L’insieme degli elementi istituzionali qui presentati è l’esito di un’ardua selezione animata dall’intento di voler essere quanto più vicini al concetto antico di istituzione, termine dal vasto raggio di applicazione che tende quasi a coprire la totalità degli aspetti interessanti la vita pubblica delle comunità considerate, andando a coincidere con ciò che nelle iscrizioni cretesi è sintetizzato nell’espressione formulare ta thina kai ta anthropina panta. L’ampiezza del concetto antico ha spinto dunque ad operare una selezione degli aspetti pertinenti alla sfera pubblica, culti esclusi, il più inclusiva possibile, comprendente oltre agli elementi instituzionali in senso stretto (organi assembleari, cariche individuali o collegiali e associazioni) anche le ripartizioni civiche (fra cui tribù, status sociali e classi di età), i mesi, le celebrazioni (includenti festività, sacrifici e riti religiosi, competizioni, performances e pratiche legate alla commensalità), le pratiche e gli strumenti istituzionali, gli spazi pubblici e gli assetti istituzionali in senso lato. La ripartizione tipologica adottata, invece, è dovuta ad esigenze prettamente organizzative del materiale e non vuole implicare una particolare interpretazione di matrice ontologica sulla natura delle istituzioni stesse: in numerosi casi, infatti, la distinzione fra categorie differenti si rivela essere troppo labile per poter consentire una catalogazione tipologica netta del materiale in questione. Per ogni elemento l’esame delle attestazioni è preceduto dall’indicazione delle realtà politiche cretesi di occorrenza e dei secoli di attestazione nell’arco cronologico oggetto di studio (VII-I secolo a.C., esteso eccezionalmente all’età imperiale in alcuni casi in cui è documentata in tale periodo una permanenza o un recupero di elementi attestati anche in epoche anteriori).
Organi assembleari
Demos
Contesto di attestazione: Aptera, Arkades, Axos, Dreros, Erannos, Gortyna, Hierapytna, Knossos, Lato, Malla, Phaistos, Olous
Epoca di attestazione: VI, IV-I secolo a.C.
Il termine demos, a Creta attestato perlopiù nella forma dorica δᾶμος, con tutta probabilità designa l’assemblea dei cittadini, indicata anche come ekklesia (per la quale cf. infra; cf. inoltre Mandalaki 2004, pp. 116-121, Genevrois 2017, pp. 87-90; per il termine demos nel mondo greco cf. Werlings 2010). L’assemblea del demos è documentata come responsabile della deliberazione all’interno delle formule di sanzione o mozione di più decreti di Aptera di fine III - II secolo a.C. (sanzione: IC II 3 4 B, 5 A-B, 8 C, 9, 10 B-C, 12 B-C, 17, forse 4 A e 6 C; mozione: 2; sanzione e mozione: 4 C, 10 A e 3, nel quale compaiono anche le espressioni ὁ δᾶμος φαίνηται e [ψάφισμα] τῶ δάμω) e di quella di sanzione dei decreti di Hierapytna SEG 51.1056 del 242 a.C., di Dreros Bile 50.1 = 50.2 di fine III - inizi II secolo a.C. e di Arkades IC I 5 19 di fine II - I secolo a.C. Il demos figura in tale ruolo anche al di fuori di simili formule ad Axos nel decreto del 201 a.C. ca. IC II 5 17 mediante l’espressione ὁ δᾶμος ... βωλόμενος e nella legge sacra di fine IV secolo a.C. SEG 23.566 in relazione a coloro che sono stati dichiarati «salvatori del damos» (i.e. apparentemente proclamati tali da parte del damos), oltre che verosimilmente nella dedica onoraria di Gortyna di I secolo a.C. IC IV 298 ([τῆς κρατίστ]ης Γορτυνίων βουλῆς καὶ τ[οῦ λαμπροτάτου δήμου]). Il demos, inoltre, figura come dedicante – e quindi apparentemente come responsabile della decisione relativa al conferimento degli onori in questione – nelle dediche onorarie di Gortyna, Knossos e Phaistos IG XI, 4 1132 B I-III di III secolo a.C.
Quanto alle relazioni estere, il demos di Hierapytna figura assieme alla boule e agli archontes della città come destinatario dell’epistola del 112/111 a.C. IC III 4 10 inviatale da Calpurnio Pisone, mentre è al cospetto della boule e verosimilmente del demos di Olous che si sono presentati i theoroi rodii onorati nel decreto del 200-150 a.C. IC I 22 5. Nei decreti del 170-140 a.C. ca. di Erannos Teos 19 e di Hyrtakina IC II 15 2, invece, il demos delle due città si impegna a fornire aiuto militare a Teos nel caso in cui questa sia vittima di attacchi.
Il termine demos, inoltre, è impiegato in senso lato in riferimento all’intera collettività civica anziché all’assemblea dei cittadini nel decreto del 242 a.C. SEG 51.1056 a proposito della relazione di amicizia intercorrente fra Cos e il demos di Hierapytna e nell’epitaffio di Lato del 116-100 a.C. ca. SEG 39.972, in cui tutto il demos di Lato è detto compiangere il defunto commemorato. Il termine assume un valore analogo anche nella decisione arbitrale Chaniotis, Verträge 54-56b del 113 a.C., in cui è affidato al demos di Lato il controllo del santuario di Dera; è verosimile tuttavia che in questo caso il termine costituisca un’imprecisa traduzione del latino populus, corrispondente a quella che nella terminologia ufficiale greca è abitualmente indicata come polis (cf. Tropea 2017, pp. 298-300). Nel decreto di Malla di fine II secolo a.C. IC I 19 3 A, inoltre, è ricordata un’avvenuta peristasis che ha interessato «la polis ed il restante demos», espressione che parrebbe indicare la totalità della popolazione di Malla, inclusiva anche degli abitanti della chora.
Il termine demos, infine, sembra occorrere in tre iscrizioni gortynie in contesti del tutto frammentari, la presunta legge del 600-525 a.C. IC IV 25, quella coeva IC IV 10 e il documento di incerta natura di II-I secolo a.C. IC IV 395.
Ekklesia
Contesto di attestazione: Allaria, Axos, Biannos, Eleutherna, Gortyna, Hierapytna, Itanos, Knossos, Kydonia, Lappa, Malla, Praisos, Priansos, Rhaukos, Tylisos
Epoca di attestazione: IV-II secolo a.C.
L’ekklesia a Creta secondo la testimonianza di Aristotele è l’assemblea a cui partecipa l’intero popolo, la cui unica prerogativa è quella di confermare le decisioni prese dai gerontes e dai cosmi (Arist. Pol. II 1272a, κυρία δ’ οὐδενός ἐστιν ἀλλ’ ἢ συνεπιψηφίσαι τὰ δόξαντα τοῖς γέρουσι καὶ τοῖς κόσμοις; cf. supra s.v. demos; sulla verosimile sinonimia in alcuni contesti dei termini agora ed ekklesia cf. infra s.v. agora; cf. inoltre Bile, pp. 340 e sull’ekklesia nel mondo greco Mossé 1967, capp. 3 e 5, Fouchard 2002, Blok 2013). La notizia aristotelica sembra trovare riscontro nelle rare occorrenze epigrafiche dell’ekklesia come assemblea responsabile della deliberazione, limitate alla formula di sanzione di tre decreti di Itanos di III secolo a.C., IC III 4 2 = 3, 4 e 7, nei quali figura in tale ruolo assieme alla boule.
La maggioranza delle attestazioni cretesi dell’ekklesia, invece, proviene da sezioni narrative perlopiù di decreti in cui è detta essere l’assemblea presso cui si presentano gli ambasciatori e gli altri individui stranieri inviati presso le città in questione. Ciò avviene in numerosi decreti relativi alla concessione di asylia a Teos, sia della prima serie del 201 a.C. ca. (IC II 1 1 di Allaria, IC II 5 17 di Axos, IC II 12 21 di Eleutherna, IC II 10 2 di Kydonia, IC II 16 3 di Lappa, IC I 27 1 di Rhaukos) che della seconda del 170-140 a.C. ca. (IC I 6 2 di Biannos, in cui l’ekklesia figura assieme ai cosmi in tale ruolo, e IC I 19 2 di Malla). L’ekklesia compare in tale ruolo anche nei decreti di Tylisos del 300-250 a.C. IC I 30 2, di Gortyna del 218-217 a.C. ca. IC IV 168 – in cui l’onorato la persuade di concedergli la possibilità di ritorno a casa – e di Knossos di fine II secolo a.C. IC I 8 12 – dove figura assieme ai cosmi –, oltre che nel trattato fra Eleutherna e Antigono Dosone del 227-224 a.C. ca. IC II 12 20, in cui è previsto che sia convocata dai cosmi entro dieci giorni dall’arrivo degli ambasciatori del re, che devono essere condotti al suo cospetto. Nel trattato fra Hierapytna e Priansos di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4, invece, è previsto l’invito reciproco dei cosmi di ciascuna città a sedere assieme ai colleghi dell’alleata nella loro ekklesia.
In tre documenti di Praisos di III secolo a.C., inoltre, è impiegata l’espressione kyria ekklesia, nella formula ἐκκλησίας κυρίας γενομένης in relazione a deliberazioni nei decreti IC III 6 9 e IC III 6 10, mentre nella formula ἐν κυρίαι ἐκκλησίαι a proposito di una votazione relativa alla concessione di cittadinanza nel trattato fra Praisos e Hierapytna IC III 4 1. L’espressione, a Creta attestata solamente a Praisos, sembra avere il significato di «assemblea resa valida (dal raggiungimento di un quorum)» analogamente a quanto avviene nelle sue occorrenze microasiatiche (cf. Errington 1995, pp. 34-36; contra Rhodes – Lewis 1997, pp. 311 e 503-506, secondo cui significherebbe «assemblea ordinaria»).
Una menzione dell’ekklesia, infine, occorre nel decreto di Gortyna del 184-180 a.C. IC IV 176 apparentemente in connessione con decisioni relative al divieto di rientro in patria di quanti fra i Gortynii abbiano ottenuto la cittadinanza di Mileto.
Koinon
Contesto di attestazione: Arkades, Istron, koinon cretese, Lato, Lato pros Kamara, Oreioie, Praisos
Epoca di attestazione: III-I secolo a.C.
Il termine koinon nelle iscrizioni cretesi è impiegato eminentemente in riferimento all’assemblea del koinon cretese, indicato perlopiù nella forma κοινὸν τῶν Κρηταιέων (o talora Κρηταέων o Κρηταιῶν; per l’uso del termine koinon in relazione alla tipologia di assetto politico di natura federale e alla collettività dei membri di una federazione cf. infra). L’assemblea federale del koinon cretese è attestata come responsabile della deliberazione nelle formule di sanzione di tre decreti di II secolo a.C.: IC IV 197, dove è presente anche un altro riferimento a quanto da questa decretato, il presunto falso Magnesia 40, nel quale figura anche nell’intestazione nella forma κοινοῦ τῶν Κρητῶν, e IC II 5 22, dove è verosimile che compaia anche all’interno della formula di mozione. Anche il decreto di II secolo a.C. IC I 24 2 sembrerebbe conservare la menzione del koinon all’interno di una parzialmente conservata formula di mozione, mentre riferimenti a quanto deciso da questo figurano nei decreti del 150 a.C. ca. ID 1517 – nella cui formula di sanzione risultano come responsabili della deliberazione i soldati inviati dal koinon e in cui l’onorato è dichiarato prosseno dei Kretaieis – e verosimilmente ID 1518 in riferimento ad una città designata dal koinon, oltre che nell’arbitrato di Magnesia del 112/111 a.C. IC III 4 9 relativamente alla sua ratifica della prostasia tolemaica su Itanos.
Più dediche onorarie, anch’esse perlopiù di II secolo a.C., mostrano inoltre il koinon cretese in qualità di promotore del relativo conferimento onorario: ciò avviene in IMT 550, I.Orop. 433, FD 2 135 e nella dedica ellenistica di data ignota IG VII 1859. La dedica SEG 30.1640, invece, si presenta come promossa dal koinon dei soldati inviati dai Cretesi (κο[ινòν τῶν ἐν τῆι νήσωι] τασσομένων Κρητῶν) – verosimilmente dal koinon cretese –, mentre in quella metrica di fine III secolo a.C. Miletos 450 ad essere menzionata come dedicante di una corona è Κρήτη, toponimo che è verosimile che si riferisca anch’esso al koinon.
L’assemblea del koinon cretese, inoltre, è attestata come responsabile della stipulazione di accordi con sovrani ellenistici: è il caso del trattato con Eumene II IC IV 179 del 183 a.C., dove occorre come Κρηταιέων, e di quello con Tolemeo VI a cui è fatto riferimento nel decreto del 150 a.C. ca. ID 1517 a proposito dei soldati inviati al re κατὰ συμμαχίαν.
Il koinon cretese, infine, sembra essere menzionato nel decreto di Lappa del 300-250 a.C. IC II 16 2 in un contesto lacunoso di difficile interpretazione (κοινῶ[ι τῶν Κρηταιέων]) ed è verosimile che sia l’organo istituzionale preposto all’accoglienza degli ambasciatori di Paros inviati εἰς Κρήτην al fine di saldare un debito, circostanza documentata dal decreto pario del 188-150 a.C. SEG 32.825.
Sebbene il termine koinon non vi sia esplicitamente impiegato, il trattato fra Maga e gli Oreioi del 278-270 a.C. IC II 17 1 attesta l’uso dell’etnico collettivo federale Ὀρείος in riferimento al responsabile della stipulazione degli accordi con il sovrano, termine dietro il quale è verosimile che vi sia l’assemblea federale del koinon degli Oreioi.
Il termine koinon, inoltre, è impiegato a Creta anche in relazione a realtà politiche il cui assetto non pare presentarsi come federale. A Praisos un koinon figura come organo deliberante nelle formule di sanzione dei decreti di III secolo a.C. IC III 6 9 e IC III 6 10, nel primo caso assieme agli archontes mentre nel secondo con la boule. Il koinon è inoltre menzionato come assemblea al cui cospetto si presentano gli ambasciatori teii nei decreti relativi alla concessione di asylia a Teos della prima serie del 201 a.C. ca. di Arkades (IC I 5 52), Istron (IC I 14 1), Lato (IC I 16 2) e Lato pros Kamara (IC I 16 15) e della seconda serie del 170-140 a.C. ca. di Arkades (IC I 5 53).
Plethos
Contesto di attestazione: Knossos, koinon cretese, Tylisos
Epoca di attestazione: V, II secolo a.C.
Il termine plethos ha la sua più alta attestazione cretese nel trattato fra Knossos e Tylisos del 460-450 a.C. ca. IC I 30 1, nel quale è impiegato due volte apparentemente con il significato di «maggioranza» a proposito della possibilità di decisioni future relative alla stipulazione di altri accordi che possono essere prese dal plethos (sui possibili valori del termine cf. Genevrois 2017, pp. 290-291, Ruzé 1984; cf. inoltre Hsch. s.v. *ἑσμός).
Il termine compare invece con il valore di «assemblea» e verosimilmente in riferimento all’ekklesia in due decreti di II secolo a.C., quello del koinon cretese IC I 24 2, menzionante il buon comportamento di un inviato di Samo nei confonti del Κρηταιέων πλῆθος, a cui costui si era appellato, e quello di Knossos IC I 8 12, dove il πλῆθος τῶν πολιτᾶν è presentato come uditore di quanto riferito dall’allievo del letterato Dioskourides di Tarso Myrinos, giunto al cospetto dell’ekklesia e dei cosmi.
Polis
Contesto di attestazione: Allaria, Anopolise, Apollonia, Aptera, Aradene, Ariae, Arkades, Axos, Biannos, Chersonesos, Datala, Dreros, Eleutherna, Eltynia, Elyros, Erannos, Gortyna, Herakleione, Hierapytna, Hyrtaiae, Hyrtakina, Istron, Itanos, Keraiae, Knossos, Kydonia, Lappa, Lato, Lato pros Kamara, Lissos, Lyttos, Malla, Matalae, Milatose, Olous, Petrae, Phaistos, Phalasarna, Polyrrhenia, Praisos, Priansos, Rhaukos, Rhithymna (?), Sybrita, Tarrhae, Tylisose, polis ignota
Epoca di attestazione: VII secolo a.C. - III secolo d.C.
Anche a Creta – come altrove nel mondo greco – il termine polis è impiegato sia in senso spaziale sia in riferimento all’intera comunità poleica (accezioni per le quali cf. infra) sia in senso più circoscritto in relazione all’assemblea costituita da quanti sono in possesso dello status di cittadino. In quest’ultimo significato, polis coincide con quella che è in alcuni contesti denominata ekklesia o demos ed ha secondo Aristotele come prerogativa la possibilità di ratificare o respingere le decisioni prese dai cosmi e dai gerontes (Arist. Pol. II 1272a; cf. supra s.v. ekklesia e demos; cf. inoltre Ruzé 1997, pp. 111-121, Genevrois 2017, pp. 291-295 e la sezione Crete dell’Inventory of Poleis). È possibile, tuttavia, che anche in molte delle sue occorrenze apparentemente ‘tecniche’ in contesti formulari quali le formule di sanzione e mozione nei decreti e di saluto nelle epistole il termine polis non indichi l’assemblea del popolo bensì l’insieme delle componenti della città, comprendenti sia la collettività civica che i suoi organi istituzionali, implicando in particolare secondo Gunnar Seelentag il coinvolgimento della boule (cf. Seelentag 2015, pp. 231-268).
Nelle fonti di natura epigrafica la polis è attestata molto frequentemente in qualità di assemblea preposta alla deliberazione, perlopiù all’interno delle formule di sanzione e mozione di decreti; sebbene la sua prevalente compresenza con i cosmi in tali contesti possa far pensare che il termine si riferisca in modo generico all’intera comunità poleica, le non rare occorrenze in cui è la sola polis a comparire nelle formule di sanzione o mozione sembrano invece suggerire che la sua menzione indichi effettivamente il ruolo attivo svolto dall’assemblea dei cittadini nell’atto deliberativo.
La polis è attestata assieme ai cosmi come organo responsabile della deliberazione all’interno della formula di sanzione di numerose iscrizioni di III e II secolo a.C., perlopiù decreti: ciò è documentato ad Arkades (IC I 5 52, 53), Axos (IC II 5 17), Biannos (IC I 6 2), Elyros (IC II 13 2), Erannos (Teos 19), Gortyna (IC IV 176, forse IG XII, 6 1 144), Hierapytna (IC III 3 3 C, trattato SEG 63.746), Istron (IC I 14 1), Knossos (IC I 8 9, 10, 11, 12, 14; trattato IC I 8 6), Lappa (IC II 16 3, IC II 16 7 C), Lato (IC I 16 2), Lato pros Kamara (IC I 16 15), forse Lissos (SEG 45.1314, di epoca ellenistica), Malla (IC I 19 2, 3 A), Olous (IC I 22 4 IX-XI), Polyrrhenia (IC II 23 5, forse SEG 50.911 A-B; SEG 64.798 A e forse B, in cui la menzione della polis precede eccezionalmente quella dei cosmi), Praisos (IC III 6 7), Priansos (IC I 24 1), Rhaukos (IC I 27 1) e in città cretesi di cui non è noto il nome (Mylasa 101, Mylasa 92 – in una formula che potrebbe essere di mozione –, forse SEG 51.1056). La polis, inoltre, figura assieme ai cosmi in tale ruolo anche nelle formule di mozione di decreti di III e II secolo a.C. di Allaria (IC II 1 1, 2), Axos (IC II 5 17), Eleutherna (IC II 12 21), Lyttos (IC I 18 8), Polyrrhenia (IC II 23 3) e Rhaukos (IC I 27 1).
La polis compare invece da sola come organo deliberante all’interno della formula di sanzione in più decreti o leggi di Dreros del 650-600 a.C. (Bile 4, SEG 27.620, forse SEG 23.530) e in decreti perlopiù di III o II secolo a.C. di Elyros (IC II 13 1 A-B), Gortyna (IC IV 162, forse 195, 378 B-C, manomissione 231), Lappa (IC II 16 4, 5 A-B, 6 A-B, 7 A-B, 8 A), Olous (IC I 22 4 II e VII, SEG 23.549 di II-I secolo a.C.), Polyrrhenia (IC II 23 6) e forse Itanos (trattato IC III 4 6), oltre che in una città di cui non è noto il nome (trattato SEG 41.772, in una formula che potrebbe essere di mozione) e in un decreto congiunto di Gortyna e Phaistos (IC IV 165, ἔαδε ταῖς πόλιθι ἀνφοτέραις). La polis, inoltre, figura da sola in tale ruolo anche nelle formule di mozione di decreti di III e II secolo a.C. di Istron (SEG 51.1056), Knossos (IC I 8 9, 12) e Priansos (IC I 24 1).
Nelle formule di sanzione di alcuni documenti, perlopiù – ma non esclusivamente – dalla cronologia alta, il termine polis è sostituito dall’etnico collettivo (nel presente studio sono stati considerati gli etnici collettivi solamente nei casi in cui è implicata l’esecuzione di un atto pubblico (e.g. stipulazione di trattati, deliberazione, atti di dedica) da parte di istituzioni non meglio specificate della comunità): ciò avviene nelle leggi di Lyttos SEG 35.991 A-B e apparentemente di Eltynia IC I 10 2 del 500 a.C. ca. e nei decreti di Datala SEG 27.631 del 500 a.C. ca. e di Gortyna IC IV 78 del 450-400 a.C., oltre che nei decreti di Olous IC I 22 4 VIII e SEG 23.548 di inizi II secolo a.C. e nella definizione di confini da parte di Itanos e Praisos citata alle ll. 61-65 dell’arbitrato del 112/111 a.C. IC III 4 9. Tale sostituzione è documentata anche all’interno della formula di mozione dei decreti di Itanos del 269-262 a.C. ca. IC III 4 2 = 3 e di Hierapytna del 242 a.C. SEG 51.1056 e del 150-100 a.C. ca. Papachristodoulou 2006. L’etnico collettivo figura inoltre nelle formule di sanzione congiunte comuni alle città coinvolte presenti nel trattato fra Gortyna e Lato del 219-216 a.C. ca. IC I 16 1 = SEG 58.988 e in quelli di tardo II secolo a.C. fra Lato e Olous (IC I 16 3, Chaniotis, Verträge 55B-56B = IC I 16 4 A-B, Chaniotis, Verträge 61B) e fra Lyttos e Olous (IC I 18 9).
A Elyros, Gortyna, Istron, Knossos, Lappa, Lyttos, Olous, Polyrrhenia e Priansos, dunque, risultano essere in uso sia le formule di sanzione o mozione menzionanti la polis e i cosmi che quelle in cui a figurare è la sola polis o il relativo etnico collettivo; la polis è invece attestata sempre da sola in tale ambito a Dreros e forse Itanos, oltre che sotto forma di etnico collettivo a Datala ed Eltynia.
Riferimenti al ruolo svolto dalla polis nel processo deliberativo occorrono in più decreti anche al di fuori delle formule di sanzione e mozione, perlopiù mediante il genitivo πόλιος, πόλεος o πόλεως. In più decreti relativi alla concessione di asylia a Teos della prima serie del 201 a.C. ca. è presente l’espressione τὸ γραφὲν δόγμα περὶ τᾶς ἀσυλίας ὑπὸ τᾶς πόλιος, IC I 5 52 di Arkades, IC I 6 1 di Biannos, IC I 14 1 di Istron, IC II 26 1 di Sybrita e forse IC I 3 1 di Apollonia e IC I 8 8 di Knossos, nel quale la polis pare essere menzionata anche come responsabile della concessione di prossenia agli ambasciatori teii. Riferimenti analoghi a quest’ultimo sono inoltre presenti in tre dei decreti relativi alla concessione di asylia a Teos della seconda serie del 170-140 a.C. ca., IC I 5 53 di Arkades, IC I 6 2 di Biannos e Teos 19 di Erannos. Richiami alla concessione di onori (timia, prossenia, euergesia) da parte della polis sono presenti anche in decreti di II e I secolo a.C. di Aptera (IC II 3 2 e forse 3), Arkades (IC I 5 19), Axos (IC II 5 17 del 201 a.C. ca., IC II 5 35), Knossos (IC I 8 12), Polyrrhenia (IC II 11 2) e forse Malla (IC I 19 3 A) e Olous (SEG 25.1020), oltre che di una città di cui non è pervenuto il nome (IC II 30 3, forse Mylasa 94).
Richiami analoghi sono inoltre presenti in numerosi decreti onorari mediante la specificazione dell’etnico collettivo al caso genitivo in riferimento alla concessione accordata, abitualmente lo status di prosseno, cittadino o euergetes. Ciò è particolarmente frequente a Gortyna, dove l’espressione ricorre in numerosi decreti di III, II e I secolo a.C. (IC IV 204 A, 205 A e C, 206 B-L e forse A e M, 207, 208 A-D, 209 A-C, 210 A-B, 211, 212, 213 A-B, 214, 215 A-C, 216, 218 A, C, E e forse B e D, 219, 220, 221 A-C, 222 B-C e forse A, 223 A, 224 B e forse A, 225 A-B, 227, 228, SEG 38.906, SEG 48.1210 A-C di I secolo a.C. - inizi I secolo d.C., SEG 58.991 e forse IC IV 202, 217 e SEG 58.987 A-B). Al di fuori di Gortyna simili riferimenti occorrono in decreti onorari di epoca ellenistica di Olous (IC I 22 4 VI e XII, SEG 23.551, forse IC I 22 7), Hyrtakina (IC II 15 2, al dativo Ὑρτακινίοις), Lappa (SEG 57.846), Phaistos (IC IV 229, IC IV 230), Polyrrhenia (IC II 23 4 A) e Sybrita (SEG 60.1000 I-III e V-VIII).
Riferimenti espliciti al ruolo svolto dalla polis nel processo deliberativo sono inoltre presenti nei trattati fra Olous e Rodi del 201/200 a.C. SEG 23.547 (τὰ δόξαντα ... τᾶι πόλει τᾶι Ὀλουντίων) e in relazione a Knossos nel trattato del 116 a.C. Chaniotis, Verträge 55B-56B = IC I 16 4 (ἐν τοῖς κριθένσι ὑπὸ τᾶς πόλεος).
Altre iscrizioni, invece, presentano riferimenti a decisioni della polis mediante la sua menzione al nominativo, come soggetto agente responsabile di quanto stabilito: ciò avviene in decreti di III, II e I secolo a.C. di Arkades (IC I 5 52, IC I 5 20 A), Erannos (Teos 19), Gortyna (IC IV 162, 176), Knossos (IC I 8 11, 12) e Olous (SEG 25.1020, IC I 22 4 XI e XIII). Nel decreto gortynio del 525-500 a.C. IC IV 64, invece, figura il toponimo della città come responsabile della concessione effettuata (ἔδοκαν ... Γόρτυνς ἐπίπανσα), mentre in quello di Datala del 500 a.C. ca. SEG 27.631 la polis è menzionata al nominativo come responsabile di una solenne promessa connessa ad una libagione (ἐσπένσαμες πόλις). Nel presunto falso decreto del koinon cretese Magnesia 40 del 200 a.C. ca., inoltre, sembra essere documentata una riunione di tutte le città cretesi presso il santuario di Apollo Bilkonios finalizzata all’emanazione del decreto stesso (συνελ[θ]ουσᾶν [τ]ᾶμ πολίων πασᾶν).
Quanto all’attività decisionale connessa alle relazioni estere – oltre ai casi già esaminati di concessioni onorarie a stranieri –, la polis di Knossos risulta essere coinvolta come arbitro in una disputa intercorrente fra le città di Lato e Olous nel trattato del 118 a.C. IC I 16 3 e più nello specifico come responsabile dell’emissione di un krima negli arbitrati Chaniotis, Verträge 54-56a del 115 a.C. (ἔκρινε ἁ τῶν Κνωσίων πόλις) e Chaniotis, Verträge 54-56b del 113 a.C., nel quale è indicata mediante l’etnico collettivo (Κνώσιοι ἔκριναν); nel trattato del 227-221 a.C. ca. IC III 3 1, invece, sembra essere prevista la scelta di una città come arbitro per stabilire l’entità della multa da imporre ai cosmi di Hierapytna nel caso di mancato rispetto degli accordi.
Numerosi trattati di fine III e soprattutto II secolo a.C., inoltre, prevedono la possibilità di modifiche future agli accordi nel caso siano entrambe le poleis coinvolte a decretarlo: tale clausola – espressa nella forma εἰ δέ τί / ὅτι δὲ κα (συν)δόξηι (ἀμφοτέραις) ταῖς πόλεσι o in formulazioni simili – è presente nei trattati fra Eleutherna e Phaistos SEG 41.741, Hierapytna e Itanos IC III 4 6, Hierapytna e Lyttos IC III 3 3 B, Hierapytna e Priansos IC III 3 4, Lyttos e Olous SEG 61.722, Lato e Olous con la mediazione di Knossos IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B, Lato e Olous IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, Hierapytna e Lato SEG 26.1049 e forse Hierapytna e Itanos IC III 4 5, Gortyna e Sybrita IC IV 183 e Hierapytna e Knossos IC I 8 13.
La polis, non necessariamente come assemblea ma possibilmente come comunità, figura al nominativo come promotrice di più dediche perlopiù onorarie, quelle di III secolo a.C. per sovrani stranieri IC II 23 12 A di Polyrrhenia e IC II 19 2 di Phalasarna e quelle di II e I secolo a.C. per individui di origini romane di Eleutherna IC II 12 30, Lappa SEG 57.847, Polyrrhenia IC II 23 13-14, oltre che verosimilmente del decreto onorario gortynio di fine I secolo a.C. - inizi I secolo d.C. IC IV 293. La polis figura in tale ruolo anche in tre dediche ellenistiche esposte fuori da Creta, ID 1602, promossa a Delos da Knossos, IG IX, 12 3 783, promossa a Delfi apparentemente da Axos, e IG V, 1 475, promossa a Sparta verosimilmente da Gortyna, oltre che nelle dediche onorarie di Kydonia del 400-350 a.C. SEG 28.746a, di Lato di I secolo a.C. - I secolo d.C. IC I 16 37 e possibilmente di Lissos IC II 27 2 e in quella votiva di Polyrrhenia di III secolo a.C. IC II 23 8. Nelle dediche onorarie di Axos, Eleutherna e Gortyna del 200 a.C. ca. Miletos 314 e in quelle votive di Knossos di III secolo a.C. IC III 2 3 e IC III 2 4, invece, ciascuna polis è indicata mediante il ricorso al relativo etnico collettivo al genitivo; l’etnico figura invece al nominativo nelle dediche onorarie di Knossos FD 2 135 del 154-151 a.C. e I.Orop. 433 del 154-152 a.C. e in quella votiva di Lato Chaniotis, Verträge 54-56d del 113-110 a.C.
Il termine polis, presumibilmente in riferimento alla collettività civica e non all’assemblea, figura assieme ai cosmi in qualità di mittente di più epistole di III e II secolo a.C. – perlopiù contenenti decreti – all’interno della formula di saluto iniziale οἱ κόσμοι καὶ ἁ πόλις ... χαίρειν: così avviene nelle lettere di Allaria IC II 1 2, Aptera IC II 3 2, Axos IC II 5 19, Gortyna IC IV 168 e IC III 4 9, ll. 116-121, Knossos IC I 8 7, Hierapytna IC III 4 9, ll. 125-130, Kydonia IC II 10 2 (nell’espressione ἁ πόλις καὶ οἱ ἄρχοντες), Polyrrhenia IC II 23 3, Sybrita IC II 26 1 (nella sequenza invertita ἁ πόλις καὶ οἱ κόσμοι) e forse Istron e Phaistos SEG 51.1056. La polis è indicata invece come destinataria – ancora una volta assieme ai cosmi – nella formula iniziale di saluto ... τοῖς κόσμοις καὶ τᾶι πόλει χαίρειν nell’epistola di Tebe a Polyrrhenia di fine III - inizi II secolo a.C. IC II 23 1, dove è anche responsabile dell’invio di ambasciatori, e nelle due lettere indirizzate ad Itanos citate alle ll. 116-121 e 125-130 dell’arbitrato del 112/111 a.C. IC III 4 9. Le poleis di Lato e Olous, indicate mediante i propri etnici collettivi, compaiono inoltre come destinatarie assieme al sacerdote del santuario di Dera (?) dell’apokrima romano del 113 a.C. Chaniotis, Verträge 54-56b.
La polis è indicata come responsabile dell’invio di ambasciatori anche nel trattato del 111/110 a.C. IC I 18 9 in relazione ad Olous e forse nel decreto di fine II - I secolo a.C. IC I 5 19 in relazione a Hierapytna, mentre come destinataria di ambascerie nel caso di Gortyna nel trattato del 168/167 a.C. IC IV 181 e forse di Arkades nel decreto onorario di II secolo a.C. IC I 5 20 A, oltre che in relazione a non meglio precisate poleis cretesi nei decreti di II secolo a.C. IC I 8 11 e apparentemente Mylasa 94 e forse nel trattato fra Gortyna e Knossos del 220 a.C. ca. SEG 49.1217. Nei trattati del 118 a.C. IC I 16 3 e del 116 a.C. Chaniotis, Verträge 55B-56B = IC I 16 4, inoltre, la polis di Knossos figura come responsabile di ambascerie dirette alle città di Lato e Olous, mentre in IC I 16 4 anche le poleis di Lato e Olous compaiono come mittenti di ambasciatori ai quali hanno consegnato grammata. Un riferimento all’invio sia di documenti che di ambasciatori è presente anche nel trattato del 201/200 a.C. SEG 23.547 in relazione a Olous, indicata mediante il proprio etnico collettivo. Le poleis di Knossos, Lyttos e Chersonesos, inoltre, risultano aver inviato giudici a Malla da quanto narrato nel decreto di quest’ultima di fine II secolo a.C. IC I 19 3 A.
La polis è ricordata come destinataria della consegna di documenti nel caso di Knossos nei trattati del 118 a.C. IC I 16 3 e del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B, di Eleutherna nel decreto onorario del 94-86 a.C. ca. Syll.3 737, mentre come mittente nel caso di Knossos nel decreto onorario di fine II secolo a.C. IC I 8 12 e di Hierapytna – indicata mediante il proprio etnico collettivo – e altre non precisate poleis nell’arbitrato di Magnesia del 112/111 a.C. IC III 4 9. Nel decreto di Malla del 170-140 a.C. ca. IC I 19 2, inoltre, sembra essere previsto che la polis invii aiuti militari a Teos in caso di necessità (non sono qui segnalati i casi analoghi in cui al posto del termine polis è impiegato un etnico collettivo, frequenti nei trattati).
Alla polis è ricondotta l’iniziativa della costruzione o ristrutturazione di strutture pubbliche – perlopiù sacre – in numerose iscrizioni edificatorie prevalentemente di II secolo a.C., nelle quali il termine è impiegato al nominativo in qualità di soggetto agente. Il coinvolgimento attivo della polis in tale contesto è particolarmente frequente a Lato (IC I 16 25, 26, 29, 30, 31, Bile 47 e forse Chaniotis, Verträge 54-56c, IC I 22 2, IC I 16 27 e 28) ed è attestato anche a Gortyna (fine II - inizi I secolo a.C., IC I 17 6), forse Olous (IC I 22 8) e Polyrrhenia (IC II 23 7 B), nella quale è verosimile che sia responsabile anche della realizzazione del coevo epitaffio per i caduti della città I.Polyr. 23. L’edificazione di monumenti funerari pubblici da parte della polis è documentata inoltre da due epitaffi di Itanos, IC III 4 43 di III-II secolo a.C. e IC III 4 38 di I secolo a.C., nei quali la città è definita patris.
Nelle formule relative alla stipulazione di trattati – del tipo τάδε συνέθεντο ... καὶ ... e simili – è di gran lunga più frequente il ricorso all’etnico collettivo che al termine polis: l’etnico, prevalentemente impiegato al nominativo, vi figura nei trattati di III e II secolo a.C. fra Aptera e Kydonia SEG 41.731, Aptera e Hierapytna SEG 63.747, Hierapytna e Priansos IC III 3 4, Gortyna e Lappa IC IV 186, Gortyna, Hierapytna e Priansos IC IV 174, Hierapytna e Lato SEG 26.1049, Lato e Olous IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, Phalasarna e Polyrrhenia IC II 11 1 = SEG 50.936, Lato pros Kamara e un’altra città IC I 16 19 e forse Aptera ed Eleutherna SEG 41.742 ed Eleutherna e Lato IC I 16 17. Liste di più città stipulatrici di accordi indicate mediante i propri etnici collettivi sono inoltre presenti nelle convenzioni del 260-250 a.C. ca. fra Mileto ed i sistemi di alleanze guidati da Knossos (IC I 8 6: Κνωσίων, con Tylisos, Rhaukos, Chersonesos, Milatos, Eltynia, Herakleion, Priansos, Apollonia, Petra, Itanos, Praisos, Istron, Olous, Dreros, Lato, Eleutherna, Axos, Kydonia e Phalasarna), Gortyna (IC IV 161: Γορτυνίων, con Hyrtaia, Aria, Arkades e Lyttos) e Phaistos (IC I 23 1: Φαιστίων, con Matala e Polyrrhenia), nel presunto falso decreto del koinon cretese Magnesia 41 del 200 a.C. ca. (Milatos, Aptera, Eltynia, Keraia, Allaria, Polyrrhenia, Phalasarna e Arsinoe, quest’ultima forse coincidente con Rhithymna) e nel trattato del 183 a.C. IC IV 179 fra Eumene e trentun città cretesi (Gortyna, Knossos, Phaistos, Lyttos, Rhaukos, Hierapytna, Eleutherna, Aptera, Polyrrhenia, Sybrita, Lappa, Axos, Priansos, Allaria, Arkades, Keraia, Praisos, Lato, Biannos, Malla, Erannos, Chersonesos, Apollonia, Elyros, Hyrtakina, Eltynia, Anopolis, Araden, Istron, Tarra, Lissos). Formulazioni differenti in cui occorrono gli etnici collettivi delle poleis contraenti a proposito del loro ruolo nella stipulazione di accordi sono inoltre attestate nei trattati fra Lyttos e Lindos di fine V secolo a.C. Lindos II 13 e fra Knossos e Tylisos del 460-450 a.C. ca. IC I 8 4, oltre che in quelli di III e II secolo a.C. fra Anopolis, Aptera, Eleutherna, Sybrita e una quinta città e Messene SEG 58.369, Axos, Gortyna e Phaistos SEG 23.563, Eleutherna e Rhaukos SEG 54.841, Hierapytna e Rodi IC III 3 3 A, Lyttos e Olous IC I 18 9 e in quello di fine III - inizi II secolo a.C. IC IV 184 fra Gortyna e Kaudos, nel quale la costruzione sintattica rispecchia la disparità intercorrente fra le contraenti (τάδε ἐπεχώρησαν οἱ Γορτύνιοι τοῖς τὰν Κα[ῦ]δον ϝοικίονσι). Etnici che è verosimile che facessero parte di espressioni analoghe compaiono anche in contesti frammentari nei trattati di III e II secolo a.C. IG XII, Suppl. 256 fra Knossos e Andros, IC IV 185 in relazione a Elyros, IC I 18 10 in relazione a Lyttos e Chaniotis, Verträge 21 in relazione a Praisos. Nel trattato del 278-270 a.C. IC II 17 1, inoltre, è presente un riferimento a un’alleanza stipulata in precedenza da Gortyna (καθάπερ Γορτύνιοι [συμμαχ]ίαν ποιήσασθαι), mentre IG XII, 5 723 di II secolo a.C. restituisce una lista di etnici collettivi delle poleis che è verosimile che abbiano stipulato accordi con Andros (Chersonesos, Lyttos, Gortyna, Lappa, Lato e Sybrita).
Sebbene in tale contesto sia più frequente il ricorso all’etnico collettivo, il termine polis è impiegato in riferimento alla stipulazione di accordi nei trattati di III e II secolo a.C. fra Lyttos e Olous IC I 18 9 = SEG 61.722, fra Hierapytna e Rodi IC III 3 3 A, fra Olous e Rodi SEG 23.547, nell’intestazione delle convenzioni di Mileto IC I 8 6 e nel decreto di Praisos di inizi III secolo a.C. relativo ad un accordo con Stalai IC III 6 7.
La polis, inoltre, è frequentemente indicata come destinataria di multe, dirette nello specifico ai suoi fondi: ciò avviene in più leggi di Gortyna di VI e V secolo a.C. (IC IV 41, 79, 144 e verosimilmente 13 e 84), nella legge di Eltynia del 500 a.C. ca. IC I 10 2, nel decreto di Itanos di inizi III secolo a.C. IC III 4 7 e in più decreti gortynii (IC IV 78 del 450-400 a.C., 165 del 240-222 a.C. ca., forse 162 del 250-200 a.C.). Multe da versare alla polis sono inoltre previste nei trattati di III - II secolo a.C. fra Lyttos e Malla IC I 19 1, Hierapytna e Antigono Dosone IC III 3 1 A, Gortyna e Lato IC I 16 1, Gortyna e Sybrita IC IV 183, Hierapytna e Priansos IC III 3 4, Hierapytna e Lyttos IC III 3 3 B, Lyttos e Olous SEG 61.722 e forse Hierapytna e Lato IC I 16 16 (non sono qui inclusi i casi analoghi in cui al posto del termine polis è impiegato l’etnico collettivo cittadino). Oltre alle multe, è richiesto che sia versato alla polis un pagamento a carico del liberto nelle manomissioni gortynie di II secolo a.C. SEG 48.1208 e IC IV 235 e parte del bottino di guerra nei trattati fra Hierapytna e Priansos IC III 3 4 di fine III - inizi II secolo a.C. e fra Knossos e Tylisos IC I 8 4 del 460-450 a.C. ca. in relazione a Knossos, oltre che apparentemente dei tributi stabiliti presso le due contraenti nel trattato di inizi II secolo a.C. IC IV 180 fra Gortyna e un’altra città ignota. I fondi di pertinenza della polis sono esplicitamente menzionati soltanto nei casi in cui è fatto ricorso a questi per il finanziamento di spese pubbliche, ovvero nelle iscrizioni edificatorie da Lyttos IC I 18 13 di I secolo d.C. (ἐκ τῶν τᾶς π[όλεως προσ]όδων, da cui è finanziato il restauro di un altare) e da Arkades IC I 5 5 di II secolo a.C. e SEG 26.1044 del 14-37 d.C. ca. (ἐκ τῶν τᾶς πόλεος δαπαναμάτων, risorsa da cui i cosmi – e nel secondo caso anche gli oikonomoi – attingono per la costruzione o ristrutturazione di un tempio e di un balaneion), oltre che nel decreto onorario di Itanos IC III 4 4 del 246-222 a.C. ([ἀπὸ τῶ]ν ποθόδων τᾶς πόλιος, da cui i cosmi devono attingere per l’iscrizione e la collocazione del decreto). Pagamenti ad opera della polis, inoltre, sono previsti nel trattato del 168/167 a.C. IC IV 181, in cui è richiesto che la città di Knossos ripaghi prestiti e obbligazioni a Gortyna e ai singoli Gortynii verso cui è in debito, e nel presunto falso decreto del 200 a.C. ca. Magnesia 40, in cui non meglio definite poleis cretesi figurano come responsabili del finanziamento della fondazione di una colonia cretese in Asia.
In due documenti, la legge di Gortyna IC IV 43 del 500-450 a.C. e il rendiconto di Kydonia IC II 10 1 del 250-200 a.C., la polis figura come promotrice di concessioni di terreni e immobili, nel caso di Kydonia assegnati a propri prosseni ed euergetai. Altri ambiti in cui la polis risulta come responsabile di iniziative sono quello dell’affrancamento di schiavi (nelle manomissioni gortynie di IV e III secolo a.C. IC IV 236 e 233), dell’organizzazione di competizioni (nel decreto onorario di Itanos del 246-222 a.C. IC III 4 4), del compimento di sacrifici (nello stesso decreto di Itanos e nella legge sacra di Gortyna del 500-475 a.C. IC IV 146), della nomina del collegio dei cosmi (nel decreto di Praisos di inizi III secolo a.C. IC III 6 7) e di votazioni (nel decreto di Axos di I secolo a.C. IC II 5 35 e nel trattato fra Eleutherna e Antigono Dosone del 227-224 a.C. ca. IC II 12 20).
Il termine polis, infine, figura in alcuni contesti frammentari di difficoltosa comprensione: è il caso delle leggi di Gortyna di V secolo a.C. IC IV 45, 148 e 150, dell’iscrizione edificatoria di Lato IC I 16 33 di inizi II secolo a.C., forse del trattato fra Gortyna e un’altra città IC IV 380 del 216-204 a.C. ca., delle iscrizioni di Axos ΘΕΤΙΜΑ E 259 e IC II 5 33 di III-II secolo a.C. e di Eleutherna IC II 12 14 di VI-V secolo a.C. Di difficile interpretazione è anche l’occorrenza dell’etnico collettivo di Milatos nel decreto di Dreros Bile 3 del 650-600 a.C., dove compare nell’enigmatica espressione Μιλάτιοι ἆρκσαν.
Cariche individuali o collegiali
Agretas
Contesto di attestazione: Dreros
Epoca di attestazione: VII secolo a.C.
Il termine agretas è attestato solamente in un decreto del 650-600 a.C. di Dreros, Bile 4, nel quale designa una figura responsabile di una punizione – verosimilmente un’ammenda pecuniaria – da non infliggere a chi sia stato propolos. Sebbene il termine sia stato interpretato su base etimologica come «colui che convoca» i cittadini (in armi), in connessione con una glossa di Esichio e con un passo dell’Odissea (Hsch. s.v. Ἀγρέταν· ἡγεμόνα θεόν; Hom. Od. XIII 14-15, ἡμεῖς δ᾽ αὖτε ἀγειρόμενοι κατὰ δῆμον τισόμεθ᾽; cf. Genevrois 2017, pp. 19-25), è significativo notare come la sola altra occorrenza cretese di un termine etimologicamente affine, agreion, compaia anch’essa in un contesto in cui sono presenti dei propoloi, l’iscrizione gortynia IC IV 9, circostanza che potrebbe implicare un legame fra l’agretas e l’agreion e la sfera sacra. Una connessione fra la radice αγρ- e l’ambito cultuale, peraltro, è suggerita anche dalla glossa di Esichio ad ἀγρεταί, termine che a Cos indica nove fanciulle scelte ogni anno πρὸς θεραπείαν τῆς Ἀθηνᾶς (Hsch. s.v. ἀγρεταί; cf. Seelentag 2015, pp. 350-351).
Antithens
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il termine antithens, forma participiale di ἀντιτίθημι, a Creta è attestato in senso tecnico soltanto nell’ambito di manomissioni. Tale uso, noto anche in Beozia in epoca ellenistica (cf. e.g. IG VII 3352), a Creta è documentato nella manomissione gortynia di metà II secolo a.C. SEG 48.1208, dove l’antithens è indicato in qualità di figura che è richiesto che sia presente assieme ad un cosmo nel momento in cui lo schiavo in procinto di essere affrancato dedica una phiala d’argento ad Hera Kydista, possibilmente con funzioni di garante (cf. Magnelli 1998a, pp. 107-109).
Apokosmos
Contesto di attestazione: Axos, Lyttos
Epoca di attestazione: V-IV secolo a.C.
La figura dell’apokosmos è attestata solamente a Creta nelle città di Lyttos ed Axos rispettivamente dalla legge SEG 35.991 A del 500 a.C. ca. e dalla legge sacra SEG 23.566 di fine IV secolo a.C., nelle quali è indicato come passibile di multe qualora contravvenga a quanto stabilito nel primo caso, mentre come incaricato del compimento di sacrifici da effettuarsi qualora non abbia rispettato quanto prescritto nel secondo. In entrambi i casi il termine è posto in opposizione a chi detiene la carica di cosmo, rispettivamente nelle espressioni ἢ κοσμίων ἢ ἀπόκοσμο[ς] e αἴ τις τᾶν νῦν κοσμιό[ντ]ων ἢ ἀπόκοσμος: tale contrapposizione sembra dunque suggerire che il termine apokosmos sia da interpretare come «non avente la carica di cosmo» e verosimilmente più nello specifico come «cosmo uscito di carica» (e non come «non ancora cosmo», come è invece proposto in Manganaro 1966, p. 16; cf. Papakonstantinou 1996, Seelentag 2015, p. 216, Genevrois 2017, pp. 199-203).
Arche / Archeion
Contesto di attestazione: Itanos, Knossos (?), Lato, Praisos
Epoca di attestazione: III-I secolo a.C.
Il termine arche, indicante una carica pubblica (cf. McAuley 2013), a Creta è impiegato in tale accezione nell’epitaffio di Itanos IC III 4 37 di II - I secolo a.C., nel quale il defunto è detto non aver ricoperto alcuna carica della propria città (οὐ τελέσας ἀρχὴν πόλεως), motivo per cui non resterà nulla di lui, oltre che apparentemente con lo stesso valore nel decreto onorario di Lato IC I 16 20 di III secolo a.C. Il termine è attestato con una connotazione lievemente differente nel decreto di Praisos IC III 6 7 di inizi III secolo a.C., nel quale è richiesto che il collegio dei cosmi presti il giuramento previsto in nome della propria autorità ([ὑπ]ὲρ τᾶς αὐτοῦ ἀρχᾶς). Il plurale archai, invece, sembra essere utilizzato nel decreto IG XII, 7 32 del 200-150 a.C. per indicare collettivamente l’insieme dei magistrati di Knossos – verosimilmente i cosmi – come destinatari dell’invio di una copia del documento da parte di Arkesine. Nel trattato fra Hierapytna e Priansos di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4, inoltre, è attestato l’uso del termine archeion in relazione al momento di assunzione della propria carica da parte dei cosmi (ἀφ’ ἇς κα ἁμέρας ἐπιστᾶντι ἐπὶ τὸ ἀρχεῖον).
Archon
Contesto di attestazione: Gortyna, Hierapytna, Itanos, Knossos, Kydonia, Lebena (?), Praisos
Epoca di attestazione: III-I secolo a.C.
Il termine archon a Creta non designa un’istituzione specifica – come è invece ad esempio nel caso degli arconti ateniesi – ma è impiegato per indicare in modo generico l’insieme dei magistrati, uso che è attestato in relazione all’isola anche da un passo di Eforo che documenta la prassi dei Cretesi di scegliere dieci archontes (i.e. cosmi, Ephor. FGrHist 70 F 149; per un uso simile fuori da Creta cf. e.g. Syll.3 672, l. 16; cf. inoltre Hansen 1980 e McAuley 2013; per l’archon dell’agela cf. infra s.v. agelatas).
Gli archontes di Hierapytna figurano come destinatari assieme alla boule e al demos della città nella formula di saluto iniziale dell’epistola di Calpurnio Pisone del 112/111 a.C. IC III 4 10, mentre quelli di Kydonia risultano essere assieme alla polis i mittenti della lettera IC II 10 2 del 201 a.C. ca. indirizzata a Teos, presumibilmente in entrambi i casi coincidendo o perlomeno includendo i cosmi delle rispettive città.
Nel decreto di Itanos IC III 4 7 di inizi III secolo a.C. gli archontes sono tenuti a guidare assieme ai sacerdoti la prestazione del giuramento previsto, pena l’imposizione su ciascuno di loro di una multa di centro dracme, e a far iscrivere il relativo horkos su due stele. Ad Itanos gli archontes sono attestati anche nel giuramento IC III 4 8, connesso e coevo al precedente decreto, in cui è previsto l’impegno a denunciare eventuali cospirazioni contro la città o i suoi cittadini ai magistrati della città.
Gli archontes di Praisos sono attestati assieme al koinon come responsabili della deliberazione nella formula di sanzione del decreto IC III 6 9 di III secolo a.C.; la mancanza di paralleli di una simile formula, tuttavia, impone cautela nell’interpretare tali figure come coincidenti con i cosmi, i quali compaiono invece assieme alla polis nella formula di sanzione nel coevo decreto di Praisos IC III 6 7.
Il termine archontes è inoltre impiegato nella convenzione fra Knossos e Mileto del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6, nella quale è previsto che i magistrati delle due città – i.e. i cosmi menzionati immediatamente prima per quanto riguarda Knossos – intervengano in caso di violazione di quanto accordato, e nel trattato fra Gortyna e un’altra città di inizi II secolo a.C. IC IV 180 in riferimento alla scelta di un capo militare fra gli archontes delle due poleis, oltre che possibilmente nell’iscrizione frammentaria di Lebena IC I 17 43 di II secolo a.C. (ἀρχω-).
Due iscrizioni cretesi, inoltre, attestano l’impiego di forme del verbo archo possibilmente nel suo valore di «essere in carica» o «comandare»: ciò avviene nel decreto di Dreros del 650-600 a.C. Bile 3 in relazione ai Prepsidai e ai Milatioi (ἆρκσαν) e nell’iscrizione frammentaria da Pyloros di I secolo a.C. IC I 25 9 forse in riferimento a Gortyna (ηρχον; per l’uso di forme del verbo archo seguite dal genitivo aventi il valore di «avviare» – e.g. ὀ ἄρκον τᾶς δίκας in IC IV 42 B – cf. Genevrois 2017, pp. 56-60).
Archos
Contesto di attestazione: Eleutherna, Gortyna
Epoca di attestazione: V, II-I secolo a.C.
Il termine, attestato in più aree del mondo greco (cf. Masson 1986, Wallace 2013), a Creta è impiegato nella legge di Gortyna IC IV 75 del 450-400 a.C. in riferimento al responsabile di un qualche tipo di fornitura destinata all’andreion, verosimilmente relativa ad oggetti necessari alle pratiche commensali (ἐκς ἀνδρείο ὄττ’ ὀ ἀρκὸς παρέκει κατ’ ἀνδρεῖον; cf. Heraclid.Lemb. 15, τῷ ἄρχοντι διδόασι δ μοίρας ... τετάρτην δὲ τῶν σκευῶν; cf. inoltre Seelentag 2015, pp. 431-433). Nella formula di datazione della dedica votiva gortynia IC IV 250 del 67-31 a.C. ca., invece, il termine è probabile che si riferisca alla detenzione della carica di cosmo eponimo o protocosmo, detenuta reiteratamente dal cretarca Kydas figlio di Kydas (Κρητάρχα καὶ ἀρχῶ ὅκα τὸ ι´; così Cigaina 2013, pp. 90-94).
Il termine archos, inoltre, è impiegato per designare il leader dell’agela nella dedica onoraria di II secolo a.C. IC II 12 26 promossa dagli agelatai di Eleutherna in suo onore, figura che è verosimile che coincida con l’individuo menzionato alle linee 6-7 del documento, Dorkos figlio di Wanaxagoras (per l’archon dell’agela di Heraclid.Lemb. 15 cf. infra s.v. agelatas; cf. inoltre Bile 1992a).
È da segnalare, inoltre, che Archos è attestato a Creta anche come nome proprio di un eroe venerato in un santuario presso Acharna, documentato dal trattato fra Knossos e Tylisos IC I 8 4 del 460-450 a.C. ca.
Basileus
Contesto di attestazione: Axos*, Lappa (?)
Epoca di attestazione: VII, V secolo a.C.
Oltre ai numerosi riferimenti letterari alla dinastia mitica di Minosse e Radamante (e.g. Plato Min. 318d), due notizie più attendibili relative alla possibile presenza di una monarchia a Creta sono fornite da Aristotele ed Erodoto, il primo dei quali afferma come nell’isola vi fosse un tempo una basileia, poi abbattuta (Arist. Pol. II 1272a, βασιλεία δὲ πρότερον μὲν ἦν, εἶτα κατέλυσαν οἱ Κρῆτες), mentre il secondo dà notizia dell’esistenza del re di Axos Etearchos, avo del fondatore di Cirene Battos (Hdt. IV 154.2). Il termine basileus, inoltre, è impiegato nello skolion di Hybrias, in cui l’autore afferma di essere chiamato δεσπόταν καὶ μέγαν βασιλῆα (cf. Page 1965, Detorakis 1972, Tedeschi 1991, Van Effenterre – Van Effenterre 2002).
L’unica possibile testimonianza epigrafica relativa ad un re cretese è la sequenza βασιλι- restituita dall’iscrizione frammentaria di Lappa IC II 16 1 di inizi V secolo a.C., di cui purtroppo non è ricostuibile né la terminazione né il contesto. Sebbene non sia da escludere la possibilità che appartenga ad un antroponimo, è plausibile che la sequenza sia riconducibile al verbo basileuo, indicando o una figura regale o un magistrato avente tale nome, analogo forse in qualche modo all’arconte re ateniese (così Capdeville 2006, pp. 215-216; cf. Genevrois 2017, p. 73, Ruzé 1989).
Boule
Contesto di attestazione: Aptera, Arkades, Axos, Dreros, Gortyna, Hierapytna, Itanos, Knossos, Lyttos, Olous, Praisos, Tylisos
Epoca di attestazione: V, III-I secolo a.C.
Il termine boule, a Creta più spesso attestato nelle forme doriche βουλά o βωλά, designa un consiglio dei cui membri non è noto con certezza né il numero né la natura, coincidente con tutta probabilità con quello dei gerontes costituito da ex cosmi descritto da Aristotele ed Eforo (cf. infra s.v. gerontes; cf. inoltre Mandalaki 2004, pp. 121-123, Youni 2011, pp. 119-126, Genevrois 2017, pp. 76-78 e, sugli sviluppi di età imperiale della boule, Pałuchowski 2006; sulla boule nel mondo greco cf. Mossé 1967, capp. 3 e 5, Wallace 2013; per l’uso del termine boule in senso spaziale cf. infra). È verosimile, inoltre, che i suoi membri siano da individuare nei preigistoi, gli «anziani», documentati da alcune iscrizioni arcaiche ed ellenistiche e denominati nel loro insieme preisgeia (cf. infra s.v. preigistos). Nonostante la limitata presenza della boule nella documentazione epigrafica cretese, è possibile che tale consiglio svolga un ruolo importante nell’attività deliberativa così come affermato dalle fonti letterarie a proposito dei gerontes (Arist. Pol. II 1272a, Ephor. FGrHist 70 F 149) e come ritenuto da Gunnar Seelentag, secondo cui le rare menzioni dirette della boule sarebbero da imputare al fatto che questa sia implicata nella dicitura ‘polis’ frequentemente impiegata nelle formule di sanzione e mozione e a suo avviso indicante l’insieme della cittadinanza e delle istituzioni, fra le quali sarebbe appunto incluso il consiglio (cf. Seelentag 2015, pp. 212-268; sulla sua proposta di riconoscere un proto-consiglio nei Venti della città di Dreros cf. infra s.v. hoi ikati hoi tas polios).
Nella documentazione epigrafica la boule figura come responsabile della deliberazione nelle formule di sanzione o mozione di più decreti di Aptera di fine III e in particolar modo di II secolo a.C. (sanzione: IC II 3 4 B, 5 A-B, 8 C, 9, 10 B-C, 12 B-C, 17, forse 4 A e 6 C; sanzione e mozione: 3, 4 C, 10 A), oltre che in quelle di sanzione di alcuni decreti di Itanos di III secolo a.C. (IC III 4 2 = 3, 4, forse 7), di Praisos di III secolo a.C. (IC III 6 10), di Dreros di fine III - inizi II secolo a.C. (Bile 50.1 = 50.2) e di Arkades di fine II - I secolo a.C. (IC I 5 19). Un riferimento a decisioni prese dalla boule è presente inoltre al di fuori delle formule di sanzione e mozione nella legge di Lyttos del 500 a.C. ca. SEG 35.991 ([ἐ]ϙ ϝωλᾶς ϝαδᾶς) e nella dedica onoraria di Gortyna di I secolo a.C. IC IV 298 ([τῆς κρατίστ]ης Γορτυνίων βουλῆς). L’alta probabilità che la boule sia implicata nel processo deliberativo pur senza essere nominata esplicitamente, tuttavia, rende difficile determinare se la sua menzione o meno all’interno delle formule di sanzione o mozione sia indice di varietà procedurali e se sussista davvero una differenziazione fra decreti probuleumatici e non probuleumatici (cf. Rhodes – Lewis 1997, pp. 309-313, 477, 555).
Per quanto riguarda le relazioni estere, la boule di Hierapytna figura assieme al demos e agli archontes della città come destinataria della lettera del 112/111 a.C. IC III 4 10 inviatale da Calpurnio Pisone, mentre è al cospetto della boule e verosimilmente del demos di Olous che si sono presentati i theoroi rodii onorati nel decreto del 200-150 a.C. IC I 22 5.
La boule è indicata come responsabile dell’esazione delle multe comminate ai cosmi nel giuramento di Dreros IC I 9 1 di fine III secolo a.C., mentre come impositrice di multe nei confronti degli stessi nel trattato fra Knossos e Tylisos IC I 8 4 del 460-450 a.C. ca.; nella legge sacra di Axos del 500-450 a.C. IC II 5 9, invece, risulta essere la finanziatrice dei sacrifici prescritti.
Due iscrizioni di III secolo a.C., inoltre, documentano il coinvolgimento della boule in procedure giudiziarie: la convenzione fra Knossos ed i suoi alleati e Mileto del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6 prevede che nel caso di contestazioni il potere decisionale spetti al collegio dei cosmi e alla boule di Knossos, mentre il giuramento di Dreros di fine III secolo a.C. IC I 9 1 prescrive che debbano essere denunciati a questa i cosmi che non abbiano fatto prestare l’horkos stabilito.
Sebbene non sia chiaro il contesto di occorrenza, una menzione della boule è presente inoltre nel trattato fra Hierapytna e Knossos IC I 8 13 del 145-100 a.C. e apparentemente in quello fra Lyttos e Cnido SEG 45.1528 di III secolo a.C. – forse a proposito della prestazione del giuramento – e nella legge di Gortyna SEG 49.1221 di V secolo a.C.
Choregos
Contesto di attestazione: Lato, Olous
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
La figura del choregos a Creta è attestata solamente in due iscrizioni edificatorie di II secolo a.C. relative ad interventi pertinenti ad edifici sacri, IC I 16 27 di Lato del 150-100 a.C. (- figlio di Lattygos) e IC I 22 8 di Olous (Taxylaos figlio di -), in entrambe delle quali è ricordata come in carica al momento dell’intervento edilizio promosso verosimilmente dalla polis (sulla choregia nel mondo greco cf. Wilson 2000, pp. 279-302).
Damiorgos
Contesto di attestazione: Aptera, Kydonia, Olous, Polyrrhenia
Epoca di attestazione: III-I secolo a.C.
Il collegio dei damiorgoi – figure note in numerose aree del mondo greco, doriche e non (cf. Van den Oudenrijn 1951, Murakawa 1957, Jeffery 1973-1974, Veligianni-Terzi 1977, Andrejev 1979) – a Creta è attestato in tre città dell’estremo occidentale dell’isola, Aptera, Kydonia e Polyrrhenia, e in una di quello orientale, Olous. Nella quasi totalità delle loro occorrenze cretesi, tutte di epoca ellenistica, il ruolo di tali magistrati – il cui numero varia da uno a tre a cinque – è circoscritto all’eponimia, funzione che nel caso di Polyrrhenia e Olous è svolta in altre circostanze dai cosmi, dei quali è prerogativa nella maggioranza delle città cretesi (cf. infra s.v. kosmos; l’eponimia è documentata per i demiurghi anche altrove, ma non come loro prerogativa costante: cf. Vatin 1961, Craik 1969, pp. 321-322, Sherk 1993, p. 278). Sebbene questa apparente sovrapposizione di ruoli abbia persuaso i primi editori dei relativi documenti di Olous e Polyrrhenia a ritenere il termine damiorgos come equivalente di cosmo o protocosmo (così Demargne 1900, p. 229 e Guarducci 1930, che ritiene l’adozione del termine damiorgos a Olous una tardiva emulazione di II secolo a.C. degli omonimi magistrati rodii e a Polyrrhenia una coeva imitazione dei demiurghi della Lega Achea; cf. inoltre IC I, pp. 244 e 251, IC II, p. 246 e ancora Martínez Fernández 1999a), in realtà pare certo che nelle poleis in questione in epoca ellenistica damiorgoi e cosmi siano coesistiti come membri di collegi ben distinti fra loro.
