, polis, polites, preigistos, presbeutes, proxenos, prytaneion, psephisma, syntheka, temenos, thiasos, Thiodaisia
Comunità e assemblee. La polis di Olous figura attraverso il proprio etnico collettivo come responsabile della stipulazione di accordi nei trattati del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6, del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B e del 111/110 a.C. IC I 18 9 = SEG 61.722. L’etnico collettivo è inoltre impiegato in relazione all’attività deliberativa della città nei decreti del 270-170 a.C. ca. IC I 22 4 VIII e di inizi II secolo a.C. SEG 23.548 all’interno della formula di sanzione, mentre in riferimento alle concessioni effettuate in quelli del 270-170 a.C. ca. IC I 22 4 VI e XII, di II-I secolo a.C. SEG 23.551 e forse in quello classico-ellenistico IC I 22 7, oltre che nei trattati del 118 a.C. IC I 16 3, del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B e del 110-108 a.C. Chaniotis, Verträge 61B, nei quali figura all’interno di una formula di sanzione congiunta. L’etnico collettivo compare anche nel trattato del 201/200 a.C. SEG 23.547 a proposito dell’invio da parte della città di lettere e ambasciatori a Rodi e nell’apokrima romano del 113 a.C. Chaniotis, Verträge 54-56b, del quale Olous è destinataria.
La città, indicata mediante il termine polis, risulta invece come responsabile della deliberazione nei decreti onorari del 270-170 a.C. ca. IC I 22 4 II, VII e IX-XI e di II-I secolo a.C. SEG 23.549, nei quali compare all’interno della formula di sanzione assieme ai cosmi, tranne nell’ultimo caso in cui vi figura da sola. Riferimenti a tale ruolo della polis sono inoltre presenti al di fuori delle formule di sanzione o mozione nei decreti onorari del 270-170 a.C. ca. IC I 22 4 XI e XIII e forse del I secolo a.C. SEG 25.1020 e nei trattati del 201/200 a.C. SEG 23.547, del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B, del 111/110 a.C. SEG 61.722 e del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B. Due decreti onorari di Olous del 270-170 a.C. ca., IC I 22 4 V e XI, conservano inoltre all’interno delle proprie formule rispettivamente di sanzione e mozione il ricordo della collettività civica dei politai in qualità di responsabile della deliberazione. Il termine polis è invece impiegato in relazione alla stipulazione di accordi nei trattati del 201/200 a.C. SEG 23.547, nel quale figura anche a proposito delle buone relazioni intercorrenti fra le contraenti del trattato, e del 111/110 a.C. IC I 18 9 = SEG 61.722, dove è indicata anche come destinataria del versamento delle multe imposte ai cosmi che vengono meno ai propri doveri. La città figura come responsabile dell’invio di lettere e ambasciatori a Delos nel trattato del 116 a.C. IC I 16 4 B e di soli ambasciatori a Lyttos in quello del 111/110 a.C. IC I 18 9, mentre è indicata come destinataria di un’ambasceria cnossia in quelli del 118 a.C. IC I 16 3 e del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B. Negli ultimi due documenti la città figura anche a proposito della sua disputa in corso con Lato, come avviene pure nell’arbitrato del 115 a.C. Chaniotis, Verträge 54-56a. La polis, inoltre, è menzionata in riferimento alle proprie leggi e alla possibilità che subisca attacchi militari nel trattato del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, oltre che a proposito dei meriti nei suoi confronti dei beneficiari dei decreti onorari di inizi II secolo a.C. IC I 22 4 XI e XIII, di II-I secolo a.C. SEG 23.549 e verosimilmente del 200-150 a.C. IC I 22 5 e di I secolo a.C. SEG 25.1020. La polis risulta anche essere la promotrice dell’intervento edilizio ricordato nell’iscrizione edificatoria di II secolo a.C. IC I 22 8, oltre che in età imperiale della dedica onoraria di I secolo d.C. IC I 22 12.
Ad Olous è documentata l’esistenza della boule dal decreto onorario del 200-150 a.C. IC I 22 5, nel quale è indicata apparentemente assieme al demos come destinataria dei theoroi inviati da Rodi. La presenza presso la città di una boule in età imperiale è invece testimoniata dalle iscrizioni di II secolo d.C. IC I 22 15 e di IV secolo d.C. IC I 22 13.
Cariche individuali o collegiali. Il collegio dei cosmi di Olous figura come responsabile della deliberazione nei decreti onorari di inizi II secolo a.C. IC I 22 4 IX-XI, nei quali compare all’interno della formula di sanzione assieme alla polis. A partire dalla fine del II secolo a.C. i cosmi sono i magistrati che detengono l’eponimia, in precedenza appannaggio dei damiorgoi. Fra i cosmi di Olous, noti grazie alle datazioni di più trattati, sono attestati Apollodoros figlio di - (145-121 a.C., SEG 41.770 A), Telemachos figlio di Gnomis (118 a.C., IC I 16 3), Menontidas figlio di Akasson (febbraio/marzo del 116 a.C., IC I 16 4 A = Chaniotis, Verträge 55B), Antikles figlio di Eubolos (settembre/ottobre del 116 a.C., IC I 16 4 B = Chaniotis, Verträge 56B), Sophronichos figlio di Aristis (110-108 a.C., IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, ll. 8-9), Kratinos figlio di Aristonymos (110-108 a.C., Chaniotis, Verträge 61B, ll. 209-210) e un individuo il cui nome è andato perduto (111/110 a.C., IC I 18 9 A), ai quali si aggiunge Soterios figlio di Agathodamos, noto dalla dedica onoraria del 14-37 d.C. IC I 22 12. Quanto alla composizione del collegio, un numero di quattro cosmi è sembra essere indicato dall’iscrizione edificatoria di II secolo a.C. IC I 22 8, che conserva i nomi dei magistrati Moirimimos figlio di - e Prognos figlio di Etearchos e che doveva in origine indicare i nomi di almeno altri due loro colleghi. Fra le mansioni dei cosmi di Olous rientrano la promozione della lettura annuale del testo degli accordi e l’obbligo di far prestare il relativo giuramento ai giovani uscenti dall’agela (trattato del 201/200 a.C. SEG 23.547). Quest’ultimo è documentato per i cosmi in carica anche dai trattati del 111/110 a.C. IC I 18 9 e del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, nei quali sono previste sanzioni pecuniarie in caso di inadempienza e in cui è inoltre richiesto che costoro diano annuncio alla città alleata delle festività a cui questa è invitata (trattato del 111/110 a.C.) e che indossino un abito da cerimonia quando si recano presso di questa su invito (trattato del 110-108 a.C.).
Il collegio di damiorgoi di Olous, detentore dell’eponimia fra III e II secolo a.C., risulta avere una composizione variabile, come attestano le formule di datazione di più decreti della città. Un collegio di cinque damiorgoi è commemorato nel decreto di II-I secolo a.C. SEG 23.549, che menziona l’eponimo Botrynos ed i colleghi Ky-, Euboulidas, Tychasios e Aretis. Sono tre, invece, i damiorgoi ricordati nelle datazioni dei decreti del 270-170 a.C. ca. IC I 22 4 VIII e verosimilmente VII, che restituiscono i nomi di Sotimos, Androbolos e Damonomos e Damodon, Telechoros e Aristomenes, e di quello di inizi II secolo a.C. SEG 23.548, menzionante A-, Polykles e un terzo magistrato il cui nome è andato perduto. È il solo damiorgos eponimo ad essere invece ricordato nei decreti del 270-170 a.C. ca. IC I 22 4 III e VI (Lokrion), IV-V (Leukos), IX-X (Autosthenes), XI (Sotadas) e XII (Arsias) e verosimilmente in quello di II-I secolo a.C. SEG 23.551 (Iatrokles).
Fra le altre figure istituzionali attestate ad Olous vi sono quella del segretario della città (?), incaricato nel decreto onorario di I secolo a.C. SEG 25.1020 dell’iscrizione su pietra del documento, e del segretario dei cosmi (?), carica che è ricoperta da Mnastokles figlio di - nell’iscrizione edificatoria di II secolo a.C. IC I 22 8, nel quale si trova menzionato anche un ex choragos, Taxylaos figlio di -. Nella città, inoltre, è noto un collegio di anziani responsabili delle eunomiai (οἱ πρείγιστοι οἱ ἐπὶ ταῖς εὐνομίαις) incaricato di intervenire in caso di contrasti fra cittadini di Olous e Lato nel trattato del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B. L’invio a Rodi di forze armate guidate da hagemones è previsto dal trattato del 201/200 a.C. SEG 23.547, mentre la presenza a Olous di epistatas rodio connesso apparentemente al controllo di un phrourion è testimoniata dal decreto di inizi II secolo a.C. SEG 23.548. Sebbene anteriormente all’età imperiale non siano noti sacerdoti della città, durante il regno di Tiberio a Olous è attestato un prothiereus dalla dedica onoraria IC I 22 12.
