523. Decreto di Itanos relativo ad un giuramento
Tipologia documentaria: decreto
Supporto: stele
Datazione: inizi III secolo a.C.
Provenienza: Itanos
Collocazione attuale: Museo archeologico di Herakleion (n. inv. 59)
Edd. Guarducci 1940-1941, pp. 7-15; IC III 4 7 ➚PHI; Bile 2016, n. 49 (ll. 25-35).
Cf. Gschnitzer 1989; Bultrighini 1993, p. 53; Parker 2005, p. 153; Rubinstein 2007, p. 283.
[καὶ τᾶι ἐ]κκλησίαι ε[- - - ὅρ-]
[κον τελ]ιόντω τοὶ ἄ[ρχοντ]ε̣ς̣ σ̣ὺν τοῖ[ς ἱε-]
[ρεῦσ]ι, ἐπαράσθων δὲ̣ κ̣αὶ τοὶ ἱερεῖς ὅσ[τι-]
[ς πα]ραβαίνοι τὸν ὅρκον τόνδε μήτε
5[τέ]κνων ὄνασιν αὐτῶι γίνεσθαι, ἐξόλ-
[λυ]σθαι δὲ κακῶς κακοὺς καὶ αὐτοὺς κα[ὶ]
γενεὰν αὐτῶν· τοῖς δὲ κατέχουσι τὸν
ὅρκον πολλὰ καὶ ἀγαθὰ γίνεσθαι. ὅστις δ[έ]
κ̣α μὴ παραγένηται τῶι ὅρκωι τελεομ[έ-]
10νωι ἐξορκιζόντω αὐτοὺς τοὶ τόκα ἄρχ̣-
οντες ἐν ἁμέραις δέκα ἀφ’ ἇς κα ἔλθηι το-
ῖ̣ς αὐτοῖς ὁρκίοις οἷσπερ ὤμνυον τοὶ ἐπί-
δαμοι, καὶ ἀνγραψάντω ἐλ λεύκωμα τοὺς̣
ὠμόσαντας πατρι[α]στὶ καὶ καταθέντω ἐς
15Πύθιον, ἐχόντω δὲ καὶ αὐτοὶ ἀντίγραφ-
α. αἰ δέ κα μὴ ὁρκώσωντι τοὶ τόκα ἄρχο-
ντες ἢ τὰν ἀρὰν μὴ ποιήσωντι ἐν τῶι χ-
ρόνωι τῶι γεγραμμένωι, ἀποτεισάντ-
ω ἕκαστος τῶν τόκα ἀρχόντων ἑκατ-
20ὸν δραχμὰς τᾶι πόλει, φαινέτω δὲ ὁ χ-
ρήιζων ἐς τοὺς λογιστὰς, τοὶ δὲ πρά-
κτορες ἐκπράξαντες παραδόντω
τῶι κόσμωι τῶι ἐφέρποντι. εἰ δέ κα μὴ
ἐκπράξωντι, αὐτοὶ ἀποτεισάντω διπ-
25λοῦν. ὃς δέ κα ἐπίδαμος ἐὼν τῶν πολ-
ιτᾶν μὴ λῆι ὀμόσαι μὴ ἔστω πολίτας
ἀλλὰ ἐργέσθω καὶ θίνων καὶ ἀνθρωπίν-
ων. ἐπεὶ δέ κα ὁ ὅρκος τελεσθῆι, τοὶ ἄρχ-
οντες ἀνγράψαντες τὸν ὅρκον ἐστ-
30άλας δύο θέντω τὰμ μὲν πρὸ το͂ Πυθ-
[ίο] τὰν δὲ ἐν τῶι Ἀσκλαπιαίωι. ἀρχέτ-
ω δὲ ὁ ὅρκος ἐπὶ τοῦ νῦν κόσμο, τοὺς δ-
ὲ πολίτας πάντας ἀπογράψασθαι πρὸ το͂
ὅρκο πατριαστὶ ποτὶ τοὺς κοσμητῆρ-
35ας.
Il decreto sembra aprirsi con una formula di sanzione nella quale vengno ricordate come responsabili della deliberazione la boula (?) e l’ekklesia di Itanos, come avviene anche in altri documenti analoghi della città (IC III 4 2-4; cf. Guarducci 1940-1941, p. 9).
L’oggetto del decreto prevede che i magistrati della città – indicati collettivamente con il termine archontes, come avviene anche in IC III 4 8 – facciano prestare assieme ai sacerdoti il giuramento conservato dall’iscrizione IC III 4 8 ai cittadini di Itanos e che i sacerdoti facciano pronunciare loro l’ara con cui augurare ogni bene a chi rispetta il giuramento, ogni male agli spergiuri (ll. 1-8). Nel caso in cui qualcuno dei cittadini non sia presente, i magistrati in carica sono tenuti a fargli prestare entro dieci giorni dal suo rientro lo stesso giuramento prestato da coloro che si trovavano in patria (ll. 12-13, ἐπίδαμοι, termine attestato anche in IC IV 72) e a scrivere i nomi e i patronimici di chi giura su una tavoletta (l. 13, λεύκωμα) da depositare nel Pythion della città, conservandone una copia per sé (ll. 8-16). La clausola alle linee 25-28, relativa invece ai cittadini che si trovano in città (l. 25, ἐπίδαμος), prevede che quanti di loro non vogliano prestare il giuramento vengano privati della cittadinanza di Itanos.
La sezione alle linee 16-20 prevede per i magistrati che non obbligano a giurare o che non fanno pronunciare l’ara nei tempi previsti multe dall’importo di cento dracme da versare alla polis di Itanos; chiunque lo voglia può denunciare l’inadempienza ai logistai, funzionari non attestati altrove a Creta, i quali – dopo che i praktores (parimenti non noti altrove nell’isola) hanno riscosso le multe – sono tenuti a consegnare il denaro al collegio successivo dei cosmi (l. 23, κόσμωι); nel caso in cui i praktores non riscuotano quanto dovuto, sono a loro volta soggetti a multe dall’importo raddoppiato (ll. 20-25).
La formula di esposizione, alle linee 28-31, prevede che, una volta pronunciato il giuramento, i magistrati lo facciano iscrivere su due stele da collocarsi rispettivamente nel Pythion e nell’Asklepieion di Itanos (noto quest’ultimo anche da IC III 4 3). La clausola alle linee 31-35, infine, stabilisce che il giuramento debba essere prestato (ogni anno) a partire da quello in corso in cui è carica l’attuale collegio dei cosmi (l. 32, κόσμο) e che i nomi e patronimici dei cittadini che lo prestano vengano registrati presso i kosmeteres. Il termine kosmeter, attestato esclusivamente in documenti redatti ad Itanos, pare essere una variante locale equivalente al più diffuso kosmos, sostantivo che nella città è invece impiegato per designare l’intero collegio dei cosmi (cf. ll. 23 e 32 e IC III 4 2-4; nell’iscrizione IC III 4 9, non redatta a Itanos, i suoi magistrati sono invece chiamati kosmoi).
Elementi istituzionali o altri termini rilevanti: archon, boule (?), ekklesia, epidamos, hiereus, hieron, kosmeter, kosmos, leukoma, logistai, polis, polites, praktores.