A Olous singoli damiorgoi eponimi, introdotti dall’espressione ἐπὶ δαμιοργοῦ, sono ricordati nelle formule di datazione dei decreti onorari del 270-170 a.C. ca. IC I 22 4 IV-V (Leukos), IX-X (Autosthenes), XI (Sotadas), XII (Arsias), ai quali è verosimile che debbano essere aggiunti anche i magistrati introdotti solamente dalla preposizione ἐπί menzionati in tale contesto nei decreti III e VI (Lokrion) e SEG 23.551 di II-I secolo a.C. (Iatrokles). Sono invece tre i damiorgoi eponimi ad essere ricordati nella datazione dei decreti onorari del 270-170 a.C. ca. IC I 22 4 VIII (Sotimos, Androbolos, Damonomos, introdotti da ἐπὶ δαμιοργοῦ) e verosimilmente VII (Damodon, Telechoros, Aristomenes, introdotti da ἐπί) e del decreto di inizi II secolo a.C. SEG 23.548 (A-, -, Polykles, introdotti da ἐπὶ δαμιοργῶν), mentre cinque in quella del decreto onorario di II-I secolo a.C. SEG 23.549, introdotti da [ἐπ]ὶ δαμιοργοῦ (Botrynos, Ky-, Euboulidas, Tychasios, Aretis). La compresenza di damiorgoi e cosmi nei decreti onorari IC I 22 4 IX-XI, in particolare, rende evidente come perlomeno a Olous non vi possa essere identità fra le due cariche e come a queste competano prerogative differenti: ai primi, confinati nella formula di datazione, la sola eponimia, mentre ai secondi, menzionati in quella di sanzione, l’emanazione dei decreti. A Olous, inoltre, è ravvisabile una distinzione cronologica – oltre che tipologica – nell’impiego dei magistrati eponimi: compaiono in tale ruolo i damiorgoi dal secondo quarto del III al tardo II secolo a.C. (in decreti perlopiù onorari), mentre vi figurano i cosmi a partire dal tardo II secolo a.C. (in trattati e in un decreto posposto ad un trattato; cf. infra s.v. kosmos).
Anche a Polyrrhenia accade che siano eponimi ora i cosmi ora i damiorgoi, ma con la significativa differenza che le loro attestazioni si trovano in documenti pressoché coevi. L’uso differenziato sembra però seguire nel caso di Polyrrhenia un criterio di distinzione tipologica dei documenti, in quanto vi vengono datati ἐπὶ δαμιοργῶν i testi di ambito sacro, mentre ἐπὶ κόσμω i decreti (cf. infra s.v. kosmos; una connessione fra i demiurghi e la sfera sacra è ben documentata a Cirene dal IV al II secolo a.C.: cf. SEG 9.11-44, SEG 18.743; cf. inoltre Chamoux 1988, Dobias-Lalou 1993). A Polyrrhenia cinque damiorgoi eponimi, introdotti dall’espressione ἐπὶ δαμιοργῶν, sono ricordati nelle formule di datazione delle due iscrizioni edificatorie relative alla costruzione e al restauro di un naiskos della città, IC II 23 7 A del 300-250 a.C. (Onasandros figlio di Parmenon, Oionikles figlio di Taskydas, Oryas figlio di Pithos, Taskainnadas figlio di Sosos, Thales figlio di Menedamos) e B di inizi II secolo a.C. (Sokrates figlio di Stratokydes, Boulagoras figlio di Orouas, Androitos figlio di Aristion, Theodoros figlio di Sosos, Androkles figlio di Sosos), oltre che possibilmente della dedica votiva di III secolo a.C. IC II 23 8 che pare pertinente allo stesso tempietto (Sosos figlio di Tasskos, Peisagoras figlio di Timomenes, - figlio di Theagenidas, Eumelos figlio di Karaitho e forse un quinto magistrato di cui è andato perduto il nome, introdotti presumibilmente da [ἐπὶ δαμιοργῶν]).
Anche a Kydonia e Aptera le attestazioni dei damiorgoi sembrano essere circoscritte a contesti sacri o particolarmente solenni: il trattato di alleanza fra Kydonia e Aptera del 300-270 a.C. SEG 41.731 testimonia come in entrambe le città siano i damiorgoi a detenere l’eponimia in tale contesto (ἐπὶ δαμιοργ[ῶν ἐν μὲν Κυδωνίαι - - -] ἐν δὲ Ἀπτάραι Τάσ[κ]ω [- - -]), in numero ignoto nella seconda città, mentre verosimilmente di cinque nella prima (cf. Chaniotis 1991, pp. 243-247, Chaniotis, Verträge, pp. 181-182). Quanto ad Aptera, l’esistenza di damiorgoi vi è documentata anche dall’altarino di II secolo a.C. SEG 60.984 consacrato a Hestia dall’ex damiorgos Eteon figlio di Archetos, la cui dedica restituisce l’unica menzione cretese di tale magistrato esterna ad una formula di datazione e non connessa all’eponimia. Per Aptera, inoltre, è possibile che damiorgoi eponimi fossero menzionati anche nella datazione del trattato fra la città ed Eleutherna del 200-175 a.C. ca. SEG 41.742 (Ἀπτάραι [μὲν ἐπὶ δαμιουργῶν (?) - - -]ραι Τιμώχ[ῳ - - -]).
Da quanto esaminato sembra dunque emergere una differenziazione geografica nei criteri che soggiacciono all’impiego, talora coevo, dei damiorgoi e dei cosmi nel ruolo di eponimi. Nell’orientale Olous è ravvisabile infatti un criterio eminentemente cronologico nell’utilizzo degli eponimi: ai damiorgoi, presenti tra il secondo quarto del III e il II secolo a.C., subentrano nell’esercizio di tale funzione i cosmi nel tardo II secolo a.C. La differenziazione tipologica che vi si accompagna, ovvero l’eponimia dei damiorgoi nei decreti e quella dei cosmi nei trattati, non pare particolarmente significativa in quanto dovuta all’assenza di documenti di altro tipo contenenti formule di datazione che siano pertinenti ai periodi in questione. Nelle città occidentali in cui coesistono entrambe le figure istituzionali, invece, a detenere l’eponimia sono i damiorgoi nei contesti sacri (Polyrrhenia, Aptera) o solenni quali i trattati (Kydonia e Aptera, sebbene per tali città manchino formule eponimiche pertinenti ad altre tipologie documentarie), mentre nei decreti tale funzione spetta ad un cosmo (Polyrrhenia). È possibile che i damiorgoi siano esistiti a Creta fin da epoche più alte con prerogative più ampie, per poi sopravvivere in età ellenistica solamente nelle aree più conservative dell’isola, i suoi due estremi occidentale e orientale, nell’unico ruolo simbolico di eponimi (cf. Chaniotis 1991, pp. 241-264, Genevrois 2017, pp. 87-90), sopravvivenza che a Olous va a terminare prima del 120 a.C., mentre nella zona occidentale e in particolare a Polyrrhenia è circoscritta alle circostanze più solenni della vita pubblica (cf. Vagionakis 2017).
Damios
Contesto di attestazione: Dreros
Epoca di attestazione: VII secolo a.C.
I damioi sono attestati solamente a Dreros nella legge del 650 a.C. ca. SEG 27.620, nella quale risultano coinvolti nella prestazione di un giuramento assieme al cosmo e ai Venti della città, possibilmente come collegio costituito da rappresentanti del damos, termine di cui pare essere corradicale (cf. Genevrois 2017, pp. 87-90; diversamente Demargne – Van Effenterre 1937, Van Effenterre 1985b e Seelentag 2015, pp. 144-145, secondo cui è possibile che siano equivalenti dei titai gortynii – come zamioi, dunque –, proprietari terrieri residenti nella chora o abitanti del damos inteso in senso territoriale).
Ephoros (?)
Contesto di attestazione: Eleutherna, Gortyna
Epoca di attestazione: V, III secolo a.C.
Il termine ephoros sembra essere impiegato in due trattati cretesi in relazione a uno o più magistrati, sebbene entrambe le sue occorrenze non siano prive di problematiche interpretative. Nel trattato fra Gortyna e Rhittenia IC IV 80 del 450-400 a.C. figura in riferimento alla prima polis il termine ’πορίμο, da intendersi forse come «carica di eforo» (così IC IV, p. 184), nell’ambito di una clausola che vede coinvolti i cosmi delle due città e lo startagetas gortynio. Il plurale ephoroi, invece, è attestato nell’altamente frammentario trattato fra Eleutherna e un’altra città del 300-250 a.C. ca. SEG 59.1026, sebbene non sia certo se in riferimento a Eleutherna o all’altra contraente, che è possibile che non sia cretese (sugli efori spartani cf. Mossé 1967, cap. 4; per lo spazio pubblico di pertinenza degli efori cf. infra s.v. ephora).
Epimeletes / Epimeleomai
Contesto di attestazione: Aptera, Gortyna, Hierapytna, Lyttos
Epoca di attestazione: II secolo a.C., II-III secolo d.C.
Il verbo epimeleomai, oltre ad essere impiegato in relazione a personaggi di cui è specificata la carica ricoperta (cf. e.g. Ἀρκεσίλας Ὑπερβάλλοντος ἱαρωργήσαν ἐπεμελήθη in IC I 23 4), è attestato anche in riferimento ad altri individui che figurano come responsabili di interventi edilizi in iscrizioni edificatorie di II secolo a.C. il cui ruolo pubblico o non è indicato, come nel caso del kapaneus gortynio Amatantos figlio di Matros in IC I 25 2 – del quale è indicata tuttavia la professione –, o è andato perduto, come in IC IV 258 da Gortyna e IC III 3 10 da Hierapytna (sull’uso del verbo epimeleomai in relazione all’attività edilizia cf. Marginesu 2015). I cinque individui indicati come soggetto del verbo ἐπεμελῆθε[ν] nell’iscrizione edificatoria di Aptera di II secolo a.C. IC II 3 21 (Eurymedes figlio di Andi-, -chos figlio di Archetos, Orsikles figlio di -, -skos figlio di Oxymachos, - figlio di Alkimenes), invece, è verosimile che siano membri del collegio degli eunomiotai, ricordato alla linea 6 del documento (cf. infra s.v. eunomia). Nella legge di Lyttos IC I 18 11 del 161-212 d.C. ca., inoltre, è impiegata la forma participiale ἐπιμελούμενον in riferimento ad un sovrintendente che – in alternativa al protocosmo – è tenuto ogni anno a farsi carico di una distribuzione di 1500 denari in occasione dei Theodaisia, ruolo in precedenza assunto da Symmachos figlio di Agathopous, il cui precedente è citato come esempio nel documento.
Epistates
Contesto di attestazione: Olous
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Oltre al ricorso a forme del verbo ephistemi in relazione a magistrati in carica quali epestakos, epistas ed ep(h)istamenos (detto dei cosmi in SEG 27.631 A, IC IV 14, IC III 3 4 e IC IV 172; cf. al contrario l’uso di ἀποστᾶι in IC IV 72 in riferimento all’uscita di carica; cf. Genevrois 2017, pp. 179-183), nel decreto di Olous di inizi II secolo a.C. SEG 23.548 è attestato il termine epistates, indicante molto probabilmente una figura inviata presso la città da Rodi assieme ad una guarnigione militare al fine di controllare uno o più suoi avamposti presenti nel territorio di Olous.
Eponymos
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: I secolo a.C.
Oltre ai magistrati documentati in funzione di eponimi, un’iscrizione gortynia di I secolo a.C., IC I 25 9, attesta l’utilizzo del termine eponymos, sebbene non sia chiaro né a chi sia riferito né con quale valore (sull’eponimia cf. supra s.v. damiorgos e infra s.v. kosmos, protokosmos e hiereus).
Epottas
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: V secolo a.C.
La figura dell’epottas è documentata soltanto nella legge di Gortyna del 450-400 a.C. IC IV 84, nella quale pare essere incaricata di infliggere una punizione a chi viola quanto stabilito (cf. Genevrois 2017, p. 139). È verosimile inoltre che il termine designi un magistrato avente funzioni di supervisione: il significato di «sorvegliante», infatti, è attestato per ἐπόπτας in un passo di Demostene (Dem. Phil. I 25, στρατιώτας οἰκείους ὥσπερ ἐπόπτας τῶν στρατηγουμένων παρακαταστήσαντας).
Ergepistates
Contesto di attestazione: Arkades
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
L’iscrizione edificatoria di Arkades IC I 5 5 di II secolo a.C. è il solo documento cretese a commemorare più ergepistatai, Kallikrates figlio di Aristokles e Myrtos figlio di Myrtos, in carica al momento dell’intervento edilizio ricordato e verosimilmente responsabili del coordinamento pratico dei lavori nelle vesti di sovrintendenti (sulle figure coinvolte nell’attività edilizia – in particolare nel caso di Atene – cf. Marginesu 2015).
Eunomia / Eunomiotas / Syneunomiotas
Contesto di attestazione: Aptera, Lato, Knossos, Olous, Polyrrhenia
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il collegio dell’eunomia, le cui occorrenze – tutte cretesi – sono circoscritte al II secolo a.C., è documentato come responsabile di interventi edilizi in tre iscrizioni edificatorie di Lato relative a strutture templari. In IC I 16 21 del 150-100 a.C. sono elencati al nominativo i suoi membri Aristodamos figlio di Tharsymachos, Eupham- figlio di -ibetis, Kallistratos figlio di Polytimos, Mikos figlio di Ka-, Aristandros figlio di Glaukias, - figlio di Thiodoros e Thiodoros figlio di -tas, preceduti dal ricordo a sé del leader del collegio Aristodamos figlio di Tharsymachos accompagnato dall’espressione [καὶ ἁ σὺν] αὐτῶι εὐνομ[ία]. Analogamente, in IC I 14 2 del 120/119 a.C. sono menzionati al nominativo i membri del collegio Damatrios figlio di Kilikos, Polytimos figlio di Tharsyphanes, Thion figlio di Damochares, Antipatas figlio di Pyron, Thiokles figlio di Phylax, Enipas figlio di Mnastion, Tymon figlio di Koryptas, Pagon figlio di Pagon e nipote di Thiopheides, Pagon figlio di Euthyphron, preceduti dal ricordo del leader Damatrios figlio di Kilikos seguito dall’espressione καὶ ἁ σὺν αὐτῷ εὐνομία. Nell’iscrizione metrica di fine II secolo a.C. IC I 16 24, invece, è andata perduta la lista dei nomi dei magistrati, ma si è conservato il ricordo del leader del collegio Aution (οἵδε σὺν Αὐτίωνι; per il valore spaziale del termine eunomia attestato nell’iscrizione cf. infra).
L’iscrizione edificatoria di II secolo a.C. di Aptera IC II 3 21, invece, commemora un intervento promosso dagli eunomiotai (ἐπὶ τ[.] εὐνομιῶτ[αν]), termine che pare indicare i membri del collegio dell’eunomia, identificabili possibilmente negli almeno cinque individui menzionati al nominativo alle linee 1-4 del documento, Eurymedes figlio di Andi-, -chos figlio di Archetos, Orsikles figlio di -, -skos figlio di Oxymachos e - figlio di Alkimenes (cf. supra s.v. epimeleomai).
Un sostantivo differente e non altrimenti attestato è documentato nella dedica votiva di II secolo a.C. per Pan IC II 23 9 promossa dai syneunomiotai di Polyrrhenia, termine che pare anch’esso indicare i membri dell’eunomia, di cui si è conservata solamente parte dell’onomastica di uno dei membri del collegio, - figlio di Taskos.
Nel trattato fra Lato e Olous del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, inoltre, è previsto che nell’eventualità di dispute fra singoli cittadini delle due poleis – forse in connessione con le xenikai hodoi proclamate sacre menzionate poco dopo – debbano intervenire i preigistoi responsabili delle eunomiai, incaricate queste ultime secondo Angelos Chaniotis del mantenimento dell’ordine sulle strade percorse abitualmente dai transumanti (cf. Chaniotis 2008, pp. 114-116; sulla possibile derivazione di eunomia da nemein, «pascolare», cf. Genevrois 2017, pp. 246-249; sull’importanza della transumanza a Creta cf. Chaniotis, Verträge, pp. 18-25 e 114-120; cf. inoltre Maiuri 1910, Guarducci 1933). Non è invece chiaro a che proposito occorra la menzione dell’eunomia nel decreto del koinon cretese del 200-150 a.C. IC IV 178, in cui sembra essere ricordata in relazione a Knossos.
Gerontes
Contesto di attestazione: Creta*
Epoca di attestazione: IV secolo a.C.
I gerontes, documentati a Creta solamente dalle fonti letterarie, sembrano coincidere le figure dei preigistoi, costituenti verosimilmente i membri della boule (cf. Seelentag 2015, pp. 228-230; sui gerontes nel mondo greco e in particolare a Sparta cf. Mossé 1967, capp. 4-5, Ruzé 1989; cf. inoltre supra s.v. boule e infra s.v. preigistos). Analoghi ai membri della gerousia spartana e scelti fra gli ex cosmi secondo Aristotele (Arist. Pol. II 1272a), stando alla testimonianza di Eforo i gerontes cretesi sono consiglieri che si occupano delle questioni di massima importanza per la città e costituiscono un synedrion composto da coloro che sono stati degni di rivestire l’ufficio di cosmo e sono ritenuti uomini validi (δόκιμοι, Ephor. FGrHist 70 F 149).
Gnomon
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: VI secolo a.C.
La figura dello gnomon, nota anche a Iasos e ad Atene (cf. Iasos 78 e Lys. VII 25; cf. inoltre Reiche 2006), a Creta è attestata solamente nella legge di Gortyna del 600-525 a.C. IC IV 14, in cui all’interno di una clausola che proibisce ripetizioni di carica a più magistrati è vietata la reiterazione di quella di gnomon in un arco di tempo di dieci anni (τρι[ο͂]ν ϝετίον τὸν ἀϝτὸν μὴ ϙοσμε͂ν, δέκα μὲν γνόμονας, πέντε [δὲ κσ]ενίος). La costruzione della clausola ha spinto Gérard Genevrois a ritenere gli gnomones – così come gli xenioi – membri del collegio dei cosmi, mentre la radice di gnomon lo porta ad intendere il termine come «colui che decide», in riferimento dunque ad una figura dotata di competenze giudiziarie e possibilmente antenata di quella del dikastas (Genevrois 2017, pp. 78-81; secondo Seelentag 2015, pp. 194-203, invece, la funzione prevalente dello gnomon è quella di testimone oculare, che lo rende assimilabile alla figura dello mnamon).
Grammateus
Contesto di attestazione: Apollonia, Arkades, Dreros, Hierapytna, Istron, Knossos, Lato, Olous
Epoca di attestazione: III-I secolo a.C., I secolo d.C.
La figura del segretario della città è attestata in quattro decreti relativi alla concessione di asylia a Teos della prima serie del 201 a.C. ca., nei quali è previsto che curi la pubblicazione su pietra dei documenti in questione, IC I 5 52 di Arkades, IC I 14 1 di Istron – in cui i segretari sono più di uno – e verosimilmente IC I 3 1 di Apollonia e IC I 8 8 di Knossos (sul grammateus nel mondo greco cf. Reiche 2006, Boffo 2003). Un non meglio specificato segretario, inoltre, compare come responsabile dell’iscrizione nel decreto di Arkades IC I 5 19 di fine II - I secolo a.C. e in quello onorario di Olous SEG 25.1020 di I secolo a.C. (Me-).
Più iscrizioni edificatorie, perlopiù della seconda metà di II secolo a.C., conservano invece il ricordo di un segretario in carica come parte del collegio dei cosmi: sono documentati a Lato Lamyros figlio di Thiodotos (IC I 16 25), - figlio di Damochares (23), Mnaston figlio di Mnastokles (26, 32), Lithos figlio di Kostylos (Bile 47), Polytimos figlio di Androlas (Chaniotis, Verträge 54-56c, IC I 16 31), Politimos figlio di Kletonymos (IC I 22 2) e Damokartes (IC I 16 29), ad Arkades Charmistas figlio di Kallibios (IC I 5 5 di II secolo a.C.) e Pratomenios figlio di Exakestas (SEG 26.1044 del 14-37 d.C. ca.) e a Olous Mnastokles (IC I 22 8 di II secolo a.C.). Il giuramento di Dreros IC I 9 1 di fine III secolo a.C., inoltre, conserva il ricordo del grammateus Philippos successivamente a quello dei cosmi e da questi separato mediante la particella δέ, che sembra denotare la sua non appartenenza al loro collegio.
Non è chiaro, invece, a quale proposito sia menzionato il segretario -os originario di Hierapytna che figura nell’iscrizione di Salamina di Cipro Salamine 239 di II secolo a.C., individuo che è verosimile che rivesta tale ruolo nel luogo di provenienza dell’epigrafe e non nella propria città di origine.
Hoi hepta
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: III secolo a.C.
Il decreto gortynio IC IV 162 del 250-200 a.C. documenta l’esistenza di un collegio composto da sette membri selezionati tramite sorteggio fra i componenti della neotas, i quali sono tenuti ad emettere un giudizio nell’agora sotto giuramento nei casi di contravvenzione di quanto previsto e a riscuotere da chi perde la causa la multa pattuita (diversamente in Genevrois 2017, p. 18 l’espressione οἱ ἑπτὰ κατ’ ἀγοράν è tradotta come «les Sept ... préposés au marché» ed è ritenuta indicare verosimilmente gli agoranomoi; il valore spaziale dell’espressione κατ’ ἀγοράν è tuttavia confermato da altre iscrizioni gortynie, IC IV 80 e IC IV 72, X ll. 34-35 e XI ll. 12-13; sui Sette, magistrati di Olbia di epoca ellenistica, cf. e.g. SEG 32.794).
Hoi ikati hoi tas polios
Contesto di attestazione: Dreros
Epoca di attestazione: VII secolo a.C.
I Venti della città sono attestati solamente nella legge di Dreros del 650 a.C. ca. SEG 27.620, nella quale figurano assieme al cosmo e ai damioi come coloro che hanno prestato il giuramento previsto. È verosimile che i Venti non siano un collegio ben definito bensì una selezione di cittadini scelti appositamente per il giuramento fra quanti appartengono alla polis come suoi rappresentanti (cf. πόλις ... ἀπὸ πυλᾶν πέντε ἀπ’ ἐκάστας in SEG 27.631 da Datala; contra Seelentag 2015, pp. 142-144 e Grote 2014, secondo cui potrebbero costituire una proto-boule).
Hoi peri -
Contesto di attestazione: Kydonia
Epoca di attestazione: I secolo a.C., I secolo d.C.
La dedica votiva di Kydonia IC II 10 3 di I secolo a.C. - I secolo d.C. ricorda come suoi promotori apparentemente due privati, Euphronios e Agathe, e i membri di un collegio di cui non si è conservata la parte conclusiva della denominazione che doveva specificare la relativa sfera di competenze, indicati mediante l’espressione οἱ περὶ [- - -] (sull’espressione οἱ περὶ τίνα cf. Welles 1934, p. LXXX, Griffith 2001, pp. 42-43).
Iscrivente
Contesto di attestazione: Knossos
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Nel decreto onorario di Knossos IC I 8 12 di fine II secolo a.C. sono designati come responsabili della collocazione della stele contenente il testo del documento due individui non detenenti alcuna carica, Leontios figlio di Klymenidas e Makkiadon figlio di Tharymachos, i quali risultano essere stati scelti specificatamente per tale operazione, unico caso in tutta Creta.
Karyx
Contesto di attestazione: Aptera, Arkades, Gortyna, Rhittenia
Epoca di attestazione: V, III-I secolo a.C.
La figura dell’araldo a Creta è documentata come responsabile di proclamazioni nella seconda metà del V secolo a.C. a Gortyna e Rhittenia rispettivamente nella legge gortynia IC IV 87 e nel trattato fra le due città IC IV 80 relativamente alla convocazione dei Gortynii da parte di Rhittenia in caso di contrasti fra le due poleis (sui kerykes nel mondo greco cf. Crowther 1994a). In tre documenti di epoca ellenistica, inoltre, occorre il verbo (ἀνα)καρύσσω in riferimento a proclamazioni da compiersi: è il caso del decreto onorario di Aptera IC II 3 4 C del 205-197 a.C. ca., relativo ad una proclamazione di vincitori di agoni, del trattato fra Gortyna e Amyklaion IC IV 172 di fine III secolo a.C., verosimimente in relazione alla prima città, e forse del decreto di Arkades IC I 5 19 di fine II - I secolo a.C., riguardante una proclamazione relativa ad un conferimento onorario.
Kosmeter
Contesto di attestazione: Hierapytna, Itanos
Epoca di attestazione: III secolo a.C.
Il termine kosmeter è attestato esclusivamente in relazione a Itanos, dove risulta essere impiegato come equivalente di kosmos, nome che nella città è invece utilizzato in riferimento all’intero collegio di tali magistrati (cf. Guarducci 1940-1941, Genevrois 2017, pp. 199-203). I kosmeteres sono indicati come le figure incaricate dell’iscrizione su pietra dei decreti onorari IC III 4 3 del 269-262 a.C. ca. (τοὶ κοσμητῆρες τοὶ σὺν Αἴγωνι) e IC III 4 4 del 246-222 a.C. (οἱ κοσμητῆρες οἱ μετὰ Σωτηρίω), mentre nel decreto IC III 4 7 di inizi III secolo a.C. è previsto che i nomi e i patronimici dei cittadini che prestano il giuramento richiesto siano registrati presso di loro. Il trattato fra Itanos e Hierapytna di fine III secolo a.C. IC III 4 6, inoltre, conserva il ricordo dei kosmeteres in carica nelle due poleis al momento della sua stipulazione introdotti dall’espressione ἐπὶ κοσμητήρων, nella prima Peisandros, Charidamos, Archemenidas, Kanako-os e Pheidon, nella seconda -ausilos, Samagoras, Kydikles, Menesthenes e Menias; è assai verosimile che la denominazione di kosmeteres in riferimento ai magistrati di Hierapytna sia dovuta al fatto che il documento è stato redatto ad Itanos, dove la diffusione del termine può aver spinto più o meno consapevolmente alla sua applicazione impropria ai cosmi dell’altra contraente del trattato.
Kosmos
Contesto di attestazione: Allaria, Apollonia (?), Aptera, Arkades, Axos, Biannos, Chersonesos, Dreros, Datala, Eleutherna, Eltynia, Elyros, Erannos, Gortyna, Hierapytna, Istron, Itanos, Kaudos, Keraia, Knossos, koinon cretese (?), Kydonia, Lappa, Lato, Lato pros Kamara, Lebena, Lissos, Lyttos, Malla, Milatos, Olous, Phaistos, Polyrrhenia, Praisos, Priansos, Rhaukos, Rhittenia, Sybrita, Tylisos, polis ignota
Epoca di attestazione: VII-I secolo a.C.
I cosmi, attestati solamente a Creta oltre che eccezionalmente nella caria Euromos, sono la carica cretese su cui le fonti letterarie – in primis Aristotele – gettano maggiormente luce. Secondo la testimonianza di Aristotele i cosmi, in numero di dieci, sono i magistrati principali di ogni polis cretese, detenendone il comando in guerra (Arist. Pol. II 1272a-b, τὴν ἡγεμονίαν οἱ κόσμοι τὴν κατὰ πόλεμον ἔχουσιν; cf. Spyridakis 1969; sulle fonti letterarie relative alla Kretike politeia – in particolare Aristotele ed Eforo – cf. Huxley 1971, Panagopoulos 1988, Strataridaki 1988-1989, Perlman 2005, Capdeville 2006, Link 2008, Paraskevas 2011; sui cosmi cf. inoltre Kocevalov 1928, Haebler 1967, Mandalaki 2004, pp. 123-125, Youni 2011, pp. 104-118, Seelentag 2015, pp. 134-203). Simili agli efori spartani ma peggiori di questi, i cosmi sono scelti senza alcun criterio (γίνονται γὰρ οἱ τυχόντες) e solamente da alcune tribù (ἐνταῦθα δ’ οὐκ ἐξ ἁπάντων αἱροῦνται τοὺς κόσμους ἀλλ’ ἐκ τινῶν γενῶν), ed è fra gli ex cosmi che sono designati i gerontes (τοὺς γέροντας ἐκ τῶν κεκοσμηκότων). Non essendo tenuti a rendere conto del proprio operato – informa ancora Aristotele –, i cosmi si trovano ad avere più prestigio che meriti (τὸ γὰρ ἀνυπεύθυνον καὶ τὸ διὰ βίου μεῖζόν ἐστι γέρας τῆς ἀξίας αὐτοῖς), agendo non sulla base di leggi scritte bensì a propria discrezione (τὸ μὴ κατὰ γράμματα ἄρχειν ἀλλ’ αὐτογνώμονας), senza tuttavia che il popolo se ne lamenti (τὸ δ’ ἡσυχάζειν μὴ μετέχοντα τὸν δῆμον). Spesso accade che i cosmi in carica siano cacciati da una cospirazione promossa dai propri colleghi o da privati (ἢ τῶν συναρχόντων αὐτῶν ἢ τῶν ἰδιωτῶν) e talvolta che essi stessi si dimettano (ἔξεστι δὲ καὶ μεταξὺ τοῖς κόσμοις ἀπειπεῖν τὴν ἀρχήν) o che, per sfuggire alla legge se troppo potenti, sospendano il cosmato (ἀκοσμία) formando fazioni nel demos e fra i propri amici e portando dunque all’anarchia, combattendosi a vicenda.
Il paragone aristotelico con gli efori spartani trova riscontro nella testimonianza di Eforo, che afferma come i Cretesi scelgano dieci archontes (i.e. cosmi), analoghi agli efori spartani sebbene in numero di dieci anziché cinque (Ephor. FGrHist 70 F 149). Il numero di dieci, tuttavia, non è confermato tout court dalla documentazione epigrafica, in quanto nelle iscrizioni la composizione del collegio dei cosmi varia da un minimo di un membro a un massimo di undici (cf. infra; cf. inoltre Ruzé 1997, pp. 121-128, Genevrois 2017, pp. 199-203). Attestazioni di un solo cosmo sembrano essere documentate perlopiù in epoca arcaica, quando la carica è ricoperta o da un solo individuo o collegialmente senza preminenza dell’eponimo, menzionato con certezza solamente in IC IV 72, V ll. 5-6 (cf. Seelentag 2015, pp. 164-167), e sembrano concentrarsi a Creta orientale e occidentale, a meno che l’uso del singolare non sia dovuto al fatto che ad essere indicato sia il solo cosmo eponimo o designi l’intero loro collegio, come è testimoniato in alcuni altri casi (per i quali cf. infra). Nella documentazione epigrafica frequente è il ricorso a forme del verbo kosmein, «essere cosmo», in riferimento prevalentemente a cosmi in carica nell’esercizio dei loro poteri (κοσμίων) e in minor misura a ex cosmi (κοσμήσας).
Il collegio dei cosmi nella sua interezza compare come organo preposto alla deliberazione nelle formule di sanzione o mozione di numerosi documenti, perlopiù decreti di III e II secolo a.C., frequentemente assieme alla polis rispettivamente nelle formulazioni ἔδοξε(ν) ... τοῖς κόσμοις καὶ τᾶι πόλ(ε)ι o δεδόχθαι ... τοῖς κόσμοις καὶ τᾶι πόλει. Formule di sanzione che ricordano in tale ruolo i cosmi e la polis provengono da Arkades (IC I 5 52, 53), Axos (IC II 5 17), Biannos (IC I 6 2), Elyros (IC II 13 2), Erannos (Teos 19), Gortyna (IC IV 176, forse IG XII, 6 1 144), Hierapytna (IC III 3 3 C, eccezionalmente con il ricordo del cosmo eponimo: ἔδοξεν Ἱαραπυτνίων τοῖς κόσμοις τοῖς σὺν Ἀλεξάνδρωι καὶ τᾶι πόλι; trattato SEG 63.746), Istron (IC I 14 1), Knossos (IC I 8 10, 9, 11, 12, 14; trattato IC I 8 6, in cui figura il singolare τῶι κόσμωι con il valore di «collegio dei cosmi»), Lappa (IC II 16 3, 7 C), Lato (IC I 16 2), Lato pros Kamara (IC I 16 15), Lissos (SEG 45.1314, di epoca ellenistica), Malla (IC I 19 2, 3 A), Olous (IC I 22 4 IX-XI), Polyrrhenia (SEG 50.911 B e forse A, IC II 23 5, SEG 64.798 A e forse B, negli ultimi due dei quali la menzione della polis precede eccezionalmente quella dei cosmi), Praisos (IC III 6 7, in cui figura il singolare τῶι κόσμωι con il valore di «collegio dei cosmi»), Priansos (IC I 24 1), Rhaukos (IC I 27 1) e da città cretesi di cui non è noto il nome (Mylasa 101 e forse Mylasa 92 e SEG 51.1056). Formule di mozione che ricordano in tale ruolo i cosmi e la polis, invece, sono presenti in decreti di III e II secolo a.C. di Allaria (IC II 1 1, 2), Axos (IC II 5 17), Eleutherna (IC II 12 21), Lyttos (IC I 18 8), Polyrrhenia (IC II 23 3) e Rhaukos (IC I 27 1). È da notare, tuttavia, che in documenti di Elyros, Gortyna, Istron, Knossos, Lappa, Lyttos, Olous, Polyrrhenia e Priansos è documentato l’uso anche di formule di sanzione o mozione in cui è ricordata la sola polis oltre a quelle in cui questa compare assieme ai cosmi. Il decreto di Hierapytna SEG 51.1056 del 242 a.C., invece, conserva l’unico caso di compresenza dei cosmi e del demos nella formula di sanzione, mentre i decreti di Itanos IC III 4 2 = 3 del 269-262 a.C. ca. e di Praisos IC III 6 10 di III secolo a.C. presentano un riferimento al ruolo svolto dal collegio dei cosmi nel processo deliberativo nell’intestazione κόσμου γνώμα, nonostante le successive formule di sanzione ricordino come responsabili della decisione nel primo caso la boule e l’ekklesia, nel secondo la boule e il koinon.
Nella quasi totalità delle città cretesi i cosmi sono i magistrati che abitualmente detengono l’eponimia, con l’esclusione di rari casi in cui in tale ruolo figurano i damiorgoi (cf. supra s.v. damiorgos; cf. inoltre Sherk 1990, pp. 267-269 e, sull’eponimia nella collegialità, Fröhlich 2016). Tale funzione, svolta talora dall’intero collegio dei cosmi, talora dal loro rappresentante, è ampiamente documentata dalle iscrizioni, oltre che da un passo di Polibio in cui è ricordato il cosmo eponimo di Gortyna del 184 a.C. Kydas figlio di Antalkas (Polyb. XXII 15.1, κοσμοῦντος ἐν Γορτύνῃ Κύδα τοῦ Ἀντάλκους).
In alcuni contesti le datazioni che commemorano un cosmo eponimo presentano un formulario del tipo ἐπὶ κόσμω/κόσμου ... / ἐπὶ ... κόσμω dal quale costui risulta essere apparentemente l’unico membro del proprio collegio: tali formulazioni sono documentate in decreti di III e in particolar modo II secolo a.C. di Biannos (IC I 6 2, Dexios figlio di Glaukos), Elyros (IC II 13 2, Tyrbasos figlio di Agesiphoos), Polyrrhenia (SEG 50.911 A, Ph-, e forse B; forse IC II 23 6 B, Talthybios figlio di Biaththos; SEG 64.798 A, Kephalos figlio di Sosos, e forse B) e del koinon cretese in relazione a Gortyna (Magnesia 40, Kydas figlio di Kynnios), oltre che nel trattato fra Lato e Olous IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B del 116 a.C. relativamente a Knossos (Agemon e Nennaios, eponimi in anni consecutivi), Lato (Diokles) e Olous (Menontidas). È assai verosimile che si tratti di cosmi eponimi anche in molti dei casi in cui il termine κόσμος non è specificato ma in cui il nome ricordato all’interno della formula di datazione è introdotto solamente dalla preposizione ἐπί, come nell’iscrizione edificatoria IC IV 251 di II secolo a.C. (Kydas figlio di Kydas), nella manomissione IC IV 235 del 200-150 a.C. (Antiphatas figlio di Kydas) e nelle dediche votive di I secolo a.C. IC IV 254 (-idas figlio di Kydas) e IC III 4 44 (Pa- figlio di -) da Gortyna, nell’arbitrato Chaniotis, Verträge 54-56a del 115 a.C. (Tharsiphanes di Koryptas) e nella presunta dedica votiva SEG 33.728 di I secolo a.C. (Eurymachos figlio di Kydas) da Knossos e possibilmente nel decreto del koinon cretese (?) IC II 16 9 di II secolo a.C., verosimilmente in relazione a Knossos o Gortyna (- figlio di Telemnastos). Sembra trattarsi di eponimia anche nei casi in cui è assente la preposizione ἐπί, come nei bolli d’anfora di Hierapytna di III e II secolo a.C. in cui è menzionato soltanto il nome Sosos al caso genitivo o nominativo (SEG 42.805 1-2, SEG 47.1410, SEG 61.666), nel decreto di Aptera di II secolo a.C. IC II 3 17 (- figlio di Thrasymedes, che è tuttavia verosimile che sia un damiorgos e non un cosmo) e nella presunta iscrizione edificatoria ellenistica di Lyttos IC I 18 63 (Kyrnios figlio di Komastas).
La formula di datazione più diffusa si presenta invece abitualmente nelle forme ἐπὶ κόσμων τῶν σύν ... / (ἐπὶ ...) κοσμιόντων τῶν σύν ... (talora con περί o μετά al posto di σύν o con altre minime variazioni), che lasciano intendere l’appartenenza del cosmo eponimo ad un collegio costituito da più membri. Tale tipologia di formula di datazione è documentata in decreti perlopiù di III, II e I secolo a.C. di Allaria (IC II 1 2, Philonbrotos figlio di Euthymachos), Axos (IC II 5 28), Gortyna (fine IV - metà III secolo a.C., SEG 38.900 A, - figlio di Amnatos; IC IV 378 B; IC IV 165, Euryboitas figlio di Damasilas; IC I 17 2 da Lebena, forse Paraon figlio di Menedamos), Lato (SEG 32.895, Lattygos figlio di Komaros), Lyttos (IC I 18 8, Amnatos), Knossos (IC I 8 10, Zoarchos; IC I 8 14, Timokrates) e forse Aptera (IC II 3 1, Borthios; IC II 3 5 A, Tychamenes figlio di -), Hierapytna (fine I secolo a.C. - I secolo d.C., SEG 32.871, Etearchos figlio di -) e Tylisos (IC I 30 2, - figlio di Kallidromos). La medesima formula di datazione ricorre inoltre in più iscrizioni edificatorie di III, II e I secolo a.C. provenienti da Lebena e verosimilmente pertinenti a Gortyna (IC I 17 4 A-B, forse non includenti il nome dell’eponimo; 5; 6, Ertaios figlio di Paraon; ‘sanatio’ 8; 38, Kalabis figlio di Soarchos), di Knossos (SEG 44.728, Moschos figlio di Archonidas), di Lato (IC I 16 27, - figlio di Ikadion; IC I 16 28, Tymon figlio di Androlas) e di Lyttos (SEG 50.937 B, -itas; fine I secolo a.C. - inizi I secolo d.C., IC I 18 12, Lasthenes figlio di Komastas). La medesima formula occorre anche in più presunte dediche votive di Knossos di II e I secolo a.C. (SEG 33.719, Hypergenes figlio di Koichis; 33.720, Teisilas figlio di Koichis; 33.723, Kloumenidas figlio di Koichis; 33.724, Lasthenes figlio di Sosamenos e di Peiso; 33.725, Lasthenes figlio di Sosamenos; 33.726, Tharsymachos figlio di Andromenes; 33.727, Teisilas figlio di Andromenes detto Pheidon; 33.729, Tharsymachos figlio di Anaxilas) e in una manomissione gortynia di metà II secolo a.C. SEG 48.1208 (Akrisios figlio di Dorios). In altre due manomissioni gortynie, IC IV 236 del 350-250 a.C. e IC IV 233 di III secolo a.C., nonostante il responsabile dell’affrancamento sia la polis, il verosimile ruolo attivo svolto dai cosmi in tale atto fa invece sì che nella formula di datazione vi sia un passaggio da un originale genitivo al nominativo, rendendo dunque anche i cosmi soggetto del verbo ἀπέλαγασαν (κορμιόντων ... οἱ σὺν Σαμαγόραι [τῶ] Καλιδάμω; κορμιόντων οἱ σὺν Ἀρχεμάχωι τῶι Γάστριος).
In alcuni casi, in iscrizioni perlopiù di II secolo a.C. e prevalentemente di tipologia edificatoria, la formula di datazione del tipo ἐπὶ κόσμων τῶν σύν ... / (ἐπὶ ...) κοσμιόντων τῶν σύν ... è seguita immediatamente o a poche linee di distanza da una lista dei nomi al nominativo di tutti i membri del collegio dei cosmi, introdotta dall’espressione ἐκόσμιον οἵδε/δέ: tale costruzione è attestata a Gortyna (IC IV 259, Erason figlio di Antiphatas; decreto 195, Pyroos figlio di Kallidamos; 261, forse seguito da ἐκόρμιον οἵδε), Lato (IC I 16 29, Panthos figlio di Deitilos; 30, - figlio di Aristion; Chaniotis, Verträge 54-56c, Aution figlio di Podaithon, forse seguito da ἐκόσμιον οἵδε), Lyttos (IC I 18 13 di I secolo d.C., Endialos figlio di Komastas), Hierapytna (IC III 2 1, Bouaos figlio di Ampheron). In due iscrizioni edificatorie di Lato del 116/115 a.C., IC I 16 26 e 32, la formula commemorante l’eponimo Kydannos figlio di Enipas è invece seguita dai nomi dei rimanenti cosmi al genitivo (Kydannos figlio di Enipas, Bergis figlio di Euagoros, Lattygos figlio di Damochares, Porthesilas figlio di Anipatas, Pheidon figlio di Dallos, Porthesilas figlio di Klesippos, Kletonymos figlio di Mnastokles).
In altri casi, perlopiù iscrizioni edificatorie, la formula di datazione è priva dell’indicazione del nome dell’eponimo ma ricorda genericamente i cosmi della tribù in carica mediante formulazioni del tipo ἐπὶ τῶν ... κοσμιόντων, seguite da una lista di tutti i nomi dei membri del collegio. Tale formulazione è attestata in più iscrizioni di tardo II secolo a.C. di Lato nelle quali l’elenco è introdotto da ἐκόσμιον οἵδε/δέ (Bile 47, IC I 16 31, forse IC I 22 2) e di II o I secolo a.C. di Allaria (SEG 56.1047, [ἐπὶ κ]όσμω[ν ... ]), Hierapytna (IC III 5 1) e Lato (IC I 16 34) in cui la lista è priva di simili indicazioni. In due casi, il decreto di Gortyna IC IV 196 del 200-150 a.C. e la presunta iscrizione edificatoria di Lyttos IC I 18 61 di III-II secolo a.C., al riferimento generico ai cosmi in carica non segue invece alcuna lista.
Nei trattati, essendo almeno due le parti in causa coinvolte, le singole formule di datazione di ciascuno dei contraenti vengono abitualmente concatenate mediante ἐν μέν e ἐν δέ in una sequenza in cui il termine cosmo o il participio κοσμιόντων è frequentemente menzionato una sola volta (sulle datazioni nei trattati cretesi di epoca ellenistica cf. Chaniotis, Verträge, pp. 85-86). Simili concatenazioni di datazioni sono presenti nei trattati di tardo III e II secolo a.C. fra Gortyna e Lappa (IC IV 186, Eurytton figlio di Menontidas, Archon figlio di Antiochos), Gortyna, Hierapytna e Priansos (SEG 53.942 = IC IV 174, -andros figlio di -onymos, - figlio di Mentor, Aisimos figlio di Habrax), Gortyna e Kaudos (IC IV 184, Ertaios figlio di Amnatos, Ophelandros figlio di Porton), Gortyna e Lato (IC I 16 1 = SEG 58.988, Euryanax figlio di -, Homaros figlio di -), Hierapytna e Priansos (IC III 3 4, Enipas figlio di Hermaios, Neon figlio di Chimaros), Gortyna e Knossos (IC IV 181, Archemachos figlio di Men-, Eutyththenias figlio di -; IC IV 182, Kartaidamas figlio di Onymarchos, Mopseios figlio di Hyperteros), Lyttos, Chersonesos e Olous (SEG 41.770, -das figlio di Zo-, Ch- figlio di Hyperphanes, Apollodoros (?) figlio di -; IC I 18 9, - figlio di -, Sotadas figlio di Sotadas, - figlio di -), Hierapytna e Lato (SEG 26.1049, -kas figlio di -obolos, Aution figlio di Podaithos, oltre che forse un altro cosmo di cui non si è conservato il nome per Lato e Sokl- per Lyttos), Lato e Olous con mediazione di Knossos (IC I 16 3, Diokles figlio di Heroidas, Telemachos figlio di Gnomis, Kydas figlio di Kydas; IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B, Diokles figlio di Heroidas, Menontidas figlio di Akasson, Nennaios figlio di Mopseios e nell’anno consecutivo Kydannos figlio di Enipas, Antikles figlio di Eubolos, Agemon, indicato quest’ultimo mediante l’espressione ἐπὶ Ἀγήμονος Κνωσοῖ κόσμω), Lato e Olous (IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, Pyleros figlio di Tallaios, Sophronichos figlio di Aristis e, nella seconda copia, Mainaios figlio di Chairnetadas, Kratinos figlio di Aristonymos) e verosimilmente Hierapytna e Aptera (SEG 63.747, Elaiina- figlio di -, Timochos figlio di Stribon) e Lato ed Eleutherna (IC I 16 17, - figlio di -, - figlio di -n). Nel decreto del koinon cretese del 200-150 a.C. IC IV 197, inoltre, è presente una doppia datazione secondo il cosmo eponimo di Gortyna e quello di Knossos (-ios figlio di Allodamos, Kypselos figlio di -retos). In alcuni trattati, invece, la datazione eponimica commemorante i cosmi è presente – o si è conservata – per una sola delle contraenti: così è nei trattati fra Gortyna e verosimilmente Amyklaion (III secolo a.C., IC IV 173, Kyd- figlio di -, in relazione a Gortyna), Gortyna e Arkades (metà III secolo a.C., IC IV 171, in relazione a Gortyna), Lato pros Kamara e un’altra città (216-200 a.C. ca., IC I 16 19, in relazione alla prima) e forse Aptera ed Eleutherna (200-175 a.C. ca., SEG 41.742, in relazione alla seconda, mentre l’eponimo della prima è verosimile che sia un damiorgos; cf. supra) e in quelli di III o inizi II secolo a.C. stipulati con sovrani o comunità esterne da Gortyna (IC IV 167, - figlio di Aristonymos; IC IV 179, Sa-), Lyttos (SEG 45.1528, Porthesilas figlio di Kyrnios) e Phaistos (IC I 23 1, Metiochos).
In alcuni contesti sono attestati riferimenti cronologici fondati sul ricordo del cosmo eponimo la cui formulazione prevede il ricorso ad espressioni quali (ὄκ’) ἐκόσμιον (οἰ σὺν) ... / οἱ κόσμοι οἱ σύν ... / οἵ ... κοσμίωντι: è il caso dei trattati fra Gortyna e Lebena del 525-500 a.C. IC IV 63 (forse in riferimento alla prima), fra Gortyna e Knossos del 168/167 a.C. IC IV 181 (Archemachos, Euryththenias) e fra Lato e Olous con mediazione di Knossos del 118 a.C. IC I 16 3 (Kydas, in riferimento a Knossos), delle leggi di Gortyna del 450 a.C. ca. IC IV 72 (ὄκ’ ὀ Αἰθ[α]λεὺς ’ταρτὸς ἐκόσμιον οἰ σὺν Κύ[λ]λοι), di V-IV secolo a.C. IC IV 142 (ἐκόσμιον οἰ σ[ὺν - - -]) e di Eleutherna di VI-V secolo a.C. IC II 12 9 ([- - - κ]αὶ Τίμαρκος ἐκόσμιον), oltre che forse del decreto gortynio di fine IV - metà III secolo a.C. SEG 38.900 B (ὅκ’ οἱ σὺν Γ[- - -]).
Oltre alle formule di datazione propriamente dette, peraltro, il ricordo di cosmi eponimi può occorrere anche in altri contesti, come nel caso della formula di sanzione del decreto di Hierapytna di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 C (τοῖς κόσμοις τοῖς σὺν Ἀλεξάνδρωι) o della formula di esposizione di quello di Axos di I secolo a.C. IC II 5 35 ([οἱ κόσμοι οἱ] σὺν Τηλεμνάστῳ τῶ [Κύδαντος]), oltre che in più iscrizioni edificatorie o dediche votive la cui iniziativa è da ricondurre al collegio dei cosmi (per le quali cf. infra).
In alcuni casi, inoltre, il fomulario impiegato nelle datazioni sembra implicare che più cosmi detengano assieme l’eponimia: ciò accade a Dreros nel giuramento IC I 9 1 e nell’iscrizione edificatoria Bile 48, risalenti allo stesso anno sul finire del III secolo a.C. e menzionanti gli eponimi Kyias e Kephalos seguiti dal ricordo dei loro colleghi Pyros, Pios e Bision, e nella dedica votiva di Arkades IC I 5 4 di V secolo a.C., dove figurano i due cosmi eponimi Thamyndaris figlio di Telegnotos e Pantandridas figlio di Nikolaos, possibilmente come unici membri del proprio collegio (sui collegi di eponimi cf. Fröhlich 2016, pp. 279-384).
In altre iscrizioni, perlopiù di II secolo a.C., la formula di datazione ricorda i nomi dell’intero collegio dei cosmi, posti tutti egualitariamente sullo stesso piano figurando al caso genitivo preceduti generalmente dall’espressione ἐπὶ τῶν ... κοσμιόντων, dei quali è verosimile che solo il primo ad essere menzionato detenga il ruolo di eponimo, sebbene non sia da escludere la possibilità che la preposizione ἐπί in alcune di tali occorrenze – in particolare nelle iscrizioni edificatorie – abbia il valore di «a cura di» e non «sotto (il cosmato) di». Simili formulazioni ricordano quattro cosmi nel decreto di Malla IC I 19 3 A (Tychon figlio di Peithias, Dioteles figlio di Elyros, Phalakros figlio di Somenes, Diophantos figlio di Sotokydes) e nell’iscrizione edificatoria di Olous IC I 22 8 (Moirimimos figlio di -, Prognos figlio di Etearchos e altri due individui di cui non si è conservato il nome), almeno quattro nella dedica votiva di Keraia IC II 22 1 (Tharsydamas figlio di -, Sosos figlio di Abdias, Kydimos figlio di - e almeno un altro individuo di cui è andato perduto il nome, introdotti da ἐπὶ κόσ[μων]), cinque nella legge sacra di Axos SEG 23.566 di fine IV secolo a.C. (Sosokles, -nomos, Ikeite-, Soarchos e Tomokles, non introdotti da ἐπί ma seguiti da [κ]οσμιόντωγ), cinque nelle iscrizioni edificatorie di Lato IC I 16 25 (Herakletos figlio di Thiopheides, Polytimos figlio di Tymon, Enipas figlio di Pyron, Kleanor figlio di Chyrilos, Pollias figlio di Apellas) e IC I 16 33 (Antis figlio di Polytimos, Mnastokles figlio di Pyron, Lykos figlio di Peteliagoras, Pratomenes figlio di Theotimos, Bergis figlio di Koryptas), sette in quella di Lato IC I 16 23 (Lirgos figlio di Pol-, - figlio di Korthys, Somyl- figlio di -, -ychos figlio di Damokartes, - figlio di Damokartes, Agoratos figlio di Is-, - figlio di Nemoneios), dieci in quella di Hierapytna IC III 3 9 (Agesimachos figlio di Soteles, Sosis figlio di Melion, Euphamos figlio di Askan-, Euphamos figlio di Teuphilos, Pratophanes figlio di Eparchos, Thion figlio di Melion, Thorax figlio di Kleobolos, Thyon figlio di Polykrates, Xenophilos figlio di Himeraios, Boulos figlio di Portesilas) e nel trattato fra questa e Seleuco II SEG 63.746 del 246-236 a.C. (Antimenes, Exakestidas, Herakleidas, Hyperochos, Charmylos, Leptinas, Samagoras, Kalon, Euphranor e Anaxagoras, introdotti da ἐπὶ κόσμων). Nella formula di datazione del decreto onorario di Dreros di fine III - inizi II secolo a.C. Bile 50.1 = 50.2 i nomi dei cosmi in carica, posti anch’essi tutti sullo stesso piano, si trovano invece al nominativo (Argas figlio di Soteles, Phalakrion figlio di Kimon, Sogenes figlio di Praxios, Pyron figlio di Androcharis ed Eumedes figlio di Nikis, introdotti da ἐπὶ τῶν Δυμάνων κοσμούντων).
Numerose iscrizioni, in prevalenza edificatorie e perlopiù di II secolo a.C., conservano inoltre liste più o meno complete dei nomi al nominativo dei cosmi in carica, introdotte abitualmente da espressioni quali ἐκόσμιον οἵδε/δέ o affini. Simili liste occorrono nelle iscrizioni edificatorie di Lato IC I 16 29 (Panthos figlio di Deitilos, Melanos figlio di Thyios, Androlas figlio di Echedamos, Nikagoras figlio di Lysiomeles, Dam- figlio di Oikostylos, Hippo- figlio di -), 30, 31 e Chaniotis, Verträge 54-56c (Aution figlio di Podaithon, Thiaris figlio di Laston, Somantis figlio di Laston, Chenos figlio di Enipas, Sophios figlio di Kleanor, Praxon figlio di Kolakas, Polytimos figlio di Polytimos), IC I 22 2 (-on figlio di Eumelos, Apellas figlio di Pollias, Kletonymos figlio di Polytimos, Thiopheides figlio di Agaglitos figlio di Byschos, Telon figlio di Hiaron, Byschos figlio di Orthokles, Bouarion figlio di Sosimenes e forse Dioskouridas figlio di Kleon) e Bile 47 (Charisthenes figlio di Kostylos, Nemonios figlio di Lydos, Pyrias figlio di Sarapion, Kypelos figlio di Ischolas, Mnastokles figlio di Lattygos, Agaklytos figlio di Stasagoras, Dorkos figlio di Boulias), di Gortyna IC IV 259 (Erason figlio di Antiphatas, Agesandros figlio di Morautas, Amnatos figlio di Aristophoos, lo hiarorgos Ertaios figlio di Krios, Amnatos figlio di Soarchos, Me-llos figlio di Diognetos, Epicharmos figlio di Aristodamos, Artyas figlio di Antaukes, -lliarnattos figlio di Damagoras, Sotadas figlio di Kleainetos e Kydans figlio di Nemoneios), IC IV 260 di fine II - inizi I secolo a.C. (Aratogonos figlio di Artemon, lo hiarorgos Kydans figlio Onymarchos, Pyrgos figlio di Arklesilaos, Euchartos figlio di Soarchos, Alexandros figlio di Alexandros di Pyranthos, Dionysios figlio di Mikkalos) e IC IV 261 del 150-50 a.C. (Euryanax figlio di Rhanios, Hiar- figlio di -os, Aboulios di Kyrtanos, Amnatos figlio di -, Telemnastos figlio di Telemnastos, Onymarchos figlio di Amnatos e un altro cosmo di cui non si è conservato il nome, forse preceduti da ἐκόσμιον οἵδε), di Arkades IC I 5 5 (Soteridas figlio di Nikandros, Agathon figlio di Sosikles, Aristokles figlio di Apollonidas) e SEG 26.1044 del 14-37 d.C. ca. (Karanos figlio di Somenos, Dinokles figlio di Agesippos, Hieronymos figlio di Apollonios), di Lyttos IC I 18 13 di I secolo d.C. (Endialos figlio di Komastas), di Hierapytna IC III 2 1 (Bouaos figlio di Ampheron, Akasson figlio di Bramisal, - os figlio di Eurykartes, - figlio di Eurykartes, - figlio di -ythes, -s figlio di Moirilos) e di Malla IC I 19 4 (Aploidas figlio di Kyd-, Philodromos figlio di Diophantos, Somenes figlio di Phrasikartes, Oreichares figlio di Kauos e Parmenion figlio di Damatrios). Liste analoghe figurano anche in due decreti di Gortyna, IC IV 195 del 200-150 a.C. (Pyroos figlio di Kallidamos, lo hiarourgos - figlio di -andros, Damagoras figlio di Aristophos, -anax figlio di Euryanax, Kalabis figlio di Nikandros, -enos figlio di Thilaios e forse altri tre cosmi di cui non si è conservato il nome, introdotti dall’espressione [ο]ἵδε κόρμοι) e IC IV 293 di fine I secolo a.C. - inizi I secolo d.C. (Hagesandros figlio di -, accompagnato dal titolo di [πρωτό]κοσμος, Rhanios figlio di So-, -phon figlio di Kallippos), e nelle dediche votive di Gortyna SEG 48.1209 di fine II - inizi I secolo a.C. (- figlio di Amnatos, lo hiarorgos On- figlio di -, A- figlio di -os, Soarchos figlio di -, - figlio di Kallidamos) e di Chersonesos IC I 7 5 di I secolo a.C. (in cui è menzionato a parte l’eponimo - figlio di Exakestidas, introdotto da ἐκόσμιον δὲ σύν, seguito dal ricordo dei colleghi - figlio di Timotheos, Alexas figlio di D- e Oikonomos figlio di Diosk-, introdotti da οἵδ[ε]).
Alcune iscrizioni conservano inoltre liste di nomi di cosmi in carica non introdotte da espressioni quali ἐκόσμιον οἵδε / κόσμοι o affini. Oltre alla casistica delle liste di nomi al genitivo esaminate in precedenza, i rimanenti elenchi sono costituiti dai nomi al nominativo dei membri del collegio. Simili liste sono attestate all’interno del trattato fra Gortyna e Arkades di metà III secolo a.C. IC IV 171 (Soarchos figlio di Pheid-, Hippokleidas figlio di -, Praxias figlio di Arist-, Magos Eumnast- e uno hiarorgos di cui non si è conservato il nome; Kleachos figlio di Nikol-, Karton figlio di Kleon-) e verosimilmente nel decreto di Axos di I secolo a.C. IC II 5 35 (Telemnastos figlio di Kydas, - figlio di Kallinomos, An- figlio di -) e nell’iscrizione edificatoria gortynia di II secolo a.C. IC IV 251 (Zenas figlio di Apellonios e altri due individui di cui non si è conservato il nome). Liste di cosmi in carica ricordati al nominativo, inoltre, sembrano essere attestate a Gortyna come documenti autonomi, nei quali tuttavia non è menzionato il termine kosmos: è il caso di IC IV 384 di fine III - inizi II secolo a.C. (- figlio di -oiton, -s figlio di Kallidamos, - figlio di Empedokles, - figlio di Ertaios), 388 del 200-150 a.C. (Soteridas figlio di -, Philys figlio di Noemon, Wikadion figlio di -, Philoxen- figlio di -, Aristobol- figlio di -, Thychon figlio di Nik-, Nikomachos figlio di -) e 399 di I secolo a.C. (Akrisios figlio di -, Soarchos figlio di -; per altre liste analoghe di nomi di cosmi al nominativo cf. infra a proposito dei cosmi responsabili di interventi edilizi).
In numerosi trattati di tardo III e II secolo a.C., inoltre, sono presenti riferimenti generici all’intero collegio dei cosmi in carica mediante il ricorso ad espressioni del tipo οἱ δὲ κόσμοι οἱ τόκ’ ἀεὶ (/ ἑκατερῆ) κοσμίοντες oppure οἱ κόσμοι ἐπ’ αὐτῶν κοσμιόντων: è il caso dei trattati fra Axos, Gortyna e Phaistos SEG 23.563 (in riferimento alla prima città), Gortyna e Sybrita IC IV 183, Gortyna e Knossos IC IV 175 e IC IV 181, Lyttos e Olous IC I 18 9 = SEG 61.722, Hierapytna e Knossos IC I 8 13, Hierapytna e Priansos IC III 3 4, Aptera ed Eleutherna SEG 41.742, Hierapytna e Lato SEG 26.1049 e Lato e Olous IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B. Riferimenti analoghi figurano anche in più documenti della prima serie di decreti relativi alla concessione di asylia a Teos del 201 a.C. ca., IC I 5 52 di Arkades, IC I 6 1 di Biannos, IC III 3 2 di Hierapytna, IC I 14 1 di Istron, IC I 8 8 di Knossos, IC I 16 2 di Lato, IC I 16 15 di Lato pros Kamara, IC II 26 1 di Sybrita e forse IC I 3 1 di Apollonia, oltre nel decreto di Malla di fine II secolo a.C. IC I 19 3 A.
Riferimenti a singoli cosmi in carica, inoltre, sono presenti in documenti perlopiù di tipo normativo di VII-V secolo a.C., quali le leggi di Dreros del 650 a.C. ca. SEG 27.620 (ἐπεί κα κοσμήσει; αἰ δὲ κοσμήσιε; κὄτι κοσμήσιε), di Axos del 525-500 a.C. Bile 27 (το͂ι τόκα κοσμίον[τι]), di Lyttos del 500 a.C. ca IC I 18 2. (ἢ ϙοσμίο[- - -]) e di Gortyna del 500-450 a.C. IC IV 41 (ἆς κα κοσμῆι), il decreto di Datala del 500 a.C. ca. SEG 27.631 (ϙόσμος ἐπεσταϙώς) e il trattato fra Gortyna e Rhittenia del 450-400 a.C. IC IV 80 (τὸν κοσμίοντα [scil. di Gortyna] ... κοσμε͂ν πεδὰ το͂ Ριττενίο κόσμο).
In due decreti di Praisos di inizi III secolo a.C., IC III 6 7 e 8, è invece documentato l’uso del termine synkosmos, non attestato altrove, impiegato nella formula di datazione in riferimento agli altri cosmi in carica assieme al cosmo eponimo, definito protokosmos (ἐπὶ ... καὶ τῶν ἄλλων συνκόσμων).
Due leggi arcaiche, SEG 27.620 del 650 a.C. ca. da Dreros e IC IV 14 del 600-525 a.C. da Gortyna, documentano l’imposizione di limiti all’iterazione della carica di cosmo, che non può essere assunta nuovamente dallo stesso individuo prima che siano trascorsi rispettivamente dieci (δέκα ϝετίον τὸν ἀϝτὸν μὴ κοσμε̃ν) e tre anni (τρι[ο͂]ν ϝετίον τὸν ἀϝτὸν μὴ ϙοσμε͂ν) dal mandato precedente (cf. Laws, p. 133, nota 337, secondo cui il numero di anni indicato è possibile che corrisponda al numero di famiglie che ambiscono alla carica). Più iscrizioni, tuttavia, documentano lo svolgimento di più mandati da parte di uno stesso cosmo, sebbene non sia noto l’intervallo di tempo intercorso fra questi: un secondo – e in un caso quarto – mandato, indicato mediante l’espressione (ὅκα) τὸ δεύτερον (o τέταρτον), è attestato per cosmi di Gortyna nelle iscrizioni di fine III - inizi II secolo a.C. IC IV 184, del 200-150 a.C. IC IV 197 e di fine II - inizi I secolo a.C. IC I 17 5, di Knossos in quelle di II-I secolo a.C. SEG 33.719, 33.722, 33.723, 33.726 e di Lyttos in quella ellenistica IC I 18 63 (τὸ [- - -]).