L’invio di tre ambasciatori di Olous a Rodi, Praisios figlio di Herodoros, Charianthes figlio di Lokrion e Sotimos figlio di Tychasios, è testimoniato dal trattato del 201/200 a.C. SEG 23.547, mentre quello del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B documenta l’invio a Delos del presbeutes Ikadion figlio di Archikomos. Il trattato del 111/110 a.C. IC I 18 9 = SEG 61.722 = SEG 33.638, invece, oltre a testimoniare due o tre preigeutai diretti a Rodi, dei quali si è conservato solamente il nome di Protarchos figlio di Protarchos, sembra essere ricordata un’avvenuta ambasceria a Lyttos e prevede la spedizione di inviati ad Atene perché vi sia iscritta una copia dei documenti e forse a Lyttos in occasione della prestazione del giuramento. L’invio di ambasciatori a tale scopo è previsto anche dal trattato del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, in questo caso diretti a Lato.
Associazioni. I trattati del 111/110 a.C. IC I 18 9 = SEG 61.722 e del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B attestano l’esistenza a Olous di almeno un tiaso e nel secondo caso anche di cori, dei quali è previsto l’invio presso le città alleate in occasione di particolari festività.
Ripartizioni civiche. A Olous è documentata l’esistenza delle tribù dei Dymanes, dei Pamphyloi e di una terza di cui non si è conservato il nome, commemorate all’interno delle formule di datazione rispettivamente dell’iscrizione edificatoria di II secolo a.C. IC I 22 8 e dei trattati del 145-121 a.C. SEG 41.770 e del 110-108 a.C. Chaniotis, Verträge 61B.
Status sociali. Lo status di cittadino è attestato nei decreti onorari di II-I secolo a.C. SEG 23.549 e apparentemente di I secolo a.C. SEG 25.1020, nei quali è presente un riferimento ai meriti dei loro beneficiari nei confronti dei politai di Olous. Lo status di polites, inoltre, è fra le concessioni effettuate nei decreti onorari del 270-170 a.C. ca. IC I 22 4 II-III, VII-VIII e XI-XIII e di II-I secolo a.C. SEG 23.551, oltre che attraverso il riconoscimento dell’isopoliteia alle intere comunità alleate nei trattati del 111/110 a.C. IC I 18 9 = SEG 61.722 e del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B. Lo status di uomo libero, inoltre, è documentato dal trattato del 201/200 a.C. SEG 23.547, nel quale è previsto che gli uomini da inviare come aiuto militare a Rodi debbano essere eleutheroi, e dall’arbitrato del 115 a.C. Chaniotis, Verträge 54-56a, in cui è stabilita la pertinenza a Olous di una nave sulla quale si trovano due uomini liberi e un oiketas. Lo status di prosseno, invece, figura fra le concessioni dei decreti onorari del 270-170 a.C. ca. IC I 22 4 I-VII e IX-XIII, del 200-150 a.C. IC I 22 5, di II-I secolo a.C. SEG 23.551 e SEG 23.549 e forse di II secolo a.C. IC I 22 6 e di I secolo a.C. SEG 25.1020, negli ultimi tre casi accordato assieme a quello di euergetes, documentato a sua volta anche in quelli del 270-170 a.C. ca. IC I 22 4 I-II, IV-VI, IX-X e XII-XIII.
Classi di età. L’esistenza a Olous di più agelai è documentata dai trattati del 111/110 a.C. IC I 18 9 = SEG 61.722, del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B e verosimilmente del 201/200 a.C. SEG 23.547, nei quali è previsto che i giovani uscenti dal periodo di addestramento – definiti forse anche come azostoi nel terzo caso – prestino il giuramento stabilito dagli accordi. I primi due trattati, inoltre, testimoniano l’esistenza a Olous di una classe di dromeis, dei quali è previsto l’invio presso le città alleate in occasione di particolari festività.
Calendario. Fra i mesi noti del calendario di Olous, attestati perlopiù all’interno delle formule di datazione di trattati, vi sono quello di Agrianios (118 a.C., IC I 16 3), Eleusinios (116 a.C., IC I 16 4 A = Chaniotis, Verträge 55B; 110-108 a.C., IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B), Apellaios (116 a.C., IC I 16 4 B = Chaniotis, Verträge 56B), Heraios (110-108 a.C., Chaniotis, Verträge 61B) e Delphinios, indicato invece come scadenza per l’emissione del giudizio arbitrale da parte di Knossos nel trattato del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B. Un mese, inoltre, era originariamente indicato nella formula di datazione del trattato del 111/110 a.C. IC I 18 9, nella quale doveva seguire il ricordo del cosmo eponimo.
Celebrazioni. A Olous sono documentate le festività dei Britomarpeia e dei Thiodaisia, indicate entrambe nei trattati del 111/110 a.C. IC I 18 9 = SEG 61.722 e del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B come occasioni in cui i cittadini delle poleis alleate sono invitati presso la città.
Pratiche e strumenti istituzionali. Il verbo dokeo è impiegato in relazione all’attività deliberativa all’interno delle formule di sanzione (ἔδοξε) dei decreti del 270-170 a.C. ca. IC I 22 4 II, V, VII-X, XI, di II secolo a.C. IC I 22 6, di inizi II secolo a.C. SEG 23.548 e di II-I secolo a.C. SEG 23.549 e in quella di mozione del decreto di inizi II secolo a.C. IC I 22 4 XI ([δε]δόχθαι). Il verbo compare inoltre con tale valore nei trattati del 116 a.C. IC I 16 4 A-B = Chaniotis, Verträge 55B-56B e del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B all’interno di formule di sanzione congiunte, oltre che in riferimento a possibili modifiche future al testo degli accordi su decisione comune delle città interessate e nel secondo caso anche in relazione a quanto da queste decretato (δόξαντα), similmente a quanto avviene in quelli del 201/200 a.C. SEG 23.547 e del 111/110 a.C. SEG 61.722.
Riferimenti alle leggi di Olous sono presenti nel trattato del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, nel quale sono menzionati i nomoi relativi alla tassazione connessa all’esportazione via mare – chiamati in causa forse anche in quello del 111/110 a.C. IC I 18 9 – e alle transazioni economiche. Il decreto onorario di inizi II secolo a.C. IC I 22 4 XIII, invece, ricorda una legge relativa al conferimento di una corona d’oro. Processi relativi a cittadini di Olous e delle sue città alleate sono inoltre previsti dai trattati del 111/110 a.C. IC I 18 9 e del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, oltre che apparentemente dall’arbitrato del 115 a.C. Chaniotis, Verträge 54-56a.
Quanto alla terminologia relativa alle tipologie documentarie, è attestato il termine psaphisma nei trattati del 201/200 a.C. SEG 23.547 e del 116 a.C. IC I 16 4 e nei decreti onorari di inizi II secolo a.C. IC I 22 4 ΧΙΙΙ e di II-I secolo a.C. SEG 23.549. Il termine syntheka, invece, figura nei trattati del 111/110 a.C. IC I 18 9 = SEG 61.722 = SEG 33.638 e del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, mentre in quello del 201/200 a.C. SEG 23.547 è sostituito dal più insolito synthesis. Nel trattato del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B, inoltre, è documentato l’invio da parte della città di grammata diretti a Delos.
Spazi pubblici. La polis intesa in senso spaziale figura come sede della pubblicazione epigrafica del testo degli accordi nei trattati del 111/110 a.C. SEG 61.722 e del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, nel quale è menzionata anche come luogo in cui deve essere prestato il relativo giuramento, fine per cui compare anche in quello del 111/110 a.C. IC I 18 9, e in relazione ad eventuali attacchi che la città potrebbe subire. Un riferimento a possibili assalti alla polis o alla sua chora sembra essere presente anche nel trattato del 145-121 a.C. SEG 41.770. La polis, inoltre, è menzionata nel trattato del 201/200 a.C. SEG 23.547 a proposito della messa a disposizione di Rodi della città e dei porti di Olous. Nel graffito di III secolo a.C. SEG 49.1247 Ib proveniente dal forte di Pines, invece, è segnata la distanza in stadi fra questo ed il centro urbano.
