Cretan Institutional Inscriptions

IC I 9 1

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423. Giuramento di Dreros

Tipologia documentaria: giuramento

Supporto: stele

Datazione: fine III secolo a.C.

Provenienza: Dreros

Collocazione attuale: Museo archeologico di Istambul (n. inv. 691)

Edd. Papasliotis 1855, pp. 260-264; Papasliotis 1855a; Dethier 1859; Cauer 1883, n. 121; Halbherr 1890, pp. 657-668 n. 73; Michel, Recueil 23; Syll.2 463; SGDI 4952; Syll.3 527; Schwyzer 1923, n. 193; Solmsen – Fränkel 1930, n. 31; IC I 9 1 ➚PHI; Staatsverträge III 584 (ll. 36-60); Nomima I 48 (ll. 137-164); Chaniotis, Verträge 7 (ll. 1-60); Youni 2011, pp. 287-291; Bile 2016, n. 35 (ll. 36-89, 137-164).

Cf. Demargne – Van Effenterre 1937a, pp. 31-32; Willetts 1957a; Gordon 1970; Kaffetzakis 1971; HGIU 449; Ghinatti 2004, p. 135; Chaniotis 2005, pp. 46-47; Bile 2008, pp. 263-264.

a
θεός. τύχα.
ἀγαθᾶι τύχαι·
ἐπὶ τῶν Αἰθαλέ-
ων κοσμιόντων
5τῶν σὺγ Κυίαι καὶ
Κεφάλωι, Πύρωι,
Πίωι, Βισίωνος,
γραμματέος
δὲ Φιλίππου,
10τάδε ὤμοσαν
ἀγελάοι παν-
άζωστοι ἑκα-
τὸν ὀγδοή-
κοντα· ὀμνύω
15τὰν Ἑστίαν τὰν
ἐμ πρυτανείωι
καὶ τὸν Δῆνα τὸν
Ἀγοραῖον καὶ τὸν Δῆ-
να τὸν Ταλλαῖον
20καὶ τὸν Ἀπέλλων⟨α⟩
τὸν Δελφίνιον καὶ
τὰν Ἀθαναίαν τὰν
Πολιοῦχον καὶ τὸν
Ἀπέλλωνα τὸν Ποίτιον
25καὶ τὰν Λατοῦν καὶ τὰν
Ἄρτεμιν καὶ τὸν Ἄρεα
καὶ τὰν Ἀφρο⟨δ⟩ίταν καὶ
τὸν Ἑρμᾶν καὶ τὸν Ἅλιον
καὶ τὰν Βριτόμαρ⟨πι⟩ν
30καὶ τὸμ Φοίνικα καὶ τὰν
Ἀμφι[ώ]ναν καὶ τὰγ Γᾶν
καὶ τὸν Οὐρανὸν καὶ
ἥρωας καὶ ἡρωάσσας
καὶ κράνας καὶ ποτα-
35μοὺς καὶ θεοὺς πάντας
καὶ πάσας· μὴ μὰν ἐγώ
ποκα τοῖς Λυττίοις
καλῶς φρονησεῖν
μήτε τέχναι μήτε μα-
40χανᾶι, μήτε ἐν νυκτὶ
μήτε πεδ’ ἁμέραν, καὶ
σπευσίω ὅ,τι κα δύναμαι
κακὸν τᾶι πόλει τᾶι τῶν Λυττίων.
b
δικᾶν δὲ καὶ πρ[αξί-]
45ων μηθὲν ἔνορκον
ἤ⟨μ⟩ην. καὶ τέλομαι
φιλοδρήριος καὶ
φιλοκνώσιος.
καὶ μήτε τὰμ πό-
50λιν προδωσεῖν
τὰν τῶν Δρηρίων,
μήτε οὐρεῖα τὰ
τῶν Δρηρίων
μηδὲ τὰ τῶγ Κν[ω-]
55σίων, μηδὲ ἄν-
δρας τοῖς πο-
λεμίοις προδω-
σεῖν μήτε Δρη-
ρίους μήτε Κνω-
60σίους· μηδὲ στά-
σιος ἀρξεῖν, καὶ
τῶι στασίζοντι
ἀντίος τέλομαι,
μηδὲ συνω⟨μ⟩οσί-
65ας συναξεῖν
μήτε ἐμ πόλει
μήτε ἐξοῖ τᾶς
πόλεως, μήτε
ἄλλωι συντέλε-
70σθαι· εἰ δέ τινάς
κα πύθωμαι συ-
νομνύοντας,
ἐξαγγελίω τοῦ
κόσμου τοῖς πλί-
75ασιν· εἰ δὲ τάδε
μὴ κατέχοιμι,
τούς ⟨τ⟩έ μοι θεοὺς
τοὺς ὤμοσα ἐμ-
μάνιας ἤμη{ι}ν
80πάντας τε καὶ πά-
σας καὶ κακίστω⟨ι⟩
ὀλέθρωι ἐξόλλυ-
σθαι αὐτός τε
καὶ χρήια τἀμὰ,
85καὶ μήτε μοι γᾶν