Il collegio dei cosmi – identificato attraverso il nome dell’eponimo di norma mediante l’espressione οἱ σὺν ... κόσμοι ἐπεμελήθην / οἱ κόσμοι οἱ σὺν ... ἐπεμελήθην e seguito abitualmente dal ricordo di tutti i suoi altri membri – figura come responsabile di interventi edilizi nelle iscrizioni edificatorie di Arkades IC I 5 5 di II secolo a.C. (Soteridas) e SEG 26.1044 del 14-37 d.C. ca. (Pratomenios), di Gortyna IC IV 260 di fine II - inizi I secolo a.C. (Aratogonos figlio di Artemon), di Knossos SEG 44.728 di II-I secolo a.C. e verosimilmente di Lyttos SEG 50.937 A del 200-150 a.C. (οἱ σὺν Λιβύρν[ῳ - - -] ἀνέσαξα[ν - - -]). Come promotori delle attività commemorate sono invece ricordati i nomi al nominativo di tutti i membri del collegio nelle iscrizioni edificatorie di Allaria di II secolo a.C. SEG 56.1047 (Aikolidas figlio di Basilokles, Ormesandros figlio di Martas, Pollakes figlio di Phrasikartes, Enosaios figlio di Sokartes, Akeusilas figlio di Aristarchos, Basilokles figlio di Sanarios, Zaulos figlio di Wanaxagoras, Aristarchos figlio di Tithonidas, Thaumon figlio di Kwasinomos, Aristarchos figlio di Wergaios e Lakartes figlio di Lakartidos e nipote di Menarchos), di Hierapytna di fine II - inizi I secolo a.C. IC III 5 1 (- figlio di Himeraios, Xenophilos figlio di -, Proagoros figlio di Aristoph-, - figlio di Thorax, Dion figlio di Kais-, Agamedes figlio di Aidopos, N- figlio di -tos, Dion figlio di Kleosthesilas) e di Lato di II secolo a.C. IC I 16 34 (Polytimos figlio di Tharsiphanes, Pyron figlio di Androlas, Danithales figlio di Ankyros, Tymon figlio di Charimyrtos, Charimortos figlio di -).
Il collegio dei cosmi, identificato mediante il ricordo dell’eponimo nell’espressione οἱ κόσμοι oἱ σὺν ..., è invece attestato come promotore delle dediche votive di Knossos di II-I secolo a.C. SEG 33.718 (Hypergenes figlio di Koichis), 33.721 (-nion figlio di Teisimos) e 33.722 (Tauriadas figlio di Epimenidas). Un singolo ex cosmo, Perballon figlio di Biettos, compare inoltre come promotore della dedica votiva a Hermes Dromios di II secolo a.C. da Polyrrhenia IC II 23 10 (κοσμήσας), mentre il cosmo gortynio Namo- figlio di - risulta essere il dedicatario della dedica votiva e al tempo stesso onoraria di I secolo a.C. IC IV 267.
In più città cretesi i cosmi risultano essere assieme alla polis i responsabili delle relazioni estere, figurando come mittenti nella formula iniziale di saluto οἱ κόσμοι καὶ ἁ πόλις ... χαίρειν delle epistole di tardo III e II secolo a.C. di Allaria (IC II 1 2), Aptera (IC II 3 2), Axos (IC II 5 19), Gortyna (IC IV 168, epistola citata alle ll. 116-121 dell’arbitrato del 112/111 a.C. IC III 4 9), Hierapytna (epistola citata alle ll. 125-130 dell’arbitrato del 112/111 a.C. IC III 4 9), Knossos (IC I 8 7), Polyrrhenia (IC II 23 3), Sybrita (IC II 26 1, nell’ordine inverso ἁ πόλις καὶ οἱ κόσμοι), Phaistos e verosimilmente Istron (SEG 51.1056). I cosmi compaiono invece in qualità di destinatari di epistole – anche in questo caso assieme alla polis – all’interno della formula iniziale di saluto ... τοῖς κόσμοις καὶ τᾶι πόλει χαίρεν nelle lettere indirizzate a Itanos da Gortyna e Hierapytna citate alle ll. 116-121 e 125-130 dell’arbitrato del 112/111 a.C. IC III 4 9 e in quella inviata a Polyrrhenia da Tebe, IC II 23 1 di fine III - inizi II secolo a.C. I cosmi, inoltre, risultano come i responsabili dell’apposizione del sigillo pubblico su documenti diretti a comunità esterne e del loro invio o consegna nei decreti di Aptera di II secolo a.C. IC II 3 3 e di Knossos del 170-140 a.C. ca. IC I 8 11, mentre soltanto del loro invio in quello di Polyrrhenia di fine III - inizi II secolo a.C. IC II 23 1, nel quale sono ricordati a tale scopo assieme alla polis. In due decreti di Biannos e Knossos, IC I 6 2 del 170-140 a.C. ca. e IC I 8 12 di fine II secolo a.C., i cosmi sono invece indicati assieme all’ekklesia come le autorità al cui cospetto si presentano gli inviati giunti da comunità esterne.
Per quanto riguarda le cerimonie pubbliche che vedono coinvolti i cosmi, i trattati fra Lato e Hierapytna del 111/110 a.C. SEG 26.1049 e fra Lato e Olous del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B prevedono che nelle occasioni in cui i cosmi di una città vadano in visita presso l’alleata debbano indossare un mantello da cerimonia (cf. Chaniotis, Verträge, pp. 130-133; sugli abiti cretesi in epoca geometrica e arcaica, gli unici di cui si abbiano cospicue testimonianze iconografiche, cf. Benda-Weber 2019) e recarsi presso il pritaneo così come quando si recano ad una festività o processione. In tre trattati stipulati da Hierapytna rispettivamente con Priansos, Lyttos e Knossos (IC III 3 4 e IC III 3 3 B di fine III - inizi II secolo a.C., IC I 8 13 del 145-100 a.C.) è previsto inoltre l’invito diretto dei cosmi di ciascuna contraente presso l’archeion dell’alleata, al quale si aggiunge la concessione di poter sedere nell’ekklesia assieme ai cosmi locali nel trattato fra Hierapytna e Knossos.
Il collegio dei cosmi in carica, indicato attraverso il nominativo plurale nell’espressione οἱ δὲ κόσμοι οἱ τόκα/τόκ’/τότε (ἀεὶ) κοσμίοντες, è designato come organo istituzionale tenuto ad intervenire in caso di contravvenzione rispetto a quanto stabilito nei decreti relativi alla concessione di asylia a Teos della prima serie del 201 a.C. ca. di Apollonia, Arkades, Biannos, Hierapytna, Istron, Knossos, Lato, Lato pros Kamara e Sybrita (IC I 3 1, IC I 5 52, IC I 6 1, IC III 3 2, IC I 14 1, IC I 8 8, IC I 16 2, IC I 16 15, IC II 26 1); nei decreti della serie emanati da Allaria, Aptera e Kydonia (IC II 1 1, IC II 3 1, IC II 10 2), invece, è presente a tale proposito la formulazione οἱ κόσμοι καὶ ἄλλος ὁ βωλόμενος/λῶν, che lascia aperta la possibilità che siano altri fra i cittadini ad occuparsi della questione. In tale ruolo, inoltre, figurano i cosmi di Knossos e Phaistos nelle convenzioni del 260-250 a.C. ca. fra le due città e Mileto IC I 8 6 e IC I 23 1, mentre nel trattato fra Lyttos e Malla di metà III secolo a.C. IC I 19 1 è previsto che il κόσμος (i.e. verosimilmente il collegio dei cosmi) sia tenuto a far rispettare gli accordi, analogamente a quanto richiesto al cosmo in carica in una polis di cui non è noto il nome menzionato nel decreto di inizi II secolo a.C. IC II 30 3.
In più documenti di III e II secolo a.C. è stabilito che i cosmi in carica si occupino di far prestare all’intera cittadinanza o più frequentemente ai giovani neocittadini uscenti dall’agela il giuramento previsto dagli accordi: tale azione è loro richiesta nei trattati fra Gortyna e Knossos SEG 49.1217, Aptera ed Eleutherna SEG 41.742 e forse in relazione ad Axos nel trattato SEG 23.563, oltre che nel decreto di Itanos IC III 4 7 e nel giuramento di Dreros IC I 9 1, in cui è impiegato il singolare κόσμον. In altri documenti a tale obbligo si aggiunge quello di promuovere ogni anno la lettura del giuramento stesso o del testo dell’accordo (trattato fra Olous e Rodi SEG 23.547) dandone anticipatamente annuncio, clausola che è presente nei trattati di tardo II secolo a.C. fra Hierapytna e Knossos IC I 8 13, Hierapytna e Lato SEG 26.1049, Lyttos e Olous IC I 18 9 = SEG 61.722 e Lato e Olous IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B. Indicazioni relative alla sola lettura degli accordi e al connesso annuncio sono invece presenti nel trattato fra Hierapytna e Priansos IC III 3 4 di fine III - inizi II secolo a.C., in quello fra Gortyna e Sybrita IC IV 183 del 216-189 a.C. ca. e verosimilmente in quello fra Gortyna, Hierapytna, Priansos IC IV 174 del 205-200 a.C. ca., mentre nel trattato fra Lyttos e Malla di metà III secolo a.C. IC I 19 1 è previsto che i cosmi conducano i giovani uscenti dall’agela presso un tempio – apparentemente per la prestazione del giuramento – e promuovano la lettura pubblica di quanto pattuito. I cosmi sono invece tenuti a prestare un giuramento essi stessi nel decreto di Praisos di inizi III secolo a.C. IC III 6 7, mentre la legge di Dreros del 650 a.C. ca. SEG 27.620 ricorda un avvenuto giuramento da parte del cosmo in carica assieme ai damioi e ai Venti della città.
I cosmi, aventi funzioni di giudice fin dal VII secolo a.C. (cf. SEG 27.620, αἰ δὲ κοσμήσιε, ὃπε δικάκσιε), anche successivamente al passaggio di tali prerogative ai dikastai attorno al V secolo a.C. (cf. infra s.v. dikastas; cf. inoltre Seelentag 2015, pp. 167-176) continuano ad essere coinvolti in procedure giudiziarie, come è documentato da più trattati ellenistici. Risultano infatti essere tenuti all’emissione di un giudizio in caso di dispute relative a quanto stabilito nelle convenzioni del 260-250 a.C. ca. stipulate con Mileto da Knossos e Gortyna (IC I 8 6, κρίνειν ἐγ Κνωσῶ[ι] μὲν κόσμον καὶ βουλάν; IC IV 161, κρίνειν ... ἐγ Γόρτυνι δὲ τοὺς κόσμους) e in circostanze legate al reato di aggressione nella legge di Eltynia del 500 a.C. ca. IC I 10 2 (κόσμος γ[ι]γνόσκεν). È ai cosmi di Eleutherna che i membri della comunità degli Artemitai devono denunciare irregolarità o ingiustizie, così come a quelli di Gortyna gli abitanti di Kaudos nei relativi trattati di fine III o inizi II secolo a.C. IC II 12 22 ([ἐ]παγγηλάτω τοῖς κόσμοι[ς]) e IC IV 184 ([ἑρπέ?]τω ὁ ἀδικιόμενος τοῖς κόρ[μοις]). L’obbligo di denuncia di contravvenzioni presso i cosmi è presente anche nel Grande Codice di Gortyna IC IV 72 del 450 a.C. ca. a proposito di matrimoni illegittimi di ereditiere (πεύθεν [πορ]τὶ κόσμον) e nel giuramento di Dreros di fine III secolo a.C. IC I 9 1, nel quale è specificato che la segnalazione di cospirazioni debba essere fatta presso la maggioranza del collegio dei cosmi (ἐξαγγελίω τοῦ κόσμου τοῖς πλίασιν). Nel trattato fra Hierapytna e Priansos di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4, inoltre, è previsto che i cosmi in carica – di cui sono ricordati gli eponimi Enipas e Neon – risolvano durante il proprio mandato le cause pendenti successive allo scioglimento del koinodikion così come quelle successive alla stipulazione degli accordi, per le quali devono prima scegliere dei garanti e una città come epikriterion; nel documento è inoltre contemplata la possibilità che i cosmi siano implicati in processi in quanto autori di ingiustizie (αἰ δέ τις ἀδικοίη ... ἢ κόσμος ἢ ἰδιώτας), eventualità che è presa in considerazione anche nel Grande Codice di Gortyna IC IV 72 del 450 a.C. ca. assieme alla possibilità che il cosmo sia invece parte lesa (αἰ δέ κα κοσ[μ]ίον ἄγει ἒ κοσμίοντος ἄλλος). I cosmi risultano coinvolti in procedure giudiziarie anche nei trattati fra Arkades e Hierapytna del 227-221 a.C. ca. IC III 3 1 B e fra Gortyna e Lato del 219-216 a.C. ca. IC I 16 1, oltre che nel decreto di Datala del 500 a.C. ca. SEG 27.631, sebbene non sia chiaro secondo quali modalità.
In numerosi documenti, in particolare trattati, sono presenti clausole che prevedono che i cosmi siano passibili a multe nel caso di mancato rispetto di quanto stabilito, abitualmente espresse nella formulazione ἀποτινέτωσαν οἱ κόσμοι oppure ἀποτεισάντων ὁ κόσμος ἕκαστος (sulla punizione maggiore dei cosmi e degli ex cosmi rispetto agli idiotai e a coloro che detengono altre cariche cf. Seelentag 2015, pp. 184-185). L’ammenda pecuniaria ai danni dei cosmi più antica ad essere documentata è conservata nella legge di Lyttos del 500 a.C. ca. SEG 35.991, che prevede una multa di cento calderoni per i cosmi che accolgono allopolitatai. Nei trattati di epoca ellenistica e in particolare di fine III e II secolo a.C. sono previste frequentemente multe dall’importo di cento stateri per i cosmi in carica che non facciano prestare dall’agela il giuramento stabilito o non promuovano la lettura degli accordi dandone anticipatamente annuncio: tali ammende sono documentate nei trattati fra Lyttos e Olous IC I 18 9 = SEG 61.722, Lato e Olous IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, Lato e Hierapytna SEG 26.1049 e Hierapytna e Knossos IC I 8 13. Multe del medesimo importo motivate dalla mancata lettura degli accordi e dal relativo mancato annuncio sono invece previste per i cosmi nel trattato fra Hierapytna e Priansos IC III 3 4 mentre dovute al mancato giuramento in quello fra Hierapytna e Arkades del 227-221 a.C. ca. IC III 3 1 B, di importo ignoto, e nel giuramento di Dreros di fine III secolo a.C. IC I 9 1, dal valore di cinquecento stateri. Un’ammenda di cento stateri è inoltre prevista nel trattato fra Lyttos e Malla di metà III secolo a.C. IC I 19 1 nel caso in cui i cosmi non conducano ad un tempio l’agela come stabilito, verosimilmente affinché questa presti il relativo giuramento. Multe dal valore di diecimila dracme sono invece previste nel caso di mancato invio da parte dei cosmi di aiuti militari o di scioglimento degli accordi nei trattati stipulati con Antigono Dosone da Hierapytna e verosimilmente Eleutherna (IC III 3 1 A del 227-221 a.C. ca., IC II 12 20 del 227-224 a.C. ca.). Il mancato rispetto di quanto stabilito relativamente a questioni giudiziarie, inoltre, comporta per i cosmi una multa di duecento stateri nel caso del trattato fra Gortyna e Lato del 219-216 a.C. ca. IC I 16 1, di cinquanta in quello fra Hierapytna e Priansos di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4, di importo ignoto in quello fra Hierapytna e Arkades del 227-221 a.C. ca. IC III 3 1 B. La mancata esecuzione di sacrifici da parte dei cosmi è invece punita con multe di cento stateri nel trattato fra Hierapytna e Lyttos di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 B, mentre dall’importo ignoto in quello fra Hierapytna e Arkades del 227-221 a.C. ca. IC III 3 1 B (?). Per la mancata iscrizione su pietra o collocazione della stele degli accordi il trattato fra Lyttos e Olous del 111/110 a.C. SEG 61.722 prevede per i cosmi una multa di cento stateri, mentre inadempienze rispetto a quanto stabilito in caso di syle comportano per costoro ammende di cinquecento stateri in quello fra Lyttos e Malla di metà III secolo a.C. IC I 19 1. La mancata consegna dei doni ospitali previsti nel trattato fra Knossos e Tylisos del 460-450 a.C. ca. IC I 8 4 è punita con ammende pecuniarie di dieci stateri, mentre non sono note nello specifico le ragioni delle multe previste nei trattati fra Gortyna e Knossos del 222-189 a.C. IC IV 175 e fra Gortyna e Amyklaion di fine III secolo a.C. IC IV 172 (apparentemente in relazione alla sola Gortyna). Il decreto gortynio del 240-222 a.C. ca. IC IV 165, infine, prevede una multa di duemila stateri per i cosmi che non stabiliscono giusti accordi (δίκαια μὴ συνθίωνται).
In alcuni casi, perlopiù in leggi di VI-V secolo a.C., i cosmi figurano non come soggetti a multe bensì come addetti alla riscossione di ammende pecuniarie imposte ad altri. Nella legge di Gortyna IC IV 14 il cosmo in carica (ϙόσμος ὀ ἐπιστάς) è tenuto a riscuotere una multa dal valore di cinquanta calderoni o, in caso di propria inadempienza, a fornirli egli stesso, mentre in quella di Eltynia IC I 10 2 è addetto all’esazione di multe imposte per reati di aggressione fisica. Nelle leggi di Axos Bile 27 e IC II 5 9, invece, il cosmo è tenuto a riscuotere multe imposte rispettivamente a chi contravviene a disposizioni relative a lavoratori pubblici (?) e ai sacerdoti che sottraggono illegittimamente una parte dalle offerte sacrificali, nel secondo caso pena una multa di importo raddoppiato ai loro danni qualora vengano meno al proprio dovere. Una riscossione di multe da parte del cosmo di Rhittenia è prevista nel trattato fra questa e Gortyna del 450-400 a.C. IC IV 80, mentre nel trattato fra Lato e Olous del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B è stabilito che se una delle due alleate viene meno all’accordo i cosmi di Knossos possano prelevare una multa dall’ammontare depositato dalla città responsabile e consegnarla a chi ha rispettato gli accordi. Il decreto di Itanos di inizi III secolo a.C. IC III 4 7, infine, prevede che le multe imposte ai magistrati che non promuovono la prestazione del giuramento o il pronunciamento dell’ara e destinate alla polis siano consegnate nello specifico dai logistai al collegio successivo di cosmi.
I cosmi, inoltre, figurano come responsabili di pagamenti nel trattato fra Hierapytna e Priansos di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4, che prevede che nel caso in cui un’ambasceria di una delle due città abbia bisogno di mezzi di trasporto (πορηίω) i cosmi dell’alleata glieli forniscano o in alternativa i cosmi presenti (οἱ ἐπίδαμοι τῶν κόσμων) le assegnino dieci stateri. Nel decreto di Praisos di inizi III secolo a.C. IC III 6 7, invece, è previsto che in circostanze non chiare i cosmi riscuotano le paghe di chi non naviga e assegnino una dracma al giorno a chi naviga, mentre in quello di Axos di I secolo a.C. IC II 5 35 i cosmi sembrano essere tenuti assieme ai proedroi a presentare una rendicontazione delle spese pubbliche della città.
In due decreti, IC II 5 35 di I secolo a.C. da Axos e IC III 3 3 C di fine III - inizi II secolo a.C. da Hierapytna, i cosmi figurano inoltre come addetti all’iscrizione su pietra del documento in questione, nel primo caso con il riferimento specifico ai cosmi dell’anno in corso, mentre nel trattato fra Hierapytna e Priansos di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4 sono i cosmi in carica nelle due città ad essere incaricati della collocazione delle stele.
I due trattati stipulati da Antigono Dosone con Eleutherna e Hierapytna negli anni 227-221 a.C. ca., IC II 12 20 e IC III 3 1, quest’ultimo in parte oggetto di integrazione, sono i soli documenti in cui i cosmi delle città cretesi risultano in qualche modo coinvolti in operazioni belliche in quanto responsabili dell’invio di aiuti militari al sovrano. Nel decreto cario di Euromos del 197-190 a.C. ca. SEG 43.707, inoltre, i tre (proto)cosmi locali figurano come responsabili della difesa della polis, della sua chora, dei suoi phrouria e di tutte le sue operazioni militari (τὰ κατὰ τὰς στρατείας).
In alcuni documenti, inoltre, i cosmi figurano come le autorità in presenza delle quali è richiesto che siano compiuti particolari atti: è il caso della dedica di una phiala d’argento ad Hera Kydista da parte di un liberto di Gortyna (manomissione di metà II secolo a.C. SEG 48.1208), della redazione della corrispondenza ufficiale della caria Euromos (decreto del 197-190 a.C. ca. SEG 43.707) e di qualche azione di cui non è nota la natura (legge sacra di Axos di fine IV secolo a.C. SEG 23.566). Nel decreto di Datala del 500 a.C. ca. SEG 27.631, invece, è previsto che il poinikastas Spensitheos sia presente in tutte le circostanze in cui lo è il cosmo (ὄπε καὶ ὀ ϙόσμος εἴη καὶ τὸν ποινικαστάν).
In alcuni documenti, perlopiù decreti, i cosmi sono ricordati come responsabili dell’emanazione di ordini: in quello di Aptera del 205-197 a.C. ca. IC II 3 4 C comandano agli araldi di proclamare Attalo I vincitore negli agoni stephanitai, in quello di Gortyna di II secolo a.C. IC I 17 2 dettano disposizioni ai naokoroi dell’Asklepieion di Lebena e in quello di Praisos di inizi III secolo a.C. IC III 6 7 ordinano alle soggette Siteia e Stalai di navigare su particolari rotte. Nel trattato fra Eleutherna e gli Artemitai di fine III secolo a.C. IC II 12 22, inoltre, i cosmi della prima sembrano ordinare a qualche figura non meglio identificabile della seconda di comparire verosimilmente al proprio cospetto (αἰ δέ κα μὴ ἀποφάνηι [ὄ]χ’ ὁ κόσμος κέληται).
Fra le altre prerogative dei cosmi documentate dalle iscrizioni sono da annoverare l’organizzazione di una giornata di festeggiamenti che preveda gare di corsa e la convocazione delle eterie (decreto di Malla di fine II secolo a.C. IC I 19 3 A, in cui è documentata anche la loro prassi di consumare i pasti collettivamente presso il pritaneo), il compimento di sacrifici e riti religiosi (trattato fra Hierapytna e Lyttos di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 B; legge sacra di Axos di fine IV secolo a.C. SEG 23.566), la presidenza nel contesto della deliberazione (decreto di Hierapytna di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 C, οἱ κόσμοι πάντες ἐπεστάτον) e verosimilmente la convocazione dell’ekklesia (trattato fra Eleutherna e Antigono Dosone del 227-224 a.C. ca. IC II 12 20). Nella legge di Gortyna del 500-450 a.C. IC IV 41, inoltre, è prevista la possibilità che un cosmo in carica possieda un oikeus.
Vi è infine un buon numero di casi in cui il termine cosmo, al singolare o al plurale, occorre in contesti non ricostruibili a causa della frammentarietà del testo: ciò avviene in più leggi di Gortyna (600-525 a.C., IC IV 10, 25, 29; 525-500 a.C., 62; 450-400 a.C., 104; 250-200 a.C., 163; 27-1 a.C., 416), Axos (525-500 a.C., IC II 5 5-6; 500-450 a.C., SEG 23.565; III secolo a.C.: IC II 5 24, 25, 26) ed Eleutherna (VI-V secolo a.C., IC II 12 14), in decreti di Gortyna (IV secolo a.C., IC IV 377; III secolo a.C., 379) e Datala (500 a.C. ca., SEG 27.631), in trattati di III e II secolo a.C. (Gortyna e Lato, IC I 16 1; Hierapytna e Knossos, IC I 8 13; Hierapytna, IC III 3 6; Gortyna, IC IV 173 e IC IV 172) e in iscrizioni di epoca ellenistica di tipologia non determinabile (Milatos, IC I 21 1 e 2; Axos, IC II 5 34; Knossos, IC I 8 39).
Kretarchas
Contesto di attestazione: koinon cretese
Epoca di attestazione: I secolo a.C.
La carica di Kretarchas, per sua stessa natura propria di Creta e attestata solamente negli anni 67-31 a.C. ca., per essere poi ripristinata in epoca tardoantica (cf. Pałuchowski 2005b), è documentata dalla dedica votiva gortynia IC IV 250, in cui il cretarca Kydas figlio di Kydas – archos per la nona volta – figura come eponimo all’interno di una formula di datazione.
Mnamon
Contesto di attestazione: Datala, Gortyna
Epoca di attestazione: V-I secolo a.C.
Il termine mnamon, attestato anche in altre aree del mondo greco (cf. e.g. Syll.3 45 di V secolo a.C. da Alicarnasso; cf. inoltre Boffo 2003, Reiche 2006, Carawan 2008), sembra indicare un magistrato «che ricorda poiché ha visto» (cf. Carawan 2008, p. 173: «by visual recognition»), che conosce di persona gli individui e le proprietà coinvolti in dispute e che funge quindi da assistente per altri magistrati o collegi verosimilmente come testimone oculare (distinto dunque dal testimone formale e dal garante, il martys e l’eggyos; cf. Seelentag 2015, pp. 194-203, Genevrois 2017, pp. 224-227, 230-233).
Nel Grande Codice di Gortyna IC IV 72 del 450 a.C. ca. lo mnamon figura due volte, in entrambi i casi in stretta correlazione con il giudice (ὀ δικαστὰς κὀ μνάμον; το͂ι δικαστᾶι καὶ [τ]ο͂ι μνάμονι), come testimone in processi relativi a precedenti cause vinte – se ancora vivo e dotato di cittadinanza – e come depositario di accusa in cause pertinenti a divorzi. Lo stretto legame con il giudice ricorre anche nella legge gortynia del 500-450 a.C. IC IV 42 (τὸν δικαστὰν καὶ τὸμ μνάμονα), dove alle due figure è richiesto di prestare un giuramento in particolari processi; non è chiaro invece in quale contesto occorra lo mnamon menzionato nella legge gortynia di fine IV - inizi III secolo a.C. IC IV 160.
In età ellenistica a Gortyna lo mnamon è indicato apparentemente da solo nella manomissione di inizi III secolo a.C. IC IV 231 come testimone a cui ricorrere in caso di contestazioni sullo status di schiavi affrancati; nella dedica votiva del 100-50 a.C. IC IV 253, inoltre, è ricordato fra i suoi promotori lo mnamon Theodotos figlio di Polytimos. L’iscrizione edificatoria di II secolo a.C. IC IV 251, invece, ricorda fra i magistrati in carica al momento dell’intervento edilizio commemorato uno [- - -] μνάμων, che è verosimile che sia uno mnamon dei cosmi come nelle iscrizioni analoghe IC IV 260 e forse 261 (per le quali cf. infra).
Il decreto di Datala del 500 a.C. ca. SEG 27.631, inoltre, conserva due occorrenze del verbo mnamoneuo in relazione alle attività che deve svolgere il poinikastas Spensitheos per la polis, il cui incarico, vitalizio ed ereditario, è primariamente quello di mettere per iscritto (ποινικάζεν) e di ricordare (μναμονεῦϝην; μναμονεῦϝεν) gli avvenimenti pubblici della città.
La legge di Gortyna del 450-400 a.C. IC IV 87 è l’unica fonte a documentare la figura dello mnamon degli esprattai (sui quali cf. infra s.v. esprattas), che assieme a questi è tenuto ad essere presente in una qualche circostanza originariamente specificata nell’iscrizione.
Il Grande Codice di Gortyna IC IV 72 del 450 a.C. ca., invece, restituisce la sola attestazione nota dello mnamon dello xenios (per il quale cf. infra s.v. xenios), figura che è coinvolta in procedure giudiziarie relative ad adozioni, nelle quali è incaricato di consegnare all’ex adottato i dieci stateri depositati presso il tribunale dall’adottante che annulla un’adozione.
Tre iscrizioni gortynie di fine II - inizi I secolo a.C. documentano infine all’interno di liste di cosmi in carica la figura dello mnamon dei cosmi (cf. Genevrois 2017, pp. 224-227). Dei tre documenti, in realtà, la carica è chiaramente attestata soltanto nell’iscrizione edificatoria IC IV 260, commemorante il kosmon mnamon Dionysokles figlio di Artemon, mentre è frutto di integrazione nell’iscrizione analoga IC IV 261 (κόρμω[ν μνάμων - - -] Ἠνατίωνος) e nella dedica votiva SEG 48.1209 (κ[όρμων μνάμων - - -]).
Neotas
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: III-I secolo a.C.
Il termine neotas («gioventù») è attestato in senso tecnico solamente a Creta, dove designa un collegio gortynio costituito presumibilmente da membri di giovane età antitetico per composizione a quello degli anziani, senza apparenti legami con l’agela (cf. Willetts 1981, Genevrois 2017, pp. 249-251; contra Willetts 1954, in cui la neotas è ritenuta un’associazione giovanile connessa alla sfera efebica, analoga a quelle dei neoi attestate in altre aree del mondo greco, per le quali cf. Van Bremen 2013 e Van Bremen 2013a; sugli anziani cf. infra s.v. preigistos). Il collegio è coinvolto in procedure giudiziarie nella presunta legge di III secolo a.C. IC IV 164, dove occorre la forma verbale νεοτατεύοντα in relazione a chi ne è membro, e nel decreto del 250-200 a.C. IC IV 162 relativo all’imposizione di moneta bronzea, in cui è previsto che sue violazioni siano denunciate alla neotas, a sette dei cui membri è richiesto di emettere sotto giuramento un giudizio e a riscuotere da chi perde la causa la multa stabilita (cf. supra s.v. hoi hepta). L’esazione di multe, inoltre, figura fra le mansioni della neotas anche nel trattato del 250-200 a.C. ca. SEG 58.986 (πραξάντων ἁ νεότας ἀργ[υρίω δαρχνάς]). Non è chiaro invece a quale proposito il collegio sia menzionato nella legge del 250-200 a.C. IC IV 163, anch’essa relativa all’emissione di moneta come il decreto IC IV 162. La neotas, infine, figura come promotrice della dedica votiva di fine II - inizi I secolo a.C. SEG 48.1209, documento in cui sembra essere seguita dal nome del suo rappresentante (ἁ νεότας [ἁ σὺν τῷ - - - τ]ῶ Θευγίν[ιος?]).
Nomothetes
Contesto di attestazione: Creta*
Epoca di attestazione: IV secolo a.C.
La figura del nomothetes, attestata per Creta solamente dalle fonti letterarie (Plato Leg. 625c-626c, 635b; Ephor. FGrHist 70 F 149), nelle quali sono inoltre ricordati per l’isola mitici legislatori quali Minosse e Radamante (cf. e.g. Strabo X 4.8, ὁ Μίνως νομοθέτης γενέσθαι σπουδαῖος, Heraclid.Lemb. 14), non trova alcun riscontro nella documentazione epigrafica cretese. È piuttosto probabile che i nomothetai cretesi altro non siano che una creazione letteraria volta all’attribuzione della significativa attività legislativa delle poleis dell’isola a una tipologia di figure istituzionali esistente in altre aree del mondo greco e pertanto ritenuta storicamente plausibile (sulla nomothesia nel mondo greco cf. Gagarin 2008).
Paidonomos
Contesto di attestazione: Creta*
Epoca di attestazione: IV secolo a.C.
Un frammento di Eforo costituisce la sola testimonianza nota dell’esistenza a Creta di paidonomoi, istruttori dei giovani prima del loro ingresso nell’agela: in tale periodo, infatti, secondo lo storico i ragazzi si allenerebbero a combattere fra loro suddivisi in andreia, ciascuno dei quali è presieduto da un paidonomos (Ephor. FGrHist 70 F 149; cf. infra s.v. agela; cf. inoltre Seelentag 2015, pp. 447-448, secondo cui l’esistenza di un paidonomos mal si accorda con lo stretto legame intercorrente fra padri e figli documentato da altre fonti letterarie come Pyrg. FGrHist 467 F 1, che presupporrebbe che tale rapporto fosse di rilievo anche nell’educazione dei giovani).
Poinikastas
Contesto di attestazione: Datala, Eleutherna
Epoca di attestazione: VI-V secolo a.C.
Il termine poinikastas, attestato solamente a Creta seppur etimologicamente prossimo al φοινικόγραφος di Mytilene (IG XII, 2 96-97) e al φοινικογραφέων di Teos (Teos 262), è impiegato nel decreto di Datala del 500 a.C. ca. SEG 27.631 in relazione a Spensitheos, funzionario incaricato della redazione degli atti ufficiali della polis relativi sia alle circostanze civili che a quelle religiose (cf. Pébarthe 2006, Seelentag 2015, pp. 194-203, Genevrois 2017, pp. 347-349). Tali mansioni vengono presentate nel documento come prerogativa unica del poinikastas, la cui carica risulta essere vitalizia ed ereditaria. A queste si aggiungono inoltre la partecipazione attiva alle attività della polis, la presenza in tutte le circostanze ufficiali in cui vi è il cosmo, il compimento di sacrifici per divinità per cui non vi è un sacerdote apposito (?), apparentemente il controllo di recinti sacri (?) e la fornitura di un certo quantitativo di carne per l’andreion. In cambio di tali responsabilità costui risulta essere beneficiario di ateleia, thropa e misthos in natura ed essere soggetto a qualche forma di tutela relativamente ai propri beni e alla propria persona, disponendo della possibilità di ricorrere a una tipologia particolare di processo in caso di necessità. Il verbo poinikazo, impiegato due volte in relazione a Spensitheos, ricorre anche nella legge di Eleutherna di VI-V secolo a.C. IC II 12 11 (ποινικα[κσίε?]), sebbene in un contesto non ricostruibile.
Preigistos / Preisgeia
Contesto di attestazione: Biannos, Gortyna, Hierapytna, Itanos, Lato, Olous, Rhittenia, Soulia
Epoca di attestazione: VI-V, III-I secolo a.C.
Il termine πρείγιστος, forma superlativa di πρεῖγυς («anziano»: cf. IC IV 75 C, ll. 3-4; per il comparativo πρείγων, «maggiore di età», «più anziano», cf. IC IV 72, XI l. 55), è impiegato a Creta per indicare i membri di un collegio di anziani, verosimilmente coincidenti con i gerontes documentati dalle fonti letterarie, che a loro volta è probabile che coincidano con la boule (cf. supra s.v. gerontes e boule; cf. inoltre Youni 2011, pp. 119-126, Youni 2014, Seelentag 2015, pp. 228-230, Genevrois 2017, pp. 299-303).
I preigistoi di Gortyna sono attestati nel trattato fra questa e Rhittenia IC IV 80 del 450-400 a.C. in qualità di responsabili dell’esazione di multe nel caso in cui tale operazione non venga svolta dai cosmi. Nel trattato fra Lato e Olous del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, invece, i preigistoi responsabili delle eunomiai sono indicati come le autorità tenute ad intervenire nelle eventualità di contrasti sorti fra singoli cittadini delle due alleate. Un singolo preigistos, non accompagnato da alcun’altra informazione e possibilmente facente capo a Biannos, figura inoltre come dedicante nella presunta dedica votiva ellenistica del santuario di Hermes e Afrodite a Symi Viannou BE 1973.355, mentre il preigon Bergis figlio di Eudikos, verosimilmente anch’egli un membro del collegio degli anziani, compare nello stesso ruolo nel documento analogo di III secolo a.C. di Itanos SEG 45.1298. Un ex preigistos, Soarchos figlio di Paithemidas detto Tribalis, è documentato invece come responsabile di un intervento edilizio pertinente ad un tempio nell’iscrizione edificatoria di Soulia di III-II secolo a.C. SEG 28.753.
Il termine preisgeia, usato a Creta primariamente nell’accezione di «ambasceria» (cf. infra s.v. presbeutes; cf. inoltre Seelentag 2015, pp. 218-220), parrebbe essere impiegato in riferimento ai preigistoi nella legge di Rhittenia del 600-575 a.C. IC I 28 7, dove occorre due volte.
Nel trattato fra Gortyna e Kaudos IC IV 184 di fine III - inizi II secolo a.C., inoltre, emerge come a Gortyna vi sia un magistrato denominato anch’egli preigistos, possibilmente membro del collegio degli anziani, addetto assieme a più guardie alla raccolta del quantitativo di sale che è previsto che Kaudos fornisca alla città (παλλαμβανέτω δὲ ὁ πρείγιστος καὶ οἱ ὦροι τὰς πέντε χιλιάδανς ἐς τᾶν ἁλᾶν). Nell’epitaffio di Hierapytna del 100 a.C. ca. SEG 39.967, invece, l’espressione οἰ μετ’ Ὀνασάνδρω ... πρείγιστοι sembra indicare un contingente di soldati di età più avanzata guidato dal comandante Onasandros e addetto alla difesa dei confini.
Presbeutes
Contesto di attestazione: Aptera, Axos, Eleutherna, Gortyna, Gortyna ed i suoi alleati, Hierapytna, Itanos, Knossos, koinon cretese, Lato, Lyttos, Olous, Phalasarna, Polyrrhenia, Priansos, Rhaukos, Tylisos, polis ignota
Epoca di attestazione: VI-V, III-I secolo a.C.
Ambascerie cretesi sono documentate sia per via epigrafica che attraverso le fonti letterarie. Polibio narra di ambasciatori di Knossos inviati a Rodi durante la Prima guerra rodio-cretese (206-201 a.C.: Polyb. IV 53.1, Κνώσιοι πρεσβεύσαντες πρὸς Ῥοδίους) e di una delegazione del koinon cretese guidata dal gortynio Antiphatas figlio di Telemnastos diretta presso la Lega Achea durante la Seconda guerra rodio-cretese (155-153 a.C.: Polyb. XXXIII 16, οἱ Κρηταιεῖς πρεσβευτὰς ἀπέστειλαν πρὸς Ἀχαιοὺς ὑπὲρ βοηθείας τοὺς περὶ Ἀντιφάταν Τηλεμνάστου Γορτύνιον). Diodoro, invece, documenta l’invio a Roma di trenta ambasciatori cretesi nel 71 a.C. come conseguenza dell’intervento militare a Creta di Marco Antonio Cretico (Diod. XL 1, ἀπέστειλαν εἰς τὴν Ῥώμην τριάκοντα πρεσβευτὰς τοὺς ἐπιφανεστάτους ἄνδρας. οὗτοι δὲ κατ’ ἰδίαν περιπορευόμενοι τὰς οἰκίας τῶν συγκλητικῶν καὶ πᾶσαν δεητικὴν προϊέμενοι φωνὴν ἐξεθεράπευον τοὺς τὸ συνέδριον συνέχοντας; sulle ambascerie cretesi a Roma nel I secolo a.C. cf. Tzamtzis 1998).
Singoli ambasciatori giunti in Egitto da città cretesi sono ricordati in due epitaffi alessandrini di III secolo a.C., -r- figlio di Menon da Polyrrhenia in SEG 24.1185 del 229 a.C. e Antimachos figlio di Ape- da Knossos in SEG 55.1786, i cui nomi sono seguiti dal titolo di presbeutes, ai quali sono forse da aggiungere Androkles figlio di Epigenes da Phalasarna (SEG 24.1177 del 220/219 a.C.) e Battos da Polyrrhenia (SB 3999 di fine III secolo a.C.). Sebbene questi ultimi siano sprovvisti di titolo, la tipologia del supporto – un’idria funeraria di tipo Hadra, ad Alessandria abitualmente riservata ai defunti più illustri di origine straniera – rende infatti verosimile che fossero anch’essi ambasciatori o comunque individui detenenti una carica di rilievo presso le proprie città (cf. Cook 1966, Enklaar 1992, Enklaar 1998).
Nel trattato fra Lato e Olous del 116 a.C. IC I 16 4 A = Chaniotis, Verträge 55B-56B è previsto l’invio di un’ambasceria a Delos da parte di Knossos, Lato e Olous affinché una copia del documento vi sia iscritta, mentre un ulteriore ambasciatore inviatovi da Knossos è incaricato di farvi iscrivere anche l’esito del relativo arbitrato. L’identità dei primi tre inviati a Delos è nota grazie a IC I 16 4 B, che documenta l’avvenuto arrivo nell’isola degli ambasciatori Agesipolis figlio di Agathandros da Knossos, Arisstandros figlio di Glaukias da Lato e Ikadion figlio di Archikomos da Olous. Anche altri trattati di fine III - II secolo a.C. prevedono l’invio di un’ambasceria – abitualmente denominata πρει(σ)γηία – presso altre città affinché una copia degli accordi vi sia iscritta (Lyttos e Olous, SEG 61.722) o presso la città alleata affinché il giuramento richiesto sia prestato in sua presenza, come avviene in quelli fra Gortyna e Knossos SEG 49.1217, Lato e Olous IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B e verosimilmente Hierapytna e Lato SEG 26.1049, Hierapytna e Knossos IC I 8 13, Aptera ed Eleutherna SEG 41.742 e Lyttos e Olous IC I 18 9. L’invio di ambasciatori presso l’alleata per assistere al suo giuramento è previsto anche nel trattato fra Hierapytna e Rodi di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 A, nel quale ai legati è richiesto al tempo stesso di giurare per conto della propria città e in cui è ammessa la possibilità di un futuro invio reciproco di ambascerie (διαπρεσβευσαμέναις) nel caso che una delle due parti voglia apportare modifiche a quanto stabilito. Gli ambasciatori di Lyttos Chairylos figlio di Bisos e Monas figlio di Aristias e di Olous Protarchos figlio di Protarchos, oltre che almeno un altro individuo per città di cui è andato perduto il nome, menzionati nel trattato fra le due poleis SEG 33.638 del 111/110 a.C., sono verosimilmente gli inviati scelti per recarsi a Rodi al fine di promuovervi l’iscrizione di una copia degli accordi. Nel decreto onorario dei soldati inviati dal koinon cretese del 150 a.C. ca. ID 1517, invece, è stabilito che sia designato un presbeutes affinché si rechi a Cos per farvi erigere la statua di cui è stata decisa la realizzazione, mentre in quello di Gortyna del 218-217 a.C. ca. IC IV 168 i suoi cittadini Soarchos e Kydas sono indicati come scorta per il viaggio di rientro in patria del medico di Cos Hermias. Nel trattato fra Knossos e Tylisos del 460-450 a.C. ca. IC I 8 4, inoltre, è prevista la possibilità che un cittadino di una delle contraenti richieda l’ausilio di un ambasciatore quando si trova presso l’altra città, mentre in quello fra Hierapytna e Priansos di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4 che se un’ambasceria di una delle due città ha bisogno di mezzi di trasporto, i cosmi dell’alleata siano tenuti a fornirglieli o a darle in alternativa dieci stateri. I trattati stipulati da Antigono Dosone con Eleutherna e Hierapytna negli anni 227-221 a.C. ca., IC II 12 20 e IC III 3 1, sembrano inoltre prevedere l’invio di ambasciatori presso il sovrano finalizzato alla richiesta del suo aiuto militare.
Più trattati, inoltre, documentano avvenute ambascerie – spesso mediante il participio πρειγευσάντων / πρειγεύσαντες – finalizzate alla stipulazione di accordi: è noto l’invio di delegazioni da Knossos a Lato e Olous (IC I 16 3 del 118 a.C., IC I 16 4 A = Chaniotis, Verträge 55B-56B del 116 a.C.), da Gortyna a Knossos e viceversa (IC IV 182 del 166/165 a.C.), da Olous a Rodi (SEG 23.547 del 201/200 a.C., composta da Praisios figlio di Herodoros, Charianthes figlio di Lokrion, Sotimos figlio di Tychasios), da Gortyna e i suoi alleati a Demetrio II (IC IV 167 del 237/236 a.C., composta da Paithemidas figlio di - e -as figlio di Euryboitas) e verosimilmente da Olous a Lyttos (IC I 18 9 del 111/110 a.C.). Il decreto di Knossos del 218-217 a.C. ca. IC I 8 7, invece, documenta un’ambasceria gortynia a Cos finalizzata alla richiesta dell’invio di un medico a Creta, mentre in quello di II secolo a.C. di una città cretese ignota Mylasa 103 è testimoniata la spedizione a Mylasa apparentemente del documento stesso tramite ambasciatori. La lettera di Calpurnio Pisone del 112/111 a.C. IC III 4 10, inoltre, commemora l’invio da parte di Hierapytna a Roma degli ambasciatori Pheion figlio di Eteanor, Komon figlio di -r, Mnasippos figlio di Dion ed Eubetes figlio di Beidylos nell’ambito della disputa intercorente fra la città e Itanos, oltre che di più ambascerie dirette a Roma da parte di entrambe le contendenti al medesimo riguardo. Il decreto di Arkades di fine II - I secolo a.C. IC I 5 19, inoltre, testimonia l’invio da parte di Hierapytna verso Arkades degli ambasciatori - figlio di - e Apollonidas figlio di Th-, al fine di rinnovare la philia (?) e la syngeneia intercorrenti fra le due poleis, i quali risultano essere beneficiari di concessioni onorarie da parte della città presso cui si sono recati. Il decreto del 201 a.C. ca. IC I 27 1 di Rhaukos, invece, documenta indirettamente una precedente sua ambasceria presso Teos, città di cui gli ambasciatori testimoniano l’eunoia e la prothymia a cui devono aver assistito recandovisi. Non è noto, invece, il motivo per cui Polyrrhenia abbia mandato a Tebe dapprima gli inviati (ἀποσταλεῖσι) -aion figlio di Phlitos, Menodoros figlio di An-, Sosos figlio di Agesippos e un quarto individuo, seguiti in un secondo momento da -os figlio di Taskannadas, Theodoros figlio di Xan-, -os figlio di Menedemos e Pyri-, menzionati nel decreto di fine III - inizi II secolo a.C. IC II 23 1, né è chiaro a che proposito sia nominata una preisgeia nel trattato fra Eleutherna e gli Artemitai di fine III secolo a.C. IC II 12 22 e nella presunta legge di Axos del 525-500 a.C. IC II 5 7.
Proedros
Contesto di attestazione: Axos
Epoca di attestazione: I secolo a.C.
L’unica attestazione cretese delle figure dei proedroi occorre nel decreto di Axos di I secolo a.C. IC II 5 35, in cui è previsto che costoro assieme ai cosmi presentino una rendicontazione (?) di uscite apparentemente relative a spese della polis (οἱ κόσμοι χοἱ πρόε[δροι ἀποδόν?]των τὰν γιννομέναν δ[απάναν]; sui proedroi nel mondo greco cf. Smith 1930).
Prokosmos
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
La figura del prokosmos, verosimilmente un funzionario che agisce in nome del cosmo, è nota solamente dalla manomissione di Gortyna del 200-150 a.C. IC IV 235, nella quale è documentato come in carica al momento dell’affrancamento il prokormos Barythenes figlio di Samagoras (cf. Martínez Fernández 1991, Genevrois 2017, pp. 199-203).
Proponente
Contesto di attestazione: Aptera
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
A Creta l’indicazione del proponente è presente solamente in alcuni decreti di Aptera di II secolo a.C e in particolare della prima metà del secolo, perlopiù onorari (a Creta, come in altre aree del mondo greco come ad esempio il Peloponneso, è comune la mancata menzione dei proponenti; cf. Rhodes – Lewis 1997, pp. 309-313, 492-493; cf. inoltre infra s.v. votante). Il nome del proponente, seguito dal verbo εἶπε(ν), è ricordato nei decreti IC II 3 3 (Sosos figlio di Abdias), 4 A (-otos figlio di Archetos), 4 B (Nikias figlio di Karaios), 5 (Melandrys figlio di Tychamenes), 9 (Klesthenes figlio di Sosos), 10 (Pheidos figlio di Archetos), 12 B (Archetos figlio di Dexikles), 12 C (Eury- figlio di Tychamenes), 17 (Stratokles) e verosimilmente 4 C, del 205-197 a.C. ca. ([- - - εἶπε]).
Protokosmos
Contesto di attestazione: Gortyna, Lyttos, Praisos, Priansos, polis ignota
Epoca di attestazione: III secolo a.C. - III secolo d.C.
Il termine protokosmos, che in età imperiale designa generalmente il cosmo eponimo (cf. Genevrois 2017, pp. 199-203; sui protocosmi di età imperiale cf. Pałuchowski 2003, Pałuchowski 2005), trova le sue più alte attestazioni a Praisos agli inizi del III secolo a.C., dove figura nelle datazioni dei decreti IC III 6 7 e 8 assieme ai synkosmoi (sui quali cf. supra s.v. kosmos; ἐπὶ . .ιδίου πρωτοκόσμου; ἐπὶ πρ[ω]τοκόσμου Ἀλκαίου τοῦ Κλητωνύμου). La figura del protokosmos è inoltre attestata in due iscrizioni di incerta datazione, verosimilmente tardoellenistiche o protoimperiali: il protocosmo Hagesandros figlio di - è ricordato all’interno di una lista di cosmi in carica nel decreto onorario gortynio IC IV 293, mentre un suo collega forse di Priansos sembra essere menzionato nell’iscrizione proveniente da Inatos Lempesi 1970, p. 461 (ἐπὶ πρω[τοκόσμου?]). Un protocosmo, inoltre, compare nella presunta legge gortynia di età augustea IC IV 416 in un constesto frammentario non ricostruibile, mentre in quella di Lyttos degli anni 161-212 d.C. IC I 18 11 il protocosmo in carica (πρωτοκοσμοῦντα) è incaricato di una distribuzione di 1500 denari prevista in occasione dei Theodaisia.
Al di fuori da Creta, inoltre, è prevista la nomina di tre protocosmi (πρώτους κόσμους) dal decreto di Euromos SEG 43.707 del 197-190 a.C. ca., unico documento ad attestare tali figure esternamente all’isola.
Speusdos
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: I secolo a.C.
La dedica votiva gortynia del 100-50 a.C. IC IV 253 è la sola fonte nota a documentare l’esistenza di uno speusdos, Athanion figlio di Athanion, figura che vi compare in qualità di dedicante assieme allo mnamon e a tre individui identificabili verosimilmente come agoranomoi (cf. Willetts 1955, p. 193).
Startagetas
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: V secolo a.C.
Il trattato fra Gortyna e Rhittenia del 450-400 a.C. IC IV 80 è l’unica iscrizione a documentare la figura dello startagetas, in qualche modo connessa allo startos (per il quale cf. infra s.v. startos) e appartenente al collegio dei cosmi di Gortyna, in quanto è a lui richiesto di svolgere la funzione di cosmo (κοσμε͂ν) a Rhittenia insieme al cosmo locale e a quello gortynio inviato presso la città (cf. Genevrois 2017, pp. 315-318, secondo cui il termine startagetas è la denominazione anteriore di quello che a partire dall’età ellenistica è chiamato protokosmos).
Synedros
Contesto di attestazione: koinon cretese
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Il collegio dei synedroi figura a Creta solamente in relazione al koinon cretese, di cui è uno dei pochi organi istituzionali attestati (sulle assemblee federali cretesi e del restante mondo greco cf. Rhodes – Lewis 1997, pp. 311 e 506). Nel decreto del 200-150 a.C. IC IV 197 i synedroi figurano come responsabili della deliberazione all’interno della formula di sanzione assieme al koinon, mentre nel trattato fra Gortyna e Knossos del 222-189 a.C. IC IV 175 compaiono assieme ai cosmi delle due città come le figure istituzionali passibili di multe in particolari circostanze indicate; sulla base di quest’ultimo documento, pertanto, sembrerebbe legittimo ipotizzare che i synedroi del koinon siano perlomeno in parte provenienti da Gortyna e Knossos.
Votante
Contesto di attestazione: Allaria, Gortyna
Epoca di attestazione: II-I secolo a.C.
Due iscrizioni edificatorie, SEG 56.1047 di II secolo a.C. da Allaria e IC I 17 6 di fine II - inizi I secolo a.C. da Lebena ma di iniziativa gortynia, conservano il ricordo di un individuo identificato come responsabile di una votazione connessa agli interventi commemorati, rispettivamente Onasandros figlio di Krithon detto Tralios riguardo al restauro di un tempio ed Ertaios figlio di Paraon a proposito del riassetto del thesauros dell’Asklepieion di Lebena. I due individui, entrambi indicati come soggetto del verbo ἐψάφιξε secondo una formulazione diffusa anche altrove nel mondo greco, è verosimile che siano i proponenti dei relativi decreti (cf. supra s.v. proponente; cf. inoltre Rhodes – Lewis 1997, pp. 309-313).
Xenios
Contesto di attestazione: Gortyna, Eleutherna
Epoca di attestazione: VI-V secolo a.C.
La figura dello xenios è documentata solamente da tre leggi gortynie di VI-V secolo a.C., oltre che possibilmente da quella coeva di Eleutherna IC II 12 4, in cui si è conservata la sequenza το͂ κσεν[- - -] (che potrebbe tuttavia riferirsi a uno xenos). La legge di Gortyna del 600-525 a.C. IC IV 14 vieta che uno stesso individuo ricopra per più volte la carica di xenios nell’arco di cinque anni, mediante una costruzione sintattica che parrebbe indicare l’appartenenza di tale figura – così come di quella dello gnomon – al collegio dei cosmi (τρι[ο͂]ν ϝετίον τὸν ἀϝτὸν μὴ ϙοσμε͂ν, δέκα μὲν γνόμονας, πέντε [δὲ κσ]ενίος; cf. Genevrois 2017, pp. 224-227; cf. inoltre infra s.v. xenios kosmos). Nella legge del 450-400 a.C. IC IV 79 – e verosimilmente anche in quella coeva IC IV 144 – lo xenios è invece indicato come responsabile della riscossione di una multa di dieci stateri da quanti siano tenuti a compiere un’attività lavorativa per la polis e si rifiutino di farlo; il fatto che sia lo xenios a doversi occupare di loro rende molto verosimile l’ipotesi che i lavoratori in questione siano stranieri.
Xenios kosmos
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: VI-V secolo a.C.
Lo xenios kosmos, figura verosimilmente coincidente con quella dello xenios (per la quale cf. supra s.v. xenios), è un magistrato noto solo a Creta, dove è attestato da quattro iscrizioni gortynie di VI-V secolo a.C. Nel decreto del 450-400 a.C. IC IV 78 è indicato come responsabile della protezione dei liberti nel caso in cui qualcuno tenti di ridurli in servitù (cf. Seelentag 2015, pp. 295-308 e Seelentag 2017, secondo cui potrebbe esservi un collegio di xenioi kosmoi), mentre è ignoto a quale proposito sia menzionato nelle leggi del 600-525 a.C. IC IV 30 (κσένιον ϙόσμο[ν]), del 500-450 a.C. 53 ([κ]σήνιος παν[- - -]τι κόσμος) e possibilmente del 450-400 a.C. 89 (το͂ κσε[νίο κόσμο?]).
Sfera sacra
Epapodromion
Contesto di attestazione: Creta*
Epoca di attestazione: ?
Una glossa di Esichio (Hsch. s.v. ἐπαποδρόμιον· [ἡ] ἱερεία, παρὰ Κρησίν) documenta per Creta l’utilizzo del termine epapodromion per indicare i sacerdozi, testimonianza che è priva di riscontri nella documentazione epigrafica.
Hiarorgos
Contesto di attestazione: Gortyna, Lebena, Phaistos
Epoca di attestazione: III-I secolo a.C.
La figura dello hiarorgos a Creta è documentata prevalentemente a Gortyna e in relazione all’Asklepieion di Lebena, presso il quale indica un ministro del culto di rango superiore ai naokoroi ed inferore ai cosmi, verosimilmente di provenienza gortynia (cf. Melfi 2007, pp. 103-104, Bile 1991). A Gortyna singoli hiarorgoi figurano all’interno di liste di cosmi in carica nell’iscrizione edificatoria del 200-150 a.C. IC IV 259 (Ertaios figlio di Krios), nel decreto coevo IC IV 195 (- figlio di -andros), nella dedica votiva di fine II - inizi I secolo a.C. SEG 48.1209 (On- figlio di -) e nell’iscrizione coeva IC IV 260 (Kydans figlio di Onymarchos), nella quale all’elenco segue la menzione dello hierorgos Enation figlio di Ermias, verosimilmente coincidente con lo hierorgos menzionato assieme ai cosmi alla linea 1 del documento come responsabile del compimento di un sacrificio. Singoli ex hiarorgoi figurano come curatori unici di interventi edilizi nelle iscrizioni edificatorie di Lebena di III secolo a.C. IC I 17 4 B (- figlio di Kartaidamas), di Phaistos di inizi II secolo a.C. IC I 23 4 (Arkesilas figlio di Hyperballon) e forse di Gortyna del 100-75 a.C. SEG 58.992 (-s figlio di Eukleis). Nel trattato fra Gortyna ed Arkades di metà III secolo a.C. IC IV 171 e nell’iscrizione edificatoria del 150-50 a.C. IC IV 261, invece, la datazione secondo il cosmo eponimo di Gortyna è seguita dal ricordo dello hiarorgos in carica, nel secondo caso Euryanax figlio di Rhanios (verosimilmente parte del collegio dei cosmi). A Gortyna, inoltre, nel trattato fra questa e un’altra polis del 250-200 a.C. ca. SEG 58.986 più hiarorgoi sembrano essere invitati presso la città alleata assieme agli hiereis ([παρ]αγγελλόντων τοῖς ἱαρ[εῦσι κ]αὶ ἱαρορ[γοῖς], sebbene non sia da escludere un’integrazione del singolare ἱαρορ[γῴ]) e paiono coinvolti nella riscossione di denaro e nel pronunciare maledizioni. Singoli hiarorgoi gortynii, inoltre, sono menzionati in più contesti non ricostruibili di II e I secolo a.C. (IC IV 408, in cui è presente il termine [ἱ]αροργείαι, 409, 416, SEG 58.993).
A Lebena uno hiarorgos sembra essere in qualche modo connesso con la pratica dell’incubazione nella presunta legge sacra di III-II secolo a.C. IC I 17 3, mentre nel decreto di II secolo a.C. IC I 17 2 è designato come autorità tenuta ad intervenire secondo quanto previsto da un preesistente regolamento nel caso in cui il naokoros uscente non restituisca le suppellettili sacre come prescritto.
Hiereus
Contesto di attestazione: Aphrodision di Dera (?), Axos, Datala, Eleutherna, Gortyna, Hierapytna, Itanos, Lato, Lissos (?), Knossos, koinon cretese, Kydonia, Polyrrhenia, Soulia, Santuario di Myrtos-Pyrgos (?), polis ignota
Epoca di attestazione: VI-I secolo a.C.
La figura dello hiereus, frequentemente indicata nella forma dorica del termine hiareus (sui sacerdoti nel mondo greco cf. NGSL, pp. 40-54), a Creta è attestata in più contesti in connessione con il compimento di sacrifici: è il caso della legge sacra di Gortyna del 500-450 a.C. IC IV 65 (per Zeus), del trattato fra Knossos e Tylisos del 460-450 a.C. ca. IC I 8 4 (per Ares, Afrodite e Poseidone, da parte del sacerdote della prima città) e di quello fra Hierapytna e un’altra città di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 6; nel decreto di Datala del 500 a.C. ca. SEG 27.631, inoltre, è prevista l’eventualità che vi siano divinità per cui non sono designati sacerdozi specifici. Una sacerdotessa, invece, sembra essere coinvolta nell’ambito di un sacrificio compiuto dai cittadini menzionato nella legge sacra di Axos di fine IV secolo a.C. SEG 23.566. Più hiereis sono implicati in operazioni cultuali pertinenti ad Ares e in arai nella legge sacra di Lato di II secolo a.C. IC I 16 6, mentre nel decreto di Itanos di inizi III secolo a.C. IC III 4 7 è previsto che un collegio di sacerdoti faccia pronunciare ai cittadini il giuramento richiesto – assieme agli archontes – e una ara. La legge di Eleutherna del 550-500 a.C. SEG 41.739, inoltre, vieta il consumo eccessivo di vino ai sacerdoti che stanno compiendo sacrifici, mentre la legge sacra di Axos del 500-450 a.C. IC II 5 9 prevede multe per quanti di loro sottraggano una parte non dovuta delle offerte sacrificali.
Nella dedica ad Apollo, Artemide e Latona da parte di Kydonia del 400-350 a.C. SEG 28.746a è onorato un individuo di nome Eunous (?), ex sacerdote di tutti gli dèi (πᾶσι θεοῖς τε ἱαρεὺς γεγο[νώς]), mentre l’ex hiereus Pheidon figlio di Pheidon (ἱερατεύσας) è promotore assieme ad una donna della dedica ad Apollo Pytios di una statuetta e di una corona d’oro ricordata nell’iscrizione di Itanos di fine II - inizi I secolo a.C. IC III 4 16. Nella legge sacra di Gortyna del 500-475 a.C. IC IV 145, inoltre, sembra essere richiesta a un sacerdote la fornitura di oggetti cultuali ed alimenti e animali sacrificali ([ἱα]ρέα ... παρέχε[ν]). È verosimile che siano sacerdoti presso l’Asklepieion di Lissos Thymilos e Tharsytas, responsabili rispettivamente della realizzazione di una statua di Asclepio e della sua dedica alla divinità, commemorati nell’iscrizione di III secolo a.C. SEG 28.750 apposta sulla base della statua, nella quale è incluso anche il testo di una legge sacra.
Nel trattato fra Gortyna e un’altra polis del 250-200 a.C. ca. SEG 58.986 sembra essere stabilito l’invito di più sacerdoti assieme agli hiarorgoi presso la città alleata, mentre il presunto falso decreto del koinon cretese del 200 a.C. ca. Magnesia 40 oltre a prevedere l’invio di sacerdoti e sacerdotesse verso la neofondazione in Asia Minore presenta una datazione in cui è ricordato uno hiereus in carica, Agaimenes figlio di Lampaios, verosimilmente connesso al santuario di Apollo Bilkonios (ἐπὶ ἱερέως Ἀγαιμένιος τῶ Λ[αμ]παίω). Altri riferimenti a sacerdoti in carica compaiono inoltre nell’iscrizione edificatoria di Polyrrhenia del 300-250 a.C. IC II 23 7 A (ἐπὶ Αἰγύλω ἱαριτεύοντος) e nella dedica votiva di Soulia di I secolo a.C. IC II 25 3 per Zeus Olympios ed Hera Olympia (ἐφ’ ἱαρέος Πανάριος Ἱπποκλε[ί]δα), di cui lo hiereus risulta essere anche il promotore. È verosimile che sia un sacerdote anche l’individuo menzionato sulla pietra di confine del santuario di Myrtos-Pyrgos di II secolo a.C. SEG 60.996 (ἐπὶ Διοτέλιο[ς?]), durante l’operato del quale pare essere stato posto l’horos.
Nella decisione arbitrale di Roma del 113 a.C. Chaniotis, Verträge 54-56b, inoltre, un sacerdote è indicato fra i destinatari del documento assieme alle comunità di Lato e Olous (Λατίοις καὶ Ὀλοντίοις καὶ τῶι ἱαρεῖ): la menzione separata delle due poleis rende verosimile che costui non appartenga ad alcuna di queste ma che sia piuttosto il ministro religioso del santuario di Dera, la definizione del cui possesso è oggetto dell’apokrima. Non è noto, invece, a quale proposito occorrano le menzioni di più ἱαρέες/ἱερεῖς rispettivamente nelle iscrizioni di Axos di III-II secolo a.C. IC II 5 53 e di Gortyna del 100-50 a.C. IC IV 410.
Mentre a Creta non sono noti direttamente sacerdozi legati a specifici culti, il decreto di Euromos SEG 43.707 del 197-190 a.C. ca. prevede invece la designazione di uno hiereus votato al culto di due divinità marcatamente cretesi, Zeus Kretagenetas e Diktynna (ἱερέα τοῦ Διὸς τοῦ Κρηταγενέτα καὶ Δικτύννης).
Hieromnamon (?)
Contesto di attestazione: Lissos, Lyttos
Epoca di attestazione: III-I secolo a.C. - I secolo d.C.
La carica di hieromnamon, nota in più aree del mondo greco e testimoniata a Creta indirettamente dalla presenza a Lissos e Lyttos di un fondo degli hieromnamones (per il quale cf. infra s.v. fondi; cf. inoltre Boffo 2003, Reiche 2006, D’Alessandro 2011), è verosimile che sia detenuta a Lissos da Sositimos, promotore della costruzione di una meridiana (?) commemorata nell’iscrizione edificatoria ellenistica SEG 45.1317, avvenuta mediante il ricorso al relativo fondo.
Naokoros
Contesto di attestazione: Diktynnaion di Rodopou, Lebena
Epoca di attestazione: II-I secolo a.C.