Riferimenti agli horoi del territorio di Olous sono presenti nell’arbitrato del 113 a.C. Chaniotis, Verträge 54-56b, finalizzato alla risoluzione della disputa territoriale fra la città e Lato, e verosimilmente nel trattato del 112-110 a.C. IC I 16 18, che conserva una descrizione dei confini delle due poleis e di Hierapytna. Notizie dell’esistenza di phro(u)ria nel territorio di Olous, invece, sono fornite dal trattato del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, nel quale sono nominati anche degli ὠρεῖα apparentemente di natura simile, e dal decreto di inizi II secolo a.C. SEG 23.548, menzionate una fortificazione che pare essere controllata da Rodi. Più oureia, possibilmente di pertinenza della città, sono inoltre menzionati nel trattato fra Lyttos e Olous del 145-121 a.C. SEG 41.770.
Il trattato del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B documenta l’esistenza ad Olous di un pritaneo, presso il quale sono invitati i cosmi della città alleata, e del chreophylakion, indicatovi come sede delle transazioni economiche. La presenza dell’agora, invece, è documentata dal trattato del 111/110 a.C. SEG 61.722, nel quale è indicata come luogo in cui esporre una delle stele recanti il testo degli accordi.
Nel santuario di Zeus Tallaios è prevista la pubblicazione su pietra dei testi dei trattati del 118 a.C. IC I 16 3, del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B e del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, oltre che del decreto di inizi II secolo a.C. IC I 22 4 XIII. Il santuario di Asclepio è invece indicato a tale scopo nei decreti onorari del 270-170 a.C. ca. IC I 22 4 I e XIII (sul cui culto cf. inoltre la dedica votiva di III secolo a.C. SEG 45.1329). A Olous è documentata anche l’esistenza di un tempio sacro ad Apollo Phoibos, di cui è commemorata la realizzazione nell’iscrizione edificatoria di IV-III secolo a.C. IC I 22 9, e di un altro naos oggetto di interventi edilizi in quella di II secolo a.C. IC I 22 8, oltre che di un santuario di una divinità femminile situato sulla penisola di Spinalonga, dove è stato rinvenuto il suo horos di II secolo a.C. IC I 22 60. È verosimile che nella città si trovino anche luoghi consacrati a Hestia, menzionata nel giuramento dei trattati del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B e forse del 201/200 a.C. SEG 23.547, e a Iside e Serapide, Afrodite Lochos e Zeus Melichios, divinità il cui culto è attestato dalle dediche votive di II secolo a.C. IC I 22 11 e di epoca sconosciuta SEG 40.779 e SEG 59.1079 n. 2.
Della città, dotata di almeno due porti (cf. Stad. 350, Scyl. 47, SEG 23.547, IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B; per le altre fonti letterarie relative a Olous cf. IC I, p. 243), si sono conservate per via archeologica due fortificazioni sul monte Oxa e nella località di Pines (cf. Van Effenterre 1949, Coutsinas 2013, pp. 345-348).
Petra
Località moderna: Lasithi, Liopetra?
Status: Polis (Inv. 979, IC -; I)
Elementi istituzionali: polise
Comunità e assemblee. La polis di Petra è attestata dal trattato del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6, nel quale l’etnico collettivo Πετραῖοι indicante la comunità poleica figura fra gli alleati di Knossos firmatari degli accordi con Mileto (sul toponimo cf. Robert 1940).
Spazi pubblici. Della città, di cui non è documentata l’esistenza successivamente all’epoca ellenistica, si è conservata per via archeologica una cinta muraria (cf. Coutsinas 2013, pp. 193-195).
Praisos
Località moderna: Lasithi, Nea Praisos
Status: Polis (Inv. 984, IC III VI; I, M, L)
Elementi istituzionali: andreion* (?), apodamos, arche, archon, boule, choros, Dionysios, dokeo, dromos, ekklesia, enphylos, gnoma, hieron*, horos, koinon, kosmos, magistrato monetario, Pharkaris, phyle, polis, polites, protokosmos, psephizo, synkritas, syntheka, temenos
Comunità e assemblee. La polis di Praisos figura attraverso il proprio etnico collettivo Πραίσιοι come responsabile della stipulazione di accordi nei trattati di fine III secolo a.C. Chaniotis, Verträge 21, del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6 e del 183 a.C. IC IV 179, nel quale risulta essere fra le città appartenenti al koinon cretese, oltre che in quello di datazione sconosciuta citato alle linee 61-65 dell’arbitrato IC III 4 9.
La città, indicata attraverso il termine polis, compare invece nel decreto di inizi III secolo a.C. IC III 6 7 relativo a Stalai come responsabile dell’attività deliberativa in merito ad accordi stabiliti unilateralmente da Praisos, figurando all’interno della formula di sanzione assieme al collegio dei cosmi.
La polis, inoltre, è indicata come la responsabile della nomina del collegio dei cosmi nel decreto di inizi III secolo a.C. IC III 6 7 ed è menzionata in quello di III secolo a.C. IC III 6 9 a proposito della philia ed eunoia mostrata nei confronti della città dai due Ateniesi onorati.
A Praisos è attestata l’esistenza di un koinon, assemblea responsabile della deliberazione nei decreti di III secolo a.C. IC III 6 9 e IC III 6 10, nei quali figura all’interno della formula di sanzione rispettivamente assieme agli archontes e alla boula. In entrambi i decreti, inoltre, è presente un riferimento ad un’avvenuta riunione dell’ekklesia mediante l’espressione ἐκκλησίας κυρίας γενομένης, immediatamente successiva alla formula di sanzione e indicante forse il raggiungimento di un quorum che ha reso valida l’assemblea; un riferimento analogo è presente anche nel trattato di inizi III secolo a.C. IC III 4 1, nel quale è previsto che la decisione relativa alla concessione o meno della cittadinanza a chi ne faccia richiesta avvenga mediante votazione nella kyria ekklesia.
Cariche individuali o collegiali. Praisos è la sola città cretese a mostrare un impiego coerente del singolare κόσμος in riferimento all’intero collegio dei cosmi; i suoi singoli membri, infatti, vengono identificati mediante i termini protokosmos, indicante il cosmo eponimo, e synkosmos, designante i restanti colleghi. Nei decreti di inizi III secolo a.C. IC III 6 7 e IC III 6 8 sono attestati rispettivamente i protocosmi eponimi ‑idios e Alkaios figlio di Kletonymos, menzionati all’interno della formula di datazione assieme ai colleghi in carica, indicati attraverso il termine synkosmoi. Il collegio dei cosmi, che il decreto di inizi III secolo a.C. IC III 6 7 informa essere nominato dalla polis, figura come responsabile della deliberazione in tale documento, nel quale compare assieme alla polis all’interno della formula di sanzione, e in quello di III secolo a.C. IC III 6 10, in cui è indicato come autorità emanatrice della gnoma. Nel decreto di inizi III secolo a.C. IC III 6 7, inoltre, è previsto che il collegio dei cosmi presti il giuramento relativo agli accordi fra la città e Stalai in nome della propria autorità ([ὑπ]ὲρ τᾶς αὐτοῦ ἀρχᾶς) ed è documentato il suo ruolo preminente nelle relazioni con le soggette Stalai e Siteia, alle quali è autorizzato a richiedere che compiano viaggi per mare, occupandosi in prima persona della gestione dei pagamenti che spettano a chi naviga. Il termine archontes, impiegato all’interno della formula di sanzione del decreto di III secolo a.C. IC III 6 9 in relazione a magistrati responsabili assieme al koinon della deliberazione, è verosimile che indichi i cosmi, attestati in tale ruolo anche in IC III 6 7 e IC III 6 10.
A Praisos sono inoltre attestati un magistrato monetario, Theraios (cf. Svoronos 1890, pp. 285-292, Le Rider 1966, pp. 309-310), e un synkritas, figura che pare essere incaricata della ripartizione dei pascoli nel trattato di inizi III secolo a.C. IC III 4 1 fra Praisos e Hierapytna.
Ripartizioni civiche. L’esistenza a Praisos della tribù Pharkaris è testimoniata dal decreto onorario di inizi III secolo a.C. IC III 6 8, nel quale è indicata come phyle a cui appartengono i membri del collegio dei cosmi in carica al momento della redazione del documento.