καρπὸν φέρειν
c
[μήτε μοι γ]υναῖκας
[τίκτει]ν κατὰ φύ-
[σιν μήτ]ε πάματα·
90[εὐορκί]οντι δέ μοι
[τοὺς] θεοὺς τοὺς
[ὤμοσα] ἱλέους ἦμεν
[καὶ πολ]λὰ κἀγαθὰ
δι[δό]μ[ε]ν. vac. ὀμνύω δὲ
95τὸς αὐτὸς θεούς·
ἦ μὰν ἐγὼ τὸγ κό-
σμον, αἴ κα μὴ ἐξορ-
κίξοντι τὰν ἀγέ-
λαν τοὺς τόκα ἐ-
100γδυομένους τὸν
αὐτὸν ὅρκον τόν-
περ ἁμὲς ὀμωμό-
καμες, ἐμβαλεῖν
ἐς τὰν βωλὰν, ἇι
105κα ἀποστᾶντι
τοῦ μηνὸς τοῦ Κο-
μνοκαρίου ἢ τοῦ
Ἁλιαίου· ἁ δὲ β[ω]λὰ
πραξάντων ἕκα-
110στον τὸν κοσμί-
οντα στατῆρας
πεντακοσίους
ἀφ’ ἇς κα ἐμβάληι
ἁμέρας ἐν τριμήνωι·
115αἰ δὲ λισσὸς εἴη{ι},
ἀγγραψάντων
ἐς Δελφίνιον
ὅσσα κα μὴ πρά-
ξωντι χρήματα,
120τοὔνομα ἐπὶ πατρὸς
καὶ τὸ πλῆθος τοῦ ἀρ-
γυρίου ἐξονομαίνον-
τες· ὅ,τι δέ κα πράξον-
τι, ταῖς ἑταιρείαισιν
125δασσάσθωσαν ταῖς
ἐμ πόλει καὶ αἴ πεί
τινεν οὐρεύων⟨τ⟩ι Δρήριοι.
d
αἰ δὲ μὴ πρά[ξαι-]
εν ἁ βωλά, αὐ[τοὶ]
130τὰ διπλόα ἀ[ποτει-]
σάντων, πρα[ξάν-]
των δὲ οἱ ἐρευταὶ
οἱ τῶν ἀνθρωπίνων
καὶ δασσάσθωσαν
135ταῖς ἑταιρείαισιν
κατὰ ταὐτά. vac.
τάδε ὑπομνάμα-
τα τᾶς Δρηρίας χώρας
τᾶς ἀρχαίας τοῖς
140ἐπιγινομένοις ἀζώ-
στοις, τόν τε ὅρ-
κον ὀμνύμεν
καὶ κατέχειν.
καὶ οἱ Μιλάτιοι
145ἐπεβώλευσαν
ἐν τᾶι νέαι νε-
μονήιαι τᾶι πό-
λει τᾶι τῶν Δρη-
ρίων ἕνεκα τᾶς
150χώρας τᾶς ἁ-
μᾶς, τᾶς ἀμφι-
μαχόμεθα.
νικατὴρ
τᾶς ἀγέλας
155[ - - - - - - - - - - ]
καὶ ἐλαίαν ἕ-
καστον φυτεύ-
ειν καὶ τεθραμ-
μέναν ἀποδεῖ-
160ξαι· ὃς δέ κα μὴ
[φ]υτευσεῖ, ἀπ-
[ο]τεισεῖ στα-
τῆρας πεν-
τήκοντα.
vacat

5: Κυίαι καί Dethier; Κυ⟨δίλ⟩αι IC.
6: Κεφάλωι Dethier; Κεφάλω{ι} IC.
6-7: Πύρωι, Πίωι Demargne – Van Effenterre; Πύρω, Ἱ⟨π⟩πίω{ι} IC.

Il giuramento, che pare essere connesso ad un trattato di alleanza fra Dreros e Knossos (cf. ll. 47-60), si apre con una triplice espressione benaugurale (ll. 1-2), alla quale fa seguito una formula di datazione che commemora i cosmi in carica della tribù degli Aithaleis, a Dreros nota anche da Bile 48 (ll. 3-9); i magistrati sono gli stessi ricordati nell’iscrizione edificatoria Bile 48, nella quale sembrano essere contemporaneamente eponimi i cosmi Kyias e Kephalos. I due individui, menzionati al dativo, sono distinti dai colleghi in quanto collegati fra loro dalla congiunzione καί, non presente fra gli altri nomi: è dunque verosimile che anche in questo caso si trovino a detenere congiuntamente l’eponimia. I nomi dei cosmi, cinque come in Bile 48 e 50.1-2, sono seguiti dal ricordo del segretario Philippos, forse appartenente al loro collegio.