La figura del naokoros, il custode di un tempio, a Creta è attestata da più iscrizioni pertinenti all’Asklepieion di Lebena, dove pare aumentare di prestigio con l’avanzare del tempo e con il passaggio dall’unico naokoros documentato durante il II secolo a.C. ai due naokoroi noti tra fine II e inizi I secolo a.C. (cf. Melfi 2007, pp. 104-109; cf. inoltre Bile 1991, Ricl 2011 e, sul personale cultuale nel mondo greco, NGSL, pp. 40-54 e ThesCRA V, pp. 1-65). Nell’iscrizione di II secolo a.C. di fondazione del catalogo delle sanationes dell’Asklepieion di Lebena, IC I 17 8, la datazione secondo il cosmo eponimo di Gortyna è seguita dal ricordo del naokoros unico in carica Ischonidas figlio di -, così come nel decreto coevo IC I 17 2 è un solo naokoros ad essere indicato come tenuto alla riconsegna delle suppellettili cultuali al termine del proprio mandato, atto che deve seguire le disposizioni previste in merito dai cosmi di Gortyna, pena il pagamento di un ammontare pari al loro valore che può essere attinto dal fondo di Asclepio (per il quale cf. infra; sulla paradosis nel mondo greco cf. Fröhlich 2011).
In più iscrizioni edificatorie di fine II - inizi I secolo a.C., invece, uno o due naokoroi figurano come responsabili degli interventi edilizi commemorati: è il caso di Sosos figlio di Aristonymos e una generazione dopo di suo figlio Soarchos (IC I 17 21; è possibile che a Lebena vi sia una certa forma di trasmissione ereditaria della carica) e degli ex naokoroi - figlio di Antiphatas e di Kartaidamas figlio di Mostylion (SEG 47.1403), - figlio di Ertaios e Perikles (IC I 17 38) e verosimilmente Soarchos – in carica per la seconda volta – e un secondo individuo di cui è andato perduto il nome (IC I 17 5).
Al di fuori di Lebena, più naokoroi sono attestati per la prima età imperiale presso il Diktynnaion di Rodopou: il rendiconto del santuario del 6 a.C. IC II 11 3, infatti, registra il pagamento effettuato nei confronti di più neokoroi come compenso o rimborso per la loro fornitura di vino e olio.
Propolos
Contesto di attestazione: Dreros, Gortyna
Epoca di attestazione: VII-VI secolo a.C.
L’unica attestazione cretese certa di funzionari religiosi denominati propoloi occorre nel decreto di Dreros del 650-600 a.C. Bile 4, nel quale è previsto che chiunque detenga la carica di propolos (ὄστις προπολ[εὺ]ς εἴε) non sia punibile dall’agretas (sul personale cultuale nel mondo greco cf. ThesCRA V, pp. 1-65). Il termine, inoltre, sembra essere presente anche nella legge di Gortyna del 600-525 a.C. IC IV 9 (προπολ[- - -]), sebbene in un contesto del tutto frammentario.
Theorodokos
Contesto di attestazione: Anopolis, Aptera, Araden, Arkades, Bionnos, Elyros, Gortyna, Hierapytna, Keraia, Kydonia, Lappa, Lasaia, Lebena, Lissos, Matala, Oleros, Pelkis, Phaistos, Phalanna, Phalasarna, Polyrrhenia, Priansos, Psycheion, Rhithymna, Sybrita, Tarrha
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
La figura del theorodokos, addetta all’accoglienza di ambascerie sacre, a Creta è documentata dal decreto onorario di Elyros di II secolo a.C. IC II 13 1 A, nel quale tale ruolo è accordato assieme alla prossenia come privilegio a Kleophanes figlio di Tarantinos, incaricato del ricevimento a Delfi dei non direttamente attestati theoroi di Elyros (sulla la theorodokia nel mondo greco cf. Perlman 2000, Rutherford 2014). Le liste di theorodokoi di Delfi SEG 26.624 del 220-210 a.C. ca. e di Epidauro IG IV2, 1 96 del 260-240 a.C. e SEG 11.414 del 220-200 a.C. ca., inoltre, conservano i nomi di numerosi Cretesi designati da tali importanti santuari panellenici per l’accoglienza dei propri theoroi a Creta, in ventisei località differenti nel caso di Delfi (Anopolis: Tharsytas e Stesas; Aptera: Sosos figlio di Pasthenidas e Pharos figlio di Xenotimos; Araden: Lkoiios (?); Arkades: Mallaios figlio di Apo- e nipote di Theodoros (?); Bionnos: Theutimos figlio di The-; Elyros: Kosillos figlio di Parrasidas; Gortyna: Archemachos figlio di E-; Hierapytna: Eurybatos; Keraia: Oryas figlio di Rhianos e Leukos; Kydonia: Oryas figlio di Stasimenes; Lappa: Archon figlio di Echaridas; Lasaia: Kyllon figlio di Nau-; Lebena: Hippaithos figlio di Kar-; Lissos: Euarestas figlio di Euthales; Matala: Hedynous figlio di Mel-; Oleros: Eumenes figlio di Poim-; Pelkis: Archamenes figlio di Charinikos; Phaistos: Moiseatas figlio di Philostratos e Moschos figlio di Chor-; Phalanna: Aulos; Phalasarna: Polyainos figlio di Geraisios; Polyrrhenia: Pasinous e Timomenes figli di Andrytos; Priansos: Erasiptolemos; Psycheion: Krios figlio di Arist-; Rhithymna: Epithetos figlio di Akousilaos; Sybrita: Eurylaos; Tarrha: Sosos figlio di Timomenes), mentre in poleis della sola Creta centro-occidentale nel caso di Epidauro (nella lista più antica: Kratippos figlio di Sosos da Kydonia e Androkles figlio di Epigenes da Phalasarna; in quella più recente: Menoitios figlio di Hieron e Philodamos figlio di Hieron da Kydonia, Archon figlio di Achaiadas da Lappa, Sosos figlio di Eurypidos da Polyrrhenia).
Theoros
Contesto di attestazione: Apollonia, Eleutherna
Epoca di attestazione: VI-V, III secolo a.C.
L’esistenza a Creta di theoroi è testimoniata per il VI-V secolo a.C. dalla legge di Eleutherna IC II 12 11, che pare regolamentarne la situazione giuridica (?) assieme ad almeno un’altra categoria di individui che si trovano a navigare lontano dalla patria (ἢ θιαρὸς ἢ [- - -]; per l’invio di theoroi nel mondo greco cf. Perlman 2000, Rutherford 2014). L’epitaffio alessandrino del 233 a.C. SEG 24.1175, invece, conserva il ricordo di un ambasciatore sacro di Apollonia, -a-ar- figlio di Tharsyphas, deceduto durante la sua missione presso la capitale tolemaica.
Thystas
Contesto di attestazione: Dreros
Epoca di attestazione: VII secolo a.C.
Il termine thystas, definito da Esichio come la denominazione cretese del sacerdote (Hsch. s.v. θύστας· ὁ ἱερεὺς παρὰ Κρησί), è documentato anche dal decreto di Dreros del 650-600 a.C. Bile 6 relativo ad una remunerazione, in cui un collegio di thystai figura come responsabile della deliberazione nella formula di sanzione ἔϝαδε τοῖ[σ]ι θύστασι (cf. Grote 2014, Seelentag 2015, pp. 264-265, Genevrois 2017, p. 178; contra Kristensen 2014, pp. 148-150, secondo cui il termine potrebbe indicare i cittadini nell’atto di compiere sacrifici).
Sfera giudiziaria
Dikastas
Contesto di attestazione: Axos, Chersonesos, Gortyna, Knossos, Lato, Lyttos
Epoca di attestazione: V, III-II secolo a.C.
La figura del giudice a Creta è documentata da più leggi gortynie di V secolo a.C., nelle quali è incaricata di intervenire in procedure giudiziarie di differente natura (cf. Genevrois 2017, pp. 105-117). In IC IV 41 è richiesto che emetta un giudizio sotto giuramento in caso di assenza di testimoni, mentre in IC IV 45 è previsto che le parti in causa prestino un giuramento al suo cospetto. In IC IV 76, inoltre, è stabilito che in particolari circostanze deve giudicare che debba essere compiuta una purificazione o compierla egli stesso, mentre in IC IV 42 è tenuto assieme allo mnamon a prestare un giuramento; in quest’ultima legge, peraltro, è attestata anche la figura del giudice delle eterie, coinvolto in cause relative a beni impiegati come garanzie (cf. Seelentag 2015, p. 430, secondo cui tale figura è dedita alla risoluzione di cause coinvolgenti più eterie). Nella legge IC IV 75, invece, pare che sia prevista la consegna di qualcosa al giudice o alternativamente all’esprattas, possibilmente l’ammontare di una multa. Nel Grande Codice di Gortyna IC IV 72 il giudice compare numerose volte come la figura deputata all’emissione di giudizi perlopiù sotto giuramento, secondo la formula ricorrente τὸν δικαστὰν ὀμνύντα κρίνεν. È chiamato ad intervenire in tale modo nelle cause relative a sequestri di persona, divorzi (in cui in alcuni casi è previsto che faccia prestare un giuramento alla donna, in alcune circostanze al suo cospetto; in altri casi chi intenta la causa deve proclamarlo alla donna, al giudice e allo mnamon), eredità, liberazione di eddysamenoi e proprietà di ereditiere, oltre che nelle altre casistiche non esplicitamente affrontate nel Codice. È invece tenuto a giudicare avvalendosi di testimoni nei processi relativi a debiti e garanzie (in cui deve testimoniare egli stesso assieme allo mnamon qualora il processo sia connesso a cause precedenti, se quest’ultimo è ancora vivo e dotato dello status di cittadino), mentre non è specificato il suo ricorso né a giuramento né a testimoni per cause pertinenti all’uso di beni di genitori, figli o consorti e matrimoni di ereditiere (sui mezzi di prova nei processi cf. Maffi 2002-2003).
In epoca ellenistica è documentato nel decreto di Malla IC I 19 3 A di fine II secolo a.C. l’invio presso questa su sua richiesta di più giudici da parte di Knossos, Lyttos e Chersonesos, rispettivamente Eumelos, Latos figlio di Stasis e Aristias figlio di Monnas, oggetto di onori da parte della città presso cui si recano. Il trattato fra Lato e Gortyna del 219-216 a.C. ca. IC I 16 1, volto a regolamentare le questioni giudiziarie fra cittadini delle due città, prevede inoltre in particolari circostanze il ricorso a giudici scelti da chi ha subito il danno. Non è chiaro, invece, a quale proposito occorrano le menzioni di più giudici presenti nella legge di Axos di III secolo a.C. IC II 5 27 e in quella di Lyttos del 500 a.C. ca. IC I 18 3.
Eszikaioter
Contesto di attestazione: Lyttos
Epoca di attestazione: V secolo a.C.
La legge di Lyttos del 500 a.C. ca. SEG 35.991 è il solo documento a testimoniare l’esistenza degli eszikaioteres, figure incaricate della riscossione delle multe imposte a chi offre ospitalità ad allopoliatai (cf. Genevrois 2017, pp. 105-117).
Histor
Contesto di attestazione: Bionnos (?)
Epoca di attestazione: III secolo a.C.
Il trattato fra Bionnos e Psycheion (?) di inizi III secolo a.C. IC II 30 1 sembra menzionare nell’ambito della regolamentazione delle procedure giudiziarie fra le due contraenti più ϝίστ[ορανς], termine che designa verosimilmente individui aventi una funzione di testimoni pubblici, a Creta noti solamente da questa iscrizione (cf. Genevrois 2017, pp. 162-163).
Orpanodikastas
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: V secolo a.C.
Gli orpanodikastai, giudici specializzati in materia di orfani, sono documentati esclusivamente dal Grande Codice di Gortyna IC IV 72 del 450 a.C. ca., dove a proposito del matrimonio e della gestione dei beni delle ereditiere bambine è specificato che le norme indicate siano da ritenersi valide solamente in caso di assenza di giudici degli orfani (cf. Genevrois 2017, pp. 105-117).
Prodikos
Contesto di attestazione: Hierapytna, Priansos
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Nel trattato fra Hierapytna e Priansos di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4 nell’ambito della regolamentazione delle questioni giudiziarie che interessano cittadini delle due poleis è previsto per le cause successive alla stipulazione degli accordi il ricorso ad un giudice di primo grado denominato prodikos, figura che è documentata anche in altre aree del mondo greco (cf. Chaniotis, Verträge, pp. 136-144, Chaniotis – Kritzas 2010, Genevrois 2017, pp. 106-117).
Sfera economica e fiscale
Agoranomos
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: II-I secolo a.C.
Il collegio degli agoranomoi, a Creta documentato solamente a Gortyna (cf. Genevrois 2017, pp. 16-19; sugli agoranomoi nel mondo greco cf. Capdetrey – Hasenohr 2012, Fantasia 2012), è attestato come promotore di più dediche votive di I secolo a.C. In IC IV 254 i dedicanti sono gli agoranomoi di cui è leader Korthys figlio di Korthys, introdotto dall’espressione [οἱ] ἀγορανόμοι [οἱ σύν] e seguito dal ricordo dei propri colleghi - figlio di Neokles, -is figlio di La-, - figlio di -philos e - figlio di -erma-, mentre in IC III 4 44 sembrano essere menzionati almeno quattro membri del collegio. I tre dedicanti di IC IV 253, Paithemidas figlio di Rhanios, Gypselos figlio di Eukranis e Geron figlio di Somenos, pur sprovvisti dell’indicazione della carica ricoperta, è verosimile che siano anch’essi agoranomoi, sulla base del coinvolgimento di tali figure nelle dediche analoghe SEG 51.1141, IC IV 250 e 252. Singoli ex agoranomoi, invece, compaiono nel medesimo ruolo nelle dediche votive del 100-50 a.C. SEG 51.1141 (-lianos figlio di Dionysios) e IC IV 252 (Satyridas figlio di Peithon) e in quella del 67-31 a.C. ca. IC IV 250 (Kydas figlio di Apnatos Pontikos). Almeno un (ex?) agoranomos in carica, inoltre, è ricordato nell’iscrizione edificatoria di II secolo a.C. IC IV 251 (Iason figlio di Kan-).
Ereutas
Contesto di attestazione: Dreros, Hierapytna, Knossos
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Il collegio degli ereutai, noto solamente a Creta, è attestato come responsabile della riscossione di multe nel trattato di alleanza fra Gortyna e Knossos del 220 a.C. ca. SEG 49.1217 e nel giuramento di Dreros di fine III secolo a.C. IC I 9 1, nel quale è previsto che – qualora la bola non riscuota la multa stabilita dai cosmi che non hanno fatto prestare il giuramento richiesto – gli ereutai addetti alle questioni civili (οἱ ἐρευταὶ οἱ τῶν ἀνθρωπίνων) debbano farsi consegnare una multa dal valore doppio e spartire fra le eterie quanto incassato (cf. Genevrois 2017, pp. 140-142). Non è chiaro invece a quale proposito il collegio sia nominato nel trattato fra Hierapytna e Knossos del 145-100 a.C. IC I 8 13, sebbene la sua menzione in posizione ravvicinata rispetto alle clausole relative l’obbligo dei cosmi di far prestare il giuramento previsto ai giovani uscenti dall’agela renda plausibile ipotizzare che si tratti di una circostanza analoga a quella del giuramento di Dreros.
Esprattas
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: V-III secolo a.C.
Più leggi di Gortyna del 450-400 a.C. documentano l’esistenza del collegio degli esprattai, figure incaricate della riscossione di multe non note al di fuori di Creta (cf. Seelentag 2015, pp. 187-194, Genevrois 2017, pp. 296-299). Gli esprattai compaiono in tale ruolo in IC IV 87, in cui è inoltre stabilito che qualcosa debba avvenire in presenza loro e del loro mnamon (per il quale cf. supra s.v. mnamon), e verosimilmente in IC IV 75, in cui è previsto che qualcosa – possibilmente l’ammontare di una multa – debba essere consegnato a un esprattas o a un giudice. Non è chiaro, invece, che ruolo svolga il collegio nella legge relativa allo sfruttamento di terreni IC IV 91. Oltre che nelle iscrizioni normative di V secolo a.C., il collegio è attestato anche nella legge gortynia IC IV 160 di fine IV - inizi III secolo a.C., in cui risulta coinvolto in procedure giudiziarie.
Gynaikonomos
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: I secolo a.C.
La dedica votiva gortynia del 100-50 a.C. IC IV 252 conserva la sola attestazione cretese di un gynaikonomos (sul quale cf. Bingen 1957, Wehrli 1962, Piolot 2009), Satyridas figlio di Peithon, promotore della dedica, designato come ex agoranomos ed ex gynaikonomos unico (ἀγορανομήσας καὶ γυναικονομήσας μόνος), indicazione che sembra presupporre l’esistenza in altri momenti nella città di più magistrati di tale natura.
Karpodaistas
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: V secolo a.C.
La legge gortynia del 450-400 a.C. IC IV 77 è il solo testo a documentare l’esistenza di un collegio di karpodaistai, figure addette alla distribuzione dei prodotti della terra, operazione che è verosimile che sia connessa al sistema di ripartizioni proprio dei sissizi (cf. Dosiad. FGrHist 458 F 1; cf. inoltre Magnelli 2010, Seelentag 2015, pp. 427-429, Genevrois 2017, pp. 90-99, 186-189).
Logistes
Contesto di attestazione: Itanos
Epoca di attestazione: III secolo a.C.
Il decreto di Itanos di inizi III secolo a.C. IC III 4 7 è la sola iscrizione a documentare a Creta l’esistenza di un collegio di logistai, ai quali è previsto che siano denunciati i cosmi che non obbligano a pronunciare il giuramento o l’ara stabiliti e i quali sono tenuti a consegnare l’ammontare delle multe riscosse dai praktores (per i quali cf. infra s.v. praktor) al collegio dei cosmi dell’anno successivo (cf. Fröhlich 2004, pp. 85-87; sulla gestione delle finanze nel mondo greco cf. Migeotte 2009).
Magistrato monetario
Contesto di attestazione: Eleutherna, Gortyna, Hierapytna, Itanos, Knossos, Kydonia, Lappa, Lissos, Lyttos, Polyrrhenia, Praisos, Priansos (magistrati monetari); Aptera, Kydonia, Polyrrhenia (incisori)
Epoca di attestazione: IV-I secolo a.C.
Numerose legende monetarie cretesi conservano i nomi in forma estesa o più frequentemente abbreviata di individui identificabili plausibilmente come magistrati monetari addetti alla supervisione delle coniazioni (mentre nel catalogo delle iscrizioni sono stati inclusi solamente i casi in precedenza editi in pubblicazioni di natura epigrafica quali SEG e Bile, sono invece qui segnalate anche le legende meglio preservate fra quante ricordate in Svoronos 1890, Le Rider 1966 e IC I-IV, con l’esclusione di quelle conservanti solamente una o due lettere del nome abbreviato; sui magistrati monetari nel mondo greco cf. Robert 1967, Gauthier 1975; sulle coniazioni delle città cretesi cf. Stefanakis 1999, Stefanakis 2000, Stefanaki 2007-2008).
Un buon numero di magistrati monetari è documentato per Hierapytna, dove sono noti per il II-I secolo a.C. Arganos, Euchrestas, Kausilos, Kydas, Libys, Phauos e Samagoras (SEG 29.827), mentre per il I secolo a.C. Zenophilos (Bile 116), Kyrannis (Bile 117) ed Euchrestas figlio di Sotad- (Bile 118, verosimilmente coincidende con l’Euchrestas di Bile 119 e quello di SEG 29.827), oltre ad Aristagoras, Asbantos, Himeraios, Libys figlio di Arganos, Kloumenidas, Menesthenes, Neon figlio di Kausilos e Sote- (cf. Svoronos 1890, Le Rider 1966, pp. 309-310, IC III). Ad Eleutherna, invece, sono attestati Daimachos (?) e Otea-, a Gortyna Aris-, Daimachos (?), Menantios (?) e Thibos, a Itanos Euphamos, a Knossos Agei-, Aristion, Bir-, Brion, Daimachos (?), Kydas, Mnasitheos/Mnesitheos, Pan-, Polchos, Tauriadas e Tharsydikas, a Kydonia Aithon, Daimachos (?), Eupol- (?) e Pasion, a Lappa Sylokos nel II secolo a.C., a Lissos Alexandros, a Lyttos Daimachos e Panchares (?), a Polyrrhenia Charisthenes, a Praisos Theraios, a Priansos Exakestas figlio di Sodamos nel I secolo a.C. (Bile 115) e Pyrgias figlio di Kl- (cf. Svoronos 1890, Le Rider 1966, pp. 309-310, IC I-IV). Coniazioni di IV secolo a.C. di Aptera, Kydonia e Polyrrhenia, inoltre, hanno restituito il nome dell’incisore di monete Pythodoros, mentre a Kydonia è noto anche l’incisore Neuantos (cf. Svoronos 1890, Le Rider 1966, pp. 309-310, IC II).
Oikonomos
Contesto di attestazione: Arkades, Itanos (?)
Epoca di attestazione: II secolo a.C., I secolo d.C.
L’iscrizione edificatoria di Arkades del 14-37 d.C. ca. SEG 26.1044 è il solo documento cretese a testimoniarvi l’esistenza di un collegio di oikonomoi composto da due membri, Sokles figlio di Pratomedes e Philinos figlio di Dinokles, che vi figurano assieme ai cosmi in qualità di promotori dell’intervento edilizio ricordato relativo alle terme locali (sull’economia e le finanze delle poleis greche cf. Migeotte 2006, Migeotte 2014, Migeotte 2015; sull’economia delle città cretesi cf. Mandalaki 2004). Nella dedica del 160 a.C. ca. IG XII, 3 466, proveniente da Thera, figura inoltre come dedicante l’alessandrino Eirenaios figlio di Nikios, ufficiale tolemaico detentore della carica di oikonomos di Creta, Thera e Arsinoe nel Peloponneso per conto della dinastia lagide oltre che di quella di segretario dei soldati e dei combattenti: quanto a Creta, è verosimile che tale ruolo sia stato ricoperto nella sola Itanos, sede di un phrourion tolemaico (per il quale cf. Spyridakis 1970).
Poletes
Contesto di attestazione: Lyttos
Epoca di attestazione: III secolo a.C.
Il trattato fra Lyttos e Cnido di III secolo a.C. SEG 45.1528 conserva la menzione di un collegio di poletai – che non è chiaro se siano pertinenti alla polis cretese o meno –, i quali assieme ai tamiai sono indicati come le figure incaricate della fornitura del denaro necessario apparentemente per il compimento dei sacrifici connessi alla prestazione del giuramento (sulla gestione delle finanze nel mondo greco cf. Migeotte 2009).
Praktor
Contesto di attestazione: Itanos
Epoca di attestazione: III secolo a.C.
Il decreto di Itanos di inizi III secolo a.C. IC III 4 7 è la sola iscrizione a documentare l’esistenza a Creta di un collegio di praktores, indicati come le figure a cui è richiesto di riscuotere le multe imposte ai cosmi che non hanno obbligato a pronunciare il giuramento o l’ara previsti e di consegnare il denaro così ottenuto ai logistai (per i quali cf. supra s.v. logistes) affinché questi li consegnino a propria volta al collegio dei cosmi dell’anno successivo (sulla riscossione di multe nel mondo greco cf. Migeotte 2009).
Synkritas
Contesto di attestazione: Hierapytna, Praisos
Epoca di attestazione: III secolo a.C.
Il trattato fra Hierapytna e Praisos di inizi III secolo a.C. IC III 4 1 è il solo testo a documentare l’esistenza di un funzionario locale, il synkritas, apparentemente addetto alla ripartizione dei pascoli (αὐλοστατε͂ν) fra i cittadini delle due contraenti (cf. Genevrois 2017, pp. 203-206).
Tamias
Contesto di attestazione: Aptera, Arkades, Gortyna, Lyttos
Epoca di attestazione: III-I secolo a.C.
Un collegio di tesorieri, addetto alla gestione di fondi, a Creta sembra essere attestato in relazione a Lyttos nel trattato fra questa e Cnido di III secolo a.C. SEG 45.1528, nel quale è previsto che costoro forniscano assieme ai poletai il denaro necessario apparentemente per il compimento dei sacrifici connessi alla prestazione del giuramento (sulla gestione delle finanze nel mondo greco cf. Migeotte 2009). Nel decreto onorario di Aptera di II secolo a.C. IC II 3 3 per il medico Kallipos di Cos è invece richiesto che i tamiai consegnino a costui trecento stateri per la realizzazione nella sua città della corona d’oro tributatagli e per le sue spese di viaggio.
Singoli tesorieri, invece, sono attestati a Gortyna nella manomissione del 200-150 a.C. IC IV 235, in cui il tamias Rhanios figlio di Soarchos sembra essere la figura a cui è materialmente consegnato il denaro che la donna affrancata versa alla polis e che è tenuta a sua volta a depositare entro la scadenza temporale stabilita presso i fondi pubblici (?), e ad Arkades nei decreti IC I 5 20 A di II secolo a.C. e verosimilmente IC I 5 19 di fine II - I secolo a.C., in cui è previsto che un tamias fornisca il denaro necessario per l’iscrizione su pietra dei documenti in questione.
Titas
Contesto di attestazione: Gortyna, Lato, Phaistos (?)
Epoca di attestazione: VI-V, III secolo a.C.
La figura del titas, un magistrato addetto alla riscossione di multe e noto solamente a Creta, è attestata a Gortyna a partire dal 600-525 a.C., dove compare con tale funzione nelle leggi IC IV 14 e verosimilmente IC IV 15. Singoli titai, inoltre, sono menzionati in contesti frammentari nelle presunte leggi gortynie del 450-400 a.C. IC IV 102 – apparentemente nell’ambito di una procedura giudiziaria – e IC IV 107.
Altri due documenti gortynii del 450-400 a.C., invece, documentano l’esistenza di un collegio di titai. Nella legge IC IV 79 più titai sono indicati come le figure tenute a riscuotere le multe previste per chi si rifiuta di svolgere le prestazioni lavorative richieste, nel caso in cui non vi abbia già provveduto lo xenios. Nel decreto IC IV 78, invece, è previsto che, nel caso in cui qualcuno si appropri indebitamente di beni (?) di un liberto, costoro riscuotano dai responsabili una multa di cento stateri più il doppio del valore dei beni in questione per consegnarli alla parte lesa, pena il pagamento da parte loro di un’ammenda dal valore doppio da versare per metà alla polis e per metà al liberto (cf. Seelentag 2017, secondo cui i titai sono tenuti a punire gli xenioi kosmoi che non compiono il proprio dovere accogliendo o difendendo i liberti vittime di ingiustizie; cf. inoltre Fröhlich 2004, pp. 235-240).
Singoli titai, invece, tornano ad essere attestati nel tardo III secolo a.C., quando compaiono come magistrati addetti all’esazione di multe imposte ai cosmi nel decreto di Gortyna e Phaistos del 240-222 a.C. ca. IC IV 165, in cui è previsto che riscuotano l’ammenda pecuniaria di duemila stateri imposta ai cosmi che non stabiliscono giusti accordi, e nel trattato fra Gortyna e Lato del 219-216 a.C. ca. IC I 16 1, in cui è richiesto che compiano un’operazione analoga relativamente ad una multa di duecento stateri imposta ai cosmi che non rispettano quanto previsto dagli accordi (sulla possibile funzione di supervisione dell’operato dei cosmi da parte dei titai cf. Willetts 1953, Seelentag 2015, pp. 187-194, Genevrois 2017, pp. 338-342; cf. inoltre Hsch. s.v. τίται· εὔποροι. ἢ κατήγοροι τῶν ἀρχόντων).
Sfera militare
Epiouros
Contesto di attestazione: Lyttos
Epoca di attestazione: V secolo a.C.
La legge di Lyttos del 500 a.C. ca. SEG 35.991, relativa all’accoglienza di allopoliatai, sembra conservare il termine epiouros ([ἐπιϝό]ρϝωι), possibilmente impiegato come sinonimo di oros (per il quale cf. infra; cf. Genevrois 2017, pp. 373-376) per indicare una sentinella oppure in riferimento ad un particolare magistrato avente funzioni di sorvegliante.
Hegemon
Contesto di attestazione: Hierapytna, koinon cretese, Olous, Sybrita
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Nei trattati stipulati da Rodi con Hierapytna e Olous, IC III 3 3 A di fine III - inizi II secolo a.C. e SEG 23.547 del 201/200 a.C., è specificato il compenso accordato ai comandanti delle truppe alleate cretesi, ciascuno dei quali è incaricato di condurre almeno cinquanta uomini nel primo caso e venti nel secondo ad una paga giornaliera di due dracme (sugli ufficiali militari nel mondo greco cf. Sage 1996, Chaniotis 2005). Il trattato fra Eumene II e trentun città cretesi del 183 a.C. IC IV 179, invece, sembra prevedere una multa dall’importo di trecento dracme per i comandanti (ἡγουμένων τῶν Κρηταιέων) che vengono meno a quanto pattuito, mentre quello fra Antigono Dosone e Hierapytna del 227-221 a.C. ca. IC III 3 1 A pare stabilire nella medesima evenienza una multa di diecimila dracme per l’hagemon cretese.
Nei decreti onorari di Sybrita di fine III - II secolo a.C. SEG 60.1000 III e V, inoltre, sono insigniti della prossenia e della cittadinanza due condottieri di Alabanda e Stratonicea, Meleagros figlio di Artemidoros e Hierokles figlio di Menoitos e nipote di Hiatrokles, che è verosimile che abbiano esercitato il ruolo di hegemones sul suolo cretese. Le dediche onorarie Salamine 92 del 142-131 o 124-116 a.C. e IG IV2, 1 244 di II secolo a.C., invece, sembrano celebrare due hegemones del koinon cretese, rispettivamente Diktys, inviato a Cipro, e Telemnastos figlio di Antiphatas di Gortyna.
Kathagemon
Contesto di attestazione: koinon cretese
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il solo documento a ricordare in relazione a Creta la carica militare di kathagemon è il presunto falso decreto del koinon cretese del 200 a.C. ca. Magnesia 40, nel quale è previsto che al comandante della spedizione in Asia Leukippos figlio di Lykios ciascuna città cretese fornisca un talento d’argento (sugli ufficiali militari nel mondo greco cf. Sage 1996, Chaniotis 2005).
Oros
Contesto di attestazione: Dreros, Gortyna, Hierapytna
Epoca di attestazione: III-I secolo a.C.
Le guardie, che a Creta paiono essere designate anche mediante il termine epiouroi (cf. supra s.v. epiouros; cf. Genevrois 2017, pp. 373-376), sono indicate nel giuramento di Dreros di fine III secolo a.C. IC I 9 1 tramite il verbo oureuo, impiegato apparentemente in riferimento a coloro che vigilano sui confini (αἴ πεί τινεν οὐρεύωντι Δρήριοι), presso cui si trovano alcune delle eterie della città. Nell’epitaffio di Hierapytna del 100 a.C. ca. SEG 39.967, inoltre, è commemorato un contingente di giovani oroi uccisi in un attacco mentre presidiavano il confine settentrionale della città.
A Gortyna, invece, il termine ὦροι è attestato nel trattato fra questa e Kaudos di fine III - inizi II secolo a.C. IC IV 184, nel quale sembra indicare un insieme di guardie incaricate di raccogliere assieme al preigistos (per il quale cf. supra s.v. preigistos) la fornitura annua di sale richiesta a Kaudos e verosimilmente di sorvegliare su di essa.
Phrourarchon / Phrourarchos
Contesto di attestazione: Itanos
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Due iscrizioni di epoca ellenistica documentano l’esistenza ad Itanos di una figura militare preposta al controllo del phrourion tolemaico stanziatovi (sul quale cf. Spyridakis 1970; sulle cariche militari nel mondo greco cf. Sage 1996, Chaniotis 2005). Tale carica compare con la denominazione di phrourarchon nell’iscrizione edificatoria del 244-209 a.C. IC III 4 18 in relazione al romano Lucio figlio di Gaio, responsabile della realizzazione di un acquedotto e di un Ninfeo, mentre con quella di phrourarchos nella dedica votiva del 180-145 a.C. ca. IC III 4 14 a proposito del suo promotore Philotas figlio di Genthios di Epidamnos.
Phylax
Contesto di attestazione: Axos
Epoca di attestazione: III secolo a.C.
L’iscrizione di Axos di III secolo a.C. IC II 5 30 sembra conservare in un contesto estremamente frammentario la sola occorrenza cretese del termine phylax, «custode», che non è da escludere che possa avere il significato di «sentinella» ed essere quindi equivalente di oros (per il quale cf. supra; sui composti in -phylax – in particolare nell’Egitto tolemaico – cf. Reggiani 2012).
Strategos
Contesto di attestazione: Itanos
Epoca di attestazione: III secolo a.C.
La carica militare di strategos a Creta è attestata solamente in relazione all’ufficiale tolemaico Patroklos figlio di Patron, onorato nel decreto onorario di Itanos del 269-262 a.C. ca. IC III 4 2 = 3, dal quale emerge come costui sia stato inviato da Tolemeo II nella città cretese al fine di svolgervi tale ruolo (sul phrourion lagide di Itanos cf. Spyridakis 1970; sulla carica di strategos in epoca ellenistica cf. Bengston 1944; cf. inoltre Fröhlich 2008, Fröhlich 2008a).
Stratiotes
Contesto di attestazione: Gortyna, Hierapytna, koinon cretese
Epoca di attestazione: III-I secolo a.C.
Il trattato fra Hierapytna e Antigono Dosone del 227-221 a.C. ca. IC III 3 1 A sembra prevedere multe di mille dracme per i soldati semplici del contingente cretese che non rispettano quanto pattuito (sui militari nel mondo greco cf. Sage 1996, Chaniotis 2005; sul reclutamento di mercenari cretesi tramite symmachiai cf. Couvenhes 2016; sull’autorappresentazione come guerriero attestata nella Creta della prima Età del Ferro cf. D’Agata 2014, Rabinowitz 2014). Un soldato di origini romane e proveniente da Tolemaide, Gaio Lutazio Crispo, è inoltre insignito della prossenia e della cittadinanza nel decreto onorario di Gortyna di fine I secolo a.C. IC IV 215 C, verosimilmente per aver combattuto a Creta.
L’insieme dei soldati inviati dal koinon cretese in ausilio dell’esercito tolemaico ad Alessandra e da lì a Cipro, inoltre, è attestato come responsabile della deliberazione in due decreti onorari del 150 a.C. ca., ID 1517 e ID 1518. Nel primo caso, in cui è onorato il loro comandante (?) Aglaos figlio di Theokles di Cos per i propri meriti verso gli στρατευομένοις Κρητῶν, i soldati compaiono in tale ruolo all’interno della formula di sanzione (ἔδοξε τοῖς ἐξαπε[σταλ]μένοις εἰς Ἀλεξάνδρειαν ὑπὸ τοῦ κοινοῦ τῶ[ν Κρητ]αιέων συμμάχοις; casi simili di decreti promossi da soldati sono noti anche per altre realtà, ad esempio Rhamnous: cf. e.g. il decreto del 252/1 a.C. SEG 41.86), mentre nel secondo, in onore di Tolemeo VI, οἱ συμμαχήσαντες [ἐν] Κύπρωι figurano al nominativo in qualità di responsabili della decisione (sulle associazioni professionali nel mondo greco – come possono essere quelle di soldati – cf. Vlassopoulos 2007, Fröhlich – Hamon 2013).
Associazioni
Ametoridai
Contesto di attestazione: Creta*, Eleutherna*
Epoca di attestazione: ?
Un passo di Ateneo documenta l’esistenza ad Eleutherna di citaredi dediti all’esecuzione di ἐρωτικὰς ᾠδάς denominati Ametoridai (Ath. XIV 42; cf. Chaniotis 2013, pp. 4-5), non attestati altrove. La presenza a Creta di un’associazione così chiamata trova inoltre riscontro in una glossa di Esichio e in una voce dell’Etymologicum Magnum, senza tuttavia che vi sia in queste un riferimento diretto ad Eleutherna (Hsch. s.v. ἀμητορίδας, Etym. M. s.v. Ἀμήτορας; cf. Guizzi 2017). Un kitharistas, perlatro, è documentato proprio ad Eleutherna dalla legge di VI-V secolo a.C. IC II 12 16.
Choros
Contesto di attestazione: Lato, Olous, Tylisos
Epoca di attestazione: V, II secolo a.C.
Il termine choros, impiegato in riferimento alle danze e agli spazi a queste adibiti (per i quali cf. infra), è attestato a Creta anche in relazione ad associazioni corali che si esibiscono abitualmente nell’ambito di festività (sulle performances corali nel mondo greco cf. Kurke 2012). Il termine choros figura con tale significato nel trattato fra Knossos e Tylisos del 460-450 a.C. ca. IC I 8 4 in relazione alla seconda città, il cui coro è indicato come destinatario di doni ospitali, e verosimilmente nel trattato fra Lato e Olous del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, dove più cori delle due città sono invitati presso la polis alleata in occasione di festività.
Epilykos
Contesto di attestazione: Knossos
Epoca di attestazione: II-I secolo a.C.
Il termine epilykos, attestato solamente dalla legge sacra di Knossos di II-I secolo a.C. SEG 35.989, sembrerebbe riferirsi ai membri di un’associazione religiosa, possibilmente connessa al culto di Apollo Lykeios (cf. Perlman 1994, Egetmeyer 2007). Nel documento vengono presentati in qualità di epilykoi in carica sette individui, Thychasis, Theangelos, Aiolos figlio di Etearchos, Perantas figlio di Latimos, Deinomenes figlio di Dexinas, Exakon figlio di Samos e Peithias figlio di Koichis.
Thiasos
Contesto di attestazione: Axos, Gortyna, Hierapytna, Lato, Lyttos, Olous, Priansos
Epoca di attestazione: IV-I secolo a.C.
Il termine thiasos, impiegato a Creta perlopiù in riferimento a non meglio precisate associazioni religiose – con l’eccezione di quella dei Priapistai –, occorre in tre trattati di fine III e II secolo a.C. in cui è previsto che i tiasi di ciascuna città siano invitati presso l’alleata in occasione di festività, IC IV 174 fra Gortyna, Hierapytna e Priansos, SEG 61.722 = IC I 18 9 fra Lyttos e Olous e IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B fra Lato e Olous (sui tiasi nel mondo greco cf. NGSL, pp. 88-90, Griffith 2001, pp. 60-61, Steinhauer 2014).
Un tiaso, inoltre, è attestato ad Axos nella presunta legge di III-II secolo a.C. ΘΕΤΙΜΑ E 259 e nella legge sacra di fine IV secolo a.C. SEG 23.566, nella quale è posto il divieto di condurre ad un tiaso notturno le vittime sacrificali del Pythion durante la luna nuova. La sanatio di Lebena di II secolo a.C. IC I 17 11, inoltre, ha come protagonista un gortynio di nome Klados, giunto al santuario in quanto appartenente ad un tiaso, mentre nella dedica onoraria e allo stesso tempo votiva di I secolo a.C. IC IV 267 da Gortyna figura come dedicante un tiaso di cui è indicato il leader – il cui nome è perduto – mediante l’espressione [ὁ θίασο]ς οἱ σύν; la dedica, inoltre, indica come motivazione del conferimento onorario i meriti dell’onorato nei confronti del tiaso stesso.
Il solo tiaso cretese di cui sia nota la divinità di pertinenza è quello dei Priapistai, non altrimenti attestato, che figura come promotore della dedica votiva e onoraria gortynia di I secolo a.C. IC IV 266, nella quale è onorato Apollonios figlio di Hermias e nipote di Sotadas per i propri meriti nei confronti del tiaso stesso.
Ripartizioni civiche
Genos
Contesto di attestazione: Creta*
Epoca di attestazione: IV secolo a.C.
Aristotele documenta per Creta una divisione di ciascuna polis κατὰ γένη, oltre ad una separazione presente all’interno delle città fra combattenti e contadini (Arist. Pol. VII 1329a-b; cf. Seelentag 2015, pp. 179-180; sul genos nel mondo greco cf. Roussel 1976, Fraser 2009, pp. 1-11). Il termine genos, tuttavia, nella documentazione epigrafica cretese è attestato solamente con il valore di «discendenza» (cf. IC III 6 7 e IC III 4 10).
Hetaireia
Contesto di attestazione: Axos, Dreros, Gortyna, Lyttos*, Malla, Soulia
Epoca di attestazione: VII, V-II secolo a.C.
L’eteria, documentata come articolazione civica anche a Cirene (cf. SEG 9.3 = IGCyr011000; cf. inoltre Jones 1987, p. 219), a Creta è descritta nelle fonti letterarie come unità organizzativa dei sissizi di Lyttos, che avvengono divisi per eterie e sono finanziati in parte dalla decima del proprio raccolto versata da ciascuno alla propria eteria (cf. Dosiad. FGrHist 458 F 1; cf. inoltre Youni 2000, Mandalaki 2004, pp. 40-42, Youni 2011, pp. 183-192, Seelentag 2015, pp. 274-503, Genevrois 2017, pp. 143-145). Due fonti lessicografiche, inoltre, glossano l’epiclesi Hetaireios di Zeus come peculiare di Creta (Hsch. s.v. Ἑταιρεῖος· Ζεὺς ἐν Κρήτῃ, Suid. s.v. Ἑταιρεῖος· ὁ Ζεὺς παρὰ Κρησί; cf. inoltre schol. in Hdt. I 44, Ἑταιρεῖος. ὁ Ζεὺς παρὰ Κρησίν).
Nella documentazione epigrafica il termine compare per la prima volta nella legge di Dreros del 650-600 a.C. SEG 23.530 in relazione ad una decisione presa a proposito delle eterie e riguardante anche le agelai. Successivamente il termine occorre a Gortyna in due leggi, IC IV 42 del 500-450 a.C., in cui sono menzionati i giudici delle eterie che si occupano di questioni relative a beni impiegati come garanzie, e IC IV 72 del 450 a.C. ca., dove è previsto che gli adottanti versino un’offerta alla propria eteria. Sul finire del IV secolo a.C. la legge sacra di Axos SEG 23.566 prescrive che i cosmi o gli ex cosmi distribuiscano le offerte sacrificate (?) fra le eterie in occasione delle feste Pythia, mentre il decreto onorario di Malla di fine II secolo a.C. IC I 19 3 A stabilisce che ogni anno i cosmi in carica si occupino della loro convocazione. L’iscrizione edificatoria di Soulia di III-II secolo a.C. SEG 28.753, inoltre, è promossa dall’eteria di Stryphis e Hyrtaios – individui il cui ruolo non è determinabile –, che cura l’edificazione o il restauro di un tempio e a cui pare appartenere la pentekostys detta «dei Dioscuri» (cf. infra s.v. pentekostys). A Dreros, inoltre, le eterie sono documentate anche nel giuramento di fine III secolo a.C. IC I 9 1, nel quale figurano come destinatarie di multe: il denaro riscosso nelle circostanze specificate, infatti, è previsto che sia spartito fra le eterie aventi sede in città e fra quelle dislocate laddove si trovano alcuni dei cittadini in qualità di sentinelle.
Klaros
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: V secolo a.C.
Il termine, impiegato in altre aree del mondo greco nella forma kleros con accezioni differenti, a Creta figura nel Grande Codice di Gortyna IC IV 72 del 450 a.C. ca. come raggruppamento sociale, fra i cui membri è previsto che avvenga la spartizione dei beni di un’eredità nel caso non vi siano parenti prossimi fra cui dividerli (sulla possibile natura territoriale dei klaroi cf. Mandalaki 2000, Mandalaki 2004, pp. 144-155, Guizzi 2013a, Genevrois 2017, pp. 195-197; per il klaros inteso come classe sociale composta dai klarotai cf. infra s.v. klarotas).
Pentekostys
Contesto di attestazione: Soulia
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Il termine pentekostys a Creta è attestato solamente nell’iscrizione edificatoria di Soulia SEG 28.753, in cui la pentekostys dei Dioscuri (ἁ πεντηκοστύς ἀπὸ Διοσκώρων), che pare appartenere all’eteria di Stryphis e Hyrtaios (cf. supra s.v. hetaireia), figura come responsabile dell’edificazione o del restauro di un tempio. Il parallelo di Sparta – dove è nota un’unità militare composta da cinquanta uomini denominata pentekostys (cf. Thuc. V 68.3) –, potrebbe suggerire una natura simile anche per il caso cretese (sulla pentekostys ad Argo, Sparta e Cos cf. Jones 1987, pp. 113-114, 120, 222, 238).
Phyla
Contesto di attestazione: Axos, Datala, Dreros, Gortyna, Lyttos, Praisos
Epoca di attestazione: VII-III secolo a.C., II-III secolo d.C.
La tribù, unità di origine militare e verosimilmente territoriale (cf. Chaniotis 1987, pp. 178-234, Mandalaki 2004, pp. 34-40, Chaniotis 2005a, pp. 175-183, 189, Seelentag 2015; sulle tribù nel mondo greco cf. Roussel 1976), è il raggruppamento sociale più frequentemente attestato a Creta. Il termine tribù, che nell’isola ricorre solamente nella forma dorica p(h)yla, conta non molte occorrenze epigrafiche, concentrate per di più in poche città e risalenti prevalentemente al VII-V secolo a.C. Molto più frequenti, invece, sono le menzioni delle specifiche tribù (per le quali cf. infra).
Il termine phyla, che occorre in leggi e decreti, è impiegato a Datala e Gortyna in riferimento all’appartenenza di individui alla propria tribù. Nel decreto di Datala del 500 a.C. ca. SEG 27.631 è ricordata una selezione di cinque cittadini da ciascuna tribù (ἀπὸ πυλᾶν πέντε ἀπ’ ἐκάστας) apparentemente in qualità di rappresentanti della polis nell’ambito di una sponda. Una selezione di individui da una o più tribù sembrerebbe occorrere anche nella legge di Gortyna del 600-525 a.C. IC IV 19 (ἐς πυλᾶ[ς]) e possibilmente in quella del 450-400 a.C. IC IV 104 ([τᾶ]ς πυλᾶ[ς], che potrebbe essere alternativamente integrato come [ἐ]ς πυλᾶ[ς]). Nel Grande Codice di Gortyna IC IV 72 del 450 a.C. ca., invece, la tribù è menzionata più volte come gruppo all’interno del quale debba essere scelto il marito di un’ereditiera.
Il termine, inoltre, compare al plurale nel decreto di Dreros del 650-600 a.C. Bile 4 nell’espressione διαλείσασι πυλᾶσι, apparentemente indicante l’avvenuta riunione per tribù della polis, connessa ad un atto deliberativo promosso da quest’ultima (cf. Grote 2014, secondo cui le tribù menzionate altro non sono che la boule di Dreros).
Di oscura interpretazione è invece l’occorrenza del termine al plurale nella legge sacra di Axos di fine IV secolo a.C. SEG 23.566, in cui alla menzione dei cosmi in carica segue il ricordo delle tribù di Axos (anch’esse in carica?) dei Donokeis, dei Latosioi e una terza di cui non si è conservato il nome, possibilmente coinvolte in riti religiosi.
Agli inizi III secolo a.C. il termine phyla compare accanto al nome della tribù Pharkaris nel decreto onorario di Praisos IC III 6 8 all’interno di una datazione dalla formulazione particolarmente atipica rispetto a quanto avviene di norma a Creta (cf. infra s.v. Pharkaris).
Successivamente alle occorrenze di VI-III secolo a.C. il termine phyla scompare dalla documentazione epigrafica cretese, con la sola eccezione della legge di Lyttos del 161-212 d.C. ca. IC I 18 11, nella quale le phylai della città sono indicate come destinatarie di fondi da redistribuire in occasione delle Calende di maggio.
Startos
Contesto di attestazione: Gortyna, Lyttos
Epoca di attestazione: V-IV secolo a.C., II-III secolo d.C.
Il termine startos, attestato solo a Creta, sembra designare una suddivisione militare della tribù comprendente gli uomini in età d’armi, per metonimia impiegato come sinonimo di tribù (cf. Hsch. s.v. στάρτοι· αἱ τάξεις τοῦ πλήθους; cf. inoltre De Sanctis 1901a, Genevrois 2017, pp. 315-318, Seelentag 2015, pp. 179-180, 353-360, secondo cui indicherebbe i membri di una phyle con connotazione militare o potrebbe essere la denominazione gortynia della phyle nel V-IV secolo a.C.). Analogamente a quanto avviene per il termine phyla, anche lo startos è documentato nel V-IV secolo a.C. per poi riemergere – apparentemente come revival – nella Lyttos di età imperiale.
Le attestazioni più alte dello startos provengono tutte da Gortyna, dove lo startos Aithaleus è ricordato all’interno dell’unica datazione presente nel Grande Codice IC IV 72 per indicare l’anno in cui i suoi cosmi – fra cui l’eponimo Kyllos – sono in carica, apparentemente come equivalente di tribù. Lo startos Aithaleus sembra essere menzionato – non è chiaro tuttavia a quale riguardo – anche nella presunta legge di V-IV secolo a.C. IC IV 142 (ὀ Αἰ[θ]α[λεὺς σταρτός]), dove la presenza dell’articolo ὀ pare presupporre il successivo termine σταρτός. Il trattato fra Gortyna e Rhittenia del 450-400 a.C. IC IV 80, inoltre, documenta – per la sola Gortyna – l’esistenza di uno startos nonché di uno startagetas (per il quale cf. supra), in un contesto in cui lo startos è indicato come incaricato apparentemente dell’impiego di un certo ammontare di denaro assieme al cosmo e ai cittadini di Rhittenia.
Anche nella legge di Lyttos del 161-212 d.C. ca. IC I 18 11 gli startoi, in questo caso più d’uno, sono menzionati in connessione a fondi, in particolare come destinatari di pagamenti che devono essere successivamente redistribuiti in occasione dei Theodaisia.
Tribù
Tribù
Contesto di attestazione: Allaria (?), Axos, Chersonesos, Dreros, Gortyna, Hierapytna, Knossos, Lato, Lato pros Kamara (?), Lyttos, Malla, Olous, Praisos, Priansos
Epoca di attestazione: VII, V-I secolo a.C.
La maggioranza delle occorrenze relative alle specifiche tribù cretesi – solamente in parte di origine dorica – proviene da formule di datazione eponimica del tipo ἐπὶ (τῶν/τῆς) ... κοσμιόντων, nelle quali è indicato al caso genitivo il nome della phyla a cui appartengono i cosmi in carica (sull’eponimia nel mondo greco cf. Sherk 1990, Sherk 1990a, Sherk 1991, Sherk 1992, Sherk 1993; sulle tribù cretesi cf. Genevrois 2017, pp. 377-393).
Oltre ai casi in cui il nome delle tribù si è conservato integralmente o parzialmente (per cui cf. infra), l’indicazione della phyla in carica doveva verosimilmente essere indicato anche nelle datazioni delle iscrizioni di III e II secolo a.C. di Gortyna IC IV 173, 181, 195, SEG 53.942, IC I 17 2, di Hierapytna SEG 26.1049, di Lyttos SEG 41.770, di Lato IC I 16 33, di Lato pros Kamara (?) IC I 16 19, di Olous Chaniotis, Verträge 61B e forse di Allaria (?) SEG 56.1047.
Ainai
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: III secolo a.C.
La tribù degli Ainai, nota solo a Creta e possibilmente equivalente a quella degli Ainaones, è attestata soltanto all’interno della datazione eponimica dell’iscrizione edificatoria di III secolo a.C. IC I 17 4 redatta a Lebena da Gortyna (cf. Genevrois 2017, pp. 383-385).
Ainaones
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: II-I secolo a.C.
La tribù degli Ainaones, nota solo a Creta e possibilmente equivalente a quella degli Ainai, è menzionata nella datazione del decreto gortynio del 200-150 a.C. IC IV 196 e dell’iscrizione edificatoria di fine II - inizi I secolo a.C. IC I 17 6 di Gortyna proveniente da Lebena (cf. Perlman 2014, pp. 193-197, Genevrois 2017, pp. 383-385).
Aischeis
Contesto di attestazione: Lato
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
La tribù degli Aischeis, nota solo a Creta, compare nella datazione della dedica votiva di Lato del 113-110 a.C. Chaniotis, Verträge 54-56d, nella quale non è seguita dall’usuale participio κοσμιόντων, e delle iscrizioni edificatorie della stessa città IC I 16 29 del 120/119 o 109-100 a.C. e IC I 16 30 di II secolo a.C. (cf. Perlman 2014, pp. 193-197, Genevrois 2017, p. 385).
Aithaleis
Contesto di attestazione: Dreros, Gortyna, Knossos, Malla
Epoca di attestazione: V-II secolo a.C.
La tribù degli Aithaleis, nota anche ad Argo, a Creta compare nella datazione di documenti di più città (cf. Perlman 2014, pp. 193-197, Genevrois 2017, pp. 379-383). È attestata a Dreros nel giuramento di fine III secolo a.C. IC I 9 1 e nell’iscrizione edificatoria di fine III secolo a.C. Bile 48, a Knossos nel decreto del 200-150 a.C. IC IV 197 e nel trattato del 118 a.C. IC I 16 3 e a Malla nel decreto di fine II secolo a.C. IC I 19 3 A.
A Gortyna la tribù è menzionata nella datazione delle iscrizioni edificatorie IC IV 259 del 200-150 a.C. e verosimilmente IC I 17 4 di III secolo a.C., redatta a Lebena, nella manomissione di metà II secolo a.C. SEG 48.1208 e nei trattati del 237/236 a.C. IC IV 167 e di fine III - inizi II secolo a.C. IC IV 184 (ἐπὶ τῶν Αἰθελέων Γόρτυνι κορμιόντων). Anteriormente all’età ellenistica, invece, la tribù è attestata nella forma Αἰθαλεύς – non seguita da kosmionton ma accompagnata dal termine startos – in due leggi, il Grande Codice IC IV 72 del 450 a.C. ca. e la probabile legge di V-IV secolo a.C., IC IV 142, sebbene nel secondo caso non sia certo se si tratti o meno di una datazione.
Archeia
Contesto di attestazione: Gortyna, Hierapytna, Knossos, Lyttos
Epoca di attestazione: III-I secolo a.C.
La tribù Archeia, nota solo a Creta, è attestata in più formule di datazione, con anteposizione del participio κορμιόντων nelle occorrenze che avvengono in trattati, SEG 53.942 = IC IV 174 del 205-200 a.C. in relazione a Hierapytna e IC IV 186 del 216-189 a.C. ca. in relazione a Gortyna (cf. Chaniotis 1988b, pp. 159-160, Perlman 2014, pp. 193-197, Genevrois 2017, pp. 385-387). La tribù occorre nella variante Ἀρχήα nell’iscrizione edificatoria da Lyttos di fine I secolo a.C. - inizi I secolo d.C. IC I 18 12 e come Ἀρχεία nella presunta iscrizione edificatoria di Gortyna da Lebena di fine II - inizi I secolo a.C. IC I 17 38 e nella presunta dedica votiva di Knossos da Amnisos di I secolo a.C. SEG 33.729. La tribù compare invece nella forma Ἀρχήια nella manomissione di Gortyna di III secolo a.C. IC IV 233, nella sanatio di Gortyna da Lebena di II secolo a.C. IC I 17 8 e nel decreto onorario di Knossos di fine III - inizi II secolo a.C. IC I 8 10.
Autoletai
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: II-I secolo a.C.
La tribù degli Autoletai, nota solamente a Gortyna, è attestata all’interno delle datazioni delle iscrizioni edificatorie IC IV 261 del 150-50 a.C. e IC I 17 5 di fine II - inizi I secolo a.C., quest’ultima redatta a Lebena (cf. Perlman 2014, pp. 193-197, Genevrois 2017, pp. 388-389).
Diphyloi
Contesto di attestazione: Chersonesos, Lyttos
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
La tribù dei Diphyloi, nota solo a Creta, è attestata nelle formule di datazione dei trattati SEG 41.770 del 145-121 a.C. in relazione a Chersonesos e IC I 18 9 del 111/110 a.C. in relazione a Lyttos (cf. Perlman 2014, pp. 193-197).
Donokeis
Contesto di attestazione: Axos
Epoca di attestazione: IV secolo a.C.
La tribù dei Donokeis, nota solo a Creta, è attestata apparentemente come tribù in carica – assieme a quella dei Latosioi e una terza di cui non si è conservato il nome – nella legge sacra di Axos di fine IV secolo a.C. SEG 23.566 forse a proposito della partecipazione a riti religiosi, in una formulazione che è differente rispetto a quella tipica delle datazioni (φυλαῖς ϝαξίων, Δονοκείω[ν], Λατοσ[ί]ω[ν, . . . .]ων; cf. Marginesu 2003-2005).
Dymanes
Contesto di attestazione: Dreros, Gortyna, Hierapytna, Lyttos, Olous
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
La phyla dei Dymanes è la più diffusa a Creta fra le tre tribù doriche ed è attestata nelle datazioni di più iscrizioni di epoca ellenistica (cf. Perlman 2014, pp. 193-197, Genevrois 2017, pp. 378-379). A Dreros è ricordata nella formula di datazione del decreto onorario di fine III - inizi II secolo a.C. Bile 50.1 = 50.2, a Gortyna dei decreti del 240-222 a.C. ca. IC IV 165 e del 200-150 a.C. IC IV 197 e del trattato del 166/165 a.C. IC IV 182, a Hierapytna dell’iscrizione edificatoria di II secolo a.C. IC III 3 9, a Lyttos del decreto del 250 a.C. IC I 18 8 e a Olous del trattato del 145-121 a.C. SEG 41.770.
Echanoreis
Contesto di attestazione: Knossos (?), Lato
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
La tribù, nota solo a Creta, è attestata relativamente a Lato nella datazione delle iscrizioni edificatorie IC I 16 31 del 110/109 a.C., IC I 16 25 del 150-100 a.C. e forse Chaniotis, Verträge 54-56c del 111/110 a.C. e IC I 22 2 del 113-100 a.C. ca. e del trattato SEG 26.1049 del 111/110 a.C. (cf. Perlman 2014, pp. 193-197, Genevrois 2017, pp. 387-388). Il trattato del 166/165 a.C. IC IV 182, inoltre, conserva nella propria datazione relativa a Knossos la menzione di una tribù cominciante in E-, verosimilmente quella degli Echanoreis (ἐπὶ τῶν Ε[χανορέων]).
Hylleis
Contesto di attestazione: Knossos, Lato
Epoca di attestazione: II-I secolo a.C.
La tribù dorica degli Hylleis a Creta è attestata a Lato all’interno della formula di datazione eponimica nel presunto decreto di fine II secolo a.C. SEG 32.895, nelle iscrizioni edificatorie IC I 16 26 e IC I 16 32 del 116/115 a.C. e nel trattato Chaniotis, Verträge 61B del 110-108 a.C. (cf. Perlman 2014, pp. 193-197, Genevrois 2017, pp. 378-379). La tribù, inoltre, figura come promotrice della presunta dedica votiva di Knossos di I secolo a.C. SEG 33.728, nella quale compare nella forma oἱ Ὑλλέεν.
Kamiris
Contesto di attestazione: Hierapytna
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
La tribù Kamiris, nota anche a Rodi, a Creta è attestata solamente all’interno della formula di datazione dell’iscrizione edificatoria di Hierapytna del 150-100 a.C IC III 2 1. (cf. Perlman 2014, pp. 193-197, Genevrois 2017, pp. 389-390).
Lasynthioi
Contesto di attestazione: Lyttos
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
La tribù dei Lasynthioi, nota solo a Creta, è attestata all’interno della formula di datazione delle iscrizioni edificatorie di Lyttos SEG 50.937 del 150-100 a.C. (seguito da κόσμων anziché dall’usuale participio κοσμιόντων) e IC I 18 13 di I secolo d.C. (cf. Perlman 2014, pp. 193-197, Genevrois 2017, pp. 392-393).
Latosioi
Contesto di attestazione: Axos
Epoca di attestazione: IV secolo a.C.
La tribù dei Latosioi, nota solo a Creta, è attestata apparentemente come tribù in carica – assieme a quella dei Donokeis e a una terza di cui non si è conservato il nome – nella legge sacra di Axos di fine IV secolo a.C. SEG 23.566 forse a proposito della partecipazione a riti religiosi, in una formulazione che è differente rispetto a quella tipica delle datazioni (φυλαῖς ϝαξίων, Δονοκείω[ν], Λατοσ[ί]ω[ν, . . . .]ων; cf. Marginesu 2003-2005).
Pamphyloi
Contesto di attestazione: Hierapytna, Knossos, Olous
Epoca di attestazione: II-I secolo a.C.
La tribù dorica dei Pamphyloi a Creta è attestata nelle datazioni delle iscrizioni edificatorie di Hierapytna di fine II - inizi I secolo a.C. IC III 5 1 e di Olous di II secolo a.C. IC I 22 8, mentre in relazione a Knossos nel decreto di II secolo a.C. IC I 8 14 e nel trattato del 168/167 a.C. IC IV 181 (cf. Perlman 2014, pp. 193-197, Genevrois 2017, pp. 378-379).
Pharkaris
Contesto di attestazione: Praisos
Epoca di attestazione: III secolo a.C.
La tribù Pharkaris, apparentemente di origine pre-ellenica (cf. Perlman 2014, pp. 193-197, Genevrois 2017, p. 390), è nota esclusivamente a Praisos, dove è attestata nel decreto onorario di inizi III secolo a.C. IC III 6 8 all’interno di una formula di datazione particolarmente atipica, nella quale il ricordo della phyla è successivo a quello del protocosmo e dei synkosmoi.
Prepsidai (?)
Contesto di attestazione: Dreros (?)
Epoca di attestazione: VII secolo a.C.
Il termine Prepsidai, di incerta interpretazione, è probabile che designi un raggruppamento sociale – forse una tribù? – di Dreros, nel cui decreto del 650-600 a.C. Bile 3 figura assieme ai Milatioi come soggetto del verbo ἆρκσαν in un contesto piuttosto oscuro (cf. Genevrois 2017, p. 391). Non è da escludere, tuttavia, che il termine possa essere – analogamente a Milatioi – l’etnico di una differente polis cretese autonoma non altrimenti attestata.
Synaneis
Contesto di attestazione: Lato
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
La tribù, nota solo a Creta, è attestata solamente all’interno della formula di datazione dell’iscrizione edificatoria di Lato del 112/111 a.C. ca. Bile 47 (cf. Perlman 2014, pp. 193-197, Genevrois 2017, p. 389).
Ap-
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: IV-III secolo a.C.
La manomissione gortynia IC IV 236 del 350-250 a.C. conserva all’interno della propria datazione il ricordo di una tribù non altrimenti nota cominciante in Ap- e contenente al proprio interno il nesso -yma-.
Dek-
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: III secolo a.C.
Il trattato di metà III secolo a.C. IC IV 171 conserva nella propria datazione relativa a Gortyna il ricordo di una tribù cominciante in Dek-, all’interno di una formula che pare prevedere la posposizione del participio κορμιόντων rispetto alla menzione della phyla.
-eis
Contesto di attestazione: Lato
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
L’iscrizione edificatoria di Lato di II secolo a.C. IC I 16 34 conserva nella propria datazione la menzione di una tribù terminante apparentemente in -eis; non è possibile tuttavia determinare se la terminazione conservatasi appartenga ad una tribù già nota a Lato o a Creta (Aischeis, Aithaleis, Echanoreis, Hylleis, Synaneis) o ad una non altrimenti attestata.
-is
Contesto di attestazione: Knossos
Epoca di attestazione: II-I secolo a.C.
L’iscrizione edificatoria di Knossos di II-I secolo a.C. SEG 44.728 conserva nella propria datazione il ricordo di una tribù il cui nome, al singolare, termina in -is; non è possibile tuttavia determinare se la terminazione conservatasi appartenga ad una delle tribù già note a Creta – Kamiris ο Pharkaris – o ad una non altrimenti attestata.
-s
Contesto di attestazione: Axos, Lato
Epoca di attestazione: IV, II secolo a.C.
Due iscrizioni edificatorie di Lato, IC I 16 28 di II secolo a.C. e IC I 16 23 del 150-100 a.C., conservano all’interno della propria datazione il ricordo di una tribù il cui nome, al plurale, termina verosimilmente in -s. Una tribù dal nome plurale terminante in -s è menzionata anche nella legge sacra di Axos di fine IV secolo a.C. SEG 23.566, apparentemente come tribù in carica assieme a quella dei Donokeis e dei Latosioi, in una formulazione che è differente rispetto a quella tipica delle datazioni (φυλαῖς ϝαξίων, Δονοκείω[ν], Λατοσ[ί]ω[ν, . . . .]ων), forse a proposito della partecipazione a riti religiosi. Non è possibile determinare, tuttavia, se in tali casi la terminazione conservatasi appartenga ad una delle tribù già note a Creta o ad altre non altrimenti attestate.