Status sociali. Gli accordi fra Praisos e Stalai IC III 6 7 di inizi III secolo a.C. prevedono la prestazione di un giuramento da parte dell’insieme dei politai di Praisos, sia di quelli presenti che – evidentemente al loro ritorno – di quelli assenti (τοὺ[ς ἐν]δάμου[ς μὲν - - -] τοὺς δ’ ἀποδάμους). La concessione dello status di polites, prevista nel trattato di inizi III secolo a.C. IC III 4 1 (πολιτευέσθω, πολιτεύσων, πολ[ιτεί]αν, πολίτας) e nel decreto onorario coevo IC III 6 8 ([π]ολ[ιτε]ία[ν]), nel primo caso risulta essere subordinata al possesso da parte dei richiedenti dello status di enphyloi nella propria città d’origine, che implica la loro appartenenza ad una tribù della propria patria.
Calendario. L’esistenza a Praisos del mese Dionysios è attestata dal decreto di inizi III secolo a.C. IC III 6 7, nel quale è previsto che i cosmi prestino ogni anno un giuramento in tale periodo.
Celebrazioni. Il trattato di inizi III secolo a.C. IC III 4 1 fra Hierapytna e Praisos documenta per quest’ultima l’esistenza di performance di danza e gare di corsa (χορὸς δὲ καὶ δρόμος), che è previsto che siano comuni a entrambe le città.
Pratiche e strumenti istituzionali. Il verbo dokeo è impiegato in riferimento all’attività deliberativa nei decreti di III secolo a.C. IC III 6 7, 8, 9 e 10 e nel trattato di datazione sconosciuta citato alle linee 61-65 dell’arbitrato IC III 4 9, nei quali compare all’interno della formula di sanzione (ἔδοξε); dokeo figura inoltre nel trattato di inizi III secolo a.C. IC III 4 1 assieme al verbo diapsaphizo in riferimento alla possibilità che nella kyria ekklesia sia votata la concessione di cittadinanza a chi ne faccia richiesta (δια[ψ]αφιζέσθων ... πότερ[ον δ]οκεῖ).
Quanto alla terminologia impiegata in relazione a tipologie documentarie, per Praisos sono attestati i termini gnoma, utilizzato nel decreto di III secolo a.C. IC III 6 10, e syntheka, presente nel trattato di metà III secolo a.C. IC III 6 11.
Spazi pubblici. La polis intesa in senso spaziale è menzionata nel trattato di inizi III secolo a.C. IC III 4 1 fra Praisos e Hierapytna a proposito della possibilità per i cittadini di una delle due poleis di trasferirsi presso l’altra contraente, apparentemente a patto di lasciare la propria città, e nell’arbitrato di Magnesia del 112/111 a.C. IC III 4 9, in cui è ricordata l’avvenuta conquista della città di Praisos da parte di Hierapytna e in cui sono ricordati anche i suoi confini. Nel trattato di inizi III secolo a.C. IC III 4 1, inoltre, è attestata l’esistenza di due recinti sacri nella sua chora, all’interno dei quali non è consentito il pascolo.
Della città, che si avvale dei porti di Stalai e Siteia (cf. IC III 6 7) e controlla il Dictaeum Fanum (cf. Strabo X 4.6; sulle altre fonti letterarie relative a Dreros cf. IC III, pp. 134-135) ed è distrutta da Hierapytna fra il 145 e il 140 a.C. (cf. IC III 4 9), si sono conservati per via archeologica un edificio ellenistico interpretato come andreion (cf. Whitley 2014), un tempio arcaico-ellenistico sulla Acropoli A, un tempio geometrico-ellenistico sulla Acropoli C, un santuario arcaico-ellenistico in località Vavelli, un santuario geometrico-arcaico a Mesamvrysi e un santuario arcaico-ellenistico sul monte Prophitis Elias (cf. Sporn 2002, pp. 42-52, Erickson 2009).
Siteia
Località moderna: Lasithi, Siteia
Varianti toponimiche: Setaia, Et(e)ia, Etis
Status: Polis (Inv. -, IC III VIII; I, L)
Elementi istituzionali: polis
La località di Siteia, abitata dall’epoca arcaica a quella imperiale, funge da porto dapprima per Praisos e poi – successivamente alla sua distruzione – per Hierapytna (cf. Stad. 353). La dipendenza da Praisos è documentata per l’epoca ellenistica dal decreto di quest’ultima IC III 6 7 di inizi III secolo a.C., che indica Siteia e Stalai come porti di cui Praisos dispone, oltre che dalla collocazione a Siteia del coevo decreto onorario di Praisos IC III 6 8. Nel decreto, tuttavia, la comunità di Siteia è definita polis, definizione che è confermata anche nelle fonti letterarie (St.Byz. s.v. Ἦτις; per le altre fonti letterarie relative a Siteia cf. IC III, p. 164); è verosimile, pertanto, che Siteia detenga lo status di città dipendente (cf. Perlman 1996, p. 257).
Stalai
Località moderna: Lasithi, Koutsouras
Varianti toponimiche: Stelai
Status: Polis (Inv. 989, IC s.v. Ampelos; I, L)
Elementi istituzionali: polis
Comunità e assemblee. La città di Stalai è documentata solamente per l’epoca ellenistica, quanto pare essere soggetta a Praisos (cf. IC III 6 7). Tale relazione di dipendenza è suggerita dagli accordi fra Praisos e Stalai IC III 6 7 di inizi III secolo a.C., configurati come decreto unilaterale emanato dalla prima città, nei quali sono effettuate concessioni alla seconda e sono indicate Siteia e Stalai come porti di cui Praisos dispone (cf. Perlman 1996, pp. 257-258). Negli accordi la comunità di Stalai, tenuta a fornire quanto necessario a chi compia i viaggi per mare previsti dal documento, è definita polis, definizione che trova conferma nelle fonti letterarie (cf. St.Byz. s.v. Στῆλαι).
Spazi pubblici. Fra quanto accordato da Praisos a Stalai nel decreto IC III 6 7 di inizi III secolo a.C. è presente anche la concessione a quest’ultima del riconoscimento del possesso della propria città – intesa in senso spaziale –, del proprio territorio e delle proprie isole.
Comunità dipendenti e santuari extraurbani
Ampelos
Località moderna: Lasithi, Xerokampos
Status: Limen (Inv. p. 1147, IC III I; L)
Ampelos, definita città nelle fonti letterarie (cf. Plin. IV 59), è verosimile che sia piuttosto sotto il controllo di Praisos o Itanos. Della località, non documentata anteriormente all’età classica, si è conservata una cinta muraria risalente a tale epoca (cf. Coutsinas 2013, pp. 195-198).
Larisa
Località moderna: Lasithi, Prophitis Elias, Episkopi?
Status: Comunità dipendente (Inv. p. 1147, IC s.v. Hierapytna; L)
Larisa, nota solamente dalle fonti letterarie e di incerta localizzazione, è detta da Strabone essere inglobata tramite sinecismo da Hierapytna (in epoca classica?; cf. Strabo IX 5.19).
Oleros
Località moderna: Lasithi, Meseleroi
Status: Hieron (Inv. p. 1146, IC III V; I, L)
Elementi istituzionali: hieron, theorodokos
Spazi pubblici. La località di Oleros, sotto il controllo di Hierapytna, in epoca ellenistica ed imperiale è sede di un santuario di Atena Oleria, il cui culto vi è documentato dall’iscrizione edificatoria di fine II - inizi I secolo a.C. IC III 5 1 e dalla dedica votiva di I secolo d.C. IC III 5 2 (Atena Oleria è menzionata nel giuramento di più trattati di fine III - II secolo a.C. pertinenti a Hierapytna, IC IV 174, IC III 3 3 B, IC III 3 5 e forse SEG 26.1049; sulle festività Oleria di Hierapytna, inoltre, cf. St.Byz. s.v. Ὤλερος, in cui peraltro Oleros è definita polis; sulla possibile cinta muraria di epoca arcaica di Oleros cf. Coutsinas 2013, pp. 202-204).
Il santuario di Atena di Oleros è indicato come luogo in cui devono essere collocate copie di trattati stipulati da Hierapytna, IC III 3 5 di II secolo a.C. e forse IC I 8 13 del 145-100 a.C. Il tempio di Oleros, invece, è menzionato nell’iscrizione edificatoria di fine II - inizi I secolo a.C. IC III 5 1, nella quale è ricordato un intervento promosso verosimilmente da Hierapytna relativo alla realizzazione o al restauro del naos e di più xoana della dea.
Cariche individuali o collegiali. La lista delfica del 220-210 a.C. ca. SEG 26.624 documenta l’esistenza per Oleros di un theorodokos del santuario panellenico, Eumenes figlio di Poim-.