Come informano le linee 10-14, il giuramento riportato nel documento è stato prestato da centottanta ἀγελάοι πανάζωστοι, ovvero probabilmente i giovani uscenti dall’agela disarmati (cf. Hsch. s.v. ἀγελάους e IC I 10 2).

Il giuramento si apre con una sezione iniziale in cui vengono invocate numerose figure sacre, fra le quali compaiono più divinità – fra cui la Hestia venerata nel pritaneo e Zeus Agoraios (sul cui culto cf. Antonetti 2009 e Greco 2006) –, eroi ed eroine ed elementi naturali o loro personificazioni come Halios, Ga, Ouranos, fiumi e sorgenti (ll. 14-36).

L’invocazione è seguita alle linee 36-48 dalla promessa di ostilità alla polis di Lyttos – con la quale sembrano essere vietati processi ed esecuzioni di sentenze (cf. Chaniotis, Verträge, p. 198) – e di amicizia nei confronti di Dreros e Knossos. Il giuramento prevede inoltre l’impegno a non tradire la polis di Dreros né le sue fortificazioni sul confine né quelle di Knossos né i loro uomini e a non suscitare sedizioni o cospirazioni, né all’interno della polis né fuori da essa (ll. 49-70); nell’eventualità che qualcuno venga a conoscenza di una cospirazione è tenuto ad informarne la maggioranza del collegio dei cosmi (ll. 70-75).

Dopo una maledizione nei confronti degli spergiuri e un augurio di ogni bene per chi rispetta il giuramento (ll. 75-94), il documento presenta alle linee 94-136 una sezione relativa alla procedura da attuare nel caso in cui il collegio dei cosmi non faccia prestare in futuro il giuramento a quanti escono dall’agela (ll. 98-100, τὰν ἀγέλαν τοὺς τόκα ἐγδυομένους, espressione impiegata anche nel trattato fra Malla e Lyttos IC I 19 1; cf. inoltre il verbo ekdyo in IC II 5 24 da Axos e gli Ekdysia di Phaistos descritti in Ant. Lib. Met. XVII). In tale eventualità il giuramento prescrive di denunciare i cosmi alla bola – a Dreros nota anche da Bile 50.1-2 – appena questi escono di carica, nel mese Komnokarios o in quello di Haliaios, non attestati altrove (Haliaios è più facilmente legato al culto di Halios – cf. l. 28 – che all’ἁλία, non nota a Creta, come suggerisce invece Trümpy 1997, p. 190). Entro tre mesi dal giorno della denuncia la bola è tenuta a riscuotere una multa di 500 stateri da ogni cosmo; è previsto inoltre che in caso di mancato pagamento i nomi degli insolventi vengano iscritti nel Delphinion di Dreros. Il denaro riscosso deve essere spartito fra le eterie (a Dreros note anche da SEG 23.530) aventi sede in città e quelle dislocate laddove si trovano alcuni dei cittadini in qualità di sentinelle (cf. gli oroi di Hierapytna ricordati in SEG 39.967). Nel caso di mancata esazione da parte della bola, una multa doppia deve essere imposta ai cosmi dagli ereutai che si occupano di questioni civili, funzionari addetti alla riscossione di ammende pecuniarie noti anche dal trattato fra Knossos e Hierapytna IC I 8 13; in tale eventualità la spartizione del denaro deve avvenire fra le eterie secondo le modalità già stabilite.

La sezione finale, alle linee 137-164, sembra riportare tre estratti di uno o più documenti preesistenti, non connessi fra loro ma apparentemente tutti pertinenti ad obblighi o episodi che interessano i membri dell’agela. Il primo, alle linee 137-143, conserva un riferimento a più ὑπομνάματα relativi alla descrizione degli antichi confini del territorio di Dreros, sui quali devono giurare gli ἐπιγινομένοις ἀζώστοις, espressione che indica verosimilmente gli ἀγελάοι πανάζωστοι menzionati alle linee 11-12 (il termine azostoi compare forse anche in SEG 23.547). Il secondo, invece, ricorda un attacco alla polis di Dreros sferrato da parte di Milatos e risalente alla precedente luna nuova, finalizzato alla conquista di un territorio contesto fra le due città; a tale proposito viene menzionato un vincitore dell’agela, verosimilmente un giovane distintosi nello scontro (ll. 144-155). Il terzo estratto, infine, prevede che ciascun membro dell’agela pianti un ulivo e ne faccia mostra una volta cresciuto, pena una multa di 50 stateri (ll. 156-164).

Elementi istituzionali o altri termini rilevanti: agela, agelaos, agora (Agoraios), azostos, boule, dika, ekdyomenos, ereutas, grammateus, hestia, hetaireia, hieron, hypomnama, kosmos, mesi (Haliaios, Komnokarios), oureion, oureios, polis, prytaneion.