-sikartidai
Contesto di attestazione: Priansos
Epoca di attestazione: III secolo a.C.
Il trattato del 205-200 a.C. SEG 53.942 = IC IV 174 conserva all’interno della propria datazione relativa a Priansos il ricordo di una tribù il cui nome termina in -sikartidai, possibilmente la stessa che occorre nella datazione del presunto decreto di Axos di fine III - inizi II secolo a.C. IC II 5 28, di cui rimane la terminazione in -tidai (cf. Genevrois 2017, p. 391).
-tidai
Contesto di attestazione: Axos
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Il presunto decreto di Axos di fine III - inizi II secolo a.C. IC II 5 28 conserva all’interno della propria datazione la menzione di una tribù il cui nome termina in -tidai, possibilmente la stessa che occorre nella datazione relativa a Priansos del trattato del 205-200 a.C. SEG 53.942, di cui rimane la terminazione in -sikartidai.
Status sociali
Allopoliatas
Contesto di attestazione: Eleutherna, Gortyna, Lato, Lyttos
Epoca di attestazione: VI-V, II secolo a.C.
Il termine allopoliatas, attestato solo a Creta, sembra indicare individui che detengono la cittadinanza di una città differente rispetto a quella in cui si trovano ad essere residenti (cf. Kristensen 2014a, Link 2014, Seelentag 2015, pp. 258, 283-286, 291-295, Genevrois 2017, pp. 291-295) ed è impiegato esclusivamente in contesti di regolamentazione all’interno di leggi.
Il plurale allopoliatai è attestato nelle leggi di Eleutherna di VI-V secolo a.C. IC II 12 3 e di Lyttos del 500 a.C. ca. SEG 35.991, documento quest’ultimo che vieta che costoro possano essere accolti a Lyttos a meno che non siano nello specifico cittadini di Itanos o che colui che li accoglie abbia controllo diretto su di essi (?). Il Grande Codice di Gortyna IC IV 72 del 450 a.C. ca., inoltre, restituisce l’espressione ἐκς ἀλλοπολίας a proposito di neo-cittadini appena usciti dall’agela di un’altra città diversa da Gortyna che si trovino fuori da Gortyna. La legge sacra di Lato di II secolo a.C. IC I 16 6, infine, conserva in un contesto lacunoso l’inizio di parola ἀλλοπ-, riconducibile alternativamente ad allopoliatas o allopolia.
Aner
Contesto di attestazione: Gortyna, Hierapytna
Epoca di attestazione: V, II secolo a.C.
Il termine aner – utilizzato anche per indicare una precisa classe di età (per tale uso cf. infra) – è attestato come equivalente di eleutheros in riferimento a uomini di status libero (cf. Seelentag 2015, pp. 274-333, 504-552). Tale impiego è testimoniato da più passi del Grande Codice di Gortyna IC IV 72 del 450 a.C. ca. in contrapposizione a quanto previsto per gli appartenenti ad altri status, in particolare a proposito dell’imposizione su di loro di multe e del loro coinvolgimento in procedure giudiziarie, e in relazione ad individui di Hierapytna dall’epistola del 112/111 a.C. IC III 4 10, che documenta una contesa giudiziaria che pare coinvolgere anche uomini di status libero, posti esplicitamente in contrapposizione a schiavi.
Apeleutheros
Contesto di attestazione: Diktynnaion di Rodopou, Gortyna, Kydonia
Epoca di attestazione: V, II-I secolo a.C.
Il termine apeleutheros, indicante i liberti, pare trovare la sua attestazione cretese più alta nel decreto gortynio IC IV 78 del 450-400 a.C., finalizzato alla loro tutela (cf. Bile, pp. 344-347, Van Wees 2003, pp. 58-61, Pałuchowski 2010, Seelentag 2015, pp. 298-301; sui liberti cf. inoltre infra s.v. apolagathes). Le occorrenze successive di liberti cretesi si collocano tutte fra il II e il I secolo a.C. L’apeleuthera Tryphaina di Menekrates è promotrice della dedica onoraria gortynia di I secolo a.C. IC IV 263, mentre l’apeleutheros Dionysios è indicato nel rendiconto del Diktynnaion di Rodopou IC II 11 3 del 6 a.C. come destinataro di pagamenti verosimilmente dovuti a sue prestazioni lavorative svolte presso il santuario. Il liberto Philokalos di Sylos, inoltre, è ricordato nell’epitaffio di Kydonia di II-I secolo a.C. IC II 10 17.
Ap(h)etairos
Contesto di attestazione: Gortyna, Knossos
Epoca di attestazione: V, II-I secolo a.C.
il termine ap(h)etairos, attestato solamente in relazione a Creta, pare indicare chi si trovi nella condizione di essere uomo libero – e quindi non di status servile – senza tuttavia appartenere ad alcuna eteria, risultando dunque apparentemente privo della cittadinanza (cf. Bile, pp. 344-347, Van Wees 2003, pp. 58-61, Mandalaki 2004, pp. 46-48, Pałuchowski 2010, Seelentag 2015, pp. 286-290, Genevrois 2017, pp. 143-145). Il termine ricorre più volte a Gortyna nelle leggi del 450-400 a.C. IC IV 84 e del 450 a.C. ca. IC IV 72 nell’ambito di regolamentazioni che interessano i membri di tale classe sociale in contrapposizione a quanto stabilito per individui di status differente, in due casi in particolare in contesti in cui gli apetairoi sono indicati come passibili di multe (IC IV 72). Il termine compare successivamente in forma non psilotica nella legge sacra di Knossos di II-I secolo a.C. SEG 35.989, in cui agli aphetairoi è interdetto l’accesso ad un santuario.
Ap(h)amia / Aphamiotas
Contesto di attestazione: Eleutherna, Lato
Epoca di attestazione: VI-I secolo a.C. (?)
Il termine aphamiotai, attestato solamente dalle fonti letterarie e soltanto in relazione a Creta, è impiegato in riferimento alle popolazioni asservite che lavorano l’aphamia, costituenti dunque una sorta di servitù terriera (Hsch. s.v. ἀφαμιῶται· οἰκέται ἀγροῖκοι, περίοικοι; Callistr.Hist. FGrHist 348 F 4) o privata (Sosicr.Hist. FGrHist 461 F 4), affine agli iloti di Sparta (Onesicr. FGrHist 134 F 24; cf. Bile, pp. 344-347, Van Wees 2003, pp. 58-61, Mandalaki 2004, pp. 52-111, Pałuchowski 2010, Pałuchowski 2015, Genevrois 2017, pp. 66-67).
Se da un lato gli aphamiotai non hanno lasciato traccia nella documentazione epigrafica, la situazione è diversa per l’ap(h)amia, termine che designa un’area marginale di campagna, posta ai confini della polis, «di cui non si parla» (cf. Hsch. s.v. ἀφημιάστους· ἀγροικίας; s.v. ἄφημοι· ἀνώνυμοι, ἀκλεεῖς; s.v. ἀφημοῦντας· ἀγροίκους). L’ap(h)amia, intesa dunque come spazio del territorio di una polis in cui risiedono gli aphamiotai, è documentata dalla legge di Eleutherna di VI-V secolo a.C. IC II 12 16, nella quale è presente un divieto che trova come area di applicazione sia l’apamia che la polis, tra di loro contrapposte in senso apparentemente spaziale, ed è menzionata come punto di riferimento in relazione a Lato nei trattati ellenistici del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B e del 111/110 a.C. SEG 26.1049.
Apodamos
Contesto di attestazione: Praisos
Epoca di attestazione: III secolo a.C.
Il termine apodamos, antitetico ad epidamos/endamos, designa chi si trova nello stato temporaneo di assente dalla patria ed è documentato dal decreto di inizi III secolo a.C. IC III 6 7, nel quale sono previste modalità differenti di prestazione di un giuramento da parte degli apodamoi e degli endamoi di Praisos (cf. Genevrois 2017, pp. 87-90; fuori da Creta il termine è attestato solamente in accezione non tecnica).
Apolagasas
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
La forma participiale attiva dell’aoristo del verbo ἀπολαγαίω o ἀπολαγάζω è impiegata solamente in manomissioni gortynie di epoca ellenistica in riferimento all’individuo responsabile dell’affrancamento di uno schiavo, figura che è verosimile che coincida con quella del suo ex padrone (cf. Genevrois 2017, pp. 206-208). L’apolagasas è ricordato nelle manomissioni IC IV 235 del 200-150 a.C. e IC IV 234 di III secolo a.C. come presente al momento dell’affrancamento, mentre in SEG 48.1208 di metà II secolo a.C. compare a proposito di un ammontare di denaro o di beni che pare debba essere spartito fra l’affrancante e l’affrancato.
Apolagathes / Apolelagasmenos
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
La forma participiale passiva dell’aoristo e del perfetto del verbo ἀπολαγαίω o ἀπολαγάζω è impiegata solamente in manomissioni gortynie di II secolo a.C. in riferimento agli schiavi affrancati (per i quali cf. inoltre supra s.v. apeleutheros; cf. Genevrois 2017, pp. 206-208). Ciò avviene in IC IV 235 del 200-150 a.C., in cui è documentato il versamento da parte della serva affrancata di un importo di denaro alla polis, e SEG 48.1208 di metà II secolo a.C., in cui è previsto che il liberto versi un importo di denaro alla polis e apparentemente che costui spartisca con l’affrancante un certo ammontare di denaro o di beni.
Astos
Contesto di attestazione: Axos, Lato, Lissos (?), Kantanos
Epoca di attestazione: VI, IV, II secolo a.C.
Il termine astos, designante i cittadini, a Creta è impiegato in due leggi di Axos, anche in riferimento a donne. Nella legge sacra di fine IV secolo a.C. SEG 23.566 è proibito sia alle donne cittadine che a quelle straniere di entrare nel santuario del Pythion ed è prescritto il compimento di sacrifici da parte dei cittadini; un riferimento a donne cittadine è presente anche nella presunta legge del 525-500 a.C. IC II 5 5-6, dove è previsto l’intervento di un cosmo qualora costoro compiano un’azione originariamente indicata ed ora in lacuna (sul termine astos nel mondo greco cf. Inventory of Poleis, pp. 47-48).
Gli astoi, inoltre, compaiono nella loro collettività in tre epitaffi di II secolo a.C., in due dei quali a proposito del buon comportamento tenuto nei loro confronti e nei confronti degli stranieri dai defunti, secondo uno stilema diffuso negli epigrammi funerari ellenistici (IC II 6 10 da Kantanos e IC II 21 2 da Poikilasion, verosimilmente pertinente a Lissos). Nel terzo, invece, IC I 16 48 da Lato, gli astoi figurano assieme al padre del defunto come i responsabili della collocazione del segnacolo funerario.
Autodikos
Contesto di attestazione: Kaudos, Rhittenia
Epoca di attestazione: V, III-II secolo a.C.
Il termine autodikos a Creta è attestato in riferimento ad uno status accordato collettivamente come privilegio ad un’intera comunità in combinazione con quello di autonomos – oltre che in un caso con quello di eleutheros –, documentato per Kaudos e Rhittenia nei relativi trattati con Gortyna IC IV 184 di fine III - inizi II secolo a.C. e IC IV 80 del 450-400 a.C. (cf. Chaniotis, Verträge, pp. 411-413).
Autonomos
Contesto di attestazione: Kaudos, Rhittenia
Epoca di attestazione: V, III-II secolo a.C.
Il termine autonomos a Creta è attestato in riferimento ad uno status accordato collettivamente come privilegio ad un’intera comunità assieme a quello di autodikos – oltre che in un caso con quello di eleutheros –, documentato per Kaudos e Rhittenia nei relativi trattati con Gortyna IC IV 184 di fine III - inizi II secolo a.C. e IC IV 80 del 450-400 a.C. (cf. Chaniotis, Verträge, pp. 411-413, Inventory of Poleis, pp. 87-92, Genevrois 2017, pp. 246-249).
Demosios
Contesto di attestazione: Axos, Eleutherna, Knossos
Epoca di attestazione: VI-V, III secolo a.C., I-II secolo d.C.
Il termine demosios, indicante gli schiavi pubblici, a Creta è attestato con sicurezza solamente nella dedica votiva di I-II secolo d.C. da Knossos IC I 8 18, della quale il demosios Koronos figura come promotore (sui demosioi nel mondo greco cf. Ismard 2014, Ismard 2015). La sequenza δαμοσι-, possibilmente riconducibile al medesimo termine, occorre inoltre nella legge di Eleutherna di VI-V secolo a.C. IC II 12 4 e nella presunta legge di Axos di III secolo a.C. IC II 5 26.
Do(u)los
Contesto di attestazione: Axos, Chersonesos, Diktynnaion di Rodopou, Gortyna, Knossos, Kydonia*, Lato, Lebena, Lyttos*, Phaistos
Epoca di attestazione: VI-I secolo a.C., I secolo d.C.
Il termine doulos a Creta è impiegato in riferimento agli schiavi in senso stretto, ai quali secondo le testimonianze letterarie è concesso ogni diritto, compresa la possibilità di partecipare ai sissizi (cf. Dosiad. FGrHist 458 F 1), con la sola eccezione dell’accesso ai gymnasia e del possesso di armi, a loro preclusi (cf. Arist. Pol. II 1264a; cf. inoltre Bile, pp. 344-347, Van Wees 2003, pp. 58-61, Mandalaki 2004, pp. 52-111, Pałuchowski 2010, Genevrois 2017, pp. 120-123; sulla terminologia greca relativa alle classi di status non libero cf. Lotze 1959, Van Effenterre 1982, Link 2001, Zurbach 2013, Pałuchowski 2016, Pałuchowski 2017; sull’asservimento per debiti interessante i katakeimenoi menzionati nel Grande Codice di Gortyna cf. da ultimo Guizzi 2018, p. 108).
I douloi sono frequentemente menzionati nei contesti epigrafici normativi in cui sono previste regolamentazioni differenti a seconda dello status di appartenenza degli individui interessati: ciò avviene nelle leggi di Gortyna di VI e V secolo a.C. IC IV 43, 47 e 72 (nel quale risultano essere passibili di multe), che trattano sia di schiavi che di schiave, e 55, 62, e 144, che trattano solamente di schiavi. In epoca ellenistica regolamentazioni che interessano i douloi sono presenti sia in leggi (ΘΕΤΙΜΑ E 214 di III - inizi II secolo a.C. da Axos e la legge sacra di Lato di II secolo a.C. IC I 16 6, quest’ultima menzionante anche schiave) che nelle convenzioni di Mileto del 260-250 a.C. relativamente a Gortyna, Knossos e Phaistos (IC IV 161, IC I 8 6, IC I 23 1). Fra il I secolo a.C. e il I secolo d.C. i douloi sono documentati anche al di fuori di regolamentazioni, figurando come destinatari di pagamenti nei rendiconti del Diktynnaion di Rodopou IC II 11 3 e come dedicanti nelle dediche votive di Chersonesos IC I 7 6 e IC I 17 39 di Lebena. Un passo di Eforo, inoltre, documenta l’esistenza a Kydonia di festività denominate Klarotai, durante le quali è attuata un’inversione di ruoli fra gli individui di status libero e i douloi (Ephor. FGrHist 70 F 29).
Eleutheros
Contesto di attestazione: Eleutherna, Gortyna, Hierapytna, Kaudos, Knossos, Kydonia*, Lyttos, Malla, Olous, Phaistos
Epoca di attestazione: VI-V, III-II secolo a.C.
Il termine eleutheros a Creta come in altre aree del mondo greco è impiegato per designare gli individui di status libero, coincidenti secondo Gunnar Seelentag sostanzialmente con i cittadini, appartenenti ad un’eteria ed aventi l’accesso all’andreion e al dromos (cf. Seelentag 2015, pp. 274-333, 504-552). Gli eleutheroi sono frequentemente attestati in contesti epigrafici normativi in cui sono previste regolamentazioni differenti a seconda dello status di appartenenza degli individui interessati: ciò avviene nelle leggi di Gortyna di VI e V secolo a.C. IC IV 43, 62, 72 (anche in riferimento a donne), 75, 79 e 144, risultando in particolare in alcuni casi come passibili di multe in IC IV 41, 57 e 72. Nel Grande Codice di Gortyna, inoltre, in due circostanze è richiesto che i testimoni coinvolti in particolari processi siano uomini adulti di status libero.
In epoca ellenistica, invece, regolamentazioni che interessano gli eleutheroi sono presenti sia nelle convenzioni di Mileto del 260-250 a.C. relativamente a Gortyna, Knossos e Phaistos (IC IV 161, IC I 8 6, IC I 23 1) che nel decreto di Knossos del 184-180 a.C. IC I 8 9. Una menzione di eleutheroi, inoltre, ricorre nel trattato fra Lyttos e Malla di metà III secolo a.C. IC I 19 1 e in relazione ad Olous nella decisione arbitrale del 115 a.C. Chaniotis, Verträge 54-56a, nella quale è affrontata la questione del possesso più o meno legittimo di individui di status libero. Oltre alle leggi relative a processi, una richiesta di individui di status libero è presente anche in alcuni trattati di tardo III secolo a.C., IC II 12 20 a proposito di Eleutherna, IC III 3 1 per Hierapytna e SEG 23.547 per Olous, nei quali è previsto l’invio agli alleati di aiuti militari consistenti in contingenti di uomini eleutheroi.
Un riferimento alla concessione dello status di eleutheros, invece, è presente in riferimento ai liberti in più manomissioni gortynie di III e II secolo a.C., IC IV 231, 233, 235 e SEG 48.1208. Lo status di eleutheroi, inoltre, viene accordato come privilegio collettivo all’intera comunità di Kaudos nel trattato fra questa e Gortyna di fine III - inizi II secolo a.C. IC IV 184, assieme a quello di autonomoi e autodikoi (cf. Chaniotis, Verträge, pp. 411-413).
Da un passo di Eforo, inoltre, è documentata l’esistenza a Kydonia di festività denominate Klarotai, durante le quali è attuata un’inversione di ruoli fra gli individui di status libero e i douloi (Ephor. FGrHist 70 F 29).
Enphylos
Contesto di attestazione: Hierapytna, Praisos, Priansos
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Due trattati ellenistici stipulati da Hierapytna rispettivamente con Priansos e Praisos, IC III 3 4 di fine III - inizi II secolo a.C. e IC III 4 1 di inizi III secolo a.C., conservano una insuale clausola che limita la concessione reciproca di isopoliteia – e nel primo caso anche di epigamia ed enktesis – a quanti fra i cittadini delle due poleis siano enphyloi/emphyloi, ovvero appartenenti ad una phyla, termine che è attestato con tale significato solamente a Creta (sui termini derivati da phyle cf. Roussel 1976, p. 162; sulle concessioni effettuate nei trattati cretesi di epoca ellenistica cf. Chaniotis, Verträge, pp. 109-122 e in particolare sull’epigamia nei trattati ellenistici Saba 2009).
Epidamos
Contesto di attestazione: Gortyna, Itanos
Epoca di attestazione: V, III secolo a.C.
Il termine epidamos, antitetico ad apodamos, è attestato a Creta in riferimento a chi è presente in patria in quanto si trova all’interno del territorio della propria polis (cf. Genevrois 2017, pp. 87-90; fuori da Creta il termine è impiegato solamente in accezione non tecnica). Il termine è impiegato nell’ambito di regolamentazioni riguardanti coloro che si trovano in patria nel Grande Codice di Gortyna IC IV 72 del 450 a.C. ca. e nel decreto di Itanos di inizi III secolo a.C. IC III 4 7, nel quale gli epidamoi sono menzionati anche a proposito delle modalità di prestazione del giuramento previsto da parte di chi si trova presso la città e chi è invece altrove.
Epoikos
Contesto di attestazione: Eleutherna, Hierapytna
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Il termine epoikos, che in altre aree del mondo greco designa i coloni, a Creta è attestato nel trattato fra Eleutherna e gli Artemitai di fine III secolo a.C. IC II 12 22 in relazione a questi ultimi, indicati apparentemente come epoikoi dei primi nell’ambito di una regolamentazione che li interessa (cf. Bile, pp. 344-347, Perlman 1996, p. 242, Van Wees 2003, pp. 58-61, Pałuchowski 2010). Il termine, inoltre, figura sulla base di statua del 145-100 a.C. IC III 3 31 proveniente da Hierapytna, in cui l’artista, Damokrates figlio di Aristomedes di Itanos, si firma presentandosi come epoikos.
Euergetes
Contesto di attestazione: Aptera, Arkades, Dreros, Elyros, Gortyna, Itanos, Knossos, Kydonia, Malla, Olous, Phaistos, Polyrrhenia, polis ignota
Epoca di attestazione: III-I secolo a.C.
Il termine euergetes, a Creta attestato abitualmente nella forma dorica εὐεργέτας, è accordato come privilegio in numerosi decreti onorari perlopiù di III e II secolo a.C. (sull’euergesia nel mondo greco cf. Eilers 2002, pp. 110-112, Domingo Gygax 2016). Concessioni di euergesia sono documentate nei decreti di Aptera IC II 3 3, 4 A-B, 4 C (in cui Attalo I non è direttamente dichiarato tale ma è equiparato agli altri euergetai della città) e 5, di Arkades di fine II - I secolo a.C. IC I 5 19, di Dreros Bile 50.1 = 50.2, di Elyros IC II 13 1, di Gortyna IC IV 206, di Itanos IC III 4 2 = 3, di Knossos IC I 8 10 e 12 (in cui è presente un riferimento indiretto ai τοῖς εὐεργετῆν), di Malla IC I 19 3 A, di Olous IC I 22 4 I-II, IV-VI, XI-XI, IC I 22 6, di II-I secolo a.C. SEG 23.549 e di I secolo a.C. SEG 25.1020, di Phaistos IC IV 230, di Polyrrhenia IC II 23 4, 5 e forse SEG 64.798 e di una o più città non meglio identificabili Mylasa 94 e IC II 30 3.
Menzioni di euergetai, inoltre, occorrono in due dediche onorarie di Polyrrhenia, IC II 23 13 del 189 a.C. ca. e IC II 23 14 del 69-67 a.C., e nel rendicondo di Kydonia del 250-200 a.C. IC II 10 1, in cui è registrato l’acquisto da parte della polis di un terreno e una casa per il proprio euergetas Skirtias.
Heros
Contesto di attestazione: Aptera*, Itanos, Knossos*, Polyrrhenia
Epoca di attestazione: I secolo a.C.
L’esistenza di culti eroici a Creta è attestata da più fonti di natura differente. Oltre alla notizia diodorea sui culti eroici di Knossos (Diod. V 79.4), resti archeologici ed epigrafici documentano ad Aptera l’esistenza di uno spazio adibito in età ellenistica e romana al pubblico riconoscimento degli onori conferiti ai cittadini distintisi per i propri meriti civici, insigniti in età imperiale del titolo di eroi (cf. Martínez Fernández – Niniou Kindeli 2000-2001, Martínez Fernández – Niniou Kindeli 2002; sui culti eroici in età ellenistica cf. Hughes 1999). Anteriormente all’età imperiale due epitaffi di I secolo a.C. testimoniano l’esistenza della prassi di conferire come privilegio post mortem il titolo di eroi a giovani meritevoli deceduti anzitempo: tale pratica è documentata per Theagenidas di Polyrrhenia in IC II 23 22 e per tre fratelli di Itanos in IC III 4 38, epitaffio in cui è attestata anche l’esistenza di culti tributati dalla città a Minosse e agli eroi a lui sucessivi.
Hippeus
Contesto di attestazione: Creta*
Epoca di attestazione: IV secolo a.C.
La classe degli hippeis, a Creta documentata solamente dalle fonti letterarie, secondo la testimonianza di Eforo sarebbe costituita da individui realmente in possesso di cavalli (Ephor. FGrHist 70 F 149; cf. Bile 2007 e sugli hippeis nel mondo greco Spence 1993). Secondo Gunnar Seelentag, inoltre, è verosimile che costoro costituiscano un gruppo elitario formato dagli eromenoi che continuano a beneficiare di privilegi dopo l’harpage, possibilmente gli stessi individui definiti come «i più belli fra i cittadini» ai quali è affidato il compimento dei sacrifici a Eros in battaglia (Sosicr.Hist. FGrHist 461 F 7, Κρῆτες δ ̓ ἐν ταῖς παρατάξεσι τοὺς καλλίστους τῶν πολιτῶν κοσμήσαντες διὰ τούτων θύουσι τῷ Ἔρωτι; cf. Seelentag 2015, pp. 484-488; sull’harpage cf. infra s.v. agela).
Homeros
Contesto di attestazione: Knossos
Epoca di attestazione: III secolo a.C.
Sebbene il termine homeros non indichi uno status sociale in senso stretto bensì uno status temporaneo, è da segnalare come l’epitaffio SEG 48.1973 proveniente da Alessandria e datato al 233-221 a.C. ca. ricordi il defunto Deinomenes figlio di Timas originario di Knossos come «uno degli ostaggi» in mano ai Tolemei, per quanto sia impossibile determinare se appartenente ad un gruppo di detenuti tutti cretesi o cnossii o di provenienza varia (sui prigionieri nel mondo greco cf. Bielman 1994).
Hypoboikos
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: III secolo a.C.
Il termine hypoboikos, equivalente a hypowoikos e non attestato al di fuori di Creta, pare indicare i membri di comunità dipendenti, nello specifico soggette a Gortyna (sulle comunità soggette cf. infra s.v. perioikos; cf. inoltre Perlman 1996, pp. 239-242). Il sostantivo è documentato per via epigrafica solamente nel trattato fra Gortyna e Lato del 219-216 a.C. ca. IC I 16 1, nel quale è stabilito che gli hypoboikoi di Gortyna siano tenuti a rendere giustizia ai cittadini di Lato allo stesso modo che Gortyna apparentemente nel caso in cui questi si trovino nel territorio della città.
Idiotas
Contesto di attestazione: Hierapytna, Priansos
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Il termine idiotas, che designa i privati cittadini in opposizione a coloro che rivestono una qualche carica o funzione pubblica, a Creta è impiegato nel trattato fra Hierapytna e Priansos di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4 a proposito del coinvolgimento di cosmi o privati in procedure giudiziarie (sulla percezione degli idiotai ad Atene cf. Rubinstein 1998).
Isopolites / Isopoliteia
Contesto di attestazione: Biannos, Hyrtakina (isopolites); Allaria, Aptera, Arkades, Axos, Biannos, Hierapytna, Itanos, Lato, Lyttos, Malla, Olous, Phaistos, Priansos (isopoliteia)
Epoca di attestazione: II secolo a.C. (isopolites), III-II secolo a.C. (isopoliteia)
Nella documentazione epigrafica cretese la concessione della cittadinanza ad un’intera comunità avviene di norma mediante il conferimento collettivo dell’isopoliteia, documentata in numerosi trattati e decreti di fine III e II secolo a.C. (per l’isopoliteia come tipologia documentaria cf. infra; per l’isopoliteia nel mondo greco cf. Gawantka 1975, mentre nello specifico nei trattati cretesi Chaniotis, Verträge, pp. 101-108). Concessioni reciproche di isopoliteia sono previste nei tratttati fra Axos e la Lega Etolica IC II 5 18, Hierapytna e Priansos IC III 3 4, Hierapytna e Itanos IC III 4 6, Hierapytna e una comunità di suoi cittadini residenti ad Arkades IC III 3 5, Lyttos e Olous IC I 18 9 = SEG 61.722 = SEG 33.638 e Lato e Olous IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B. Una concessione collettiva di isopoliteia è inoltre presente nei decreti di III e II secolo a.C. di Allaria per Paros IC II 1 2, di Arkades e Malla per Teos IC I 5 53 e IC I 19 2 e forse di Phaistos per Tenos IC I 17 1, oltre che mediante il ricorso al termine isopolites in quelli di Biannos ed Hyrtakina per Teos IC I 6 2 e IC II 15 2. Nel decreto onorario di Aptera IC II 3 9, invece, l’isopoliteia rientra fra le concessioni accordate individualmente a due cittadini di Hierapolis.
Katoikion
Contesto di attestazione: Dreros, Gortyna, Hierapytna, Istron, Phaistos
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Il participio presente attivo del verbo κατοικέω a Creta come in altre aree del mondo greco pare indicare coloro che risiedono in un luogo senza esserne cittadini (cf. Fischer-Bovet 2012). Tale status è incluso fra le concessioni del decreto onorario di Dreros di fine III - inizi II secolo a.C. Bile 50.1 = 50.2, in cui all’individuo onorato è accordata in aggiunta allo status di politas la possibilità di risiedere presso la città, in questo caso tuttavia detenendone la cittadinanza.
Riferimenti a katoikiontes sono inoltre presenti nel decreto onorario di Gortyna del 218-217 a.C. ca. IC IV 168, in cui sono ricordati i meriti del medico onorato nei confronti dei cittadini e degli altri residenti in città, oltre che nei decreti di Istron e verosimilmente Phaistos del 242 a.C. SEG 51.1056, in cui la concessione di asylia a Cos risulta accordata dai cittadini e dagli altri katoikiontes delle due città. Nel trattato fra Hierapytna e una comunità di suoi cittadini residenti ad Arkades di II secolo a.C. IC III 3 5, inoltre, i katoikiontes di Hierapytna assumono la forma di un raggruppamento sociale autonomo capace di stipulare accordi e che si fa carico dell’iscrizione su pietra di una copia del documento.
Klarotas
Contesto di attestazione: Aptera (?), Creta*, Eleutherna (?), Lato (?)
Epoca di attestazione: IV, II-I secolo a.C. (?)
Il termine klarotai, attestato solamente a Creta, designa nelle relative fonti letterarie gli appartenenti ad una categoria servile definita come equivalente agli iloti di Sparta e ai penestai tessali (cf. Phot. e Suid. s.v. καλλικύριοι, Etym. M. s.v. Πενέσται), così chiamati in quanto assegnati ai propri padroni per sorteggio (cf. Ephor. FGrHist 70 F 29, ἀπὸ τοῦ γενομένου περὶ αὐτῶν κλήρου; Callistr.Hist. FGrHist 348 F 4, διὰ τὸ κληρωθῆναι δὲ κλαρώτας), secondo Callistrato denominati anche chrysonetoi nella loro componente residente in città e amphamiotai in quella stanziata in campagna (Callistr.Hist. FGrHist 348 F 4, Κρῆτες δ ̓ ἐπὶ τῶν κλαρωτῶν. καλοῦσι δὲ οἱ Κρῆτες τοὺς μὲν κατὰ πόλιν οἰκέτας χρυσωνήτους, ἀμφαμιώτας δὲ τοὺς κατ ̓ἀγρὸν ἐγχωρίους μὲν ὄντας, δουλωθέντας δὲ κατὰ πόλεμον). Secondo la testimonianza di Polluce, invece, i klarotai sarebbero servitori di status intermedio fra gli schiavi e gli uomini liberi che lavorano la terra, analogamente agli Μνωῖται (Poll. III 83; sulla terminologia greca relativa alle classi di status non libero cf. Lotze 1959, Van Effenterre 1982, Bile, pp. 344-347, Link 2001, Van Wees 2003, pp. 58-61, Mandalaki 2004, pp. 52-111, Pałuchowski 2010, Pałuchowski 2016, Genevrois 2017, pp. 195-197, Pałuchowski 2017).
Il termine klaros, inteso come gruppo sociale costituito dai klarotai, è integrato in lacuna in due trattati di inizi II secolo a.C., SEG 41.742 fra Aptera ed Eleutherna e IC I 16 17 fra Lato ed Eleutherna, nei quali è plausibile che sia menzionato assieme alla oiketeia fra le entità pertinenti alle due poleis che le contraenti si impegnano a difendere (per il klaros inteso come ripartizione civica cf. supra s.v. klaros).
Mnoia
Contesto di attestazione: Aptera, Hierapytna
Epoca di attestazione: V, II secolo a.C. (?)
Il sostantivo collettivo mnoia, documentato da più fonti letterarie e noto solo in relazione a Creta, sembra indicare l’insieme degli schiavi pubblici di una comunità, la sua servitù collettiva (cf. lo skolion di Hybrias in Ath. XV 50, Sosicr.Hist. FGrHist 461 F 4, Hsch. s.v. μνοία· οἰκετεία), affine ai penestai tessali (cf. Strabo XII 3.4; cf. inoltre Bile, p. 156, Van Wees 2003, pp. 58-61, Mandalaki 2004, pp. 52-111, Pałuchowski 2010, Apostolakou 2012, Genevrois 2017, pp. 233-235).
Il termine mnoitai, anch’esso tradito per via letteraria, è impiegato per indicare gli schiavi (Hsch. s.v. μνωῖται· δοῦλοι) indigeni (cf. Ath. VI 93, ἐγγενεῖς οἰκέτας), servitori di status intermedio fra gli schiavi e gli uomini liberi che lavorano la terra, così come i Κλαρῶται (cf. Poll. III 83), affini agli iloti (cf. St.Byz. s.v. Χίος).
Mentre il sostantivo mnoitai non trova riscontri nella documentazione epigrafica, il trattato fra Aptera e Hierapytna di fine III secolo a.C. SEG 63.747 fornisce invece la prima occorrenza di utilizzo nelle iscrizioni del termine μνωία, menzionata fra le entità pertinenti alle due poleis che le contraenti si impegnano reciprocamente a difendere.
Naeuon / Naosas
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: V secolo a.C.
Alcune leggi gortynie di V secolo a.C. documentano l’utilizzo di forme participiali – e non solo – dei verbi ναεύω e ναόω, impiegate rispettivamente in relazione a schiavi che cercano asilo in un tempio e a coloro che fanno rifugiare o conducono qualcuno in un tempio (cf. Genevrois 2015a, Genevrois 2017, pp. 245-246). Occorrenze di forme del verbo ναεύω sono attestate in IC IV 41, IC IV 47 e in due passi del Grande Codice IC IV 72, mentre il participio ναόσαντες è attestato in IC IV 83 e IC IV 86.
Oiketas
Contesto di attestazione: Hierapytna, Olous
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il termine oiketas, apparentemente di significato equivalente a oikeus, a Creta è attestato solamente in due documenti degli anni 115-111 a.C. relativi a decisioni arbitrali (sulla terminologia greca relativa alle classi di status non libero cf. Lotze 1959, Van Effenterre 1982, Link 2001, Pałuchowski 2016, Pałuchowski 2017). Nella lettera di Calpurnio Pisone IC III 4 10 relativa alla contesa fra Itanos e Hierapytna sono menzionati alcuni oiketai di Hierapytna coinvolti in ingiustizie, mentre nella decisione arbitrale di Knossos Chaniotis, Verträge 54-56a relativa alla disputa fra Lato e Olous è accordato alla seconda città il possesso legittimo di un oiketas che rientrava fra i beni disputati fra le due contendenti.
(W)oikeus
Contesto di attestazione: Aptera, Eleutherna, Gortyna, Lato (?)
Epoca di attestazione: VI-V, II-I secolo a.C. (?)
Il termine (w)oikeus, attestato per Creta sia dalle fonti epigrafiche che da quelle letterarie, vi indica – come nel restante mondo greco – i servi domestici, impiegati in città anziché nelle attività agricole (cf. Callistr.Hist. FGrHist 348 F 4; sulla terminologia greca relativa alle classi di status non libero cf. Lotze 1959, Van Effenterre 1982, Bile, pp. 344-347, Link 2001, Van Wees 2003, pp. 58-61, Mandalaki 2004, pp. 52-111, Gagarin 2010, Pałuchowski 2010, Pałuchowski 2016, Genevrois 2017, pp. 163-176, Pałuchowski 2017).
Il termine woikeus, attestato nelle iscrizioni cretesi esclusivamente nella forma con digamma iniziale, compare in più leggi gortynie di VI e V secolo a.C. nell’ambito di regolamentazioni che interessano individui di status sociali differenti: ciò avviene in IC IV 23, IC IV 41 e ripetutamente in IC IV 72, sia in relazione a schiavi che a schiave, in un caso a proposito della possibilità per i servi di essere soggetti a multe.
Due trattati di inizio II secolo a.C., IC I 16 17 fra Eleutherna e Lato e verosimilmente SEG 41.742 fra Eleutherna e Aptera, documentano inoltre il termine oiketeia, nome collettivo che designa l’insieme degli oikeis, menzionato fra le entità pertinenti alle poleis interessate che le contraenti si impegnano reciprocamente a difendere.
Patron
Contesto di attestazione: Anopolis, Gortyna, Hierapytna, Itanos, Lappa
Epoca di attestazione: I secolo a.C., I secolo d.C.
Il termine patron, indicante il patrono nell’ambito di un rapporto di tipo clientelare, entra nell’uso cretese a partire dal I secolo a.C., apparentemente di pari passo con l’introduzione di tale modello sociale nell’isola da parte dei Romani stanziativisi (sulla diffusione del patronato nel mondo greco cf. Canali De Rossi 2001, Eilers 2002).
Lo status di patrono sembra essere conferito come riconoscimento onorario nel decreto di Gortyna di fine I secolo a.C. - inizi I secolo d.C. IC IV 293 e nella dedica di Lappa del 17-13 a.C. SEG 57.847, i cui beneficiari sono entrambi di origini romane. Patroni sono inoltre attestati come destinatari di dediche in IC III 3 11 di I secolo a.C. - I secolo d.C. da Hierapytna e IC III 4 17 di I secolo a.C. da Itanos, testi in cui non è nota tuttavia l’identità dei patrones. Due patroni dall’onomastica greca, invece, sono ricordati nell’epitaffio di I secolo a.C. IC II 2 1 da Anopolis.
Perioikos
Contesto di attestazione: Gortyna, polis ignota
Epoca di attestazione: V-IV, II secolo a.C.
Il termine perioikos, equivalente di hypekoos e hypoboikos (cf. Sosicr.Hist. FGrHist 461 F 4; cf. inoltre supra s.v. hypoboikos), a Creta designa le comunità dipendenti, votate alla coltivazione della terra e soggette al versamento di un phoros alla città, le quali secondo la testimonianza di Aristotele non tendono a ribellarsi in quanto non spalleggiate da nessuno dei loro vicini (Arist. Pol. II 1272a, 1269a-b, 1272b; sulla terminologia greca relativa alle classi di status non libero cf. Larsen 1936, Lotze 1959, Van Effenterre 1982, Bile, pp. 344-347, Link 2001, Van Wees 2003, pp. 58-61, Mandalaki 2004, pp. 52-111, Pałuchowski 2010, Pałuchowski 2016, Genevrois 2017, pp. 163-176, Pałuchowski 2017).
Nella documentazione epigrafica cretese il termine perioikos è attestato in due iscrizioni, la legge sacra gortynia del 500-450 a.C. IC IV 65 e il decreto di una città di Creta occidentale di inizi II secolo a.C. IC II 30 3, sebbene la loro lacunosità non consenta di determinare quale sia l’esatta valenza di tali occorrenze.
Polites
Contesto di attestazione: Aptera, Axos, Creta, Dreros, Eleutherna, Erannos, Gortyna, Hierapytna, Itanos, Knossos, Lato, Lato pros Kamara, Lyttos, Malla, Olous, Polyrrhenia, Praisos, Priansos, Sybrita, Tylisos, polis ignota
Epoca di attestazione: V, III-I secolo a.C., I secolo d.C.
Il termine polites, impiegato a Creta abitualmente nella forma dorica πολίτας, designa i detentori della cittadinanza di una polis e ricorre frequentemente – così come alcune forme del verbo πολιτεύω e il sostantivo πολιτεία –, in decreti onorari e trattati che comportano la concessione dello status di cittadini a uno o più individui o ad intere comunità (cf. Genevrois 2017, pp. 291-295; sulla partecipazione alla politeia nelle città cretesi cf. Seelentag 2013, Seelentag 2014, Seelentag 2015, pp. 274-333, 504-552, secondo cui i cittadini coincidono sostanzialmente con gli eleutheroi, appartenenti ad un’eteria ed aventi l’accesso all’andreion e al dromos; sul corpo civico nelle poleis greche cf. Fröhlich – Müller 2005, Blok 2013, Müller 2014, Müller 2015). Quanto ai decreti, la concessione individuale della cittadinanza è prevista in numerosi decreti onorari di Gortyna di fine III, II e soprattutto I secolo a.C. (IC IV 205 C e forse A, 210 A-B, 211, 212, 214, 215 A e C, 216, 217, 219, 220, 221 A-C, 222 A-C, 223 A, 224 B, 225 B, SEG 48.1210 A-C, oltre che forse IC IV 213 B, 226 e 168, in quest’ultimo caso verosimilmente mediante l’espressione [πολιτείαν δ]όμεν). La concessione individuale della cittadinanza è inoltre prevista nei decreti perlopiù di III o II secolo a.C. di Dreros Bile 50.1 = 50.2, di Erannos Teos 19, di Itanos IC III 4 2 = 3, di Knossos IC I 8 12, di Malla IC I 19 3 A ([πολι]τείαν), di Olous IC I 22 4 II-III, V, VII-VIII e XI-XIII e SEG 23.551 di II-I secolo a.C., di Polyrrhenia SEG 50.911, di Praisos IC III 6 8 ([π]ολ[ιτε]ία[ν]) e di Sybrita SEG 60.1000 III, V e forse VI. Nel decreto del koinon cretese del 200 a.C. Magnesia 40 ca., dai più ritenuto un falso antico, è concessa inoltre la politeia all’intera comunità di Magnesia, sebbene non sia specificato presso quale città cretese o se si riferisca ad una non altrimenti attestata cittadinanza pancretese connessa all’istituzione del koinon.
Una reciproca concessione collettiva della cittadinanza espressa mediante il ricorso al verbo politeuo o ai sostantivi politeia e polites e corrispondente a quella che in altre circostanze è definita isopoliteia è prevista da più trattati di III e II secolo a.C., IC II 5 20 B fra Axos e Tylisos, IC I 16 17 fra Eleutherna e Lato, IC I 18 10 fra Lyttos e forse Kydonia e apparentemente IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B fra Lato e Olous. Nel trattato fra Hierapytna e Praisos IC III 4 1, inoltre, la concessione di politeia prevista nella sua applicazione individuale è subordinata ad una votazione da parte dell’ekklesia della città concedente che può comportare la negazione dello status di polites a chi abbia ricevuto almeno tre voti negativi. Un caso di possibile negazione dello status di polites è documentato anche dal decreto di Itanos di inizi III secolo a.C. IC III 4 7, in cui è prevista la revoca della cittadinanza a quanti fra i cittadini che si trovano in patria non prestino il giuramento prescritto. La forma verbale πολιτεύεσθαι, inoltre, occorre nel presunto decreto di II secolo a.C. Mylasa 443 relativo a Mylasa e riguardante apparentemente una concessione unilaterale di cittadinanza da parte di una non meglio identificabile città cretese.
Nei decreti onorari di Itanos del 269-262 a.C. ca. IC III 4 2 = 3 e del 246-222 a.C. IC III 4 4, inoltre, è presente un riferimento – mediante l’uso del verbo politeuo – al fatto che gli Itanii abbiano potuto continuare a godere dello status di cittadini della propria polis nonostante l’installazione del phrourion tolemaico nel loro territorio, un’affermazione che assume i toni della gratitudine per quella che pare una concessione accordata dalla dinastia lagide e dal suo strategos Patroklos.
Mentre quelle di Itanos risultano essere assimilabili alle concessioni di cittadinanza, in altri documenti sono invece presenti dichiarazioni di possesso dello status di polites e quindi di appartenenza ad una politeia non connesse a concessioni. Simili affermazioni sono attestate nella lettera di Axos alla Lega Etolica di fine III - inizi II secolo a.C. IC II 5 19, in cui alcuni individui sono detti essere cittadini di Axos, nel decreto onorario di Gortyna del 218-217 a.C. ca. IC IV 168, nel giuramento di Itanos di inizi III secolo a.C. IC III 4 8, nel decreto di Mileto del 228/227 a.C. Miletos 54, in cui è concessa la cittadinanza milesia a quanti dei suoi residenti detengano la politeia di una città cretese (?), nel decreto onorario di Knossos di fine II secolo a.C. IC I 8 12, in cui è menzionato il plethos composto da quanti sono cittadini e, sempre in relazione a Knossos, nei decreti del 184-180 a.C. IC IV 176 e IC I 8 9. Il promotore della dedica votiva cnossia di I secolo a.C. - I secolo d.C. Demeter p. 167 n. 292, un Romano di nome Calpurnio, si presenta inoltre in qualità di detentore dello status di cittadino, indicato mediante la traslitterazione in caratteri greci del latino civis (Κῖουις).
In alcune circostanze il possesso della politeia è indicato come requisito necessario per la partecipazione in processi in qualità di testimoni o per la prestazione di giuramenti: ciò è previsto nelle leggi di Gortyna IC IV 51 del 500-450 a.C. a proposito del giuramento e IC IV 72 del 450 a.C. ca. riguardo all’essere testimoni, oltre che nel decreto di Praisos di inizi III secolo a.C. IC III 6 7, nel quale è richiesto che il giuramento previsto sia prestato da dodici suoi cittadini.
In più decreti onorari ellenistici, inoltre, sono presenti riferimenti al buon comportamento mostrato dagli onorati individualmente nei confronti di alcuni dei cittadini della polis responsabile della deliberazione, come avviene in quelli di Aptera IC II 3 3 e 10, di Olous SEG 23.549 e forse SEG 25.1020, di Gortyna IC IV 168 e di Knossos IC I 8 7. Un riferimento a più politai è presente anche nella legge gortynia IC IV 83 del 450-400 a.C. e nei trattati di fine III - inizi II secolo a.C. fra Gortyna e Sybrita IC IV 183 e fra Gortyna e Knossos IC IV 181, sebbene la lacunosità dei passi in questione non consenta di determinare a che proposito.
Il termine politai è frequentemente attestato nelle iscrizioni anche in riferimento all’intero raggruppamento sociale costituito dall’insieme dei cittadini di una polis. In tre occorrenze la comunità dei cittadini figura come responsabile della deliberazione, comparendo all’interno della formula rispettivamente di sanzione e di mozione nei decreti onorari di Olous di III - inizi II secolo a.C. IC I 22 4 V e XI, mentre attraverso il riferimento a un [πάν]των τῶν πολ[ιτῶν ψαφίσματι] in quello di Gortyna di fine I secolo a.C. - inizi I secolo d.C. IC IV 293. Un ruolo analogo sembrano aver svolto anche i πολιητῶν dell’epitaffio di Polyrrhenia IC II 23 22 di I secolo a.C., in cui la cittadinanza pare essere la promotrice del pubblico riconoscimento come heros del defunto.
La collettività dei cittadini, inoltre, è chiamata in causa in più iscrizioni che prevedono che questa pronunci un giuramento, ovvero i trattati fra Gortyna e Knossos del 220 a.C. ca. SEG 49.1217 e fra Lyttos e Cnido di III secolo a.C. SEG 45.1528, il decreto di Itanos di inizi III secolo a.C. IC III 4 7 e quello coevo di Praisos IC III 6 7.
Nel Grande Codice di Gortyna IC IV 72 del 450 a.C. ca., invece, sono presenti due riferimenti alla riunione dell’intera cittadinanza, indicata mediante l’espressione καταϝελμένον το͂ν πολιατᾶν, mentre nel trattato fra Hierapytna e Priansos di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4 è ricordata l’usanza dei cittadini di riunirsi presso l’andreion in occasione delle festività. Un riferimento al versamento di tributi da parte dei cittadini è inoltre presente nel trattato fra Hierapytna e Priansos di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4, mentre nel decreto di Axos di I secolo a.C. IC II 5 35 sembra essere ricordata l’imposizione di una multa da parte della collettività dei politai.
La collettività dei politai è ricordata nella documentazione epigrafica anche a proposito del buon comportamento tenuto nei suoi confronti da singoli individui o altre comunità: così avviene nell’epitaffio da Lato pros Kamara di I secolo a.C. - I secolo d.C. SEG 52.871, secondo uno stilema diffuso negli epigrammi funerari, nel decreto di una città di Creta occidentale di inizi II secolo a.C. IC II 30 3 e nel trattato fra Hierapytna e Rodi di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 A. Nel decreto onorario di Itanos del 246-222 a.C. IC III 4 4, invece, la comunità dei cittadini è ricordata a proposito del suo essere stata ricevuta in eredità da Tolemeo III dal padre assieme alla polis di Itanos; gli stessi politai ricorrono inoltre più volte nel giuramento di Itanos di inizi III secolo a.C. IC III 4 8, in cui sono menzionati come entità da difendere assieme alla polis e ad altri beni. Non è chiaro, invece, a quale proposito occorra la menzione di più politai nella presunta legge di Lyttos del 500 a.C. ca. IC I 18 2, nella quale è verosimile che il termine si riferisca all’intera cittadinanza.
Proxenos
Contesto di attestazione: Aptera, Arkades, Axos, Biannos, Dreros, Elyros, Erannos, Gortyna, Hierapytna, Hyrtakina, Itanos, Knossos, koinon cretese, Kydonia, Lappa, Lato, Malla, Olous, Phaistos, Polyrrhenia, Sybrita, polis ignota
Epoca di attestazione: III-I secolo a.C.
Lo status di prosseno, il più diffuso fra i riconoscimenti onorari conferiti nei documenti cretesi, rientra fra le concessioni accordate in numerosi decreti onorari di epoca ellenistica (sul valore sociale e politico della prossenia e dei «proxeny networks» nel mondo greco cf. Mack 2015, pp. 149-189, 282-285). La città per cui è documentato il maggior numero di concessioni di prossenia è Gortyna, dove è accordata in un buon numero di decreti onorari di III, II e soprattutto I secolo a.C. (IC IV 202, forse 204 A , IC IV 205 A e forse C, 206 A-M, 207, 208 A-D, 209 A-B e forse C, 210 A-B, 211, 212, 213 B e forse A, 215 A e C e forse B, 216, 217, 218 B-D e forse A ed E, 219, 221 A-B, 222 A-C, 223, 224 A, 225 B e forse A, 226, 227, forse 228, SEG 38.906, SEG 48.1210 A-C, forse SEG 58.987 A-B, SEG 58.991); un prosseno di Gortyna, l’ateniese Nicia, è inoltre documentato per via letteraria (Thuc. II 85.5). Altre poleis in cui è frequente la concessione della prossenia in decreti onorari di epoca ellenistica – in prevalenza di II secolo a.C. – sono Aptera (forse IC II 3 3, 4 A, forse 5 A-B, 6 A e C-G, 8 A e C e forse B, 9, 10 A-C, 12 A e C; di II-I secolo a.C. 7 A-D, 14 A-C; di III-I secolo a.C. 11 A-C, 13 A-C, 15), Lappa (IC II 16 4, 5 A-B, 6 A-B, 7 B-C, 8 A, SEG 57.846), Olous (IC I 22 5, forse 6; di III-II secolo a.C. 4 I-VII e IX-XIII; di II-I secolo a.C. SEG 23.549, SEG 23.551; di I secolo a.C. forse SEG 25.1020) e Polyrrhenia (SEG 50.911 B, IC II 23 4 A-B, IC II 23 5 e forse IC II 11 2 e SEG 64.798; di inizi III secolo a.C. SEG 50.911 A). Altri decreti ellenistici – perlopiù onorari – comportanti la concessione di prossenia provengono inoltre da Arkades (IC I 5 19, IC I 5 53), Axos (IC II 5 35), Dreros (Bile 50.1 = 50.2), Elyros (IC II 13 1 A-B e 2), Itanos (IC III 4 2 = 3), Knossos (IC I 8 8, IC I 8 10, IC I 8 12), Lato (IC I 16 20), Phaistos (IC IV 229), Sybrita (SEG 60.1000 I-VIII) e forse Malla (IC I 19 3 A), ai quali si aggiungono quelli di II secolo a.C. IC II 16 9 e ID 1517 emanati rispettivamente dal koinon cretese e dai suoi soldati di stanza ad Alessandria, quelli di Biannos, Erannos e Hyrtakina per Teos IC I 6 2, Teos 19 e IC II 15 2 e quelli di incerta provenienza Mylasa 94, Mylasa 103 e IC II 30 3.
Al di fuori dei decreti menzioni di prosseni occorrono in due dediche onorarie ellenistiche, IMT 550 del 165 a.C. ca. del koinon cretese – unico caso in cui è impiegato il termine proxenia anziché proxenos – e IG V, 1 475 di Gortyna, oltre che nel rendiconto di Kydonia del 250-200 a.C. IC II 10 1 a proposito dei beni acquistati dalla polis per i propri prosseni e nel decreto di Hierapytna di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 C in relazione alla concessione effettuata ai Magneti di poter usufruire degli stessi diritti dei prosseni nei processi.
Soma
Contesto di attestazione: Keraia, Lyttos
Epoca di attestazione: II-I secolo a.C.
Il termine soma, impiegato a Creta come altrove nel mondo greco in riferimento agli schiavi, sembra occorrere nell’epitaffio di II-I secolo a.C. da Keraia SEG 23.577 per indicare lo status del defunto, connotato come schiavo di Pyrias anziché mediante il proprio nome (sulla terminologia greca relativa alle classi di status non libero cf. Lotze 1959, Van Effenterre 1982, Link 2001, Pałuchowski 2016, Pałuchowski 2017). Un riferimento a schiavi fuggiti (δραπετικῶν σωμάτων) occorre invece in relazione a Lyttos nel trattato del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, sebbene la lacunosità del passo in questione non consenta di comprendere a quale riguardo.
Soter
Contesto di attestazione: Gortyna, Malla, Polyrrhenia
Epoca di attestazione: II-I secolo a.C., I secolo d.C.
Il riconoscimento come soter, piuttosto raro a Creta, è accordato collettivamente alle città di Lyttos e Knossos nel decreto onorario di Malla di fine II secolo a.C. IC I 19 3 Α da Malla, mentre individualmente a due individui di origine romana, Gaio Rubellio Blando nel decreto onorario gortynio di fine I secolo a.C. - inizi I secolo d.C. IC IV 293 e Quinto Cecilio Metello Cretico nella dedica onoraria di Polyrrhenia del 69-67 a.C. IC II 23 14 (sul termine soter nel mondo greco cf. Eilers 2002, pp. 110-112).
Therapon
Contesto di attestazione: Creta*, Lyttos*
Epoca di attestazione: IV-III secolo a.C. (?)
Il termine therapontes, impiegato anche altrove nel mondo greco per indicare i servitori, in relazione a Creta è documentato solamente nelle fonti letterarie, nelle quali designa i membri di una classe servile di status superiore a quello degli schiavi ma inferiore a quello degli uomini liberi, secondo la testimonianza di Polluce dediti alla lavorazione della terra e corrispondenti ai klarotai e agli mnoitai (Poll. III 83; cf. Spyridakis 1987). Dosiadas, inoltre, narra dell’esistenza a Lyttos di therapontes incaricati dell’approvvigionamento di legname per i sissizi denominati nello specifico kalophoroi (Dosiad. FGrHist 458 F 1).
Xenos
Contesto di attestazione: Axos, Kantanos, Lato pros Kamara, Lissos (?)
Epoca di attestazione: IV, II-I secolo a.C., I secolo d.C.
Il termine xenos, che designa in modo generico gli stranieri, a Creta è attestato epigraficamente nella legge sacra di Axos di fine IV secolo a.C. SEG 23.566, in cui è vietato alle donne straniere l’ingresso nel Pythion e per le quali sono prescritte specifiche consacrazioni da compiersi secondo i termini indicati (sul trattamento degli xenoi a Creta cf. Kristensen 2012, Seelentag 2015, pp. 283-286, 291-295).
Il termine xenos, inoltre, è impiegato in tre epitaffi ellenistici – IC II 6 10 da Kantanos, IC II 21 2 da Poikilasion e verosimilmente pertinente a Lissos e SEG 52.871 da Lato pros Kamara – a proposito del buon comportamento mostrato dai defunti nei confronti dei concittadini e degli stranieri, secondo uno stilema diffuso negli epigrammi funerari.
Classi di età
Agela
Contesto di attestazione: Aptera, Arkades, Dreros, Eleutherna, Hierapytna, Itanos, Knossos, Lato, Lyttos, Malla, Olous, Polyrrhenia
Epoca di attestazione: VII, IV-I secolo a.C.
Il termine di origine pastorale agela («gregge»), attestato in tale accezione solamente a Creta, è impiegato in riferimento ai gruppi in cui sono riuniti i futuri cittadini ai fini dell’addestramento efebico, più d’uno per ciascuna polis, ognuno dei quali è radunato dai giovani più illustri e potenti della città (οἱ ἐπιφανέστατοι τῶν παίδων καὶ δυνατώτατοι, Ephor. FGrHist 70 F 149; cf. Bile, p. 344, Mandalaki 2004, pp. 42-46, Youni 2011, pp. 193-201, Genevrois 2017, pp. 13-16; sulle pratiche efebiche del restante mondo greco in epoca ellenistica cf. Chankowski 2010; per l’uso del termine agela in senso spaziale cf. infra). I giovani appartenenti a un’agela, mantenuti a spese pubbliche (τρέφονται δὲ δημοσίᾳ, Ephor. FGrHist 70 F 149), sono dediti primariamente all’addestramento militare e beneficiano inoltre dell’insegnamento della musica e di grammata (cf. Heraclid.Lemb. 15, Plato Leg. 666e-667a). Eforo, più nel dettaglio, informa dell’insegnamento loro impartito della lettura, della musica e del canto di brani delle leggi, oltre che della pratica di regolari esercitazioni ginniche e militari (ἐν γυμνασίοις καὶ μάχαις) volte in particolare all’apprendimento del tiro con l’arco e della danza armata, e di periodici scontri fra agelai, che si incontrano marciando e si battono fra loro per esercizio (Ephor. FGrHist 70 F 149; cf. Seelentag 2015, pp. 449-450). Eforo, inoltre, narra che prima dell’ingresso nell’agela i ragazzi partecipano ai sissizi chiamati andreia e combattono fra loro o all’interno dello stesso andreion o fra andreia diversi, ciascuno dei quali è presieduto da un istruttore detto paidonomos (cf. Seelentag 2015, pp. 444-503). Pur senza menzionare direttamente l’agela, anche Aristotele sottolinea la notevole componente militare propria della paideia e delle leggi cretesi (Arist. Pol. VII 1324b), mentre Platone documenta la diffusione della philosophia sul suolo cretese ed informa del divieto imposto ai giovani Cretesi di recarsi presso altre città per timore che disimparassero ciò che avevano appreso in patria (Plato Protag. 342a-d).
Le fonti letterarie, inoltre, forniscono la sola testimonianza nota del rituale iniziatico omoerotico cretese dell’harpage, praticato in seguito all’uscita dall’agela e descritto in dettaglio da Eforo ed Eraclide Lembo (Ephor. FGrHist 70 F 149, Heraclid.Lemb. 15; cf. Plut. De liberis educandis 11e-12a; Hsch. s.v. Κρῆτα τρόπον; cf. inoltre Graf 1994, pp. 26-31, Vattuone 1998, Dodd 2000, Bokolas 2011). Secondo quanto narrato da Eforo, gli eromenoi – denominati anche parastathentes, harpagentes o kleinoi – sono presi dall’erastes o philetor tramite un rapimento rituale definito harpage e condotti presso il suo andreion assieme ai propri philoi (i.e. gli altri membri della loro agela, andando in tal modo a far parte dell’eteria dell’erastes secondo Seelentag 2015, pp. 495-500). In seguito al rapimento, gli eromenoi trascorrono due mesi nella chora assieme ai propri philetores per tornare successivamente nella polis e ricevere da questi doni e un posto d’onore nelle danze e nelle corse (τοῖς χοροῖς καὶ τοῖς δρόμοις; cf. inoltre Seelentag 2015, pp. 462-495 e, sul ruolo del paesaggio montuoso nella vita cretese, Chaniotis 1991a). Eforo, inoltre, informa della celebrazione di matrimoni collettivi mediante cui i giovani si sposano al momento dell’uscita dall’agela o a seguito dell’eventuale harpage (Ephor. FGrHist 70 F 149).
Nelle testimonianze epigrafiche il termine agela fa la sua comparsa in età arcaica a Dreros nella legge del 650-600 a.C. SEG 23.530, dove sembra essere fissato al mese Hyperboios un termine relativo alle agelai, forse connesso all’uscita dei giovani da queste. Il termine ha una maggiore diffusione in epoca ellenistica, quando in più trattati o giuramenti di III e II secolo a.C. è richiesto che siano le agelai a pronunciare l’horkos previsto (sulla prestazione dei giuramenti relativi ai trattati cretesi di epoca ellenistica cf. Chaniotis, Verträge, pp. 66-68). In tali documenti il singolare e il plurale del termine sembrano essere impiegati in modo interscambiabile, tanto che compaiono entrambe le forme all’interno del trattato fra Hierapytna e Arkades del 227-221 a.C. ca. IC III 3 1 e possibilmente in quello fra Lato e Olous del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B. Il solo singolare è impiegato invece nel giuramento di Dreros di fine III secolo a.C. IC I 9 1 e nei trattati fra Lyttos e Olous del 111/110 a.C. SEG 61.722 = IC I 18 9 e forse fra Olous e Rodi del 201/200 a.C. SEG 23.547, mentre il solo plurale occorre nel trattato fra Hierapytna e Lato del 111/110 a.C. SEG 26.1049, oltre che forse in quelli fra Aptera e Eleutherna del 200-175 a.C. ca. SEG 41.742 e fra Hierapytna e Knossos del 145-100 a.C. IC I 8 13. Nel trattato fra Lyttos e Malla di metà III secolo a.C. IC I 19 1, invece, è previsto che l’agela legga il testo degli accordi; il sostantivo, menzionato due volte nel documento, in un caso è accompagnato dalla specificazione τὰν τόκα ἐσδυομέναν, participio che richiama espressioni analoghe connesse al verbo ἐκδύω (per il quale cf. infra s.v. ekdyomenos).
Il termine agela è inoltre attestato in contesti in cui è ricordata l’appartenenza a questa di singoli individui. Ciò avviene in relazione ai defunti commemorati negli epitaffi di I secolo a.C. da Itanos IC III 4 38 e di II secolo a.C. da Polyrrhenia IC II 23 20, nei quali il termine occorre al plurale nel primo caso, al singolare nel secondo. È significativo riscontrare come in entrambi gli epitaffi l’appartenenza all’agela sia ricordata in connessione con le nozze, compiute nel caso dei tre fratelli di Itanos, che hanno portato a termine il loro periodo di addestramento nell’agela, mancate nel caso del giovane di Polyrrhenia, morto prima della sua conclusione. Nel giuramento di Dreros di fine III secolo a.C. IC I 9 1, inoltre, è ricordato un νικατὴρ τᾶς ἀγέλας, verosimilmente un giovane distintosi nel combattimento fra Milatos e Dreros menzionato immediatamente prima.
Agelaos
Contesto di attestazione: Dreros, Eltynia
Epoca di attestazione: V, III-II secolo a.C.
Il termine agelaos, definito da Esichio come equivalente cretese di «efebo» (Hsch. s.v. ἀγελάους· τοὺς ἐφήβους Κρῆτες), è attestato unicamente in relazione a Creta, dove designa i membri dell’agela ed è verosimilmente sinonimo di agelatas (cf. infra s.v. agelatas; cf. inoltre Bile, p. 344, Genevrois 2017, pp. 13-16). Nella documentazione epigrafica il termine agelaos è attestato nella legge di Eltynia del 500 a.C. ca. IC I 10 2 nell’ambito di una regolamentazione interessante più classi di età, per comparire poi in età ellenistica nel giuramento di Dreros di fine III secolo a.C. IC I 9 1, nel quale è affermato che l’horkos è stato prestato da centottanta ἀγελάοι πανάζωστοι, aggettivo quest’ultimo che sembra avere il significato di «disarmati» (cf. infra s.v. azostos).
Agelatas
Contesto di attestazione: Eleutherna
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il termine agelates, attestato soltanto a Creta, è impiegato da Eraclide Lembo in riferimento all’archon dell’agela, il giovane che raduna gli altri membri del gruppo e li guida nella caccia (Heraclid.Lemb. 15; cf. Bile, p. 344, Seelentag 2015, pp. 454-455, Genevrois 2017, pp. 13-16). Nella testimonianza di Eforo, invece, tale archon non è il giovane che ha radunato l’agela bensì suo padre, che guida i ragazzi nella caccia e nella corsa (δρόμους) e punisce quanti di loro disobbediscono (Ephor. FGrHist 70 F 149; cf. supra s.v. archon). L’unica attestazione epigrafica del termine agelates occorre nella dedica onoraria di Eleutherna di II secolo a.C. IC II 12 26, nella quale più agelatai tributano onori al proprio archos; da tale documento sembra dunque di poter intendere il termine agelatas come equivalente ad agelaos, attestato anteriormente a Dreros ed Eltynia (cf. supra s.v. agelaos), ed avente quindi il significato di «membro dell’agela».