Samonium Fanum
Località moderna: Lasithi, Akra Sideros
Status: Hieron / Limen (Inv. -, IC III VII; I, L)
Elementi istituzionali: hieron*
Il promontorio di Capo Sidero, situato nel territorio di Itanos all’estremità nord-orientale di Creta, è dotato di un approdo (Stad. 318) ed è sede del santuario di Atena Samonia, in uso dall’epoca arcaica a quella imperiale (cf. Stad. 318, A.R. IV 1689-1893; per le altre fonti letterarie menzionanti il promontorio cf. IC III, pp. 156-157). Il culto di Atena vi è confermato dalla dedica di epoca arcaica IC III 7 3, mentre quella coeva IC III 7 4 pare attestare anche quello di Zeus; Apollo è invece menzionato nella dedica di età imperiale IC III 7 19 (sul culto di Atena Samonia nel II secolo a.C. a Soulia cf. IC II 25 2; la divinità compare inoltre con tale epiclesi nel giuramento del trattato di II secolo a.C. fra Hierapytna e una comunità di suoi cittadini residenti ad Arkades, IC III 3 5).
Santuario di Spinalonga
Località moderna: Lasithi, penisola di Spinalonga
Status: Hieron (Inv. -, IC s.v. Olous; -)
Elementi istituzionali: hieron
Il santuario di Spinalonga, situato nel territorio di Olous e in uso in epoca ellenistica ed imperiale, è sede del culto di una divinità femminile, verosimilmente Britomartis, così come testimoniato dal suo horos di II secolo a.C. IC I 22 60 ([θ]εᾶς [ἱ]ερόν; cf. IC I, p. 264).
Santuari regionali e di confine
Aegaeum Antrum
Località moderna: Lasithi, Psychro?
Status: Hieron (Inv. -, IC I I; L)
Elementi istituzionali: hieron*
La grotta sacra di Psychro, in uso dal Medio Minoico III (1700-1600 a.C. ca.) all’età imperiale e connessa al culto di Zeus (cf. Hes. Th. 481-484), è verosimilmente sotto il controllo di Lyttos, pur beneficiando di una frequentazione su scala regionale (cf. Prent 2005, pp. 167-170, 339-342, 608-610; sui santuari rupestri cf. Kotsonas – Stampolidis 2013).
Aphrodision di Dera
Località moderna: Lasithi, Sta Lenika
Status: Hieron (Inv. -, IC -; I)
Elementi istituzionali: choros, hiereus (?), hieron, naos, temenos
Spazi pubblici. Il santuario di età geometrica ed ellenistica di Dera, consacrato ad Ares e Afrodite, è dislocato sul confine fra Lato e Olous, città fra cui è conteso (sulle evidenze archeologiche del santuario cf. Bousquet 1938). La disputa relativa al controllo del santuario è documentata dagli arbitrati Chaniotis, Verträge 54-56a del 115 a.C. e Chaniotis, Verträge 54-56b del 113 a.C., nei quali è stabilita da Knossos e Roma l’appartenenza a Lato dello hieron, definito come di Afrodite nel primo caso, di Ares nel secondo.
Il santuario di Dera, menzionato apparentemente a proposito della fissazione dei suoi horoi nell’iscrizione edificatoria del 111/110 a.C. Chaniotis, Verträge 54-56c, sul finire del II secolo a.C. è interessato da più interventi edilizi pertinenti a sue differenti componenti. L’iscrizione edificatoria di Lato del 150-100 a.C. IC I 16 27 commemora il restauro di un tetto e forse di una stoa pertinenti all’Aphrodision, mentre quella del 120/119 a.C. IC I 14 2 ricorda la realizzazione dei templi di Ares e Afrodite e di un choros adibito alle danze ed il restauro di una cisterna, di un peripatos e di una fossa destinata ad un serpente sacro. I due templi sono inoltre commemorati nelle iscrizioni edificatorie del 113-100 a.C. ca. IC I 22 2 e del 112/111 a.C. ca. Bile 47, relative al restauro di più parti dei due naoi. Il santuario di Dera – e nello specifico il suo tempio di Ares – è indicato inoltre come luogo in cui è prevista la collocazione di una copia del trattato fra Lato e Olous IC I 16 3 del 118 a.C.
Il sacro temenos del santuario di Dera, invece, è menzionato come punto di riferimento nella definizione dei confini fra Lato, Olous e Hierapytna presente nei trattati del 112-110 a.C. IC I 16 18 (in lacuna), del 111/110 a.C. SEG 26.1049 e del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B e nell’arbitrato del 115 a.C. Chaniotis, Verträge 54-56a.
Cariche individuali o collegiali. L’arbitrato romano del 113 a.C. Chaniotis, Verträge 54-56b conserva nel suo prescritto parte di quella che doveva essere la formula di saluto iniziale della sua epistola d’accompagnamento, indirizzata alle città di Lato e Olous e ad uno hiareus: la collocazione dell’apokrima nel santuario e il fatto che lo hieron risulti fra i territori contesi oggetto della decisione arbitrale rendono assai verosimile che il sacerdote in questione sia responsabile del santuario di Dera.
Dictaeum Fanum
Località moderna: Lasithi, Palaikastro
Status: Hieron (Inv. -, IC III II; I, L)
Elementi istituzionali: chora hiera, hieron
Il santuario di Palaikastro, in uso dall’epoca geometrica a quella imperiale, è sede del culto di Zeus Diktaios (sulle evidenze archeologiche del santuario cf. Prent 2005, pp. 350-353, 532-550, Chaniotis 2006, Gaignerot-Driessen 2011; sulle fonti letterarie relative al santuario cf. IC III, pp. 5-9). Il santuario, dapprima sotto il controllo di Praisos (cf. Strabo X 4.6, Πρᾶσον, ὅπου τὸ τοῦ Δικταίου Διὸς ἱερόν, e Strabo X 4.12, ἐνταῦθα τὸ τοῦ Δικταίου Διὸς ἱερόν; Zeus Diktaios è forse menzionato nel giuramento dell’accordo fra Praisos e Stalai di inizi III secolo a.C. IC III 6 7), dopo la distruzione della città nella seconda metà del II secolo a.C. è conteso fra Itanos e Hierapytna (sulla disputa cf. IC III 4 9; quanto a Itanos, Zeus Diktaios compare nel suo giuramento di inizi III secolo a.C. IC III 4 8 assieme ai θ[εο]ὺς τοὺς ἐν Δίκται). A partire dalla seconda metà del II secolo a.C. il controllo maggiore sul santuario pare essere esercitato da Hierapytna, a cui sembrano da ascriversi l’iscrizione edificatoria IC III 2 1 del 150-100 a.C. e l’inno a Zeus Diktaios di età imperiale IC III 2 2 conservati nel santuario (Zeus, inoltre, figura con l’epiclesi di Diktaios nel giuramento dei trattati del 111/110 a.C. fra Lato e Hierapytna SEG 26.1049 e di II secolo a.C. fra Hierapytna e una comunità di suoi cittadini residenti ad Arkades IC III 3 5). La dimensione regionale del santuario, tuttavia, è dimostrata dalla collocazione al suo interno di dediche di Knossos di III secolo a.C. (IC III 2 3-4) e della copia comune del trattato del 145-100 a.C. fra Knossos e Hierapytna IC I 8 13, oltre che dalla menzione nell’inno a Zeus Diktaios – redatto nel III secolo d.C. ma recante un testo verosimilmente risalente al IV-III secolo a.C. – di più poleis e dei relativi giovani politai (cf. Perlman 1995a).
L’arbitrato di Magnesia del 112/111 a.C. IC III 4 9 relativo alla contesa territoriale fra Itanos e Hierapytna documenta l’esistenza di una chora hiera di pertinenza del santuario di Zeus Diktaios, della quale non fa parte il territorio di Heleia, contrariamente da quanto rivendicato da Hierapytna. L’iscrizione edificatoria del 150-100 a.C. IC III 2 1 commemora invece il restauro di antiche statue poste all’interno del santuario – intervento che pare essere promosso da Hierapytna – e vi documenta l’esistenza di effigi di Zeus, Hera, Atena, Artemide, Atlante, Nike e delle Sfingi. Fra le strutture pertinenti al santuario, inoltre, è da annoverare anche il bomos di Zeus menzionato nell’inno a Zeus Diktaios IC III 2 2, sebbene non sia possibile determinare a quale epoca risalga.
Santuario di Myrtos-Pyrgos
Località moderna: Lasithi, Myrtos-Pyrgos
Status: Hieron (Inv. -, IC -; -)
Spazi pubblici. Il santuario, in uso solamente nell’epoca ellenistica e situato possibilmente sul confine fra Malla e Hierapytna, è consacrato al culto di di Hermes e Afrodite, come testimonia il suo horos di II secolo a.C. SEG 60.996 (sui resti archeologici del santuario cf. Sporn 2002, p. 58).
Cariche individuali o collegiali. L’horos del santuario di II secolo a.C. SEG 60.996 conserva il nome di un individuo, Dioteles, in quella che pare essere una datazione eponimica (ἐπὶ Διοτέλιο[ς]); è presumibile che costui sia uno hiereus del santuario o un magistrato eponimo (un cosmo?) della città a cui questo fa capo, verosimilmente Malla o Hierapytna, al quale è da ascrivere l’iniziativa della collocazione della pietra di confine.
Varia
Koinon cretese
Status: Koinon (Inv. -, IC -; I, M, L)
Elementi istituzionali: diagramma, dika, dikasterion, dokeo, hegemon, hiereus, homologia, hisolympion pankration, kathagemon, koinodikion, koinon, kosmos (?), Kretarchas, psephisma, presbeutes, proxenos, plethos, syllogos, stratiotes, synedros
Comunità e assemblee. L’esistenza del koinon cretese è nota solamente per l’epoca ellenistica e quella imperiale (sul koinon e sulle relative fonti cf. Guarducci 1950, Willetts 1975, Buraselis 2013, Chaniotis 2015; sulle sue rifondazioni nel 222 a.C. e attorno al 216 a.C. cf. Polyb. IV 53, 55 e Polyb. VII 11.9; cf. inoltre Chaniotis, Verträge 75-76; sull’alto grado di coordinazione sul piano monetario fra le città del koinon anteriore all’emissione di una moneta comune dall’epoca di Marco Antonio e sulla proto-«monetazione federale» costituita apparentemente dai cosiddetti «stateri cretesi» cf. Cigaina 2013). L’assemblea federale del koinon, indicata generalmente mediante l’espressione κοινὸν τῶν Κρηταιέων, risulta essere la responsabile della deliberazione nei decreti di II secolo a.C. IC I 24 2 e IC II 5 22, del 200-150 a.C. IC IV 197 e nel presunto falso del 200 a.C. ca. Magnesia 40, nei quali figura all’interno della formula di mozione nel primo caso, di sanzione e forse mozione nel secondo, di sanzione nei restanti. Riferimenti al ruolo svolto nel processo deliberativo dal koinon sono presenti anche nei decreti onorari del 150 a.C. ca. ID 1517 e verosimilmente ID 1518 e nell’arbitrato del 112/111 a.C. IC III 4 9 (cf. inoltre le iscrizioni di epoca imperiale IC I 18 56, IC IV 275-276, 297, 312-315, 317, 319-321 e forse SEG 28.738). Quanto agli accordi stipulati dal koinon cretese, ne sono noti due: il trattato del 183 a.C. IC IV 179 fra i Kretaieis ed Eumene II e quello – perduto – fra il koinon e Tolemeo VI, in conformità con il quale avviene l’invio di aiuti militari al sovrano commemorato nel decreto onorario del 150 a.C. ca. ID 1517. Il koinon, inoltre, figura come promotore delle dediche onorarie del 165 a.C. ca. IMT 550, del 154-151 a.C. FD 2 135, del 154-152 a.C. I.Orop. 433 e di epoca ellenistica IG VII 1859, oltre che verosimilmente di quella di fine III secolo a.C. Miletos 450, in cui è indicata Creta come dedicante. È verosimile che debba essere visto il koinon anche dietro all’espressione εἰς Κρήτην, impiegata nel decreto pario del 188-150 a.C. SEG 32.825 in riferimento ad una propria ambasceria diretta forse verso di questo (cf. inoltre Μάρκου Ἀντωνίου τοῦ ἐπὶ Κρητῶν στραταγοῦ in IG IV2,1 66 del 74 a.C.); non è chiaro, invece, a quale proposito occorra la menzione del koinon nel decreto del 300-250 a.C. IC II 16 2.
I membri del koinon cretese, indicati abitualmente come Κρηταιεῖς e apparentemente attestati per la prima volta nel decreto di Cremonide IG II3 1 912 del 269/8 a.C., sono menzionati in numerosi decreti di fine III e ancor più di II secolo a.C. a proposito delle buone relazioni intercorrenti fra costoro e altre realtà esterne o del buon comportamento mostrato nei loro confronti (IC I 5 53, IC I 24 2, IC II 3 4 C, IC II 5 22, IC IV 176, 177, 178, IG II3 1 1137, Syll.3 560, Mylasa 92, 94, 95, 97, 101 e 104, SEG 42.1003, 1004 e 1005). Riferimenti a guerre interessanti i Kretaieis, invece, sono presenti nei decreti del 205-201 a.C. IG IV 756, di II secolo a.C. IG XII 1.1033, Lindos II p. 1007 Add., Mylasa 101 e apparentemente Mylasa 96 e di I secolo a.C. I.Cos ED 229. Menzioni dei Kretaieis occorrono inoltre nei decreti del 184-180 a.C. IC IV 176 e verosimilmente IC I 8 9 a proposito di quanti di loro risiedono a Mileto, mentre in relazione al diagramma del koinon in quello di II secolo a.C. Mylasa 443 (Κρησί) e nei trattati del 219-216 a.C. ca. IC I 16 1 e del 205-200 a.C. ca. IC IV 174.
I soldati inviati dal koinon cretese, inoltre, sembrano essere i promotori delle dediche onorarie di II secolo a.C. IG IV2, 1 244 (Κρηταιεῖς ἔστασαν) e del 142-131 a.C. SEG 30.1640 (τò κο[ινòν τῶν ἐν τῆι νήσωι] τασσομένων Κρητῶν) per i propri comandanti.
Il decreto onorario di II secolo a.C. IC I 24 2 documenta in riferimento al koinon cretese un Κρηταιέ[ων] πλῆθος, menzionato a proposito dell’invio presso di questo di ambasciatori da parte di Samo e dell’eunoia mostrata nei suoi confronti da quest’ultima e verosimilmente indicante l’assemblea del koinon.
In relazione al koinon cretese sono attestati anche i synedroi, i membri del suo consiglio federale. Tali figure sono documentate dal trattato del 222-189 a.C. IC IV 175, che prevede che i synedroi in carica possano essere multati nel caso in cui vengano meno ai propri doveri, e dal decreto del 200-150 a.C. IC IV 197, nel quale compaiono all’interno della formula di sanzione assieme al koinon come responsabili della deliberazione.
Cariche individuali o collegiali. Sebbene nelle datazioni dei documenti emanati dal koinon sia frequente il ricorso ai cosmi eponimi di Gortyna e Knossos, città che ne prendono la guida (cf. e.g. IC IV 197), è noto dalla dedica votiva del 67-31 a.C. ca. IC IV 250 un Kretarchas eponimo, Kydas figlio di Kydas, archos per la nona volta (per la carica in età imperiale cf. Aphrodisias 607 di IV secolo d.C.). L’eponimo - figlio di Telemnastos ricordato nel decreto onorario di II secolo a.C. IC II 16 9, verosimilmente un cosmo, è probabile che sia pertinente ad una delle città del koinon, in particolare Gortyna o Knossos. La possibile esistenza di un sacerdote eponimo in epoca ellenistica è limitata al presunto falso decreto del koinon del 200 a.C. ca. Magnesia 40, nella cui formula di datazione è ricordato lo hiereus Agaimenis figlio di Lampaios; la figura dell’archiereus del koinon è invece ben attestata in epoca imperiale dalle iscrizioni IC I 7 9, IC IV 275-276, 305-306, 330 e forse SEG 28.738 (cf. Rouanet-Liesenfelt 1994, Martínez Fernández 2010).
Quanto alle cariche militari, è attestata l’esistenza di hegemones dei soldati inviati dal koinon, la cui leadership in battaglia è testimoniata dal trattato del 183 a.C. IC IV 179. Gli hegemones Telemnastos figlio di Antiphatas di Gortyna e Diktys, inoltre, figurano come beneficiari rispettivamente delle dediche onorarie di II secolo a.C. IG IV2, 1 244 e del 142-131 o 124-116 a.C. Salamine 92. Il presunto falso decreto del 200 a.C. ca. Magnesia 40, invece, ricorda un kathagemon, Leukippos figlio di Lykios, designato come leader della spedizione asiatica pianificata, al quale è previsto che ogni città cretese versi un talento d’argento. I soldati inviati dal koinon, inoltre, figurano come responsabili della deliberazione nei decreti onorari del 150 a.C. ca. ID 1517 e ID 1518, nei primo dei quali sono menzionati all’interno della formula di sanzione oltre che a proposito del buon comportamento mostrato nei loro confronti dal comandante beneficiario del documento.