Anebos
Contesto di attestazione: Axos, Gortyna
Epoca di attestazione: VI-V, III secolo a.C.
Il termine anebos, accostabile a quello di anoros e antitetico a ebion e orimos (per i quali cf. infra), è impiegato anche a Creta in riferimento ai ragazzi impuberi, non ancora in età da nozze, secondo la testimonianza di uno scolio detti – solamente nell’isola – anche skotioi (schol. in Eur. Alc. 989; cf. Genevrois 2017, pp. 370-372). Nella documentazione epigrafica cretese il termine occorre esclusivamente nell’ambito di leggi, dapprima a Gortyna fra VI e V secolo a.C. in IC IV 14 e IC IV 72, nella quale è vietata agli aneboi e alle donne la possibilità di compiere adozioni, mentre nel corso del III secolo a.C. ad Axos, dove compare nella presunta legge IC II 5 25, forse in connessione con l’andreion.
Aner
Contesto di attestazione: Eltynia, Gortyna
Epoca di attestazione: VI-V secolo a.C.
A Creta il termine aner oltre a designare gli uomini di status libero (cf. supra) è impiegato anche in due leggi di VI-V secolo a.C. in riferimento agli individui di età adulta, apparentemente come equivalente di dromeus e in opposizione a differenti classi di età, quella degli aneboi in IC IV 14 da Gortyna e quella dei peiskoi in IC I 10 2 da Eltynia (cf. supra s.v. anebos e infra s.v. dromeus e peiskos; sulle classi di età nel mondo greco cf. Kennell 2013).
Anoros
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: V secolo a.C.
Il termine anoros, accostabile a quello di anebos e antitetico a ebion e orimos (per i quali cf. supra e infra), è impiegato in senso tecnico solamente a Gortyna per indicare i ragazzi impuberi, non ancora in età da nozze, più volte menzionati nel Grande Codice IC IV 72 del 450 a.C. ca. nell’ambito della regolamentazione di quesioni legate all’eredità e al matrimonio di ereditiere (cf. Tribulato 2009, Genevrois 2017, pp. 370-372).
Apagelos
Contesto di attestazione: Creta*
Epoca di attestazione: ?
Il termine apagelos, noto solo dalle fonti letterarie e solamente in relazione a Creta, indica i giovani non ancora entrati nell’agela, ovvero di età inferiore ai diciassette anni (cf. Hsch. s.v. ἀπάγελος· ὁ μηδέπω συναγελαζόμενος παῖς, ὁ μέχρι ἐτῶν ἑπτακαίδεκα, Κρῆτες; cf. inoltre Bile, p. 344, Genevrois 2017, pp. 13-16).
Apodromos
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: V secolo a.C.
Il termine apodromos, attestato solamente nel Grande Codice di Gortyna IC IV 72 del 450 a.C. ca., sembra indicare i giovani non ancora adulti (dromeis) ma non più impuberi (ebiontes; cf. Genevrois 2017, pp. 123-129).
Azostos
Contesto di attestazione: Dreros, Olous
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Il termine azostos, apparentemente avente il significato di «disarmato», è attestato in senso tecnico solamente a Creta, dove è impiegato in relazione ai membri dell’agela. Nel giuramento di Dreros di fine III secolo a.C. IC I 9 1 è dichiarato che l’horkos trascritto è stato prestato da centottanta ἀγελάοι πανάζωστοι ed è previsto che gli ἐπιγινομένοις ἀζώστοις giurino su alcuni hypomnamata relativi ai confini della città. Quest’ultima espressione parrebbe essere impiegata anche nel trattato fra Olous e Rodi del 201/200 a.C. SEG 23.547, dove è richiesta la prestazione di un giuramento da parte degli ἐπ[ιγινομένοις ἀζώστοις]. L’utilizzo in riferimento agli agelaoi dell’aggettivo panazostoi – interpretabile verosimilmente come «del tutto disarmati» – rende legittimo ipotizzare anche per il solo azostos un significato analogo, riconducibile forse alla svestizione rituale connessa all’uscita dall’agela (cf. Hsch. s.v. ἄζωστος· ἀθώραξ, ἄνοπλος, ἄστολος; cf. inoltre Willetts 1955, pp. 120-121 e, sull’attributo della cintura nella scultura cretese, D’Acunto 2000; sulla svestizione rituale cf. infra s.v. ekdyomenos ed Ekdysia).
Dekadromos
Contesto di attestazione: Creta*
Epoca di attestazione: ?
Il termine dekadromos, documentato solamente dalle fonti letterarie e in relazione a Creta, è impiegato in riferimento a coloro che prendono parte al dromos – in qualità quindi di adulti, dromeis – da almeno dieci anni (Hsch. s.v. δεκάδρομοι· οἱ δέκα ⟨ἔτη⟩ ἐν τοῖς ἀνδράσι ⟨δρόμου μετ⟩εσχηκότες, ὑπὸ Κρητῶν). Le fonti epigrafiche, tuttavia, testimoniano l’esistenza di un composto affine, pentekaidekadromos, indicante coloro che detengono la maggiore età da almeno quindici anni (per il quale cf. infra).
Dromeus
Contesto di attestazione: Datala, Eleutherna, Gortyna, Hierapytna, Knossos, Lato, Lyttos, Olous
Epoca di attestazione: VI-V, II secolo a.C.
Il termine dromeus, attestato fuori Creta solamente nell’accezione non tecnica di «corridore», nell’isola indica coloro che detengono il diritto di accesso al dromos, ovvero i maggiorenni usciti dall’agela, di almeno vent’anni di età circa (cf. Youni 2011, pp. 202-206, Genevrois 2017, pp. 123-129; diversamente Seelentag 2015, pp. 282, 485-486, 500-503, secondo cui i dromeis sono i membri di una classe di età non inclusiva di tutti gli adulti ma soltanto di quelli di età compresa approssimativamente tra i diciannove e i trent’anni).
Il termine dromeus è attestato in più contesti normativi di VI e V secolo a.C., fra cui in più passi del Grande Codice di Gortyna IC IV 72, nel quale occorre nell’ambito della regolamentazione di quesioni legate all’eredità e alle nozze di ereditiere e dove è previsto il ricorso a testimoni adulti di status libero in alcuni tipi di processi. Nella legge di Eleutherna SEG 41.739, invece, è prevista la possibilità di bevute collettive (simposiali?) da parte dei dromeis, mentre nel decreto di Datala SEG 27.631 è accordato potere decisionale su quanto stabilito ai figli maggiorenni del poinikastas Spensitheos. In alcuni trattati di epoca ellenistica, IC I 8 13 fra Hierapytna e Knossos del 145-100 a.C., IC I 18 9 = SEG 61.722 fra Lyttos e Olous del 111/110 a.C. e IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B fra Lato e Olous del 110-108 a.C, è inoltre previsto l’invito dell’insieme dei dromeis di ciascuna città presso l’alleata in occasione di festività.
Ebion
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: V secolo a.C.
Il termine ebion, accostabile a quello di orimos e antitetico ad anebos e anoros (per i quali cf. supra e infra), è impiegato in senso tecnico solamente a Gortyna, dove indica in due leggi di V secolo a.C i ragazzi puberi, già in età da nozze (cf. Genevrois 2017, pp. 370-372). Nella legge IC IV 51 sembra assumere il valore di «maggiorenne», in quanto è stabilito che ai soli ebiontes è consentito pronunciare giuramenti, analogamente a quanto avviene nel Grande Codice IC IV 72, dove è previsto che i soli ebiontes possano essere coinvolti come testimoni in particolari processi. Nel Grande Codice, inoltre, il termine è impiegato più volte nell’ambito della regolamentazione di quesioni legate alle nozze di ereditiere.
Ekdyomenos
Contesto di attestazione: Axos, Dreros, Lyttos, Malla
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Il verbo ἐκδύω, attestato anche nelle varianti grafiche ἐγδύω ed ἐσδύω, è impiegato in particolare nelle sue forme participiali medio-passive in senso tecnico solamente a Creta in connessione con i giovani uscenti dall’agela che entrano a far parte della classe dei dromeis mediante un rito in cui è verosimile che si spoglino delle vesti da adolescenti e pronuncino il giuramento civico (connesso forse con la festività degli Ekdysia, per la quale cf. infra; cf. Hsch. s.v. ἐκδύς· ἐξελθών ἐκδυσάμενος; cf. inoltre Genevrois 2017, pp. 131-134). Nella documentazione epigrafica il verbo è attestato in connessione con l’agela nel trattato fra Lyttos e Malla di metà III secolo a.C. IC I 19 1, nel quale è prevista ogni anno la lettura degli accordi da parte della ἀγέλαν τὰν τόκα ἐσδυομέναν, e nel giuramento di Dreros di fine III secolo a.C. IC I 9 1, in cui è richiesto che l’horkos sia pronunciato dalla ἀγέλαν τοὺς τόκα ἐγδυομένους. Il verbo compare invece due volte da solo – verosimilmente con lo stesso valore – nella presunta legge di Axos di III secolo a.C. IC II 5 24.
Kouros (?)
Contesto di attestazione: Lyttos
Epoca di attestazione: V secolo a.C.
La presunta legge di Lyttos del 500 a.C. ca. IC I 18 4 sembra fornire alle linee 1-2 la sola testimonianza epigrafica cretese del termine kouros (ϙοροι), sebbene l’integrazione non sia priva di dubbi e il contesto di impiego sia del tutto sconosciuto (sul termine kouros e sul legame con i Cureti cretesi cf. Heanmaire 1939; sulle classi di età nel mondo greco cf. Kennell 2013).
Orimos
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: V secolo a.C.
Il termine orimos, accostabile a quello di ebion e antitetico ad anoros e anebos (per i quali cf. supra), è usato in senso tecnico solamente a Gortyna, dove occorre in relazione ai ragazzi puberi già in età da nozze nel Grande Codice IC IV 72 del 450 a.C. ca. nell’ambito della regolamentazione relativa al matrimonio delle ereditiere, consentito a partire dal loro compimento del dodicesimo anno di età (cf. Genevrois 2017, pp. 370-372).
Peiskos
Contesto di attestazione: Eltynia
Epoca di attestazione: V secolo a.C.
Il termine peiskos, attestato solamente nella legge di Eltynia del 500 a.C. ca. IC I 10 2 nell’ambito di norme relative a status di età differenti, designa i bambini e i ragazzi non ancora nell’agela, quindi apparentemente di età inferiore ai diciassette anni (cf. Genevrois 2017, pp. 287-288).
Pentekaidekadromos
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: V secolo a.C.
Il termine pentekaidekadromos, dalla costruzione affine a quella di dekadromos (per cui cf. supra), è documentato solamente nel Grande Codice di Gortyna IC IV 72 del 450 a.C. ca., nel quale è richiesto che in particolari processi siano coinvolti testimoni maggiorenni da almeno quindici anni (cf. Genevrois 2017, pp. 123-129).
Skotios
Contesto di attestazione: Creta*, Phaistos*
Epoca di attestazione: ?
Il termine, documentato solalmente dalle fonti letterarie e noto in senso tecnico soltanto per Creta, è detto essere impiegato nell’isola per indicare i ragazzi impuberi, gli aneboi (cf. schol. in Eur. Alc. 989, Κρῆτες δὲ τοὺς ἀνήβους σκοτίους λέγουσιν; cf. inoltre Genevrois 2017, pp. 310-312). Una voce dell’Etymologicum Magnum, inoltre, testimonia l’esistenza a Phaistos di un santuario di Afrodite Skotia, il cui culto è verosimilmente connesso alla classe degli skotioi e a possibili riti di passaggio che li vedono coinvolti (Etym. M. s.v. Κυθέρεια, σκοτίας Ἀφροδίτης ἐν Φαιστῷ ἱερὸν εἶναί φασι).
Calendario
Mesi
Agrianios
Contesto di attestazione: Olous
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il mese Agrianios, noto anche in altre aree del mondo greco, a Creta è attestato a Olous, dove compare all’interno della formula di datazione del trattato del 118 a.C. IC I 16 3, dal quale risulta corrispondere ai mesi Welchanios di Knossos e Bakinthios di Lato (cf. Trümpy 1997, pp. 188-199, Perlman 2014, pp. 197-204; sulle corrispondenze fra i mesi cretesi cf. Maiuri 1910a, Guarducci 1947, Samuel 1972, pp. 134-136, Chaniotis 1996).
Agyeios
Contesto di attestazione: Knossos
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il mese Agyeios è attestato solamente a Knossos, dove figura all’interno della formula di datazione del decreto del 200-150 a.C. IC IV 197, da cui risulta corrispondere al mese Karneios di Gortyna (cf. Trümpy 1997, pp. 188-199, Perlman 2014, pp. 197-204).
Amyklaios
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il mese Amyklaios, noto anche in altre aree del mondo greco, a Creta è attestato solamente a Gortyna, dove occorre all’interno della formula di datazione del trattato del 166/165 a.C. IC IV 182, dal quale risulta corrispondere al mese Nekysios di Knossos (cf. Trümpy 1997, pp. 188-199, Perlman 2014, pp. 197-204, Genevrois 2017, pp. 395-432).
Apellaios
Contesto di attestazione: Olous
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il mese Apellaios, noto anche in altre aree del mondo greco, a Creta è attestato solamente a Olous, dove è indicato come scadenza per l’emissione del giudizio arbitrale di Knossos nel decreto posposto al trattato del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B, da cui risulta corrispondente ai mesi Nekysios di Knossos e Thesmophorios di Lato (cf. Trümpy 1997, pp. 188-199, Perlman 2014, pp. 197-204).
Bakinthios
Contesto di attestazione: Knossos, Lato, Malla
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il mese Bakinthios, noto anche in altre aree del mondo greco come Hyakinthios, a Creta è attestato in più città (cf. Trümpy 1997, pp. 188-199, Perlman 2014, pp. 197-204). A Knossos compare nella decisione arbitrale del 115 a.C. Chaniotis, Verträge 54-56a apparentemente come scadenza per il versamento di un importo di denaro, mentre a Lato è menzionato all’interno della formula di datazione del trattato del 118 a.C. IC I 16 3, da cui emerge come sia corrispondente ai mesi Welchanios di Knossos e Agrianios di Olous. Nel decreto onorario di Malla di fine II secolo a.C. IC I 19 3 A, inoltre, è stabilito che i cosmi della città ogni anno organizzino per il sesto giorno del mese di Bakinthios una giornata di festeggiamenti che preveda gare di corsa e la convocazione delle eterie.
Boazromios
Contesto di attestazione: Axos
Epoca di attestazione: VI secolo a.C.
Il mese Boazromios, altrove noto come Boedromion, è attestato solamente ad Axos, dove compare nella legge del 525-500 a.C. Bile 27 come scadenza per il pagamento di una multa o per l’esecuzione dell’attività lavorativa stabilita (cf. Bile, p. 37).
Damatrios
Contesto di attestazione: Eleutherna
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il mese Damatrios, noto anche in altre aree del mondo greco, a Creta è attestato solamente ad Eleutherna, dove occorre nel calendario sacrificale del 150-100 a.C. SEG 41.744 come indicazione temporale per il compimento dei sacrifici previsti (cf. Trümpy 1997, pp. 188-199, Perlman 2014, pp. 197-204).
Delphinios
Contesto di attestazione: Olous
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il mese Delphinios, noto anche in altre aree del mondo greco, a Creta è attestato solamente ad Olous, dove è indicato nel trattato del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B come punto di partenza da cui calcolare i sei mesi entro cui Knossos è tenuta ad emettere il giudizio arbitrale, corrispondente ai mesi di Knossos Karonios e di Lato Sartiobiarios e – all’interno del calendario di Olous – successivo al mese di Eleusinios (cf. Trümpy 1997, pp. 188-199, Perlman 2014, pp. 197-204, Genevrois 2017, pp. 395-432).
Diktynnaios
Contesto di attestazione: Aptera
Epoca di attestazione: III secolo a.C.
Il mese Diktynnaios è attestato solamente ad Aptera, dove occorre all’interno della formula di datazione del decreto del 201 a.C. ca. IC II 3 1 (cf. Trümpy 1997, pp. 188-199, Perlman 2014, pp. 197-204, Genevrois 2017, pp. 395-432).
Dionysios
Contesto di attestazione: Eleutherna, Praisos
Epoca di attestazione: VI-V, III secolo a.C.
Il mese Dionysios, noto anche in altre aree del mondo greco, a Creta è attestato ad Eleutherna, dove nella presunta legge di VI-V secolo a.C. IC II 12 9, apparentemente nell’ambito di una datazione, è presente un riferimento alla sua luna nuova (Διοννυσίαν νενομ[ηία]), e a Praisos, dove è menzionato nella formula di datazione del decreto di inizi III secolo a.C. IC III 6 7 (cf. Trümpy 1997, pp. 188-199, Perlman 2014, pp. 197-204).
Dromeios
Contesto di attestazione: Priansos
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Il mese Dromeios è attestato solamente a Priansos, dove compare all’interno della formula di datazione del trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4, da cui risulta corrispondere al mese Himalios di Hierapytna (cf. Trümpy 1997, pp. 188-199, Perlman 2014, pp. 197-204, Genevrois 2017, pp. 123-129, 395-432).
Eleusinios
Contesto di attestazione: Biannos, Gortyna, Olous
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il mese Eleusinios, noto anche in altre aree del mondo greco, a Creta è attestato in più città (cf. Trümpy 1997, pp. 188-199, Perlman 2014, pp. 197-204; cf. inoltre Genevrois 2017, pp. 395-432, secondo cui il nome del mese non deriva da Eleusi bensì dalla micenea Eleuthyia). A Biannos figura all’interno della formula di datazione del decreto del 170-140 a.C. ca. IC I 6 2, mentre nella manomissione di Gortyna di metà II secolo a.C. SEG 48.1208 la luna nuova di tale mese ([Ἐλ]ευσινίας νεμονηΐας) è indicata come scadenza per il versamento da parte del liberto dell’ammontare di denaro previsto. A Olous il mese è attestato nella formula di datazione dei trattati del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B, da cui risulta corrispondere ai mesi Spermios di Knossos e Thiodaisios di Lato e – all’interno del calendario di Olous – essere anteriore al mese Delphinios, e del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, che conferma la sua corrispondenza con il mese Thiodaisios di Lato.
Haliaios
Contesto di attestazione: Dreros
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Il mese Haliaios è attestato solamente a Dreros, nel cui giuramento di fine III secolo a.C. IC I 9 1 è previsto che i cosmi possano essere denunciati alla bola nel momento in cui escono di carica, nel mese di Komnokarios o Haliaios (ἇι κα ἀποστᾶντι τοῦ μηνὸς τοῦ Κομνοκαρίου ἢ τοῦ Ἁλιαίου; cf. Giannoulidou 1980, Trümpy 1997, pp. 188-199, Perlman 2014, pp. 197-204).
Heraios
Contesto di attestazione: Olous
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il mese Heraios, noto anche in altre aree del mondo greco, a Creta è attestato solamente a Olous, dove figura all’interno della formula di datazione del decreto posposto al trattato del 110-108 a.C. Chaniotis, Verträge 61B, da cui emerge come corrisponda al mese Thermolaios di Lato (cf. Trümpy 1997, pp. 188-199, Perlman 2014, pp. 197-204).
Himalios
Contesto di attestazione: Hierapytna
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Il mese Himalios è attestato solamente a Hierapytna, dove compare all’interno della formula di datazione del trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4, da cui risulta corrispondere al mese Dromeios di Priansos (cf. Trümpy 1997, pp. 188-199, Perlman 2014, pp. 197-204, Genevrois 2017, pp. 395-432).
Hyperboios
Contesto di attestazione: Dreros
Epoca di attestazione: VII secolo a.C.
Il mese Hyperboios è attestato solamente a Dreros, dove nella legge del 650-600 a.C. SEG 23.530 è indicato il suo ventesimo giorno come termine per una qualche attività connessa alle agelai (cf. Trümpy 1997, pp. 188-199, Perlman 2014, pp. 197-204, Genevrois 2017, pp. 395-432). È verosimile che la scadenza sia relativa a una cerimonia conclusiva dell’agela che sembra di poter leggere fra le righe nel resoconto di Eforo relativo alla pratica dell’harpage (Ephor. FGrHist 70 F 149; così Seelentag 2015, pp. 495-500, che ipotizza che la lettura del testo degli accordi o del relativo giuramento prevista da più trattati di epoca ellenistica in occasione degli Hyperboia possa indicare tale festività come momento coincidente con l’uscita dei giovani dall’agela).
Ionios
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il mese Ionios è attestato solamente a Gortyna, dove compare nella datazione del trattato del 168/167 a.C. IC IV 181, da cui emerge come sia corrispondente al mese Karneios di Knossos e – all’interno del calendario gortynio – anteriore al mese Leschanoreios (cf. Trümpy 1997, pp. 188-199, Perlman 2014, pp. 197-204).
Kanneios
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il mese Kanneios, forse coincidente con quello di Karneios (cf. IC IV, p. 37, Guarducci 1945), è attestato solamente da due iscrizioni gortynie. Il suo tredicesimo giorno compare nella manomissione del 200-150 a.C. IC IV 235 come scadenza entro cui consegnare una somma di denaro connessa all’affrancamento, mentre nel trattato di fine III secolo a.C. IC IV 172 sembrano essere previsti dei sacrifici da compiersi entro la sua luna nuova (πρ[ὸ] τᾶς Καννεία[ς νεμονήιας]).
Karneios
Contesto di attestazione: Gortyna, Knossos
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il mese Karneios, noto anche in altre aree del mondo greco, a Creta è attestato in più città ed è forse coincidente con quello di Kanneios (cf. IC IV, p. 37, Guarducci 1945, Trümpy 1997, pp. 188-199, Perlman 2014, pp. 197-204). A Gortyna compare all’interno della formula di datazione del decreto del 200-150 a.C. IC IV 197, da cui risulta coincidere con il mese Agyeios di Knossos, mentre per quest’ultima è documentato nel trattato del 168/167 a.C. IC IV 181, dal quale risulta come corrispondente del mese Ionios di Gortyna e – all’interno del calendario di Knossos – anteriore al mese Koronios.
Karonios
Contesto di attestazione: Knossos
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il mese Karonios – possibilmente equivalente al mese Koronios – è attestato solamente a Knossos, dove è indicato nel trattato del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B come punto di partenza da cui calcolare i sei mesi entro cui Knossos è tenuta ad emettere il giudizio arbitrale, corrispondente ai mesi di Olous Delphinios e di Lato Sartiobiarios e – all’interno del calendario di Knossos – successivo al mese Spermios (cf. Trümpy 1997, pp. 188-199, Perlman 2014, pp. 197-204, Genevrois 2017, pp. 395-432).
Komnokarios
Contesto di attestazione: Dreros
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Il mese Komnokarios, verosimilmente di origine pre-ellenica, è attestato solamente a Dreros, nel cui giuramento di fine III secolo a.C. IC I 9 1 è previsto che i cosmi della città possano essere denunciati alla bola nel momento in cui escono di carica, nel mese di Komnokarios o Haliaios (ἇι κα ἀποστᾶντι τοῦ μηνὸς τοῦ Κομνοκαρίου ἢ τοῦ Ἁλιαίου; cf. Trümpy 1997, pp. 188-199, Perlman 2014, pp. 197-204, Genevrois 2017, pp. 395-432).
Koronios
Contesto di attestazione: Knossos
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il mese Koronios – possibilmente equivalente al mese Karonios – è attestato solamente a Knossos, dove è menzionata la sua luna nuova come scadenza per l’estinzione di prestiti e obbligazioni nel trattato del 168/167 a.C. IC IV 181 ([πρὸ τᾶς Κ]ορωνίας νεμονήιας), da cui emerge la sua corrispondenza con il mese Leschanoreios di Gortyna e la sua posteriorità – all’interno del calendario di Knossos – al mese Karneios (cf. Trümpy 1997, pp. 188-199, Perlman 2014, pp. 197-204, Genevrois 2017, pp. 395-432).
Leschanoreios
Contesto di attestazione: Bionnos (?), Gortyna
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Il mese Leschanoreios, noto anche in altre aree del mondo greco, a Creta è attestato a Gortyna, dove è menzionata la sua luna nuova come scadenza per la consegna di una parte di denaro e per l’estinzione di prestiti e obbligazioni nel trattato del 168/167 a.C. IC IV 181 (πρὸ τᾶς Λεσχανορίας νεμο[νήιας]), da cui emerge la sua corrispondenza con il mese Koronios di Knossos e la sua posteriorità – all’interno del calendario di Gortyna – al mese Ionios (cf. Trümpy 1997, pp. 188-199, Perlman 2014, pp. 197-204, Genevrois 2017, pp. 395-432). La luna nuova del mese Leschanoreios, inoltre, compare in relazione ad una città di cui non si è conservato il nome nel trattato fra Bionnos e Psycheion (?) di inizi III secolo a.C. IC II 30 1, dove tale data è fissata come scadenza per qualche azione connessa ad attività processuali ([πρὸ] τᾶς Λεσχανορίας [νεμονηίας]).
Nekysios
Contesto di attestazione: Knossos
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il mese Nekysios, noto anche a Leontini, a Creta è attestato solamente a Knossos, dove è indicato come scadenza per l’emissione del giudizio arbitrale di Knossos nel decreto posposto al trattato del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B, da cui risulta corrispondente ai mesi Apellaios di Olous e Thesmophorios di Lato, e dove compare nella formula di datazione del trattato del 166/165 a.C. IC IV 182, da cui risulta corrispondente al mese Amyklaios di Gortyna (cf. Trümpy 1997, pp. 188-199, Perlman 2014, pp. 197-204, Genevrois 2017, p. 400).
Panamos
Contesto di attestazione: Lyttos
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il mese Panamos, noto anche in altre aree del mondo greco, a Creta è attestato solamente a Lyttos, dove figura all’interno della formula di datazione del trattato del 111/110 a.C. IC I 18 9 (cf. Trümpy 1997, pp. 188-199, Perlman 2014, pp. 197-204).
Phthinoporios
Contesto di attestazione: Aptera
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il mese Phthinoporios è attestato solamente ad Aptera, dove è menzionato all’interno della formula di datazione del decreto di II secolo a.C. IC II 3 17 (cf. Trümpy 1997, pp. 188-199, Perlman 2014, pp. 197-204).
Poseidanios
Contesto di attestazione: Hierapytna
Epoca di attestazione: I secolo a.C., I secolo d.C.
Il mese Poseidanios, noto anche in altre aree del mondo greco, a Creta è attestato solamente a Hierapytna, dove è menzionato all’interno della formula di datazione del presunto decreto di fine I secolo a.C. - I secolo d.C. SEG 32.871, dal quale risulta essere corrispondente al mese romano di ottobre (cf. Trümpy 1997, pp. 188-199, Perlman 2014, pp. 197-204).
Potamios
Contesto di attestazione: Polyrrhenia
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il mese Potamios, noto anche a Kalchedon, a Creta è attestato solamente a Polyrrhenia, dove compare all’interno della formula di datazione del decreto di II secolo a.C. SEG 64.798 A (cf. I.Kalchedon 6; cf. inoltre Martínez Fernández 2001, pp. 592-593).
Sartiobiarios
Contesto di attestazione: Lato
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il mese Sartiobiarios, verosimilmente di origine pre-ellenica, è attestato solamente a Lato, dove è indicato nel trattato del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B come punto di partenza da cui calcolare i sei mesi entro cui Knossos è tenuta ad emettere il giudizio arbitrale, corrispondente ai mesi di Knossos Karonios e di Olous Delphinios e – all’interno del calendario di Lato – successivo al mese Thiodaisios (cf. Trümpy 1997, pp. 188-199, Perlman 2014, pp. 197-204, Genevrois 2017, pp. 395-432).
Spermios
Contesto di attestazione: Knossos
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il mese Spermios è attestato solamente a Knossos, dove compare nella formula di datazione del trattato del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B, da cui risulta corrispondente ai mesi Eleusinios di Olous e Thiodaisios di Lato e – all’interno del calendario di Knossos – anteriore al mese Karonios (cf. Trümpy 1997, pp. 188-199, Perlman 2014, pp. 197-204).
Thermolaios
Contesto di attestazione: Lato
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il mese Thermolaios è attestato solamente a Lato, dove compare all’interno della formula di datazione del decreto posposto al trattato del 110-108 a.C. Chaniotis, Verträge 61B, da cui emerge come corrisponda al mese Heraios di Olous (cf. Trümpy 1997, pp. 188-199, Perlman 2014, pp. 197-204, Genevrois 2017, pp. 222-224; una possibile menzione del mese – o delle festività Thermoloia – è inoltre forse presente nell’iscrizione di VI-V secolo a.C. da Axos IC II 5 8, Θερμογ̣[- - -]).
Thesmophorios
Contesto di attestazione: Lato
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il mese Thesmophorios, noto anche in altre aree del mondo greco, a Creta è attestato solamente a Lato, dove è indicato come scadenza per l’emissione del giudizio arbitrale di Knossos nel decreto posposto al trattato del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B, da cui risulta corrispondente ai mesi Nekysios di Knossos e Apellaios di Olous (cf. Trümpy 1997, pp. 188-199, Perlman 2014, pp. 197-204).
Thiodaisios
Contesto di attestazione: Hierapytna, Lato
Epoca di attestazione: II secolo a.C., II secolo d.C.
Il mese Thiodaisios, noto anche in altre aree del mondo greco, a Creta è attestato a Lato, dove compare nella formula di datazione dei trattati del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B, da cui risulta corrispondere ai mesi Spermios di Knossos ed Eleusinios di Olous e – all’interno del calendario di Lato – essere anteriore al mese Sartiobiarios, e di quello del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, che conferma la sua corrispondenza con il mese Eleusinios di Olous (cf. Trümpy 1997, pp. 188-199, Perlman 2014, pp. 197-204, Genevrois 2017, pp. 395-432). Il mese è inoltre attestato in età imperiale a Hierapytna, dove compare nell’iscrizione del 125 d.C. IC III 3 7.
Welchanios
Contesto di attestazione: Gortyna, Knossos
Epoca di attestazione: VI, III-II secolo a.C.
Il mese Welchanios, noto solamente a Creta, è attestato a Gortyna, dove compare in relazione al compimento di sacrifici nel calendario sacrificale del 600-525 a.C. IC IV 3 (το͂ι [Ϝ]ελκανί[οι]) e nella formula di datazione del trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC IV 184 (μηνὸς Ϝευχανίω; cf. Capdeville 1995a, Trümpy 1997, pp. 188-199, Perlman 2014, pp. 197-204, Genevrois 2017, pp. 395-432). Il mese è documentato anche a Knossos, dove è menzionato nel trattato del 118 a.C. IC I 16 3 (μηνὸς Ἐλχανίω), da cui risulta essere corrispondente ai mesi Bakinthios di Lato e Agrianios di Olous.
Ai-
Contesto di attestazione: Axos
Epoca di attestazione: IV secolo a.C.
La legge sacra di Axos di fine IV secolo a.C. SEG 23.566 prescrive il compimento di consacrazioni sul finire di un mese iniziante per Ai- non altrimenti attestato a Creta (μηνὸς Αι[.]σ[- - -]).
E-
Contesto di attestazione: Hierapytna
Epoca di attestazione: III secolo a.C.
Il trattato fra Hierapytna ed Aptera di fine III secolo a.C. SEG 63.747 conserva all’interno della formula di datazione della prima città la menzione di un mese iniziante in E- (Eleusinios? Elchanios?), corrispondente ad un mese della seconda terminante in -aios.
Sph-
Contesto di attestazione: Eleutherna
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il trattato fra Eleutherna e Aptera del 200-175 a.C. ca. SEG 41.742 conserva all’interno della formula di datazione della prima città la menzione di un mese iniziante in Sph- non altrimenti attestato a Creta.
-aios
Contesto di attestazione: Aptera
Epoca di attestazione: III secolo a.C.
Il trattato fra Hierapytna ed Aptera di fine III secolo a.C. SEG 63.747 conserva all’interno della formula di datazione della seconda città la menzione di un mese terminante in -aios del quale non sono note le prime due lettere (Heraios?), corrispondente ad un mese della prima iniziante in E-.
-nios
Contesto di attestazione: Gortyna o Sybrita
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Il trattato fra Gortyna e Sybrita del 216-189 a.C. ca. IC IV 183 conserva in relazione ad una delle due città un riferimento alla luna nuova di un mese terminante in -nios ([πρὸ τᾶς - - -]νίας νεμονήι[ας]), entro la quale è prevista la consegna di un importo di denaro per la collocazione della stele.
Altri mesi
Contesto di attestazione: Aptera, Chersonesos, Gortyna, Hierapytna, Olous, Polyrrhenia, Tylisos
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Il ricordo di un mese (μηνός), sebbene privo del relativo nome, si è conservato nella datazione del decreto di Tylisos del 300-250 a.C. IC I 30 2 e in più trattati ellenistici, in riferimento a procedure giudiziarie a Gortyna (IC IV 184 di fine III - inizi II secolo a.C.) e nella formula datante in relazione a Hierapytna (IC III 3 6 di fine III - inizi II secolo a.C.), Chersonesos e verosimilmente Olous (IC I 18 9 del 111/110 a.C.) e presumibilmente Aptera (SEG 41.742 del 200-175 a.C. ca.), oltre che apparentemente a proposito di una scadenza nel decreto di Polyrrhenia di II secolo a.C. IC II 23 6 A. Per quanto riguarda l’inizio dell’anno nelle città cretesi non è possibile affemare nulla con certezza; non è neanche certo che l’anno iniziasse nello stesso momento in tutte le città.
Celebrazioni
Festività
Anniversario
Contesto di attestazione: Lyttos
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il trattato del 111/110 a.C. SEG 61.722 documenta per Lyttos l’esistenza di due festività connesse a ricorrenze, ovvero l’anniversario della fondazione della città ([ε]ὐάμερον τᾶς καταβοικί[σι]ος τᾶς πόλιος) e quello della conquista di Dreros (εὐ[ά]μερον ἐν ἇι Λύττιοι τὰν Δρῆρον ἧλαν), in occasione delle quali è previsto l’invito a Lyttos dei cittadini di Olous (sulle festività connesse a ricorrenze di vittorie militari ed eventi politici cf. Chaniotis 2011a, pp. 14-15; sulle festività cretesi cf. Willetts 1962; sull’importanza degli inviti in occasione di festività come mezzo di rafforzamento dei legami intercittadini cf. Chaniotis, Verträge, pp. 123-133).
Asklapieia
Contesto di attestazione: Arkades
Epoca di attestazione: III secolo a.C.
Gli Asklapieia, noti in più aree del mondo greco come Asklepieia, a Creta sono attestati solamente ad Arkades, in occasione dei quali è previsto l’invito in città dei cittadini di Hierapytna nel trattato del 227-221 a.C. ca. IC III 3 1 B (cf. Chaniotis 2011a).
Belchania
Contesto di attestazione: Lyttos
Epoca di attestazione: II-III secolo d.C.
I Belchania sono attestati solamente a Lyttos, dove è previsto nella legge del 161-212 d.C. ca. IC I 18 11 che in loro occasione debba essere effettuata l’assegnazione di una parte di pagamenti agli startoi (cf. Capdeville 1995a, Genevrois 2017, pp. 395-418).
Britomarpeia
Contesto di attestazione: Olous
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
I Britomarpeia sono attestati solamente a Olous, in occasione dei quali è previsto l’invito in città dei cittadini di Lato nei trattati del 111/110 a.C. IC I 18 9 = SEG 61.722 (Βριτομάρ[π]ια) e del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B (Βριτομάρπεια; cf. Genevrois 2017, pp. 431-432).
Dionnysia
Contesto di attestazione: Sybrita
Epoca di attestazione: III secolo a.C.
I Dionnysia, noti in più aree del mondo greco, a Creta sono attestati solamente a Sybrita, dove sono menzionati nel presunto decreto di III secolo a.C. SEG 58.1021 (cf. Chaniotis 2011a).
Ekdysia
Contesto di attestazione: Phaistos*
Epoca di attestazione: ?
Antonino Liberale narra nelle sue Metamorfosi dell’esistenza a Phaistos di festività denominate Ekdysia, non attestate altrove, in occasione delle quali sono compiuti sacrifici a Latona Phytia in ricordo della trasformazione di una ragazza in ragazzo avvenuta per sua opera, il cui nome deriva dalla svestizione dal peplo compiuta dalla ragazza (Ant. Lib. Met. XVII, τὴν ἑορτὴν Ἐκδύσια καλοῦσιν, ἐπεὶ τὸν πέπλον ἡ παῖς ἐξέδυ; cf. Pestalozza 1938, Lamprinoudakis 1972, Teffeteller 2011, Genevrois 2017, pp. 132-134). È verosimile che l’episodio mitico narrato da Antonino Liberale sia connesso ad un rituale di svestizione che pare avvenire all’uscita dei giovani dall’agela, come sembrano indicare le espressioni τὰν ἀγέλαν τοὺς τόκα ἐγδυομένους e [τὰν ἀγέ]λαν τὰν τόκα ἐσδυομέναν documentate rispettivamente dal giuramento di Dreros di fine III secolo a.C. IC I 9 1 e dal trattato fra Lyttos e Malla di metà III secolo a.C. IC I 19 1 (cf. supra s.v. ekdyomenos).
Hellotia
Contesto di attestazione: Gortyna*
Epoca di attestazione: ?
Più fonti letterarie testimoniano l’esistenza a Creta e in particolare a Gortyna di festività in onore di Europa denominate Hellotia, in occasione delle quali è portata in processione una corona intrecciata chiamata hellotis (cf. Ath. XV 22, Hsch. s.v. ἑλλωτίς e Ἑλλώτια, Etym. M. s.v. Ἑλλωτία e Ἑλλωτίς; la festività è nota anche a Corinto, dove è celebrata però in onore di Atena; cf. Lesky 1927-1928, Willetts 1987).
Heraia
Contesto di attestazione: Hierapytna, Priansos
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Gli Heraia, noti in più aree del mondo greco, a Creta sono attestati nel trattato fra Hierapytna e Priansos di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4, in cui è previsto in loro occasione un invito reciproco dei cittadini di ciascuna polis presso l’andreion dell’altra città, e forse in quello del 145-100 a.C. IC I 8 13 in relazione a Hierapytna, presso cui sembra essere stabilito che siano invitati in tale occasione i cittadini di Knossos (cf. Chaniotis 2011a).
Hermaia
Contesto di attestazione: Creta*
Epoca di attestazione: II secolo a.C. (?)
Lo storico Caristo documenta l’esistenza a Creta di festività denominate Hermaia, note anche in altre aree del mondo greco, durante le quali i servi (οἰκετῶν) invertono il proprio ruolo sociale con quello dei propri padroni, descrizione che ha affinità con quanto noto relativamente ai Klarotai (Caryst. FGrHist IV 356 F 13; per i Klarotai cf. infra; cf. inoltre Coseo Perriello 2009).
Hyperboia
Contesto di attestazione: Hierapytna, Malla, Priansos
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Gli Hyperboia, noti solo a Creta, vi sono documentati in più città (cf. Genevrois 2017, pp. 395-418). Nei trattati di metà III secolo a.C. IC I 19 1, di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4 e del 145-100 a.C. IC I 8 13 è previsto che in tale occasione avvenga la lettura annuale degli accordi a Malla nel primo caso, a Hierapytna e Priansos nel secondo e a Hierapytna nel terzo. Nel trattato del 111/110 a.C. SEG 26.1049, inoltre, sembra essere prevista a Hierapytna in loro occasione la lettura del giuramento relativo agli accordi.
Inacheia
Contesto di attestazione: Creta*
Epoca di attestazione: ?
Una glossa di Esichio documenta l’esistenza a Creta di festività chiamate Inacheia dedicate a Leukothea, sebbene non sia specificato presso quale polis (Hsch. s.v. Ἰνάχεια· ἑορτὴ Λευκοθέας ἐν † Κρήτεσιν, ἀπὸ Ἰνάχου).
Klarotai
Contesto di attestazione: Kydonia*
Epoca di attestazione: IV secolo a.C.
Un passo di Eforo documenta l’esistenza a Kydonia di festività denominate Klarotai durante le quali è ammesso che i servi si comportino come individui di status libero, descrizione che ha affinità con quanto noto relativamente agli Hermaia (Ephor. FGrHist 70 F 29, κλαρώτας, φησί, Κρῆτες καλοῦσι τοὺς δούλους ἀπὸ τοῦ γενομένου περὶ αὐτῶν κλήρου. τούτοις δ’ εἰσὶ νενομισμέναι τινὲς ἑορταὶ ἐν Κυδωνίᾳ, ἐν αἷς οὐκ εἰσίασιν εἰς τὴν πόλιν ἐλεύθεροι, ἀλλ’ οἱ δοῦλοι πάντων κρατοῦσι καὶ κύριοι μαστιγοῦν εἰσι τοὺς ἐλευθέρους; cf. supra s.v. Hermaia; cf. inoltre IC II, p. 114).
Kydanteia
Contesto di attestazione: Axos
Epoca di attestazione: V secolo a.C.
La legge sacra di Axos del 500-450 a.C. IC II 5 9 documenta l’esistenza di una festività triennale non altrimenti attestata denominata Kydanteia, per i sacrifici da compiersi in occasione della quale è previsto che ogni tre anni la boule versi un contributo di dodici stateri (cf. Perlman 2014, p. 191).
Oleria
Contesto di attestazione: Hierapytna*
Epoca di attestazione: ?
Un passo di Stefano di Bisanzio documenta l’esistenza a Hierapytna di una festività non altrimenti attestata denominata Oleria, connessa al culto di Atena Oleria avente sede a Oleros (St.Byz. s.v. Ὤλερος; cf. IC III, pp. 131-132).
Periblemaia
Contesto di attestazione: Lyttos
Epoca di attestazione: III secolo a.C.
Il trattato di metà III secolo a.C. IC I 19 1 è il solo testo a documentare l’esistenza a Lyttos della festività dei Periblemaia, forse connessa ad un rituale in cui i nuovi cittadini usciti dall’agela vestono le armi (da περιβάλλομαι, «indossare»), in occasione della quale è previsto che avvenga la lettura annuale degli accordi (cf. Genevrois 2017, pp. 67-73, 132-134).
Pythia
Contesto di attestazione: Axos, polis ignota (Gortyna, Hierapytna o Priansos)
Epoca di attestazione: IV-III secolo a.C.
I Pythia, noti in più aree del mondo greco, a Creta sono attestati in più città (cf. Chaniotis 2011a, Genevrois 2017, pp. 395-432). Nella legge sacra di Axos di fine IV secolo a.C. SEG 23.566 in occasione dei Pythia (ἐπὶ Πυτίοις) è fissata una distribuzione fra le eterie di offerte sacrificali (?), mentre nel trattato fra Gortyna, Hierapytna e Priansos del 205-200 a.C. ca. IC IV 174 è previsto in occasione di tali festività ([Π]ύθια) il compimento di sacrifici in almeno una delle tre città e l’invio di un tiaso presso di questa da parte delle alleate.
Thermoloia
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: V secolo a.C.
La legge sacra gortynia di fine V secolo a.C. IC IV 143 è la sola iscrizione a documentare l’esistenza di festività denominate Thermoloia, in occasione delle quali è previsto che debbano essere presentate offerte di alimenti (cf. Genevrois 2017, pp. 395-418; una possibile menzione delle festività – o del mese Thermolaios – è inoltre presente forse nell’iscrizione di VI-V secolo a.C. da Axos IC II 5 8, Θερμογ̣[- - -]).
Thiodaisia
Contesto di attestazione: Hierapytna, Lato, Lyttos, Olous
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C., II-III secolo d.C.
I Thiodaisia, noti in più aree del mondo greco, a Creta sono attestati in più poleis nelle differenti forme grafiche Θιοδαίσια, Θεοδαίσια, Θευδαίσια e Θουδαίσια (cf. Genevrois 2017, pp. 395-418). In occasione di tali festività sono previsti la lettura a Lato del giuramento relativo ai trattati del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B e forse del 111/110 a.C. SEG 26.1049 e l’invito dei cittadini della polis alleata presso Hierapytna (IC III 3 1 del 227-221 a.C. ca.; IC I 8 13 del 145-100 a.C.), Olous (IC I 18 9 = SEG 61.722 del 111/110 a.C.) e Lato e Olous (IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B del 110-108 a.C.). Nella legge di Lyttos del 161-212 d.C. ca. IC I 18 11, inoltre, è previsto che in occasione dei Thiodaisia una parte di pagamenti debba essere assegnata agli startoi, dai quali deve essere effettuata una distribuzione di 1500 denari.
Wakinthia
Contesto di attestazione: Knossos, Tylisos
Epoca di attestazione: V secolo a.C.
I Wakinthia, attestati anche nel Peloponneso, a Creta sono menzionati nel trattato del 460-450 a.C. ca. IC I 8 4 in relazione a Knossos e Tylisos, nel quale è previsto che siano compiuti dei sacrifici a Hera prima di tali festività (θύεν δὲ πρὸ Ϝακινθ[ίον]; cf. Nobili 2014, Genevrois 2017, pp. 395-418).
Sacrifici e riti religiosi
Hekatomphonia
Contesto di attestazione: Biannos*
Epoca di attestazione: ?
Un passo di Stefano di Bisanzio documenta l’esistenza a Biannos di sacrifici denominati hekatomphonia compiuti in onore di Ares, sebbene non sia noto nell’ambito di quale festività si svolgano (St.Byz. s.v. Βίεννος, μέχρι καὶ νῦν τὰ καλούμενα ἑκατομφόνια θύεται τῷ Ἄρει; sull’hekatomphonia cf. Huxley 1973).
Hekatonba ha megala
Contesto di attestazione: Axos
Epoca di attestazione: VI secolo a.C.
La legge di Axos del 525-500 a.C. IC II 5 1 documenta l’esistenza presso la città di un sacrificio denominato Grande Ecatombe (ἐκατόνβαν τὰν μεγάλαν), verosimilmente coincidente con il sacrificio di cento buoi a Zeus Agoraios documentato due secoli dopo per la polis da SEG 23.566, per il quale i lavoratori pubblici sono tenuti a versare contributi (sull’ecatombe nel mondo greco cf. ThesCRA I, pp. 110-111).
Teletai
Contesto di attestazione: Knossos*
Epoca di attestazione: ?
Un passo di Diodoro Siculo documenta l’esistenza a Knossos di riti iniziatici celebrati apertamente analoghi a rituali altrove compiuti nell’ambito di culti di tipo misterico (Diod. V 77.3-4, ἐν Κνωσῷ νόμιμον ἐξ ἀρχαίων εἶναι φανερῶς τὰς τελετὰς ταύτας πᾶσι παραδίδοσθαι; sul lessico iniziatico a Creta cf. Bile 1992a). Un altro passo di Diodoro Siculo, inoltre, documenta l’esistenza nella chora di Knossos di una cerimonia che prevede sacrifici e una riattualizzazione rituale dello hieros gamos di Zeus ed Hera (Diod. V 72.4; cf. Tzifopoulos 2010a, nota 205).
Competizioni e altre celebrazioni
Agones mousikoi
Contesto di attestazione: Hierapytna
Epoca di attestazione: II-I secolo a.C.
Agoni musicali, attestati in più aree del mondo greco, a Creta sono documentati solamente dal decreto di Arkades di fine II - I secolo a.C. IC I 5 19, nel quale è previsto che gli ambasciatori di Hierapytna siano proclamati prosseni ed euergetai nella propria città in occasione degli agones mousikoi (sulle competizioni musicali nel mondo greco cf. Chaniotis 2011a, pp. 24-25).
Agones stephanitai
Contesto di attestazione: Aptera
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Gli agoni stephanitai, attestati in più aree del mondo greco, a Creta sono documentati solamente ad Aptera dal decreto onorario del 205-197 a.C. ca. IC II 3 4 C, nel quale è previsto che Attalo I sia proclamato vincitore nel contesto di tali competizioni (cf. Remijsen 2011).
Choros
Contesto di attestazione: Hierapytna, Praisos
Epoca di attestazione: III secolo a.C.
Il termine choros, oltre che in riferimento alle associazioni corali e agli spazi adibiti alla danza (per i quali cf. supra e infra), è attestato a Creta anche in relazione alle performances coreutiche nel trattato fra Hierapytna e Praisos di inizi III secolo a.C. IC III 4 1, nel quale è prevista l’organizzazione di danze e gare di corsa comuni alle due città (sulle performances di danza nel mondo greco cf. Kurke 2012). L’importanza della partecipazione alle danze nella società cretese, inoltre, è desumibile dalla notizia fornita da Eforo a proposito del posto privilegiato concesso agli eromenoi sia nelle danze che nelle corse (Ephor. FGrHist 70 F 149, ἔν τε γὰρ τοῖς χοροῖς καὶ τοῖς δρόμοις ἔχουσι τὰς ἐντιμοτάτας χώρας).
Dromos
Contesto di attestazione: Eleutherna, Hierapytna, Itanos, Malla, Polyrrhenia, Praisos
Epoca di attestazione: V-II secolo a.C.
Il termine dromos, indicante gli esercizi ginnici e nello specifico le gare di corsa, costituisce una delle parole chiave della società cretese di epoca arcaica, classica ed ellenistica (cf. Suid. s.v. δρόμοις, τοῖς γυμνασίοις κατὰ Κρῆτας; sull’antichità dei gymnasia cretesi cf. Plato Rep. 452c; cf. inoltre Tzifopoulos 1998, Genevrois 2017, pp. 123-129). L’accesso al dromos, infatti, è nell’isola una prerogativa degli individui di status libero, preclusa ai douloi assieme al possesso di armi (cf. Arist. Pol. II 1264a); è nei dromoi, peraltro, oltre che nelle danze, che è concesso un posto d’onore ai giovani elevati al rango di eromenoi dai propri erastai (cf. Ephor. FGrHist 70 F 149; cf. inoltre supra s.v. agela). La centralità della partecipazione al dromos nella vità delle poleis cretesi, inoltre, è resa evidente dalle denominazioni da questo derivate di più classi di età, quella dei dromeis, gli adulti, e quelle degli apodromoi, dei dekadromoi e dei pentekaidekadromoi (per le quali cf. supra). Legato al dromos, inoltre, è il culto di Apollo ed Hermes Dromaios, il primo documentato da Plutarco (Plut. Quaestiones convivales 724c, κούφων δὲ καὶ βαρέων ἀγωνισμάτων ὄντων, πύκτῃ μὲν Ἀπόλλωνι Δελφούς, δρομαίῳ δὲ Κρῆτας ἱστοροῦσι θύειν καὶ Λακεδαιμονίους), mentre il secondo attestato dalla dedica votiva di Polyrrhenia di II secolo a.C. IC II 23 10 (per il mese Dromeios di Priansos cf. supra).
Il termine dromos è attestato a proposito dell’organizzazione prevista di danze e gare di corsa comuni alle due città nel trattato fra Hierapytna e Praisos di inizi III secolo a.C. IC III 4 1, mentre di sacrifici e gare di corsa in occasione dei genetliaci di Tolemeo III e Berenice II nel decreto onoraro di Itanos del 246-222 a.C. IC III 4 4 e di una giornata di festeggiamenti che preveda gare di corsa oltre che la convocazione delle eterie in quello di Malla di fine II secolo a.C. IC I 19 3 A. Un dromos è inoltre menzionato nella presunta legge di V secolo a.C. di Eleutherna SEG 23.572, sebbene non sia chiaro a quale proposito.
Hisolympion pankration
Contesto di attestazione: koinon cretese
Epoca di attestazione: III-I secolo a.C.
L’hisolympion pankration è la sola competizione del koinon cretese ad essere nota per l’età ellenistica grazie alla dedica onoraria IG VII 1859 posta a Tespie da un suo vincitore, che documenta il suo svolgimento a Gortyna (per lo hieros agon pentaeterikos tou koinou ton Kreton di epoca imperiale cf. SEG 51 1137 e IC I 18 55; sulle competizioni nel mondo greco cf. Chaniotis 2011a, pp. 21-27).
Commensalità
Symposion (?)
Contesto di attestazione: Eleutherna
Epoca di attestazione: VI secolo a.C.
Sebbene il simposio non sia mai attestato epigraficamente a Creta con tale denominazione, nella legge di Eleutherna del 550-500 a.C. SEG 41.739 è documentata la forma participiale συνινπίνοντα nel contesto di un divieto di consumo eccessivo (di vino), nel quale è ammessa una deroga nel caso in cui la bevuta sia collettiva, interessi adulti e avvenga presso il Dion Akron (δρομέα ἰσς Δῖον Ἄκρον συνινπίνοντα πίνεν; cf. Seelentag 2015, pp. 374-443 e in particolare p. 417). L’obbligo di moderazione nel consumo di vino documentato dalla legge, inoltre, è testimoniato per Creta anche da Platone, che afferma come il simposio sia fuorilegge nell’isola (Plato Leg. 635b, 639d, 666a-b; Plato Minos 320a-b; sul simposio nel mondo greco cf. Schuitema 2008).
Syssition
Contesto di attestazione: Creta*, Lyttos*
Epoca di attestazione: IV-II secolo a.C.
La prassi spartana e cretese di consumare i pasti collettivamente, secondo Platone ideata in vista della guerra (Plato Leg. 625c-626c, 842b), a Creta non è tuttavia mai attestata epigraficamente con il nome di sissizio. Secondo la testimonianza di più autori antichi il termine cretese per indicare tale prassi sarebbe piuttosto andreion, sostantivo che ricorre invece più volte nella documentazione epigrafica (cf. Plut. Lyc. XII 1, Hsch. s.v. ἀνδρεια, Arist. Pol. II 1263b-1264a; cf. infra s.v. andreion). Sebbene le fonti antiche non specifichino la frequenza dei pasti collettivi, è tuttavia ragionevole supporre che vi sia una compresenza di sissizi quotidiani più circoscritti, organizzati verosimilmente all’interno delle singole eterie, e sissizi meno frequenti interessanti l’intera comunità riservati possibilmente a particolari occasioni quali le festività cittadine (così Erickson 2011; sull’esistenza di più andreia all’interno di una polis – come spazi comuni ma non pubblici – cf. Seelentag 2015, pp. 398-417; sull’importanza dei sissizi per la creazione e il consolidamento dei legami civici cf. Seelentag 2015, pp. 374-443; sulle possibili relazioni fra commensalità e gli «hearth temples» cretesi di VIII-VII secolo a.C. cf. Prent 2005, pp. 441-476, Prent 2007).
Fra le testimonianze letterarie pervenute sui sissizi cretesi spicca per minuzia di particolari quella fornita da Dosiadas di Kydonia (Dosiad. FGrHist 458 F 1), che descrive nello specifico quanto avviene a Lyttos verosimilmente durante la prima età ellenistica. I pasti consumati collettivamente sono finanziati dalle entrate della città e dalla decima del proprio raccolto versata da ciascuno alla propria eteria (oltre che da un contributo di uno statere eginetico versato da ciascun doulos), raggruppamento sociale alla base del sistema dei sissizi: questi, infatti, avvengono divisi per eterie, ciascuna delle quali denominata andreion. A ciascun sissizio di Lyttos sovrintende una donna, assistita da tre o quattro persone del popolo (τῶν δημοτικῶν), ciascuna delle quali è a sua volta aiutata da due servitori detti kalophoroi, addetti al trasporto della legna per il fuoco. Oltre al caso specifico di Lyttos, Dosiadas informa inoltre dell’esistenza presso tutte le città cretesi di due edifici pubblici destinati ai sissizi: un andreion in cui consumare i pasti comuni, fornito di due tavole xenikai presso cui siedono gli ospiti – notizia che trova un riscontro nella tavola e nelle sedie xenikai di Zeus Xenios presenti in ogni andreion documentate in Pyrg. FGrHist 467 F 1 –, e un koimeterion presso cui alloggiano gli ospiti. Lo storico fornisce inoltre una testimonianza di rilievo sull’importanza civica della pratica dei sissizi, in quanto narra che dopo cena coloro che vi hanno preso parte deliberano assieme sulle questioni pubbliche (βουλεύεσθαι περὶ τῶν κοινῶν), commemorano gesta belliche ed elogiano gli uomini meritevoli per spingere i più giovani a seguirne le orme (μέμνηνται τῶν κατὰ πόλεμον πράξεων καὶ τοὺς γενομένους ἄνδρας ἀγαθοὺς ἐπαινοῦσι, προτρεπόμενοι τοὺς νεωτέρους εἰς ἀνδραγαθίαν). Secondo la testimonianza di Aristotele, inoltre, in occasione dei sissizi le donne sono soggette a segregazione al fine di evitare la nascita di un numero eccessivo di figli, motivo per cui sono soliti avvenire rapporti fra uomini (Arist. Pol. II 1272a).
Particolarmente significativa è anche la testimonianza di Aristotele, secondo cui i sissizi, risalenti a Minosse (Arist. Pol. VII 1329a-b) e aperti alla partecipazione di uomini, donne e bambini, sono finanziati con una parte degli introiti derivanti dal raccolto e dal bestiame pubblico e dal phoros versato dai perieci, un’altra parte dei quali è destinata agli dèi e all’amministrazione pubblica (Arist. Pol. II 1272a; cf. Talamo 1987, Mandalaki 2004, pp. 189-220). La testimonianza di Pirgione, invece, si sofferma sulla spartizione del cibo, che prevede l’assegnazione di porzioni intere agli adulti, di metà porzioni ai figli, che siedono presso il padre, e di porzioni intere ma scondite (?) agli orfani (Pyrg. FGrHist 467 F 1; cf. Strataridaki 2009). Il fatto che nei sissizi anche i più poveri siano nutriti a spese pubbliche trova conferma in Eforo (Ephor. FGrHist 70 F 149), mentre la notizia sull’uso dei Cretesi di mangiare seduti è presente anche nella descrizione offerta da Eraclide Lembo, secondo cui è loro abitudine consumare i pasti seduti su sedie (Heraclid.Lemb. 15). Quest’ultimo, inoltre, informa della grande ospitalità mostrata dai Cretesi verso gli stranieri, a cui riservano posti d’onore (προεδρία) e che servono per primi nei sissizi, seguiti dall’archon, che riceve quattro parti: una pari gli altri, una per la propria carica (ἀρχικήν), una per la casa (τοῦ οἴκου) e una per le suppellettili da lui fornite (τῶν σκευῶν).
Le modalità distributive descritte a proposito dei sissizi dalle fonti letterarie sembrano in qualche modo trovare un’eco in quelle definite nella legge del 161-212 d.C. ca. di Lyttos IC I 18 11, sebbene sia improbabile che i sissizi siano ancora attivi in tale epoca (cf. Guizzi 1997; cf. inoltre la pianificazione per la città dei Magneti in Plato Leg. 847e-848c, che pare ispirata alle modalità contributive e distributive dei sissizi).
Pratiche e strumenti istituzionali
Sfera deliberativa
Andano
Contesto di attestazione: Datala, Dreros, Gortyna, Lato, Lyttos, Phaistos
Epoca di attestazione: VII, V, III-II secolo a.C.
Andano è il più antico dei due verbi in uso a Creta in riferimento all’atto deliberativo, impiegato alla terza persona singolare dell’aoristo indicativo ἔϝαδε all’interno della formula di sanzione di documenti perlopiù di epoca arcaica (cf. Ghinatti 2004a, Genevrois 2017, pp. 147-149). Il verbo è attestato in tale contesto in decreti e leggi di VII secolo a.C. di Dreros (Bile 3, 4, 6, SEG 23.530, SEG 27.620, Van Effenterre 1946a, pp. 131-138) e del 500 a.C. ca. di Datala (SEG 27.631) e Lyttos (SEG 35.991 A-B). Nonostante il successivo imporsi del verbo dokeo in riferimento alla deliberazione (per il quale cf. infra), più iscrizioni di Gortyna, in prevalenza decreti, documentano il permanere dell’uso del verbo andano nel contesto delle formule di sanzione fino all’età ellenistica inoltrata. Il verbo, infatti, è attestato nel decreto del 450-400 a.C. IC IV 78, in quello del 240-222 a.C. ca. IC IV 165 emanato congiuntamente con Phaistos (ἔαδε), nel trattato stipulato con Lato del 219-216 a.C. ca. IC I 16 1 = SEG 58.988 ([ἔ]βαδε) e nella manomissione di metà II secolo a.C. SEG 48.1208, oltre che verosimilmente nei decreti gortynii di III secolo a.C. IC IV 378 B-C, del 250-200 a.C. 162 e del 200-150 a.C. 195.
Cheirotonia meniaia
Contesto di attestazione: Chersonesos
Epoca di attestazione: I secolo a.C.
L’espressione cheirotonia meniaia, attestata a Creta solamente nella dedica votiva di Chersonesos di I secolo a.C. IC I 7 5, è impiegata in riferimento ad una riunione mensile dell’assemblea, in occasione della quale è stato stabilito su votazione – apparentemente per alzata di mano – di promuovere la dedica ad Asclepio commemorata (sulla cheirotonia nel mondo greco cf. Rhodes – Lewis 1997, pp. 503-506).
Dogma
Contesto di attestazione: Apollonia, Aptera, Arkades, Biannos, Erannos, Gortyna, Istron, Itanos, Knossos, Lato, Lato pros Kamara, Phaistos, Sybrita, polis ignota
Epoca di attestazione: III-I secolo a.C.
Il termine dogma è attestato a Creta in più iscrizioni come equivalente di psephisma, in prevalenza decreti relativi alla concessione di asylia a Teos (sulla terminologia relativa ai decreti cf. Rhodes – Lewis 1997, p. 558, Chankowski 2015; sullo psephisma cf. infra). Il termine figura nei decreti della prima serie del 201 a.C. ca. di Apollonia IC I 3 1, Arkades IC I 5 52, Biannos IC I 6 1, Istron IC I 14 1, Lato IC I 16 2, Lato pros Kamara IC I 16 15, Sybrita IC II 26 1 e forse Knossos IC I 8 8 e in quelli della seconda serie del 170-140 a.C. ca. di Aptera IC II 3 2, Arkades IC I 5 53, Biannos IC I 6 2 ed Erannos Teos 19, oltre che in quello di una città cretese di cui non si è conservato il nome SEG 4.600. Il termine, inoltre, è presente nell’intestazione posta da Tenos al decreto di Gortyna del 200-150 a.C. IC IV 196, in cui compare al plurale (δόγματα Κρητ[ῶν]) in quanto funge da titolo per più documenti, dei quali quello gortynio è il primo, e verosimilmente nel decreto di Phaistos del 278-260 a.C. ca. IC I 17 1 relativo alla concessione di asylia a Tenos, oltre che nell’iscrizione edificatoria di Lato del 111/110 a.C. Chaniotis, Verträge 54-56c in riferimento ad un decreto del senato romano. L’epitaffio di Itanos di I secolo a.C. IC III 4 38, inoltre, documenta l’avvenuta consacrazione come heroes dei tre fratelli commemorati sancita mediante decreti pubblici (δόγμασι δημοσίοις).
Dokeo
Contesto di attestazione: Allaria, Aptera, Arkades, Axos, Biannos, Bionnos (?), Dreros, Eleutherna, Elyros, Erannos, Gortyna, Hierapytna, Istron, Itanos, Kaudos, Knossos, koinon cretese, Lappa, Lato, Lissos, Lyttos, Malla, Olous, Polyrrhenia, Praisos, Priansos, Rhaukos, Sybrita, Tylisos, polis ignota
Epoca di attestazione: V, III-I secolo a.C.
Il verbo più frequentemente utilizzato a Creta in relazione all’atto deliberativo è come nel restante mondo greco dokeo, che a partire dal III secolo a.C. si affianca per poi sostituire del tutto il più antico andano (per il quale cf. supra; cf. inoltre Rhodes – Lewis 1997, pp. 1-7, 309-313, Ghinatti 2004a). Il verbo è impiegato alla terza persona singolare dell’aoristo indicativo ἔδοξε(ν) all’interno della formula di sanzione di numerosi documenti, in prevalenza decreti, abitualmente nella formulazione ἔδοξε(ν) ... τοῖς κόσμοις καὶ τᾶι πόλει / τᾶι πόλει / τᾶι βουλᾶι καὶ τῶι δάμωι. Simili formule sono documentate nel III e II secolo a.C. ad Aptera (IC II 3 3, 4 B, 4 C, 5 A-B, 9, 10 A-C, 12 B-C, 17 e forse 4 A, 6 C e 8 C), Arkades (IC I 5 52, 53, forse 19 di fine II - I secolo a.C.), Axos (IC II 5 17), Biannos (IC I 6 2, due volte), Dreros (Bile 50.1 = 50.2), Elyros (IC II 13 1 A-B, 2), Erannos (Teos 19), Gortyna (IC IV 176, IG XII, 6 1 144, IC IV 168, due volte, di cui una ἔδοξέ τε ἁμῖν; manomissione IC IV 231), Hierapytna (forse SEG 51.1056, con cosmi e damos, IC III 3 3 C, due volte, di cui una solamente ἔδοξε), Istron (IC I 14 1), Itanos (IC III 4 4, IC III 4 2 = 3, in entrambi i casi con boula ed ekklesia), Knossos (IC I 8 9, 10, 11, 12, 14), Lappa (IC II 16 3, 4, 5 A-B, 6 A-B, 7 A-C, 8 A), Lato (IC I 16 2, 15), Lissos (SEG 45.1314 di III-I secolo a.C.), Malla (IC I 19 2, due volte, 3 A), Olous (IC I 22 4 II, V con i politai, VII-VIII con l’etnico collettivo, IX-XI; 6, [ἔδ]οξε [- - -]; SEG 23.548, con l’etnico collettivo; SEG 23.549 di II-I secolo a.C.), Polyrrhenia (IC II 23 5, 6 B, SEG 50.911 A-B, SEG 64.798 A-B), Praisos (IC III 6 7, con il kosmos al singolare e la polis; 8, ἔδοξεν; 9, con gli archontes ed il koinon; 10, con la boula ed il koinon), Priansos (IC I 24 1), Rhaukos (IC I 27 1) e presso una città cretese di cui non si è conservato il nome (Mylasa 101 e forse SEG 51.1056), oltre che nel II secolo a.C. in relazione al koinon cretese (Magnesia 40, [ἔ]δοξεν Κ[ρ]ηταιέων τῶι κοινῶι, ἔδοξεν; IC IV 197, [ἔδοξ]ε τοῖς συνέδροις καὶ τῶ[ι κοινῶ]ι τῶν Κρηταιέων; ID 1517, ἔδοξε τοῖς ἐξαπε[σταλ]μένοις εἰς Ἀλεξάνδρειαν ὑπὸ τοῦ κοινοῦ τῶ[ν Κρητ]αιέων συμμάχοις; IC II 5 22, ἔδοξε τῶι κοινῶι τῶι Κρηταιέων).
La forma ἔδοξε(ν) compare all’interno della formula di sanzione anche in trattati nei quali le decisioni prese si configurano come un decreto emanato da parte di una delle città coinvolte, come nel caso di quelli di Knossos del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6 e di Hierapytna del 246-236 a.C. SEG 63.746, oppure come decreto congiunto promosso da parte di entrambe le contraenti, nella cui formula è ricordato l’etnico collettivo delle poleis interessate: quest’ultimo è il caso dei trattati di fine III - inizi II secolo a.C. fra Hierapytna e una città ignota IC III 3 6 e Itanos e Hierapytna IC III 4 6 e di fine II secolo a.C. fra Lyttos e Olous IC I 18 9 e fra Lato e Olous IC I 16 3, IC I 16 4 A-B = Chaniotis, Verträge 55B-56B e Chaniotis, Verträge 61B, oltre che di quello fra Itanos e Praisos citato all’interno dell’arbitrato IC III 4 9.
Il verbo dokeo, inoltre, figura anche all’interno della formula di mozione di numerosi decreti di III e II secolo a.C. nella forma δεδόχθαι, attestata o da sola o all’interno dell’abituale formulazione δεδόχθαι ... τοῖς κόσμοις καὶ τᾶι πόλει / τᾶι πόλει / τᾶι βωλᾶι καὶ τῶι δάμωι. Simili formule sono documentate ad Allaria (IC II 1 1; 2), Aptera (IC II 3 2, da solo; 3; 4 C; 10), Arkades (IC I 5 53, da solo), Axos (IC II 5 17), Eleutherna (IC II 12 21), Erannos (Teos 19, da solo), Gortyna (IC IV 176, da solo), Hierapytna (SEG 51.1056, Papachristodoulou 2006, in entrambi i casi con l’etnico collettivo), Istron (SEG 51.1056), Itanos (IC III 4 2 = 3, con l’etnico collettivo), Knossos (forse IC I 8 9; 11, da solo; 12), Lappa (IC II 16 3, δε[δόχθαι - - -]), Lyttos (IC I 18 8), Malla (IC I 19 3 A, da solo), Olous (IC I 22 4 XI, con i politai), Polyrrhenia (IC II 23 3), Priansos (IC I 24 1), Rhaukos (IC I 27 1) e in relazione al koinon cretese (forse IC I 24 2, con il koinon; ID 1517, da solo; ID 1518, da solo), oltre che in un caso pertinente ad una città di cui non si è conservato il nome (SEG 4.600, da solo).
Il verbo occorre anche in numerosi trattati di epoca ellenistica all’interno di espressioni del tipo αἱ δέ τί κα δόξηι / ὅ τι δέ κα δόξηι (ταῖς πόλεσι) in riferimento a possibili decisioni future delle poleis coinvolte (sul formulario dei trattati cretesi di epoca ellenistica cf. Chaniotis, Verträge, pp. 63-86, in particolare p. 64). Tali espressioni sono presenti in numerosi trattati di III e II secolo a.C. stipulati da Hierapytna con altre città cretesi (Praisos, IC III 4 1, δοκεῖ; Itanos, IC III 4 6; Priansos, IC III 3 4; Lyttos, IC III 3 3 B; Arkades, IC III 3 5; forse Knossos, IC I 8 13; SEG 26.1049) e in relazione a Lato e Olous (IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B), Lato, Olous e Knossos (IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B), Lyttos e Olous (SEG 61.722), Knossos (IC I 16 3, δοκῆι), apparentemente Bionnos e Psycheion (IC II 30 1, δοκῆι) e forse Gortyna e Sybrita (IC IV 183) e Gortyna e Kaudos (IC IV 184). Al medesimo fine è impiegato invece il verbo syndokeo nei trattati fra Knossos e Tylisos del 460-450 a.C. ca. IC I 30 1 (αἰ μὲ συνδοκοῖ το͂ι πλέθει) e fra Hierapytna e Itanos del 219-204 a.C. ca. IC III 4 5. In altri trattati, inoltre, è impiegata l’espresisone τὰ δόξαντα in riferimento all’oggetto della deliberazione: è il caso degli accordi fra Hierapytna e Rodi di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 A, fra Olous e Rodi del 201/200 a.C. SEG 23.547 e fra Lato e Olous del 110-108 a.C. Chaniotis, Verträge 61B.
Gnoma
Contesto di attestazione: Itanos, Praisos
Epoca di attestazione: III secolo a.C.
Il termine gnoma a Creta è attestato solamente in decreti di Itanos e Praisos di III secolo a.C., nei quali figura come equivalente del più diffuso psephisma, identificando nello specifico i documenti in questione come decisioni prese dal collegio dei cosmi (cf. Genevrois 2017, pp. 78-81; il termine è inoltre impiegato in IC III 4 9 e 10 in riferimento alle sentenze arbitrali di Magnesia e Roma). L’espressione κόσμου γνώμα, in particolare, è presente sia nell’intestazione del decreto di Praisos IC III 6 10 che in quella dei decreti onorari di Itanos del 269-262 a.C. ca. IC III 4 2 = 3, nel secondo dei quali il termine gnoma ricorre anche all’interno della formula di esposizione (in tali circostanze con il valore di «proposta» secondo Rhodes – Lewis 1997, pp. 309-313, 557).
Hypomnama
Contesto di attestazione: Dreros, polis ignota
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Il termine hypomnama a Creta è attestato nel decreto di II secolo a.C. Mylasa 103 emanato da una città cretese di cui non si è conservato il nome, nel quale sembra esservi un riferimento alla consegna di un hypomnama da parte degli ambasciatori della polis a Mylasa, verosimilmente relativo alla concessione di asylia a quest’ultima. Il giuramento di Dreros di fine III secolo a.C. IC I 9 1, inoltre, testimonia l’esistenza di documenti definiti come hypomnamata contenenti la descrizione degli antichi confini del territorio della polis (τάδε ὑπομνάματα τᾶς Δρηρίας χώρας τᾶς ἀρχαίας), sui quali è previsto che prestino giuramento i giovani neocittadini (sulla tipologia documentaria dell’hypomnema in epoca ellenistica cf. Martin 2007).
Psaphos
Contesto di attestazione: Hierapytna, Praisos, Tylisos
Epoca di attestazione: V, III secolo a.C.
Il termine psaphos, indicante i singoli voti nel contesto di votazioni, a Creta è attestato nel trattato fra Knossos e Tylisos del 460-450 a.C. ca. IC I 30 1, dove è menzionata l’aggiunta di quello di Argo come terzo voto nell’ambito di una deliberazione relativa alla possibilità di stipulazioni future di altri trattati (sulle votazioni nel mondo greco cf. Rhodes – Lewis 1997). Il termine, inoltre, occorre nel trattato fra Hierapytna e Praisos di inizi III secolo a.C. IC III 4 1, nel quale è prevista la concessione della politeia a singoli cittadini dell’altra polis a patto che ciò venga approvato dall’ekklesia tramite votazione avente come esito meno di tre voti negativi (ἀντίθετοι ψᾶφοι).
Psephisma
Contesto di attestazione: Aptera, Arkades, Gortyna, Hierapytna, Istron, Itanos, Knossos, koinon cretese, Lato, Lyttos ed i suoi alleati, Olous, Phaistos, Polyrrhenia, polis ignota
Epoca di attestazione: III-I secolo a.C.
A Creta, come in altre aree del mondo greco, il termine più diffuso per indicare i decreti è psephisma, spesso impiegato nella forma dorica ψάφισμα (cf. Rhodes – Lewis 1997, pp. 309-313, Genevrois 2017, pp. 365-366). Il termine, attestato in prevalenza all’interno dei documenti in questione in riferimento agli stessi o in relazione ad altri documenti redatti in precedenza, occorre perlopiù in decreti di II secolo a.C. di Arkades (IC I 5 20 A, forse IC I 5 19 di fine II - I secolo a.C.), Gortyna (IC IV 176, IC I 17 2, manomissione SEG 48.1208, iscrizione edificatoria di fine II - inizi I secolo a.C. IC I 17 6, forse IC IV 293 di fine I secolo a.C. - inizi I secolo d.C.), Istron, Phaistos e verosimilmente Hierapytna (SEG 51.1056 del 242 a.C.), Itanos (IC III 4 4 del 246-222 a.C.), Knossos (IC I 8 10 di fine III - inizi II secolo a.C., 11, 12), Lato e Olous (trattato IC I 16 4), Lyttos ed i suoi alleati (IC I 18 8 del 250 a.C.), Olous (IC I 22 4 XIII, trattato del 201/200 a.C. SEG 23.547, forse SEG 23.549 di II-I secolo a.C.), di una città cretese di cui non si è conservato il nome (Mylasa 103) e verosimilmente di Aptera (IC II 3 3) e Polyrrhenia (IC II 11 2), oltre che in relazione al koinon cretese (Magnesia 40, ID 1517, SEG 49.1433.).
Psephizo
Contesto di attestazione: Aptera, Axos, Eleutherna, Gortyna, Hierapytna, Knossos, Malla, Praisos, polis ignota
Epoca di attestazione: V-I secolo a.C.
Il verbo psephizo, a Creta perlopiù attestato nella forma dorica ψαφίζω, occorre in più decreti e trattati cretesi in riferimento a votazioni avvenute o future (cf. Genevrois 2017, pp. 365-366; per la diffusione del verbo nei decreti greci cf. Rhodes – Lewis 1997; per l’indicazione di singoli individui responsabili di votazioni cf. supra s.v. votante). Votazioni future sono previste nel decreto del 184-180 a.C. IC I 8 9 in relazione a Knossos, nel trattato fra Eleutherna e Antigono Dosone del 227-224 a.C. ca. IC II 12 20, in cui è stabilito che i cosmi inviino al sovrano gli aiuti militari pattuiti entro venti giorni da quando lo ha deciso tramite votazione la polis, e in quello di inizi III secolo a.C. fra Hierapytna e Praisos IC III 4 1, che prevede la concessione della politeia a singoli cittadini dell’altra polis a patto che venga votata dall’ekklesia della città di destinazione con meno di tre voti negativi.
Riferimenti a votazioni avvenute, invece, occorrono in relazione a Gortyna in più documenti, in alcuni dei quali è specificato che a questa hanno preso parte almeno trecento individui, numero costituente verosimilmente un quorum (sull’applicazione del principio maggioritario nelle votazioni dell’assemblea a Creta cf. Seelentag 2015, pp. 204-211). Simili riferimenti, espressi mediante la formulazione ψαφίξανσι/ψαφίδδονσι τριακατίων παριόντων, sono presenti nel trattato del 168/167 a.C. IC IV 181 e nei decreti di fine IV - metà III secolo a.C. SEG 38.900 B e del 250-200 a.C. IC IV 162. In quest’ultimo, inoltre, il ricordo della votazione è in stretta connessione con la formula di sanzione, come avviene anche nei decreti di III secolo a.C. IC IV 378 B e verosimilmente C, dove è possibile che fosse specificato il raggiungimento del quorum, e in quello del 450-400 a.C. IC IV 78 (cf. Rhodes – Lewis 1997, pp. 309-313 e 511-512, secondo cui è possibile che il riferimento a votazioni avvenute avvenga solamente nelle circostanze in cui sia richiesto il raggiungimento di un quorum; cf. inoltre Willetts 1981).
Al di fuori di Gortyna ricordi di votazioni avvenute sono presenti nei decreti di Aptera del 201 a.C. ca. IC II 3 1 (ἐψήφιστ[αι]), di Axos del 201 a.C. ca. IC II 5 17 (ψαφιξαμένοις κατὰ τὸν νόμον, in connessione con la formula di sanzione) e di I secolo a.C. IC II 5 35 ([τῶν ἐψη]φισμένων, [τὰ ἐψηφισ]μένα πὰρ τᾶς πόλεω[ς]), di Malla di fine II secolo a.C. IC I 19 3 A (ψαφιξαμένοις, in connessione con la formula di sanzione) e di una città cretese di cui non si è conservato il nome del 170-140 a.C. ca. SEG 4.600 (τὰ προεψαφισμένα τίμια).
Syllogos
Contesto di attestazione: koinon cretese
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il termine syllogos, a Creta attestato solamente in relazione al koinon cretese, occorre nei suoi decreti del 200-150 a.C. IC IV 197 (Κνω[σοῖ ἐ]ν τῶι συνλόγωι) e di II secolo a.C. IC II 16 9 ([σ]υλλόγωι Κνω[σο]ῖ), nei quali è impiegato in riferimento alla riunione in cui si è svolta l’attività deliberativa commemorata, in entrambi i casi avvenuta a Knossos (sulle riunioni delle assemblee federali cf. Rhodes – Lewis 1997, pp. 311 e 506).
Wada
Contesto di attestazione: Lyttos
Epoca di attestazione: V secolo a.C.
Il termine wada, attestato unicamente nella legge di Lyttos del 500 a.C. ca. SEG 35.991, è impiegato in riferimento ad una decisione presa dalla boule ([ἐ]ϙ ϝωλᾶς ϝαδᾶς), apparentemente come equivalente del più diffuso psephisma (cf. Genevrois 2017, pp. 147-149).
Sfera normativa
Diagramma
Contesto di attestazione: koinon cretese, Lebena
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Il termine diagramma, attestato a Creta in più iscrizioni di epoca ellenistica, sembra essere impiegato eminentemente per indicare una sorta di codice procedurale proprio del koinon cretese (cf. Velissaropoulos 1975, Chaniotis, Verträge, pp. 136-144, Chaniotis 1999a, Genevrois 2017, pp. 82-85). Menzioni del diagramma ton Kretaieon occorrono nei trattati del 219-216 a.C. ca. IC I 16 1, del 205-200 a.C. ca. IC IV 174 e verosimilmente in quelli di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4 e forse IC IV 184 e nei decreti del 200-150 a.C. IC IV 197 e di II secolo a.C. Mylasa 443, nei quali non è esplicita la sua pertinenza al koinon. Non è da escludere, tuttavia, che quello che è indicato come diagramma del koinon sia invece un insieme di più diagrammata da questo emanati, ovvero missive relative a decisioni puntuali: tale interpretazione sarebbe infatti più in linea con il significato che il termine diagramma assume nell’ambito normativo dell’epoca ellenistica (cf. e.g. i diagrammata dei sovrani macedoni, per i quali cf. Mari 2006).
Il termine diagramma, inoltre, è impiegato nel decreto di Lebena di II secolo a.C. IC I 17 2 in relazione a un preesistente regolamento del santuario che deve essere seguito dallo hiarorgos, mentre figura nell’arbitrato di Magnesia del 112/111 a.C. IC III 4 9 in riferimento ad un documento (decreto?) con cui il koinon cretese approva la prostasia tolemaica su Itanos, consegnato da quest’ultima a Magnesia ([κεκυρωμέν]ην παρὰ τοῦ κοιν[οῦ τῶν Κρηταιέων παρ’ ὧ]ν ἔλαβον εὐδόκησιν καθότι τὸ παρατεθὲν ἡμῖν διάγραμ[μα περι]εῖχεν).
Nomos
Contesto di attestazione: Aptera, Arkades, Axos, Eleutherna, Gortyna, Hierapytna, Itanos, Kaudos, Knossos, Lappa, Lato, Lebena, Lyttos, Olous, Phalasarna, Polyrrhenia, Priansos, polis ignota
Epoca di attestazione: V, III-I secolo a.C.
L’importanza della monumentale attività normativa cretese di VII-V secolo a.C., contraddistinta dall’abbondanza e dall’imponenza visiva delle leggi – iscritte sulle pareti di edifici pubblici, solitamente templi –, è testimoniata anche dalle fonti letterarie, nelle quali, oltre all’attribuzione di tale produzione a mitici legislatori quali Minosse e Radamante (cf. e.g. Strabo X 4.8, Heraclid.Lemb. 14), è documentata la prassi educativa cretese di insegnare ai bambini di status libero τοὺς νόμους μετά τινος μελῳδίας, indice del valore civico attribuito alle leggi presso le città dell’isola (cf. Ael. VH II 39; cf. inoltre Perlman 2004a, Marginesu 2010, Youni 2010, Camassa 2011, Youni 2011, Cassio 2012, pp. 34-35, Laws; sul diritto nel mondo greco cf. Gernet 1964, Gernet 1982, Faraguna 2006, Gagarin 2008, Cassayre 2010, Faraguna 2011, Velissaropoulos-Karakostas 2011).
A Creta le leggi, dapprima designate perlopiù con espressioni del tipo τὰ ἐγραμμένα (cf. e.g. IC IV 72), a partire dall’epoca ellenistica sono abitualmente indicate con il termine nomos, che ha la sua più antica occorrenza cretese nella legge sacra di Gortyna del 500-475 a.C. IC IV 146, in cui è menzionata una legge portuale (κατὰ νόμον τῶ ἐπ[ιναί]ω; cf. Genevrois 2017, pp. 82-85, 246-249). In epoca ellenistica riferimenti a leggi preesistenti figurano perlopiù in trattati di III e II secolo a.C., nei quali è previsto, mediante espressioni del tipo κατὰ τὸς νόμος τὸς ἑκατερῆι κειμένος/ὑπάρχοντας oppure χρημένονς νόμοις τοῖς ἰδίοις o ancora κατὰ τὸς ἰδίος νόμος, che quanto stabilito avvenga in ciascuna delle città contraenti in accordo con le sue leggi (cf. Rhodes – Lewis 1997, p. 520). Simili clausole sono documentate nei trattati fra Phalasarna e Polyrrhenia IC II 11 1 = SEG 50.936, Hierapytna e Priansos IC III 3 4, Gortyna e Kaudos IC IV 184 (in cui è presente anche un riferimento ad una legge specifica: τῶι νόμ[ω τῶι - - -]), Eleutherna e Lato IC I 16 17, Hierapytna e Lato SEG 26.1049, Lappa e Gortyna in riferimento a leggi portuali (IC IV 186, κατὰ τὸνς νόμονς τὸνς ϝεκατέρη κειμένονς ὑπὲρ τῶν ἐνλιμενίων) e verosimilmente Hierapytna e Arkades IC III 3 1 B, Hierapytna e Antigono Dosone IC III 3 1 A, Gortyna e Hierapytna e Priansos IC IV 174, Aptera ed Eleutherna SEG 41.742, Lato e Olous IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B e Lyttos e Olous IC I 18 9. Non è chiaro, invece, né a quale proposito né in relazione a quale città cretese occorrano i riferimenti a leggi preesistenti presenti nel trattato di II secolo a.C. SEG 21.484 (νόμοι νομίζων; νόμους ἐθήκατο).
Nei decreti onorari di Itanos del 269-262 a.C. ca. IC III 4 2 = 3 e del 246-222 a.C. IC III 4 4, invece, fra le motivazioni dei conferimenti onorari effettuati rispettivamente allo strategos tolemaico Patroklos e a Tolemeo III è indicato il fatto che costoro abbiano consentito agli Itanii di mantenere il proprio status di cittadini e le proprie leggi (πολιτευομένων τῶν Ἰτανίων κατὰ τοὺς νόμους; πολιτευομένος τοῖς αὐτῶν νόμοις).
Nei decreti di Arkades e Knossos relativi alla concessione di asylia a Teos della prima serie del 201 a.C. ca., IC I 5 52 e IC I 8 8, sono inoltre presenti riferimenti a una legge che regola la concessione di xenia (ξένια ... τὰ ἐν τῶι νόμωι), nota anche dal decreto di Arkades della seconda serie del 170-140 a.C. ca. IC I 5 53 (ξένια τὰ ἐκ τῶν νόμων). Nel decreto di Axos della prima serie IC II 5 17 è invece specificato che la deliberazione si è svolta mediante una votazione avvenuta κατὰ τὸν νόμον, mentre in quello di Aptera della seconda serie IC II 3 2 è documentata l’esistenza di una legge relativa alla hierosylia (τῶι τῆς ἱεροσυλίας νόμωι). Una legge che regola la concessione di onori e nello specifico il conferimento di corone d’oro è documentata inoltre a Gortyna e Olous, nei cui decreti onorari di I secolo a.C. IC IV 222 e di inizi II secolo a.C. IC I 22 4 XIII è affermato che le concessioni previste di simili corone avvengono secondo la relativa normativa (χ[ρυσῷ] στεφάνῳ τῷ μεγίστῳ κατὰ τὸν νόμον; χρυσέωι στεφάνωι τῶ[ι] ἐκ τοῦ νόμου). L’esistenza a Gortyna e Knossos di un nomos proxenikos, invece, è documentata dalle rispettive convenzioni con Mileto del 260-250 a.C. ca. IC IV 161 e IC I 8 6, nelle quali è specificato che è secondo tale normativa che devono svolgersi i processi relativi a dispute connesse al sequestro illegittimo di individui di status libero.
Per quanto riguarda le leggi sacre, nomoi hieroi sono menzionati in relazione a Itanos nell’arbitrato del 112/111 a.C. IC III 4 9 (νόμοις ... ἱεροῖς), mentre nel giuramento di Itanos di inizi III secolo a.C. IC III 4 8 è previsto l’impegno a vivere come cittadini nel rispetto delle leggi preesistenti relative alla sfera sacra, sia quelle appena stabilite che quelle future (νόμους ... πε[ρὶ τὰ] θῖνα). Leggi che regolano sacrifici, inoltre, sono ricordate nella sanatio di Lebena di fine II secolo a.C. IC I 17 7 (θύο[ντι κ]ατὸς ἀρχαίος νόμος).
Fra le qualità del defunto commemorato nell’epitaffio di Lato del 116-100 a.C. ca. SEG 39.972, Kletonymos figlio di Mnastokles, è inoltre ricordata anche quella di difensore delle leggi (πιστὸν ἔρ[εισ]μα νόμων), forse da intendere come allusione ad un ruolo pubblico svolto dall’individuo in vita, verosimilmente quello di cosmo (cf. IC I 16 26 e IC I 16 32).
Sfera giudiziaria
Dika
Contesto di attestazione: Axos (?), Datala, Dreros, Gortyna, Hierapytna, Itanos, Knossos, koinon cretese, Lato, Lyttos, Olous, Priansos
Epoca di attestazione: VI-V, III-II secolo a.C.
Il termine dika, indicante i processi, a Creta occorre in più leggi di Gortyna di VI e V secolo a.C., relative in prevalenza a questioni di diritto processuale, nelle quali sono appunto definitite le modalità di svolgimento delle azioni giudiziarie (IC IV 9, 41, 42, 47, 72, 81 e verosimilmente 75; cf. Genevrois 2017, pp. 105-117; sul diritto e l’amministrazione della giustizia nel mondo greco cf. Gernet 1964, Gernet 1982, Cassayre 2010, Velissaropoulos-Karakostas 2011).
A Gortyna è inoltre documentata l’esistenza di una wastia dika, una procedura giudiziaria apparentemente riservata ai soli cittadini, menzionata nella legge del 600-525 a.C. IC IV 13 e nel decreto onorario del 525-500 a.C. IC IV 64, nel quale è accordata al suo beneficiario la possibilità di avvalersi di tale tipologia processuale (cf. Seelentag 2015, pp. 285-288, Genevrois 2017, pp. 149-150). Antitetica alla wastia dika è invece la dika xenika o xenia dika, una procedura giudiziaria riservata agli stranieri e documentata oltre che per Gortyna nel trattato del 450-400 a.C. IC IV 80 (κσενείαι δίκα[ι]) anche nel giuramento di Itanos di inizi III secolo a.C. IC III 4 8 (δίκαν ... ξενικάν), nel quale è previsto l’impegno a non intentare processi fraudolenti di tale natura (cf. Seelentag 2015, pp. 285-288). Nel decreto di Datala del 500 a.C. ca. SEG 27.631, invece, è concesso al poinikastas Spensitheos nel caso sia vittima di sequestro dei beni o di persona di poter scegliere di quale tipo di processo avvalersi.
Riferimenti a dikai sono presenti anche in più trattati di III e II secolo a.C. volti a regolare le procedure giudiziarie che interessano cittadini delle due parti coinvolte: è il caso dei trattati fra Hierapytna e Priansos IC III 3 4, Lyttos e Olous IC I 18 9, Gortyna e forse Amyklaion IC IV 173, Gortyna e Kaudos IC IV 184, Lato e Olous IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, Axos (?) e un’altra città di cui non si è conservato il nome IC II 5 29, il koinon cretese e Anaphe IC IV 197 e verosimilmente Gortyna e Knossos IC IV 175. Riferimenti a processi, inoltre, compaiono nell’arbitrato del 115 a.C. Chaniotis, Verträge 54-56a apparentemente in relazione a Olous e nel giuramento di Dreros di fine III secolo a.C. IC I 9 1, in cui sembrano essere proibiti processi ed esecuzioni di sentenze nelle quali sia coinvolta Lyttos.
Epikriterion
Contesto di attestazione: Gortyna, Hierapytna, Priansos
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Il termine epikriterion, attestato unicamente nei trattati fra Gortyna, Hierapytna e Priansos del 205-200 a.C. ca. IC IV 174 e fra Hierapytna e Priansos di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4, sembra essere impiegato in riferimento ad un tribunale con funzioni di corte di appello possibilmente connesso al koinon cretese, che nel secondo dei due documenti è previsto che sia tenuto presso una città arbitro designata dalle contendenti (cf. Genevrois 2017, pp. 203-206).
Koinodikion
Contesto di attestazione: koinon cretese
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Il termine koinodikion, attestato solamente a Creta, sembra indicare una tipologia di corte giudiziaria di pertinenza del koinon cretese che si occupa di dispute private fra cittadini di differenti comunità, la cui giuria è verosimilmente composta da membri di entrambe le parti coinvolte (così Ager 1994; cf. inoltre Chaniotis, Verträge, pp. 136-144, Faraguna 2010, Genevrois 2017, pp. 106-117). Il termine occorre nel decreto del koinon cretese del 200-150 a.C. IC IV 197, in cui è previsto lo svolgimento di un processo [ἐν κ]οινοδικίωι per chi viola quanto stabilito in relazione alla concessione di asylia ad Anaphe, e nel trattato fra Hierapytna e Priansos di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4, nel quale è documentato l’avvenuto scioglimento del koinodikion (ἀφ’ ὧ τὸ κοινοδίκιον ἀπέλιπε χρόνω). Un passo di Polibio, inoltre, fornisce un’ulteriore attestazione del termine a proposito della possibilità accordata a Kydonia di decidere se prendervi parte o se astenersene assieme agli esuli di Phalasarna (Polyb. XXII 15.4-6, περὶ δὲ τῶν κατὰ κοινοδίκιον συνεχώρησαν αὐτοῖς βουλομένοις μὲν [αὐτοῖς] ἐξεῖναι μετέχειν, μὴ βουλομένοις δὲ καὶ τοῦτ’ ἐξεῖναι, πάσης ἀπεχομένοις τῆς ἄλλης Κρήτης αὐτοῖς τε καὶ τοῖς ἐκ Φαλασάρνης φυγάσιν).
Krima / Krisis
Contesto di attestazione: Gortyna, Hierapytna, Itanos, Knossos
Epoca di attestazione: V, II secolo a.C.
A Creta i termini krima e krisis, indicanti come altrove nel mondo greco le decisioni arbitrali, sono entrambi attestati nel trattato del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B in relazione all’arbitrato di Knossos fra Lato e Olous (sul lessico proprio delle decisioni arbitrali greche cf. Piccirilli 1973, Ager 1996, Magnetto, Arbitrati). Il termine krima, inoltre, è impiegato in riferimento alla medesima decisione arbitrale in Chaniotis, Verträge 54-56a del 115 a.C. e Chaniotis, Verträge 54-56b del 113 a.C., mentre il plurale krimata sembra occorrere nell’iscrizione edificatoria del 111/110 a.C. Chaniotis, Verträge 54-56c in riferimento ai verdetti arbitrali di Roma e Knossos (τοῖς προγεγονόσι [κρίμασι]). Il termine krisis, invece, è impiegato nell’arbitrato del 112/111 a.C. IC III 4 9 in riferimento alla contesa arbitrale fra Hierapytna e Itanos, oltre che nel trattato del 450-400 a.C. ca. IC IV 80 fra Gortyna e Rhittenia, in riferimento a decisioni – non connesse ad arbitrati – da prendere relativamente a possibili dispute future fra le due città.
Krino
Contesto di attestazione: Gortyna, Knossos, Phaistos
Epoca di attestazione: V-II secolo a.C.
Il verbo krino, che occorre nelle iscrizioni cretesi anche nell’accezione non tecnica di «decidere», è attestato in riferimento all’emissione di un giudizio arbitrale da parte di Knossos in più iscrizioni di II secolo a.C., Chaniotis, Verträge 54-56a e 54-56b, IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B e IC I 16 3 (sul lessico proprio delle decisioni arbitrali greche cf. Piccirilli 1973, Ager 1996, Magnetto, Arbitrati). Nelle convenzioni di Mileto del 260-250 a.C. ca., inoltre, nel caso in cui sorgano dispute è previsto che l’emissione di un giudizio spetti a Knossos al collegio dei cosmi e alla boule (IC I 8 6), a Gortyna ai cosmi (IC IV 161) e a Phaistos al tribunale cittadino (IC I 23 1).
A Gortyna, invece, il verbo è utilizzato in relazione all’emissione di sentenze da parte del giudice nelle leggi di V secolo a.C. IC IV 72 e IC IV 41, mentre da parte di sette membri della neotas in quella del 250-200 a.C. IC IV 162; non è chiaro, invece, chi sia tenuto all’emissione di un giudizio nella legge di fine IV - inizi III secolo a.C. IC IV 160.
Sfera economica
Fondi
Contesto di attestazione: Arkades, Itanos, Lebena, Lissos, Lyttos
Epoca di attestazione: IV secolo a.C. - I secolo d.C.
I fondi delle città cretesi, generalmente indicati nelle iscrizioni attraverso la menzione della polis (cf. supra), sono attestati esplicitamente in iscrizioni edificatorie di Arkades e Lyttos, dove risultano essere impiegati per interventi edilizi relativi a templi e terme nel primo caso (IC I 5 5 di II secolo a.C., SEG 26.1044 del 14-37 d.C. ca., ἐκ τῶν τᾶς πόλεος δαπαναμάτων), di un altare nel secondo (IC I 18 13 di I secolo d.C., ἐκ τῶν τᾶς π[όλεως προσ]όδων). Nel decreto onorario di Itanos del 246-222 a.C. IC III 4 4, invece, è previsto il ricorso ai fondi pubblici per le spese di iscrizione su pietra del documento ([ἀπὸ τῶ]ν ποθόδων τᾶς πόλιος). I fondi della città sono inoltre documentati per via letteraria a Lyttos da Dosiadas, che testimonia un loro impiego per il co-finanziamento dei sissizi (Dosiad. FGrHist 458 F 1, τὰς τῆς πόλεως προσόδους). Un passo di Eforo, inoltre, informa che ad essere nutriti a spese pubbliche (δημοσίᾳ) sono tutti i cittadini nei sissizi, inclusi i più poveri, e i giovani nell’agela (Ephor. FGrHist 70 F 149). Aristotele, invece, oltre a documentare cosa sia finanziato con i fondi della città – le attività cultuali, l’amministrazione pubblica e i sissizi (Arist. Pol. II 1272a, τὸ μὲν πρὸς τοὺς θεοὺς καὶ τὰς κοινὰς λειτουργίας, τὸ δὲ τοῖς συσσιτίοις) – fornisce anche informazioni su quali siano le entrate della città, che identifica nel raccolto e nel bestiame pubblico e nel phoros versato dai perioikoi (ἀπὸ πάντων γὰρ τῶν γινομένων καρπῶν τε καὶ βοσκημάτων δημοσίων, καὶ ἐκ τῶν φόρων οὓς φέρουσιν οἱ περίοικοι).
Presso l’Asklepieion di Lebena, inoltre, è documentata l’esistenza di un fondo di pertinenza del santuario depositato nel suo thesauros, in riferimento al quale sono attestati il termine chremata nell’iscrizione edificatoria di fine II - inizi I secolo a.C. IC I 17 6 e l’espressione «entrate del dio» nel decreto di II secolo a.C. IC I 17 2 (τῶν τῶ θιῶ προσοδίων; sulla terminologia greca relativa ai fondi pubblici e sacri cf. Migeotte 2009, pp. 47-49).
Le iscrizioni edificatorie di Lissos SEG 45.1317 di epoca ellenistica e di Lyttos IC I 18 12 di fine I secolo a.C. - inizi I secolo d.C., inoltre, documentano l’esistenza di fondi di pertinenza degli hieromnamones (per i quali cf. supra), impiegati nel primo caso apparentemente per la costruzione di una meridiana ([ἐκ τῶν] ἱερομναμονι[κῶν χρημάτων?]), mentre nel secondo per il restauro di un tempio (ἐ[κ] τῷ ἱερομνάμονικῶ χρήματος).
Gli archivi
Byblion
Contesto di attestazione: Diktynnaion di Rodopou, Polyrrhenia
Epoca di attestazione: I secolo a.C.
Il termine byblion a Creta è attestato solamente nei rendiconti del Diktynnaion di Rodopou del 6 a.C. IC II 11 3, nei quali è menzionato più volte un registro destinato alla rendicontazione delle entrate e delle uscite del santuario, una copia del quale è conservata nel Diktynnaion stesso, mentre un’altra è depositata presso la boule di Polyrrhenia (sulla terminologia greca relativa ai supporti scrittori cf. Rhodes 2001, Boffo 2003; sulle pratiche di archiviazione nel mondo greco cf. Faraguna 2013).
Katalogos
Contesto di attestazione: Lebena
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il termine katalogos a Creta è attestato nell’iscrizione di Lebena di II secolo a.C. IC I 17 8, nella quale è documentata l’istituzione del catalogo delle sanationes dell’Asklepieion, fatte trascrivere su pietra dalle originarie sanides lignee (sulla terminologia greca relativa ai supporti scrittori cf. Rhodes 2001).
Leukoma
Contesto di attestazione: Itanos
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
L’arbitrato di Magnesia del 112/111 a.C. IC III 4 9 documenta l’utilizzo ad Itanos di leukomata, tavolette di rendicontazione sulle quali sono registrate le spese relative al contingente tolemaico stanziato presso il phrourion situato nel territorio della città. Il termine leukoma, inoltre, ricorre anche nel decreto di Itanos di inizi III secolo a.C. IC III 4 7, nel quale è richiesto che i magistrati in carica scrivano su una tavoletta i nomi e i patronimici di coloro che hanno prestato il giuramento previsto (sulla terminologia greca relativa ai supporti scrittori cf. Rhodes 2001, Boffo 2003).
Sanis
Contesto di attestazione: Lebena
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
L’iscrizione di Lebena di II secolo a.C. IC I 17 8, con la quale si apre il catalogo epigrafico delle sanationes dell’Asklepieion, documenta l’originaria redazione delle stesse su tavolette lignee, denominate sanides (sulla terminologia greca relativa ai supporti scrittori cf. Rhodes 2001, Boffo 2003).
Relazioni estere
Damosia sphragis
Contesto di attestazione: Aptera, Knossos
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
L’apposizione di un sigillo pubblico su documenti ufficiali della polis, pratica attestata anche in altre aree del mondo greco, è documentata a Creta da due decreti di II secolo a.C. Nel decreto onorario di Aptera per il medico di Cos Kallipos IC II 3 3 è richiesto che la sphragis sia apposta dai cosmi sul documento in questione, da spedire a Cos (σαμανάμενοι τοὶ κόσμοι τᾶ[ι δαμο]σίαι σφραγῖδι), mentre nel decreto di Knossos del 170-140 a.C. ca. IC I 8 11 relativo alla concessione di asylia a Teos è previsto che tali magistrati appongano il sigillo su una copia dello psaphisma, da consegnare agli ambasciatori teii in visita presso la città cretese (σφραγίξαντας τᾶι δαμοσίαι σφραγῖδι; sull’esemplare di III secolo a.C. di sigillo pubblico di Knossos rinvenuto a Kallipolis cf. SEG 30.512, n. 2; sui sigilli nel mondo greco cf. Boussac – Invernizzi 1996).
Epistole
Contesto di attestazione: Gortyna, Hierapytna, Kydonia
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Il termine epistole in riferimento a missive è noto a Creta per Gortyna e Hierapytna, di cui è documentato l’invio di epistolai aventi come destinatari altre città cretesi nell’arbitrato del 112/111 a.C. IC III 4 9 (sull’epistolografia nel mondo greco cf. Muir 2009, Ceccarelli 2013, pp. 13-19). Il decreto onorario ateniese del 228/7 a.C. IG II3 1 1137, invece, sembra testimoniare la consegna da parte di Eumaridas di Kydonia di lettere di supporto all’ambasceria ateniese diretta a Polyrrhenia, necessarie forse per facilitare le relazioni diplomatiche fra quest’ultima ed Atene.
Gramma
Contesto di attestazione: Allaria, Gortyna, Hierapytna, Itanos, Knossos, Lato, Olous
Epoca di attestazione: V, II secolo a.C.
Il termine gramma, attestato nelle iscrizioni cretesi soltanto al plurale, è impiegato in riferimento a lettere inviate da Allaria a Paros (IC II 1 2 di II secolo a.C.), da Lato, Olous e Knossos a Delos (IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B del 116 a.C.) e in relazione alla corrispondenza di Itanos e Hierapytna (IC III 4 9 del 112/111 a.C.; sull’epistolografia nel mondo greco cf. Muir 2009, Ceccarelli 2013, pp. 13-19). Nel Grande Codice di Gortyna del 450 a.C. ca. IC IV 72, invece, il termine compare nell’accezione di «legge scritta», come equivalente dell’espressione τὰ ἐγραμμένα (cf. supra s.v. nomos).
Homologia
Contesto di attestazione: Gortyna, Knossos, koinon cretese, Malla
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Il termine homologia è impiegato in alcuni trattati cretesi di III e II secolo a.C. in riferimento agli accordi stessi: è il caso della convenzione fra Knossos e Mileto del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6 e dei trattati fra Gortyna e Knossos del 166/165 a.C. IC IV 182, fra trentun città del koinon cretese ed Eumene II del 183 a.C. IC IV 179 e fra Malla e e Attalo I del 200 a.C. ca. SEG 46.1232 (sul lessico greco relativo ai trattati cf. EG II, pp. 536-551, Chaniotis, Verträge, p. 63).
Isopoliteia
Contesto di attestazione: Arkades, Hierapytna
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Oltre che per indicare il conferimento dello status di isopolites (sul quale cf. supra), il termine isopoliteia è attestato a Creta anche in riferimento alla tipologia di documento che ne prevede la concessione: un simile uso del termine è documentato nel trattato di II secolo a.C. IC III 3 5 fra Hierapytna e una comunità di suoi cittadini residenti ad Arkades (per l’isopoliteia nel mondo greco cf. Gawantka 1975; sul lessico greco relativo ai trattati cf. EG II, pp. 536-551, Chaniotis, Verträge, pp. 101-108).
Symbolon
Contesto di attestazione: Hierapytna, Priansos
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Il termine symbolon a Creta è attestato nel trattato fra Hierapytna e Priansos di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4, nel quale è impiegato per definire il documento stesso, che prevede convenzioni giudiziarie fra le due città (cf. Genevrois 2017, pp. 67-73; sul lessico greco relativo ai trattati cf. EG II, pp. 536-551).
Syntheka
Contesto di attestazione: Artemitai, Axos, Eleutherna, Gortyna, Hierapytna, Itanos, Knossos, Lato, Lyttos, Malla, Olous, Phaistos, Praisos, Priansos, Sybrita, polis ignota
Epoca di attestazione: V, III-II secolo a.C.
Il termine syntheka, impiegato perlopiù al singolare, a Creta figura in numerosi trattati in riferimento agli accordi stessi. Il suo più antico utilizzo cretese è identificabile nel trattato di fine V secolo a.C. fra Lyttos e Lindos Lindos II 13, mentre tutte le sue altre attestazioni sono concentrate nell’epoca ellenistica (sul lessico greco relativo ai trattati cf. EG II, pp. 536-551, Chaniotis, Verträge, p. 63; sulle tipologie dei trattati cretesi di epoca ellenistica cf. Chaniotis, Verträge, pp. 59-62). Il termine syntheka è attestato al singolare nei trattati di metà III - II secolo a.C. fra Hierapytna e un’altra città IC III 3 6, Hierapytna e Rodi IC III 3 3 A, Gortyna, Hierapytna e Priansos IC IV 174, Gortyna e Knossos SEG 49.1217 e IC IV 181, Hierapytna e Itanos IC III 4 6, Hierapytna e Lato SEG 26.1049, Hierapytna e Knossos IC I 8 13, Hierapytna e Priansos IC III 3 4, Lato e Olous IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, Axos, Phaistos e Gortyna SEG 23.563, Gortyna e Sybrita IC IV 183, Lyttos e Praisos IC III 6 11, Olous e Lyttos IC I 18 9 = SEG 61.722 = SEG 33.638 e verosimilmente in quelli fra Eleutherna e Antigono Dosone IC II 12 20, Hierapytna e Antigono Dosone IC III 3 1 A e Hierapytna e Arkades IC III 3 1 B. Un riferimento a più synthekai, invece, è presente nei trattati di III secolo a.C. fra Phaistos e Mileto IC I 23 1, fra Axos, Phaistos e Gortyna SEG 23.563, fra Axos (?) e un’altra città IC II 5 23, fra Eleutherna e gli Artemitai IC II 12 22, fra Malla e Attalo I del 200 a.C. ca. SEG 46.1232 e fra Olous e Lyttos del 111/110 a.C. IC I 18 9. Più synthekai sono inoltre menzionate nel decreto di inizi II secolo a.C. IC II 30 3, sebbene non sia noto in riferimento a quali poleis. Il termine synthesis, apparentemente equivalente a syntheka, è invece impiegato nel trattato fra Olous e Rodi del 201/200 a.C. SEG 23.547 in relazione al documento stesso.
Lo spazio pubblico
Agela
Contesto di attestazione: Eltynia
Epoca di attestazione: V secolo a.C.
Il termine agela, oltre a indicare i gruppi in cui sono riuniti i giovani al fine dell’addestramento militare (per i quali cf. supra s.v. agela), risulta impiegato a Creta anche con un valore spaziale nella legge di Eltynia del 500 a.C. ca. IC I 10 2, dove è menzionata assieme all’andreion, alla synboletra e al koros, le aggressioni fisiche avvenute nei quali sono soggette ad una punizione differente rispetto a quanto stabilito dalla regolamentazione generale.
Agora
Contesto di attestazione: Arkades, Axos, Chersonesos, Dreros, Eleutherna, Gortyna, Itanos, Kantanos, Knossos, Kydonia*, Lato*, Malla, Olous, Phaistos, Phalasarna*, Rhaukos, Rhittenia, Sybrita (?)
Epoca di attestazione: VII-II secolo a.C.
A Creta il senso originario di «assemblea riunita» è ancora vivo per il termine agora, che è impiegato con tale significato nel trattato fra Gortyna e Rhittenia del 450-400 a.C. IC IV 80, nel quale è richiesto che in caso di convocazione giudiziaria i Gortynii si presentino a Rhittenia κατ’ ἀγορὰν ϝευμέναν, e in quello fra Arkades e Hierapytna del 227-221 a.C. ca. IC III 3 1 B, dove è previsto lo svolgimento annuale di un’attività da parte del cosmo ἐ[ν - - - ἀγ]ορᾶς πληθυώσας (cf. Hsch. s.v. ἀγορά· ⟨Κρῆτες δὲ τὴν ἐκκλησίαν⟩; cf. inoltre Genevrois 2017, pp. 16-19 e Seelentag 2015, pp. 204-211, secondo cui il termine agora definisce a Creta il corpo civico; per l’agora nel mondo greco cf. Ampolo 2012, Erdas 2012, Moggi 2012). Una connessione fra l’agora e le riunioni dell’assemblea è inoltre documentata dal Grande Codice di Gortyna del 450 a.C. ca. IC IV 72, nel quale è previsto che le adozioni e i loro eventuali annullamenti debbano essere annunciati dal laos (per il quale cf. infra) posto nell’agora quando vi è riunita l’assemblea di cittadini (κατ’ ἀγορὰν καταϝελμένον το͂μ πολιατᾶν; κατ’ ἀγορὰν ... καταϝελμένον το͂ν πολιατᾶν). L’agora come centro della vita civica in cui debbano essere compiute le proclamazioni ufficiali sembra essere documentata anche per Phaistos, nella cui legge del 550-500 a.C. SEG 32.908 compare l’espressione [ϝ]εῖπαι ἐν ἀγορ[ᾶι], apparentemente in relazione a procedure giudiziarie. Un legame fra l’agora ed i processi è documentato anche da più leggi gortynie di VI e V secolo a.C., IC IV 13, 75 e 81, nelle quali l’agora è indicata come sede in cui devono svolgersi le dikai, oltre che possibilmente IC IV 102, in cui la menzione dell’agora sembra essere associata a quella di un testimone. Il decreto gortynio della seconda metà del III secolo a.C. IC IV 162, inoltre, documenta l’agora come luogo in cui i sette membri della neotas sorteggiati sono tenuti a pronunciare un giuramento prima dell’emissione di un giudizio relativo a contravvenzioni legate all’utilizzo della monetazione bronzea.
L’agora come sede del mercato, invece, è documentata solamente all’interno del Grande Codice di Gortyna del 450 a.C. ca. IC IV 72, nel quale è menzionata l’eventualità che uno schiavo sia stato acquistato presso di essa (ἐκς ἀγορᾶς πρ[ι]άμενος δο͂λον). Un passo dello Stadiasmo (Stad. 336), inoltre, definisce Phalasarna emporion e documenta l’esistenza di una sua agora apparentemente situata sull’isola di Myle (ἀγορὰν ἔχει).
In due iscrizioni ellenistiche, inoltre, l’agora è indicata come luogo prescelto per la collocazione della relativa stele: è il caso del decreto onorario di Malla di fine II secolo a.C. IC I 19 3 A, in cui è richiesto il posizionamento della stele nel luogo più in vista dell’agora, e del trattato fra Lyttos e Olous del 111/110 a.C. SEG 61.722, in cui l’esposizione delle stele è prevista nell’agora a Chersonesos e Olous, mentre nel Pythion a Lyttos.
L’agora, inoltre, è nominata come punto di riferimento spaziale nella legge di Gortyna del 500-450 a.C. IC IV 43, nella quale è menzionato un ponte situato nei suoi pressi (ἀ ἐπ’ ἀγορᾶι δέπυρα), e nel trattato del 166/165 a.C. IC IV 182, in cui è menzionata l’agora di Rhaukos assieme al suo pritaneo all’interno della descrizione degli spazi urbani e del territorio della città di cui è prevista la spartizione fra Gortyna e Knossos.
Oltre ai riferimenti diretti all’agora, numerose iscrizioni conservano attestazioni del culto di Zeus Agoraios, la cui esistenza è indice di una raggiunta coscienza civica giudiziaria e istituzionale e verosimilmente della presenza nella relativa polis di un’agora (cf. Greco 2006, Antonetti 2009; sul ruolo di Zeus Agoraios nei giuramenti dei trattati cretesi cf. Chaniotis, Verträge, p. 75). Zeus Agoraios è menzionato nei giuramenti di III - inizi II secolo a.C., inclusi perlopiù all’interno di trattati di Itanos IC III 4 8, Arkades e Gortyna IC IV 171, Dreros IC I 9 1 e forse Eleutherna e Knossos SEG 41.743, Axos SEG 23.563 e Gortyna e Sybrita IC IV 183. Da Kantanos, inoltre, proviene la sola dedica votiva cretese a Zeus Agoraios, IC II 6 1 di II secolo a.C. Sacrifici in onore di Zeus Agoraios sono invece previsti dalle leggi sacre di Dreros del 650-600 a.C. Bile 8, in cui è attestata l’esistenza di un Agoraion, e di Axos di fine IV secolo a.C. SEG 23.566, in cui è specificato che il sacrificio deve consistere in cento buoi.
Da Dreros, inoltre, provengono i resti archeologici più antichi finora ritrovati pertinenti ad un’agora, risalenti all’epoca arcaica (cf. Farnoux – Zografaki 2014, pp. 109-113), mentre un’agora di epoca classico-ellenistica è documentata per via archeologica a Lato e Kydonia (cf. Ducrey – Picard 1972, Ducrey – Picard 1978, Ducrey – Picard 1980, Milidakis 2013, pp. 27-33).
Agreion
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: VI secolo a.C.
La legge di Gortyna del 600-525 a.C. IC IV 9 è il solo documento a testimoniare l’esistenza dell’agreion, termine che sembra indicare uno spazio pubblico verosimilmente connesso in qualche modo con l’agretas, figura attestata dal decreto di Dreros del 650-600 a.C. Bile 4 (per il quale cf. supra s.v. agretas). Sebbene il termine agretas sia stato interpretato su base etimologica come «colui che convoca» i cittadini o i soldati, con la conseguente interpretazione dell’agreion come luogo di raduno dei cittadini in armi (cf. IC IV, pp. 53-55; per il possibile suo valore di «riscatto» cf. Genevrois 2017, pp. 19-25), è significativo notare come le uniche occorrenze di entrambi i termini compaiano in connessione più o meno stretta con i propoloi, coincidenza che può suggerire un legame fra l’agreion e l’agretas e la sfera sacra (cf. inoltre Hsch. s.v. ἀγρεταί· παρὰ Κῴοις ἐννέα κόραι κατ’ ἐνιαυτὸν αἱρούμεναι πρὸς θεραπείαν τῆς Ἀθηνᾶς).
Andreion
Contesto di attestazione: Axos, Azoria*, Datala, Eltynia, Gortyna, Hierapytna, Itanos* (?), Lyttos*, Praisos* (?), Priansos
Epoca di attestazione: VI-II secolo a.C.
Il termine andreion, nella documentazione epigrafica cretese impiegato esclusivamente con valore spaziale, nelle fonti letterarie è attestato in riferimento sia alla struttura pubblica in cui hanno sede i sissizi che ai sissizi stessi, di cui è detto essere il nome cretese (così in Hsch. s.v. ἀνδρεια, Arist. Pol. II 1272a, Plut. Lyc. XII 1, Plut. Quaestiones convivales 714b, Ephor. FGrHist 70 F 149; cf. supra s.v. syssition; cf. inoltre Montecchi 2007, Genevrois 2017, pp. 44-47). Al significato di sissizio e di edificio in cui si svolgono i sissizi (documentato quest’ultimo da Pyrg. FGrHist 467 F 1, Ephor. FGrHist 70 F 149, Dosiad. FGrHist 458 F 1) se ne aggiunge peraltro anche un terzo, quello di raggruppamento sociale coincidente con l’eteria, documentato solamente da Dosiadas (Dosiad. FGrHist 458 F 1).
Nella località di Azoria, di cui non è noto il toponimo antico, è stato rinvenuto uno dei pochi edifici documentati per via archeologica ad essere con un buon grado di certezza identificabili come andreia, risalente al VI secolo a.C. e coevo alle più antiche attestazioni epigrafiche del termine (cf. Haggis – Mook 2013, pp. 73-74; sui possibili andreia di Rhittenia/Prinias e Dreros cf. Seelentag 2015, pp. 403-416, su quello di Itanos Schnapp et al. 2009, Tsingarida – Viviers 2014, su quello di Praisos Whitley 2014).
Il termine andreion ha la sua più alta occorrenza nella legge di Gortyna del 600-525 a.C. IC IV 4, possibilmente in connessione con bevute collettive (ἐν ἀνδρήιοι πί[νεν?]), per essere poi attestato come luogo destinato alla commensalità in quella di Axos del 525-500 a.C. IC II 5 1, menzionante una fornitura di pasti nell’andreion per i lavoratori pubblici (ἰν ἀντρηίοι διάλσιος; τροπὰν ἰν ἀντρηίοι), e nel decreto di Datala del 500 a.C. ca. SEG 27.631, in cui è previsto che il poinikastas Spensitheos fornisca all’andreion una quantità di carne dal valore di dieci pelekys (ἐς ἀνδρήιον). Un riferimento ad una fornitura relativa all’andreion è presente anche nella legge di Gortyna del 450-400 a.C. IC IV 75, sebbene non sia specificato se quanto procurato sia legato alla prassi dei sissizi (ἐκς ἀνδρείο ὄττ’ ὀ ἀρκὸς παρέκει κατ’ ἀνδρεῖον). La menzione di un andreion presente nella legge di Eltynia relativa alle aggressioni fisiche del 500 a.C. ca. IC I 10 2, dove è ricordato assieme all’agela, alla synboletra e al koros, sembra essere invece connessa a una punizione differente rispetto a quanto stabilito dalla regolamentazione generale imposta a chi commetta aggressioni fisiche in tali spazi pubblici. Non è chiaro, invece, a quale proposito occorra la menzione di un andreion presente nella legge di Axos di III secolo a.C. IC II 5 25 (ἐξ ἀνδρηίο), nella quale è tuttavia possibile che siano stabiliti limiti di età per accedervi. Il trattato fra Hierapytna e Priansos di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4, inoltre, testimonia l’esistenza ancora in piena epoca ellenistica dell’andreion, presso il quale sono invitati reciprocamente i cittadini dell’alleata in occasione di festività e presso cui sembrano soliti radunarsi in tali circostanze i cittadini della città ospite (ἑρπόντων παρ’ ἀλλάλος ἐς ἀνδρήιον καθὼς καὶ οἱ ἄλλοι πολῖται).
Archeion
Contesto di attestazione: Hierapytna, Knossos, Lyttos, Priansos
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Il termine archeion a Creta è attestato in riferimento alla sede dei magistrati di una città, senza alcuna connessione apparente con gli archivi (per l’archeion come archivio, invece, cf. Boffo 2003). Il termine occorre con tale significato in tre trattati di fine III o II secolo a.C. stipulati da Hierapytna rispettivamente con Lyttos, Priansos e Knossos, IC III 3 3 B, IC III 3 4 e IC I 8 13, nei quali è previsto che i cosmi di ciascuna città siano invitati presso l’archeion dell’alleata (ἐς τὸ ἀρχεῖον). Per Knossos, inoltre, un archeion è attestato anche nella convenzione fra la città e Mileto del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6, dove è stabilito che in caso di dispute un giudizio debba essere emesso entro cinque giorni da quando gli individui coinvolti si sono recati presso la sede dei magistrati (ἐπὶ τὸ ἀρχεῖον).
Boule
Contesto di attestazione: Polyrrhenia
Epoca di attestazione: I secolo a.C.
Il termine boule, a Creta primariamente impiegato in riferimento al consiglio (per il quale cf. supra), è attestato più volte nei rendiconti del Diktynnaion di Rodopou del 6 a.C. IC II 11 3 per indicare una struttura pubblica di Polyrrhenia – presumibilmente la sede di riunione della boule – che svolge anche funzioni di archivio, in quanto vi è conservata una copia del registro di rendicontazione del santuario (sulla prassi di depositare documenti presso la boule cf. Boffo 2003).
Choros
Contesto di attestazione: Aphrodision di Dera, Eltynia, Lebena
Epoca di attestazione: V, II-I secolo a.C.
Il termine choros, oltre che le associazioni corali e le performances coreutiche (per le quali cf. supra), è impiegato a Creta per indicare anche i luoghi adibiti alla pratica della danza (cf. Seelentag 2015, pp. 457-458). Interventi edilizi interessanti un choros sono commemorati in due iscrizioni edificatorie di epoca ellenistica, IC I 14 2 del 120/119 a.C. da Istron, verosimilmente in riferimento all’Aphrodision di Dera, e SEG 47.1403 di fine II - inizi I secolo a.C. da Lebena. Sembra da essere inteso come spazio adibito alle danze, inoltre, anche il koros menzionato assieme ad altri spazi pubblici nella legge di Eltynia del 500 a.C. ca. IC I 10 2 relativa alle aggressioni fisiche (’πὶ κορο͂ι), termine che pare essere una variante psilotica di choros.
Chreophylakion
Contesto di attestazione: Gortyna, Knossos, Lato, Olous, Polyrrhenia
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il termine chreophylakion, indicante la struttura pubblica presso cui è abitualmente conservato il registro dei debiti e dei contratti fra privati, è documentato a Creta da più iscrizioni di II secolo a.C. (cf. Genevrois 2017, p. 357; sul chreophylakion nel mondo greco cf. Dareste 1882, Boffo 2003). Nella manomissione di Gortyna di metà II secolo a.C. SEG 48.1208 è previsto che l’operazione finanziaria connessa all’affrancamento avvenga attraverso il chreophylakion, mentre nel decreto frammentario di Polyrrhenia IC II 23 6 la menzione di tale struttura è prossima ad un riferimento temporale, possibilmente una scadenza connessa ad attività a questa legate. Il trattato fra Lato e Olous del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B, inoltre, documenta il ricorso al chreophylakion di Knossos come sede presso cui depositare dieci talenti come garanzia, mentre quello fra le medesime città del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B prevede fra le sue clausole la possibilità di compiere transazioni commerciali di varia natura tramite i chreophylakia delle due poleis.
Damosia hodos
Contesto di attestazione: Lato, Gortyna
Epoca di attestazione: V, II secolo a.C.
L’esistenza di strade connotate come pubbliche è documentata a Creta dalla legge di Gortyna del 500-450 a.C. IC IV 46, che prevede l’utilizzo di una damosia odos situata nel territorio della città per il trasporto di cadaveri (cf. Marginesu 2008), e sul finire del II secolo a.C. dalla descrizione dei confini del territorio di Lato e della sua frontiera con Olous presente nei trattati IC I 16 18 e IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, che documenta l’esistenza di una hodos damosia di pertinenza della prima polis, menzionata come punto di riferimento.
Dikasterion
Contesto di attestazione: Bionnos (?), Gortyna, koinon cretese, Kydonia (?), Phaistos
Epoca di attestazione: V-II secolo a.C.
Il tribunale trova la sua più antica attestazione cretese nel Grande Codice di Gortyna del 450 a.C. ca. IC IV 72, nel quale figura come luogo presso cui debba essere depositato l’ammontare previsto di dieci stateri nei casi di annullamento di adozioni (cf. Genevrois 2017, pp. 105-117; per i tribunali come edifici pubblici cf. Hansen – Fischer-Hansen 1994). A Phaistos, invece, il tribunale cittadino (τὸ δικαστήριον τὸ πολιτικόν) è chiamato ad emettere un giudizio entro cinque giorni dall’emergere del problema nei casi di dispute sorte relativamente all’acquisto indebito di cittadini liberi come schiavi nella convenzione con Mileto del 260-250 a.C. ca. IC I 23 1. Il dikasterion risulta essere coinvolto in procedure giudiziarie anche nei trattati del 360-350 a.C. SEG 17.20 verosimilmente in relazione a Kydonia, di inizi III secolo a.C. IC II 30 1 possibilmente in relazione a Bionnos e di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 4, nel quale è previsto il ricorso da parte di chi lo desideri fra i cittadini di Hierapytna e Priansos ad un tribunale comune (κοινῶ δικαστηρίω) possibilmente pertinente al koinon cretese.
Ephora (?)
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: V secolo a.C.
Il trattato fra Gortyna e Rhittenia del 450-400 a.C. IC IV 80 conserva in relazione alla prima città un riferimento a importi di multe fissati da norme scritte nell’ephora (ἆι ἐν τᾶι ’πόραι ἔ[γρα]τται), termine che sembra essere connesso alla carica di eforo (per il quale cf. supra s.v. ephoros), apparentemente come spazio pubblico di sua pertinenza.
Eunomia
Contesto di attestazione: Lato
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il termine eunomia, a Creta generalmente impiegato per definire l’omonimo collegio di magistrati (per i quali cf. supra), nell’iscrizione edificatoria di Lato di fine II secolo a.C. IC I 16 24 è utilizzato con valore spaziale in riferimento all’edificio in cui tale collegio ha sede, di fronte al quale è stato costruito il tempio commemorato dall’epigrafe (ναὸν [π]ροπάροιθε εὐνομίας ἔθεσαν).
Gymnasion
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: VI secolo a.C., II-I secolo a.C.
Il decreto onorario di Gortyna del 525-500 a.C. IC IV 64 è la sola iscrizione a documentare l’esistenza di ginnasi a Creta (sui ginnasi nel mondo greco cf. Delorme 1960, Kah – Scholz 2004). La menzione di un gymnasion nel decreto è possibile che occorra come punto di riferimento spaziale per la localizzazione del woikopedon assegnato al suo beneficiario Dionysios, sebbene non sia da escludere che sia da ricondurre ad un’ipotetica concessione a costui di potervi accedere (cf. Seelentag 2015, pp. 322-323). L’esistenza di un gymnasion a Gortyna, inoltre, pare essere documentata per via archeologica in epoca ellenistica, periodo a cui risale lo stadio rinvenuto nella città, verosimilmente parte di un più ampio complesso destinato alle esercitazioni atletiche e militari (cf. Livadiotti 2011).
Hestia
Contesto di attestazione: Aptera, Arkades, Biannos, Dreros, Erannos, Gortyna, Hierapytna, Hyrtakina, Lato, Lyttos, Olous, Priansos, Sybrita (?)
Epoca di attestazione: III-I secolo a.C.
A Creta l’esistenza di una koina hestia è documentata da più decreti di epoca ellenistica, nei quali è previsto l’invito ἐπὶ ξενισμόν o ἐπὶ ξένια presso di questa degli ambasciatori di poleis straniere che soggiornano nella città. Simili inviti sono presenti nei decreti relativi alla concessione di asylia a Teos della seconda serie del 170-140 a.C. ca. di Aptera IC II 3 2, Biannos IC I 6 2, Erannos Teos 19 e Hyrtakina IC II 15 2, nel quale è specificato come la koina hestia si trovi nel Delphinion, e nei decreti di Arkades di II e I secolo a.C. IC I 5 20 A I-II e forse IC I 5 19 A.