Il decreto onorario del 150 a.C. ca. ID 1517 documenta la scelta da parte dei soldati del koinon di un ambasciatore diretto a Cos, mentre la notizia di un’ambasceria cretese inviata al santuario di Apollo a Klaros possibilmente dal koinon è fornita dal decreto onorario del 130-110 a.C. per Ptolemaios di Colofone, individuo che è detto aver prestato aiuto economico agli ambasciatori giunti da Creta (SEG 39.1243, IV ll. 17-20).
Status sociali. Tre decreti onorari documentano la concessione dello status di prosseno da parte del koinon cretese ad individui di Megalopolis (decreto onorario di II secolo a.C. IC II 16 9) ed Alexandreia Troas (dedica onoraria del 165 a.C. ca. IMT 550) e al comandante tolemaico Aglaos figlio di Theokles di Cos (decreto onorario del 150 a.C. ca. ID 1517).
Celebrazioni. La dedica onoraria di epoca ellenistica IG VII 1859 testimonia l’esistenza di competizioni organizzate a Gortyna dal koinon che prevedono agoni isolimpici di pancrazio (per gli agoni del koinon di I e II secolo d.C. cf. IG XII, 1 77, SEG 52.528, IC I 18 55, SEG 51.1137).
Pratiche e strumenti istituzionali. Il verbo dokeo è impiegato in riferimento all’attività deliberativa nelle formule di sanzione dei decreti di II secolo a.C. IC II 5 22, del 200-150 a.C. IC IV 197, del 150 a.C. ca. ID 1517 e del presunto falso del 200 a.C. ca. Magnesia 40 (ἔδοξε), mentre in quelle di mozione dei decreti del 150 a.C. ca. ID 1517 e ID 1518 e forse di II secolo a.C. IC I 24 2 (δεδόχθαι). Nei decreti di II secolo a.C. IC II 16 9 e del 200-150 a.C. IC IV 197, inoltre, è presente un riferimento alle riunioni dell’assemblea finalizzate alla deliberazione, indicate con il termine syllogos e aventi sede a Knossos.
Il diagramma, termine che pare indicare una sorta di diritto federale del koinon, è documentato dai trattati del 219-216 a.C. ca. IC I 16 1, del 205-200 a.C. ca. IC IV 174 e di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4 e forse IC IV 184, oltre che nei decreti del 200-150 a.C. IC IV 197 e di II secolo a.C. Mylasa 443. L’arbitrato del 112/111 a.C. IC III 4 9, inoltre, documenta la consegna di un diagramma a Magnesia da parte di Itanos relativo alla ratificazione della prostasia tolemaica sulla città da parte del koinon, notizia che suggerisce la pertinenza a quest’ultimo del diagramma in questione, termine che in questo caso pare indicare un documento ufficiale da questo emanato. Il termine koinodikion, invece, è impiegato in riferimento ad un tribunale federale del koinon, attestato nel trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4 e nel decreto del 200-150 a.C. IC IV 197, nel quale è previsto lo svolgimento presso di questo di una dika.
Quanto alla terminologia relativa alle tipologie documentarie, sono attestati i termini psephisma nei decreti di fine II secolo a.C. SEG 49.1433, del 150 a.C. ca. ID 1517 e nel presunto falso del 200 a.C. ca. Magnesia 40, mentre homologia nel trattato del 183 a.C. IC IV 179.
Spazi pubblici. L’esistenza di un tribunale adibito allo svolgimento dei processi in più città appartenenti al koinon è implicata dal trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4, dal quale sembra di intendere che la sede di riunione della relativa giuria sia mutevole a seconda delle circostanze.
Alleanza di Gortyna
Status: Symmachia (Inv. -, IC -; I)
Elementi istituzionali: membri di una symmachia, presbeutes
L’esistenza di un’alleanza egemonica guidata da Gortyna è documentata solamente in epoca ellenistica, periodo a cui risalgono tutte le sue attestazioni epigrafiche (cf. Chaniotis, Verträge 78). La prima attestazione dell’alleanza risale al trattato del 278-270 a.C., nel quale è specificata la presenza di Gortyna e dei suoi alleati alla stipulazione degli accordi fra gli Oreioi e Maga IC II 17 1, circostanza che è verosimilmente dovuta al fatto che anche gli Oreioi rientrino fra i symmachoi di Gortyna. Attorno alla metà del III secolo a.C. l’alleanza sembra essere documentata dagli accordi stipulati nel 260-250 a.C. ca. fra Mileto e Gortyna ed altre quattro città cretesi, apparentemente sue alleate (IC IV 161) e dal trattato del 240-221 a.C. ca. SEG 23.563, menzionante accordi pertinenti ad alleati verosimilmente di Gortyna. Nel trattato del 237/236 a.C. IC IV 167 l’alleanza risulta essere responsabile dell’invio di due ambasciatori presso Demetrio II, Paithemidas figlio di - e ‑as figlio di Eurybotitas, e destinataria di un’ambasceria inviata da parte del sovrano, oltre che stipulatrice degli accordi con quest’ultimo ([κατὰ] τάδε συνέθεντο [οἱ Γορτύνιοι καὶ οἱ σύμ]μαχ[ο]ι). L’alleanza guidata da Gortyna compare assieme a quella capeggiata da Knossos nel trattato del 220 a.C. ca. SEG 49.1217 fra le due leader, nel quale è previsto che anche i rispettivi alleati prestino il giuramento richiesto. I due sistemi di alleanze sono menzionati anche nel decreto del 184-180 a.C. IC I 8 9 a proposito di procedure giudiziarie che li vedono coinvolti, mentre un riferimento ai soli alleati di Gortyna figura nel suo decreto onorario del 218-217 a.C. ca. IC IV 168 a proposito della meritevole attività compiuta nei loro confronti dal medico Hermias di Cos.
Alleanza di Knossos
Status: Symmachia (Inv. -, IC -; I)
Elementi istituzionali: membri di una symmachia
L’esistenza di un’alleanza egemonica guidata da Knossos è documentata solamente in epoca ellenistica, periodo a cui risalgono tutte le sue attestazioni epigrafiche (cf. Chaniotis, Verträge 79). La prima attestazione dell’alleanza sembra essere costituita dagli accordi stipulati nel 260-250 a.C. ca. fra Mileto e Knossos ed altre diciannove città cretesi, verosimilmente sue alleate (IC I 8 6). La prima sua menzione diretta, tuttavia, risale al decreto onorario del 228/7 a.C. IG II3 1 1137, che documenta l’invio di ambasciatori ateniesi presso Knossos ed i suoi alleati. L’alleanza guidata da Knossos compare assieme a quella capeggiata da Gortyna nel trattato del 220 a.C. ca. SEG 49.1217 fra le due leader, nel quale è previsto che anche i rispettivi alleati prestino il giuramento richiesto. I due sistemi di alleanze sono menzionati anche nel decreto del 184-180 a.C. IC I 8 9 a proposito di procedure giudiziarie che li vedono coinvolti. Il trattato fra Hierapytna e Rodi di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 A, inoltre, documenta una guerra in corso fra la prima e Knossos ed i suoi alleati.
Alleanza di Polyrrhenia
Status: Symmachia (Inv. -, IC -; L)
Elementi istituzionali: membri di una symmachia
L’esistenza di un’alleanza egemonica guidata da Polyrrhenia è documentata solamente per il III secolo a.C. e in particolare per gli anni della guerra di Lyttos (221-219 a.C.), quando la città riesce ad attrarre sotto la propria leadership buona parte dell’area occidentale di Creta, inglobando Moda e Pergamos (cf. Perlman 1996, pp. 249-250, Stefanakis 2013, pp. 63-64), Keraia, gli Oreioi, Kydonia e Aptera (Polyb. IV 53-55, in particolare IV 53.6, καὶ Πολυρρήνιοι μὲν καὶ Κεραῗται καὶ Λαππαῖοι, πρὸς δὲ τούτοις Ὅριοι μετ᾽ Ἀρκάδων, e IV 55.1 Πολυρρήνιοι δὲ καὶ Λαππαῖοι καὶ πάντες οἱ τούτων σύμμαχοι; cf. Chaniotis, Verträge 81-82).