La divinità Hestia/Histia, inoltre, è menzionata nei giuramenti di metà III - fine II secolo a.C., perlopiù inclusi all’interno di trattati, di Gortyna, Hierapytna e Priansos IC IV 174, Hierapytna e Lyttos IC III 3 3 B, Dreros IC I 9 1, Arkades IC III 3 5, Lyttos IC I 18 9 = SEG 61.722 = SEG 33.638, Lato e Olous IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B e forse Arkades e Gortyna IC IV 171, Gortyna e Sybrita IC IV 183 e Olous SEG 23.547 (sul ruolo di Hestia nei giuramenti dei trattati cretesi cf. Chaniotis, Verträge, p. 75). La divinità figura inoltre come destinataria della dedica votiva da parte di un ex damiorgos di Aptera di II secolo a.C. SEG 60.984 e della consacrazione di una struttura cultuale commemorata nell’iscrizione edificatoria di Lato del 150-100 a.C. IC I 16 23, promossa verosimilmente dai cosmi della città.
Horos
Contesto di attestazione: Axos, Diktynnaion di Rodopou, Dragmos, Gortyna, Hierapytna, Itanos, Knossos, Lato, Lyttos, Olous, Praisos, Priansos, Tylisos
Epoca di attestazione: V, III-I secolo a.C.
Più documenti cretesi, in particolar modo trattati, conservano sezioni dedicate alla definizione dei confini dei territori delle città coinvolte, frequentemente introdotte da intestazioni quali ὅροι τᾶς χώρας o ὅροι τᾶς γᾶς (sulla definizione dei confini nel mondo greco cf. Daverio Rocchi 1988, Ober 1995). La più antica descrizione di confini conservatasi per Creta è quella presente nella legge di Lyttos del 500 a.C. ca. SEG 35.991, che interessa i tratturi percorsi dai transumanti, seguita da quella del trattato fra Knossos e Tylisos del 460-450 a.C. ca. IC I 8 4. Risalgono invece all’epoca ellenistica le descrizioni dei confini di Gortyna e Priansos (SEG 53.942 = IC IV 174 del 205-200 a.C.), Hierapytna e Lato (SEG 26.1049 del 111/110 a.C.), Hierapytna e Olous (IC I 16 18 del 112-110 a.C.) e Lato (Chaniotis, Verträge 54-56a del 115 a.C., IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B del 110-108 a.C.).
Riferimenti a confini precedentemente fissati (ὅροι, ὦροι o ὅρια) o richiami a precedenti loro definizioni (περιορισμοί) senza una loro descrizione sono inoltre presenti nel trattato del 166/165 a.C. IC IV 182 in relazione ad Axos (ἐς τὸνς τῶν Ϝαξίων ὤρονς) e negli arbitrati relativi ai confini fra Lato e Olous Chaniotis, Verträge 54-56b del 113 a.C. e fra Hierapytna e Itanos IC III 4 9 del 112/111 a.C., interessante anche gli horoi di Dragmos e Praisos. Un riferimento ai confini del Diktynnaion di Rodopou, inoltre, è presente nei rendiconti del santuario del 6 a.C. IC II 11 3 (τῆς Σεβαστῆς Δικτύννης ὁρῶν). L’iscrizione edificatoria del santuario di Dera Chaniotis, Verträge 54-56c del 111/110 a.C., inoltre, commemora l’operazione di collocazione delle pietre di confine (τὸς ὅρος) lungo le frontiere di Lato per opera degli specializzati horothetai milesii.
Koimeteria
Contesto di attestazione: Creta*
Epoca di attestazione: III secolo a.C. (?)
Il frammento di Dosiadas relativo alla descrizione dei sissizi di Lyttos è la sola fonte a documentare l’esistenza a Creta di koimeteria, secondo lo storico presenti in ogni città e destinati all’accoglienza degli ospiti stranieri nell’ambito della pratica dei sissizi (Dosiad. FGrHist 458 F 1, ἐν ᾧ τοὺς ξένους κοιμίζουσι; sul termine koimeterion nel mondo greco cf. Kramer 1990).
Laos
Contesto di attestazione: Gortyna
Epoca di attestazione: V secolo a.C.
Il termine laos, attestato solamente nel Grande Codice di Gortyna del 450 a.C. ca. IC IV 72 in due passi relativi alle adozioni, indica una sorta di tribuna situata nell’agora dalla quale sono compiute le proclamazioni ufficiali (ἀπὸ το͂ λάο ἀπαγορεύοντι; cf. Genevrois 2017, pp. 217-218).
Mouseion
Contesto di attestazione: Aptera*
Epoca di attestazione: ?
A Creta l’esistenza di mouseia, luoghi deputati alla pratica delle arti, è documentata per Aptera solamente da Stefano di Bisanzio, il quale ricorda la presenza presso la polis di un mouseion situato in una posizione prossima sia alla città che al mare (St.Byz. s.v. Ἄπτερα; sui mouseia nel mondo greco cf. Caruso 2016).
O(u)reion
Contesto di attestazione: Dreros, Knossos, Lyttos (?), Olous
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Il giuramento di Dreros di fine III secolo a.C. IC I 9 1 documenta l’esistenza di fortificazioni (οὐρεῖα) sui confini della città e di Knossos, che i giurati si impegnano a non tradire (cf. Genevrois 2017, pp. 373-376). Simili postazioni difensive sono documentate anche dal trattato fra Lato e Olous del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, nel quale la prima città si impegna a prestare aiuto alla seconda nel caso in cui siano oggetto di attacco militare la sua polis, la sua chora o i suoi ὠρεῖα, analogamente a quanto avviene in quello fra Lyttos e Olous del 145-121 a.C. SEG 41.770, sebbene in un contesto che non lascia intendere se gli οὐρήι[α] siano della prima o della seconda città.
Paradeisos
Contesto di attestazione: Itanos
Epoca di attestazione: III secolo a.C.
Il decreto onorario di Itanos del 246-222 a.C. IC III 4 4 per Tolemeo III e Berenice II documenta l’esistenza presso la polis di un paradeisos situato presso la porta di accesso alla città, del quale è prevista la conversione a temenos consacrato alla coppia regale (sul paradeisos nel mondo greco cf. Nielsen 2013).
Phro(u)rion
Contesto di attestazione: Aptera, Eleutherna, Gortyna, Hierapytna, Itanos, Kantanos*, Lappa, Lato, Olous
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Più documenti cretesi di epoca ellenistica, perlopiù trattati, prevedono l’impegno delle contraenti a prestare aiuto militare all’alleata nel caso in cui siano oggetto di attacco militare i suoi φρώρια / φρούρια (sul termine cf. Genevrois 2017, pp. 373-376). Simili clausole sono presenti nei trattati di fine III e II secolo a.C. fra Aptera e Hierapytna SEG 63.747, Gortyna e Lappa IC IV 186 (in cui per Gortyna è menzionato un solo phrorion), Eleutherna e Lato IC I 16 17, Eleutherna e Aptera SEG 41.742 e Lato e Olous IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B.
Nell’arbitrato del 112/111 a.C. IC III 4 9, inoltre, è ricordato in relazione a Itanos il phrourion tolemaico stanziato nel suo territorio, verosimilmente sulla sua isola di Leuke ([τ]ὴν νῆσον φρουρίου; cf. Spyridakis 1970). Il decreto di Olous di inizi II secolo a.C. SEG 23.548, invece, sembra documentare l’esistenza di un phrourion rodio nel territorio della città cretese.
Fra le numerose fortificazioni documentate per via archeologica sul suolo cretese, inoltre, sono da segnalare quelle di epoca ellenistica presenti nel territorio di Kantanos nella valle del Kakodikianos e in quello di Olous sul monte Oxa e nella località di Pines (cf. Van Effenterre 1949, Coutsinas 2013, pp. 257-260, 345-348, 367-371).
Polis
Contesto di attestazione: Anopolise, Aptera, Chersonesos, Datalae, Dreros, Eleutherna, Gortyna, Hierapytna, Itanos, Knossos, Lato, Lyttos, Malla, Olous, Phaistos, Phalasarna, Polyrrhenia, Praisos, Priansos, Stalai, polis ignota (Axos o Tylisos)
Epoca di attestazione: VI-V, III-I secolo a.C.
Il termine polis oltre che in riferimento all’assemblea cittadina e all’insieme della collettività civica (per i quali cf. supra e infra) è attestato nelle iscrizioni cretesi – come altrove nel mondo greco – anche in senso spaziale per indicare l’area urbana di una città, frequentemente in contrapposizione alla sua chora (cf. Inventory of Poleis, pp. 74-79). Tale impiego occorre a proposito della difesa militare della città nelle iscrizioni di III e II secolo a.C., perlopiù trattati, di Dreros IC I 9 1, Gortyna SEG 23.563, Hierapytna IC III 3 3 A, Itanos IC III 4 2 = 3 e 9, Lato SEG 26.1049, Olous IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B e forse Lato o Olous SEG 41.770, oltre che mediante il termine patra in riferimento ad Anopolis in SEG 8.269. Il trattato fra Olous e Rodi del 201/200 a.C. SEG 23.547, inoltre, prevede che la prima polis metta a disposizione ad uso esclusivo della seconda la propria città assieme ai propri porti e alle basi navali qualora Rodi ne abbia bisogno.
In alcune iscrizioni di III e II secolo a.C. sono inoltre presenti affermazioni legate al concetto di possesso da parte di una comunità della propria città e del proprio territorio, come avviene nel trattato fra Phalasarna e Polyrrhenia IC II 11 1 = SEG 50.936 (πόλιν καὶ γᾶν ἔχοντας αὐτοὺς τὰν αὐτῶν ἑκατέρους κατὰ τὰ ἀρχαῖα) e in riferimento a Itanos nell’arbitrato IC III 4 9 (Ἰτάνιοι πόλιν οἰκοῦντες ἐπιθαλάσσιον καὶ χώραν ἔχοντες). Simili affermazioni sono presenti anche in riferimento alla conquista di una città da parte di un’altra polis, come nel caso della presa di Praisos in IC III 4 9 del 112/111 a.C. (ἀνειρημένης δὲ ἤδη καὶ τῆς Πραισίων πόλεος) e di Dreros in SEG 61.722 del 111/110 a.C., in cui è tuttavia impiegato il toponimo al posto del termine polis (τὰν εὐ[ά]μερον ἐν ἇι Λύττιοι τὰν Δρῆρον ἧλαν). Simili affermazioni occorrono anche in relazione a forme di controllo esterne, come nel caso di Itanos, «ricevuta» da Tolemeo III dal padre (IC III 4 4 del 246-222 a.C., βασιλεὺς Πτολεμαῖος παραλαβὼν τὰν τῶν Ἰτανίων πόλιν καὶ πολίτας), e di Stalai, a cui Praisos afferma di concedere quanto già possiede (IC III 6 7 di inizi III secolo a.C., ἔδωκαν Πραίσιοι Σταλίταις τὰν χώραν καὶ τὰν πόλιν ... εὐνοησῶ Σταλίταις [καὶ τὰν χώραν κα]ὶ τὰν πόλιν). Sono documentati, inoltre, due riferimenti a fondazioni o rifondazioni di poleis, quella di Lyttos nel trattato del 111/110 a.C. SEG 61.722 ([ε]ὐάμερον τᾶς καταβοικί[σι]ος τᾶς πόλιος) e quella di Hierapytna nella dedica di I secolo a.C. IC III 3 8, in cui è impiegato tuttavia il toponimo anziché il termine polis (οἰκιζομένας τᾶς Ἱεραπύτνας).
In alcuni decreti interessanti singoli individui o comunità esterne sono presenti riferimenti al soggiorno trascorso presso la città in questione da parte di stranieri, gli ambasciatori di Teos nei decreti del 170-140 a.C. ca. IC I 8 11 di Knossos e IC I 24 1 di Priansos e il medico Hermias di Cos nel decreto onorario di Gortyna del 218-217 a.C. ca. IC I 8 7. In altri documenti, invece, è previsto un soggiorno futuro da parte di esponenti di comunità esterne nelle città interessate: è il caso dei cittadini dell’altra contraente nel trattato fra Hierapytna e Praisos di inizi III secolo a.C. IC III 4 1 (apparentemente a patto che non risiedano più nella città d’origine) e possibilmente nel trattato fra Axos e Tylisos del 221-200 a.C. ca. IC II 5 20 B e dei giudici inviati da Knossos, Lyttos e Chersonesos a Malla nel decreto onorario di quest’ultima di fine II secolo a.C. IC I 19 3 A.
In alcuni documenti di fine III o II secolo a.C., in prevalenza trattati, è inoltre prevista la collocazione della relativa iscrizione in un edificio pubblico situato nel centro urbano: simili clausole sono documentate per Lyttos (IC III 3 3 B), Lato e Olous (IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B), Lyttos e Olous (SEG 61.722) e apparentemente una città cretese designata dal koinon nel decreto dei soldati del koinon ID 1518 (ἐγ Κρήτηι ἐν [τῆι πόλει τῆι ὑπὸ τοῦ κοινοῦ ἀποδεδ]ειγμένηι).
Più trattati di III o II secolo a.C., inoltre, prevedono che il relativo giuramento sia prestato da ciascuna delle città coinvolte presso la propria polis: è il caso di Gortyna e Knossos (SEG 49.1217, in relazione ad una epara), Aptera ed Eleutherna (SEG 41.742), Hierapytna e Lato (SEG 26.1049), Lyttos e Olous (IC I 18 9), Lato e Olous (IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B) e apparentemente Gortyna, Hierapytna e Priansos (IC III 3 4). Il calendario sacrificale di Eleutherna del 150-100 a.C. SEG 41.744, invece, prevede che siano compiuti ἰμ πό[λι] almeno due dei sacrifici prescritti. Nel trattato fra Lyttos e Malla di metà III secolo a.C. IC I 19 1, inoltre, sembra essere previsto che la metà dell’importo di una multa sia versata presso ciascuna delle due città (ἐμ πό[λι ϝίκ]ατι).
In alcuni documenti di III e II secolo a.C., inoltre, la menzione di una o più città occorre meramente come punto di riferimento geografico: è questo il caso di Gortyna e Phaistos nel decreto di Magnesia Magnesia 158 (πόλιν ἀνὰ μέσον π[όλεων Γόρτυ]νος καὶ Φαιστοῦ κατώικουσαν), di Olous nel graffito SEG 49.1247 I b, recante un’indicazione della distanza in stadi dal centro urbano al forte di Pines (στάδια ἐκ πόλιος δδπιιι´), e di Datala nella definizione di confini nel trattato IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, nel quale è tuttavia impiegato il toponimo anziché il termine polis (κἠς τὰν Δαττάλλαν).
Il termine polis, inoltre, occorre in senso spaziale nelle leggi gortynie del 450-400 a.C. IC IV 79 e 144 in riferimento a quanti abitano nel centro urbano (τοῖς ἐμ πόλι ϝοικίονσι) e nel Grande Codice del 450 a.C. ca. IC IV 72 relativamente a case ivi situate (’τέγανς μὲν τὰνς ἐν πόλι; στέγαμ ... ἐν πόλι; sull’edilizia privata cretese cf. Westgate 2007). L’opposizione «in città»/«fuori dalla città» ricorre anche nel giuramento di Dreros di fine III secolo a.C. IC I 9 1 a proposito del divieto di sedizioni o cospirazioni (μήτε ἐμ πόλει μήτε ἐξοῖ τᾶς πόλεως) e alla localizzazione delle eterie, situate alcune in città (ταῖς ἑταιρείαισιν ... ταῖς ἐμ πόλει), altre sui confini. Nella legge di Eleutherna di VI-V secolo a.C. IC II 12 16, invece, un divieto imposto ai kitharistai risulta valido sia nell’apamia che nel centro urbano (μη ἰν ἀπαμίαι μ[η]δ’ ἰν πόλι). La specificazione «in città», inoltre, è documentata anche in relazione alla sfera di applicazione di concessioni: così è per l’asphaleia nel decreto di Aptera del 205-197 a.C. ca. IC II 3 4 C (ἀσφάλειαν ... καὶ ἐν πόλι καὶ ἐν τοῖς λιμένοις) e nel trattato fra Hierapytna e Rodi di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 A (ἀσφάλειαν ... ἐν τᾶι πόλει) e per l’enktesis in città, valida come se il beneficiario si trovasse nella propria polis, nel trattato fra Eleutherna e Lato del 200-189 a.C. ca. IC I 16 17 e forse in relazione a Priansos in quello del 205-200 a.C. ca. IC IV 174, oltre che nel decreto onorario di Malla di fine II secolo a.C. IC I 19 3 A (ἔνκτησιν ... ἐν τᾶι ἁμᾶι πόλι).
Il termine polis, infine, occorre in senso spaziale anche nei casi in cui sussista la necessità di distinguere due città unite da un rapporto di sympoliteia, nello specifico Gortyna e Phaistos in SEG 23.563 del 240-221 a.C. ca. (τᾶι ἄνω πόλι καὶ τᾶι κάτω) e Lyttos e Chersonesos in IC I 19 3 A di fine II secolo a.C. (τῶν τε τὰν ἄνω πόλιν οἰκ[ι]όντων καὶ τῶν τὰν ἐπὶ θαλάσσαι) e IC I 18 9 del 111/110 a.C. ([ἐν μὲν τᾶι ἄνω] πόλι ... ἐν δὲ τᾶι ἐπὶ θαλά[σσαι πόλι], oltre che forse in relazione a Olous [ἐν δὲ τᾶι Βολοεντίων πόλι]).
Prytaneion
Contesto di attestazione: Apollonia* (?), Biannos, Dreros, Gortyna, Hierapytna, Istron, Lato, Malla, Olous, Phaistos, Rhaukos, polis ignota
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Il pritaneo, sede abituale dei sommi magistrati nelle città greche, è verosimile che a Creta sia l’edificio pubblico in cui hanno il proprio quartier generale i cosmi, forse coincidente con l’archeion (per il quale cf. supra; cf. inolre Miller 1978, Hansen – Fischer-Hansen 1994). Il pritaneo è indicato come luogo presso cui sono invitati esponenti di città straniere in visita presso una polis, gli ambasciatori di Magnesia nel decreto di Hierapytna di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 C, mentre i cosmi della città alleata nei trattati fra Lato e Olous del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B e verosimilmente fra Hierapytna e Lato del 111/110 a.C. SEG 26.1049. Il decreto di Biannos del 170-140 a.C. ca. IC I 6 2, che prevede l’invito degli ambasciatori di Teos presso la propria koina hestia, documenta inoltre la localizzazione di quest’ultima presso il pritaneo della città (ἐς τὸ πρυτανεῖον ἐπὶ τὰν κοινὰν ἑ[στίαν]), fatto che è confermato anche per Dreros nel giuramento di fine III secolo a.C. IC I 9 1, nel quale fra le entità su cui giurare è inclusa τὰν Ἑστίαν τὰν ἐμ πρυτανείωι. La concessione della sitesis nel pritaneo, invece, è prevista nel decreto di Malla di fine II secolo a.C. IC I 19 3 A e nel presunto falso del koinon cretese del 200 a.C. ca. Magnesia 40, nei quali è accordata rispettivamente ai giudici inviati presso la polis da Knossos, Lyttos e Chersonesos (σίτησιν ἐν πρυτανείωι μετὰ τῶν κόσ[μων]) e ai Magneti (ἐμ πρυτανείωι σίτησιν), sebbene nel secondo caso non sia specificato presso quale delle città cretesi; dal decreto di Malla, peraltro, emerge come il pritaneo sia la sede in cui i cosmi consumano i propri pasti.
Le formule di esposizione di tre documenti di III secolo a.C., inoltre, indicano il pritaneo come la sede prescelta per la collocazione della relativa iscrizione: è il caso della convenzione fra Phaistos e Mileto del 260-250 a.C. ca. IC I 23 1 relativamente alla prima città (εἰς τὸ πρυτανεῖον), del trattato fra Gortyna e Lato del 219-216 a.C. ca. IC I 16 1 (ἐν βρυταν[είωι]) e del decreto di Istron del 242 a.C. SEG 51.1056 ([ἐν τῶι] πρυτανείωι).
Il pritaneo di Rhaukos, invece, è menzionato nel trattato fra Gortyna e Knossos del 166/165 a.C. IC IV 182 nell’ambito della descrizione connessa alla spartizione dell’area urbana della città fra le due contraenti. Edifici pubblici identificabili come pritanei, inoltre, sono documentati per via archeologica in epoca arcaico-classica a Lato e ad Apollonia, oltre che forse a Dreros, Rhittenia e in epoca ellenistica Gortyna (cf. Demargne – Van Effenterre 1937a, Ducrey – Picard 1972, Inventory of Poleis, p. 1151, Rizza 2008, Di Vita 2010).
Synboletra
Contesto di attestazione: Eltynia
Epoca di attestazione: V secolo a.C.
Il termine symboletra, attestato solamente nella legge di Eltynia del 500 a.C. ca. IC I 10 2, nella quale è menzionato assieme all’andreion, all’agela e al koros a proposito della punizione differente rispetto a quanto stabilito dalla regolamentazione generale prevista per chi compia aggressioni fisiche in tali spazi pubblici, è verosimile che indichi un luogo adibito alla pratica di esercizi militari connesso all’educazione dei giovani (così Seelentag 2015, pp. 457-458, Genevrois 2017, p. 71; per una descrizione degli esercizi facenti parte dell’addestramento militare cretese cf. Ephor. FGrHist 70 F 149).
Theatron
Contesto di attestazione: Aptera*, Gortyna, Hierapytna*, Kydonia*, Lyttos*
Epoca di attestazione: I secolo a.C.
Dei numerosi teatri di Creta conservatisi per via archeologica, risultano essere con certezza anteriori all’epoca imperiale solamente quelli ellenistici di Aptera e di Gortyna, oltre che possibilmente quelli di Lyttos, Hierapytna e Kydonia (cf. Falkener 1854, pp. 12-14, 18-19, 27, Di Vita 2010, Niniou Kindeli – Hatzidakis 2012; sulle attività teatrali a Creta cf. Le Guen 2001; sui teatri nel mondo greco come spazi della vita politica cf. Hansen – Fischer-Hansen 1994). Nella documentazione epigrafica, invece, un teatro è attestato nel decreto onorario di Gortyna di I secolo a.C. IC IV 222 A, dove è indicato come luogo in cui è previsto che avvenga l’incoronazione con corona d’oro dell’artista Lucio Furio Falerna Celso.
Thesauros
Contesto di attestazione: Gortyna, Lebena, Polyrrhenia*
Epoca di attestazione: III-I secolo a.C.
Nell’iscrizione edificatoria di Lebena di fine II - inizi I secolo a.C. IC I 17 6 è commemorata la realizzazione per iniziativa di gortynia di un thesauros come spazio in cui deve essere custodito il fondo di Asclepio, situato nell’Asklepieion di Lebena (sui thesauroi nei santuari greci cf. Kaminski 1991, Chankowski 2005). Per Creta, inoltre, è noto per via archeologica un thesauros di III secolo a.C. di Polyrrhenia, il supporto dell’iscrizione IC II 23 7, proveniente dal naiskos fluviale della città e verosimilmente destinato al deposito del tesoro del luogo sacro.
Gli spazi sacri
Abaton / Adyton
Contesto di attestazione: Lebena
Epoca di attestazione: II-I secolo a.C.
Tre iscrizioni provenienti dall’Asklepieion di Lebena documentano l’esistenza di un’area del tempio generalmente interdetta al personale non cultuale e sede verosimilmente della pratica dell’incubazione, denominata abaton nella sanatio di II secolo a.C. IC I 17 11 e adyton in quella coeva IC I 17 15 e nell’iscrizione edificatoria di fine II - inizi I secolo a.C. SEG 47.1403, nella quale è commemorato un intervento edilizio volto ad allontanare il choros dall’adyton (cf. Melfi 2007, p. 128; sull’architettura religiosa nel mondo greco cf. Wightman 2007).
Alsos
Contesto di attestazione: Itanos
Epoca di attestazione: I secolo a.C.
Nell’epitaffio per tre fratelli di Itanos di I secolo a.C. IC III 4 38 è ricordata la dedica ai tre neoproclamati heroes da parte della città di un bosco sacro – oltre che di un tempio –, elemento che è definito come proprio del culto degli eroi (ναὸν καὶ ἄλσος ἀφηρωϊσμένον ἁγνόν; sui boschi sacri nel mondo greco cf. Ragone 1998).
Bomos
Contesto di attestazione: Gortyna, Lebena, Lyttos
Epoca di attestazione: V-IV, II-I secolo a.C., I secolo d.C.
Nella documentazione epigrafica cretese menzioni di altari occorrono in relazione al compimento di sacrifici nella presunta legge di Gortyna di V-IV secolo a.C. IC IV 142 (βο͂ς ... ἐπὶ βομο͂[ι]) e a Lebena nella sanatio di fine I secolo a.C. - inizi I secolo d.C. IC I 17 17, in cui è ricordato l’altare sul quale vengono compiuti i sacrifici per Asclepio ([τοῦ] βωμοῦ ὅπου θύ[ουσι τῷ θεῷ]; sull’architettura religiosa nel mondo greco cf. Wightman 2007). L’esistenza a Lebena di altri bomoi, inoltre, è documentata dalla sanatio di II secolo a.C. IC I 17 10, nella quale sono menzionati più altari di Hermes ([τῶ]ν Ἑρμάω βωμῶν), e da quella coeva IC I 17 11, in cui il risanato afferma di aver preso l’impegno di edificare un altare. Una ristrutturazione di un bomos, inoltre, è documentata a Lyttos dall’iscrizione edificatoria di I secolo d.C. IC I 18 13.
Chora hiera
Contesto di attestazione: Dictaeum Fanum
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Più riferimenti ad un terreno definito come sacro compaiono nell’arbitrato del 112/111 a.C. IC III 4 9 in relazione al territorio di pertinenza del Dictaeum Fanum (ἱερᾶς χώρας; χώραν εἶναι ἱερὰν τοῦ Ζηνὸς τοῦ Δικταίου; sui terreni sacri nel mondo greco cf. Migeotte 2009, pp. 46-49).
Dekaplethros entheos
Contesto di attestazione: Arkades
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il documento di Arkades di II secolo a.C. IC I 5 21, possibilmente un registro di terreni, restituisce la menzione di un dekaplethros entheos, espressione che sembra indicare un terreno sacro dall’estensione di dieci pletri (sui terreni sacri nel mondo greco cf. Migeotte 2009, pp. 46-49).
Heroon
Contesto di attestazione: Aptera*, Gortyna*, Matala* (?)
Epoca di attestazione: IV secolo a.C. - II secolo d.C.
Sebbene a Creta gli heroa non siano mai attestati epigraficamente con tale nome, da Aptera provengono evidenze archeologiche di un’area adibita in epoca ellenistica e imperiale al pubblico riconoscimento degli onori conferiti ai cittadini distintisi per i propri meriti civici, insigniti perlomeno in età romana del titolo di heroes, attestato in più iscrizioni di I-II secolo d.C. (cf. Martínez Fernández – Niniou Kindeli 2000-2001, Martínez Fernández – Niniou Kindeli 2002). A Gortyna, invece, è stata individuata nell’area del Pythion una struttura di epoca ellenistica identificata come heroon sulla base dei resti di un’incinerazione umana rinvenuti al suo interno (cf. Bonetto et al. 2016, pp. 49-51; sul possibile heroon di Matala, invece, cf. Inventory of Poleis, p. 1178). L’epitaffio di Itanos IC III 4 38, inoltre, documenta l’istituzione di un culto di tipo eroico per i tre fratelli commemorativi, che comporta la consacrazione a questi di un naos e di un alsos (cf. supra s.v. alsos e infra s.v. naos).
Hieron
Contesto di attestazione: Aegaeum Antrum*, Allaria, Amnisos*, Amyklaion*, Aphrodision di Dera, Apollonia, Aptera, Arkades, Arkoudospilia*, Axos, Biannos, Bilkon, Chersonesos*, Cranaeum Antrum*, Dictaeum Fanum, Diktynnaion di Rodopou, Dreros, Eleutherna, Elyros*, Eltynia*, Erannos, Gortyna, Grotta di Lera*, Hierapytna, Hyrtakina, Idaeum Antrum*, Inatos*, Istron, Itanos, Knossos, Kydonia*, Lappa*, Lasaia*, Lato, Lato pros Kamara, Lissos, Lyttos, Malla, Matala*, Oleros, Olous, Oreioi, Phaistos, Phalasarna*, Poikilasion*, Polichna*, Polyrrhenia*, Praisos*, Priansos, Pyloros*, Rhaukos*, Rhithymna*, Samonium Fanum*, Santuario di Myrtos-Pyrgos*, Santuario di Spinalonga, Santuario di Tsiskiana*, Santuario di Tylifos*, Sybrita*, Syia*, Tallaeum Antrum*, Tarrha*, Tylisos, polis ignota
Epoca di attestazione: VII-I secolo a.C.
I santuari, a Creta indicati abitualmente nella forma dorica del termine hiaron, sono frequentemente indicati come i luoghi in cui è prevista la collocazione di iscrizioni, prevalentemente trattati e decreti interessanti comunità esterne o singoli stranieri (sull’architettura religiosa nel mondo greco cf. Wightman 2007; sui rapporti fra città cretesi e santuari extraurbani cf. Chaniotis 2001, Chaniotis 2009a). Come sede di pubblicazione su pietra di documenti in prevalenza di III e II secolo a.C. sono attestati i santuari di Apollo ad Allaria (IC II 1 2), di Apollo Dekataphoros ad Apollonia (IC I 3 1), di Artemide Aptera ad Aptera (IC II 3 2), di Ares a Biannos (IC I 6 1, 2), di Asclepio a Erannos (Teos 19), di Hera a Hyrtakina (IC II 15 2), di Athena Polias a Istron (IC I 14 1), di Apollo Delphidios/Delphinios a Knossos (IC I 8 6, senza epiclesi, 8, 10, 12, 13, IC IV 182, IC I 16 3, IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B, SEG 61.722, IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B), di Eleuthyia a Lato e Lato pros Kamara (IC I 16 2, 3, 15, IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B, IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, forse SEG 26.1049), di Athena Polias a Priansos (IC III 3 4), di Apollo Pyt(h)ios a Phaistos (IC I 17 1, SEG 51.1056), di Zeus Monnitios a Malla (IC I 19 2), del Diktynnaion di Lissos per gli Oreioi (IC II 17 1) e del Delphinion a Dreros (giuramenti IC I 9 1, unico caso non connesso ad individui stranieri o comunità esterne).
In alcune città sono più d’uno gli hiera destinati all’esposizione delle iscrizioni: è il caso dei santuari di Thelphousa (IC I 5 20 A) e Asclepio ad Arkades (IC I 5 52, 53, IC III 3 5), di Asclepio (IC I 22 4 I e XII) e Zeus Tallaios a Olous (IC I 22 4 XII, IC I 16 3, IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B, IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B), di Apollo Poitios/Pytios (IC I 18 8, IC III 3 3 B, senza epiclesi, SEG 61.722, in cui è detto Pytion) e Atena Polias (?) a Lyttos (IC III 3 3 B, senza epiclesi, forse SEG 26.1049, IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, con epiclesi forse in lacuna), di Atena Polias (IC III 4 3, senza epiclesi, 4, Spratt II p. 415, n. 4 di epoca ellenistica, senza epiclesi), Asclepio (IC III 4 3, 7, in cui è detto Asklapiaion) e del Pythion a Itanos (IC III 4 7, non connesso ad individui stranieri o comunità esterne), del Pytion (IC IV 182) e di un santuario di una divinità di cui non si è conservato il nome a Gortyna (IC III 3 3 B), di Athena Polias (IC III 3 3 C, 4, 5), Apollo (IC III 3 3 B), Asclepio (SEG 51.1056) e del Dodekatheon (IC I 8 13, SEG 26.1049) a Hierapytna (oltre al non meglio specificato hieron del trattato IC III 3 3 A). Hierapytna, inoltre, si avvale per l’iscrizione di propri trattati del santuario di Atena di Oleros (IC III 3 5), al quale deve riferirsi anche l’espressione Ὠλεροῖ ἐν τῶι ἱερῶι presente in IC III 3 3 B e verosimilmente IC I 8 13. Il santuario di Ares (e Afrodite) di Dera, invece, è impiegato a tale scopo da Knossos (IC I 16 3, IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B). Il santuario di Apollo Bilkonios avente sede a Bilkon, presso cui è detto essere avvenuto un raduno di tutte le città cretesi, risulta invece scelto per la collocazione del presunto falso decreto del koinon cretese Magnesia 40. Non è noto, invece, quali città abbiano promosso l’iscrizione di decreti in un santuario di Atena (SEG 4.600) e in uno di Apollo Pytios (Mylasa 103), né a quale delle due città contraenti appartenga il non meglio definito hieron menzionato nei trattati SEG 26.1049 fra Lato e Hierapytna e IC I 8 13 fra Knossos e Hierapytna.
All’interno della descrizione dei confini di Lato presente in trattati ed arbitrati di fine II secolo a.C., inoltre, sono menzionati come punti di riferimento spaziali un archaion Aphrodision (Chaniotis, Verträge 54-56a, IC I 16 18, SEG 26.1049, IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B) e un santuario di Hermes Kornisaios (SEG 26.1049), mentre in quella relativa a Knossos e Tylisos nel trattato del 460-450 a.C. ca. IC I 8 4 è ricordato un Artamition. In più arbitrati di fine II secolo a.C., inoltre, è riconosciuto a Lato il possesso del santuario di Ares e Afrodite di Dera (Chaniotis, Verträge 54-56a, 54-56b) e l’appartenenza al Dictaeum Fanum di un territorio conteso fra Itanos e Hierapytna (IC III 4 9).
In più iscrizioni edificatorie ellenistiche sono commemorati interventi edilizi interessanti santuari: è il caso del Nymphaion di Itanos, dedicato a Tolemeo IV e Arsinoe III assieme ad un hydreuma (IC III 4 18), di uno hiaron di Allaria (SEG 56.1047), di quello di Atena Oleria di Oleros (IC III 5 1), di quello di Zeus Diktaios (IC III 2 1) e dell’Aphrodision di Dera (IC I 16 27), il cui territorio sembra essere stato delimitato da horoi (Chaniotis, Verträge 54-56c). Horoi pertinenti a santuari, peraltro, sono stati rinvenuti per il santuario di Britomartis di Spinalonga (IC I 22 60 di II secolo a.C., [θ]εᾶς [ἱ]ερόν) e per un’area sacra pertinente a Hyrtakina (BE 1953.166, ἱεροῦ, τέμενος ἱερόν).
Quanto alle attività cultuali connesse a santuari, il trattato fra Knossos e Tylisos del 460-450 a.C. ca. IC I 8 4 prevede che Knossos compia sacrifici a Poseidone ἐν Ἰυτο͂ι, espressione che pare indicare il santuario sul monte Iouktas (cf. Prent 2005, pp. 160-162, 319-320) e che entrambe le città sacrifichino a Hera in un Heraion. Sacrifici sembrano essere previsti anche dalla presunta legge sacra di Dreros del 650-600 a.C. Bile 8 in un Agoraion e in un Pytion, oltre che dal calendario sacrificale di Eleutherna del 150-100 a.C. SEG 41.744 in un Artemision e possibilmente dalla presunta legge di Axos del 525-500 a.C. IC II 5 5-6 sul monte Ida ([ἐν] Ϝίδαι). La presunta legge sacra di Gortyna di fine V secolo a.C. IC IV 147, inoltre, sembra menzionare un santuario nel contesto di festività e purificazioni. Altre prescrizioni cultuali, invece, comportano restrizioni connesse a santuari: la legge sacra di Axos di fine IV secolo a.C. SEG 23.566 vieta l’accesso alle donne al Pytion e la conduzione durante la luna nuova ad un tiaso notturno delle vittime sacrificali a questo destinate, mentre quella di Knossos di II-I secolo a.C. SEG 35.989 proibisce agli aphetairoi e alle Assirie (?) di accedere ad un santuario, possibilmente consacrato ad Artemide Skopelitis e Apollo Lykeios. Nel Grande Codice di Gortyna IC IV 72 del 450 a.C. ca., inoltre, è prevista la prestazione di un giuramento in un luogo sacro ad Artemide Toxia situato ad Amyklaion, non menzionato direttamente, ma di cui è ricordata la statua cultuale della dea (ἀπομόσαι τὰν Ἄρτεμιν πὰρ Ἀμυκλαῖον πὰρ τὰν Τοκσίαν).
Fra le altre funzioni a cui risultano essere adibiti i santuari vi è nel caso di Hyrtakina l’accoglienza di ambasciatori stranieri, invitati ἐπὶ ξένια presso la koina hestia situata nel Delphinion nel decreto del 170-140 a.C. ca. IC II 15 2, e nel caso dello hieron di Diktynna di Rodopou la conservazione di una copia dei registri della contabilità del santuario (rendiconti del 6 a.C. IC II 11 3). Un santuario di Gortyna, invece, sembra essere il destinatario di una parte dell’ammontare di una multa nel trattato del 250-200 a.C. ca. SEG 58.986.
Le fonti letterarie, inoltre, documentano l’esistenza dei santuari di Apollo nel porto dell’isola Iousagoura di Phalasarna (Stad. 336, ἔχει δὲ ἱερὸν Ἀπόλλωνος ἐν τῷ λιμένι), di Latona e di Afrodite Skotia a Phaistos (Ant. Lib. Met. XVII, τὸ τῆς Λητοῦς ἱερόν; Etym. M. s.v. Κυθέρεια, σκοτίας Ἀφροδίτης ἐν Φαιστῷ ἱερόν), di Eleuthyia ad Amnisos (cf. e.g. Strabo X 4.8, τῷ Ἀμνισῷ, ὅπου τὸ τῆς Εἰλειθυίας ἱερόν), di Zeus presso l’Aegaeum Antrum (Hes. Th. 481-484) e di Atena Samonia presso il Samonium Fanum (Stad. 318, ἔστι δὲ ἱερὸν Ἀθηνᾶς; A.R. IV 1689-1893), oltre che di più hiera ritenuti di fondazione samia a Kydonia (Hdt. III 59; per i santuari noti solo per via archeologica cf. la sezione Realtà politiche).
Naos
Contesto di attestazione: Aphrodision di Dera, Arkades, Axos, Gortyna, Itanos, Knossos, Lato, Lebena, Lyttos, Malla, Olous, Phaistos, Rhittenia, Santuario di Hermes e Afrodite, Symi Viannou, Soulia
Epoca di attestazione: V-I secolo a.C., I secolo d.C.
Riferimenti specifici a templi a Creta occorrono in particolar modo all’interno di iscrizioni edificatorie che commemorano interventi edilizi relativi a naoi (sull’architettura religiosa nel mondo greco cf. Wightman 2007; sull’edilizia sacra cretese cf. Tziligkaki 2009). Numerose iscrizioni edificatorie provengono da Lato, dove sono documentate nel II secolo a.C. attività che interessano i templi di Latona (IC I 16 21, 22), Afrodite (IC I 16 24), Atena Deramis ed Eleuthyia assieme al relativo peribolos (IC I 16 26), Afrodite e Ares a Dera (IC I 14 2, forse IC I 22 2, Bile 47) e altre strutture di cui non è noto a quali divinità siano consacrate (IC I 16 28, 30). Sono noti, inoltre, interventi relativi ai templi di Artemide di Arkades (II secolo a.C., IC I 5 5), Artemide Soteira di Lyttos (fine I secolo a.C. - inizi I secolo d.C., IC I 18 12), Phoibos a Olous (IV-III secolo a.C., IC I 22 9) e di altri naoi a Olous (II secolo a.C., IC I 22 8) e Soulia (III-II secolo a.C., SEG 28.753). L’epitaffio di Itanos di I secolo a.C. IC III 4 38, inoltre, commemora l’istituzione di un culto di tipo eroico per i tre fratelli ricordativi, ai quali sono consacrati un tempio e un bosco sacro.
La collocazione di un’iscrizione all’interno di un tempio, invece, è prevista dal decreto di Arkades di fine II - I secolo a.C. IC I 5 19 e dal trattato fra Gortyna e Knossos del 166/165 a.C. IC IV 182, nel quale è richiesta la collocazione di una copia comune alle due città nel tempio di Atena di Rhittenia. La convenzione fra Knossos e Mileto del 260-250 a.C. ca. IC I 8 6, invece, informa dell’incendio subito dal tempio di Apollo di Knossos in cui era stata collocata in precedenza una copia degli accordi. Nel trattato fra Lyttos e Malla di metà III secolo a.C. IC I 19 1, inoltre, è previsto che la lettura degli accordi avvenga all’interno di un tempio, il Pytion verosimilmente nella prima e il Monnition nella seconda, presso i quali sembra che i cosmi debbano condurre i giovani uscenti dall’agela per la prestazione del giuramento ([ναωσάν]των, ναώσαιεν). Nella legge di Gortyna del 500-450 a.C. IC IV 41, inoltre, sembra essere documentata la possibilità di poter condurre beni presso un tempio (κρήματα ἐπὶ ναόν), sebbene la frammentarietà del passo in questione non consenta di comprendere con quale finalità.
Fra le altre strutture templari ricordate in dediche votive, leggi sacre, leggi ed iscrizioni edificatorie, inoltre, figurano i templi della Megale Mater a Phaistos (IC I 23 3 di II secolo a.C.), di Hermes e Afrodite a Symi Viannou (Lempesi 1972, p. 202 n. 4 di V-I secolo a.C., Lempesi 1973, p. 197 n. 5 di III-I secolo a.C.; sulle tegole iscritte cf. Chaniotis 2005d, pp. 94-95), di Asclepio a Lebena (IC I 17 21 di fine II - inizi I secolo a.C.) e il Pythion di Axos (SEG 23.566 di fine IV secolo a.C.), ai quali si aggiunge il riferimento presente nel Grande Codice di Gortyna del 450 a.C. ca. IC IV 72 alla possibilità di trovare rifugio in un tempio (cf. supra s.v. naeuon).
Pastas
Contesto di attestazione: Knossos
Epoca di attestazione: II-I secolo a.C.
L’iscrizione edificatoria di Knossos di II-I secolo a.C. SEG 44.728 documenta un intervento edilizio relativo a un portico ([τᾶ]ς παστάδος), verosimilmente pertinente ad una struttura sacra (sul termine pastas nell’edilizia greca cf. Hellmann 1994).
Stoa
Contesto di attestazione: Gortyna*, Lato, Lebena
Epoca di attestazione: III-I secolo a.C.
Riferimenti a stoai a Creta occorrono in più iscrizioni edificatorie ellenistiche commemoranti interventi edilizi connessi a tali strutture (sulla tipologia monumentaria della stoa nel mondo greco cf. Hansen – Fischer-Hansen 1994). A Lato sono documentate nel tardo II secolo a.C. una stoa di Zeus Melichios (IC I 16 29), una stoa di Elouthyia (IC I 16 27) e una stoa orientale (IC I 16 31). Due riferimenti a stoai provengono inoltre da Lebena (IC I 17 4 di III secolo a.C., 5 di fine II - inizi I secolo a.C.), mentre a Gortyna sembra essere documentata per via archeologica l’esistenza di una stoa di epoca arcaica (cf. Di Vita 2010).
Temenos
Contesto di attestazione: Acharna, Aphrodision di Dera, Axos, Datala, Hyrtakina, Itanos, Olous, Praisos
Epoca di attestazione: V-I secolo a.C.
Il termine temenos a Creta è attestato più volte in relazione al recinto sacro dell’Aphrodision di Dera, menzionato come punto di riferimento all’interno della descrizione dei confini di Lato in un arbitrato e più trattati di fine II secolo a.C. (Chaniotis, Verträge 54-56a, SEG 26.1049, IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, forse IC I 16 18; cf. Van Effenterre 1967). Come punto di riferimento spaziale è anche la menzione del temenos di Archos ad Acharna, presente nella descrizione degli horoi di Knossos e Tylisos nel relativo trattato del 460-450 a.C. ca. IC I 8 4.
Il decreto onorario di Itanos del 246-222 a.C. IC III 4 4, inoltre, documenta la conversione di un paradisos della città a recinto sacro a Tolemeo III e Berenice II, mentre la sua dedica votiva di I secolo a.C. SEG 60.990 commemora la consacrazione di un temenos a Leukothea. Un temenos figura inoltre nella legge sacra di Axos di fine IV secolo a.C. SEG 23.566 nell’ambito di norme cultuali, mentre più recinti sono menzionati nel decreto di Datala del 500 a.C. ca. SEG 27.631, nel quale sembra che venga affidato il loro controllo al poinikastas Spensitheos (τὰ τεμένια ἔκεν), e nel trattato di inizi III secolo a.C. IC III 4 1, in cui è concesso a Hierapytna il diritto di pascolo nel territorio di Praisos tranne che nell’area di due suoi recinti sacri. Dal territorio di Hyrtakina, inoltre, proviene l’unico horos cretese pertinente ad un recinto sacro, BE 1953.166.
Assetti istituzionali
Damokratia
Contesto di attestazione: Hierapytna, Knossos
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
Il termine damokratia a Creta è attestato per Hierapytna dal trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 A, per Knossos dai decreti del 184-180 a.C. IC IV 176 e IC I 8 9, in tutti e tre i casi come forma vigente di governo da mantenere o difendere da eventuali attacchi; è verosimile, inoltre, che una analoga menzione occorresse anche in riferimento a Olous nel trattato fra questa e Rodi del 201/200 a.C. SEG 23.547. Nello specifico contesto cretese, tuttavia, è ragionevole supporre che il termine sia inteso non in senso proprio ma nell’accezione più ampia di «governo costituzionale non tirannico» (così Rhodes – Lewis 1997, 531-536; sull’inappropriatezza della concezione bipolare oppositiva fra democrazia e oligarchia nel contesto cretese cf. Seelentag 2015, p. 234).
Ethnos
Contesto di attestazione: Creta (?)
Epoca di attestazione: II secolo a.C.
Il termine ethnos a Creta occorre a proposito di composizioni poetiche sull’ethnos cretese nel decreto onorario di Knossos di fine II secolo a.C. IC I 8 12 e delle buone relazioni intercorrenti fra questo e Mylasa nel decreto di II secolo a.C. Mylasa 101; non è da escludere, tuttavia, che nel primo caso il termine possa riferirsi più nello specifico a Knossos e che nel secondo sia invece relativo al koinon cretese (sul termine ethnos nel mondo greco cf. Rzepka 2002, Fraser 2009, pp. 1-11).
Koinon
Contesto di attestazione: Arkades, koinon cretese, Oreioie
Epoca di attestazione: III-I secolo a.C.
Il termine koinon a Creta, oltre che in riferimento alle assemblee federali (per le quali cf. supra), è impiegato anche per definire collettivamente l’insieme dei membri di una federazione come comunità (sulle realtà federali nel mondo greco cf. Giovannini 1971, Rzepka 2002, Lasagni 2011, Constantakopoulou 2012, Pappas 2012, McInerney 2013, Rzepka 2017). In tale accezione il termine è attestato ad Arkades, città che si presenta fra il II e I secolo a.C. anche come koinon degli Arcadi, a proposito dell’eunoia mostrata da Teos verso il suo koinon e della buona disposizione di quest’ultimo verso Teos nel decreto IC I 5 53, oltre che forse delle buone relazioni intercorrenti fra Hierapytna e il koinon e la polis di Arkades nel decreto IC I 5 19.
Per gli Oreioi, invece, non è mai attestato direttamente il termine koinon, ma il relativo etnico collettivo Ὀρειοί è definito come patris nell’epitaffio del 275-250 a.C. IG V, 1 723 di un suo membro, implicando dunque un senso di appartenenza del defunto alla comunità federale.
L’etnico Kretaieis, indicante i membri del koinon cretese, è impiegato nei decreti del 184-180 a.C. IC IV 176 e IC I 8 9 per indicare quanti fra loro siano residenti a Mileto. L’intera comunità dei Kretaieis figura invece come promotrice della dedica onoraria di II secolo a.C. IG IV2, 1 244, mentre risulta essere coinvolta in vicende belliche nei decreti di II secolo a.C. Mylasa 101 e Mylasa 96 (in quest’ultimo caso come Κρήτας), e più precisamente nella Prima guerra rodio-cretese nel decreto del 205-201 a.C. IG IV 756 e nella Seconda guerra rodio-cretese in quello di I secolo a.C. I.Cos ED 229. La collettività dei Kretaieis, inoltre, è menzionata a proposito delle buone relazioni intercorrenti fra questa ed altre realtà politiche nei decreti di fine III secolo a.C. IG II3 1 1137, Syll.3 560 e IC II 3 4 C (negli ultimi due come koinon ton Kretaieon), e in quelli di II secolo a.C. IC II 5 22 (come ton Kretaieon koinon), IC I 5 53, IC I 24 2, IC IV 176, 177, 178, Mylasa 92, 94, 95, 97, 101 (dove sembra essere impiegato anche il termine systama in riferimento al koinon), 104, SEG 42.1003, 42.1004 e 42.1005. Non è noto invece il contesto delle occorrenze dell’etnico collettivo Kretaieis nei trattati IC IV 174 del 205-200 a.C. ca. e IC I 16 1 del 219-216 a.C. ca. e nel presunto decreto di II secolo a.C. Mylasa 443, nel quale compare nella forma Κρησί.
Oikiontes
Contesto di attestazione: Aulon, Kaudos
Epoca di attestazione: VI, III-II secolo a.C.
Il participio presente del verbo oikeo è attestato a Creta – come in altre aree del mondo greco – in riferimento a coloro che risiedono in un luogo senza detenerne la cittadinanza (cf. Genevrois 2017, pp. 163-176). Ad eccezione di alcuni casi in cui è utilizzato in senso non tecnico per indicare il luogo di residenza di uno o più individui (IC I 19 3 A, IC II 5 19, IC II 23 2, IC III 4 9, IC IV 72, 79, 144, IG II3 1 1137, 218, Mylasa 94, 95), il termine è altrimenti impiegato collettivamente in riferimento a comunità dipendenti che non detengono lo status di polis. Tale uso è attestato per Aulon, la cui comunità è documentata come responsabile della deliberazione nel decreto onorario del 525-500 a.C. IC IV 64 (οἰ ἐν Ἀϝλο͂νι ϝοικίοντες), e per Kaudos, il cui trattato con Gortyna IC IV 184 di fine III - inizi II secolo a.C. risulta essere stipulato da τοῖς τὰν Καῦδον ϝοικίονσι.
Polis
Contesto di attestazione: Allaria, Apollonia, Aptera, Arkades, Axos, Biannos, Chersonesos, Datala, Dreros, Eleutherna, Eltynia, Erannos, Gortyna, Hierapytna, Hyrtakina, Istron, Itanos, Knossos, Kydonia, Lappa, Lato, Lato pros Kamara, Lebenae, Lyttos, Malla, Olous, Phaistose, Phalasarnae, Polyrrheniae, Praisos, Priansose, Rhitteniae (?), Sisaie, Siteia, Stalai, Tylisos, polis ignota
Epoca di attestazione: VII-I secolo a.C.
Il termine polis, oltre che in riferimento all’assemblea dei cittadini o al centro urbano (per i quali cf. supra), a Creta come altrove nel mondo greco è impiegato in relazione all’intera comunità poleica, in tale accezione sostituito talora dai termini politai e demos (fra i molti studi sulla polis nel mondo greco cf. Sakellariou 1989, Mitchell – Rhodes 1997, Hansen et al. 2000, Mooren 2000, Haensch 2003, Hansen 2006, Martien Van Nijf – Alston 2011, Arnason et al. 2013, Beck 2013, Hansen 2013, Matthaei – Zimmermann 2015).
Il ruolo in cui la collettività civica della polis è più spesso attestata è quello delle buone relazioni in cui questa si trova con altre comunità o singoli individui o del buon comportamento dimostrato da questa nei loro confronti o da loro verso di questa. Simili riferimenti occorrono in numerosi documenti di epoca ellenistica, perlopiù decreti, fra i quali quelli relativi alla concessione di asylia a Teos della prima (201 a.C. ca.) e della seconda serie (170-140 a.C. ca.), IC I 5 52 e 53 di Arkades, IC II 5 17 di Axos, IC I 6 2 di Biannos, Teos 19 di Erannos, IC II 15 2 di Hyrtakina, IC I 14 1 di Istron, IC II 10 2 di Kydonia, IC I 16 2 di Lato, IC I 16 15 di Lato pros Kamara e IC I 19 2 di Malla. Simili riferimenti sono inoltre presenti in altri documenti di epoca ellenistica in relazione ad Aptera (IC II 3 3, 4 C, 10), Arkades (IC I 5 19, 20 A), Allaria (IC II 1 2), Chersonesos (IC I 19 3 A), Eleutherna (Syll.3 737), Gortyna (IC IV 168), Hierapytna (IC I 5 19), Itanos (IC III 4 2 = 3), Istron (SEG 51.1056, dove occorre l’etnico collettivo anziché il termine polis), Knossos (IC I 8 12, IC I 19 3 A), Kydonia (IG II3 1 1190, oltre che nella dedica del 400-350 a.C. SEG 28.746a), Lappa (IC II 16 2, SEG 42.1006, con l’etnico), Lyttos (IC I 19 3 A), Malla (IC I 19 3 A), Olous (IC I 22 4, 5, SEG 23.547, SEG 23.549, SEG 25.1020), Phaistos (SEG 51.1056, con l’etnico), Praisos (IC III 6 9), Tylisos (IC I 30 2) e relativamente ad una città cretese di cui non è noto il nome (IC II 30 3, Mylasa 94, 101, SEG 21.484).
Il termine polis in riferimento alla comunità poleica è impiegato inoltre frequentemente per specificare la pertinenza a questa di istituzioni o altre entità, come nei casi dei suoi grammateis, ricordati nei decreti relativi alla concessione di asylia a Teos della prima serie del 201 a.C. ca. di Apollonia, Arkades, Knossos e Istron (IC I 3 1, IC I 5 52, IC I 8 8, IC I 14 1). È invece impiegato in riferimento alle leggi di Lato e Olous nel trattato del 110-108 a.C. IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, mentre in relazione a un’arche di Itanos nell’epitaffio di II - I secolo a.C. IC III 4 37. L’appartenenza di singoli cittadini alla collettività civica è espressa in modo analogo in tre epitaffi ellenistici, IC III 4 37 da Itanos, SEG 52.871 da Lato pros Kamara e Thess. Mnemeia, pp. 155-164 n. 20 in relazione a Tylisos, nei quali la relativa polis è indicata come la patria dei defunti commemorati. Nell’arbitrato di Magnesia fra Itanos e Hierapytna del 112/111 a.C. IC III 4 9, inoltre, è presente un riferimento alla registrazione scritta dei nomi dei cittadini delle due poleis disputanti suddivisi secondo la città di appartenenza.
In più trattati o giuramenti di III e II secolo a.C., inoltre, è richiesto che la collettività civica, designata mediante il proprio etnico collettivo, presti l’horkos previsto o è dichiarato che lo ha già prestato. La prestazione dell’horkos risulta come già avvenuta nel giuramento di Itanos IC III 4 8 e apparentemente nel trattato fra Gortyna e Arkades IC IV 171 e in quello fra Gortyna, Hierapytna e Priansos SEG 53.942; è invece richiesto che un giuramento sia prestato nei trattati fra Lyttos e Cnido SEG 45.1528, Hierapytna e Rodi IC III 3 3 A e Lyttos e Olous SEG 61.722. Un riferimento alla polis in relazione ad un giuramento occorre anche nella legge di Eltynia del 500 a.C. ca. IC I 10 2, nella quale è previsto che uno dei cosmi incaricati dell’emissione di un giudizio giuri prima ἐπὶ πόλεος.
La collettività civica, inoltre, è indicata come un’entità da difendere nel giuramento di Itanos di inizio III secolo a.C. IC III 4 8, mentre riferimenti a scontri in corso che vedono coinvolte più comunità poleiche sono presenti nel decreto onorario di Malla di fine II secolo a.C. IC I 19 3 A (polis e demos coinvolti in una peristasis) ed in quello di Kalymna del 205-202 a.C. ca. Syll.3 567, dove è menzionato un polemos avviato da Hierapytna, indicata attraverso il proprio etnico collettivo. Nel giuramento di Dreros di fine III secolo a.C. IC I 9 1 viene invece promessa ostilità alla polis di Lyttos ed è ricordato un attacco sferrato da Milatos alla città di Dreros. Un riferimento a possibili scontri futuri fra poleis, inoltre, è presente nel trattato del 111/110 a.C. fra Hierapytna e Lato SEG 26.1049 e in quello del 110-108 a.C. fra Lato e Olous IC I 16 5 = Chaniotis, Verträge 61B, mentre a ingiustizie non commesse dalla polis di Knossos nella lettera di Calpurnio Pisone relativa a Itanos e Hierapytna del 112/111 a.C. IC III 4 10. Nel trattato fra Knossos e Tylisos del 460-450 a.C. ca. IC I 8 4, inoltre, è prevista la partecipazione di più poleis non meglio precisate al saccheggio di beni dei nemici in possibili guerre in cui prendono parte le due città coinvolte nel trattato.
La comunità poleica, inoltre, fra I secolo a.C. e I secolo d.C. figura come dedicataria nell’iscrizione edificatoria di Gortyna IC IV 262 e nella dedica di Hierapytna IC III 3 12. La polis risulta invece come beneficiaria di concessioni onorarie nei decreti IC I 19 3 A di fine II secolo a.C., dove Knossos e Lyttos sono proclamate soteres, boathoi e hypermachoi di Malla, e Labraunda 1 del 357 a.C. ca., dove l’intera collettività degli Κνώσιοι è destinataria di più conferimenti, fra i quali la prossenia e l’euergesia.
Per quanto pertiene alla sfera cultuale, la comunità di Itanos – identificata come patris – è detta tributare onori agli eroi fra i quali Minosse nell’epitaffio di I secolo a.C. IC III 4 38, mentre quella di Lebena, designata attraverso l’etnico collettivo Λεβηναῖοι, è ricordata come responsabile dell’esecuzione di sacrifici nella sanatio di fine II secolo a.C. IC I 17 7.
Alla polis, inoltre, è richiesto di far iscrivere su pietra il documento in questione nel decreto di Allaria di II secolo a.C. IC II 1 2 e nel trattato fra Gortyna e Knossos del 166/165 a.C. IC IV 182 (non sono qui indicati i casi analoghi in cui al posto del termine polis è impiegato invece l’etnico collettivo delle città).
In più trattati di III e II secolo a.C., invece, è previsto che in dispute fra due poleis sia coinvolta nella procedura giudiziaria una terza città da designare, come arbitro in IC II 12 20 del 227-224 a.C. ca. e come epikriterion in IC III 3 4 di fine III - inizi II secolo a.C. Come arbitro è indicata anche la polis di Knossos, mediatrice fra Lato e Olous nel trattato del 116 a.C. IC I 16 4 = Chaniotis, Verträge 55B-56B.
Riferimenti a prestazioni lavorative svolte da singoli individui per la polis, inoltre, compaiono sul finire del VI secolo a.C. in relazione ad Axos e Datala rispettivamente nella legge IC II 5 1 e nel decreto SEG 27.631. Menzioni del termine polis, inoltre, compaiono nel decreto di inizi III secolo a.C. IC III 6 7 a proposito dei viaggi per mare intrapresi da Siteia e Stalai e apparentemente nel trattato fra Arkades e Hierapytna del 227-221 a.C. ca. IC III 3 1 B a proposito dell’ospitalità offerta da ciascuna contraente all’alleata in occasione delle festività specificate.
Non è chiaro, invece, a quale proposito occorrano le menzioni della polis presenti nel decreto di Axos di I secolo a.C. IC II 5 35, nella legge di Axos del 525-500 a.C. IC II 5 1, nel decreto onorario di Hierapytna del 150-100 a.C. ca. Papachristodoulou 2006, nel trattato di fine III - II secolo a.C. IC I 7 1 a proposito di Chersonesos e nel decreto del 229-203 a.C. IG II3 1 1190 a proposito di Kydonia. Non è parimenti chiaro in quale contesto occorra la menzione del toponimo di Rhittenia che pare di poter leggere nell’epigrafe di VII-VI secolo a.C. IC I 28 2.
L’etnico collettivo di più poleis, invece, è impiegato in riferimento all’intera comunità poleica in contesti quali i bolli anforari, le ghiande missili, i sigilli e le fistulae aquariae per rivendicare il loro possesso o dei beni stessi o dell’attività produttiva a questi connessa. L’etnico collettivo di Hierapytna è attestato sui bolli d’anfora di III secolo a.C. SEG 42.805 1-3 e SEG 47.1410, quello di Lappa sulla fistula aquaria ellenistico-imperiale Theophanidis 1948-1949, p. 11 n. 5, quello di Knossos sul sigillo di III secolo a.C. SEG 30.512, n. 2 e su più ghiande missili classico-ellenistiche, tipologia documentaria quest’ultima che ha restituito anche gli etnici di Phalasarna, Aptera e Gortyna (cf. SEG 59.379 A-B; cf. inoltre Martínez Fernández 2009, Kelly 2012). L’etnico collettivo di Polyrrhenia, inoltre, è impiegato nel trattato di III secolo a.C. IC II 23 2 in riferimento ai chremata in possesso dei suoi cittadini, mentre quello di Sisai, utilizzato unicamente nell’horos di III - inizi II secolo a.C. SEG 25.1022, pare indicare la proprietà di un edificio o territorio da parte della relativa comunità.
Politeia
Contesto di attestazione: Artemitai, Itanos
Epoca di attestazione: III secolo a.C.
Il termine politeia a Creta è attestato in riferimento alla comunità poleica di Itanos nel giuramento degli inizi del III secolo a.C. IC III 4 8 a proposito della sua difesa e in relazione alla comunità dipendente degli Artemitai, non avente lo status di polis, nel trattato di fine III secolo a.C. IC II 12 22 (sul termine politeia cf. Perlman 1996, pp. 252-254).
Symmachia
Contesto di attestazione: Gortyna ed i suoi alleati, Knossos ed i suoi alleati, Lyttos ed i suoi alleati
Epoca di attestazione: III-II secolo a.C.
In più iscrizioni cretesi è documentata l’esistenza di sistemi di alleanze egemoniche guidate rispettivamente da Gortyna, Knossos e Lyttos, indicate mediante la formula ... καὶ οἱ σύμμαχοι (cf. Chaniotis, Verträge, pp. 87-100 e in particolare 94-99). L’alleanza di Gortyna risulta essere mittente e destinataria di ambascerie nel trattato del 237/236 a.C. IC IV 167 – oltre che responsabile della stipulazione del trattato stesso –, mentre quella di Knossos figura come destinataria dell’ambasceria ateniese a cui prende parte Eumaridas di Kydonia ricordata nel decreto onorario del 228/7 a.C. IG II3 1 1137. L’alleanza di Gortyna, inoltre, è ricordata nel decreto del 218-217 a.C. ca. IC IV 168 per l’aiuto prestato nei suoi confronti dal medico Hermias di Cos, mentre quella di Lyttos è commemorata per il buon comportamento dimostrato verso questa dal re Antioco II in quello del 250 a.C. IC I 18 8, documento che vede l’alleanza come responsabile della deliberazione assieme ai cosmi e alla polis di Lyttos all’interno della formula di mozione. Nel decreto del 184-180 a.C. IC I 8 9, invece, gli alleati di Gortyna e Knossos sono chiamati insieme ad emettere un giudizio sulle ragioni della guerra fra le due città egemoni; le due alleanze, inoltre, ricorrono insieme anche nel trattato del 220 a.C. ca. SEG 49.1217, nel quale sono tenute a prestare un giuramento. Una menzione dell’alleanza di Gortyna occorre anche nel trattato del 278-270 a.C. fra gli Oreioi e Maga IC II 17 1, che documenta la presenza di suoi rappresentanti in occasione della stipulazione degli accordi, mentre quella di Knossos è commemorata nel trattato di fine III - inizi II secolo a.C. IC III 3 3 A fra Hierapytna e Rodi a proposito della guerra in corso fra l’alleanza e Hierapytna.