Alleanza di Lyttos
Status: Symmachia (Inv. -, IC -; I)
Elementi istituzionali: membri di una symmachia, psephisma
L’esistenza di un’alleanza egemonica guidata da Lyttos è documentata solamente per la metà del III secolo a.C., momento a cui risale il decreto IC I 18 8 relativo ad accordi stipulati fra questa e Antioco II (cf. Chaniotis, Verträge 80). Lo psephisma risulta essere emanato da Lyttos ed i suoi alleati, che figurano all’interno della formula di mozione assieme ai cosmi e alla polis della città leader (δεδόχθαι Λυττίων τοῖς κόσμοις [καὶ τῆ]ι πόλει καὶ τοῖς ἄλλοις συμμάχοις); nel documento, inoltre, i membri dell’alleanza vengono menzionati anche a proposito dell’eunoia e della hairesis mostrate nei loro confronti dal sovrano seleucide.
Creta
Un riferimento all’ethnos cretese è presente nel decreto onorario cnossio di fine II secolo a.C. IC I 8 12, in cui Knossos ricorda un ἐγκώμιον relativo al proprio ethnos composto da Dioskourides di Tarso, e nel decreto di II secolo a.C. Mylasa 101 relativo alla concessione di asylia (?) a Mylasa da parte di una città cretese, in un contesto che tuttavia non è ricostruibile. Nel decreto di Mileto del 228/227 a.C. Miletos 54, invece, sembra essere presente un riferimento a quanti fra i residenti nel suo territorio detengano la cittadinanza di una città cretese, indicati mediante l’espressione [τοὺ]ς μετασχόντας τῆς πολιτείας [τῶγ Κρητῶν].
Polis ignota
Elementi istituzionali: dogma, dokeo, euergetes, hiereus, hieron, hypomnama, kosmos, nomos, perioikos, polis, polites, presbeutes, protokosmos, proxenos, prytaneion, psephisma, psephizo, syntheka
Comunità e assemblee. In numerose iscrizioni è attestato l’utilizzo del termine polis in riferimento a città cretesi di cui non è tuttavia possibile determinare l’identità o per la lacunosità dei testi o per l’assenza di specificazioni nei documenti stessi. La polis figura come assemblea responsabile della deliberazione in più documenti, perlopiù decreti, di III e II secolo a.C.: è associata ai cosmi all’interno della formula di sanzione di Mylasa 101 e forse SEG 51.1056 e in quella di sanzione o mozione di Mylasa 92 e del trattato SEG 41.772 (senza il ricordo dei cosmi in quest’ultimo caso), mentre è menzionata in riferimento a suoi conferimenti onorari in IC II 30 3 e forse Mylasa 94.
Riferimenti generici a più non precisate città cretesi sono presenti nell’arbitrato del 112/111 a.C. IC III 4 9, nel decreto del 170-140 a.C. ca. IC I 8 11 a proposito degli ambasciatori teii inviativi, nel trattato del 260-250 a.C. IC I 8 6 riguardo alla stipulazione di accordi fra queste e Mileto, nel trattato del 460-450 a.C. ca. IC I 8 4 circa la partecipazione a spedizioni militari e forse in quello del 220 a.C. ca. SEG 49.1217 relativamente all’invio di ambasciatori presso le città alleate di Knossos e Gortyna. Nel presunto falso decreto del koinon cretese del 200 a.C. ca. Magnesia 40, inoltre, è menzionata un’avvenuta riunione di tutte le città cretesi presso Bilkon ed è previsto il finanziamento da parte loro della programmata spedizione in Asia.
La polis è inoltre menzionata in più documenti di II secolo a.C., perlopiù decreti, a proposito del buon comportamento mostrato nei suoi confronti o delle buone relazioni intercorrenti fra questa ed altre realtà politiche esterne: è il caso di IC II 30 3, Mylasa 94 – in cui pare comparire anche riguardo al suo invio o ricezione di ambasciatori – e forse Mylasa 101, oltre che del trattato SEG 21.484, menzionante apparentemente più poleis cretesi.
In tre trattati di fine III - inizi II secolo a.C., IC III 3 4 e verosimilmente IC III 3 1 A e IC II 12 20, è prevista la scelta di una terza polis come arbitro o corte d’appello a cui debbano ricorrere i contraenti degli accordi.
Cariche individuali o collegiali. Più decreti di III e II secolo a.C. conservano la menzione dei cosmi della città di pertinenza del documento: un singolo cosmo apparentemente incaricato di far rispettare la legge è noto da IC II 30 3, mentre un collegio di tali magistrati figura come decretante assieme alla polis all’interno della formula di sanzione o mozione di Mylasa 92, Mylasa 101 e verosimilmente SEG 51.1056.
Il decreto di II secolo a.C. Mylasa 103 testimonia la consegna di un hypomnama a Mylasa da parte degli ambasciatori della città cretese che ha emanato il documento, mentre il presunto falso decreto del koinon cretese del 200 a.C. ca. Magnesia 40 prevede l’invio da parte di imprecisate città cretesi di sacerdoti e sacerdotesse presso la nuova fondazione in Asia.
Status sociali. Sono noti più status sociali accordati come privilegio in decreti di II secolo a.C.: quello di prosseno è concesso da solo in Mylasa 103 e assieme a quello di euergetes in IC II 30 3 e Mylasa 94, mentre quello di polites compare in Magnesia 40 (πολιτείαν) e Mylasa 443 ([πο]λιτεύεσ[θαι]). Nel decreto di inizi II secolo a.C. IC II 30 3, inoltre, sono menzionati i politai ed i perioikoi della città cretese in questione.
Pratiche e strumenti istituzionali. Il verbo dokeo è utilizzato per indicare la prassi deliberativa in più decreti di III e II secolo a.C. di cui non è nota la città di pertinenza, nei quali compare all’interno della formula di sanzione in Mylasa 101 e verosimilmente SEG 51.1056, in quella di mozione in SEG 4.600, in cui sono impiegati anche l’espressione τὰ προεψαφισμένα a proposito di τίμια già sanciti mediante votazione e forse il termine δόγμα in riferimento ad un precedente documento emanato dalla polis. Riferimenti a nomoi sono invece presenti nel trattato di II secolo a.C. SEG 21.484, a synthekai nel decreto di inizi II secolo a.C. IC II 30 3 e ad un hypomnama e ad uno psephisma in quello di II secolo a.C. Mylasa 103.
Spazi pubblici. Nei decreti di II secolo a.C. Mylasa 103 e SEG 4.600 è prevista la collocazione dei relativi documenti rispettivamente nel santuario di Apollo Pythios e in quello di Atena delle due città in questione. Il presunto falso decreto del koinon cretese del 200 a.C. ca. Magnesia 40, inoltre, prevede la concessione ai cittadini di Magnesia della sitesis di un non meglio specificato pritaneo, verosimilente quello delle singole città cretesi appartenenti al koinon. La polis intesa in senso spaziale, infine, sembra occorrere nel decreto onorario del 150 a.C. ca. ID 1518, in cui è prevista la collocazione del documento in una città cretese a scelta.
Euromos
Elementi istituzionali: hiereus tou Dios tou Kretageneta kai Diktynnes, kosmos
A Euromos un decreto del 197-190 a.C. ca., SEG 43.707, documenta l’esistenza nella città caria di più istituzioni di origine cretese o dai tratti cretesi, delle quali è prevista la nomina: un sacerdote di Zeus Kretagenetas e Diktynne, non attestato a Creta ma pertinente a culti propriamente cretesi (cf. Sporn 2001, Savalli-Lestrade 2010, pp. 136-148), e un collegio di tre (proto)cosmi (πρώτους κόσμους), indicati come possessori delle chiavi della città e responsabili di tutte le operazioni militari e di tutto quanto previsto dall’alleanza fra Euromos e Antioco III. Il caso di Euromos, tuttavia, non è isolato: più iscrizioni di II e I secolo a.C., infatti, documentano la presenza di istituzioni di natura religiosa connesse a culti cretesi in più città della Caria e in un caso nella Commagene, dove sono attestati i sacerdozi di Diktynna, dei Cureti e di Zeus Kretagenetas ed un’associazione di Diktynnaistai (cf. Olymos 33, Mylasa 14, Mylasa 25, Mylasa 121, Amyzon 2, Amyzon 8, SEG 26.1623).